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Io, lei, Manhattan
"Una vera meraviglia"""" - The Times Literary Supplement rnrn""""Un racconto d’amore nella New York degli anni Ottanta… Adam Gopnik sa emozionare e rendere affascinanti le piccole cose quotidiane della vita domestica"""" - The New York Post rnrnAll’inizio degli anni Ottanta Manhattan non è ancora il fortino inaccessibile che è diventato oggi, ma due giovani appena sbarcati dal Canada attratti dalla sua effervescente vita culturale devono comunque accontentarsi di un minuscolo monolocale in un seminterrato. Da qui partono Adam e Martha nell’esplorazione di se stessi, del loro matrimonio iniziato proprio a New York e della loro nuova città, luogo ideale per mettere a frutto ambizione e talento. Quello di Adam, come lui stesso scoprirà non senza un certo stupore, sta nella capacità di mettere in fila le parole e di spaziare dalla cultura alta a quella bassa, abbandonando il puntiglioso «ma» del dibattito accademico per un tollerante «e» in grado di accogliere con sguardo curioso tutto ciò che la città ha da offrirgli. E delle sue doti dà prova anche in questi resoconti dei suoi comici esordi nel mondo lavorativo, da un impiego alla Frick Library a un altro al MoMA fino ad approdare alla rivista GQ, dove la totale mancanza di requisiti lo rende il candidato ideale. Ogni passaggio è occasione per gli incontri più disparati, dal fotografo Richard Avedon, che diventa mentore e amico fraterno, a un artista di strada deciso a rifare Van Gogh meglio di Vincent, dall’ineffabile star dell’arte consumistica Jeff Koons a un derattizzatore filosofo alle prese con la fauna sotterranea di SoHo. E il racconto cede volentieri il passo alla digressione: il parallelo tra i cicli della moda e l’eterno ritorno dell’uguale di nietzschiana memoria; la semiotica astuta dei centri commerciali e del finto nordico Häagen-Dazs; la capacità di oggetti iconici come il walkman e le Nike di mettere le ali ai piedi a un semplice camminatore: nessun argomento sfugge all’insonne e divertita ispirazione di un grande affabulatore." -
L'insostenibile leggerezza degli scone
Eccoci ancora in compagnia dei personaggi del condominio in Scotland Street creati da Alexander McCall Smith, con i loro legami, i loro problemi quotidiani, le loro riflessioni sulla vita, sullo sfondo di una città molto amata e affascinante. E per la quale, alla fine del libro, proviamo già una fitta di nostalgia.rnrn«Uno scrittore meraviglioso, da leggere assolutamente» – The Guardianrnrn«Un indiscusso maestro del romanzo» – Publishers WeeklyrnrnIn una tranquilla chiesa vicino al castello di Edimburgo, Matthew ed Elspeth stanno per unirsi in matrimonio, quando un pensiero inaspettato attraversa la mente dello sposo già in cammino verso l'altare: «È una decisione saggia?» Intanto, al 44 di Scotland Street, nella sua stanza color fragola il piccolo Bertie sogna di iscriversi agli scout, ma deve vedersela con la tenace opposizione della madre; per Irene sono ben altre le cose importanti: le lezioni di italiano, di yoga, di sassofono e, ovviamente, le sedute di psicoterapia. Forse suo padre, questa volta, riuscirà a intercedere per lui? Nell'appartamento al piano di sopra, Domenica invece non si è ancora rassegnata alla sottrazione indebita della sua preziosa tazza blu di Spode da parte di Antonia, vicina e amica, ed escogita il modo per riprendersela con la complicità di Angus. Poco lontano, in un appartamento elegante di Howe Street, ritroviamo Bruce, la cui buona stella sembra inizi a declinare, ma non tutti i mali vengono per nuocere: dalle ceneri dell'egocentrico Bruce nascerà un uomo diverso, più attento agli altri. -
Lettere
"Cosa c'era nell'animo di Mozart? Non valgono con Mozart consueti metri di misura. La sua genialità credo consistesse nell'esser lui uomo del tutto comune, uomo qualsiasi, ma di quelli che vivono senza rendersene conto due vite: la vita del volto, con cui si affacciano quotidianamente presso il volto degli altri, e la vita della propria intimità profonda o della propria verità. Questa rimane loro sempre sconosciuta, o forse gli appare in sogno e, sepolta nelle ore notturne, altrimenti non affiora se non pari a un fortuito e trascurabile trasalire. L'animo di Mozart era un abisso: l'abisso della quotidianità dove ogni differenza sparisce e a galla salgono passioni di breve momento, ricordi casuali, propositi mediocri [...] Il delirio di scrittura che imbeve le sue lettere è fatto apposta per piacerci, affascinarci. Mozart vi mette pari seduzione fisica e immaginazione erotica, capacità stilistica e vezzi ecolalia: potremmo parlare di un Rabelais che civetta senza scopi filosofici se, sempre sotterraneamente, non avvertissimo estri infantili, una specie di psicologica timidezza rovesciata in aggressività. Ho detto fosse uomo comune, ma non ho detto fosse mediocre. Esser 'comune' vuol dire anche essere pura natura, e l'imprevedibilità è sostanza della natura: che è, di fronte alla ragione che l'osserva, in uno stato di perenne pubertà. Il genio di Mozart è confitto in una perenne pubertà: in essa trovava cibo il suo demone dongiovannesco."""" (dall'introduzione di Enzo Siciliano)" -
Il Barbarossa e la beffa di Alessandria
La nascita della Repubblica milanese e del gran numero di Comuni lombardi che si costituirono dopo l'anno Mille è uno dei più importanti fenomeni di emancipazione civile ed economica dell'età medievale.rnDecisive sono state le loro battaglie contro Federico Barbarossa, feroce nemico della loro autonomia e dei loro ideali sociali e religiosi. Ed è proprio sul Barbarossa che Dario Fo punta il suo occhio critico e irriverente per portare alla luce, in questo romanzo inedito, un episodio esemplare, la singolarissima fondazione della città di Alessandria e la lotta che ha aperto la strada a un nuovo corso della storia d'Europa. Cancellando la cronaca ufficiale, forse troppo attenta a non gettare il ridicolo sul sovrano, l'autore fa spuntare dagli archivi un'altra verità e ricostruisce la vicenda di una «fantastica Alessandria galleggiante», capace di resistere per mesi all'esercito più potente del mondo occidentale, e di un imperatore con la tragicomica ossessione dell'acqua: una vicenda in cui l'ordinaria triste ingiustizia viene ribaltata e il tiranno, per una volta, sconfitto. -
La pioggia e il bel tempo. Testo francese a fronte
«Quella di Prévert è stata, ed è ancora, la parola astuta e accattivante, sciolta, estrosa, un po' ribelle; colorita, distratta, ironica, sprecata... La parola che la gente aspetta, senza saperlo con chiarezza, di ascoltare. Ma per arrivare a pronunciarla occorre un talento speciale, un dono, una particolare forma di saggezza elementare che resiste alla base. E che lo rende consapevole - nel suo essere osservatore stravagante e umile del mondo, sempre aperto e capace di meraviglia - di quanto la pienezza vera del reale risieda nella contemporanea presenza, tra le cose, di sogno e mistero, di desiderio e oblio.» (Dall'Introduzione di Maurizio Cucchi) -
Cena a sbafo. Testo inglese a fronte
In «Cena a sbafo» Charles Bukowski ci parla del suo mondo, fatto di ippodromi e di scommesse, di bar di quart'ordine e di bevute, di camere in affitto e rapporti occasionali; e lo fa con il graffiante umorismo di sempre, ipnotizzando il lettore con il ritmo dei suoi versi, con la sua ironia, costringendolo a proseguire parola dopo parola; ne esce il ritratti di un'America perduta, con i suoi emarginati cronici, i suoi vigliacchi e i suoi vinti. Ma anche, e soprattutto, Bukowski racconta di sé, delle sue sconfitte e della sua fama crescente di scrittore, che non di rado vive come una condanna. Scrivere rappresenta per lui un gesto scaramantico, l'esorcismo violento di chi non accetta di piegarsi alle logiche di un mondo che lo ha troppo a lungo escluso per poterlo sedurre adesso, da vecchio. -
Oltre le tenebre
Nel ripercorrere l'ultimo rocambolesco viaggio della salma di Livingstone in terra africana, Petina Gappah dà voce a chi nella storia non ne ha mai avuta, e getta una luce nuova su un'epopea dolorosa e spesso mistificata.«Una splendida scrittrice» – J.M. Coetzee«Petina Gappah ha scelto un modo ingegnoso per parlare della vita di Livingstone. Grazie a lei, dopo centocinquanta anni, possiamo ascoltare le voci di Halima, Wainwright e degli altri africani che la storia ha condannato a soffrire in silenzio» – The New York Times Book Review«Un libro ricco, intenso, che tiene incollati alla pagina con i suoi personaggi indimenticabili» – Kirkus Reviews«Un romanzo imperdibile» – Publishers Weekly «Ecco come portammo via dall'Africa il povero corpo straziato di bwana Daudi, il dottor David Livingstone, affinché potesse attraversare il mare ed essere seppellito nella sua terra.» Così si apre il racconto di Halima, cuoca della spedizione dell'esploratore inglese partito per l'Africa nel 1866, che aveva consacrato gli ultimi anni della sua vita alla spasmodica ricerca delle mitiche sorgenti del Nilo. Una ricerca che non trovò pace nemmeno quando Livingstone, ormai malato e a corto di provviste, venne raggiunto dal giornalista americano Henry Morton Stanley, inviato in suo soccorso dopo che per tre anni se ne erano perse le tracce. Livingstone decise infatti di proseguire, incontrando la morte a Chitambo nel 1873. Furono i fedeli servitori africani a portarne il corpo fino a Zanzibar, sulla costa, da dove avrebbe intrapreso il suo definitivo ritorno nella madrepatria. Nel ripercorrere l'ultimo rocambolesco viaggio della salma di Livingstone in terra africana, Petina Gappah dà voce a chi nella storia non ne ha mai avuta, e getta una luce nuova su un'epopea dolorosa e spesso mistificata. Spingendosi oltre il paradigma del «cuore di tenebra», le parole taglienti di Halima e quelle intrise di religiosità di Jacob – schiavi affrancati scelti dall'esploratore per accompagnarlo nella sua impresa – raccontano il dramma di un'umanità depredata, ma anche una vicenda fatta di devozione, amore e profondo riscatto. -
Voglio sappiate che ci siamo ancora. La memoria dopo l'Olocausto
Il commovente viaggio in Ucraina della madre di Jonathan Safran Foer sulle tracce del passato della sua famiglia.rnrn«Una bellissima esplorazione della memoria collettiva e della vicenda ebraica» – Nathan EnglanderrnrnEsther Safran Foer è cresciuta in una casa in cui il passato faceva troppa paura per poterne parlare. Figlia di genitori immigrati negli Stati Uniti dopo essere sopravvissuti allo sterminio delle rispettive famiglie, per Esther l'Olocausto è sempre stato un'ombra pronta a oscurare la vita di tutti i giorni, una presenza quasi concreta, ma a cui era vietato dare un nome. Anche da adulta, pur essendo riuscita a trovare soddisfazione nel lavoro, a sposarsi e a crescere tre figli, ha sempre sentito il bisogno di colmare il vuoto delle memorie famigliari. Fino al giorno in cui sua madre si è lasciata sfuggire una rivelazione sconvolgente. Esther ha deciso allora di partire alla ricerca dei luoghi in cui aveva vissuto e si era nascosto suo padre durante la guerra, e delle tracce di una sorella di cui aveva sempre ignorato l'esistenza. A guidarla, solo una vecchia foto in bianco e nero e una mappa disegnata a mano. Quello che scoprirà durante il suo viaggio in Ucraina – lo stesso percorso che Jonathan Safran Foer ha immaginato per il protagonista del suo romanzo, Ogni cosa è illuminata – non solo aprirà nuove porte sul passato, ma le concederà, finalmente, la possibilità di ritrovare se stessa e le sue radici. -
Melville. Un romanzo
Sulle note di una narrazione che viaggia tra biografia e invenzione, e che oscilla tra la vicenda letteraria ed editoriale e un'intensa storia d'amore vissuta dall'autore americano, questo romanzo rende omaggio a un grande scrittore ritraendone i sogni e i più intimi moti dell'animo.«Un romanzo incantevole» - Giorgio Montefoschi, La LetturaPer quasi sei anni Jean Giono racconta di aver coltivato uno strano sodalizio: quello con Herman Melville e il suo capolavoro Moby Dick. Dal libro compagno delle sue giornate si sprigiona la vita multiforme dei mari che si materializza nel paesaggio circostante: le colline si fanno onde, i tronchi dei pini alberi maestri, mentre la balena soffia davanti a lui. È così che, a partire dal 1936, sulla scia di questa relazione osmotica matura il progetto di lavorare, insieme all'amico Lucien Jacques, alla prima traduzione francese dell'opera. Nel moltiplicarsi delle pagine che dovevano esserne la prefazione e che ben presto diventano materia narrativa, Giono immagina quali eventi – durante il soggiorno di Herman a Londra nel 1849 per incontrare il suo editore – abbiano ispirato a Melville la stesura di Moby Dick al suo rientro negli Stati Uniti. La penna evocativa di Jean Giono dipinge un Melville che si muove tra la quotidianità della vita a terra e gli sconfinati orizzonti del mare, tra la produzione di opere conformi ai gusti del pubblico e la più autentica vocazione letteraria. Lo si vede abbandonare i vestiti alla moda per un abito da marinaio, conoscere una nazionalista irlandese, lottare con un angelo e infine piegarsi alla sua volontà... -
L'ussaro sul tetto
"Il capolavoro di Giono. Il romanzo che ha riportato alla ribalta uno dei grandi narratori del Novecento, uno dei più importanti scrittori di questo secolo"""" - Carlo BoIl libro è un romanzo d'avventura nel senso più classico della parola, giacché si pone nell'alveo di quella lunga e fortunata tradizione francese che annovera tra i suoi rappresentanti Stendhal e Dumas. Il protagonista è un giovane ufficiale degli ussari, Angelo Pardi, che è fuggito nel 1831 dal Piemonte dopo aver ucciso una spia austriaca e che si trova ad attraversare una Provenza assolata e devastata dal colera: Angelo è uomo di principi saldi e di grande spirito; è pronto a rischiare la propria vita, se necessario, per difendere il suo onore o anche solo per soddisfare la sua curiosità. Mentre fugge sui tetti di una cittadina occitanica, inseguito da una folla che gli dà la caccia, Angelo incontra una giovane donna, bella e disperata. E da quest'incontro nasce una vicenda che porta l'uomo e la donna ad attraversare l'intero Midi francese, tra duelli, imboscate e pericoli di tutti i generi, per arrivare nel luogo che rappresenta la salvezza lontana e la fine del loro viaggio insieme. Ma l'avventura, per Angelo Pardi, non finisce qui: il suo sguardo è rivolto verso est, verso l'amatissima Italia, che sta ormai entrando negli anni del Risorgimento, di cui Angelo sente di dover far parte..." -
Ristorante Nostalgia
Nella famiglia di Perla Tull alberga il seme di una crisi profonda, destinata a durare negli anni. E a nulla servono i dolorosi tentativi di Ezra, il secondogenito, di riunire tutti nel suo Ristorante Nostalgia, in una cena che si ripete ogni anno come un rito paradossale e simbolico. Sullo sfondo di un'America che cambia (con le sue luci, i suoi scorci, i suoi costumi), Anne Tyler racconta la storia paradigmatica di una famiglia disgregata, dove il dramma è quello eterno della fuga del tempo, del suo svanire lasciando una scia polverosa di vecchie foto d'album. -
Cercami
Nel racconto affascinante di un maestro, tornano i protagonisti di Chiamami col tuo nome.rn«Semplice e perfetto». – Il Venerdìrn«Bellissimo, sentimentale, spiazzante, profetico, leggete Aciman». – La Letturarn«Questo romanzo dimostra, ancora una volta, come André Aciman sappia fondere l’aspetto sensuale e quello intellettuale in storie capaci di arrivare al cuore». - Publishers WeeklyrnrnSono passati parecchi anni da quell’estate in Riviera: Elio, in piena confusione adolescenziale, aveva scoperto la forza travolgente del primo amore grazie a Oliver, lo studente americano ospite del padre nella casa di famiglia. Erano stati giorni unici, in grado di segnare le loro vite con la forza di un desiderio incancellabile, nonostante ciascuno abbia poi proseguito per una strada diversa.rnIl nuovo romanzo di André Aciman si apre con l’incontro casuale su un treno tra un professore di mezza età e una giovane donna: lui è Samuel, il padre di Elio, sta andando a Roma per tenere una conferenza ed è ansioso di cogliere l’occasione per rivedere suo figlio, pianista affermato ma molto inquieto nelle questioni sentimentali; lei è una fotografa, carattere ribelle e refrattaria alle relazioni stabili, e in quell’uomo più maturo scopre la persona che avrebbe voluto conoscere da sempre. Tra i due nasce un’attrazione fortissima, che li porterà a mettere in discussione tutte le loro certezze. Anche per Elio il destino ha in serbo un incontro inaspettato a Parigi, che potrebbe assumere i contorni di un legame importante. Ma nulla può far sbiadire in lui il ricordo di Oliver, che vive a New York una vita apparentemente serena, è sposato e ha due figli adolescenti, eppure… Una parola, solo una parola, potrebbe bastare a riaprire una porta che in fondo non si è mai chiusa. Con la magistrale sensibilità che ha dimostrato nel raccontare i sentimenti, André Aciman riannoda i destini dei protagonisti di Chiamami col tuo nome, in un romanzo che si interroga e ci interroga sulla durata dell’amore, al di là del tempo e delle distanze. -
Sapore amaro
Un romanzo intenso ed emozionante, in cui l’autrice di Cuccette per signora racconta la condizione femminile in India, attraverso vite di donne spesso segnate dal dramma e dalla violenza, ma anche capaci di rialzarsi e rinascere.rn«Forse non ero la vespa solitaria che avevo pensato di essere. Potevo essere una donna come tutte le altre. Potevo desiderare e sognare. Le mie storie non avrebbero più narrato di donne ai margini della vita. Avrei scritto di donne che si abbandonano a un uomo, sapendo che non se ne andrà»rnIn un limpido lunedì di ottobre Srilakshmi, brillante scrittrice trentacinquenne e docente di zoologia, si toglie la vita. Sembra che nessuno conosca il motivo del suo gesto, ma le voci girano, le teorie si rincorrono e il suo nome diventa quasi leggenda. Tutti parlano di lei. Tutti, tranne Markose, un amore folle e sbagliato che le aveva tolto la dignità e che ora vuole portarsi via anche un pezzo della sua anima. Cinquantadue anni dopo, in un resort sul fiume Nila, si intrecciano i destini di donne diverse per età, provenienza e cultura. Urvashi, giornalista di successo con un matrimonio ormai esausto, è nel resort per sfuggire a un ex amante che non accetta la fine della loro relazione. Qui incontra Najma, che si cela sotto un burqa. Sfregiata con l’acido per aver rifiutato una proposta di matrimonio, privata per sempre del proprio volto e dell’amato lavoro di insegnante, Najma non ha perso la fierezza e la caparbietà. Colpita da tanto coraggio, Urvashi trova la forza di affrontare il suo stalker. Per scappare al proprio orco, Megha, invece, che ha solo sei anni, trova riparo all’interno di un vecchio armadio in una stanza del resort. Ma proprio in quell’armadio è rimasta intrappolata l’anima di Srilakshmi, che non trova pace: la sua storia, il sapore amaro di una passione appena assaggiata ma che non può essere vissuta liberamente, racchiude e simboleggia la lotta e la resistenza di tutte le altre. Un romanzo intenso ed emozionante, in cui l’autrice di Cuccette per signora racconta la condizione femminile in India, attraverso vite di donne spesso segnate dal dramma e dalla violenza, ma anche capaci di rialzarsi e rinascere. -
L'incanto e il disinganno: Leopardi. Poeta, filosofo, scienziato
Edoardo Boncinelli e Giulio Giorello indagano la vita e le opere di Giacomo Leopardi da una prospettiva anticonformista.rnrnLeopardi: un uomo malinconico, «scontroso» e «ribelle», dotato di raffinata ironia, appassionato sin da ragazzo alla conoscenza e affascinato dalle scoperte di Galileo e Newton. Ma, soprattutto, un filosofo coraggioso, capace di una visione del mondo scevra di ogni aspetto consolatorio, libera dall'ossessione di Dio e del senso di colpa; un filosofo così rivoluzionario da intuire che la pretesa umana di essere al centro del creato è un inganno e la sua supremazia sulla natura un arbitrio. Una figura che smaschera le illusioni della politica e individua nella Storia le radici dei mali che ancora oggi affliggono l'Europa. -
Tra un atto e l'altro
"Tra un atto e l'altro"""" è il romanzo del presente, del mobile, del fuggevole, del frammentario che anela a comporsi in unità, in una compiuta polifonia.Una mattina d'aprile del 1941 Virginia Woolf usciva di casa e si dirigeva come per una passeggiata verso il vicino fiume Ouse. A cinquantanove anni, la più grande scrittrice del Novecento aveva scelto di spegnere nel silenzioso fluire delle acque la tensione ormai insostenibile della sua esistenza. Sulla scrivania, due lettere di congedo e l'ultimo romanzo, """"Tra un atto e l'altro"""", il più rarefatto e insieme il più struggente dei suoi capolavori. Tra un atto e l'altro di un'ingenua rappresentazione dilettantesca in un paese della campagna d'Inghilterra, si liberano i """"momenti dell'essere"""" più squisitamente woolfiani: gli uomini, gli spettatori della vita, sono colti nel loro stato di protagonisti. Rigurgiti ansiosi, voluttuose fantasticherie, accensioni di desiderio, guizzi di rivolta, sottomissioni, monologanti lirismi percorrono un tempo neutro, un'ora zero della vita, e confluiscono in un unico stream che si oppone con fluida, magnetica tenacia alla tragica, banale fissità degli avvenimenti rappresentati." -
La traversata
Proprio da una foto parte Adrien Bosc per raccontare la vicenda di un gruppo di persone che per qualche mese hanno condiviso un destino. Mette insieme materiali d'archivio, li frammenta, li spariglia, usa quelle storie per riflettere sulla creazione letteraria, sulla finzione, sulla realtà, le dosa con talento e salpa per il suo lungo viaggio.rn«Letterario, avventuroso, una navigazione tra due mari: passato e memoria, verità e artificio. Una magica traversata» – Vanity Fairrn«Bosc fa rivivere on maestria un intero capitolo, dimenticato, della nostra storia» – Paris MatchrnIl 24 marzo 1941, il Capitaine-Paul-Lemerle lasciava il porto di Marsiglia per affrontare la traversata dell'Atlantico con circa trecento passeggeri a bordo. «Non si trattava solo di una nave ma di un'arca»: ospitava un piccolo e variegato consesso di artisti, studiosi e rifugiati politici, tutti in fuga dagli orrori del secondo conflitto mondiale. Le ragioni della partenza erano diverse e diversa la meta finale: André Breton e Claude Lévi-Strauss volevano raggiungere New York; Victor Serge era riuscito a strappare per sé e il figlio un visto per il Messico, così come Anna Seghers. Germaine Krull, che con occhio di fotografa si aggirava tra i sartiami in cerca di uno scatto, sarebbe arrivata in Brasile, il pittore Wilfredo Laim a Cuba. Erano saliti aspettandosi lussi da transatlantico, ma si trovarono a condividere una bagnarola arrugginita che offriva modesti letti a castello e in alcuni casi anche il disprezzo del comandante. Fu una navigazione lunga e faticosa, il cibo scarseggiava, l'igiene era nullo, e all'interno di questo mondo chiuso venne a crearsi una comunità costretta a inventare momenti di pallida allegria e ad affrontare nuove prove a ogni scalo, come la quarantena nell'agognata Martinica. Nessuno sarebbe uscito indenne da quella crociera forzata, ma tutti avrebbero trovato il modo di ricordarla in una frase, in un diario, in un quadro, in una foto. -
La scrittura o la vita
«Nel 1947 avevo abbandonato il progetto di scrivere. Ero diventato un altro per rimanere in vita.»Reduce da Buchenwald e desideroso di fissare sulla pagina la sua tragica esperienza, Jorge Semprún, allora giovane intellettuale, si trova di fronte a un dilemma: raccontare la morte vissuta (sì, perché nel lager la morte si viveva) o aprirsi alla vita del «dopo», dimenticare la penna (che alla morte riconduce), concedersi a un'esistenza fatta di impegno politico, di amore, ma anche di quotidiana banalità. «La scrittura o la vita» è la storia di questo dilemma e al tempo stesso il suo scioglimento: dopo vari libri che affrontavano in qualche modo il tema dell'universo concentrazionario, Semprún è riuscito a darci una completa, sconvolgente testimonianza sulla realtà del lager. Ed è a Primo Levi (cui lo scrittore spagnolo dedica un capitolo della sua opera) che il ricordo del lettore italiano potrà riferirsi; poiché, nonostante le molte differenze nell'esperienza vissuta (Semprún fu infatti deportato come resistente francese, come «politico») e nell'elaborazione letteraria dell'esperienza stessa, un tema echeggia anche in queste pagine: come sarà possibile far credere agli «altri» che un tale scempio sia stato commesso? -
Un'educazione emotiva
Combinando saggezza pratica e profondità filosofica, Alain de Botton ci illustra con grande chiarezza e vivacità espositiva un metodo efficace per diventare individui emotivamente maturi e consapevoli.La nostra società attribuisce una grande importanza all'istruzione e fornisce una preparazione adeguata agli studenti in qualsiasi ambito. Formiamo piloti e neurochirurghi, revisori contabili e igienisti dentali, ingegneri e insegnanti di greco antico. Ma tutte le nostre energie si concentrano sull'intelligenza razionale, trascurando quella emotiva. Ci preoccupiamo se i nostri figli prendono un brutto voto in matematica, ma non ci chiediamo se saranno persone gentili, se sapranno gestire la rabbia nel corso di una discussione o lo stress durante un colloquio di lavoro. Eppure, un buon grado di abilità emotiva è un requisito essenziale per migliorare la vita di tutti noi: partiamo dal presupposto che sia futile o che non si possa insegnare, che sia qualcosa di relegato all'ambito dell'istinto e dell'intuito. Niente di più sbagliato. Leggere queste pagine ci permetterà di capire come funzionano gli ingranaggi delle emozioni, di sviluppare una competenza vera e propria che, al pari di tutte le altre, richiede esercizio, ma che ci aiuterà ad accettare i nostri fallimenti, a vivere l'amore in modo sereno e appagante, a trarre profitto dal lavoro senza essere ossessionati dal denaro. -
Le tre fughe di Hannah Arendt. La tirannia della verità
Il ritratto di una donna complessa, profonda, paladina coraggiosa e appassionata della verità, che arrivò a formulare tesi fondamentali per il pensiero politico e filosofico del Novecento.rn«Col suo tratto aggraziato Krimstein fa parlare Arendt in prima persona, raffigurandola nei momenti più significativi» – Il Venerdìrn«Ken Krimstein racconta con efficacia la vita e il pensiero di Hannah Arendt, catturando attraverso parole e immagini la sua emozionante vicenda esistenziale e intellettuale» – Library Journalrn«La vita sorprendente di una delle personalità più originali del Novecento, raccontata con grande talento» – Kirkus ReviewsrnNata nel 1906 a Linden, un sobborgo di Hannover, in una famiglia ebrea benestante, Hannah Arendt ebbe una vita straordinaria. Studentessa brillante e ragazzina fuori dal comune fin dai primi anni di scuola, visse sulla sua pelle la persecuzione antisemita, che la obbligò a vari spostamenti e fughe: dopo gli studi a Marburgo si trasferì con la madre a Berlino, poi quando le ingerenze naziste si fecero più pressanti riparò a Parigi, per approdare infine a New York. Nei suoi movimenti incontrò e divenne amica, amante e consigliera di personaggi straordinari, tra cui Walter Benjamin, Marc Chagall e Martin Heidegger, suo professore all'università, personaggio geniale ma controverso, con cui Hannah visse una tormentata storia d'amore. Il graphic novel di Ken Krimstein offre il ritratto di una donna complessa, profonda, paladina coraggiosa e appassionata della verità, che arrivò a formulare tesi fondamentali per il pensiero politico e filosofico del Novecento. Tesi quanto mai attuali in tempi difficili come i nostri. -
Per nessun motivo
Che cosa può accadere nella vita di un uomo se una verità sconosciuta del passato irrompe all’improvviso nel suo presente sconvolgendone l’equilibrio? rnÈ quello che succede ad Antonio Bastogi, ricco industriale, che dopo essersi fatto assorbire per anni dal lavoro si è ritirato sulle colline del Chianti per dedicarsi alle proprie passioni. E a un tratto sarà costretto a scoprire che il passato non è uno scenario immobile, ma è invece dinamico, può trasformarsi in un secondo, mettendo in discussione la memoria di un’intera esistenza. In queste occasioni, per avanzare nel futuro con una nuova consapevolezza, è necessario un grande coraggio. A strappare Antonio dall’apparente quiete delle colline toscane sarà una notizia inimmaginabile, che lo porterà fino a Parigi dove un doloroso viaggio introspettivo lo costringerà a fare i conti con il proprio vissuto e con se stesso.