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Piero Gazzola
Il saggio indaga il contributo di Piero Gazzola (1908-1979) alla tutela e al restauro dei castelli, o meglio, delle architetture fortificate. Approfondendo un capitolo inedito della ricerca dello studioso, offre una lettura della vicenda-fortificazioni attraverso la lente della conservazione, con particolare riferimento alle acquisizioni teoriche maturate negli anni sessanta. L'ambito dei castelli, solo apparentemente settoriale, si rivela un osservatorio privilegiato per descrivere un più ampio spaccato della disciplina nel secondo Novecento, e la stessa azione di Gazzola per le strutture munite risulta ricentrata a favore del costruito esistente. In generale, le riflessioni che il saggio elabora si collocano nell'alveo degli studi rivolti al tentativo di rendere attuale l'architettura del passato, sono incentrate sulla relazione tra la dimensione diacronica delle fabbriche storiche e il rapporto sincronico da istituire con la contemporaneità e bilanciano cultura della conservazione e progetto. -
Area piccola
Chris è una ragazza che ha trovato nel basket un modo per farsi amare. Dal pubblico, dalle compagne di squadra, e dall’allenatore. Chris, nel gioco, cerca rassicurazioni: essere la più forte, essere la più talentuosa. Non vuole medaglie o convocazioni, ma essere vista. E lo vuole perché il successo le consenta, mentre è ancora adolescente, di essere vista da sua madre così che torni a casa e, da adulta, di stare bene insieme alle compagne di squadra e all’allenatore con il quale condivide il campo e l’amore. Chris si sente esclusa dal mondo e di fatto vive dentro un campo da basket da quando la madre se n’è andata. E in quel campo sa di essere protetta, e sa che la squadra è il sostegno di tutte le sue mancanze. Le ragazze sono state lì quando la madre non c’era, e continueranno a esserci perché l’hanno scelta come leader, nonostante le sue imperfezioni. Giorgia Bernardini, al suo esordio, racconta il basket come metafora del talento, di qualsiasi talento. E racconta soprattutto, con tenerezza e forza – caratteristiche di tutte le ragazze della squadra –, quanto dimenticare sia impossibile, ma perdonare sia la via per vivere. E vincere. Perché sì, si può vincere. -
Libro d'ombra
Gli scrittori giapponesi del periodo Meiji (1868-1912) erano affascinati dalla luce, che attraverso lo sviluppo della tecnologia aveva illuminato le buie città del paese. La «città senza notte», T?ky?, simboleggiava la trasformazione del Giappone durante l'epoca della modernizzazione e occidentalizzazione. La luce è un elemento essenziale nei primi racconti di Tanizaki, siano i raggi del sole che fanno risaltare la brillantezza del tatuaggio in Shisei (Il tatuaggio) o la luminosità del candore della pelle delle donne occidentali: bianco e bellezza sono sinonimi. Ma ciò che accentua e dà valore al bianco è l'oscurità. Il bianco in sé non crea nessun effetto estetico, se non nella contrapposizione con il nero. Il bello sta in quello spazio indefinito, in quel vuoto dove si addensa l'ombra che rende la bellezza dell'arte giapponese inseparabile dall'oscurità. Un valore che non è ovvio, ma che si comprende solo alla luce dell'estetica classica nipponica. In In'ei raisan (lett. Elogio dell'ombra) del 1933, questa sensibilità tradizionale è posta come antitetica a quella del moderno Occidente: non è un'inversione di tendenza nei gusti estetici dello scrittore, né un'invettiva contro la modernità, ma la presa di coscienza di come il Paese sia cambiato seguendo un modello di occidentalizzazione che Tanizaki non condivideva. L'autore riflette sulla modernità nella vita quotidiana degli anni trenta, partendo dall'architettura della casa e dai problemi affrontati da chi vuole arredare un'abitazione mantenendo la tradizione e lo stile giapponesi. Nella conclusione riconosce che c'è un ambito dove può ancora concretizzarsi l'estetica dell'ombra: quello dell'arte e della letteratura. -
Storia del cinema giapponese nel nuovo millennio
Con l'ingresso nel nuovo millennio il mondo cinematografico giapponese ha ampliato notevolmente il suo panorama, in particolare grazie alla diffusione definitiva del digitale e all'apertura del mercato interno rispetto alle produzioni indipendenti, confermando l'arcipelago tra i Paesi con il numero più alto di film distribuiti annualmente. A questo si aggiunge un'ibridazione sempre più capillare tra i differenti media, elemento di arricchimento costante e in continua evoluzione. La commistione tra linguaggi prima esclusivi del cinema, del fumetto, dell'animazione o dei videogame ha portato alla creazione di nuove tendenze espressive oggi molto amate in Occidente e ha al contempo permesso di aprire il mercato interno a varie cooperazioni internazionali. Il cinema si interroga sempre sulle problematiche della contemporaneità: molte opere, infatti, portano a galla istanze sociologiche di estrema rilevanza, dall'integrazione degli stranieri al senso di disadattamento dei giovani, alla necessità di ridefinire il ruolo della donna negli ambiti lavorativi e familiari. A tali tematiche dedicano gran parte del loro cinema alcuni registi oggi molto amati a livello internazionale, tra cui Miike Takashi, Sono Shion, Koreeda Hirokazu, Kitano Takeshi e Kurosawa Kiyoshi. Prefazione di Miike Takashi. -
Il nodo, il nido. Il romanzo matrimoniale dopo l'Unità d'Italia
La stagione che va dall'Unità nazionale all'età umbertina segna un momento di svolta per il romanzo matrimoniale italiano. La narrazione dell'ordinaria vita coniugale si problematizza secondo le più variegate istanze di autorappresentazione della borghesia. Nel panorama della produzione postunitaria e di fine Ottocento, Dio ne scampi dagli Orsenigo e Piccolo mondo antico risultano opere emblematiche in tal senso, complementari nella loro diversità. Per quanto lontani sotto il profilo stilistico, questi due romanzi mostrano la principale qualità delle autentiche storie fictae: quella di rivelarci un mondo, il mondo, d'inventare il vero, come diceva Balzac. Cioè di dare forma all'istinto più vitale della letteratura: far trasparire ciò che si nasconde nell'apparenza della realtà. -
Disinformazione e democrazia. Populismo, rete e regolazione
Il binomio disinformazione e democrazia è una lente per comprendere qualcosa di profondo, antico ma sempre nuovo e vivo. Oggi la disinformazione è l’espressione di un mutamento dentro la cornice della comunicazione nelle democrazie contemporanee, che occorre ripensare. Capitol Hill, la pandemia e l’invasione russa dell’Ucraina sono i tre grandi snodi che le democrazie mondiali hanno affrontato negli ultimi anni, ma sono solo la punta di un iceberg di un sistema che ha bisogno di nuove regole a livello nazionale, europeo e internazionale. Sullo sfondo delle sfide populiste, il libro analizza il terreno ideale della disinformazione attraverso la trasformazione della sfera pubblica e della politica nell’era della post-verità; esplora la realtà virale della rete e l’incontro fatale tra la disinformazione e alcune caratteristiche della nostra mente. -
MutaMenti 2022. Friuli-Venezia Giulia e Veneto: la sindrome del piano inclinato
La nuova normalità dello sviluppo della società e dell'economia è l'instabilità. L'eccezionalità diventa la normalità. I periodi di transizione diventano più lunghi e frequenti rispetto a quelli di sedimentazione. Rendendo così incerte le possibilità di fare previsioni. Di fronte a simili scenari il senso di spiazzamento e disorientamento è diffuso. Alcuni cercano riparo nelle vecchie certezze che costituiscono un orizzonte noto e sicuro. Il rischio però è di non affrontare efficacemente le sfide e, soprattutto, le opportunità che si possono dischiudere per migliorare le condizioni attuali e le prospettive future. Consapevolezza, qualità ed ecosistemi sono i criteri da assumere per lo sviluppo futuro. La BCC Pordenonese e Monsile ha realizzato il secondo rapporto che fotografa l'evoluzione e le prospettive del Friuli-Venezia Giulia e del Veneto, comparate con l'Italia. Un'analisi completa che intende essere uno strumento utile a quanti il territorio lo vivono e contribuiscono a farlo vivere. -
Italia e il filo della crescita. 75 anni di storia economico-sociale e 23 di stallo. L'agenda per il rilancio
L'economia italiana ha perso il filo della crescita. Come si è trasformata negli ultimi 75 anni? Qual è stata l'evoluzione del tessuto produttivo e sociale del «bel paese là dove 'l sì suona»? Dopo il grande successo della ricostruzione e il boom successivo, l'Italia ha frenato fino a fermarsi: oggi il reddito generato dall'Italia è analogo a quello di fine Novecento. Quasi un quarto di secolo perduto. È la peggiore prestazione tra i paesi avanzati, grandi e piccoli. Come ritrovare il sentiero dello sviluppo? Il volume racconta la storia economica, demografica e sociale italiana, per mezzo di grafici ""parlanti"""", e indica i nodi da sciogliere, con contributi dei maggiori esperti nazionali."" -
Scontenti. Perché non ci piace il mondo in cui viviamo
«Non è la rabbia né l'odio e nemmeno il narcisismo, come invece si sente ripetere, la molla che spinge verso un atteggiamento negativo e ribelle, ma qualcosa di più profondo che li precede. Si tratta di uno stato d'animo personale ed epocale, che solo dopo muta in protesta e in rancore: la scontentezza. A lungo il potere ha puntato sulla rassegnazione, sull'accontentarsi delle persone. Poi è passato a veicolare l'insoddisfazione permanente, la voglia di essere, fare e avere altro, per asservirci tramite i consumi e renderci dipendenti. Ma la scontentezza è sfuggita di mano e si è fatta malcontento...» Scontenti non vuol dire infelici, malinconici o inquieti. Esistono trattati e una vasta letteratura sull'infelicità, mentre poco o nulla si è scritto dello scontento. Per comprendere da dove nasce e dove conduce, indagandone ragioni, forme e sbocchi, l'autore compie un viaggio nel malessere che ci corrode, ci fa sentire continuamente inappagati e così arricchisce la fabbrica dei desideri. Ne individua le radici in Occidente e in particolare in Italia, esplora i vari ambiti in cui si esprime lo scontento, analizza errori e responsabilità di quanti, spingendo a immaginare sempre nuovi altrove che sollevano da ogni responsabilità, hanno finito per ignorare la realtà, che oggi però presenta il conto. Se La Cappa affrontava l'emisfero che grava sulle nostre teste e ci opprime, qui Veneziani racconta «l'altra metà, l'emisfero in basso, nel quale viviamo noi, gli scontenti. Per capire di chi è figlia, di chi è madre la scontentezza, come coltivarla e mettere a frutto le sue energie. Lo scontento è una fiamma che ci arde dentro, brucia e illumina, ci divora e ci fa vivi. Il mondo si regge su chi accetta la sorte. -
La Cina dopo Mao
«Per decenni ci hanno raccontato che la Cina ha imboccato la strada che la porterà a diventare addirittura una democrazia compiuta, che le riforme politiche seguiranno quelle economiche». Crescita in declino, esplosione del debito, crisi del mercato immobiliare, per non parlare della politica «zero Covid», raccontano invece un'altra storia. Forte di una conoscenza diretta fondata su decenni di studi e grazie all'accesso a una sterminata mole di documenti provenienti da archivi interni e ai diari segreti di un dissidente per anni a stretto contatto con i vertici del Partito, Frank Dikötter offre un resoconto dettagliato del corso irregolare e talvolta caotico delle strategie economiche e sociali nella Repubblica Popolare. Descrive le brusche svolte da una crescita frenetica al ridimensionamento, dalle riforme dei primi anni ottanta alla feroce repressione, fino alle tante contraddizioni di un paese in cui «l'economia oggi si basa tutta sulla speculazione», con i rischi che questo comporta per il precario equilibrio internazionale. Esaminando il fallimento di scelte come la politica del figlio unico e il ruolo della Cina nel crollo finanziario del 2008, l'autore passa al vaglio le tante manifestazioni di una dittatura sempre più radicata, con appelli alla popolazione a respingere le «idee occidentali» di Stato di diritto e separazione dei poteri, un apparato di sorveglianza tentacolare e il sistema di controllo sui media più sofisticato al mondo. Una sfida non da poco, scrive Dikötter, «attende il Partito comunista: affrontare i problemi strutturali di lunga data, che lui stesso ha creato, senza cedere il monopolio del potere e il controllo dei mezzi di produzione. Somiglia molto a un vicolo cieco». -
Adriatico. Un incontro di civiltà
«Il viaggio è una sfida che non finisce mai. È sintesi estrema della vita, dove una settimana di strada può corrispondere a un'epopea.» Di città in città, lasciandosi guidare dalle suggestioni evocate dai libri che lo hanno accompagnato durante la sua attività di esploratore e di studioso e dai tanti incontri che colleziona nel corso di questo suo itinerario, Robert Kaplan traccia una serie di connessioni originali e ardite che dalla contemplazione di un affresco a Rimini lo porterà a Corfù, perfetta «sintesi di Italia e Grecia e quindi dell'Adriatico». Non c'è un luogo migliore per cercare le risposte ai mille interrogativi che emergono sul nostro tempo, in cui lo Stato nazionale è ormai in declino e le identità tornano a farsi multiple e fluide, un processo di cui l'Adriatico è stato e continua a essere il prototipo. Qui infatti la metamorfosi di confini, popoli e alleanze va avanti da secoli, con l'incessante dissolversi di comunità, poi riaggregatesi in forme nuove e oggi alle prese con un futuro incerto, minacciato dal populismo reazionario, dalla destabilizzazione politica e dalla lotta per il controllo delle fonti energetiche. In dialogo con grandi autori, tra cui Claudio Magris e Boris Pahor, ed esponenti dei governi locali e delle istituzioni internazionali, come l'ex presidente albanese Sali Berisha, rivivono vicende più vicine a noi o dimenticate. Ravenna, Venezia, Trieste, Lubiana, Rijeka, Zagabria, Dubrovnik, Tirana e Durazzo sono alcune delle tappe che l'autore tocca ripercorrendo un'area oggi più che mai crocevia dei destini del mondo. Uno scenario che spinge a chiederci che cosa è l'Europa, dove inizia e dove finisce, e soprattutto che cosa diventerà, e davanti al quale Kaplan confessa, con il coraggio e lo slancio del viaggiatore: «Sono certo solo della perdita di certezze». -
L' armata a cavallo con il Diario dell'autore, 1920
Al seguito dell'armata a cavallo sovietica del generale Budënnyj, che combatte sul fronte polacco nel 1920, Babel' racconta la sua guerra civile: episodi di terribili massacri, di figli che fucilano i padri controrivoluzionari, di cosacchi che tagliano la testa a vecchi ebrei: lo scontro fra due mondi, uno antico, ricco di cultura e di tradizioni, l'altro che nasce, il mondo della rivoluzione, della violenza, della libertà. Uno dei libri più belli della letteratura sovietica degli anni venti e l'espressione più autentica della guerra rivoluzionaria, ma anche un libro che irritò profondamente il regime sovietico e che portò nel 1937 all'arresto dell'autore sotto l'accusa di trockismo e alla sua fucilazione in un campo di concentramento. In appendice, in edizione integrale, il Diario che Babel' scrive combattendo con i cavalleggeri rossi di Budënnyj, nel quale annota i singoli episodi di una guerra impietosa, le figure storiche di comandanti e commissari politici, gli atti di eroismo e di crudeltà. -
Odessa
Il volume riunisce tutti i tredici racconti che Babel' ha ambientato, in epoche diverse della sua vita artistica, nella sua città natale, secondo un criterio che lo stesso scrittore aveva stabilito. Odessa gli è sempre rimasta vicina, inondata di luce nei primi racconti dove l'immaginario diviene specchio della storia e insieme cronaca visionaria, tradita dai venti della rivoluzione in quelli inquietanti e premonitori dedicati alla Odessa postrivoluzionaria, percorsa da una struggente nostalgia del passato in quelli autobiografici dove il tempo si allontana oltre il ricordo nei ritratti di persone che evocano figure antiche. Ironico e irriverente sembra Babel' mentre fruga nelle case, nei cimiteri, nei bordelli e nelle sinagoghe. Ma dietro il grottesco che smaschera impietosamente la quotidianità, dietro la distaccata ironia che disegna tragiche caricature, dietro lo specchio della comicità che riflette lo scempio di una cultura millenaria, c'è l'orgogliosa rivendicazione della solitudine di un grande scrittore e di un intellettuale ebreo, «con gli occhiali sul naso e l'autunno nell'anima». -
Le colpe dei padri
Börje Ström è un pugile che in Svezia tutti conoscono, non solo per i suoi eccezionali successi sul ring, ma anche per l’infanzia segnata dalla misteriosa scomparsa del padre. Quando dopo quasi sessant’anni ne viene ritrovato il corpo, perfettamente conservato, nel freezer di un vecchio alcolizzato, Rebecka Martinsson, incalzata dal medico legale che l’ha accompagnata per tutta la sua carriera a Kiruna, decide di riaprire il caso. In realtà, il procuratore capo ha tante cose per la testa: la sua vita privata è un gran caos, e oltretutto le indagini sul padre del campione di boxe si rivelano collegate a un capitolo buio del passato della sua famiglia, mettendola nella scomoda situazione di un conflitto d’interessi. Chi era veramente il padre di Börje Ström? E cosa lo legava alla madre di Rebecka? In un epilogo letteralmente mozzafiato, Åsa Larsson tira le fila della sua serie con una storia ricca di emozione e colpi di scena, che ha acceso l’entusiasmo nei milioni di lettori che l’hanno sempre seguita con passione. Leggerete di incontri di boxe e avvertirete l’intensità di ogni singolo colpo. Troverete l’amore, per gli esseri umani e per gli animali. E potrete percepire un cuore che batte per Kiruna e le sue terre aspre, con tutta la forza della natura seducente e selvaggia a nord del circolo polare artico. -
Come navi nella notte
Marco Ferrari è un ex poliziotto che per aver creduto nella giustizia ha dovuto lasciare l'Italia rifugiandosi in Germania, dov'è diventato uno scrittore di gialli di successo. Costretto a tornare nel suo paese d'origine per mettere in vendita la casa al mare in cui ha trascorso le estati della sua infanzia, diventa testimone involontario di un rapimento sulla spiaggia deserta. Imbarcatosi di slancio in un'ostinata indagine personale che si dipana tra una Trieste oscura e una località balneare friulana meta dell'invasione giovanile della Pentecoste, Marco si districa in uno slalom mortale tra misteriosi antiquari e inquietanti balli in maschera, politicanti corrotti e agenti nazisti. Lungo la strada, costellata di ostacoli e minacce, lo accompagna una galleria di personaggi affascinanti e ambigui - una bellissima e fatale veterinaria, un enigmatico poliziotto cinese e un giovane seminarista ucraino in possesso di un documento per cui qualcuno è disposto a uccidere -, fino al drammatico epilogo, che costringerà Ferrari a sostenere lo scontro che ha sempre cercato di evitare, quello con il suo passato. In ""Come navi nella notte"""", ambientato in una cupa Italia postpandemica dove la penetrazione - ormai non più solo economica - della Cina sembra aver assunto i tratti di un vero e proprio assoggettamento, Tullio Avoledo combina sfrenata fantasia e feroce realismo, mettendo in scena un futuro molto prossimo capace di far risaltare meglio le ombre che incombono sul nostro presente."" -
Ama e fai quello che vuoi
Elisa ha trentasette anni, niente figli, un fidanzato, Giacomo, con il quale sta bene ma tanto tutto prima o poi finisce, un nuovo corteggiatore conosciuto durante una lezione di yoga, Luca, alto e del Nord, con il quale si incontra la mattina alle cinque, una sorella, Bianca, molto diversa da lei, come si addice alle sorelle, e due genitori che, un anno prima che questa storia inizi, decidono di sposarsi in chiesa. Elisa ha anche un cane, Stella, con cui Giacomo dorme abbracciato. Elisa e Giacomo hanno molte cose in comune, ma non un grande senso della realtà. Quando Elisa riceve da Luca un'inaspettata proposta di matrimonio, realizza di non essere battezzata e improvvisamente qualcosa in lei cambia, e inizia a vedere ovunque il disegno di Dio. Ma come ci si battezza da adulti? Si comincia, pare, trovando una chiesa e un prete e, in fondo, un'appartenenza. In un romanzo scandito come l'anno liturgico, Elisa Fuksas, accompagnata da Elia, il giovane padre spirituale, compie un viaggio che da se stessa la porta a se stessa, senza lasciare indietro nessuno dei suoi - numerosi, ironici, teneri, fastidiosi - difetti. Ma la differenza tra le due Elisa è ""il Mistero"""". Proprio quel mistero che, nella letteratura italiana contemporanea, pare relegato al genere giallo, qui - in questo romanzesco memoir - è ciò che «prende il volto delle cose che possono parlarci». E le cose che possono parlarci, spesso, sono persone, talvolta animali, talvolta strutture architettoniche, talvolta il vento che fruscia tra gli alberi. Tra squarci di Roma, chiese sperdute nella provincia toscana, intransigenze di carattere che si rivelano proteste infantili, amori cominciati e rotti, amori finiti e ricuciti, preti illuminati e intellettuali senza curiosità, i comandamenti e una cerimonia la notte di Pasqua nel Duomo di Firenze, Elisa Fuksas, con una scrittura esatta e intelligente, dolente e ironica, porta chi legge a pronunciare nuovamente o per la prima volta i voti battesimali che diffondono salvezza."" -
La pazienza del diavolo. La trilogia del Grande Buio. Vol. 1
Herman D'Amore, un ex ispettore che dopo aver lasciato la polizia ha rilevato la libreria di famiglia a Roma, tiene a bada i propri demoni stordendosi col sesso. Quando il vecchio collega Walter Canzio si rifà vivo chiedendogli una mano nelle indagini su una serie di efferati delitti che insanguinano la Capitale, accetta malvolentieri. Qualcuno sta massacrando a colpi di fiocina da sub dei colpevoli di gravi reati sessuali che per un motivo o per l'altro erano riusciti a farla franca. È un caso che sembra riguardarli da vicino: tutte le vittime sono persone che ai tempi erano state arrestate da loro. Con l'aiuto di Herman, che prima di dimettersi era noto per il suo eccezionale intuito investigativo, Walter spera di risollevare la propria traballante carriera catturando l'assassino. Tutto cambia non appena emerge una possibile connessione tra i delitti del serial killer e una vecchia inchiesta la cui tragica conclusione aveva sconvolto le loro vite e distrutto la loro amicizia. Erano convinti che quel caso fosse definitivamente risolto. Ma lo è davvero? Quell'antica storia di sangue e orrore potrebbe non essere ancora finita, e dovranno scendere nei loro personali inferni per farci i conti una volta per tutte. -
Un lavoro perfetto
Nel suo ruolo di consulente del lavoro, la signora Masakado è abituata a incontrare le persone più stravaganti, ad accogliere le richieste più insolite, e in genere è in grado di accontentare tutti. Così, quando una giovane donna si presenta presso la sua agenzia, è sicura di avere l'offerta adatta a lei. Dopo essersi licenziata in seguito a un esaurimento nervoso, la donna sembra infatti avere le idee molto chiare su ciò che vuole: oltre a essere vicino a casa, il nuovo impiego dovrà prevedere solo mansioni semplici e non offrire prospettive di carriera; dovrà essere, insomma, del tutto privo di sostanza, al limite tra il gioco e l'attività seria. Nelle singolari occupazioni che si prende in carico - dal sorvegliare uno scrittore sospettato di attività di contrabbando a inventare consigli che impreziosiscono la confezione di una marca di cracker di riso -, la neoassunta cerca soprattutto di non lasciarsi coinvolgere troppo. Ma nel suo saltare da un posto all'altro, nel suo acquisire regolarmente più responsabilità di quelle desiderate e ruoli più complicati del previsto, le diventa sempre più chiaro che non solo il lavoro perfetto non esiste, ma che quello che sta veramente cercando è qualcosa di molto più profondo. Ogni cambiamento comincia così a rappresentare una nuova fase di crescita interiore, fino alla consapevolezza che in tutto ciò che si fa c'è qualcosa di magico, di unico e di appagante, e che dobbiamo solo trovare (o non perdere) l'energia per riconoscerne la bellezza. -
Come una guerra
Martel è un sindacalista carismatico con un passato oscuro e una madre malata di Alzheimer da mantenere. Bruce è un ex body-builder che non ha mai abbandonato il vizio degli steroidi. Quando la fabbrica dove lavorano minaccia di chiudere i battenti, in una delle regioni più industrializzate ma anche più ignorate di Francia, non viene loro in mente nulla di meglio che rapire una giovane prostituta che batte sulla strada per Strasburgo, per rivenderla alla malavita. Del resto, in quel luogo che a chi ci abita sembra senza via d'uscita, la crisi giustifica qualunque gesto, e Martel e Bruce hanno tutto quello che serve: una Colt calibro .45, un rifugio sicuro in fondo alla campagna, e la disperazione degli ultimi. Ma non è così semplice svoltare grazie al crimine se il crimine non è il tuo mestiere: basta incontrare un'ispettrice del lavoro empatica e tutta d'un pezzo per far scricchiolare il piano della vita. Nella tradizione del grande noir, tra critica sociale, indagine psicologica e fascinazione criminosa, il romanzo che ha rivelato il talento di Nicolas Mathieu è una storia nera, feroce e poetica, che racconta senza sconti la provincia profonda a cui è stato rubato il futuro. -
I re magi. Leggenda cristiana e mito pagano tra Oriente e Occidente
La vicenda dei magi, i misteriosi pagani che l'evangelista Matteo convoca «dall'Oriente» al cospetto del Figlio di David, viene da lontano. Risalendo alle fonti più tradizionali e dando conto delle ultime scoperte, Franco Cardini getta nuova luce sui misteri ancora irrisolti e narra la genesi e la diffusione delle varie versioni che hanno fatto dei «tre santi re», di volta in volta, il simbolo delle razze primigenie scaturite dai tre figli di Noè; dei tre continenti del mondo antico: Asia, Africa ed Europa; dei tre momenti dell'esistenza: giovinezza, maturità e vecchiaia; delle tre scansioni temporali: passato, presente e futuro. Molti studiosi ne hanno indicato la presenza nel mondo indoiranico fra il I secolo a.C. e il I d.C., altri ne hanno ribadito il nesso con gli astrologi-sacerdoti originari della Media e con gli insegnamenti di Zarathustra. Alla luce delle ultime scoperte si rafforza il ruolo chiave dei magi come figure «ponte» tra Oriente e Occidente, cerniera tra culti e religioni.