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Hermann. Un ebreo tedesco nella Roma del dopoguerra
Hermann è un ebreo tedesco, di formazione rabbinica, un intellettuale, amante della musica e dell'arte italiana. Dopo una permanenza in America durante la Guerra, fa ritorno in Italia con l'illusione di ritrovare una fanciulla della quale si era invaghito. Deluso dall'incontro con la persona dei suoi sogni, incapace di adeguarsi a un'Italia sconfitta e impoverita, decide di dedicarsi all'istruzione delle classi povere degli ebrei romani. Nel corso di questi tentativi crede di aver trovato l'amore vero. Un'esistenza alla ricerca di una vita affettiva e intellettuale quasi sospesa fra un passato che non torna più e un futuro carico di valori nuovi nei quali il protagonista della storia non riesce a ritrovarsi. -
Il cinema russo oggi
Nel 1980 la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro organizzava la maggiore retrospettiva italiana del cinema sovietico: era l'epoca in cui si andava conoscendo l'opera di Andrej Tarkovskij o il talento di registi emergenti come Nikita Michalkov. Oggi, dopo i turbolenti anni novanta quando si è consumata la storica transizione alla Federazione russa e la morte del socialismo reale, in una situazione politica del tutto mutata, si assiste a una piena rinascita del cinema russo che si è affermato nei maggiori festival internazionali con opere come ""Il ritorno"""" (2003) di Andrej Zvjagincev, """"Kak ja provel etim letom"""" (t.l.: """"Come ho trascorso l'estate"""", 2010) di Aleksej Popogrebskij, """"Playing the Victim"""" (2006) di Kirill Serebrennikov, """"Bumaznyj soldat"""" (t.l.: """"Il soldato di carta"""", 2008) di Aleksej German jr. Il presente volume analizza il passaggio dal cinema sovietico a quello russo che, a partire da una grande tradizione, ha finalmente superato un momento di appannamento produttivo e artistico. In questo cinema del terzo millennio dove forte e trainante è il ruolo delle donne registe, pochi sono i segni distintivi: molti film sono ambientati in provincia, lontani da Mosca o Pietroburgo, da nuovi ricchi, mafiosi o poliziotti corrotti; in essi alberga un sentimento quasi bucolico, colto talvolta con sguardo ironico o documentario nei confronti di una realtà difficile e complessa, ma anche, in filigrana, l'incubo della guerra e, sullo sfondo, una Russia ancora rurale."" -
Il cinema di Pedro Almodóvar. Dal postmoderno al contemporaneo
Dai primi lungometraggi agli ""Abbracci spezzati"""", il volume ripercorre l'intera produzione cinematografica di Pedro Almodóvar. In quasi trent'anni di attività artistica il regista è riuscito a portare all'attenzione del pubblico internazionale il proprio personalissimo universo creativo. Tanto da imporre l""""'Almodóvar's touch"""" come cifra stilistica ormai riconosciuta a livello globale. La storia di successo di un autore partito da condizioni di assoluta marginalità diventa tuttavia tanto più interessante quanto meno il regista spagnolo viene ingessato nelle vesti di un preteso """"classico"""" del cinema. Molto più stimolante è guardare alla sua produzione artistica come a un magmatico flusso di visioni e di pulsioni che incrocia il grande mutamento intervenuto a cavallo fra i due secoli nel nostro mondo morale e sentimentale. Un fiume dal percorso spesso oscuro, ma misteriosamente collegato alle vicende della contemporaneità. E a tale collegamento che è interessato in primo luogo questo libro."" -
Patrie visioni. Saggi sul cinema italiano 1930-1980
I saggi di Lino Micciché qui raccolti riguardano tutti lo stesso argomento, il cinema italiano, e nascono tutti da circostanze identiche, in quanto sono tratti da libri collettanei, molti dei quali curati dallo stesso Micciché, dove venivano pubblicate le relazioni tenute in convegni organizzati, come iniziative collaterali, dalla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, allora da lui diretta, per analizzare, discutere, revisionare criticamente periodi o episodi particolari della storia della nostra cinematografia. Questi saggi sono dunque frutto, principalmente, del critico, ma pure, e insieme, dell'operatore culturale: in essi vi è ripetutamente traccia delle sue competenze ed esperienze nei diversi ambiti cinematografici, quelli riguardanti, oltre il linguaggio e l'arte filmica, l'economia, la politica, le istituzioni del cinema. E naturalmente vi è anche tutta una serie di rimandi ai diversi contesti (culturale, sociale, storico) che in qualche misura hanno condizionato l'ispirazione e la realizzazione delle opere filmiche esaminate, e che in queste hanno trovato espressione e giudizio. -
Canzoni della giovinezza perduta
Un giovane alla moda costretto a fare il cameriere in un cafonissimo matrimonificio dove viene scoperto dalla ricca ragazza che sta corteggiando. L'inesperto medico romano spedito in un paesaccio del Meridione che insieme all'amore troverà una nuova e assai inquietante famiglia. L'ambizioso pittore che, finalmente sul punto di diventare famoso, scopre il critico che doveva lanciarlo in fin di vita. E ancora il rocker venditore di pentole Continental che il destino fa finire tra le braccia della ""donna più bella del mondo"""" rendendolo intanto impotente come l'aspirante scrittore, suo amico, rivelerà nel romanzo d'esordio, zeppo di altri imbarazzanti segreti. Questi e altri ancora i protagonisti di """"Canzoni della giovinezza perduta"""" che, rincorrendosi di racconto in racconto, danno vita a un travolgente romanzo sul fondale di una provincia del Sud dagli orizzonti mai così vasti e luminosi. Grazie a loro, alle loro storie intessute di illusioni e inganni, avventure e sogni, comiche acrobazie sessuali e tragici equivoci del cuore, Gaetano Cappelli evoca, come in una struggente canzone, quel particolare momento della vita di ognuno che coincide con il sospirato debutto nel mondo del lavoro e la malinconica fine della giovinezza."" -
Roberto Pane tra storia e restauro. Architettura, città, paesaggio
"A circa ent'anni dalla scomparsa di Roberto Pane e dalla pubblicazione di una raccolta di suoi saggi è sembrato doveroso rendere omaggio con un convegno, di cui qui si pubblicano gli atti, a un maestro che ci ha insegnato che «la cultura non può difendere e conservare la propria autenticità se non affermando una sua politica; e che questa politica non può essere quella del potere, poiché le spetta il compito - e insieme il coraggio - di essere critica intransigente ed autonoma a qualsiasi potere». Nel volume si ritrovano riflessioni, condotte da studiosi appartenenti a più generazioni, su temi fondativi nel pensiero di Roberto Pane ma anche su questioni finora meno esplorate e pur meritevoli di ulteriori approfondimenti. Dai saggi emerge come i numerosi relatori del convegno abbiano stabilito una dialettica con i più remoti saggi di Pane e con quanto già pubblicato in merito alla sua riflessione, apportando ulteriori e diverse interpretazioni; tutto ciò allo scopo di cogliere quanto, del lavoro profuso dal maestro, possa oggi essere ancora oggetto di continuità e di estensione, sia pure problematica."""" (S. Casiello)" -
L' America del progresso. Un secolo di sinistra americana da Roosevelt a Obama
Una storia di passioni e di idee che ha attraversato le diverse stagioni del ventesimo secolo, dal populismo di inizio Novecento fino al clintonismo degli anni novanta. Una narrazione non accademica che ricostruisce il filo di storie di uomini e idee, voti e militanza, lungo il quale Barack Obama non è più un fenomeno a sorpresa ma il punto d'arrivo di un secolo di politica. Guardando anche alle più recenti difficoltà dell'amministrazione Obama, John Podestà fornisce al lettore italiano una chiave di lettura della politica americana originale e lontana dalle banalizzazioni. -
Ho visto morire il comunismo
Renzo Foa è stato un lucido osservatore della realtà impegnato nella costante ricerca della verità. Una ricerca che lo ha condotto gradatamente dalla critica - maturata attraverso l'esperienza di corrispondente dai paesi del ""comunismo reale"""" - alla rottura con """"l'Unità"""" e al distacco totale nei confronti del partito e dell'ideologia, fino a quella """"traversata nel deserto"""" che è stata la sua vicenda umana e professionale degli ultimi anni. """"Ho visto morire il comunismo"""" raccoglie alcuni scritti che segnano le tappe fondamentali del percorso di Foa: le riflessioni sul Vietnam e la Cambogia, dopo gli anni dei grandi reportage in Estremo Oriente, quando la politica estera era divenuta per lui mestiere e passione; gli incontri con Gorbaciov, Dubcek, Jaruzelski e Mario Chanes; i ritratti delle sue """"cattive compagnie"""": Patrice Lumumba e Margarete Buber-Neumann, Viktor Kravcenko e Arthur Koestler, Ronald Reagan e Karol Wojtyla, personalità molto diverse tra loro ma accomunate dalla ribellione al conformismo e dall'attaccamento alla libertà. Queste pagine di storia, raccontate con una rara onestà intellettuale, ci restituiscono l'essenza della ticetca di Renzo Foa, """"un uomo del suo tempo lo definisce Lucetta Scataffia nell'introduzione - uno di quei giovani che hanno creduto che con la politica si potesse risolvere tutto; per questo si può considerare la sua vita come emblematica, attraversata com'è dal dramma delle ideologie del Novecento"""". Introduzione di Lucetta Scaraffia."" -
Delitto di mezza estate. Le inchieste del commissario Wallander. Vol. 7
Notte di solstizio: tre giovani in una macchia isolata del bosco nei pressi di Osterlen. Qualcuno li spia. La loro festa si tinge di sangue. Intanto, la quiete della centrale di polizia di Ystad è spezzata dal ritrovamento del corpo di Svedberg, da anni collega di Wallander, ucciso da tre colpi di pistola sparati in pieno volto. Due foto tra le carte di Svedberg convincono Wallander dell'inesorabile intreccio tra i due casi di omicidio, ma l'assassino è sempre un passo in anticipo sulle mosse degli investigatori, che sono alle prese con gli inquietanti segreti di ""uno di loro"""", un uomo che credevano di conoscere. È impossibile intuirne i movimenti, prevedere chi sarà la sua prossima vittima: in una calma apparente cova la follia criminale."" -
La duchessa di Amalfi. Testo inglese a fronte
Tragedia tra le più fosche e dolenti del teatro giacomiano, ""La duchessa di Amalfi"""" è una storia di potere e sopraffazione, di inganni crudeli e violenza efferata, ambientata in una Italia rinascimentale immorale e corrotta in cui si agitano, tra orrore e pietà, fantasie allucinate e inconfessabili desideri. Ma è, soprattutto, la storia di una donna coraggiosa, vedova trasgressiva e vigorosamente sensuale, che non esita a porre la passione privata al di sopra delle ragioni della politica, della conservazione della stirpe e del patrimonio. Un grande personaggio femminile perché anche intensamente materno, che partorisce di fatto """"in scena"""" (unicum nel teatro dell'epoca) a testimonianza della sua indomita vitalità. Attorno a lei si muovono, sinistre e ambigue, le figure maschili del potere e dell'inganno: i fratelli tiranni, e Bosola, 'villain' introverso e sardonico 'malcontento' che, in un sottile gioco metateatrale, osserva il suo duplice ruolo di protagonista e di attore di un dramma di cui non ha compreso appieno la prismatica essenza."" -
Il segreto di Nadia B. La musa di Michelstaedter tra scandalo e tragedia
Talora una verità rimossa ritorna, dopo una lunga attesa. Il buio per tanto tempo e, all'improvviso, un nome e un volto, in uno spiraglio di luce. Quanto basta perché nasca un'inchiesta emozionante che si svolge tra Pietroburgo, Odessa, Berlino, Londra e Firenze, sul destino di Nadia, una giovane anarchica russa, protagonista di un suicidio spettacolare. Sullo sfondo, la rivoluzione del 1905, una società resa immobile dai pregiudizi e dalle ingiustizie sociali, una trama di sogni politici. E una vicenda tutta al femminile, il cui ritmo segue il graduale disvelarsi degli indizi e che al suo apice assume i contorni di un thriller internazionale. Una storia che, in Italia, incrocia la parabola di Carlo Michelstaedter, di cui Sergio Campailla è il massimo conoscitore, con un impatto decisivo e sin qui insospettabile. A distanza di cento anni dagli avvenimenti narrati, ""Il segreto di Nadia B."""", con il suo incalzare di sorprese e rivelazioni, rese possibili anche dall'apertura degli archivi dopo il crollo dell'Unione Sovietica, unisce la forza del racconto alla profondità della ricerca storica. Mentre apre un territorio nuovo, pone domande inquietanti che affascineranno il lettore per la loro attualità."" -
LA guerra delle moschee. L'Europa e la sfida del pluralismo religioso
Nel dibattito politico europeo, la parola moschea sta per islam, e l'islam spesso evoca l'Altro, il Nemico. E un trasferimento di significati che rivela tutta la difficoltà dei paesi europei nella transizione verso il pluralismo religioso. L'islam è ormai dentro lo spazio pubblico, oggetto di dibattito e di conflitto culturale e politico, come ha dimostrato il referendum svizzero contro i minareti del novembre del 2009, e come mostrano tante polemiche intorno alle moschee che attraversano l'Europa, dalla Svezia all'Italia. Questo libro colma un vuoto e offre per la prima volta un quadro dettagliato delle moschee in Europa e un'analisi comparativa della presenza musulmana, paese per paese. E uno strumento indispensabile per conoscere un tema spesso citato in modo approssimativo, per uscire dagli estremismi inconcludenti, per trovare soluzioni all'altezza di un'Europa lungimirante e pluralistica, capace di far valere sia la libertà di culto che le garanzie di sicurezza, e per capire qual è davvero la posta in gioco, per il presente e per il futuro. -
L' alternativa liberale. Malagodi e l'opposizione al centrosinistra
L'avvento del centrosinistra, con l'esclusione dei liberali dal governo, sancì nei primi anni sessanta del Novecento il distacco della Repubblica italiana dalla tradizione dello Stato nazionale prefascista. Al tempo stesso segnò il definitivo affermarsi dei partiti quali attori principali sulla scena pubblica italiana e avviò il progressivo scivolamento verso sinistra che avrebbe portato alle dinamiche consociative degli anni settanta e al prevalere delle ragioni della politica su quelle del mercato. Giovanni Orsina affronta la storia politica del decennio 1953-1963 basandosi sulle carte, finora mai utilizzate, del ricchissimo archivio di Giovanni Malagodi, per riconsiderare quell'""alternativa liberale"""" che puntava a trasformare l'Italia in un terreno favorevole allo sviluppo ordinato e democratico dei talenti individuali, contrapponendosi fermamente a ogni tentazione autoritaria, clericale, totalitaria, ma anche partitocratica e clientelare. Questo libro getta una luce nuova sugli avvenimenti di quegli anni e propone un'interpretazione originale del sistema politico italiano, osservando per la prima volta la storia repubblicana dalla parte dei liberali, ossia di chi dagli anni sessanta uscì sconfitto."" -
Gli Ismailiti. Storia di una comunità musulmana
Gli Ismailiti sono oggi presenti come minoranza religiosa musulmana in più di venticinque paesi. Nonostante le loro origini risalgano al periodo fondativo dell'Islam, la loro storia è ancora per molti aspetti avvolta nella leggenda, anche a causa delle interpretazioni distorte che ne sono state date sia all'interno della comunità musulmana sia in Occidente. Dalla filosofia al diritto, dall'arte alla storiografia e alla letteratura, gli Ismailiti hanno contribuito in maniera decisiva alla formazione della civiltài slamica e parte di questa grandiosa eredità culturaleè stata assorbita dalla Sicilia. Farhad Daftary, tra i maggiori esperti mondiali di ismailismo, propone un quadro storico che lascia ampio spazio agli aspetti religiosi e dottrinali e al pensiero filosofico, concentrandosi in particolare sulle diverse tradizioni e istituzioni intellettuali elaborate dagli Ismailiti e sulle risposte alle sfide e alle circostanze avverse che essi hanno spesso incontrato nel corso della storia. Partendo da un esame critico delle fonti storiografiche, il libro copre il periodo compreso tra la metà dell'VIII secolo e i giorni nostri, rivelandosi uno strumento non soltanto per esperti e studiosi,ma per quanti desiderano conoscere la storia di questa importante comunità musulmana. -
Schermi di regime. Cinema italiano degli anni trenta: la produzione e i generi
Un'analisi per generi della produzione cinematografica italiana degli anni trenta, aggiornata alle più recenti ricognizioni teoriche. L'obiettivo è rompere la griglia ideologica e critica tradizionale entro la quale il cinema fascista è stato costretto in passato, per mettere a fuoco indirizzi estetici e narrativi, tendenze culturali e l'intensa sperimentazione di forme e pratiche provenienti da mezzi di comunicazione differenti: dal teatro di prosa e di rivista all'avanspettacolo, dalla radio ai rotocalchi e ai periodici illustrati. -
Il predicatore. I delitti di Fjällbacka. Vol. 2
Da più di vent'anni una dolorosa faida lacera la famiglia Hult: Ephraim, il predicatore che infiammava le folle promettendo guarigione e salvezza, ha lasciato ai suoi discendenti un'eredità molto controversa. Il peso del sospetto continua a gravare su un ramo del clan, coinvolto suo malgrado nella sparizione di due ragazze risalente a molti anni prima. Una vicenda che nel delizioso paesino di Fjallbacka, sulla costa occidentale della Svezia invasa dai turisti per la bella stagione, torna a essere sulla bocca di tutti dopo l'omicidio di una giovane donna, quando in una splendida gola naturale, sotto quel corpo martoriato, la polizia scopre anche i resti di due scheletri. La calda estate di Erica Falck e Patrik Hedstròm, che presto avranno un bambino, viene cosi sconvolta da un'indagine che, in un'angosciosa lotta contro il tempo, cerca di sviscerare i meccanismi della seduzione del potere, sfidando la malevolenza di una piccola comunità di provincia carica di segreti. In questo secondo episodio della serie di Erica Falck, Camilla Lackberg si conferma maestra nel tessere gli intrighi di una società chiusa, dove l'apparenza conta sopra ogni cosa e scoprire cosa accade realmente nella vita degli altri si rivela un'impresa alquanto complessa. -
J.A.S.T. Just another spy tale
New Jersey, 2007: qualcosa di molto pericoloso viene rubato da una base militare del governo americano. Quattro agenti segreti si mettono sulle tracce dell'oggetto misterioso, lo inseguono attraverso tre continenti sfidando la morte per portare a termine la missione. Aisha, l'esotico fiore all'occhiello della CIA, Mordechai Dekhnavitsh, il numero uno del Mossad e Viscardi, lo spietato assassino del Vaticano. Tutti i servizi del mondo sono a caccia della Spia, l'uomo senza nome che ha rubato ciò che potrebbe cambiare le sorti dell'intero pianeta. J.A.S.T. è un romanzo, ma non è solo un romanzo. I tre volumi contenuti nel cofanetto raccolgono i dieci episodi della serie che rivoluzionerà la narrativa d'azione. Ogni episodio di J.A.S.T. ha un tempo di lettura di circa quaranta minuti, la durata delle puntate delle fiction televisive americane. -
L' eroe dei due mari
Taranto, la città dei due mari, dei tre ponti e dei mille problemi. La città della Marina Militare e dello stabilimento siderurgico più grande d'Europa, con record in fatto di inquinamento e morti bianche. Taranto, periferia da sempre, viene portata da un sensazionale evento sportivo al centro dell'attenzione mondiale, dibattendosi fra velleitari sogni di riscatto e l'immagine inevitabilmente folkloristica che ne danno i mass media: Luis Cristaldi, attaccante brasiliano dell'Inter, uno dei migliori calciatori al mondo, in ossequio a un insolito voto annuncia di voler giocare una stagione gratis nel Taranto, squadra di Serie C1 che, ripescata in B, grazie alle prodezze del suo nuovo campione sogna la promozione in Serie A per la prima volta nella sua storia. Ma attorno all'euforia dell'intera popolazione tarantina per l'idolo sudamericano - dalla tifosa che sta per sposare uno dei pochi uomini che disprezzano lo sport nazionale al disoccupato depresso deluso dal calcio, dal sindaco della città all'usciere del Comune che darà al suo primo cittadino lezioni di comunicazione di massa, dall'inviato di un'importante testata sportiva ai giornalisti locali - resta la città con i suoi problemi socioeconomici, la malapolitica, la disoccupazione. Intanto misteriose voci al telefono tramano nell'ombra lasciando presagire clamorosi sviluppi. -
Cuor di veneto. Anatomia di un popolo che fu nazione
Per capire davvero un luogo bisognerebbe esserci nati. Stefano Lorenzetto è veneto, figlio orgoglioso di un popolo che fu per i.ioo anni nazione, e in questo libro ci racconta la controversa regione d'Italia attraverso le storie dei suoi poliedrici abitanti, eredi della repubblica più longeva che si ricordi sulla faccia della Terra. Partendo dalla sua esperienza personale di povertà e fatica, l'autore smonta molti stereotipi giornalistici, per arrivare alla conclusione che non l'Italia, bensì il Veneto, è una repubblica fondata sul lavoro: ""Il lavoro non è nemmeno un dovere, per i veneti: è il senso stesso del vivere"""". I veneti che mugugnano ma sgobbano, che protestano contro la rapacità dello Stato ma pagano le tasse, che sognano l'indipendenza ma non si appellano mai a vallate in armi, che si mostrano sospettosi con gli stranieri ma ne accolgono più di qualsiasi altra regione d'Italia dopo la Lombardia, che non sono ancora pronti a fondere il bianco col nero ma continuano a mandare i missionari a morire in Africa sulle orme di monsignor Daniele Comboni, che sembrano aridi ma vantano un'impressionante fioritura di opere buone, che tirano su capannoni ma si struggono di nostalgia per le ville palladiane, hanno ancora quest'enorme fortuna di ricordare da quali sacrifici è scaturita la loro ricchezza e di vivere come se tutto fosse in prestito, come se l'incantesimo potesse rompersi da un momento all'altro."" -
Zoe. Canzoniere per una barboncina
"Zoe è stata con noi per dieci anni, era una cagnetta buona e paziente, e da lei ho imparato tante cose sulla vita e sulla morte. Ogni tanto mi ha suggerito dei versi, brevi madrigali che poco alla volta hanno composto questo canzoniere. È la storia di un'amicizia piena di gioie e timori."""" (M. Lodoli) Introduzione di Maria Grazia Cini"