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Libertà. Storie di rivoluzionari per ragazzi che vogliono cambiare il mondo
Prometeo, Spartaco, Francesco D’Assisi, Artemisia Gentileschi, Marie Curie, Albert Einstein, Gandhi, Rosa Parks, Che Guevara, Sylvia Rivera, Nelson Mandela, Thomas Sankara, Joyce Lussu, Edward Snowden, Estela Barnes De Carlotto. «Queste storie raccontano che l’utopia è semplicemente qualcosa mai avvenuto prima. Questo è l’impegno che voglio condividere con voi: continuare a essere realisti e, allo stesso tempo, coltivare l’utopia.» (dall'introduzione di Gino Strada). Età di lettura: da 10 anni. -
Noi, ragazzi della libertà. I partigiani raccontano
I partigiani sono persone che hanno scelto da che parte stare. Noi li abbiamo incontrati e abbiamo realizzato una raccolta di memorie della Resistenza, affinché restasse la loro testimonianza e fosse reso omaggio a chi ha rischiato la propria vita per la libertà. E se oggi voi potete mettervi nei loro panni –ma per fortuna siete in panni molto più comodi – lo dovete anche a loro. ""Noi, ragazzi della libertà"""" nasce da una raccolta di oltre cinquecento videointerviste realizzate in collaborazione con l'ANPI, Associazione nazionale partigiani d'Italia. Età di lettura: da 12 anni."" -
La leggenda del paese dove nascono le parole
Nel paese di Val Blabla, attraversato dal fiume Borbottiglio, crescono gli alberi letterieri, su cui in primavera sbocciano le lettere. Proprio come le persone, le lettere nascono con un loro carattere, creano amicizie (le sillabe), vanno a scuola dove imparano, commettono errori, crescono fino a diventare parole. A quel punto devono decidere il loro futuro: una poesia, una storia d'avventura, un manuale di ingegneria, il discorso di un presidente? La cosa più importante è non finire a Sparolacchio, dove le parole sono trattate malissimo, gridate una sopra l'altra, storpiate, usate per offendere e fare del male. Tant' è che una volta si sono ammutinate tutte quante e hanno abbandonato il paese, lasciandolo muto... Età di lettura: da 7 anni. -
I ragazzi della Via Pál
Budapest 1889. La via Pál è dove si riunisce la banda di ragazzi guidata dal saggio Boka. Quando il capo avversario, Feri Áts, invade il loro territorio e ruba una delle bandiere dell'esercito di Boka, Ë subito guerra. Così le due bande decidono di affrontarsi in un pericoloso crescendo di scontri e missioni che porteranno alla battaglia finale. Perché entrambi i fronti sono pronti a tutto pur di avere uno spazio solo per loro. Età di lettura: da 10 anni. -
La tirannia del merito. Perché viviamo in una società di vincitori e di perdenti
Chi lavora sodo e gioca secondo le regole avrà successo e riuscirà a elevarsi fino a raggiungere il limite del proprio talento. Questa retorica dell’ascesa, sposata anche dal Partito democratico americano e dai partiti della sinistra moderata europea come soluzione ai problemi della globalizzazione, presenta un enorme lato oscuro. È un modello che, in una società nella quale l’uguaglianza delle opportunità rimarrà sempre una chimera, fornisce alle élite di sinistra il pretesto per abbandonare chi dell’élite non fa parte. E la conseguenza inevitabile è il contraccolpo populista degli ultimi anni, per combattere il quale l’unica strada è quella di dare una risposta alle richieste legittime che lo hanno scatenato. -
Mr Gwyn
Jasper Gwyn è uno scrittore. Vive a Londra e verosimilmente è un uomo che ama la vita. Tutt'a un tratto ha voglia di smettere. Forse di smettere di scrivere, ma la sua non è la crisi che affligge gli scrittori senza ispirazione. Jasper Gwyn sembra voler cambiare prospettiva, arrivare al nocciolo di una magia. Gli fa da spalla, da complice, da assistente una ragazza che raccoglie, con rabbiosa devozione, quello che progressivamente diventa il mistero di Mr Gwyn. Alessandro Baricco entra nelle simmetrie segrete di questo mistero con il passo sicuro e sciolto di chi sa e ama i sentieri che percorre. Muove due formidabili personaggi che a metà romanzo si passano il testimone, e se a Mr Gwyn tocca mischiare le carte del mistero, la ragazza ha il compito di ricomporne la sequenza per arrivare a una ardita e luminosa evidenza. -
Seta
Varcare il confine vicino a Metz, attraversare il Württemberg e la Baviera, raggiungere in treno Vienna e Budapest, proseguire a cavallo per la steppa russa, superare gli Urali e la Siberia, costeggiare il lago Bajkal e ridiscendere il fiume Amur fino all’Oceano. Poi, fermarsi a Sabirk ad aspettare una nave di contrabbandieri olandesi. È così che nel 1861 Hervé Joncour, che compra e vende bachi da seta, arriva in Giappone. È così che arriva al suo destino, che ha il volto di una ragazzina. -
Senza sangue
È notte, una Mercedes raggiunge la fattoria di Mato Rujo. A bordo dell’auto ci sono tre uomini: Salinas, el Gurre, Tito. Sono lì perché cercano Manuel Roca, il proprietario della fattoria. Sono lì perché la guerra è finita, ma non per tutti. Molto tempo dopo, seduto a un elegante caffè del centro, un anziano racconta questa storia, e ne ascolta un’altra. Perché la guerra è finita, da anni ormai, ma non per tutti. -
Next. Piccolo libro sulla globalizzazione e sul mondo che verrà
Nel 2001, l’anno del G8 di Genova e delle Twin Towers, Baricco scrive su “la Repubblica” e si chiede cosa sia la globalizzazione (spoiler: la risposta non è semplice). Adesso, dopo più di vent’anni, possiamo dire che questo libro che investigava il presente di allora in realtà guardava al futuro. Che è il nostro presente. Un libro per riflettere su come siamo arrivati a questo nostro mondo globalizzato, per provare a capire come sia cambiato (molto) e, soprattutto, come cambierà (molto di più). -
Il custode delle parole
“Il destino non esiste se tu sai essere la tua storia.” Andrìa ha quasi trent’anni e trascorre pigramente le sue giornate tra il lavoro in un call center e le gite al mare con la fidanzata Caterina. Non ha ancora trovato la propria strada – la Calabria è una terra che divora i desideri e le aspirazioni –, ma sa di non voler fare il pastore come il nonno, di cui porta il nome. Nonno Andrìa, custode di un mondo antico e di una lingua, il grecanico, che stanno per sparire ingoiati dalla modernità, ne vorrebbe fare il proprio erede, ma il giovane Andrìa ha paura di quelle montagne, della solitudine che si annida tra i boschi di cui conosce i rituali e i sussurri ma non riesce a sentirsi parte, così come non riesce a capire l’ostinazione del vecchio a combattere con ogni mezzo, lecito o no, le speculazioni che continuano a fare scempio di quel territorio. La vita del giovane cambia il giorno in cui salva dalle acque dello Jonio Yidir, che arriva dalla Libia e come lui sta cercando un futuro possibile. Quando il nonno prende clandestinamente Yidir con sé come aiutante pastore, qualcosa cambia e Andrìa inizia a riavvicinarsi a quell’ambiente che lo spaventava tanto, scoprendo la bellezza selvaggia dell’Aspromonte e la storia profonda dei molti popoli e delle culture che l’hanno attraversato. Una storia di identità e radici così forti da sfidare il futuro, che ci richiama alla responsabilità di prenderci cura di ciò a cui sentiamo di appartenere: un amore, una montagna, una storia. -
Le entusiasmanti avventure di Max Middlestone e del suo cane alto trecento metri-Il pesce di lana e altre storie
Gregory Rosboff va alla ricerca della verità sulla propria famiglia e sulle proprie origini, partendo dalle campagne del Wisconsin, per finire in mezzo a un complotto per rovesciare − proprio nel senso di capovolgere − lo zar di Russia. Intanto, attorno a lui continua a spuntare un misterioso libro, letto da tutti nelle situazioni più inadeguate (ad esempio nel pieno di una battaglia), che narra di un tal Max Middlestone e del suo gigantesco cane... ""Le entusiasmanti avventure di Max Middlestone e del suo cane alto trecento metri"""" è un continuo rimpallo fra testi, sceneggiatura e disegni. A sinistra, le pagine di sceneggiatura e, a destra, le relative tavole disegnate. Da una parte le vicende di una storia che vuole diventare avventura e melodramma, dall’altra il disegno arguto e urticante che la ribalta, la travisa, la mette in burla. Tito Faraci e Sio si dividono la scena e fanno sentire il divario beffardo tra le puntigliose richieste del testo scritto e le scorciatoie maldestre delle vignette. Ma una storia c’è, eccome, e allora che fine fanno i personaggi in scena? E poi c’è davvero una fine che si possa dire fine?"" -
Continuare
Sybille, a cui la giovinezza prometteva un avvenire brillante, ha visto la sua vita disfarsi sotto i suoi occhi. Come è arrivata fino a lì? Come ha potuto lasciarsi sfilare la vita davanti? Se pensa di aver sbagliato tutto fino a oggi, è invece decisa a impedire a suo figlio Samuel di sprofondare senza tentare nulla. Ha il folle progetto di partire qualche mese con lui a cavallo nelle montagne del Kirghizistan per salvare questo figlio che sente ogni giorno più lontano, e per forse ritrovare il filo della propria storia. -
L'ombra del cardo. Azami, Hozumi, Suisen, Fuki-no-to, Maimai
“Chi sogni? Vieni, vieni a me. Mi chiamo Azami. Sono il fiore che culla la notte.” Il fiore del cardo, bello ma pieno di spine, emblema dell’indipendenza e della vendetta, unisce e racchiude le cinque storie che Aki Shimazaki tesse nei romanzi che compongono questo ciclo. Cinque protagonisti, cinque vite solo all’apparenza parallele, ma cucite da spine sottili. La tranquilla esistenza di Mitsuo Kawano è sconvolta dall’incontro in un club di lusso con Mitsuko, il suo primo amore di gioventù, che ora è un’entraîneuse. Qualche tempo dopo, quella stessa donna apre una libreria e, insieme al figlio Taro, conduce una vita molto appartata. Ma il passato non si può lasciare alle spalle: un giorno, in negozio si presenta una signora dell’alta società che cerca proprio Mitsuko. Goro Kida è il presidente di una grande azienda. Ha tutto ciò che desidera, finché il suo scintillante mondo si sgretola, travolgendolo con umiliazioni professionali e sentimentali. Atsuko pensa di vivere felice nella sua fattoria con i figli e il marito Mitsuo, finché non riappare nella sua vita Fukiko, un’amica dei tempi del liceo, bella e affascinante come in passato, e tormentose sensazioni riaffiorano. Taro, sordomuto e orfano di padre, è un modello e un pittore di talento. Con l’improvvisa morte della madre Mitsuko, dal passato emergono misteri e segreti con cui il giovane deve confrontarsi. Coincidenze e simbologie impreziosiscono una scrittura evocativa ma essenziale, con cui Aki Shimazaki affronta il tema della perdita, della diversità, dell’abbandono ed esplora i sentieri tortuosi del desiderio e delle passioni, dipingendo vite che celano spesso verità inconfessabili. -
Cosa faresti se
Cosa faresti se, nel tempo breve di una giornata o di un attimo, dovessi scegliere fra due alternative, ognuna critica, ognuna destinata a ridefinire l’idea di te stesso, a cambiare il destino tuo e altrui? Una scelta irresolubile eppure necessaria, come quella che si trovano costretti a prendere Laura e Raffaele, una coppia che desidera adottare un figlio e si ritrova a decidere in poche ore – una lunga, interminabile notte – se diventare genitori di una bambina gravemente malata. O come capita a Adriano, che un mattino si sveglia e scopre da un video sul cellulare che il figlio ha preso in prestito la sua auto e con essa ha investito una persona, uccidendola senza nemmeno fermarsi a prestare soccorso. Adriano, che da quando ha perso la moglie e il lavoro, è incapace di decidere qualsiasi cosa, esce di casa per cercare fuori da sé, un passo dopo l’altro, una risposta: denunciare il figlio o costituirsi al suo posto per salvarlo? Invece solo un istante è concesso a Giovanni, il tassista Urano 4, per prendere la risoluzione più importante… Seguendo quale ragionamento o intuizione, quale idea del mondo e di sé, Laura, Raffaele, Adriano, Giovanni e gli altri personaggi di questo romanzo – che il lettore scoprirà essere tutti sottilmente legati fra loro – potranno fare la loro scelta? Come arriveranno al catartico finale che li richiama in scena tutti insieme per scegliere ancora, giacché la vita è un percorso segnato da bivi etici? Nel divario fra essere autentici ed essere giusti temono di perdersi, perché ci sono nell’esistenza di ciascuno “deviazioni improvvise, circostanze inattese, scelte improbabili” davanti alle quali è impossibile quanto necessario farsi trovare pronti. Gabriele Romagnoli sonda con la consueta scrittura lucida e paziente la coscienza dei suoi personaggi, esponendola al lettore senza melodramma, senza esibita compassione, e proprio per questo con le loro storie ci interroga, risveglia domande complesse e sollecita i dilemmi morali che ci rendono umani. Cosa faresti se, ti ritrovi a chiederti… -
La circonferenza dell'alba
I sassi e i cristalli sono conservati in barattoli di vetro, suddivisi per colore. Su ognuno, una data, una lettera o un luogo. È così che Giorgia, fundraiser per una ong in Asia, cataloga i momenti importanti della vita, la sua geologia sentimentale. Il sasso a forma di cuore, ricordo dell’incontro dei suoi genitori. La pietra bianca della sua nascita. Il sassolino con cui Alex, il suo primo amore, le ha fatto aprire la finestra del cuore. E il ciottolo grigio e levigato dalle acque pazienti del lago: casa. Dopo anni di lontananza, Giorgia torna sulle rive del Lario per vendere la villa di famiglia, ma tra le vecchie stanze e gli oggetti dell’infanzia si annidano ombre e sorprese. Alex, che vive ancora al di là del giardino, ma oggi è un uomo amareggiato e stanco; sua madre, così distante; sua sorella, e soprattutto l’eco della voce del padre Petar. Personaggio singolare, fuggito in barca a vela dalla Jugoslavia di Tito e approdato in Italia in un’alba luminosa, scienziato mai sazio di scoperte che ha plasmato la vita della figlia tra teorie ed esperimenti, e continua a influenzarla anche con la sua assenza. Nulla è come avrebbe potuto essere. O forse sì, e in fondo tutto è destinato a ripetersi? Che cosa rimane di un padre e dei suoi insegnamenti? E chi è l’eroe: chi mette radici o chi affronta l’ignoto e se ne va? Grazie alla complicità del nipote adolescente e all’amicizia con la figlia di Alex, ma soprattutto grazie a un ritrovato dialogo con se stessa, Giorgia proverà a fare i conti con il passato. Perché solo quando ci si perdona e ci si accetta si può crescere, cambiare e, finalmente, vivere. -
La felicità è una storia semplice
Vito Baiocchi ha quarantasei anni, vive a Londra, è senza lavoro da sei mesi e la sua unica amica è un’iguana di nome Calipso. Sentendosi un inetto senza speranze, Vito ha deciso di togliersi la vita, e di farlo con stile. Ma proprio quando, lavato e vestito di tutto punto, sta per dire addio al mondo, il telefono squilla: è nonna Elvira. E quindi nulla da fare, il piano salta. Vito è da sempre incapace di sottrarsi all’autorità della dispotica ottuagenaria e si trova costretto a volare in tutta fretta a Milano, perché Elvira desidera essere accompagnata in Sicilia, al suo paese d’origine. Distrutta alla fine degli anni Sessanta da un terremoto che si è portato via i genitori e il nonno di Vito, Gibellina è ora ricostruita, e con essa la casa che la nonna ha deciso di rivedere. Affare di una giornata, pensa Vito, in aereo è un attimo. Ma la donna vuole viaggiare in treno e così i giorni si moltiplicano. Firenze, Roma, Assisi, Napoli, Palermo: il viaggio sembra infinito, le confessioni di nonna Elvira molte e inaspettate, e a ogni tappa Vito incappa in coincidenze improbabili e in nuove disavventure tragicomiche. Ma forse proprio grazie a questi ostacoli riuscirà a ritrovare l’energia perduta e a prendere finalmente in mano la propria vita. Perché la felicità ci può sembrare talvolta irraggiungibile, ma basta davvero pochissimo per riuscire ad avvicinarla. -
Divorzio di velluto
Come si sopravvive allo strappo, alla perdita delle radici? Cosa resta, come ci si inventa di nuovo? Katarína torna da Praga a Bratislava per trascorrere il Natale insieme alla famiglia. Alle vecchie incomprensioni con la madre, si aggiunge la difficoltà di giustificare l'assenza del marito Eugen. Ma in quei pochi giorni ritrova anche le vecchie compagne di università, soprattutto Viera, che si è trasferita in Italia grazie a una borsa di studio e torna sempre più malvolentieri in Slovacchia. Le due amiche si riavvicinano, si raccontano l'un l'altra gli strappi, le ferite – Viera con Barbara, che era stata la loro insegnante di italiano, Katarína con Eugen, che l'ha abbandonata due mesi prima con un biglietto sul tavolo della cucina. Katarína ripercorre il rapporto con lui, dal primo incontro al matrimonio forse troppo precoce, con le tante difficoltà di integrarsi a Praga, fino al dolore, di cui ancora non riesce a parlare. E tra i ricordi emergono frammenti della vita a Bratislava sotto il governo comunista: l'abolizione delle festività cattoliche, la censura, le code per la carne e per qualsiasi cosa. Con ""divorzio di velluto"""" si intende la separazione tra Slovacchia e Repubblica Ceca, che nel romanzo riverbera quelle tra Katarína e il marito Eugen, tra Viera e un paese per lei troppo stretto... È una storia di assenze che pesano, di tradimenti, di desideri temuti e mai pronunciati, di strappi che chiedono nuove risorse per essere ricomposti, di sradicamento e di rinascita – una ricerca di sé della protagonista e del suo paese, entrambi orfani di un passato solido."" -
Storia di un fiore
Spagna, fine Ottocento. Alla Solariega, la grande casa di campagna della famiglia Ruiz de Peñafiel, tutti sanno che è impossibile tenere a bada la signorina Alba. Curiosa e intelligente, trascorre le giornate all’aria aperta, le gote arrossate dal vento della Sierra e l’orlo della gonna sempre inzaccherato. La botanica è la sua grande passione e perlustra le valli alla ricerca di fiori per la sua collezione, che cataloga in modo minuzioso. Alba ha ereditato l’amore per la natura dalla madre, che crede fermamente nell’emancipazione e nell’educazione femminile e vuole che le sue due figlie, costrette per tutto l’inverno al rigore di Barcellona, d’estate siano libere di coltivare i loro interessi. Un giorno alla Solariega giunge notizia dell’arrivo del botanico tedesco Heinrich Willkomm. Il famoso studioso sta lavorando a un libro destinato a rivoluzionare la botanica e vuole includere la flora locale. L’amore per la scienza che lui e Alba condividono si trasformerà ben presto in qualcosa di proibito, segreto e indimenticabile che, come il fiore che scopriranno insieme, avrà radici così forti e profonde da poter crescere anche tra le pietre. Ispirato alla vita della prima botanica spagnola, Blanca Catalán de Ocón, un inno alla vita, alla natura e a seguire i propri sogni. -
Atletico Minaccia Football Club
Proprio come Mourinho, Vanni Cascione è nato con la vocazione dell’allenatore. E poco importa se il primo ha vinto, con le sue squadre, tutto quel che c’è da vincere, mentre Vanni colleziona esoneri dalle più improbabili società della Prima e Seconda categoria campana. Il sacro fuoco è lo stesso. La vita però, quella no, perché Vanni vede profilarsi nell’immediato futuro una stagione calcistica in cui i panni che indosserà saranno quelli – scomodi – di allenatore disoccupato. Tutto cambia quando, provvidenziale, arriva la telefonata della salvezza: a chiamare è Lucio Magia, dirigente di un’agonizzante squadra locale, deciso a ingaggiare Vanni affinché trasformi una compagine senza arte né parte in una squadra vincente. L’unico problema è che l’Atletico Minaccia è una vera e propria Armata Brancaleone del pallone: dall’attaccante vittima della colite cronica fino al secondo portiere che di lavoro fa il meccanico, passando per il centrocampista che, senza permesso di soggiorno, è costretto a disertare le partite in casa perché ricercato dalle forze dell’ordine. Senza contare che Lucio Magia compra calciatori barattandoli con le cucine componibili del presidente Eros Baffoni e dedica più tempo alle prostitute della zona che alla sua squadra. E, quando sembra che peggio di così non possa andare, ci si mette pure la camorra. Un susseguirsi di personaggi improbabili e situazioni tragicomiche, un romanzo che racconta il calcio fuori dagli stereotipi fatti di eroi e imprese epiche – dentro la quotidianità di una provincia scalcagnata e piena di storie da raccontare. -
I figli del buio
Primi del Novecento. A diciannove anni Nathan Walker decide di lasciare la comunità afroamericana in cui vive in Georgia per New York e il lavoro più pericoloso del Paese: lo scavatore di sabbia. Il suo compito è quello di sterrare sotto il fiume Hudson un tunnel che porterà la metropolitana da Brooklyn a Manhattan. In superficie gli scavatori si tengono a distanza l’uno dall’altro, ma nelle viscere del letto del fiume neri e bianchi, italiani e irlandesi scavano insieme, col buio a cancellare ogni differenza. Questa estenuante routine prosegue fino al freddo giorno d’inverno in cui una falla spedisce Walker e tre dei suoi compagni di lavoro in un tunnel pressurizzato. Tre di loro saranno spinti dal fondo del fiume verso il cielo da un geyser d’acqua. Il quarto, l’irlandese Con O’Leary, rimarrà incastrato nel fango del letto del fiume, cambiando per sempre la direzione della vita della sua famiglia e di quella di Nathan. Settantacinque anni dopo, il senzatetto Treefrog ricrea negli stessi tunnel un nido contro l’inverno. Spinto a quella vita da un vergognoso segreto, cerca casa tra i tossicodipendenti, gli alcolisti, le prostitute e i piccoli criminali che compongono quella dimenticata comunità cercando di sopravvivere ai topi, al freddo e alle violenze. Nel buio di quei tunnel, McCann intreccia due storie di alienazione agli estremi opposti del XX secolo, a formare un racconto di famiglia, razza e redenzione audace come la stessa New York City.