Sfoglia il Catalogo feltrinelli006
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 8801-8820 di 10000 Articoli:
-
L' economia del sé. Breve storia dei nuovi esibizionismi
C'era una volta la vita privata: era il luogo in cui ti provavi vestiti e ti accoppiavi, ti lamentavi del capufficio e violavi gli arresti domiciliari, cucinavi e sanguinavi. Poi sono arrivati i telefoni con incorporato un obiettivo fotografico. «Il bello di questo secolo è che, quando pensi che il senso del pudore sia azzerato, esso ti sorprende scendendo sotto lo zero». L'esibizionismo è diventato non solo normalità, ma diritto; non solo diritto tuo a esporti, ma dovere degli altri di trovarti interessante. La nostra «presa della Bastiglia è la presa della visibilità da parte dei mediocri. L'unico eccezionalismo che tolleriamo è l'eccezionalismo di massa». Nella sua nuova indagine sulle follie contemporanee, Guia Soncini individua alcuni punti chiave di questa religione ombelicale, a cominciare dal momento in cui Chiara Ferragni ha inventato l'economia del sé e risalendo fino a Monica Lewinsky, il cui principale errore fu essere in anticipo su un tempo in cui pretendere attenzione è diritto, dovere, norma e pratica comune. Tra le ingenuità della militanza su internet e l'esibizionismo bipartisan che annulla ogni differenza anche in politica, da Calenda a Salvini, un viaggio nella livella social che rende uguali il calciatore e l'intellettuale, la influencer e la deputata, dove «la merce siamo noi, nessuno si senta escluso». Cercando una risposta alle domande che ci assillano quando siamo merce e vetrina, venditori e prodotti, illusionisti e oltranzisti della trasparenza. Certo che potremmo sottrarci al salire sul palcoscenico, ma tutti hanno una telecamera in tasca, e «se comunque finisce che mi fotografate di soppiatto voi, tanto vale pubblichi la mia vita io». -
Il canto delle muse. Variazioni sull'arte contemporanea
Che cosa ci fa a New York una statua di Ulisse che, reggendo una lancia, sembra voler sfidare il mondo? Perché Le Corbusier, sommo architetto, si ribellò alle illustrazioni dell'Iliade corrispondenti allo spirito della sua epoca? Attraverso quale alchimia il grande fotografo Mimmo Jodice ha saputo dare luce e tensione emotiva a corpi e volti che apparivano chiusi in un millenario silenzio? Che cosa unisce un film di Ermanno Olmi agli eroi dei poemi omerici? In che modo la Nuova Musica del Novecento si è servita di figure come Prometeo per capovolgere il rapporto tra parola e suono? Raffinata interprete della saggezza antica, indagatrice dell'universo dei miti e delle loro innumerevoli trasposizioni nell'arte contemporanea, Maria Grazia Ciani ripercorre le mille «variazioni» sul tema di grandi classici, riannodando i fili che legano presente e passato. Se nessuna espressione umana è riuscita a sottrarsi al confronto con la potenza del mito e alla ripresa dei modelli del passato, l'autrice ne rilegge alcune in un ardito viaggio attraverso le forme della scultura, del teatro, del cinema, della pittura, fino alla fotografia: «Ho scelto una via diversa, quella della tradizione classica, frugando nelle riscritture e cercando di individuare la ricaduta di certe tematiche in autori che appaiono molto lontani - e non solo dal punto di vista temporale - dall'antichità». -
Il bambino scomparso. Una storia di Auschwitz
Quando un evento orribile resta «incistato dentro, come un proiettile nel cervello», per sopravvivere al dolore si può parlarne, scriverne, tentare «di risolvere il rompicapo dell'invadenza» del passato nel presente, oppure confinare il ricordo in un angolo buio della mente, togliendogli voce e corpo, rendendolo altro da sé. Nel gennaio 1945, alla liberazione del campo di Auschwitz, Luigi Ferri, che appena undicenne era stato internato a Birkenau, sceglie il silenzio. Un silenzio radicale, senza appello, il solo che può lenire il trauma della prigionia e consentirgli di guardare al futuro con un barlume di speranza. Da quel giorno, Luigi cancella ogni traccia di sé, vanificando gli sforzi di studiosi, ricercatori, storici ed enti istituzionali che «hanno setacciato in lungo e in largo gli archivi nazionali e le anagrafi» per ritrovare il «bambino scomparso» di Auschwitz. Frutto della testimonianza raccolta attraverso colloqui privati con Luigi e della scoperta di materiali inediti, in questo libro Frediano Sessi, tra i principali studiosi italiani della Shoah, ripercorre le orme di quel bambino dalla fatidica notte dell'arresto - quando, pur ariano e cattolico, segue volontariamente la nonna ebrea - all'incontro con il medico austriaco Otto Wolken, il prigioniero che gli salva la vita e diventa per lui un secondo padre. Fino ai giorni concitati che vedono l'arrivo delle truppe sovietiche e la conclusione di un incubo durato tanto. Forse troppo. -
A che cosa serve l'arte
Nel nostro tempo, pochi hanno affinato l’arte di fare domande come Hans Ulrich Obrist, che dagli anni novanta intervista architetti, scienziati, filosofi, artisti e scrittori, stabilendo con ciascuno di loro un dialogo vitale e costruttivo. Fin dalle prime mostre «fuori formato» in cucina o all’interno di una stanza d’hotel, quest’uomo insieme «giovane e antico, elegante e dinoccolato» non ha mai smesso di interrogarsi sul ruolo dell’arte contemporanea in un’epoca caratterizzata da traumi continui, accelerazioni drammatiche e fenomeni estremi, tecnologici e sociali. Negli anni, grazie anche alle figure che ne hanno influenzato la formazione e la visione del mondo – da Giorgio Vasari a Gerhard Richter, da Édouard Glissant a Nathalie Sarraute, da Fischli e Weiss a Maria Lassnig –, Obrist ha riposto nuovi strumenti nella sua cassetta degli attrezzi, con i quali prova a rivendicare, mostra dopo mostra, incontro dopo incontro, la centralità della «parte più acuta e qualitativa dell’arte» nella storia dell’umanità. Nel tentativo di delineare un orizzonte sempre più ampio, in cui l’arte crei ponti, metta in contatto realtà, persone, conoscenze e saperi diversi, il curatore immagina un futuro che contempli il cambiamento. Ecco forse a che cosa servono l’arte e il suo valore di profezia: ad affermare con voce limpida che il cambiamento è possibile, che l’utopia non è un sogno, ma un progetto non ancora realizzato, inconcepibile finché non viene annunciato. Passando con disinvoltura dagli aneddoti personali alla riflessione sul suo lavoro come pratica culturale utile, Obrist conduce il lettore lungo un cammino per sua natura divagante e illumina gli aspetti latenti del panorama artistico degli ultimi anni. -
30 aprile 1993. Bettino Craxi. L'ultimo giorno di una Repubblica e la fine della politica
La scena dell'Hotel Raphaël e del lancio delle monetine contro Bettino Craxi è considerata tipicamente il simbolo di un'epoca, il palcoscenico del feroce «debutto» dell'antipolitica che segnerà la vita pubblica nei decenni a venire. Tuttavia, l'indomani, i quotidiani non pubblicarono la notizia. E neppure nei giorni seguenti. Nessuno raccontò la violenza dell'aggressione, della denigrazione, dello scherno, dell'«uccisione del nome» di un uomo. Testimone diretto e appassionato cronista, Filippo Facci torna sul luogo dove tutto ebbe inizio in un racconto, fotogramma per fotogramma, scandito dalle ore in cui sembrò non succedere nulla e accadde di tutto, in un crescendo teatrale di eventi puntuali che, alla luce degli anni successivi, possono essere colti come avvisaglie e tracce della rivoluzione che ha scosso la nostra democrazia. -
L' era della suscettibilità
Basta un niente: una canzone di cinquant'anni fa, un film ambientato a metà dell'Ottocento, una battuta di oggi – eccola che arriva, l'indignazione di giornata, passatempo mondiale, monopolizzatrice delle conversazioni. Ogni mattina l'essere umano contemporaneo si sveglia e sa che, al mercato degli scandali passeggeri, troverà un offeso fresco di giornata, una nuova angolazione filosofica del diritto alla suscettibilità, un Robespierre della settimana. La morte del contesto, il feticismo della fragilità, per cui «poverino» è diventato l'unico approccio concesso, e l'epistemologia identitaria, per cui l'appartenenza prevale su qualunque curriculum di studioso, sono solo alcuni tra i fenomeni dirompenti degli ultimi anni, con effetti pericolosi e grotteschi come la quotidiana cancel culture. Guia Soncini si interroga sulle origini di quest'eterno presente in cui tutto ciò che non ci rispecchia alla perfezione sembra una violazione della nostra identità. Ricorda le opere che avevano previsto la dittatura del perbenismo, da Orwell al romanzo di Philip Roth La macchia umana; contesta il ruolo dei social come amplificatori di dissenso e indignazione; individua alcune preoccupanti implicazioni politiche: se a sinistra si perde la capacità di non considerare la fine del mondo ogni parola sbagliata, che ne sarà della libertà d'espressione? È ora di ricostruire come siamo arrivati fin qui. Al diritto di offenderci, al dovere di indignarci. -
Un altro tempo, un'altra vita. I casi di Lars Martin Johansson. Vol. 2
Nel giorno dell'anniversario della morte di Karl XII, mentre la polizia è occupata a tenere a bada i neonazisti che stanno creando violenti disordini nel centro di Stoccolma, un anonimo impiegato di un ente pubblico viene accoltellato a morte nel suo appartamento. L'indagine per l'omicidio, affidata al commissario Jarnebring e alla sua nuova collega Anna Holt, procede a fatica. Dopo poco tempo, il caso viene archiviato. Ma sembra continuare una sua propria vita segreta. Dieci anni dopo, gli uomini dei Servizi segreti fanno domande sulla vittima, domande su un altro tempo e un'altra vita, riguardanti un crimine molto più complesso di quello che Jarnebring e Holt avevano cercato di risolvere. -
Gli spodestati
Quando alla fine del 1939 i nazisti lo insediano a capo del ghetto di Lòdz, Mordechai Chaim Rumkowski si convince che, per salvarsi, gli ebrei debbano rendersi indispensabili ai tedeschi nella loro guerra, e decide di trasformare il ghetto in un'immensa fabbrica. Ambiguo, dispotico, piegato dalla sua logica di produrre a ogni costo e spinto da un'ambizione titanica, ""re Chaim"""" sacrifica alla sua causa chi non vuole o non è in grado di eseguire i suoi ordini. E cosi, forse consapevolmente, forse no, diventa ingranaggio fondamentale nella macchina di sterminio nazista. Mostro e opportunista crudele, oppure pragmatico stratega costretto ad amputare le braccia per salvare il corpo? """"Gli spodestati"""" è un romanzo sull'ambiguità umana provocata dall'oppressione. Traditore per alcuni, eroe per altri, Rumkowski è un personaggio controverso che suscita inquietanti interrogativi su dignità e abiezione. Intorno alla sua folle ed enigmatica figura, ispirandosi alla """"Cronaca del ghetto di Lódz"""", Steve Sem-Sandberg tesse le vite degli abitanti del ghetto, figure storiche e personaggi fittizi, esplorando i dilemmi morali e le insidie con cui la gente dovette fare i conti in una disperata lotta per la sopravvivenza."" -
La coppa dell'amore. La saga di Poldark. Vol. 10
Cornovaglia, 1813. Una coppa d'argento giace abbandonata in una grotta, insieme ad altri oggetti rubati. Porta incisa un'iscrizione in latino, amor gignit amorem, ""amore genera amore"""". È il motto che sembra governare le pagine di questo nuovo episodio della saga, che si apre con il ritorno a casa, dopo lunghi anni di guerra in Europa, di Geoffrey Charles, il cugino di Ross. Per celebrare l'evento Geoffrey organizza una grande festa, che è l'occasione per rivedere in scena i principali personaggi e aprire il sipario sulle loro incandescenti passioni. La turbolenta storia d'amore tra Clowance e Stephen ha di nuovo cambiato rotta, e questa volta conduce i due addirittura al matrimonio, anche se le improvvise ricchezze da lui ottenute con la rapina alla banca di George Warleggan destano più di un sospetto. Jeremy invece continua a venire respinto dall'ambiziosa Cuby Trevanion ed è colto dalla disperazione quando si sparge la voce che la sua amata sta per sposare il cinico e affascinante Valentine Warleggan. Intanto nelle trame sentimentali si inseriscono altre figure, come la solitaria Selina Pope, da poco rimasta vedova in circostanze oscure. Ma anche nelle vite, apparentemente tranquille, di Ross e Demelza stanno per intervenire grandi cambiamenti."" -
Dentro la gabbia
Moreno Zanon è un campione di Mma, le arti marziali miste che vedono i combattentirndarsi battaglia all’interno di una gabbia. Ha il corpo ricoperto da tatuaggi e un passatorningombrante. Lui è convinto di esserselo lasciato alle spalle, ma il caso è pronto a farglirncapire che si sbaglia. Proprio nel momento in cui le cose sembrano girare per il versorngiusto, infatti, con un incontro importante alle porte e una storia d’amore appena nata, ilrnmaresciallo Di Ciolla gli comunica che il fratello Marco è stato accoltellato in carcere arncausa di un debito con un ex appartenente alla Mala del Brenta, accanito scommettitore.rnPer ripagarlo, Moreno sarà costretto a diventare l’attrazione principale del Combat Circus,rnuna sorta di moderno Colosseo dove i lottatori si affrontano in feroci incontri clandestini.rnMa nulla è come sembra, e l’unico modo che Moreno troverà per uscire dalla spirale dirnricatti in cui è finito sarà lottare e allearsi con chi, come lui, sembra essere destinato allarnsconfitta.rnCosmo afferra il lettore e lo trascina tra le ombre di una periferia urbana e umana dovernlegalità e illegalità si confondono: con la lente del noir, là dove l’estasiante bellezza dirnVenezia è soltanto un miraggio, racconta una zona grigia, popolata da persone chernfuggono dal proprio passato in cerca di riscatto. -
Fine di un matrimonio
Fine di un matrimonio comincia con la fine del matrimonio tra Berta e Libero. Berta ha unarngalleria d’arte e Libero ha un’altra. Berta non ascolta cosa le stia dicendo Libero, Bertarnnon capisce perché quest’altra donna di cui non ha mai sospettato nulla, di cui nonrnconosce il nome, appaia e si mangi il futuro. Libero, invece, quella sera – in cui tutto finiscerne tutto comincia – esce di casa, e scompare. È vero, diceva sempre di essere stanco delrnsuo lavoro e della sua vita, ma che c’entra un’altra donna? Perché ne aveva bisogno? Bertarnnon lo sa, e nel tentativo di capirlo parla d’altro: di sé, del proprio corpo, di cosa farnernadesso che è sola, ha quasi cinquant’anni e non è né giovane né vecchia, adesso che èrnesattamente com’era prima di sposarsi. Berta racconta la fine del suo matrimonio perrniniziare a raccontare se stessa. Perché i romanzi – certi romanzi, e di sicuro questo –,rnproprio come la vita, non sono solo “fatti”: tra una vicenda e un’altra, tra la fine di unrnmatrimonio e l’inizio di qualcosa di diverso, ci sono pensieri, parole, opere e omissioni. Cirnsono rimpianti – è tardi per avere un figlio? e per recuperare il rapporto con la propriarnmadre? –, dubbi e paure. C’è il bisogno disperato di dimostrare a se stessi di essere vivi.rnInnamorarsi, in fondo, è più semplice che tenere in piedi un matrimonio o una relazione,rnricominciare è meno faticoso che provare a riparare: questo racconta, a ogni riga,rnl’esordio di Mavie Da Ponte. O, forse, mostra che definirsi “innamorati” è troppo facile, ernper questo – come ha scritto Fleur Jaeggy – non bisognerebbe mai dirlo. Così Berta,rnquando scegliere non sembra più una possibilità e le difficoltà dei suoi rapporti paionorninsormontabili, capisce che frequentare il salone di bellezza di Sara – la chiama così perrnsemplificare, ma quale sarà il suo nome cinese? – ha più a che fare con il pensiero e l’arternche con le unghie; anzi, le unghie e il corpo certe volte sono il pensiero e l’arte. -
Perché comincio dalla fine
Da un divano nel profondo Veneto, sul quale si accorge di non avere un posto né in questa vita né nell'altra - nessuno, in famiglia, ha pensato a prenotare un loculo -, la protagonista di questo romanzo, Ginevra, si alza per raccontare tutti coloro che invece a un posto per l'altra vita ci hanno pensato: professionisti del settore come Taffo Funeral Services, una tanatoesteta, architetti che progettano non solo oggetti ma il fine ultimo degli oggetti, e poi poeti, scrittori, cantanti, passanti. Tutti sono accomunati - tutti noi lo siamo - dall'esperienza della morte (degli altri) che sempre dolorosamente rimanda all'allegria di trovarsi vivi. In mezzo a questi incontri c'è il quotidiano di Ginevra, il suo lavoro di affittacamere nell'umidissima e amatissima Venezia non più a turisti ma a pellegrini 2.0, il sogno di un gatto che cade dal terrazzo e torna volando con una lettera del nonno (morto), l'orizzonte del mutuo e la conseguente possibilità di avere una casa tutta per sé; ci sono gli amici e la palestra, i luoghi comuni sfatati e i pregiudizi confermati, c'è il diventare adulti e - se tutto va bene - vedere la vecchiaia. -
Le confessioni d'un italiano
"Le Confessioni d'un Italiano"""" furono scritte da Ippolito Nievo in pochi mesi, frutto di una lunga maturazione artistica compiuta in una rapida e intensissima giovinezza. Sono un quadro d'amore, di vita, di storia rievocato dalla memoria di un veneziano ottuagenario ritiratosi nel silenzio delle campagne di Portogruaro. Lì aveva vissuto bambino, lì era cresciuto alla scoperta del mondo e delle sue passioni; da lì era partito per affrontare il cruento cammino dell'indipendenza nazionale. La penna di uno scrittore ventisettenne passa nella mano di un protagonista ormai «sul limitare della tomba». La prorompente energia della gioventù alimenta la finzione autobiografica e il rapporto tra Carlo Altoviti - il protagonista - e il suo autore è tra i più artisticamente fecondi di tutta la letteratura occidentale alla metà dell'Ottocento. Il piccolo mondo di Fratta, di Fossalta e di Portogruaro nelle ultime luci del secolo diciottesimo, la velocità degli eventi durante la Rivoluzione e il quindicennio napoleonico, le speranze, le delusioni e l'attesa della nuova patria italiana sono lo sfondo sul quale campeggia il profondissimo e pur sempre difficile amore tra Carlino e la Pisana. Introduzione di Cesare De Michelis." -
Immaginare il lavoro. Il mondo di ieri le sfide di domani
Oggi il mondo del lavoro si presenta ai nostri occhi come una realtà fluida, incerta, a tratti contorta. Uno scenario reso ancora più instabile dall'emergenza da Covid-19, che ha accelerato una serie di dinamiche già in corso e messo in evidenza le criticità del mercato italiano, ma anche le opportunità offerte dai cambiamenti che stiamo vivendo. Andrea Malacrida, attraverso la sua vicenda personale e professionale, disegna una mappa per spiegare e orientare il lettore in questo presente complesso e ricco di sfide e di opportunità (una tra tutte quella rappresentata dal Piano di ripresa e resilienza), stimolandolo a immaginare un futuro del lavoro all'insegna del digitale, della sostenibilità, dell'inclusione. Un mondo del lavoro davvero accessibile a tutti. L'analisi condotta può contare sulle conoscenze e l'esperienza dell'autore, ma anche sulle informazioni derivanti dalle analisi predittive e dall'intelligenza artificiale a cui Adecco, ecosistema di brand che offre soluzioni a 360 gradi, può accedere. Quali saranno gli andamenti del mercato del lavoro e le strategie da mettere in atto, le competenze da sviluppare e rafforzare per essere pronti in un mondo in continua e veloce evoluzione? Sono questi alcuni dei quesiti a cui Malacrida cerca di rispondere, nella convinzione che oggi occorre modificare i nostri paradigmi interpretativi consolidati e mettere in discussione le nostre certezze. Dobbiamo passare dal concetto di occupazione a quello di occupabilità, investire nella formazione, favorire l'upskilling e il reskilling delle competenze, per fare in modo che nella ""dimensione lavoro"""" ciascuno sia il protagonista della propria storia. È tempo di prendere in mano il proprio futuro. È tempo di imparare a immaginare il lavoro. Prefazione di Tiziano Treu."" -
Gibellina. Memoria e utopia. Un percorso d'arte ambientale
La notte fra il 14 e il 15 gennaio del 1968 diverse città della Valle del Belice in Sicilia furono colpite da un violento terremoto. La città di Gibellina, un piccolo centro dell'entroterra, venne rasa al suolo e ricostruita venti chilometri più a valle. Il saggio indaga il virtuoso processo creativo che, grazie all'impegno di Ludovico Corrao, ha convertito la distruzione in un'occasione di rinascita e prende per la prima volta in esame in maniera esaustiva le opere realizzate sul territorio di Gibellina da artisti come Alberto Burri, Pietro Consagra, Carla Accardi, Nanda Vigo, Arnaldo Pomodoro. Tutte le più cruciali tendenze artistiche dell'età contemporanea sono rappresentate: dall'Informale all'Arte ambientale, dalla Land Art all'Arte pubblica, e tutte sono riconducibili alla dialettica opera/ambiente. Questo saggio studia la relazione tra il centro e la periferia, la dislocazione forzata, lo slittamento visivo e la possibilità di recupero come alcune delle componenti che concorrono a rendere Gibellina luogo metaforico della condizione esistenziale contemporanea, e propone una ricognizione aggiornata delle opere d'Arte ambientale realizzate a e per Gibellina offrendo spunti inediti di riflessione su una realtà in cui rovine e arti visive, distruzione e cultura si incontrano per dare vita a un'utopia ancora oggi attuale. -
Sostenibilità non costa. Verso modelli di business sostenibili nella nautica
Il titolo del volume è ispirato a quello di un testo del 1986 di Philip Bayard Crosby intitolato La qualità non costa. La sua tesi è che, nel lungo termine, i costi della non qualità sono maggiori dei costi della qualità. In modo analogo, parafrasando Crosby, gli autori sostengono che «la sostenibilità non costa». Il libro - frutto di una ricerca basata su otto casi aziendali del settore della nautica che riguardano cantieri navali, imprese di progettazione, marine e rivenditori di componentistica - indaga la possibilità di cambiare i modelli di business da tradizionali a sostenibili, trasformando la sostenibilità da una fonte di costo a una fonte di valore. Le direttrici chiave che emergono nella rivisitazione dei modelli di business sono il coinvolgimento degli stakeholder, la servitizzazione e l'impiego della tecnologia per la riduzione degli impatti ambientali. -
Venezia metropolitana per il Nordest post-COVID. Rapporto su Venezia Civitas Metropolitana 2021
Nel Nordest italiano, tra Milano e Lubiana e tra Monaco di Baviera e Bologna, può nascere un motore metropolitano di crescita europea, uno delle 88 MEGA (Metropolitan European Growth Area) alle quali l'Unione Europea affida le sue prospettive di sviluppo. Venezia metropolitana - l'aggregato urbano che gravita attorno a Venezia, Padova e Treviso - sta già sperimentando un processo implicito di costruzione di un'armatura funzionale e infrastrutturale di tipo metropolitano. Questo Rapporto vuole proporre un articolato ragionamento sull'idea di spazio del produrre e dell'abitare metropolitano a cui il territorio può aspirare, in termini di sostenibilità, efficienza e qualità della vita. Lo fa a partire da riflessioni su temi che, definiti prima della crisi connessa alla pandemia di COVID, oggi vanno ripensati per gettare le basi per la realizzazione di una metropoli di progetto, capace di giocare un ruolo strategico nello sviluppo di tutto il Nordest. Ripensamenti che cercano di esplorare gli scenari condizionati dagli effetti prodotti dalla pandemia su economia, popolazione e relazioni territoriali. Questo secondo Rapporto su Venezia Civitas Metropolitana è la prosecuzione dell'ambizioso progetto di ricerca promosso dalla Fondazione di Venezia e coordinato da Paolo Costa. -
Matasaburo del vento e altri racconti
In un paesino di montagna, l'improvvisa comparsa di uno strano ragazzino dai capelli rossi all'inizio dell'anno scolastico porta scompiglio tra gli alunni di una piccola scuola elementare. Il misterioso nuovo arrivato, Takada Saburō, verrà presto etichettato dai suoi compagni come Matasaburō, una divinità del vento, poiché ogni sua azione sembra essere accompagnata da impetuose folate. Nell'arco di dodici giorni, i ragazzini protagonisti del racconto stringeranno amicizia con Saburō, rimanendo però coinvolti in situazioni ed eventi inspiegabili che li spingeranno a insospettirsi sempre di più circa la vera identità del loro compagno. Oltre a quello che dà il nome alla raccolta, nel volume sono contenuti altri racconti che illustrano i temi più rappresentativi e ricorrenti della poetica di Kenji: l'amore per la natura sublime, il rapporto con l'alterità e con il divino, la rielaborazione originale delle suggestioni buddhiste e degli studi scientifici, l'uso innovativo e peculiare della lingua. -
Storia di un motto d'amore e d'amicizia «Usque dum vivam et ultra»
Concepito come un'inchiesta, il saggio insegue le tracce del fortunato motto latino «Hyeme et aestate, prope et procul, usque dum vivam et ultra» («D'inverno e d'estate, vicino e lontano, finché vivrò e oltre»), prendendo le mosse dalla sua comparsa nelle prime pagine di Una questione privata di Fenoglio e dal suo più noto antecedente, il Daniele Cortis di Fogazzaro, per risalire, attraverso le epigrafi di due monumenti perduti, alle sue origini nel classicismo settecentesco, e indagarne la preistoria nell'iconografia rinascimentale dell'amicizia e la sua gestazione nell'imago amoris sive amicitiae della didascalica medievale. Terminato il percorso à rebours, il saggio ripercorre quindi le tappe della fortuna moderna del motto soffermandosi sulla sua straordinaria diffusione tra Ottocento e Novecento, con le sue sorprendenti riprese, da Pirandello ad Ada Negri, da Jolanda a Buonaiuti, da Brecht a Elsa Morante, e avanzando un'ipotesi nuova (e cinematografica) per la fonte della sua conoscenza da parte di Fenoglio. Un viaggio appassionante nella letteratura di autori e periodi lontani tra loro, che attraversa anche altre e diverse discipline, dalla storia dell'arte all'architettura dei giardini, dall'iconografia all'emblematica, dalla filologia alla storia del cinema. -
Indossare la trasformazione
Gli abiti trasformabili contengono in sé il cambiamento e, con pochi gesti, possono assumere diverse forme una volta indossati. Sono più di un'istanza funzionale alle esigenze della vita moderna: educano l'occhio all'instabilità della moda, forniscono una risposta strutturale al desiderio di cambiamento delle persone, danno corpo allo spettacolo della modernità privilegiando il movimento alla materia. Il libro affronta la fascinazione modernista per questi abiti in relazione alla mutevolezza della moda e sullo sfondo delle sue implicazioni culturali all'inizio del xx secolo in Italia, mettendo in connessione ricerca artistica, cultura visiva e sartoriale. Dal design anonimo promosso dalle riviste femminili per rimodernare il guardaroba della stagione precedente agli abiti della creatrice di moda, femminista e attivista Rosa Genoni; dal trasformismo dell'attore Leopoldo Fregoli all'eleganza pittorica e interspecie dell'artista Filippo de Pisis, l'autrice accompagna il lettore alla scoperta del processo di metamorfosi delle sensibilità moderne, attingendo a una pluralità di fonti che includono fotografia, teatro, letteratura, pittura e cinema degli esordi.