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Luoghi di attenzione
Nella raccolta il concetto merleaupontiano di simultaneità viene declinato secondo livelli cronotopici e alterativi. La tensione propriocettiva diventa problema, oltre che di superficie e stratificazione, di estensione-di e di durata-tra, anche di rappresentazione stessa: se la rappresentazione sforzata della durata diviene trans-azione del concetto di spazio percepito, la proiezione sensitiva è estetica della transitività, riduzione del soggetto-percipiente a soggetto-percepito dall'oggetto; l'alterità incarna le generazioni dell'oggetto. -
Le sirene di Rotterdam (o di come ho sbaragliato i miei miti in XXIV round)
"Le sirene di Rotterdam"""" è un romanzo in cui convivono Erno Rubik ed Enrico Fermi, un Golem e un numero surreale di test di gravidanza, l'undici settembre e """"Biancaneve"""", Alfred Hitchcock e Ettore Majorana, """"Guerre stellari"""" e """"Il mago di Oz""""... Un romanzo sulla difficoltà (e il rifiuto) di alcuni a conformarsi allo status quo, ma anche sulla necessità di liberarsi dei propri idoli e dei propri miti, famigliari e non, per raggiungere l'età adulta. La storia ha per protagonista Dino Crocetti, ventenne della periferia nord di Siracusa. Ex bambino prodigio ossessionato dai nomi, misantropo e agorafobico, Dino vuole convertirsi all'ebraismo e vive nel ricordo del padre Domenico, andato via di casa dieci anni prima. Completano la famiglia sua madre, inventrice in cura da uno psichiatra da quando il marito è scomparso, e la sorella, una fervente cattolica con manie di grandezza." -
Api regine
Ivana Balistreri e Tina Castrozzi oggi hanno ottant’anni: sorelle di latte, ma non di sangue, hanno vissuto in un paese sulla ferrovia Napoli-Roma, sede di diocesi, cercando di sopraffarsi come chi è in procinto di annegare fa con il suo soccorritore per sopravvivere almeno un altro minuto. Come un apicultore inserisce una nuova regina in un alveare dopo averlo orfanizzato, entrambe si sono introdotte in ambienti patriarcali e li hanno resi orfani delle figure maschili. Ivana ha scelto la Chiesa per spianare la strada del sacerdozio a suo figlio Ignazio e quando questi diventa il vescovo della diocesi lei, in quanto madre, crede finalmente di aver dimostrato di essere superiore e di poter disporre di tutta la sua famiglia riunita. Questo trasforma in odio puro il livore di Tina che, ormai matriarca indiscussa di un clan ai limiti tra legalità e illegalità, farà di tutto per annientare la sua sorella di latte e la sua famiglia. -
Una stella per amica
L'idea del libro è di Giulio Giorello, profondo estimatore e amico di Margherita Hack, ma hanno contribuito con ricordi personali pure Sergio Staino, Piergiorgio Odifreddi e Don Pierluigi Di Piazza. Un disegnatore dalla penna sottile, un ateo convinto, un prete anomalo, figure che ben si accordano con Margherita Hack. Il libro descrive l'intima amicizia con Margherita Hack, frammenti personali e inediti degli ultimi anni di vita della nota astrofisica. A distanza di anni, si rintraccia dal libro il suo intenso concetto di libertà, la profonda tolleranza senza mai imporre la sua laicità, anche quando la stessa è stata oggetto di polemiche e censure. Nel libro ben si intuisce l'eredità di Margherita Hack, non solo nel testamento biologico che la scienziata della laicità ha consegnato nelle mani del suo fiduciario e autore del libro, ma la conclamata volontà di una donna impegnata, tra obblighi pubblici e intimi. -
Morte dell'autore e scritture del sé
Da sempre il ruolo che spetta all'autore è uno dei punti più controversi della pratica letteraria. Ribaltando il topos della morte dell'autore auspicato da Roland Barthes nel 1968, lo scopo di questo libro è, invece, mettere in luce l'iper-presenza dell'io autoriale nell'industria culturale e nelle narrazioni contemporanee, il che è facilmente rinvenibile vista l'amplificazione di alcune scritture del sé come la non-fiction e l'autofiction. L'indagine parte dalle idee sul concetto di autore di Barthes e Foucault per chiudersi con l'analisi dell'opera non finzionale di Emmanuel Carrère, un mirabile esempio che manifesta l'impossibilità della morte dell'autore. -
Cento innovazioni sociali dalla Finlandia. Le invenzioni politiche, sociali e pratiche che hanno disegnato il volto della Finlandia d’oggi
Come si fa a essere un popolo felice? La risposta dei finlandesi, in questi 100 saggi brevi e di facile lettura, è che l’inventiva a scopo sociale e solidale è un’ottima chiave di lettura del welfare nordico. Soluzioni che hanno portato a traguardi come il successo della scuola, le “quote di genere”, il monopolio statale del gioco d’azzardo e a tante scelte politiche e iniziative di impegno civile. Perché le idee pensate e realizzate non per lucro, ma per promuovere il benessere e una società più equa non hanno confini. -
Fedele al pane
"Fedele al pane"""" è una raccolta di poesie d'amore, di caduta e di rinascita, di parole capaci di mettere a nudo, e in cui è facile specchiarsi e riconoscersi. Sono componimenti che stuzzicano le sensibilità più disparate, poiché, nonostante la pluralità di stimoli a cui rispondono, attingono soprattutto dal sentire quotidiano, da emozioni semplici, ma travolgenti, essenziali, in un alternarsi di sentimenti alla base, di fatto, dell'esistenza di ciascun individuo. Chi, pur non avendo mai letto Saffo, non si è mai ritrovato con lo sguardo puntato alla luna, a pensare alla persona amata?" -
A un metro di distanza
L'autrice si misura lungo un arco di tempo le cui coordinate rientrano in una unità di misura simbolica e non definita nella sua esatta percezione: il metro. Il disagio di vivere, le perdite, le gioie i dolori confluiscono in maniera diretta e naturale nelle restrizioni imposte dalle leggi. Il metro di distanza diventa un'ellisse entro cui scorrono gli archetipi di una quotidianità che inizia in tempi lontanissimi e si dispone senza misura in un contemporaneo non condiviso. Il metro di distanza diventa casa, muro, freddo grembo materno e misura di sicurezza, dalla quale l'autrice comincia a ""vedere"""" per la prima volta."" -
Le poesie di un maledetto. Testo francese a fronte
"Le poesie di un maledetto"""", nella attuale traduzione in italiano di Salvatore Mugno, con il testo originale francese a fronte, sono l’unica silloge dello scrittore e critico letterario italo-tunisino Mario Scalesi (Tunisi, 1892 – Palermo, 1922), ritenuto l’iniziatore della letteratura magrebina di espressione francese e il principale poeta tunisino in lingua francese del Novecento. Les Poèmes d’un Maudit furono pubblicati la prima volta postumi, a Parigi, nel 1923. Hanno avuto varie altre edizioni in Francia (2002) e in Tunisia (1930, 1935 e 1996) e in Italia (1997, 2006). Quando il poeta era ancora in vita, molte di queste composizioni apparvero nelle più importanti riviste letterarie tunisine, a cui egli collaborava anche come critico letterario: «La Tunisie Illustrée» e «Soleil». In questi periodici egli pubblicò, inoltre, le sue teorie sulla letteratura magrebina di espressione francese. Il volume raccoglie un’ampia selezione delle liriche scritte dall’autore, testi che, nell’insieme, costituiscono una sorta di struggente autobiografia in versi." -
Salire solitario
La salita sul sentiero (come anelito carico di malinconia) può essere condotta in solitaria, ma anche nell'affiancamento interpersonale e nel contatto naturale. Il contenuto di ""Salire solitario"""" riflette questo apparente scarto: la solitudine accennata si rivela gesto di replica spontaneo di fronte ai collassi esistenziali. Al contempo, la contrapposizione costante tra motivi carichi di letizia e accenti più travagliati conferma un intreccio di realistica uniformità. I pensieri compresi in questa silloge intagliano uno spazio vissuto a metà via tra intimità e condivisione."" -
Teatro. Vol. 2: Ristretto-Il filo di Re' Anna
"Ristretto"""": Dramma in due atti. Mohammad e Rossana, giovani e innamorati, si sposano, accettando le reciproche diversità religiose e culturali. Mohammad, per dare a sua moglie ogni comfort, ruba al suo datore di lavoro e finisce in prigione dove scopre che Rossana ha una relazione con il suo avvocato. Per vendicarsi, il giovane entra nel giro della criminalità organizzata ma, quando comprende che sta per trasformarsi in uno strumento di violenza e di morte, vede una sola via di fuga… """"Il filo di Re' Anna"""": Atto unico. Renata si sta ammalando di Alzheimer. I suoi figli non vogliono accudirla e la donna concluderà i propri giorni in un ospizio. Anna, una vicina di casa, è presente quando, dal buco nero in cui la donna sta precipitando, emerge un passato delittuoso. Chi è Anna? La figlia avuta fuori dal matrimonio, destinata alla spazzatura, salvatasi e ora pronta a soccorrerla o è l'allucinazione di una mente rosa dai rimorsi?" -
Versi della dimenticanza
Una raccolta complessa e articolata questa dei ""Versi della dimenticanza"""", che tutto riescono a compiere fuorché riuscire nell'intento dell'oblio, piuttosto provano ad uscire, a trovare una strada per venire a capo di grovigli e ossessioni del corpo e della mente, antichi, quasi ancestrali, seppure sempre presenti. È un percorso intellettuale e materico in quattro sezioni, più una conclusiva (“Versicoli al veleno”). Ognuna fa parte del tutto, il principio è il lago dell'infanzia e il mare (l'elemento dell'acqua), si scende poi nella terra, per innalzarsi infine al cielo, per tentare in realtà di giungere oltre questi tre elementi, nella quarta sezione, dove si supera la linea di confine, in un viaggio faticoso che conduce alla liberazione. Si trova - dunque - la chiave per giungere in un altrove, seppure le chiavi di casa siano irrimediabilmente perdute."" -
Ama, combatti e prega. Atto unico
Nel bar di un dopolavoro, ambientato in un'America immaginaria, si sviluppano i racconti di uomini senza passato e privi di una prospettiva di riscatto. Max è angosciato per la sorte della nipote, coinvolta in affari di bassa manovalanza, mentre Lewis, gestore del bar, vive con dolore la grave malattia nervosa di sua moglie Liza, vittima di uno stupro anni prima. Il solo Miky pare in grado di recare conforto agli amici, ma anche lui non può nulla contro il precipitarsi degli eventi... -
Avari come il mare
Avari come il mare ossia aperti, potenti, proteiformi ma proprio per questo separati, distanti, chiusi in un’alterità irrimediabile che sovente, per non mostrarsi fragile, muta in impotente alterigia. Con questo iperbolico verso rimbaudiano, Santi Cicardo dà il titolo alla sua prima silloge e segna il carattere doppio dei suoi versi. Poesie che stanno in un disequilibrio trattenuto tra estasi e noia, contrazioni di immagini e geminazione di parole, spostamenti di significati e forzature del reale, confusione di potere, lingua e sacralità. Una meditazione sulla morte spesso travestita nei versi colla maschera dell’amore e i coturni delle passioni consuete. In ultimo, una preghiera accorata e dissacrante sull’esistenza, ma presa di sguincio, accostata con cautela, quasi di soppiatto nel suo farsi e disfarsi giornaliero, così: “quasi per caso, come per caso la vita viene e va”. -
Le stelle sopra Rabbah
"Le stelle sopra Rabbah"""" è una raccolta poetica che scontra il grigiore delle metropoli con il sacro e il fiabesco che ancora vive in ognuno di noi, generando una dialettica continua tra immanenza e senso di trascendenza. Le desolazioni paesaggistiche e interiori - non negate - rinascono dalla propria resa, e bagliori arcaici richiamano al dovere, mai esaurito, di una ricerca ostinata dello splendore, come unica dimensione esistenziale possibile." -
Il tempo evolve, posticcia l'umanità
L'opera, una sorta di diario di viaggio in versi, descrive, con un linguaggio metamorfico e immaginifico, l'odissea esistenziale di un'entità psichica non precisata, in uno spaziotempo ai margini della storia afflitto da un'immane catastrofe. Ciò che viene presentato agli occhi del lettore ora con allegria, ora con un'intensa verve drammatica, è un costante senso di minaccia: la parola poetica si evolve sezione dopo sezione, incapace di cogliere con pienezza ciò che cerca di testimoniare. L'epopea è figlia illegittima della poesia italiana degli anni Settanta e della cultura ""Beat"""". La metafora è quella di una pista senza ritorno, che termina sull'orlo di un bivio, e da cui scaturisce un destino di decadenza, degrado e sudditanza."" -
Bocconi di vento
La raccolta si divide in quattro sezioni: Conversari con tematiche esistenziali e sul “fare poesia"". Ricordanze: ritorno all’infanzia e alle figure affettive di riferimento. Di quale amore: si interroga sull’amore, sempre vissuto in prima persona, ma prestato alla domanda sul senso dello stesso. Gli invisibili: per dare voce agli ultimi, ai dimenticati, alla donna violata.. e si articola attraverso testi liberi e un cantico."" -
Memoria del nome
In questa raccolta trovano espressione poetica le immagini di un passato, che drammaticamente affiorano nel presente della parola pronunciata. È questo stesso passato, questo luogo che diviene davvero ""presenza"""" ad essere interrogato dalla poesia mediante immagini apparentemente contrastanti, eppure divenute armoniche nel proposito di comunicare al lettore l'esigenza di una testimonianza dell’inconoscibile, dell'incomunicabile. Il poeta rivive questa memoria, nella ricerca di una parola poetica che sappia riportare alla luce l'esperienza vissuta."" -
Danza di luci e ombre
Un viaggio interiore ed esteriore tra i vicoli del paesino di Sperlonga, gli scorci a strapiombo sul mare, i suoi colori e aromi, le passeggiate in campagna nel silenzio delle prime ore del mattino o le riflessioni dettate dal semplice oziare, dal gioioso e fuori moda ""perder tempo"""". Il punto di partenza è sempre il dettaglio, il particolare, l'oggetto quotidiano più scontato, ma in tale apparente """"insignificanza"""" vengono portate alla luce le dinamiche nascoste, gli intrecci esistenziali."" -
Il Cristo elettrico
"Il Cristo elettrico"""" è un vero e proprio vortice narrativo in cui il tempo lineare della narrazione si fa circolare, ricorsivo, ossessivo, inseguendo a ritroso nella memoria di Enrico il mistero della morte di Maria, l’unica capace di penetrare la bolla di rabbia e scoramento che avvolge il protagonista. Enrico, intellettuale tossicodipendente e poeta, con il suo tono delirante e disperatamente lucido, surreale, filosofico e lirico, un po’ punk e un po’ rapper, tra droghe d’ogni tipo, legali e illegali, kubrickianamente costringe il lettore a tenere spalancati gli occhi davanti alle macerie della nostra società e lo obbliga a continuare a guardare anche quando il panorama diviene più duro e sconvolgente, ad accompagnarlo giù, sempre più giù, in un abisso di violenza inflitta e subita, sino ad arrivare in fondo, ed anche un po’ più in là. Un quadro spietato e barocco degli anni 80 in Italia, vissuti tra Napoli e il litorale domizio, che strizza l’occhio ai ritmi del graphic novel, in cui sarà facile al lettore riconoscere alcuni dei tratti di quel periodo, che negli anni si sono sviluppati e sono mutati, fino a diventare segno inconfondibile del nostro presente."