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Gli ospiti
Un romanzo d’amore e di disillusione, che raffigura con sensibilità e spietatezza una generazione, quella dei trentenni, cresciuta nel benessere e nell’individualismo. Una generazione che nella possibilità di fare le rivoluzioni e cambiare le cose non crede più. O forse sì?Lui è un giovane italiano, cervello in fuga che ormai da tempo lavora all’estero. Lei è una giovane turca che desidera vivere nel suo Paese. Quando insieme si trasferiscono a Istanbul, sulle prime la vita sembra dolce: certo, ci sono differenze culturali; certo, ci sono situazioni insolite; ma la città appare moderna e occidentale e l’amore è capace di superare ogni divergenza. Ma è il 2011, il regime di Erdogan comincia a serrare la sua morsa, nella società profondamente divisa tra laici e musulmani i semi della violenza stanno già portando frutto. L’inquietudine sfocerà nella rivolta di Gezi Park, che i due protagonisti vivranno in prima persona, ma con stati d’animo ed esiti profondamente e tragicamente diversi. -
L' Eneide di Didone
Con audacia e talento, Marilù Oliva entra nei pensieri e nei sentimenti di una delle più appassionate e tragiche eroine della letteratura d’ogni tempo. Arricchendone la vicenda non solo di sfumature e intuizioni, ma di avvincenti e inattese svolte narrative, dimostra ancora una volta l’inesauribile potenza del mito. E delle donne.«È un romanzo femminista perché sovverte la narrazione maschiocentrica antica. Le dee, litigiose e rivali, ricalcano un vetusto modello patriarcale, mentre Didone e alcune altre (le Amazzoni, per esempio) anelano a una sorta di sorellanza.» – Marilù Oliva, intervista a Il Venerdì - la RepubblicaDidone ha conquistato con l’astuzia una terra per il suo popolo, i Fenici, sulle coste africane. Regina senza re, ha fondato Cartagine, l’ha cinta di mura, l’ha dotata di leggi. Ma è assediata dall’avidità dei capi nomadi, stanca delle quotidiane fatiche diplomatiche, preoccupata per il futuro e si sente sola. Un giorno approdano le navi degli stranieri: sono fuggiti da Troia in fiamme e li guida un eroe di cui lei ha udito cantare le gesta, Enea. Comincia così una delle più grandi storie d’amore, tradimento e disperazione mai raccontate, immortalata nell’Eneide di Virgilio. Ma c’è una voce da cui non l’abbiamo mai sentita narrare: quella della protagonista, Didone stessa, donna forte e sopravvissuta a mille traversie che pure si uccise per amore. O almeno, questo è ciò che sappiamo. Ma come sono andate «davvero» le cose? Qual è la versione al femminile dietro alla partenza di Enea da Cartagine e al suo viaggio verso la penisola italica, che portò alla fondazione di Roma? Meglio di chiunque altra lo sanno forse due dee, Giunone e Venere: l’una è la guida agguerrita di Didone, l’altra è l’amorevole protettrice di Enea. E un conflitto divino farà da sfondo a una sorprendente avventura umana sulle due sponde del Mediterraneo, che cambierà le sorti del mondo. -
La famiglia Martin
Può accadere di imbattersi in personaggi in cerca di autore, come nel celebre dramma di Pirandello. Ma può accadere anche il contrario: si può essere costretti a procurarseli con ogni mezzo. È così che inizia il romanzo della famiglia Martin: da uno scrittore in crisi d'ispirazione che cerca di superare l'impasse raccontando la storia della prima persona che incontra per strada. Nella fattispecie Madeleine, una signora avanti con gli anni che si dimostra curiosamente accomodante verso la bizzarra richiesta. Ma le cose non vanno mai come le si è programmate, e lo scrittore si trova ben presto avviluppato nella vita di tutti i Martin: la figlia di Madeleine, Valérie, il genero Patrick, i due nipoti Lola e Jérémie, per citare quelli in carne e ossa. Perché al loro fianco si muovono pure ricordi, fantasmi, vite parallele che riaffiorano pretendendo il proprio posto nella storia. Lo stesso succede allo scrittore, il cui buon proposito di stare alla larga da ogni narcisismo letterario naufraga miseramente davanti al potere che scopre suo malgrado di possedere: manipolare i propri personaggi. Quanto ci appartengono le vite degli altri? Dove si traccia il confine tra realtà e finzione? -
Mai in prima persona
A Samarcanda, a caccia del dittatore che uccideva i dissidenti bollendoli vivi come aragoste. A Buenos Aires per le sfarzose nozze di Maradona, con una nazione alla fame. Nel deserto del Sahara, ospite del figlio di Gheddafi. A New York per la fine conclamata della castità da Aids, in giro per night club e chiese sconsacrate. Sola, e prima donna, tra quattrocento marinai a bordo della Amerigo Vespucci. Un viaggio intorno al mondo e nella storia. È quello che compie Laura Laurenzi in queste pagine inedite, ironiche e sorprendenti.I sedili dell’auto di Moro in via Fani, la collana d’oro che le regalò Pietro Barilla insieme al messaggio «Con questa ti vorrei strozzare», le confidenze di Donna Letizia, la lezione di Montanelli e Pansa, il «vascello corsaro» di Scalfari, le cene di Agnelli, i ritratti dal vero di Andreotti e Cossiga, il mistero del lifting di Berlusconi, il dramma di Paul Getty III, le sfuriate della Pampanini, la visita del Che a Roma. Ogni tassello contribuisce a un affascinante affresco collettivo e compone un intimo percorso narrativo dagli anni Settanta a oggi dove si susseguono memorie, scandali e retroscena, trucchi per imbucarsi, ritratti di protagonisti ed eventi di un’epoca. -
Storia del dolore
Un itinerario unico e illuminante alla scoperta della parte più vera e nascosta della nostra mente.Il dolore, fisico e forse soprattutto mentale, è una delle caratteristiche della specie umana e non è accettabile che l’argomento continui a rimanere un tabù, come se non fosse parte della storia comune a ciascun esser vivente. Per questo è importante raccontarlo: è un modo di affrontarlo ed elaborarlo, di vedere e ascoltare in modo autentico le persone che vivono vicino a noi ma anche noi stessi e la sofferenza che fa parte della nostra vita. Vittorino Andreoli affronta questo particolare «sentimento» al di là di ogni reticenza, facendone il protagonista di questo libro che incrocia le vite di uomini e donne, le sfide e i destini paralleli di giovani e vecchi. Il dolore è narrato attraverso storie che illustrano e spiegano il mondo quotidiano: dalle conseguenze della pandemia (il lockdown della mente) alla tragedia delle migrazioni (la necessità dell’esodo), dal rapporto tra generazioni (il confronto tra un nonno e un nipote) alla condizione della vecchiaia (il silenzio della memoria) e all’emarginazione del mondo contadino (una corte di campagna). Un itinerario unico e illuminante alla scoperta della parte più vera e nascosta della nostra mente. Il dolore, fisico e forse soprattutto mentale, è una delle caratteristiche della specie umana e non è accettabile che l’argomento continui a rimanere un tabù, come se non fosse parte della storia comune a ciascun esser vivente. Per questo è importante raccontarlo: è un modo di affrontarlo ed elaborarlo, di vedere e ascoltare in modo autentico le persone che vivono vicino a noi ma anche noi stessi e la sofferenza che fa parte della nostra vita. Vittorino Andreoli affronta questo particolare «sentimento» al di là di ogni reticenza, facendone il protagonista di questo libro che incrocia le vite di uomini e donne, le sfide e i destini paralleli di giovani e vecchi. Il dolore è narrato attraverso storie che illustrano e spiegano il mondo quotidiano: dalle conseguenze della pandemia (il lockdown della mente) alla tragedia delle migrazioni (la necessità dell’esodo), dal rapporto tra generazioni (il confronto tra un nonno e un nipote) alla condizione della vecchiaia (il silenzio della memoria) e all’emarginazione del mondo contadino (una corte di campagna). -
Cuori neri. Dal rogo di Primavalle alla morte di Ramelli. 21 delitti dimenticati degli anni di piombo
Ventuno morti, un’unica guerra: quella, tra opposte ideologie, che per quasi quindici anni sconvolse l’Italia. Cominciando da Genova 1970, Ugo Venturini: «Il primo passo verso gli anni di piombo. Così, quasi per caso». Per finire a Roma 1983, Paolo Di Nella, il «fascista grunge», che chiude con un sigillo di sangue quell’epoca. In mezzo, il rogo di Primavalle, destinato a bruciare per decenni; il «western metropolitano» per le strade di Roma in cui rimane ucciso il greco Mikis Mantakas; l’escalation di tensione nella Milano del 1975 che porta all’omicidio di Segio Ramelli; e molti altri. Storie come romanzi neri, per anni precipitate nell’oblio, riemerse tra le polemiche con la prima edizione di questo libro, riaccolte nella memoria storica di un’Italia che i conti con il passato sembra farli sempre in modo parziale o sbagliato, a colpi di fucile o a colpi di spugna. Per questo Cuori neri, che torna in libreria con una nuova prefazione, è un libro prezioso: perché offre un’analisi non elegiaca né contundente; perché porta in luce la dimensione umana della rabbia e della perdita; perché strappa dal passato il velo ingannevole di tragedia e di destino per restituire la verità delle scelte, delle catene di cause ed effetti e anche delle colpe. Non ci sono angeli e demoni, non ci sono disgrazie inevitabili e nessuno è innocente in Cuori neri, un libro di storia che nella sua lunga vita editoriale non ha mai perso di attualità. Ci sono i fatti, le voci dei protagonisti di ieri e di oggi, lo scavo nelle fonti tra giornali e documenti. C’è una voce appassionata d’autore che scandisce con ritmo di fiction il passo inesorabile della realtà. C’è il dovere crudo della memoria e l’appello alla responsabilità delle classi politiche e dei cittadini verso il più grande e più fragile dei beni comuni: la democrazia. -
Che cavolo di dieta!
Volete una dieta «tutta sacrifici e rinunce, perché la forza di volontà è l'unica cosa che conta»? Non comprate questo libro. Volete una dieta «che vi aiuti a capire come funzionano corpo e cervello quando scegliete cosa mangiare»? Allora comprate questo libro. Per non smarrirci nell'universo di diete che promettono risultati miracolosi quanto effimeri e illusori sfidando le basi stesse dell'alimentazione dobbiamo anzitutto partire dai meccanismi di sopravvivenza del nostro organismo e comprenderne il funzionamento. È quello che ci propone il nutrizionista Stefano Erzegovesi in queste pagine. Perché solo così possiamo davvero scegliere come mangiare in modo equilibrato, sostenibile e anche gustoso. Per superare gli strascichi della pandemia in una stagione dell'anno che richiede i primi sforzi per vincere la stanchezza e per ben apparire durante le vacanze, ecco un programma di alimentazione prevalentemente vegetale, con poche proteine animali a insaporire i nostri piatti per rispettare i giusti tempi della nutrizione e della digestione. E per scoprire che è possibile mangiar sano - spesso con piatti semplici e cibo naturale - e nel contempo salvaguardare, oltre alla nostra salute, quella del pianeta. -
In vetta senza scorciatoie. I miei quattordici ottomila
Ed Viesturs ha impiegato diciotto anni per raggiungere il suo Sacro Graal: arrivare senza ossigeno in cima a tutti i quattordici Ottomila, decimo uomo al mondo, quinto senza ossigeno, il primo e a oggi unico americano. Il suo motto è «raggiungere la cima è facoltativo, tornare indietro è obbligatorio» e questo spiega perché più di una volta abbia rinunciato al successo anche a poche centinaia di metri dal traguardo. In vetta senza scorciatoie racconta la sua storia: la nascita della passione per la montagna, che lo ha allontanato dalla professione di veterinario; l’esperienza di guida alpina, che gli ha insegnato il valore della sicurezza, per sé e per gli altri; la difficile strada per diventare uno scalatore professionista, lui che si guadagnava da vivere facendo il carpentiere. E, di qui, gli sforzi estenuanti, la preparazione inflessibile, le imprevedibili difficoltà affrontate per conquistare, una per una, le quattordici vette. Compresa l’ultima, l’Annapurna, il suo spettro e la sua nemesi. Un percorso fatto di vittorie, ma anche di errori che gli sono quasi costati la vita, di incontri e personaggi indimenticabili, di soccorsi e salvataggi (alcuni epici come quello sull’Everest nel 1996). Sullo sfondo, la sua filosofia della montagna, improntata a una fortissima responsabilità verso se stesso e i compagni, istinto nel fiutare le situazioni di pericolo estremo, capacità di distinguere il limite che separa il coraggio dalla sconsideratezza, la motivazione dalla follia, la perseveranza dalla cieca ambizione. -
Il principio di un mondo nuovo. Piccole storie per imparare a sognare
Quattro brevi racconti riproposti con nuove illustrazioni in occasione dell’anniversario dalla nascita di uno dei più grandi educatori e autori italiani del Novecento, Mario Lodi. Il maestro che con il suo esempio e le sue opere ha raccontato il sogno di una scuola come base del vivere civile, una scuola accogliente e democratica.Questa storia inizia con la più classica delle gite scolastiche, una visita attenta e divertita al Museo nazionale. Ma non termina con la corsa al bar per un panino o al negozio a comprare un souvenir per i genitori. Quella a cui assistono i ragazzi della quinta elementare è la scena più incredibile ed entusiasmante che abbiano mai visto: il volo della Vittoria alata sopra il mondo, in cerca della vittoria di tutti, in cerca della pace. Non solo la fuga rocambolesca di una statuetta tanto famosa quanto incompresa. La storia di un contadino che con la sua semplicità ha la meglio sugli avidi sapienti e regala a tutti i poveri del regno la speranza di una vita migliore. Una nuvola che scatena una pioggia carica di soldi, che invece di arricchire trasforma tutti in ladri. I pastelli imprigionati in un astuccio che infine scoprono la libertà. -
L' uomo del sogno
C'è davvero un tesoro nascosto sull'isola? Se lo chiede il giovane Saro quando nell'ottobre del 1875 la nuova star dell'archeologia, Heinrich Schliemann, che ha appena scoperto la città perduta di Troia, arriva sullo splendido fazzoletto di terra vicino a Marsala che qualcuno pensa possa essere l'antica Mozia dei Fenici, per compiervi dei misteriosi scavi. Glielo ha consigliato Garibaldi in persona. Saro è un orfano con un grosso peso sul cuore: il padre, rinomato maestro d'ascia, si è messo a bere dopo la scomparsa della moglie ed è morto ingloriosamente, affogato in circostanze poco chiare. Saro vive con la sorella Jaita e con il cognato, e già lavora come salinaro, spaccando le croste di sale sotto il sole rovente. L'arrivo del Tedesco, come lo chiamano lì, provoca grande scompiglio anche nell'esistenza di Saro, che dopo un incidente si troverà a vivere sotto il tetto dello straniero. E a scoprire la sua storia: l'infanzia nel paesino del Meclemburgo, la morte della madre, il padre alcolizzato, otto fratelli e sorelle e la passione per Omero. E poi i viaggi in giro per il mondo, scampando a terribili naufragi e alla guerra di Crimea. La fortuna, raggiunta commerciando polvere d'oro in California e forniture di guerra. Fino al momento più importante della sua vita, il trionfo del ritrovamento dell'antica città di Troia. E in mezzo a queste mille avventure, un amore perduto e uno conquistato, proprio come Saro sogna di conquistare la bella Lia, la figlia del mugnaio... Tra reperti scomparsi, fantasmi dispettosi e ordinarie sopraffazioni, il giovane salinaro comincia a guardare la vita con altri occhi. Se anche quell'uomo famoso, ricco ed elegante ha cominciato la vita in condizioni difficili come le sue, e nonostante fallimenti, naufragi e ferite è riuscito a coronare il suo sogno, forse anche lui potrà trovare il suo personalissimo tesoro. -
52 storie di cani eccezionali
Laika, la prima astronauta; Lampo, che amava viaggiare sui treni; Jofi, il fido compagno di Sigmund Freud; Titina, che attraversò il Polo Nord; Sauvignon, che salvò uno dei vitigni più famosi al mondo. Dal Colorado al Cile, passando per l'Italia e la Nuova Guinea, sono loro i protagonisti degli episodi raccolti in questo volume da Enrico Santodirocco: cinquantadue cani che dai tempi dei faraoni fino ai giorni nostri si sono distinti per le loro capacità fuori dal comune. Impegno, coraggio e simpatia sono al centro dei racconti che mostrano le tante sfaccettature delle relazioni tra l'uomo e il suo migliore amico, insieme alle «personalità» di questi eroi a quattro zampe. Storie vere che si trasformano in fiabe contemporanee grazie ai pastelli di Michela Fabbri. Un libro dedicato ai ragazzi e irresistibile per gli adulti. Età di lettura: da 5 anni. -
Uomini d'amore. Un racconto dedicato al coraggio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
In un caldo pomeriggio di giugno, durante un insolito temporale, un gruppo di giovani amici si trova in una piazza di Palermo per giocare a pallone. Tra loro ci sono Paolo, vivace e intraprendente, e Giovanni, per cui il dovere è la prima cosa che conta. A completare il gruppo si è appena aggiunta Elvira, una ragazzina forte e decisa, che sfida i coetanei maschi stupendoli con inaspettate prodezze. È l'inizio di un'amicizia straordinaria che durerà per sempre. Nelle strade della città, teatro dei loro pomeriggi insieme, Paolo e Giovanni assaporano la limonata di nonno Corrado, la più buona di tutta Palermo, risolvono il caso del pupo rubato e assistono, loro malgrado, a una scena che li cambierà per sempre. È quello il momento in cui capiscono che a una certa età bisogna scegliere da che parte stare. E quell'età arriva quando meno te lo aspetti. Un libro che unisce il romanzo alla realtà. Un omaggio a due grandi uomini e servitori dello Stato, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, per ricordare una pagina fondamentale della nostra storia. Età di lettura: da 10 anni. -
Il monastero. Benedetto XVI, nove anni di papato-ombra
Benedetto XVI, il Papa emerito. Ma soprattutto l’uomo del Monastero: l’ex convento di clausura incastonato in una radura appartata dei Giardini vaticani, dove si è trasferito nel maggio del 2013 dopo l’epocale rinuncia al pontificato. Da allora, la percezione della sua personalità è cambiata. Con quel gesto di Joseph Ratzinger si sono prodotte anomalie a cascata che, dopo nove anni di papato di Francesco, perdurano e condizionano gli equilibri della Chiesa. La prima è proprio la scelta di Benedetto di stabilirsi nel Monastero Mater Ecclesiae: uno dei luoghi più misteriosi e inaccessibili all’ombra della cupola di san Pietro. L’emerito ha avuto la «sfrontatezza» di sopravvivere alle proprie dimissioni, alimentando i dubbi sui veri motivi della decisione. Nessuno, forse nemmeno lui, avrebbe detto che il suo «papato parallelo» sarebbe durato più di quello effettivo, accompagnando fino a oggi il pontefice argentino; né che lo avrebbe affiancato, aiutato e poi, senza volerlo e senza cercarlo, arginato e quasi sfidato, per volontà altrui più che propria. In questi anni l’eremo di Ratzinger si è trasformato da stanza di compensazione delle tensioni nei confronti della «rivoluzione bergogliana» in simbolo di resistenza, stile diverso di papato, perfino opzione dottrinale. È diventato il sensore di ogni vibrazione, di ogni scossa prodottasi a Casa Santa Marta, l’albergo che ospita Francesco e che rappresenta un’anomalia simmetrica. -
La scorta di Enrico. Berlinguer e i suoi uomini: una storia di popolo
I protagonisti di questa storia vengono dalla resistenza: al fascismo, alla violenza, alla fame. Hanno percorso vie diverse: dalle montagne partigiane alle catene di montaggio. Sono arrivati a una medesima destinazione: il Partito comunista italiano. Che a un certo punto delle loro vite si incarna nella figura di un uomo, Enrico Berlinguer. Questa è la loro storia, intrecciata a quella del loro leader. È fatta di tante vicende pubbliche - dalla primavera di Praga al golpe cileno, dalla rottura con Mosca all'attentato di Sofia - e di altrettante testimonianze private che illuminano vittorie e pericoli, scorci di confidenze e di intimità. Racconta gli anni al servizio di una missione, per il partito e per il Paese, che univa le famiglie di Berlinguer e dei suoi uomini in una paura fin troppo concreta, come dimostra il tragico destino di Moro e della sua scorta. E si allarga nella foto di gruppo di un popolo che nella stagione breve e folgorante di Berlinguer visse la propria appartenenza politica con un'intensità forse mai più raggiunta. «Non c'è apologia, e nemmeno agiografia in questo racconto: solo un'asciutta e preziosa esattezza, in cui la normalità di quella classe dirigente, rispetto alla irresponsabile follia di quella presente, sembra davvero un bene rifugio» scrive Luca Telese, che unendo la sua voce a quelle dei testimoni costruisce il racconto corale di una stagione insieme perduta e attualissima. «Quello emesso dalla scorta di Berlinguer non è il sospiro nostalgico per un passato che non tornerà mai: è il seme di una storia che oggi può far nascere nuovi frutti con il suo esempio. Una, dieci, mille, scelte di vita.» -
Ostinati e contrari. La sfida alla mafia nelle parole di due grandi protagonisti
Quella di Falcone e Borsellino è senz'altro una moderna leggenda popolare. Le due stragi, la terra che si solleva a Capaci come per un terremoto, il fuoco che in via D'Amelio si leva fino al cielo. Sullo sfondo l'Italia corrotta, da Milano a Palermo, e una lunga catena di martiri che si materializza in quei due scenari da inferno. Ma quando torniamo ai fatti di trent'anni fa occorre anzitutto chiedersi se siano scomparse o almeno diminuite le ragioni di quel senso di tradimento che portò i due giudici a denunciare la latitanza dello Stato nella lotta contro la mafia. E il modo migliore per farlo è rileggere le loro parole, gli interventi che ci hanno lasciato, pronunciati quando ancora erano enunciazioni isolate, tra la reazione degli ambienti vicini a Cosa Nostra, la diffidenza del Csm e l'indifferenza di molti. Impressiona purtroppo la loro attualità: i ritardi, le colpe e i silenzi di una Sicilia e soprattutto di una nazione che, forse, non sono cambiati abbastanza, il rapporto tra mafia ed economia, le responsabilità della politica, i temporeggiamenti della magistratura, i tratti etici, culturali e organizzativi necessari per affrontare seriamente la criminalità organizzata. Ostinati e contrari è il manifesto di due uomini ostinatamente contrari alla banalità del male. Una lettura indispensabile per ogni cittadino di questo Paese. -
Le città visibili. Dove inizia il cambiamento del Paese
Nelle città di tutto il mondo stanno cambiando gli abitanti, i loro desideri e le loro priorità: la casa, lo spazio pubblico, il modello di sostenibilità ambientale, il modo di lavorare. In Europa, come negli Stati Uniti, esiste una visione più o meno condivisa del modo in cui rendere le città più sostenibili, più giuste, più belle. Ed è una visione che si confronta con tante difficoltà, con le abitudini e i conservatorismi non solo della politica e dell'impresa, ma anche dei singoli cittadini: rompere gli equilibri è faticoso. Pierfrancesco Maran, assessore del Comune di Milano alla Mobilità, all'Urbanistica e ora alla Casa, racconta la sua esperienza sul campo in queste pagine che affrontano le sfide e i nodi della trasformazione di una metropoli moderna, tra nuova identità e riscoperta delle tradizioni, all'insegna dell'innovazione nella progettazione del verde, dell'edilizia, della qualità dell'aria, del turismo e dei grandi eventi, della valorizzazione delle periferie e dell'economia della conoscenza. Una riflessione concreta di grande attualità sull'oggi e sul domani dei luoghi del cambiamento attraverso cui passa il futuro del Paese. -
Il mito di Cosa nostra. La vera storia del Padrino e di come ha cambiato noi e la mafia
New York, 1920. Quartiere di Hell's Kitchen, un nome che evoca bolge dantesche e descrive perfettamente una realtà di miseria, speranza e razzismo. È lì che inizia la storia di Mario Puzo, figlio dell'immigrazione italiana e autore de ""Il padrino"""", un libro dal successo planetario destinato a fondare il mito di Cosa nostra con cui facciamo i conti tuttora. Il film che Francis Ford Coppola trae dal romanzo entra con prepotenza nell'immaginario collettivo del pubblico mondiale - dagli spot pubblicitari ai videogame, dal turismo alla musica, dai cartoni animati alle serie tv - e influenza persino atteggiamenti e comportamenti delle organizzazioni mafiose. A cinquant'anni dal lancio cinematografico, Antonio Nicaso e Rosario Scalia fanno i conti con quella leggenda: ripercorrono la genesi rocambolesca della «tragedia shakespeariana» attraverso le storie incrociate dei suoi principali artefici; ricostruiscono i boicottaggi della mafia e i compromessi fatti per girare a New York, ma anche i capricci di Marlon Brando e l'ira di Frank Sinatra; ne setacciano i molti simboli e allusioni; e ne propongono la lettura come saga di emarginazione, ascesa e integrazione di un'intera comunità, quella italo-americana. Un'opera rigorosa e affascinante che mira a decostruire l'ampia mitologia che ha fornito nel tempo un'autenticazione di nobiltà al crimine organizzato. Una chiave di lettura fondamentale per capire la mafia di oggi."" -
Gli ultimi italiani. Come si estingue un popolo
«La terra era deserta e disadorna», si legge nella Genesi. E così rischia di diventare l’Italia tra cinquant’anni o, al più, alla fine del secolo. Non sarà facile per un viaggiatore di allora imbattersi in un suo simile attraversando la Maremma toscana, gli altipiani lucani, le distese del vercellese, il foggiano, il cuore della Sicilia e più ancora della Sardegna. Né gli andrebbe meglio in qualche celebrato piccolo borgo, nel frattempo disabitato, se non proprio invaso dalle erbacce, e persino in certe città quasi svuotate. Anche togliendo dal computo i morti per Covid, perdiamo abitanti a una velocità che ridurrà a zero la popolazione della Penisola in un secolo e mezzo. Come siamo arrivati a questa situazione? È come se sul piano riproduttivo ci fossimo lasciati travolgere dai diritti conquistati tra il 1967 e il 1978 – dalla pillola al divorzio, dalla piena parità tra i coniugi alla legalizzazione dell’aborto – che hanno rivoluzionato i costumi degli italiani. La conseguenza è lo scenario, che potrebbe sembrare apocalittico e invece è scientifico, dipinto in queste pagine: la denatalità è in ascesa dal 1974, di coppie se ne formano poche e tardi, la famiglia è in declino. Ed emerge un vero e proprio mutamento antropologico, generato da una sorta di fobia del concepimento, che si traduce in un’inattesa selezione della razza. Nemmeno il movimento migratorio invertirà la rotta, e lo spopolamento accentuerà ancor più le classiche «distanze» italiane: il Sud perderà più abitanti del Nord, dei tanti comuni di montagna e collina se ne salveranno pochi, la grande città, troppo complessa ed entropica, rischia di entrare in crisi. -
Affamati d'amore
La perfezione non esiste, ma la ricerca della perfezione sì e può diventare una condanna. Ti guardi ma non vedi davvero com'è il tuo corpo. Vuoi cambiarlo per far capire agli altri quello che non riesci a dire: sto male. E alla fine il corpo parla, dice quello che la mente non vuole ammettere: ho bisogno di aiuto. «Io so come ci si sente. A me è successo quando avevo ventitré anni.» Fiorenza Sarzanini, firma di punta del giornalismo italiano, racconta in queste pagine l'anoressia che ha vissuto, come si è curata, come è riuscita a uscirne. E perché ha deciso di impegnarsi in prima persona perché questo male così insidioso sia trattato come una vera emergenza. Cosa succede a tante ragazze e tanti ragazzi di oggi? Perché durante la pandemia migliaia di bambini e adolescenti hanno sviluppato disturbi alimentari, e gli atti di autolesionismo e i tentativi di suicidio sono aumentati? Quanto contano la disinformazione in rete e il confronto sui social? I malati in Italia sono oltre tre milioni, perlopiù giovani e giovanissimi. L'autrice ha ascoltato le loro confessioni e ne racconta i pensieri e le storie, i demoni e la fame d'amore, le cadute vertiginose e la fatica di rinascere. Ha parlato con i medici che ogni giorno affrontano questa epidemia per cui non c'è vaccino. Ha raccolto lo sfogo dei genitori, il loro senso di colpa, la disperazione di chi vede i propri figli distruggersi senza riuscire ad aiutarli. -
Il fantasma in bicicletta. All'inseguimento di Giovannino Guareschi
Primi anni Venti del nuovo Millennio. Il mondo è sprofondato nella paura e nello sconforto, e uno scrittore ha bisogno di essere salvato. È Enrico Brizzi, bloccato in casa in un cupo inverno pandemico mentre aveva progettato di pedalare verso il Mar Nero. A salvarlo è un altro scrittore, Giovannino Guareschi, di cui ritrova provvidenzialmente vecchi libri e il reportage di un viaggio speciale: «il giretto in bicicletta» del 1941, un anello di oltre 1.200 km da Milano alla Riviera romagnola e ritorno via Ferrara, Verona, Lago di Garda. Erano tempi di guerra, scontri politici, fatica culturale: tempi non così diversi dai nostri. E così Brizzi decide di intraprendere a sua volta un doppio viaggio. Uno fisico, insieme ai suoi Forzati della strada, lungo un percorso che ricalca quello di Guareschi. L'altro letterario, sulle tracce di uno scrittore popolare e controverso, la cui vita si intreccia alla storia d'Italia in modo di volta in volta drammatico, umoristico, sentimentale. Per scoprire che, se da allora la nazione è assai cambiata, il «mondo piccolo» e i suoi abitanti sono ancora lì, a giocare a nascondino sotto il velo della modernità. La vicenda umana, editoriale e politica di Giovannino Guareschi si ricollega così all'avventura ciclistica di Brizzi attraverso luoghi che appartengono a entrambi. Questo incontro produce un Big Bang inatteso, da cui prende forma un'opera che non è biografia né reportage, ma vero romanzo di formazione nazionale in cui giocano il loro ruolo Zavattini e Malaparte, Longanesi e Pasolini, le riviste satiriche e i fogli di partito, i cinegiornali e Carosello. Nell'ordito fine di questa narrazione corrono i fili che, ieri come oggi, ci tengono insieme: la forza delle radici e le ambizioni metropolitane, l'arte e le ideologie, l'anticonformismo e la menzogna. Due scrittori, due vite, due biciclette e un Paese solo, il nostro.