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Foibe rosse. Vita di Norma Cossetto uccisa in Istria nel '43
Frediano Sessi, storico votato alla divulgazione, che ha dedicato la vita a indagare gli orrori del nazifascismo, in questo libro affronta quelli commessi dalle truppe titoiste, visti dalla parte delle vittime.«Per una breve fase in Istria sono i partigiani jugoslavi a tenere il campo, e si ha allora la prima esplosione di violenze anti-italiane. Si svolge in quei giorni il dramma che Sessi ricostruisce con sensibilità e participazione» – Guido CrainzNella notte tra il 4 e il 5 ottobre del 1943 Norma Cossetto venne gettata ancora viva nella foiba di Villa Surani, in località Antignana. Aveva ventitré anni ed era iscritta al quarto anno del corso di laurea in lettere e filosofia presso l'università di Padova. I suoi assassini, partigiani di Tito, che dopo il crollo del regime fascista tentano di prendere il potere in Istria per annetterla alla Jugoslavia, non hanno alcuna pietà della sua giovinezza e innocenza e, prima di ucciderla, la oltraggiano brutalmente. Frediano Sessi, storico votato alla divulgazione, che ha dedicato la vita a indagare gli orrori del nazifascismo, affronta in questo libro quelli commessi dalle truppe titoiste, visti dalla parte delle vittime. L'assassinio di Norma e di tutti quegli uomini e quelle donne che furono infoibati o che morirono per le torture subite, nei campi di deportazione, annegati in mare è un tassello importante della sua decennale ricerca. -
Maurizio Cattelan. Index. Ediz. illustrata
Come le tessere di un mosaico, le interviste concorrono a creare un ritratto unico e inedito della cultura visiva degli ultimi decenni, così come della pratica di Maurizio Cattelan e della sua ricerca sull'identità, la società in cui viviamo e il potere delle immagini.«Domanda a Gianni Agnelli: ""La cosa più importante che ha fatto?"""". Risposta: """"Non capisco la domanda"""". Così è l'Index (Marsilio) di Maurizio Cattelan, attento a non rilasciare interviste, altrettanto scrupoloso nel collezionare quelle più o meno consistenti fatte da lui.» – Simone Mosca, la RepubblicaAlquanto sfuggente nel rilasciare interviste, Maurizio Cattelan riveste perfettamente il ruolo di intervistatore. Per vent'anni, dal 2001, ha tenuto costantemente conversazioni e dialoghi con altri artisti - a volte direttamente, talvolta per interposta persona, o qualche volta in spirito - per la prima volta. La lista degli interlocutori costituisce uno sbalorditivo coro di voci, oltre che un album di famiglia sui generis, spaziando da artisti emergenti ad altri affermati - alcuni dei quali scomparsi - e include figure di creativi quali architetti, designer, chef, pensatori, scrittori, editori, truccatori, celebrità di Instagram e personaggi del mondo della moda e dello spettacolo. Originariamente pubblicate su riviste e quotidiani, in monografie di artisti e cataloghi di mostre, queste oltre 130 conversazioni sono qui ristampate in copia anastatica, nella loro veste originale. Scorrendo i nomi degli intervistati e leggendo i testi, prende forma un coro strabiliante di voci, tra artisti giovani ed emergenti, altri affermati o passati alla storia e ormai deceduti, incluse figure creative come architetti, designer, chef, pensatori, scrittori, editori, truccatori, celebrità di Instagram o personaggi del mondo della moda e dello spettacolo."" -
Corpus Domini. Dal corpo glorioso alle rovine dell'anima. Catalogo della mostra (Milano, 27 ottobre 2021-30 gennaio 2022). Ediz. italiana e inglese
Il catalogo e la mostra (Palazzo Reale, Milano, 27 ottobre 2021 - 30 gennaio 2022), nati originariamentedal dialogo della curatrice Francesca Alfano Miglietti con la storica dell'arte e critica militante Lea Vergine, offrono una riflessione sull'insorgere nella contemporaneità di nuove forme di rappresentazione, ponendo l'attenzione sullo storico passaggio dal corpo vivo protagonista della Body Art al corpo rifatto dell'Iperrealismo, riflettendo sul mutamento dei canoni estetici della rappresentazione e sulla potente evocazione dell'individuo mediante i suoi resti, le sue tracce, i suoi rivestimenti. Il titolo si riferisce alla scomparsa del ""corpo vero"""" a favore del """"corpo dello spettacolo"""". Da un Corpo Glorioso - il corpo della consapevolezza, della ribellione, dell'alterità - al Corpo del Contemporaneo, inteso nella sua declinazione di corpo della società dello spettacolo e nelle sue forme più poetiche: il corpo dell'esodo, del lavoro, della moltitudine silenziosa. Ecco dunque corpi perfetti, modificati, ripensati, prodotti e riprodotti ed essenzialmente finti da un lato; dall'altro, corpi reali ma imperfetti, non rispondenti ai canoni estetici in vigore che, privati dell'accesso all'immagine, divengono invisibili. Attraverso installazioni, sculture, disegni, videoinstallazioni e fotografie, il lettore si immergerà in un percorso poliedrico, composto da 111 opere di 34 artisti riconosciuti a livello internazionale - alcune delle quali vere icone del contemporaneo, esposte per la prima volta in Italia, per raccontare la molteplicità della rappresentazione dell'essere umano. Dalle opere di iperrealisti storici, quali Duane Hanson, John DeAndrea e Carole A. Feuerman, artisti che hanno indagato l'iperrealtà della rappresentazione dell'essere contemporaneo, si approda ad altre tipologie narrative, dove il corpo è evocato più che rappresentato. Nei lavori di Christian Boltanski, scomparso di recente, Ibrahim Mahama, Chiharu Shiota, Dayanita Singh, Charles LeDray, il corpo sembra essere svanito lasciando solo le tracce del suo esserci stato. I frammenti del corpo, e la sua mutazione, così come le mutevoli condizioni sociali, sono presenti nelle opere di Oscar Muñoz, AES+F, Yael Bartana, Alfredo Jarr, Janine Antoni, Robert Gober, Andres Serrano, Robert Longo, Michel Rovner, Franko B. Nel catalogo l'analisi e i possibili significati del corpo sono affrontati da punti di vista e angolazioni eterogenei, con i saggi di Francesca Alfano Miglietti, Vincenzo Argentieri, Franco Berardi """"Bifo"""", Furio Colombo, Francesca Giacomelli, Gianfranco Ravasi, Massimo Recalcati, Chiara Spangaro, Gino Strada e Moreno Zani."" -
Prometeo. Variazioni sul mito
«Un mito cruciale nella riflessione sul rapporto tra divino e umano.»Il Prometeo incatenato di Eschilo è forse la tragedia che ha conosciuto più larga, più durevole fortuna nella storia della cultura europea: in essa l'eroe che ha donato agli uomini il fuoco rubato agli dei, e con esso l'intelligenza e la pratica del vivere civile, è rappresentato nell'atroce immobilità della punizione che Zeus gli ha inflitto e nella sua irriducibile opposizione all'ordine che gli è stato imposto. Di Prometeo, Goethe illumina il conflitto con il potere dispotico di Dio, l'orgoglio e la solitudine creativa e riottosa della sfida. Shelley approfondisce il conflitto, lo esaspera fino a concluderlo con la detronizzazione di Zeus, che sola potrà restituire a Prometeo la libertà. Gide, in una audace “variazione”, insiste sulla liberazione dalle regole, e innesta nel suo Prometeo, che «ama ciò che lo divora », le suggestioni della psicanalisi. Pavese, infine, nella riscrittura forse più intensa e tagliente del mito, ricorda a Eracle che tutti gli uomini hanno una rupe, e che «i mostri non muoiono. Quello che muore è la paura che t'incutono». Prometeo è figura della generosità e della ribellione, dell'infrazione dell'ordine divino e della fatale commistione fra umanità e divinità. Ma, anche, un esempio straordinario della vitalità dei testi classici, della durevolezza e della molteplicità delle possibili variazioni sul mito. -
Annali di architettura (2020). Vol. 32
«Annali di architettura» è la storica rivista del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio. Fondata nel 1959 e sino al 1991 nota con il nome di «Bollettino del CISA Andrea Palladio», la rivista conta oggi 52 volumi. Già diretta da André Chastel e da James S. Ackerman, è ora sotto la responsabilità scientifica dello studioso spagnolo Fernando Marías, direttore della rivista, e di un comitato di lettura internazionale dove siedono Guido Beltramini, Howard Burns, Caroline Elam, Francesco Paolo Fiore, Christoph L. Frommel, Pierre Gros, Jean Guillaume, Silvia Moretti, Susanna Pasquali. Pur incentrata sulla storia dell'architettura del Rinascimento, «Annali» ospita contributi sull'architettura di ogni tempo, pubblicati nelle principali lingue europee da studiosi italiani e internazionali. Ogni volume contiene una rubrica di recensioni e il notiziario delle attività del Centro. In questo numero: Pierre Gros, La Rome de César et du Haut Empire; Andrea Moneti, Una nuova proposta nel dibattito intorno alla forma di una cupola di villa Adriana; Giovanni Di Pasquale, La costruzione della Colonna Traiana, un'ipotesi; Vittorio Pizzigoni, La scanalatura dorica, tra Raffaello e Perin del Vaga; Giovanni Santucci, I progetti di Baldassarre Peruzzi per il duomo di Siena; Flaminia Bardati, Leonardo, Domenico da Cortona e il modello ligneo per il castello di Chambord; Marco Capponi, Architettura e fallimento: la chiesa teatina di San Nicolò da Tolentino a Venezia; Gaia Nuccio, Guarino Guarini a Parigi e la chiesa di Sainte-Anne-la-Royale; Francesca Braga Rosa, Metodologia di restauro della facciata di palazzo Valmarana Braga a Vicenza. -
Transizione energetica. Un'opportunità per generare valore condiviso
Si parla sempre più spesso di transizione energetica e l'accento viene molto frequentemente posto sull'ambiziosità degli obiettivi da raggiungere. Un dibattito posto, però, solo in termini di obiettivi quantitativi che il Paese deve raggiungere e di misure principalmente economiche a disposizione di tutti potrebbe mancare di qualcosa: un senso di coinvolgimento e di unità. Il valore di un'iniziativa dipende oggi dalla sua pervasività, dalla sua capacità di creare valore condiviso nello spazio e nel tempo. Non a caso sono pienamente entrati nel risk assessment delle iniziative i parametri ESG di impatto ambientale, sociale e di governance, a evidenza del fatto che siamo entrati in un'era in cui la creazione di valore condiviso e l'attenzione agli impatti sociali e ambientali sono un riferimento per tutti. -
Il figlio del figlio perduto
Nella Vienna della fine degli anni Venti, il giovane Alfred Mohylewski, appassionato studente di architettura affidato alla guida illuminata del suo tutore, Dr Frankl, è di ritorno da un viaggio a Berlino quando gli viene proposto di assistere al congresso mondiale degli ebrei fedeli alla Legge che si tiene in quei giorni in città. Figlio di un ebreo convertito che si è lasciato la religione alle spalle, entrando in conflitto con la famiglia di origine, Alfred è curioso delle proprie radici e accetta subito l'invito: una decisione che gli permetterà di incontrare in circostanze del tutto casuali, oltre che molto avventurose, lo zio che non ha mai conosciuto. Welwel è il fratello di suo padre e viene dalla Galizia orientale, dove è proprietario dei vasti terreni di Dobropolje. Insofferente a mondanità e frivolezze e, soprattutto, alla borghesia ebraica assimilata, alla modernità di Vienna lo zio Welwel preferisce di gran lunga gli shtetl e le campagne, dove le tradizioni sono rimaste tali. Cosa lo ha spinto a percorrere tutta quella strada sul suo carro, da est a ovest, dai campi della Podolia - oggi Ucraina - alla capitale? In questo suo primo romanzo, parte di quella che è stata definita la migliore saga ebraica scritta in lingua tedesca, Soma Morgenstern ritrae nei dettagli un mondo che non c'è più, spazzato via dalle due grandi guerre. Le sue pagine, finalmente tradotte anche in italiano, restituiscono con ironia e grande realismo paesaggi rurali e scorci urbani, una galleria di personaggi eruditi e ingenui, eleganti e miserabili, la varia umanità di una società in bilico tra innovazione e conformismo, alla ricerca di un'identità che, pur rispettosa di regole e rituali, sia in armonia con la comunità di cui vuole essere parte integrante. Con una nota di Wlodek Goldkorn. -
Renaissance. Six Italian masterpieces rediscovered. Ediz. illustrata
Questo volume raccoglie sei capolavori del Rinascimento italiano recentemente riemersi o riattribuiti, di artisti quali Donatello, Tintoretto, Antonio Lombardo e Benedetto da Rovezzano, presentati al grande pubblico per la prima volta. In occasione della mostra alla Colnaghi Gallery di New York, le opere vengono qui trattate in maniera esaustiva dai più grandi esperti di arte del Quattro e Cinquecento, quali Francesco Caglioti e Peter Humfrey. Riccamente illustrato attraverso una campagna fotografica realizzata per l'occasione e grazie a una grande varietà di confronti, il volume è un interessante contributo scientifico allo studio dell'arte rinascimentale italiana. Testi di: Francesco Caglioti, Rosario Coppel, Jeremy Howard, Peter Humfrey, Peter Marino, Jeremy Warren. -
Alter Eva. Natura, potere, corpo. Ediz. italiana e inglese
"Alter Eva. Natura Potere Corpo"""" innesca, partendo da un punto di vista femminile, una riflessione sul futuro fondato su nuovi principi di coabitazione naturale e sociale. Protagoniste sono Camilla Alberti, Irene Coppola, Martina Melilli, Margherita Moscardini, Silvia Rosi, Marta Roberti, artiste nate tra gli anni Ottante e Novanta, le cui opere, tra scultura, pittura, fotografia e installazione, vanno a comporre una narrazione sfaccettata dove la natura decostruita o immaginifica si affianca a corpi esibiti o raccontati, e forti dichiarazioni politiche dialogano con le storie intime e personali di appartenenza culturale. Tutte le sei artiste condividono un impegno rivolto al cambiamento per una trasformazione sul nostro modo di osservare, parlare e agire nel mondo. Mettendo in discussione il patriarcato, i ruoli di genere, l'antagonismo tra natura ed essere umano, i ruoli restrittivi e le relazioni di potere, la mostra costruisce futuri alternativi proponendo forme di relazione ancora in fase di negoziazione." -
Ragioniamoci sopra. Dalla pandemia all'autonomia
Per la prima volta il governatore del Veneto si racconta in un coinvolgente viaggio nella memoria, tra radici culturali e origini popolari. Dalla cronaca di una stagione drammatica, quella dell'emergenza Covid-19, idee e nuove sfide per il tempo che ci attende. A cominciare dalla «madre di tutte le battaglie»: l'autonomia.«Chi è convinto di trovare qui un manifesto politico rimarrà deluso: l'unico fine di questo libro è fissare alcuni pensieri nero su bianco, un modo per esprimere, alla luce di un'appassionata esperienza al servizio della mia comunità, riflessioni sollecitate dai tanti accadimenti che hanno segnato il mondo in questi due anni.»«Mi definisco ""amministratore"""" perché tale mi sento. Non mi sono mai nascosto: ho avuto anch'io paura, soprattutto nei primi giorni della pandemia; l'ho condivisa con tutti i cittadini e abbiamo capito insieme, strada facendo, che le """"istruzioni per l'uso"""" non le conoscevamo semplicemente perché non c'erano». Il ragazzo della Marca trevigiana diventato ministro delle Politiche agricole a soli quarant'anni è cresciuto. È l'uomo riconfermato alla guida della Regione Veneto per il terzo mandato consecutivo. Riflettere sulle scelte compiute nelle drammatiche ore dell'emergenza Covid-19 gli ha fornito lo slancio per ripercorrere le tappe fondamentali in cui si sono formati e consolidati valori e principi della sua attività istituzionale. Luca Zaia si confronta con le sue umili origini, in una famiglia segnata dall'esperienza dell'emigrazione e del duro lavoro, racconta gli anni degli studi e la scoperta della vocazione al servizio delle istituzioni come riscatto per la sua gente, dall'incontro con la Liga al legame con il territorio, dai successi delle Colline del Prosecco patrimonio Unesco al confronto serrato con le catastrofi climatiche, fino alla gestione di un sistema sanitario d'eccellenza, che ha dato il massimo davanti alle sfide della pandemia ed è stato indicato in ambito internazionale come un esempio da imitare. Infine, ritornando sulle lezioni apprese e sul ruolo trainante del Veneto come laboratorio di buone pratiche e innovazioni, fa il punto sui più importanti cambiamenti in atto, dalla semplificazione amministrativa alla collaborazione tra sindaci e governatori, fino alla madre di tutte le riforme, quell'autonomia che è la chiave per la transizione verso un federalismo regionale e che appare ancora più urgente oggi, per ridare speranza alla comunità e non sprecare una preziosa occasione di rinascita."" -
Gli Asburgo. Da Sissi a Zita
Un coinvolgente viaggio tra i fasti e gli splendori di una delle più antiche e longeve dinastie della storia. Scavando nell'intimo delle persone al di là dei loro ruoli, l'autrice indaga con passione e accuratezza storica vite e sentimenti di numerose donne al centro della dinastia degli Asburgo, prime fra tutte Elisabetta, la mitica Sissi, imperatrice d'Austria e regina d'Ungheria fino alla sua morte nel 1898, e Zita di Borbone-Parma, la moglie dell'ultimo imperatore, Carlo, che regnò per appena due anni e la cui figura è stata a lungo trascurata. Per la prima volta riunite in un unico testo, Elisabetta e Zita emergono come due donne molto diverse tra loro, ma ciascuna con una grande personalità: difficile rimanere indifferenti di fronte a queste due sovrane belle e carismatiche, entrambe consapevoli del loro ruolo. -
Si salvi chi può! Cinema, apocalisse e altri disastri
Gli inizi del Novecento furono segnati da terremoti, eruzioni, massacri bellici che il cinema ha raccontato e documentato alimentando la sensazione collettiva dell'imminente apocalisse. La messa in scena visiva delle catastrofi solleticava certamente il gusto morboso delle platee dei cinema, ma accentuava anche la paura del presente. Il cinema apocalittico è a suo modo l'espressione del trauma della modernità trionfante, la concretizzazione visiva del pericolo immaginato e delle inquietudini sociali. In un certo senso, ciò che questi film fanno è ""predire il futuro"""" mettendolo in scena: non rivelano quel che avverrà, ma quel che potrebbe accadere dilatando iperbolicamente l'immaginazione del rischio."" -
Fritz Lang
Autore di capolavori come Il dottor Mabuse, Metropolis, M, Lang persegue un’idea rigorosa di regia, definita «inesorabile» da Truffaut, in cui l’autore programma e dirige ogni fase del lavoro compositivo. I suoi film costruiscono con straordinaria abilità le immagini come forme dinamiche, strutture geometriche in movimento. Il suo senso della visione e la capacità di costruzione plastico-architettonica contribuiscono a definire la nuova estetica del film. L’itinerario cinematografico di Lang è diviso in due parti, perché l’avvento del nazismo lo spinge prima a Parigi e poi a Hollywood: a Berlino preferisce storie e personaggi carichi di valenze simboliche e di aspetti metaforici ed esemplari; a Hollywood si misura con la macchina produttiva americana e con i generi, delineando un mondo dominato dal crimine e dall’inganno. -
L'aurora boreale. Autointepretazione. Testo tedesco a fronte
Das Nordlicht, il ciclopico poema di Theodor Däubler che conta più di trentamila versi, esce a Monaco di Baviera nel 1910, dopo una lunga gestazione iniziata ai piedi del Vesuvio. Viene ripubblicato a Lipsia tra il 1921 e il 1922, riveduto e arricchito di un brano introduttivo in prosa, voluto dallo stesso Däubler, che ne aiuta la lettura. Di questo testo, intitolato Die Selbstdeutung, è qui proposta per la prima volta la traduzione italiana, cui seguirà quella dell'intero Nordlicht. Un'opera in cui l'autore, come ha scritto Ladislao Mittner, «si sforza di stringere tutto il passato ed intanto anticipa genialmente l'avvenire», ispirandosi al mito dell'aurora boreale: in grado di svelarci non solo la sopravvivenza del sole all'interno di una terra che ne era parte e anela a ricongiungervisi, ma anche l'incessante cammino dell'umanità verso la vittoria dello spirito. -
Fotografare gli spiriti
Obiettivo di questo libro, prodotto del sensazionalismo editoriale del 1922, era mostrare la verità e l'utilità della fotografia spiritica. Doyle, membro ordinario della Physical Society (ma anche della Society for Psychical Research), indaga con altri uomini e donne di scienza e di lettere su ciò che non è visibile agli occhi. La domanda intorno alla quale ruota questa difesa della fotografia di fantasmi è se con una macchina fotografica sia possibile o no restituire un volto a chi è morto - e, in ultima analisi, se si possa dimostrare l'immortalità dell'anima. Doyle procede come il suo Sherlock Holmes: raccoglie indizi, fa eccezioni, ricostruisce storie per ricostruire vite. L'occasione è data da un'accusa del parapsicologo britannico Harry Price a William Hope, fondatore del Crewe Circle di cui Doyle è appassionato simpatizzante: Price sostiene che Hope sia un impostore, che non fotografi i fantasmi ma manipoli le lastre fotografiche. Doyle, attraverso un confronto tra le fotografie in vita e in morte e grazie a una rete di ferrate e inappuntabili ipotesi, difende Hope. Della versione di Price ci è rimasto poco, di quella allucinante e romanzesca di Doyle tutto. Perché la letteratura dice la verità. -
Romeo e Giulietta. Variazioni sul mito. Da Porto, Shakespeare, Keller
Il nome delle casate nemiche - i Capuleti, i Montecchi - risuona per la prima volta nei versi di Dante ( Purgatorio VI, 105). Ma è solo con la novella di Luigi Da Porto che su questi due nomi si innesta la vicenda tragica destinata a trasformarsi in mito: l'odio dei padri si incrocia in modo funesto con l'amore che nasce tra i figli e, complici avverse stelle, porta a morte e rovina. Dopo Da Porto, i due amanti veronesi si ripresentano più volte nell'immaginario, in tempi e luoghi assai diversi. Ma in queste loro epifanie e metamorfosi, a sorreggerli è soprattutto l'intransigenza della passione, la risolutezza nell'affrontare la morte. Non le parole. Le parole iniziano con Shakespeare, con Shakespeare si entra nel mondo della poesia. E come i due giovani vengono strappati alla realtà e proiettati in un mondo ""altro"""", d'incanto e d'amore, così il lettore viene trascinato dall'energia dislocante della parola poetica e sente crescere nel profondo del cuore i sentimenti e l'emozione. Anche gli innocenti innamorati della novella di Gottfried Keller soccomberanno allo scontro fra mondi diversi. Ma per il Romeo e la Giulietta di paese, simili in questo più alle anonime vittime della storia che agli eroi shakespeariani, non vi sarà assoluzione, non vi sarà riscatto. Le aporie non saranno ricomposte e sulla memoria del loro sacrificio continuerà a pesare solamente la condanna dei padri."" -
Non fiori ma opere di bene
La protagonista di questo romanzo si chiama Elisa Fuksas, come l'autrice, ed è Elisa Fuksas, almeno nelle intenzioni e nei desideri. Soprattutto nella ricerca. Tre anni or sono, Elisa era in piedi, la notte di Pasqua, nel battistero di Firenze, aveva trentasette anni e, dopo un periodo di avvicinamento e studio della religione cattolica, aveva deciso di battezzarsi, sollevando un coro di santità ed eccezioni, dalla famiglia, al confessore, al vescovo, fino a lei stessa e ai passanti. Ma in fondo sono le incertezze e le certezze che rendono umani, l'accesso a un'eternità a venire. Alla santità, anche, perché no. Non fiori ma opere di bene, a metà tra videogioco e romanzo cavalleresco, racconta le vicende della protagonista che, ormai battezzata e convinta delle possibilità e delle promesse del battesimo, si mette alla ricerca, nel cimitero del Verano a Roma, della tomba di famiglia del nonno paterno. Tomba di famiglia di cui tutti parlano e dicono, sulla quale tutti conoscono aneddoti e storie, della quale il padre - con la memoria architettonica e quantitativa che forse aveva già ma che il mestiere gli ha esercitato - indica addirittura la posizione. Solo che questa tomba, come certe radici, certe origini, certe appartenenze pure, non si trova. C'è, ma non si trova, non è dove tutti dicono che sia. E così, tra arciconfraternite che gestiscono porzioni di cimitero, vite che si intrecciano alle bacche dei pioppi, a vialetti che paiono condurre in un certo luogo e invece divergono verso un altrove non sempre confortante, e medium torinesi, la protagonista, così come si è appropriata, attraverso il battesimo, dell'eternità a venire, si appropria e soprattutto ci regala l'unica eternità accessibile agli esseri umani, come ha scritto Simone Weil: il passato. Con tono comico e tragico, e una lingua che riflette e pensa, Elisa Fuksas aggiunge un altro tassello alla propria biografia desiderata.Proposto da Francesco Rutelli al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:rn«Non fiori ma opere di bene è un viaggio reale e metafisico in una città, che è Roma, e in un suo quartiere che è anche il suo storico cimitero, e che diviene campo di una battaglia contro lo spazio, il passato, la morte. Elisa Fuksas gioca abilmente con il tempo, nemico e amico, che trasforma tutto e sembra rendere impossibili anche le cose più semplici: cercare la tomba di un misterioso nonno lituano morto nel 1950 e sepolto appunto al Verano. Trovare e capire le nostre origini è esercizio difficile e riappropriarsene richiede lavoro e immaginazione. Per farlo la protagonista si perde nella città dei morti, molto simile a quella dei vivi, cerca una tomba che è metafora di tutte le sparizioni e degli spariti di qualsiasi vita, per poi capire che in fondo non è così importante arrivare a una soluzione. Grazie a una lingua cristallina e lucida il romanzo apre a interpretazioni e riflessioni sulla paura della fine, certo, ma di contro e inevitabilmente sulla vita e i suoi continui cambi di stato: i ricordi, le verità, un... -
Il mercato dell'informazione. Notizie vere, false e sensazionali nella Venezia del Cinquecento
Prima dei giornali e delle gazzette, la stampa di largo consumo italiana del primo Cinquecento è dominata dai racconti in versi e in prosa legati all'attualità, solitamente venduti nelle piazze da ambulanti o cantastorie. Sono narrazioni che confondono frequentemente il vero e il falso, la realtà e la finzione; cronache spesso partigiane, talvolta esagerate e non sempre attendibili. Siamo agli albori del mercato dell'informazione e assistiamo alla nascita di un pubblico di ascoltatori, lettori e consumatori, colpito da quella febbre per le notizie che contagia ampi strati del popolo urbano del tempo. In questo ambito, Venezia ricopre un ruolo fondamentale, grazie all'industria tipografica più fiorente d'Europa, all'intensa attività diplomatica e alla centralità nello scacchiere politico-commerciale del Mediterraneo. Il mercato dell'informazione pubblica del primo Cinquecento è caratterizzato da fenomeni che rimandano a dinamiche del mondo della comunicazione contemporaneo: la presenza di fake news, la propaganda, la rivendicazione della veridicità della notizia e la nascita del sensazionalismo. -
Tutti i bambini perduti. Le indagini di Jackson Brodie. Vol. 4
«Un bambino smarrito è la cosa più brutta che ci sia; uno ritrovato, la cosa più bella del mondo.» Lo sa bene Tracy Waterhouse, ex poliziotta ora a capo della sicurezza in un grande centro commerciale di Leeds, una donna dalla condotta irreprensibile fino al giorno in cui, seguendo un impulso a dir poco azzardato, decide di fare un acquisto non proprio legale e di comprare una bambina. Ora ha finalmente qualcuno da amare, ma il gesto istintivo potrebbe costarle tutto ciò che possiede. Da quel momento, la routine della sua vita si trasforma in modo drammatico. Per di più, all'improvviso spunta un certo Jackson Brodie (quel Jackson Brodie, il detective), alla ricerca delle radici di una cliente e di informazioni su una vecchia indagine che Tracy vuole solo dimenticare. Ma la natura umana, si sa, sente il bisogno di trovare la verità, anche se la verità, in questo caso, non fa che rendere ancor più profondo il mistero di ciò che è davvero accaduto. E così, a tutti i personaggi coinvolti in questa tormentata e ilare avventura, che sfiora i nodi più critici dell'essere genitori e dell'essere figli, sarà presto chiaro che il passato non si cancella, e che le buone azioni non restano impunite. Sfaccettati, palpabili, reali, i protagonisti di questo romanzo, che sovverte le regole del genere intrecciando fili neri, rosa e gialli in un arazzo complesso e ricchissimo, offrono al lettore una gamma profonda e variegata di vicende umane. -
La sirena di Black Conch
Sono secoli che Aycayia nuota nelle acque dei Caraibi, al largo dell'isola immaginaria di Black Conch. Tantissimi anni fa era una donna giovane, la più bella del suo villaggio, che la maledizione delle mogli gelose aveva trasformato in una creatura marina, intrappolandola nel corpo di un pesce. Perché Aycayia non era solo bella, era anche sensuale, sprigionava un'energia erotica che risvegliava inquietudine e faceva paura. Per questo era stata punita. Da qualche tempo, alba dopo alba, il suo corpo di sirena emerge dal mare, attratto dalla melodia intonata da un pescatore solitario. Un giorno, mentre crede di avvicinarsi alla barca che conosce, Aycayia si ritrova preda di uomini senza scrupoli, che la catturano e la trascinano a terra come un trofeo. Sarà David, il pescatore dalla bella voce, a liberarla, e le sue cure e il suo amore la spoglieranno di pinne e squame, rimutandola in donna. Tra i loro due mondi, così infinitamente distanti, comincerà a vibrare un sentimento di fiducia, che diventerà indifeso abbandono, fino all'esplosione della passione, delicata e primitiva insieme. Ma non tutte le trasformazioni sono per sempre e, si sa, la gelosia – come l'amore – può avere la forza di un uragano. Un racconto che si snoda con la purezza delle favole, una fiaba moderna e dolceamara che intreccia con ironia gli ingredienti del mito al pungente realismo del quotidiano.