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Sine macula. Poesie 2007-2019
Il volume raccoglie Uscire dalle mura e Basso Impero, pubblicati da Raffaelli nel 2012 e nel 2016, aggiungendo sequenze inedite e riordinando il materiale alla luce di Delia, ineffabile presenza femminile sempre sul filo dell’epifania, colei che è lì da mostrarsi – com’è inscritto nel suo etimo –, immagine della donna costantemente cercata. Delia è l’idea di Maurice Scève, la Velata che nei suoi lineamenti interiori dà ragione di una traccia sine macula, trasparenza, poesia stessa e tensione del soggetto verso un’edenica relazione con il reale. -
Versi per l'invisibile
La poesia di Filomena Ciavarella si basa su una certezza assolutamente consapevole: la vita ha un senso solo perché c’è la Morte, e il suo “Volto nascosto”. Ma, in realtà, è una poesia fervida e ardente, germinativa e catartica, surreale: la Rivelazione del Segreto e del Mistero. Una Preghiera, un Sogno, una Musica Divina, la ricerca di una Forma, di Forme o della Forma: un percorso di passi e passaggi attraverso lo spirito dell’Invisibile. -
Fiducia nel nulla
Dedicato alla memoria del poeta italo-tunisino Mario Scalesi, ""Fiducia nel nulla"""" è una raccolta di poesie che spinge le ombre delle parole a danzare al coro di madrigali ruvidi. Amore e bellezza in rivoluzione nei chiaroscuri dell'istante, frammenti di vita, ricordi. Percorrendo vicoli stretti dell'anima, Luciano Mastrocola tratteggia i tratti essenziali del tempo vissuto, fiducioso nel poco, nel nulla, che non ha mai generato illusioni."" -
La stanza sgombra
“Scrivere una poesia d’amore/ è già una poesia d’amore.” L’istigazione nasce da questi versi di Adriano Spatola con cui si provava a fare i conti con la poesia nella sua forma più abusata, quella appunto della poesia d’amore. Nel caso di questa raccolta ci si limita all’ambito dell’amor de lohn e ai suoi topoi (la distanza, l’assenza, il desiderio) amplificati dal presente anomalo della “quarantena,” nella ricerca di un impianto linguistico e retorico in grado di lavorare sul linguaggio e verificarne la vitalità anche all’interno di forme chiuse, da abusare. -
L' errare del cerchio
La raccolta si apre con un componimento dal titolo ""Cosa siamo noi"""". Questo testo introduce uno dei tre temi presenti nell'opera, ossia l'universale interrogativo sull'esistenza umana e sul ruolo dell'irrazionale nelle nostre vite. Il secondo tema affrontato riguarda l'incontro con nuovi orizzonti. Il terzo e ultimo tema verte sulla crisi che interessa le democrazie contemporanee, una crisi che passa dall'anomia nei rapporti interpersonali alla distruzione dell'ambiente. Il componimento dal titolo """"L'errare del cerchio"""", recuperando l'approccio dubbioso della prima parte e giocando sull'alternanza tra consonanti dure e deboli e sull'utilizzo delle onomatopee, conclude la raccolta. I tre temi citati, enfatizzati dall'utilizzo di varie figure retoriche, si alternano per tenere viva l'attenzione del lettore su ognuno di essi."" -
L'età detestabile
Una natura antropomorfizzata permea di sé questi versi, caratterizzata da situazioni e problematiche proprie del tempo storico presente, dalle guerre in corso alle ricorrenti crisi socio-economiche. Tale approccio metamorfico alla realtà contemporanea ha la sua forma privilegiata nelle allegorie frante che costellano i testi, mentre la “contaminazione” del linguaggio poetico con altri linguaggi (dall’economico al naturalistico) attesta la necessità da parte della poesia di rapportarsi alla complessità del mondo ricorrendo a linguaggi “altri”. -
Bile
Sotto la superficie del verso, il respiro profila una voce snervata dalle condizioni sociali, che sceglie di dialogizzare con i tessuti e le unità anatomiche, unici interlocutori superstiti nella normalizzazione uniformante dell’ecosistema. Roberto Addeo sottopone alla luce le emozioni, dalla prospettiva di un’entità prigioniera della sua matrice sensoria, consultando i tessuti, le componenti del sangue, il metabolismo, come fossero combattenti in prima linea in un conflitto il cui rivale avanza ineffabile nell’ombra della disinformazione. Il poema ""Bile"""" riesce a coniugare l’estro e la sperimentazione linguistica con la munificenza comunicativa, e il suono riscopre nell’eremo dell’isolamento la sua ragion d’essere un dilemma compiuto."" -
Poema freddo
I versi di Nguyen Chi Trung hanno un segreto, sono uccelli ebbri di vita come in Mallarmé. In essi affiora la forza dell'attesa, del filo d'erba di brughiera di Apollinaire. I rami robusti della cultura occidentale s'innestano in quel grande albero, le cui radici attingono nel profondo humus della cultura orientale. -
Ipotesi per una bambina cyborg
"Ipotesi per una bambina cyborg"""" è concepito come un trattato filosofico-scientifico. Preceduto da una bibliografia essenziale, composto di due parti e terminante in un corollario ci racconta la necessità di postulare una nuova infanzia del mondo, una cultura dell’inermità e del rispetto, un riconoscimento empatico dei molteplici altri da noi, «molti dei quali» per dirla ancora con Braidotti «nell’era dell’antropocene, semplicemente non sono antropomorfi». La poesia è rivoluzione e purezza, è la bambina cyborg per eccellenza. Sottolineano, infine, la dedica iniziale e la sezione dedicata alla poetessa statunitense Anne Sexton. Post-fazione di Maria Luisa Vezzali." -
Le rondini ad esempio
Verseggiare breve, quasi sincopato, colmo di tratteggi e immagini pregni di colori spesso cupi. Un vagabondare nella vacuità della vita, con linguaggio ricercato che aumenta lo spessore del pensiero. Volutamente le composizioni non hanno titolo, come a dirci del senso e del tutto in ciascuna di esse. -
Nord - e poi un giorno
Le liriche che compongono la raccolta sono tessere di elevata concentrazione polisemica, che richiamano momenti e luoghi diversi in costante dialogo tra loro; i testi sono organizzati in nuclei spaziotemporali semi-indipendenti, strettamente ancorati a luoghi reali (il porto di Atene, le Alpi, o le città andaluse) ma riattraversati da una percezione soggettiva a volte estremamente rarefatta. Come il pendolo che apre la silloge, l’io lirico oscilla dunque tra passato e presente, ripercorre frammenti di viaggi e racconti, attraverso memorie principalmente sensoriali (suoni, odori) che riconducono a paesaggi diversi: vedute marine alternate a scene campestri, prospettive metropolitane che lasciano spazio a scorci montani. La Natura domina il filo dell’espressione poetica, insieme alla presenza costante di elementi musicali e coreutici, veicolati dalla scelta di un lessico fortemente ritmico. -
Il caso Moro tra storia e finzione
Dal 1978 a oggi, Leonardo Sciascia, Alberto Arbasino, Dario Fo, Giuseppe Ferrara, Marco Bellocchio, Giorgio Vasta, Daniele Timpano e numerosi altri scrittori, drammaturghi, cineasti si sono appropriati del caso Moro trasformandolo in un oggetto narrativo all’incrocio tra storia e finzione. Questa abbondante produzione fittiva è al centro del presente saggio: l’accurato censimento dei testi e la loro analisi approfondita si accompagnano in questo volume ad una riflessione più ampia sulla relazione tra l’evento e la sua rappresentazione artistico-letteraria, che consente di interpretare con sguardo critico lo slittamento di Aldo Moro da figura storica “reale” in homo fictus e di aggiornare alla luce di nuovi elementi la questione spesso dibattuta delle influenze reciproche tra riscritture del caso Moro e immaginario collettivo. -
Teatro. Vol. 1: Stazione centrale-Tre minuti alle quattro
Stazione centrale: dramma in due atti. Intorno a una bancarella davanti alla stazione centrale di una grande città come tante nel mondo, cinque persone vivono il loro inferno quotidiano. Lijing, una sex worker; Vito, un barbone ex prete; Bruno, un giovane spacciatore; Lindo, il boss, ed Endrit, suo assistente, sfruttatori spietati. L’amore imprevisto di Bruno per Oltijiana, adescata con la promessa di un lavoro stagionale e destinata alle notti brave di uomini perbene, rompe l’equilibrio e innesca la tragedia. La storia raccontata dimostra che la schiavitù della prostituzione è sotto i nostri occhi, ma torna comodo non vederla. Tre minuti alle quattro; sarabanda per atto unico. Mancano tre minuti alle quattro di un gelido giovedì d’inverno. Gasparo, un sessantenne, si sta suicidando. La realtà si deforma, i suoi pensieri si amplificano, si contraggono in una sarabanda infernale di paure, disperazione e pentimento, mentre una seducente Madame M volteggia frenetica. Ma, alla fine, tutto potrebbe essere soltanto un incubo destinato a svanire con le luci dell’alba nascente. Il lettore/spettatore ha un solo indizio per capirlo. -
Le note dell'anima
La donna a cui è dedicata questa silloge, Elisa, è una figura femminile realmente esistente: l’incarnazione dei palpiti amorosi, colei che fa vibrare le corde del cuore al poeta milanese Marco Galvagni che sa benissimo essere destinata a lui per un gioco magico del destino. Magia ve n’è in abbondanza in queste poesie, in particolare nella terza sezione dove la proiezione futura delle velleità di Marco Galvagni trasmuta l’astrazione dei desideri in realtà. Se in poesia esiste una tangenza fra universo esteriore e mondo interiore dell’io narrante in questa silloge tale tangenza diventa osmosi, emblema rivelatore d’un’anima dai connotati onirici. Lo stile non è né classico né postmoderno bensì tradizionale ed esprime una voce unica, tagliente e coraggiosa del nostro panorama poetico. -
Tempo 4/4
“tempo 4/4” esplora la consapevolezza dei limiti dell’esistenza, il rapporto con la poesia e l’impossibilità di darsi all’Altro. Le 25 poesie contenute nella silloge tracciano un percorso di riflessione sull’identità e sulla finitezza dell’esperienza umana, filtrata attraverso app di incontri, riverberi religiosi e spirituali, omaggi ad artisti e poeti (Derek Jarman, la Beat Generation), e la sessualità queer. I versi in “tempo 4/4” scandagliano l’odierno caos esistenziale e comunicativo con un linguaggio a tratti ermetico e con travasi dall’inglese. Il tempo a cui fa riferimento il titolo è sia il tempo esistenziale sia la metrica della musica house, che qui funge contemporaneamente da sottofondo e strumento salvifico per sopperire allo scarto tra la bellezza dell’universo e il vivere quotidiano. -
Terra Betlemme
Il senso di vuoto interiore e la violenza assassina che si alimentano reciprocamente in una folle corsa che sembra precipitare il mondo verso l’abisso, fondati sull’irresponsabilità e l’arroganza umana. E, dall’altra parte, inconciliabili, le migliori qualità dell’uomo, che si esplicano nella Natura, che sembra attendere e invocare da questi il coraggio e la prassi della speranza. Una generazione, perciò, che appare fallimentare, ma che può ancora salvare se stessa e il mondo in cui vive, se riscopre la capacità e la forza di riconoscere i propri errori e di agire in maniera diversa. La poesia e la Natura, allora, quali luoghi ultimi, selvaggi e incontaminati, reali e spirituali, dove ancora vive la speranza, dove la Terra è la Betlemme dell’Universo, dove anche la solitudine dell’uomo, alla ricerca del senso profondo della vita, può trovare refrigerio. -
Scorporare
Itinerario conoscitivo tra le immagini, ""Scorporare"""" è un dialogo amoroso ininterrotto, una raccolta di liriche quotidiane, metafisiche, politiche che delineano il tempo di un'attesa infinita e incompresa. Segnata dai temi della contemporaneità, la silloge interroga la realtà un pezzo alla volta, cercando di trascrivere ciò che si cela sotto il manto delle parole, di opporre alla paralisi dell'angoscia una volontà di rivolta. La poesia è forse l'ultima ermeneutica possibile; ma se il mondo è un libro, """"Scorporare"""" è l'opera di un copista dislessico e ostinato."" -
EUgoslavia
"EUgoslavia non racconta l'esilio o la nostalgia di un luogo, ma la memoria di un luogo che non esiste più, fagocitato dalle piccole patrie. E simili sono le piccole patrie in cui l'umanità, solo apparentemente più globale, si confina, in assenza di visioni. Le relazioni umane diventano mondi chiusi senza prospettiva, come l'ultimo campionato vinto da una squadra il cui paese di provenienza è appena scomparso. Nessuno vince."""" (Carla Mussi)" -
Leggeri arredi
L'io lirico si accompagna ad un tu-amico in un ménage che scorre con leggerezza anche quando il primo tenta un approccio amoroso cui il secondo si nega affermando di non essere gay. Sullo sfondo della vicenda intima fanno capolino alcuni problemi della vita collettiva. Al disorientamento dei due corrisponde la disarticolazione della narrazione in frantumi, che però non impedisce la ricostruzione dei fatti. Unico punto fermo pare essere il ritornare di alcuni oggetti d'arredo in un'atmosfera ironica e gattescamente ambigua. -
Non uso più il rasoio a lama
La poesia di Calandra segue momenti e movimenti della sua vita, con continui cambiamenti in corrispondenza di crisi esistenziali e violenze subite.