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Selva oscura
Vitale, ironico e profondo: un romanzo in cui i destini si incrociano, in una «selva oscura» che è il luogo del perdersi e del ritrovarsi, con il coraggio di guardare sempre oltre il visibile, verso l'infinito.rnrn«Un romanzo straordinario. Sono pieno di ammirazione» – Philip Rothrnrn«Un romanzo ricco di immaginazione e humour... Il lettore, conquistato, non può che applaudire» – Library Journalrnrn«Misterioso, incantevole... Una riflessione sul paradosso dell'esistenza, uno sguardo profondo sul nostro io» – Booklistrnrn«Nicole Krauss è al suo meglio. Una intelligenza folgorante, una scrittura elegante. Un risultato eccezionale» – The GuardianJules Epstein è sparito nel nulla. Dopo aver passato la vita ad accumulare ricchezze e a sfinire chi gli stava vicino con la sua personalità sovrabbondante, litigiosa e volitiva, una misteriosa metamorfosi lo ha portato a mettere fine alla carriera di avvocato e a trentacinque anni di matrimonio, e ad «alleggerirsi» di tutto ciò che possedeva. Abbandonato il lussuoso appartamento di New York, ha intrapreso un viaggio verso le sue radici ebraiche, con l'obiettivo di trovare un modo degno per onorare la memoria dei suoi genitori. Le ultime notizie lo davano all'hotel Hilton di Tel Aviv, e da lì i tre figli, a cui non ha lasciato messaggi né indizi, dovranno cominciare a cercarlo... A Tel Aviv, nello stesso albergo, arriva anche una scrittrice americana, che vive a Brooklyn con marito e figli, partita alla disperata ricerca di una via d'uscita da una crisi personale e creativa. L'Hilton rappresenta per lei un luogo simbolico, dove trascorreva sempre le vacanze da bambina e dove sente di aver lasciato una parte di sé. Qui incontra un vecchio amico del padre, un professore di letteratura in pensione, che ha stima per il suo lavoro e vuole coinvolgerla in un progetto legato a un'opera incompiuta di Franz Kafka. Un compito altissimo, che si trasforma per lei in una sfida non solo professionale. Vitale, ironico e profondo: un romanzo in cui i destini si incrociano, in una «selva oscura» che è il luogo del perdersi e del ritrovarsi, con il coraggio di guardare sempre oltre il visibile, verso l'infinito. -
Edipo a Stalingrado
Edipo a Stalingrado è un affresco indimenticabile, corrosivo e nostalgico di un’epoca, una città e un ceto sociale che, ignaro e apolitico, continua a perpetuare e a difendere i propri ideali, riti e privilegi, alla vigilia di un evento che ne decreterà il tramonto. rnrnBerlino, fine anni Trenta. Il barone prussiano Traugott (""Sperindio"""") von Jassilkowski, sprovvisto di antenati illustri e ossessionato da una madre borghese che di nome - e non solo - fa Bremse (""""freno""""), affronta con caparbia determinazione la sua scalata sociale, complici l'intraprendente proprietaria della pensione in cui alloggia e un matrimonio d'interesse con la bella e disinibita erede di un industriale produttore di armi. Ma è solo l'inizio, perché il mai superato complesso edipico che affligge il barone e le nevrosi che ne conseguono procurano ai due sposi novelli non pochi guai. Provvidenziale giunge quindi la chiamata alle armi: Polonia, Francia, e poi Stalingrado, che regala all'improbabile eroe gli onori di un finale aperto e inatteso. A dir poco rocambolesche, le vicende di Traugott von Jassilkowski ricordano molto da vicino quelle di Rezzori (Berlino alla vigilia del secondo conflitto mondiale, l'alloggio nella pensione di un'aristocratica decaduta, la collaborazione a riviste illustrate...), ma """"Edipo a Stalingrado"""" è molto più di un'autobiografia romanzata. E un affresco corrosivo e nostalgico di un'epoca, una città e un ceto sociale che, ignaro e apolitico, continua a perpetuare e a difendere i propri ideali, riti e privilegi, alla vigilia di un evento che ne decreterà il tramonto. Con uno scritto di George Grosz."" -
Racconti del Pacifico. Nuova ediz.
Questo libro si nutre delle suggestioni di un viaggio che Jack London compì tra il 1907 e il 1908 attraverso le isole della Melanesia e della Polinesia. Lo scrittore sapeva bene di ricalcare gli itinerari di Melville e Stevenson: e c'è almeno un racconto, fra quelli presentati («Il seme di McCoy»), che richiama l'atmosfera affascinante della «Linea d'ombra di Conrad». Eppure, London sa imprimere il suo inconfondibile suggello: dalla memorabile figura di Koolau il lebbroso, l'indigeno che lotta sino alla morte per la dignità del piccolo gruppo di reietti cui appartiene, allo sceriffo di Kona, la cui anima impulsiva e generosa non è vinta neppure dalla malattia, sino allo stesso McCoy, il quieto pilota che porterà in salvo una nave con la sola forza della sua suadente autorevolezza, queste pagine sono popolate da incarnazioni diverse dello stesso personaggio: l'eroe che lotta, fragile e solitario, contro il destino. E l'eroismo non risiede solo nella ribellione e nel conflitto: può anche assumere la forma della quieta rassegnazione del bracciante cinese Ah Cho, protagonista di Chinago, che, per un errore di trascrizione del suo nome, patisce una sorte ingiusta, comminatagli dalla stolta crudeltà dello straniero colonizzatore. Il suo silenzio dolente, la sua solitudine racchiudono molto del fascino dell'opera di London: come scrive Beniamino Placido nella sua Introduzione, «quando leggiamo Jack London vogliamo essere soli. Ci diciamo, leggendo London in solitudine, che ""ogni uomo è un'isola"""" come aveva ripetuto il suo """"allievo"""" Hemingway. Ma un'isola diversa da tutte le altre. Affetta da un diverso, solitario destino.Così come sono diverse, diversissime fra loro queste isole del Pacifico»."" -
Vuol vedere Praga d'oro?
Storie grottesche con un incanto segreto.rnLa bottega di un macellaio geloso, le orge fallite in un albergo, un mercante di pelli che ha la mania di dipingersi la casa (mobili compresi), una scuola di ballo senza donne... Sono alcuni dei personaggi e degli ambienti scelti da Bohumil Hrabal per rivelarci un mondo tragico, ridicolo e così autentico da risultare surreale. Scritte in uno stile originalissimo, le storie che compongono questa raccolta scaturiscono da una grande passione per il raccontare, quasi da un'interna e vitale necessità: sono storie che presentano realtà grottesche, ma possiedono un incanto segreto e impalpabile, quello che lo stesso autore ha definito ""l'ironia praghese"""", una raffinata commistione di drammaticità e umorismo bizzarro che richiama alla mente Kafka e Hasek, i due padri spirituali di Hrabal."" -
Modelli di donna
Sette racconti. Sette donne condannate dal mondo alla sconfitta. Donne grasse, insicure, deboli o senza un soldo che un bel giorno decidono di riappropriarsi della loro esistenza, di lottare con passione per sentirsi vive, belle, desiderate, e per volersi bene, per difendere il loro diritto alla felicità. Sette diversi modelli di donna pronti ad affrontare coraggiosamente un mondo ostile pur di piegare il destino a loro piacimento e conquistare uno sguardo innamorato. Sette splendidi ritratti femminili che, nella loro intensa e toccante umanità, il lettore troverà difficile dimenticare. -
Smile
Dublino, giorni nostri. Victor Forde, cinquantaquattro anni, è da poco tornato a vivere nel quartiere popolare della sua infanzia. Alle spalle ha un matrimonio fallito e una carriera di giornalista mai decollata. Deve crearsi delle nuove consuetudini: fare la spesa, scegliere il pub che diventerà il suo pub, dove magari incontrare nuovi amici e una donna con cui spassarsela un po'... Il Donnelly's fa al caso suo e la pinta quotidiana lì diventa un appuntamento fisso. Una sera un uomo lo avvicina, si chiama Ed Fitzpatrick e sostiene di essere un vecchio compagno di scuola. Victor non ricorda di averlo frequentato, i suoi modi rozzi e sfacciati lo infastidiscono, ma nonostante questo qualcosa in lui lo attira. Si rivedono spesso al pub, e il legame che si instaura tra loro è anche l'occasione per rivivere il passato. I ricordi si alternano alle discussioni, c'è una strana tensione che li attrae e li allontana, li mette alle strette, fino all'imprevedibile colpo di scena finale... -
Teatro d'amore
Joseph O'Connor ci consegna la ricostruzione ricca e affascinante di una città, di un'epoca e delle atmosfere particolari che hanno influenzato la nascita di quel Dracula che ha avuto enorme successo proprio dopo la morte di Bram Stoker, diventando una tra le opere più iconiche della letteratura britannica.«Davvero affascinante» – Colm Tóibín«Divertente, geniale, tenero e pieno di saggezza, ""Teatro d'amore"""" è scritto con precisione millimetrica. Come direbbe Bram Stoker, """"c'è un motivo per cui tutte le cose sono come sono""""» – Colum McCann«Pochi scrittori oggi sanno portarci indietro nel tempo con una sensualità così intensa e uno stile così ricco. Joseph O'Connor è un virtuoso e """"Teatro d'amore"""" un trionfo» – Peter Carey«Joseph O'Connor è uno dei migliori scrittori sulla scena contemporanea» – Alice WalkerLondra, 1878. Al mitico Lyceum Theatre si incrociano le vite di tre persone straordinarie. Si tratta di Henry Irving, il più grande attore shakespeariano della sua epoca, di Ellen Terry, l'attrice più ammirata e desiderata della sua generazione, e di Bram Stoker, il direttore del teatro. Arrivato da poco da Dublino, Stoker sembra il più anonimo dei tre, anche se in realtà il suo cuore è agitato da passioni e tormenti: un matrimonio appena contratto ma già sul punto di naufragare, il sacro fuoco della scrittura, a cui può dedicare solo poche ore insonni trascorse nella soffitta del Lyceum, e l'attrazione per ciò che avviene nell'oscurità delle notti londinesi. Intorno ai tre pulsa infatti di vita Londra, con la sua varia umanità e le infinite possibilità che offre. Le strade sono minacciate dalla presenza di Jack lo Squartatore e i salotti sono percorsi da pettegolezzi sull'amico di gioventù di Stoker, Oscar Wilde. A complicare le cose, l'amore che Henry e Bram provano per la bella Ellen, un sentimento anticonvenzionale, dominato dalla gelosia, che segnerà le sorti del teatro..."" -
I calabroni
Il folgorante romanzo d'esordio di uno dei maggiori scrittori europei, Premio Nobel per la Letteratura 2019.rnrn«La prosa di Handke mette costantemente e magnificamente alla prova le nostre convinzioni sulla natura di arte e realtà» – The New York Times Book ReviewrnrnPizzica, pungola e brucia ancora oggi il Peter Handke, allora neanche ventiquattrenne, di «I calabroni». Era il 1966 quando l'autore austriaco, che debuttando a teatro nello stesso anno aveva fatto scalpore con i suoi «Insulti al pubblico», esordiva nella narrativa lanciando, a quel medesimo pubblico creativamente maltrattato, la sua sfida, stuzzicandolo con una provocazione, spiazzandolo con una storia costruita - o frantumata - come un rebus, un puzzle, un enigma. Il romanzo rifiuta di lasciarsi riassumere, è composto da episodi che resistono a farsi ricondurre a un insieme coerente, è presentato da un titolo che non concede indizi per una risoluzione né la traccia per una univoca interpretazione. Volendo estrarre il nucleo, l'ossatura di un plot, si rischia di far svanire il fascino perturbante di questo mosaico narrativo. Due ragazzi, due fratelli, giocano un giorno d'estate vicino al fiume e, mentre saltano da una riva all'altra, uno dei due scivola in acqua e annega. Il terzo fratello, il narratore, diviene cieco quel giorno e alla cieca procede attraverso le proprie percezioni e sensazioni sondando l'accaduto. Ma allora chi sono i calabroni? Sono le parole armate di pungiglione? I detentori di un punto di vista sfuggente, messo a fuoco da occhi sfaccettati in vari ocelli e capaci di guardare anche al buio? I volatori su traiettorie apparentemente caotiche e segretamente rispondenti a una linea misteriosa, come questa scrittura? Oppure sono i diretti parenti - nonché i voraci predatori - delle numerose figure animali che popolano il paesaggio rurale della Carinzia meridionale dove Handke è cresciuto, descritti uno dopo l'altro come arcani simboli viventi: la vespa, il tafano, la zanzara, la formica, la tignola... (Alessandra Iadicicco) -
Casa materna
Con uno stile misurato ed essenziale, Marta Morazzoni racconta la ritualità dei momenti più semplici e l’affetto composto dei legami famigliari.rnrnUna volta all’anno, ogni anno, Haakon D. lascia il suo lavoro ad Amburgo per approdare sulle rive di un lago norvegese: trascorre un mese intero nella casa materna. In questo mese Agnes, la madre anziana ma ancora vitalissima, e Haakon, il figlio ormai sulla soglia dei cinquant’anni, si riappropriano dei gesti lenti, condivisi, quotidiani che caratterizzano da sempre il loro legame, ancora saldo e profondo malgrado il passare degli anni. Ma stavolta l’arrivo di Felice, una giovane donna che ha affittato la casetta del guardiano della villa, mina l’equilibrio del loro mondo e suggerisce imprevisti cambiamenti, facendo trapelare tutte le emozioni che pulsano sottotraccia, celate dal velo di un’apparente normalità. Con uno stile misurato ed essenziale, Marta Morazzoni racconta la ritualità dei momenti più semplici e l’affetto composto dei legami famigliari. -
Il bosco delle streghe
Un uomo ormai adulto che rimane legato alla casa della sua infanzia tra i boschi, lasciata misteriosamente in tutta fretta un Natale di tanti anni prima; il tormento del Sommo Poeta, alle prese con l'amore impossibile tra Paolo e Francesca e con la disperata ricerca delle parole giuste per immortalare la loro storia; la strana eredità di una zia mai conosciuta, che porta il protagonista nella profonda campagna toscana; Dino Campana all'alba del giorno in cui vengono stampati i Canti Orfici; e poi ancora un vecchio mercante in un villaggio ai margini del deserto, a cui una fanciulla si rivolge per avere consolazione del proprio amore puro, sincero e sfortunato... Sono tante le vicende che si intrecciano in queste pagine. Racconti fantastici, drammatici, oscuri, divertenti, delicati, che esplorano gli infiniti angoli dell'animo umano seguendo sentieri narrativi diversi, accomunati da una grande passione per le storie e dalla voglia inesauribile di raccontare. -
Ludi africani
In questi «Ludi africani», si rivela già in tutta la sua mirabile forza percettiva il «contemplatore solitario».È il 1913. Ernst Jünger, diciottenne, fugge da scuola, acquista una rivoltella, attraversa in treno il confine con la Francia presentandosi a un ufficio di reclutamento della legione straniera a Verdun. Poco tempo dopo eccolo in viaggio, con rissosi compagni, per Marsiglia; di qui l'imbarco per la costa africana. Il giovanissimo Jünger passerà sei settimane nella legione, chiudendo la sua fuga quando un intervento del padre dalla Germania provocherà il suo congedo. Un anno dopo si arruolerà di nuovo, ma nell'esercito tedesco, e andrà a combattere sul fronte occidentale la sua guerra, tra le «tempeste d'acciaio» che daranno il titolo a un libro memorabile. Fuggito da un'agiata esistenza di studente per poter vivere «arbitrariamente», Jünger farà la conoscenza, fra le mura di un fortino della legione, di quella speciale follia – seppur qui stemperata dal clima dell'avventura, dal colore dell'esotismo – che emana da un mondo chiuso di uomini in armi: un mondo insieme regolato e senza vera legge. Soprattutto, sperimenterà i limiti dell'avventura individuale, l'impossibilità di darsi un destino tutto personale; in realtà, egli è indotto a concludere, «nessuno può vivere arbitrariamente». Ma l'Africa è anche, per lui, il primo luogo in cui può scoprirsi osservatore – straordinariamente dotato – di una realtà al di là della vicenda attuale e contingente: il paesaggio, con il suo fascino immediato e la profondità del tempo che racchiude. -
Sulle scogliere di marmo
Sotto il cielo terso della Marina vive un popolo che ha fatto tesoro della storia ed è arrivato a un felice equilibrio di organizzazione politica e sociale. Ma ai confini di questa contrada serena si addensano nubi cupe, sinistre. Annunciato da incerti messaggeri, il pericolo si insinua gradualmente, si fa reale e violento: i popoli barbari dei boschi circostanti riversano la loro volontà di potenza sull'armoniosa comunità, fomentano il disordine, minacciano il lavoro dell'uomo… In questo romanzo, pubblicato all'indomani della «notte dei cristalli», le autorità tedesche lessero un attacco all'ideologia del nazismo, ma al di là del fortissimo coinvolgimento nella vicenda politica dell'epoca, l'opera si fa portatrice di un valore più generale, e a essere rappresentata è tutta la storia dell'Occidente, minacciata dal male e dalla guerra. -
Poesie. Testo tedesco a fronte
Sarebbe un errore accostarsi alla poesia di Paul Klee come a qualcosa di subordinato rispetto alla sua produzione figurativa. Nel periodo della sua formazione Klee esitò a lungo tra musica, pittura e poesia; e il fatto di avere infine scelto la pittura non gli impedì mai di continuare a coltivare, in modo «disinteressato» e quasi segreto, la ricerca poetica. I suoi versi sono, dunque, il frutto di un'attività non marginale, ma parallela; non si tratta di glosse esistenziali alla sua pittura, ma di oggetti espressivi autonomi rispetto a quelli creati dalla sua fantasia figurativa. Non a caso, non c'è assolutamente nulla in essi di pittorico o di pittoresco, e nemmeno di descrittivo; e identica a quella del pittore è la cura rigorosa con la quale il poeta preserva i propri testi da qualsiasi impurità di carattere autobiografico e contenutistico. Questa raccolta di poesie costituisce un testo decisivo per chi ama le opere del grande artista svizzero e per chi vuole approfondirne il reale significato, così ricco, profondo e complesso. -
I magnifici otto
All'alba del Novecento, quando la cometa di Halley sembra presagire la fine del mondo, nella stazione inattiva di San José de las Cañas un uomo passa le serate bevendo gin e immaginando di vedere, un giorno, una locomotiva avvicinarsi a tutto vapore. Il suo nome è Stirling ma tutti lo conoscono come Estirlin, viene da un villaggio della Scozia e ha la strana abitudine di morire ogni volta che la vita glielo impone. Nell'inutile attesa di essere nominato capostazione, Estirlin conduce una monotona esistenza insieme al figlio Rawson, di madre ignota, e a una donna, Pajita Díaz, trasferitasi da poco nel paesino, che come lui sa cosa significa la vista di un vagone che si perde in lontananza. Ma le cose iniziano a cambiare quando un profilo all'orizzonte annuncia l'arrivo del famoso e pluriricercato bandolero Filisbino Nieto, nonché suo rivale in amore... Tra imprevedibili resurrezioni e passioni turbolente, i destini di Estirlin e Pajita si intrecciano alle avventure del contrabbandiere e dei suoi sette uomini fino al confine con il Brasile, mentre intorno si muovono criminali di ogni tipo e una compagnia inglese impegnata nella costruzione della ferrovia. E intanto, l'avanzata inesorabile del treno promette, forse a vuoto, un futuro migliore. -
Le ragazze che seguivamo. Testo inglese a fronte
Un libro per ripercorrere gli ambienti dell'altra America, quella marginale, quella degli sconfitti.Poesia autobiografica, quella di Charles Bukowski, che ha il passo, la concisione, la tensione e l'immediatezza dei suoi racconti. Tratti dal volume Betting on the Muse - Poems and Stories , che appartiene all'ultima fase dell'attività letteraria dello scrittore, i versi di questa raccolta mostrano «un Bukowski sovente al meglio dell'ispirazione», scrive Massimo Bocchiola nella postfazione, «mordace e incisivo, sempre sull'altalena fra un implacabile senso della realtà e l'amore per la vita... Il vecchio scrittore baciato dalla gloria e dal benessere non arretra di un passo - gli è metabolicamente impossibile - dal suo anticonformismo preliminare e assoluto». -
Alberi. Testo francese a fronte
La questione ecologica oggi ha varcato i confini della coscienza individuale per ricoprire un ruolo da protagonista nell'agenda politica mondiale e sulle prime pagine dei giornali. Ma molto prima che diventasse una priorità condivisa e innescasse un dibattito ideologico, è giunto il fiuto, l'istinto del poeta. Grazie a un lessico e a un'iconografia di incredibile attualità, Jacques Prévert conia veri e propri slogan da stampare sui manifesti o da gridare nelle piazze; così incisivi e potenti che, come scrive Edoardo Albinati nella sua introduzione, non crederci sarebbe quasi ""segno di malafede, di cattiva coscienza""""."" -
Palline di pane
Agosto. Emilia, fotografa quarantenne, parte per le vacanze in Sardegna. Un marito in India per lavoro, una bambina di sei mesi che patisce il mare, un figlio undicenne che, fortemente determinato a isolarsi dall'""umanità coetanea"""" per rivendicare il diritto a una felicità tutta sua, passa il tempo a pescare e fabbricarsi le esche impastando palline di pane. L'unico aiuto potrebbe essere la nuova baby-sitter: ma è un'enigmatica ragazza portoghese che non sa una parola di italiano e si porta dietro un'inverosimile macchina da cucire a pedali. La vacanza inizia e dà vita a una serie di situazioni buffe e di reazioni imprevedibili, che s'insinuano tra le chiacchiere in spiaggia e scardinano certezze e opinioni comuni e conformiste."" -
La ragazza con la Leica
Vincitore del Premio Strega 2018. Vincitore del Premio Bagutta 2018. Finalista al Premio Campiello 2018.rnQuesto libro racconta la vita di questa ragazza ribelle, l'amore con Robert Capa, l'avventura di fotografare e la gioia di vivere nella Parigi degli anni Trenta.rn«Helena è scrittrice vera, attenta alla fabula ma ossessionata dalla realtà storica... Un libro bellissimo» – Roberto SavianornrnIl 1° agosto 1937 una sfilata piena di bandiere rosse attraversa Parigi. È il corteo funebre per Gerda Taro, la prima fotografa caduta su un campo di battaglia. Proprio quel giorno avrebbe compiuto ventisette anni. Robert Capa, in prima fila, è distrutto: erano stati felici insieme, lui le aveva insegnato a usare la Leica e poi erano partiti tutti e due per la Guerra di Spagna. Nella folla seguono altri che sono legati a Gerda da molto prima che diventasse la ragazza di Capa: Ruth Cerf, l'amica di Lipsia, con cui ha vissuto i tempi più duri a Parigi dopo la fuga dalla Germania; Willy Chardack, che si è accontentato del ruolo di cavalier servente da quando l'irresistibile ragazza gli ha preferito Georg Kuritzkes, impegnato a combattere nelle Brigate Internazionali. Per tutti Gerda rimarrà una presenza più forte e viva della celebrata eroina antifascista: Gerda li ha spesso delusi e feriti, ma la sua gioia di vivere, la sua sete di libertà sono scintille capaci di riaccendersi anche a distanza di decenni. Basta una telefonata intercontinentale tra Willy e Georg, che si sentono per tutt'altro motivo, a dare l'avvio a un romanzo caleidoscopico, costruito sulle fonti originali, del quale Gerda è il cuore pulsante. È il suo battito a tenere insieme un flusso che allaccia epoche e luoghi lontani, restituendo vita alle istantanee di questi ragazzi degli anni Trenta alle prese con la crisi economica, l'ascesa del nazismo, l'ostilità verso i rifugiati che in Francia colpiva soprattutto chi era ebreo e di sinistra, come loro. Ma per chi l'ha amata, quella giovinezza resta il tempo in cui, finché Gerda è vissuta, tutto sembrava ancora possibile. -
Facebook in the rain-La narice del coniglio
Evandra è rimasta vedova all'improvviso, e la sua vita è svuotata. Ha una figlia lontana, amiche indaffarate. L'unica salvezza è andare al cimitero, trovarsi con le altre vedove a disporre i fiori per i propri cari. Ma la pioggia... La pioggia ha un ruolo determinante in questa storia. Di colpo Evandra scopre un mondo meraviglioso che fino ad allora le era del tutto ignoto: prende lezioni di Facebook e la sua vita cambia, si popola di personaggi un po' veri e un po' finti. E tra questi, persino un innamorato... Barbara, la protagonista di ""La narice del coniglio"""", è una donna nel pieno della vita, ha un'attraente frangetta bionda, vestiti eleganti, un bel lavoro. Eppure ogni tanto sente come un peso, un fastidio acuto: a scuola era il compagno presuntuoso, al lavoro la collega arrivista, e poi le scarpe con il tacco a spillo, le serate mondane, i discorsi ufficiali, le cerimonie, i matrimoni. E quando le situazioni si fanno insopportabili, in Barbara scatta qualcosa, un piccolo movimento, un gesto minimo, di insofferenza..."" -
Sul bere
La raccolta delle migliori sbronze letterarie di Bukowski.rnrnSe succede qualcosa di brutto bevi per dimenticare. Se succede qualcosa di bello bevi per festeggiare. E se non succede niente bevi per far succedere qualcosa.rnrnLa bottiglia è stata l'unica compagna fedele nella vita di Charles Bukowski, la sua musa per eccellenza, fonte di piaceri e dolori, di nobili notti alla macchina da scrivere e miseri giorni alla ricerca di un modo per pagarsi whisky, vodka, vino, birra... Il bere ha segnato in modo profondo e indelebile ogni aspetto della vita del ""Vecchio Sporcaccione"""": dal rapporto con il padre alle sue storie d'amore fino, ovviamente, al suo talento unico di scrittore. Questo libro inedito raccoglie le sue migliori sbronze letterarie, alcune fra le pagine più iconiche e ispirate di tutta la sua produzione.""