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Giorni di fuoco
La mattina del 29 aprile 1992 si conclude uno dei processi più celebri della storia americana: il tribunale di Los Angeles assolve i quattro poliziotti coinvolti nel pestaggio di Rodney King, un tassista nero che non si era fermato al loro ordine. Meno di due ore dopo il verdetto, la città di Los Angeles, una polveriera di tensioni razziali, esplode in una violenza inaudita: per sei interminabili giorni si scatena l'inferno, intere zone della città vanno a fuoco e vengono abbandonate a se stesse dalle forze dell'ordine. Per le gang criminali è l'occasione per regolare vecchi conti in sospeso, lasciando sul campo decine di morti. Questo è il romanzo di quelle giornate. Un romanzo incendiario e devastante come la rivolta che racconta. -
I traditori
Baruch Kotler, ministro del commercio dello Stato d'Israele, è quasi un eroe nazionale, noto per la sua integrità e inflessibilità, con un passato da dissidente nell'Unione Sovietica di Breznev che gli è costato tredici anni di gulag. Quando si dissocia dalla linea del suo governo, che ha ordinato il ritiro dei coloni dai territori occupati, il primo ministro minaccia di diffondere le foto che lo ritraggono insieme alla sua giovane amante, Leora, pensando così di costringerlo a rivedere la sua posizione. Ma Kotler non è uomo da piegarsi ai ricatti, anche se questo significa rischiare la fine del suo matrimonio con la devota Miriam - che in gioventù ha diviso con lui a Mosca i primi entusiasmi per il sionismo - ed esporre allo scandalo i figli, Dafna e Benzion, quest'ultimo soldato dell'esercito israeliano e più che mai bisognoso della guida e dell'esempio del padre. Per sottrarsi alla gogna mediatica, Kotler fugge con Leora a Jalta, in Crimea. Qui, un incontro del tutto inaspettato lo attende: quello con l'uomo che quarant'anni prima lo ha denunciato al KGB. Colui che con il suo tradimento lo ha condannato alla prigionia, ma che allo stesso tempo gli ha permesso di diventare agli occhi del suo popolo un mito... È l'avvio di una vicenda che ha lo stile teso di un giallo e l'intensità di una originalissima riflessione morale. -
Oltre la disperazione
Un bambino ebreo di soli otto anni, cresciuto nel calore di una famiglia benestante della Bucovina, antica provincia dell'Impero asburgico, viene strappato all'improvviso dal suo mondo, dalla sua lingua, dagli affetti più cari e conosce le atrocità di un campo di concentramento nazista, la fuga, anni di solitudine tra i boschi, per approdare infine in Israele, dove diventa scrittore: ""uno scrittore profugo di una narrativa profuga, che ha fatto dello sradicamento e del disorientamento un argomento tutto suo"""". Con le tre lezioni contenute in questo libro, presentate in forma definitiva alla Columbia University di New York, Aharon Appelfeld conduce il lettore al cuore della sua esperienza e della sua narrativa. Con lucidità estrema, e una prosa limpida e luminosa, affronta questioni cruciali, come il rapporto difficile eppure fecondo tra scrittura, memoria e immaginazione; tra arte e orrore; tra Shoah e fede religiosa. Grande è la fiducia nella letteratura e altissimo il compito che le viene assegnato: attingere la verità dai particolari, """"riscattare la sofferenza dai grandi numeri, dal terrificante anonimato... ridare alla persona sfigurata dalla tortura il volto umano che le era stato strappato via"""". In chiusura, una significativa conversazione a tutto tondo con l'amico e scrittore Philip Roth offre l'occasione di ripercorrere momenti e pagine di una vicenda artistica ed esistenziale di rara intensità."" -
Prendere il volo
È la notte tra il 27 e il 28 ottobre 1949. Un aereo Constellation, modello di punta dell'Air France lanciato dall'eccentrico imprenditore Howard Huges, decolla dall'aeroporto di Orly, diretto a New York. Non arriverà mai a destinazione. Durante la discesa per fare rifornimento, l'aereo precipita sul monte Redondo, in un'isola delle Azzorre. Nessuno dei trentasette passeggeri e degli undici membri dell'equipaggio sopravvive allo schianto. Adrien Bosc prende avvio da un fatto reale per raccontare quelle vite spezzate a partire da ciò che le unisce: la morte nello stesso istante, per una inesorabile concatenazione di piccoli eventi. Una scelta di prospettiva sorprendente, a dimostrazione che «il destino è sempre una questione di punti di vista». Ciascuna di quelle vite è un romanzo: ci sono i ricchi e gli umili, i famosi e gli sconosciuti. C'è il pugile Marcel Cerdan, che andava a New York per strappare il titolo di campione del mondo dei pesi medi a Jake LaMotta, il Toro del Bronx. Ad attenderlo Edith Piaf, impaziente di stringere tra le braccia il suo amante: non si sarebbero più rivisti. Tra le altre vittime, un industriale cubano, un commerciante messicano, un autista iracheno, cinque pastori baschi in cerca di fortuna, un'operaia alsaziana che incredibilmente aveva ereditato un'azienda negli Stati Uniti… e una star come la violinista Ginette Neveu, pronta a conquistare la Carnegie Hall. Sono quarantotto naufraghi del cielo di cui viene ricostruito e rivissuto l'ultimo volo, ma anche «quarantotto frammenti di storie che formano un mondo», destini rievocati come in una moderna Spoon River, con sommesso rammarico e sincera, sobria pietà umana -
Un paese di temporali e di primule
Per la formazione umana, intellettuale e letteraria di Pasolini, gli anni trascorsi a Casarsa, paese natale della madre, furono decisivi. Il mondo friulano, intensamente vissuto e amato, resterà per lui un punto di riferimento esistenziale e mitologico: il simbolo di un'umanità arcaica e innocente, capace di un senso lirico, magico della vita, il punto d'avvio di una vocazione artistica assoluta. Un paese di temporali e di primule racchiude ed esprime l'esperienza friulana di Pasolini attraverso scritti che vanno dal 1945 al 1951. Il libro si articola in quattro sezioni. La prima e più cospicua comprende racconti e prose che, nelle loro vibrazioni espressive, anticipano l'evoluzione futura dello scrittore. La seconda sezione è dedicata alla lingua friulana come portato di un lungo percorso storico, manifestazione di una cultura e mezzo letterario, e documenta il precoce interesse dello scrittore per le questioni linguistiche, che in seguito sfocerà nelle pagine di Passione e ideologia. Pasolini tocca poi, con lucidità e intuizione straordinarie, i temi dell'autonomia regionale, collegandoli a una necessità soprattutto culturale e linguistica. Vi sono infine i ricordi dell'intenso periodo di insegnamento svolto nella piccola scuola di Valvasone, cui si aggiungono i testi dell'Appendice, che illuminano un periodo tanto cruciale quanto poco conosciuto della vita di Pasolini (particolarmente le poesie composte per i suoi scolari). Nico Naldini ha scritto per questo libro un'introduzione che ci regala la testimonianza diretta e la lettura approfondita di ciò che è stato Pasolini giovane, il Pasolini di Casarsa: la miglior guida per chi oggi accosti questi scritti di sorprendente bellezza e suggestione. -
Romàns seguito da «Un articolo per il Progresso» e Operetta marina
La vicenda di ""Romàns"""" si svolge negli anni del secondo dopoguerra e ha per sfondo la pianura friulana tra le rive del Tagliamento e i bastioni delle Prealpi. La scena è costituita da un borgo contadino che nei giorni di festa formicola di grida, canti, risa, ma nei giorni feriali ritrova la piena dimensione della povertà e del lavoro umile, nella quale affiorano ormai impeti di rivolta, confusi ideali politici. """"Romàns"""" è la storia di un giovane prete, del suo arrivo in uno sperduto paesino del Friuli, del suo duro servizio pastorale e del rapido, drammatico processo interiore che lo porterà alla consapevolezza di una realtà sociale che il suo apostolato non riesce ad assorbire del tutto, e anche dell'insanabile contrasto tra la visione del proprio ruolo e gli impulsi più naturali, che lo spingono all'amore per un ragazzo. A """"Romàns"""", che si configura quasi come un breve romanzo autonomo, si accosta """"Un articolo per il 'Progresso'"""", un racconto """"che vede una volta ancora in azione la 'meglio gioventù'"""" (così Nico Naldini nell'introduzione). A questi due testi si aggiunge, a formare un armonico trittico, """"Operetta marina"""", narrazione emersa """"da una raccolta di carte, frutto di un complesso e mutevole disegno narrativo che ha come oggetto il mare"""" e che è compresa sotto il titolo """"Per un romanzo del mare"""". Nella sua dimensione di """"leggenda personale"""" essa viene a completare e a chiudere il libro esemplare di una felicissima stagione."" -
La musica è cambiata
Jimmy Rabbitte è tornato. Sono passati anni dall'avventura dei Commitments, ma la sua passione per la musica è sempre la stessa. Dismessi i panni del manager improvvisato, ora è padre di famiglia e mantiene i quattro figli andando a scovare vecchie band dimenticate per rispolverarne i successi e riproporli ai fan. Ma proprio quando tutto sembra andare per il meglio, Jimmy finisce in un grosso guaio, anzi due: l'attività comincia a risentire della crisi economica e gli viene diagnosticato il cancro. Eppure non si dà per vinto. Ritrova il vecchio amico Outspan, chitarrista dei Commitments, che di salute sta peggio di lui, e riallaccia i rapporti anche con Imelda, una delle coriste, con cui recupera il tempo perduto... E punta all'ennesima rocambolesca avventura musicale: imbucare la band di suo figlio Marvin al festival rock più importante d'Irlanda, con una canzone che spopola su YouTube ma risale addirittura al 1932. O così dice Jimmy... Nei dialoghi spassosi e agrodolci che sono il marchio caratteristico di Roddy Doyle, si intrecciano con naturalezza la vita di tutti i giorni e la sensibilità sociale dell'autore: c'è l'Irlanda della recessione, il boom dei social media, lo spettro della malattia, ma soprattutto la nostalgia del passato e l'entusiasmo per il futuro. Perché i suoi personaggi hanno una vitalità e un desiderio di riscatto inesauribili. -
Salone di bellezza per piccoli ritocchi
Mentre tutto il Botswana attende la benedizione delle piogge e l'eterna rinascita della vita, per la signora Ramotswe e la sua agenzia investigativa ci sono cambiamenti in vista. Il signor J.L.B. Matekoni sta provando a rinnovare la propria immagine frequentando un corso per mariti moderni, mentre la signora Makutsi dopo il matrimonio è alle prese con l'arrivo di un erede, con due cobra invadenti e un'anziana zia. La signora Ramotswe si trova così ad affrontare da sola i casi che le si presentano tra una tazza di tè e l'altra. Un ragazzo rivendica l'eredità di una grossa proprietà terriera, ma l'avvocato che cura le volontà del defunto ha fondati sospetti che si tratti di un impostore e non del vero nipote. E poi c'è un salone di bellezza appena aperto e già in difficoltà a causa di una serie di piccoli guai che non sembrano affatto casuali... Tutto bene, insomma, sotto il grande cielo dell'Africa, e nulla che non possa essere risolto con saggezza, buon umore e un'ottima fetta di torta. -
Poesie scelte
"'Nello sviluppo del mio individuo, della diversità, sono stato precocissimo; e non mi è successo, come a Gide, di gridare d'un tratto 'Sono diverso dagli altri' con angoscia inaspettata; io l'ho sempre saputo' scriveva Pasolini nei giovanili 'quaderni rossi'. E questo sentimento di diversità che domina tutta la sua opera - coscienza della propria omosessualità, certo, ma anche un senso più vasto di spaesamento e di inattualità - troverà subito un nome: quello di poesia. È stato en poète che egli ha sempre svolto la sua molteplice e anche dispersiva attività di scrittore, di regista, di critico o di polemista: si pensi soltanto alla sua esemplare teorizzazione del 'cinema di poesia'. Narciso, dolceardente usignolo, eretico, martire, barbaro, animale senza nome o bestia da stile - a seconda delle maschere sublimi o infami assunte sulle diverse scene della vita - egli rimase sempre fedele, con eroica ostinazione, al ruolo di poeta, inteso in un senso che si potrebbe dire 'romantico' e perfino 'sacrale': quello di testimone solitario di una dimensione altra, di verità che agli uomini non possono apparire se non come scandalo e bestemmia"""" (dall'introduzione di Francesco Zambon)" -
La resurrezione di Mozart-La scomparsa della biblioteca Turgenev-La grande città
Vibranti testimonianze dei temi della guerra e dell'emigrazione, le tre storie di questo volume svelano una Nina Berberova alle prese con il genere a lei più congeniale: il racconto lungo. In un paesino della Francia, mentre incombe la minaccia della guerra e si avvicina il momento della fuga, uno straniero bussa alla porta di Marija Leonidovna. È davvero un musicista, una sorta di Mozart redivivo, oppure è una spia? Nello stesso periodo una biblioteca russa nel cuore di Parigi, a cui Turgenev donò i propri libri, luogo di studio per i rivoluzionari emigrati, viene strappata dalla storica sede e trasferita in Germania. Poco dopo la fine della guerra, un uomo lascia le rovine dell'Europa e approda nella metropoli di un altro continente. Una città senza passato, dove ricominciare da zero una nuova vita e una nuova era. -
Boschetto 125. Una cronaca delle battaglie in trincea nel 1918
Sul fronte francese, nel 1918, l'ultimo anno della prima guerra mondiale, il ventitreenne Ernst Jünger è tenente nella compagnia assegnata al ""Boschetto 125"""". In trincea, infilato nel tascapane, ha sempre con sé uno di quegli esili quadernetti sui quali annota i propri appunti: la scrittura accompagna costantemente l'esperienza in campo. In seguito l'autore riprenderà questo diario di guerra per farne un racconto: Boschetto 125. Il giovane ufficiale, che verrà decorato con la croce """"pour le mérite"""", massima onorificenza militare tedesca, narra episodi di combattimento e vita di trincea, descrive la campagna francese sul confine tra Piccardia e Artois attraversata dai reticolati, i villaggi distrutti e abbandonati, i giardini inselvatichiti; dipinge i volti dei combattenti come le figure di un quadro di Bruegel. Snodo decisivo del racconto è lo scontro per la difesa del boschetto, che sarà alla fine conquistato dagli inglesi. È la storia di una sconfitta, dunque. Ma, con ancora nelle orecchie i fischi degli spari, Jünger commenta la perdita del boschetto come un episodio irrilevante sul cui """"terribile sfondo si erge il combattente, uomo semplice senza nome; su di lui poggiano il peso e il destino del mondo"""". Presentazione di Quirino Principe."" -
Alta fedeltà
Trentacinquenne appassionato di musica pop, ex dj e attualmente proprietario di un negozio di dischi in cattive acque, Rob Fleming è pieno di interrogativi che lo inquietano. La ragazza lo ha appena lasciato; se per caso ritornasse, sarebbe capace di amarla totalmente, disperatamente come adesso? E inoltre: non farebbe meglio a smettere una buona volta di vivere in mezzo ai cd e a trovarsi un vero lavoro, a farsi una vera casa, una vera famiglia? In una Londra irrequieta e vibrante, le avventure, gli amori, la passione per la musica, i sogni e le disillusioni di una generazione ancora piena di voglia di vivere. -
Il coraggio del cinghialino
Ci sono cagnolini dolci e teneri, che godono dell'affetto di chi li ha scelti e li cura con amore, e ce ne sono altri, meno fortunati, che vengono abbandonati da umani senza cuore. Ma se guesta favola ha un inizio così difficile, per fortuna la Natura ha in serbo per il piccolo protagonista una seconda possibilità: un branco di cinghiali, proprio per guel suo musetto simpatico, così simile al loro, decide di adottarlo. Il nostro eroe a guattro zampe sembra aver trovato la felicità e scorrazza per i boschi con i suoi nuovi fratelli. Ma un giorno, all'improvviso, gli esseri umani faranno di nuovo irruzione nella sua vita... -
I cavalieri della tavola zoppa
Cosa succede se, giunta a tarda sera alla corte di Re Artù per chiedere aiuto, una damigella in difficoltà, Lady Elaine du Mont, si deve accontentare dell'unico cavaliere ancora disponibile? E se questo cavaliere, oltre a essere un po' in là con gli anni, con i capelli grigi e le ginocchia scricchiolanti, non è nemmeno uno dei famosi cavalieri della Tavola Rotonda, ma solo uno di quelli relegati alla tavola zoppa, la tavola mai raccontata da poeti e cantastorie, quella rettangolare, posta nell'angolo più buio della Sala Grande di Camelot? Be', ci si accontenta, appunto, tanto non c'è alternativa, e Sir Humphrey, dal canto suo, è ben felice di rimettersi in sella. Nel frattempo un'altra damigella, Martha di Puddock, è in fuga: scappa dal matrimonio che le è stato imposto con l'odioso principe Edwin di Tuft. L'incontro con la Sostituta della Signora del lago (quella vera, manco a dirlo, se n'è andata da qualche parte con Merlino) la obbliga a impegnarsi però in un'altra impresa: ritrovare il fratello a lungo creduto morto. Tra unicorni, spade magiche, elefanti, un insolito gigante nano e un fantomatico Cavaliere Nero, le due storie si intrecciano creando equivoci e situazioni esilaranti, nel segno della migliore tradizione inglese, in un romanzo che ripropone in modo originale il grande ciclo di leggende legate a Re Artù e alla Tavola Rotonda. -
Camminerai con il sole
Con una lettera datata novembre 1536 il governatore del Guatemala informa il governo spagnolo della morte di Gonzalo Guerrero, traditore passato dalla parte dei maya, che per lungo tempo aveva contrastato l'azione dei conquistadores nella selva dello Yucatan. La favola ribelle di questo singolare personaggio comincia vent'anni prima, quando la caravella spagnola su cui viaggiava naufraga nel tratto di mare a sud della Giamaica. Un gruppo di uomini si salva, ma finisce nelle mani degli indios: i soldati più forti vengono subito sacrificati agli dei, mentre agli altri tocca in sorte la schiavitù. Otto anni più tardi restano solo due superstiti: Jeronimo de Aguilar, che non accetterà mai la sua condizione e che alla fine riuscirà a fuggire per imbarcarsi con gli avventurieri di Hernan Cortés; e Gonzalo Guerrero, che al contrario decide di passare dalla parte dei suoi carcerieri e ne diventa un prezioso condottiero grazie alla sua esperienza militare. Eroe per gli uni, traditore per gli altri, Guerrero è stato soprattutto un uomo capace di guardare con occhi diversi il misterioso e affascinante Nuovo Mondo. Alfonso Mateo-Sagasta scrive un romanzo d'avventura, raccontando la Conquista dalla prospettiva inedita degli sconfitti. -
Rime milanesi
Pubblicate postume, a soli quattro anni dalla morte, da Giuseppe Parini e da Domenico Balestrieri, con l'aggiunta di un affettuosissimo elogio dell'autore del Mattino e del Mezzogiorno, le ""Rime milanesi"""" di Carl'Antonio Tanzi (1710-1762), uno dei cinque «omenoni» della letteratura lombarda sei- e settecentesca, si situano sui piani alti della linea dialettale che da Carlo Maria Maggi conduce a Carlo Porta. Nate per la gran parte nell'ambito delle recite dell'Accademia dei Trasformati, di cui il poeta è segretario perpetuo, esse toccano temi leggeri e divertenti, come le comete o l'osteria; si sviluppano, in polemica con i vessilliferi di una visione cruscheggiante oramai di retroguardia, e nel nome della difesa delle tradizioni patrie le più vigorose e illustri, a partire da una sapiente ricerca nel lessico e nei modi di dire del dialetto lombardo e nelle espressioni gergali della malavita (straordinario il dialogo in lingua «furbesca» fra due ladri); indagano per la prima volta, facendo storia letteraria ante litteram, nel mondo popolare delle bosinate; e si avventurano nella critica severa dei vizi sociali (l'impostura, la spilorceria, le cerimonie e le caricature dei nobili) che nel medesimo torno di anni sta trovando il suo punto più alto di fusione nei primi due canti del Giorno. Dividendosi fra divertissement comico e parenesi, la poesia tanziana ha dunque intenti educativi e morali che la mettono, pur sotto un velo apparentemente conformistico, fra i documenti anticipatori del riformismo lombardo del Settecento."" -
Il sapore del sangue
È una mattina gelida quando un uomo esce dal carcere di San Vittore. È solo, nessuno lo sta aspettando. Si chiama Sasà, dopo quasi cinque anni di cella guarda per la prima volta da uomo libero il cielo sopra Milano. Deve tornare a casa, in fretta, a Quarto Oggiaro. Ha un piano e pochi giorni per metterlo in pratica: recuperare il denaro che aveva nascosto, prendere sua moglie e sua figlia e volatilizzarsi, prima che qualcuno - magari qualche suo vecchio «amico» - lo faccia sparire dalla faccia della terra. Nel suo passato ci sono traffici di droga fra Napoli e la Germania, omicidi per conto della 'ndrangheta, ricatti e alta finanza. Sasà era destinato a una pena di almeno trent'anni, come è potuto uscire di galera così presto e «legalmente»? È quello che, come al solito controvoglia, l'ispettore Ferraro dovrà scoprire. A indirizzare le sue indagini ha provveduto una telefonata di Augusto Lanza, convinto che qualcosa di grosso stia per accadere. Così, in una metropoli sferzata da una bufera di neve, fra periferie abbandonate e nuovi grattacieli, fra chiese barocche e palestre di pugilato, Ferraro imparerà come un ragazzo qualsiasi sia diventato negli anni un efferato criminale. Dovrà cercare di catturare Sasà prima che venga di nuovo inebriato dal sapore del sangue. Al quale non ha mai saputo resistere. -
Il custode della luce
Nell'India del XVII secolo vive e commercia Idris, mercante somalo ed ""eterno viaggiatore alla ricerca dei confini della terra e dell'uomo"""". Arrivato nel Malabar in occasione dei festeggiamenti in onore dello Zamorin, nel grande tumulto di quei giorni incontra Kandavar, un ragazzino di nove anni, e capisce subito che è il figlio che non sapeva di avere, frutto di una fugace relazione proibita. Idris vuole imparare a conoscere Kandavar e provare a insegnargli quello che sa, nel tentativo di sottrarlo al destino della sua casta, quello di diventare un guerriero suicida. Ma soffocare la propria natura è impossibile, e Idris deve imbarcarsi di nuovo, questa volta insieme a Kandavar - senza però rivelargli di essere suo padre -, per un lungo viaggio costellato di luoghi e persone che segneranno il loro futuro. L'incontro con Thilothamma, una donna fiera e libera come lui, fa scoprire a Idris per la prima volta il desiderio di fermarsi..."" -
Parole di scuola
In aula si imparano le parole giuste per capire se stessi, gli altri, il mondo. E la vita.rn«Un piccolo e prezioso libro che dà suggerimenti per una scuola non-azienda dove gli allievi possano formarsi» – Robinsonrn«La parola abita le aule di scuola. Ecco la scelta di mettere al centro le parole. Perché possono essere forti senza essere violente, possono trasformare il mondo, possono ricostituire la fiducia e la giustizia, e mettono in gioco la volontà e l'intelligenza delle donne e degli uomini»rnMariapia Veladiano, dopo più di vent'anni nella scuola, prima come insegnante e poi come preside, la conosce bene, la scuola. Conosce i ragazzi, l'energia che corre tra i banchi, le adolescenze fatte di paura e desiderio, il futuro che promette, e insieme minaccia. E conosce bene i professori, il loro lavorare in condizioni sempre più difficili, il fare i conti con una professione che ha perso prestigio e riconoscimento, il sopperire all'impietosità dei tagli ministeriali con le risorse (non solo di spirito) personali. Conosce le parole della scuola - paura, entusiasmo, vergogna, condivisione, integrazione, esclusione, empatia, identità, equità - e il suono che fanno tra i banchi, dove la vita è più urgente che altrove, dove la vita stessa sta più che altrove. Perché in aula si imparano le parole giuste per capire se stessi, gli altri, il mondo. E la vita. -
Un re senza distrazioni
È il 1843. La sparizione improvvisa di due persone a distanza di tempo sconvolge la quiete di un paesino sperduto fra le montagne dell'Alto Delfinato. Il capitano Langlois, ex combattente e reduce della campagna d'Algeria, viene mandato a indagare. In breve tempo scopre i cadaveri degli scomparsi e si mette sulle tracce dell'assassino. Ma è qui che comincia il vero ""giallo"""", il mistero che troverà soluzione soltanto nelle ultime righe del romanzo. Ed è qui che le parti si rovesciano, e oggetto dell'indagine diventa lo stesso Langlois: perché si ostina a ripetere che quell'uomo - l'assassino - non è un mostro? Come ha fatto, prima ancora di arrivare a incastrarlo, a comprenderlo così a fondo? In quella vicenda lontana, in quella storia di sangue che poteva sembrare destinata a offrire soltanto qualche ora di """"distrazione"""" a dei comuni, normali lettori, c'è qualcosa che ci tocca, che ci coinvolge profondamente. È questo il punto, il senso dell'indagine: quanto è grande la distanza che separa l'essere normale dal mostro? Introduzione di Pietro Citati.""