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Russia. Kamchatka, Mar Bianco e Balaklava
Ai confini della Russia. Tre racconti immaginari per scoprire altrettanti luoghi situati ai confini della più grande nazione del mondo, la Russia. Tre punti estremi, diversi per storia e geografia, ma accomunati da una sola cultura, quella del popolo russo dal periodo sovietico a oggi. Con Boris e Irina partiremo da una delle regioni più spettacolari e remote, la Kamchatka, e ci immergeremo nella vita dei pionieri degli anni Settanta, con orsi, salmoni, vulcani e sommergibili. Ci trasferiremo poi nelle regioni del Mar Bianco, poco conosciute seppur ricche di storia e antiche usanze, dove conosceremo la popolazione Sami. Saremo infine condotti nel paradiso della penisola di Crimea, al sole e al caldo, dove scopriremo vini pregiati come il noto champagne insieme alle diffuse tracce lasciate dagli italiani in questa meravigliosa regione oggi difficilmente raggiungibile a causa della guerra. -
Istantanee di un campione
"È stato un onore essere suo compagno di squadra al Napoli e alla Juventus, ma lo ammiravo già prima. Quando eravamo insieme a Napoli, portavamo 80.000 tifosi allo stadio e 10.000 in trasferta! Un grande campione"""" (Dino Zoff). """"Ricordo che ero un giocatore della Juventus, mi trovavo sul pullman al fianco di un dirigente, il conte Cavalli d’Olivola, e dissi chiaramente: “se vogliamo vincere di più, dobbiamo prendere José Altafini! Per fortuna mi ascoltarono”."""" (Fabio Capello). """"Abbiamo fatto un percorso quasi uguale: abbiamo giocato nel Milan, nel Napoli e nella Nazionale Italiana. La catena che ci lega non si è mai spezzata."""" (Angelo Benedicto Sormani). """"Altafini? Simpatia 10, conoscenza del calcio 10, passione per il calcio e gli sport 10, passione per la vita 11! Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo! Unico."""" (Vincenzo Pincolini)" -
La nuova guerra mondiale. Dall’Afghanistan all’Ucraina
... era una terza guerra mondiale “a pezzi”; oggi forse possiamo dire “totale”. L’osservatore romano. La guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina rappresenta il de profundis della lunga pace fredda iniziata con la conferenza di Yalta nel lontano 1945. Da quella data per settanta anni nessun Paese vincitore della Seconda guerra dotato di armi nucleari aveva mosso le armi contro uno stato sovrano sul suolo europeo. Guerra che immediatamente è diventata scontro indiretto tra Washington e Mosca; conflitto che ha segnato il coinvolgimento e rafforzamento della nato. Scontro multidimensionale, militare, politico, economico, diplomatico, mediatico. Con il resto del mondo che non è rimasto a guardare, in primo luogo la Cina che sta utilizzando in modo opportunistico la sua vicinanza alla Russia per rafforzare la sua leadership mondiale a partire dai brics. Mentre si gioca la nuova partita per il potere mondiale, purtroppo non stupisce il ruolo da comprimario dell’Unione Europea incapace di iniziativa autonoma. -
Ucraina 2019-2023. Dalla pausa alla catastrofe
La guerra in Ucraina è il conflitto internazionale più pericoloso dalla crisi dei missili di Cuba del 1962... Non si dovrebbe mai sottovalutare quanto spietate possano essere le grandi potenze quando credono di essere in gravi difficoltà. The Economist Il 24 febbraio 2022 le forze russe hanno attaccato l’Ucraina. Per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale due paesi sovrani sono in guerra nel cuore dell’Europa. Attraverso la cronaca degli ultimi quattro anni questo libro ripercorre i passaggi che da una situazione già critica e anzi potenzialmente esplosiva hanno portato a una catastrofe destinata a segnare il destino del continente e a ridefinire gli equilibri geopolitici planetari. Era un esito evitabile? Forse. Ma poco o nulla è stato fatto, da parte di tutti gli attori in campo, per modificarlo. E così la nuova Ucraina di Volodymyr Zelensky rischia di essere smembrata con tragiche perdite umane mentre la Russia di Vladimir Putin si avvia a un destino di drammatico isolamento. Sullo sfondo il confronto tra le potenze che si contendono l’egemonia mondiale: l’America di Joe Biden e la Cina di Xi Jinping. -
Particelle elementari e le leggi della fisica
I due testi qui raccolti hanno come argomento l'unione tra la meccanica quantistica e la relatività. Feynman descrive la realtà fisica alla base della previsione dell'antimateria, a partire dalle tesi di Paul Dirac, e Weinberg mostra quanto siano stretti i vincoli che la teoria quantistica e la relatività esercitano sulle leggi della natura. -
L' abbraccio del Tao. Pratiche sessuali taoiste e alchimia secondo gli antichi insegnamenti cinesi. Posizioni, metodi, esercizi
Nella Cina antica il rapporto sessuale non era semplicemente l'atto con cui si genera una nuova vita o un'importante esperienza di piacere corporeo, ma un'occasione per coltivare la salute e la crescita dello spirito, dal momento che l'unione uomo-donna ricostruisce l'originaria fusione di cielo e terra, di yin e di yang. Le energie sessuali sono quanto di più abbondante, vitale e prezioso l'essere umano abbia a disposizione: per questo gli insegnamenti dei maestri taoisti e le raccomandazioni della medicina cinese erano volti tanto a preservarle, quanto addirittura a raffinarle tramite l'utilizzo di tecniche alchemiche, allo scopo di accedere a livelli superiori del sé. La lettura di questo volume potrà perciò essere effettuata a più gradi: per trarre pieno godimento dal sesso, aiutati anche dai disegni che illustrano le posizioni proposte; per rafforzare la salute, attraverso la stimolazione di tutti i sistemi energetici del corpo; per promuovere, infine, un'evoluzione spirituale sia personale che di coppia. -
Il piccolo libro delle nuvole. Un mondo di meraviglie appena sopra di noi
Le nuvole sfuggono alle classificazioni, si dileguano davanti alle rappresentazioni, mettono in discussione le definizioni, disobbediscono alle regole, superano i confini, sia geografici che disciplinari, confondono i campi. Sono schermi di separazione e al tempo stesso di unione tra la terra, finita, e il cielo, infinito. Sono elementi metaforici e reali, simbolici e materiali. Sono cose, ma anche segni. Non temono le contraddizioni, contengono gli opposti, coltivano le antinomie. Sono duplici e ambivalenti. Sono forme senza forma. Ma c'è qualcosa di più, oltre alle nubi: ci siamo noi e il nostro sguardo su di loro... Un viaggio alla scoperta delle nuvole tra arte, scienza, letteratura, illustrazione e filosofie orientali. -
A tavola con il dottor Balanzone. Storia, tradizioni e ricette della cucina bolognese
"Questo non è un semplice compendio di ricette tradizionali. Sì, ci sono anche quelle, ma è qualcosa di più: uno studio approfondito dei piatti e dei prodotti che hanno reso famosa Bologna nel mondo. Neri non si accontenta di raccontare e interpretare le ricette della tradizione bolognese, ma le sviluppa secondo dettami tecnici, cercando di far comprendere l'importanza della qualità degli ingredienti e la rilevanza dei procedimenti della lavorazione. E ancora, ci propone un'analisi storica profonda e contestualizzata della cultura gastronomica di Bologna e la illustra in modo originale, spiegando con dovizia di particolari l'interazione dei fattori storico-sociali, il progresso agroalimentare del territorio, l'evoluzione degli ingredienti e le innovazioni in cucina"""". Dalla prefazione di Andrea Segrè. 17 antipasti, 37 primi piatti, 31 secondi piatti, 14 contorni, 12 preparazioni di salumeria, 31 dolci. E ancora, conserve, arte bianca, formaggi, vino, liquori, birra, miele... In questo volume avrete modo di conoscere, e provare, che la cultura gastronomica bolognese merita davvero di essere considerata Patrimonio dell'umanità." -
Buonanotte piccoli umarells
"Gli amanti delle fiabe e favole classiche talvolta si spaventano a sentir parlare di attualizzazioni, come se certe storie appunto fossero costrette a indossare lo stesso abito per sempre. Da un autore come Danilo Masotti non ci si poteva certo aspettare una riscrittura troppo fedele alle varie tradizioni, piuttosto, una rivisitazione irriverente che va dove la porta il naso e soprattutto l'ironia. Così, Cappuccetto Rosso diventa Cappuccetto Grosso, un bambino un po' tondo che indossa una felpa nera col cappuccio con su scritto DISAGIO, ci sono puzzole burlone, donnole troppo belle, galline canterine (ma stonate), mosche fighette che non amano la cacca, gazze oneste e ghiri mangiamobili. I poveretti vivono nel nostro mondo e hanno a che fare, proprio come noi, con le insidie grottesche del mondo contemporaneo e i suoi disagi. Di solito, alla fine di una favola ci domandiamo: """"E cosa succede dopo?"""". Beh, qui lo saprete. Almeno per i quattro anni successivi alla fine della storia. Che è già qualcosa."""" (dalla Prefazione di Simona Vinci). Età di lettura: da 10 anni." -
Storie di editori e tipografi nella Napoli dell'Ottocento
I saggi raccolti in questo volume confermano la ricchezza dell'editoria napoletana e la grande abilità delle sue maestranze, ma, soprattutto, apportano contributi importanti e di valore su realtà troppo spesso ricordate solo per accenni. Chiurazzi e Giannini, Marghieri e la Tipografia del Fibreno sono indagate per la prima volta con ampiezza di fonti e ricchezza di suggestioni che cercano di ricomporre tutto il reticolo di rapporti tra editori e autori. Un reticolo che mette anche in luce il contributo dato dall'editoria napoletana nel valorizzare specifiche indagini sia sull'editoria scientifica che sull'editoria d'arte. È la conferma che se l'editoria napoletana subì notevoli affanni dopo l'Unità d'Italia, seppe anche reagire ritagliandosi una fetta di intervento nel campo difficile e complesso dell'editoria scolastica. L'unificazione diventerà il momento di svolta non più eludibile per affrontare i problemi irrisolti. -
Martina non esiste
Luca, dopo la maturità classica, comincia a frequentare le lezioni nell'ateneo della sua città, Bologna. Segnato da una delusione d'amore che lo spinge a chiudersi in se stesso, il ragazzo assume con l'altro sesso un atteggiamento scontroso e di ostentata indifferenza. Sarà così anche con Martina, compagna di corso che lo colpisce fin da subito e con cui nasce un rapporto di amicizia sempre più profondo. Quasi a malincuore, trascorsi pochi mesi, Luca deve confessare a se stesso di essere innamorato: eppure proprio non riesce a lanciarsi, a dichiararsi a Martina, a rompere il ghiaccio, temendo la sofferenza che potrebbe causargli un nuovo rifiuto. I giorni scorrono tra un pomeriggio di studio in biblioteca, una pedalata sui colli e un birrino sincero con gli amici, ma nessun bacio suggella un'unione che appare sempre più solida... Riuscirà l'arrivo della primavera a dissipare la nebbia nei cuori dei due ragazzi? -
Il ritorno e l'attesa
Prefazione di Corrado Calabrò. -
Don Carlo
Opera in quattro atti. Musica di Giuseppe Verdi, libretto di Joseph Méry e Camille Du Locle. Traduzione italiana di Achille Lauzières e Angelo Zanardini. Prima rappresentazione della versione in quattro atti: Milano, Teatro alla Scala, 10 gennaio 1884. -
Europa di ieri o del futuro
Impegnata in perenne lotta tra nuovo contro vecchio, l'Europa anela all'unità politica, ma si dibatte fra entusiasmi e incertezze, successi e fallimenti, visioni positive e incomprensioni. L'avventura unitaria, iniziata concretamente sessanta anni fa con grande promessa, subì presto la battuta d'arresto perché importanti Stati Membri non erano disponibili a rinunciare alle ottocentesche visioni nazionalistiche e, invece di dare la preferenza a un'Europa forte e unita, si tennero strette le loro piccole sovranità. L'unità politica venne (e viene) bloccata sfruttando sentimenti di facile presa sulla gente per bene, il folclore di bandiere e inni nazionali. Gli avversari dell'unità intenzionalmente cercano di confondere patriottismo con nazionalismo. Ma mentre patriottismo è un sentimento fra i più elevati e nobili, nazionalismo è fra i più perniciosi e negativi. Un buon europeo deve rimanere fedele alla sua patria ma deve al contempo considerarsi anche europeo. Il concetto è stato delineato icasticamente da Benedetto Croce quando scrisse che gli europei devono essere capaci di indirizzare i loro pensieri all'Europa, fare battere per lei i loro cuori ""come prima per le patrie più piccole, non dimenticate già, ma meglio amate"""". Un buon europeo deve decisamente respingere il nazionalismo, che mai porta unità. L'Europa deve avere il coraggio di superare la mentalità di terra di occupazione, di dovere in ogni sua mossa esibire riverente gratitudine e obbedienza ai vincitori della seconda guerra mondiale. Essa deve affermare visione politica indipendente, deve entrare con audacia nel futuro. Se tarda a farlo, continuerà a ritrovarsi nell'amorfo di Stati e staterelli spezzettati, senza volto sulla scena internazionale, facile preda di prevaricazione e sfruttamento. Rischierà la fatale scomparsa di continente politicamente rilevante."" -
Torino piccola
Questo mosaico autobiografico potrebbe benjaminianamente intitolarsi ""Infanzia torinese"""": l'infanzia di una bambina nata intorno al 1950 in una Torino colta e vecchiotta, che trascina i suoi caratteri risorgimentali, liberty e gobettiani fin dentro il boom. Si fatica a immaginare un'incarnazione più tipica del leggendario milieu che mentre la Bertini cresceva precipitò nelle pagine di """"Lessico famigliare"""". Ma se anagraficamente Mariolina potrebbe essere figlia di Natalia, somiglia più alla scrittrice che ai suoi eredi e ai suoi genitori. Lei pure si descrive come una ragazza che """"non sa fare niente"""" se non giocare con le parole. E qui il ruolo del professor Levi è svolto soprattutto dalla madre, che con virile sbrigatività pretende impossibili performance scientifiche o musicali, concependo l'educazione come una tonificante ginnastica psicofisica. Chi leggerà queste memorie incontrerà una ritrattista: la nonna, le compagne di giochi e i compagni di studi, i parenti frequentati in città, sulle Alpi o a Varigotti, le maestre e i baroni universitari... Dietro la narratrice si sente poi il tocco della saggista, dell'interprete di Proust e Balzac. E i modi in cui Mariolina, dalla scoperta del proprio io a una scoperta della """"Recherche"""" che coincide con la maternità, ha fatto della letteratura il suo rifugio rimandano in effetti ad alcuni motivi proustiani e balzachiani. Non a caso le grandi gioie e le prime letture della sua infanzia sono legate a un Ottocento ridotto a balocco gozzaniano o portato all'assurdo dalle strofe del «Corriere dei piccoli», che con i fumetti, i gialli e i romanzi rosa costituiscono per l'autrice una calda coperta di Linus nel gelo orrorifico del secolo XX. E non è appunto col bello stile degli scrittori un po' antiquati - con le opere, direbbe Benjamin, meno esteticamente intenzionate o trascurabili - che si costruisce una riserva di felicità quel Marcel deciso a scendere negli inferni del neonato Novecento? Le forme letterarie di ogni specie o valore servono qui a incollare i cocci di una vicenda spezzata dal tempo e travolta dai barbari. Ma come mostra il capitolo sul padre, il gioco con le parole è qualcosa di più che uno strumento per tramandare la memoria di generazione in generazione: in questa tribù così pudica, diventa anche la mediazione per eccellenza dell'affetto."" -
Il peso della bellezza. Tre casi per il professor Francesco De Stisi
Francesco de Stisi, ex professore di lettere, lavora come investigatore privato presso l'agenzia ""La Scelta Migliore"""". Il suo capo, la rampante e determinata Maria Leone, ha l'abitudine di affidare al suo collaboratore e amante i casi più insoliti, in cui acume, cultura e una buona dose di sfacciataggine sono elementi indispensabili per la risoluzione finale. Tre casi, tre donne ammalianti e bellissime costrette a fuggire a causa delle troppe attenzioni suscitate dalla loro avvenenza. Con ironia, e un pizzico dí cinismo, Francesco de Stisi si addentra nelle pieghe dell'animo umano mostrando come la bellezza, talvolta, possa essere un peso insostenibile."" -
Un giorno forse cambierà
È stato l’insano desiderio, sempre inappagato, di delinquere, la mia disgrazia. O meglio, quella vacca voglia di trasgredire a regole stabilite altrove, per una sorta di potente emulazione sociale. È proprio quella, la voglia, che ha fottuto in buona parte il mio modo di restarmene comodo in un certo mondo. -
#Quartierinogauchecaviar. Sneackers rosse eppur bisogna andar
Il giorno dopo le elezioni comunali bolognesi della tarda primavera 2016, il quartiere Santo Stefano, storicamente baluardo della destra cittadina, si sveglia allineato a tutti gli altri. Si profila uno scossone identitario e urge un cambiamento: mutano, seppure solo in superficie, i riferimenti valoriali, gli stili di vita che ne sono espressione; mutano i connotati del quartiere, adattandosi allo urban style generalizzato, ma soprattutto cambia l'antagonista. Che diventa l'odiato-amato quartiere cugino Saragozza, dove si trovano le famigerate Longhena, scuola green sui colli di Casaglia accusata di essere eccessivamente radical chic, in perenne confronto con le Fortuzzi, dentro i Giardini Margherita. Tra condomini solidali, riuso, coworking, orti verticali, patti di collaborazione per la gestione condivisa dei beni comuni, aperitivi ecocompatibili e biologici, si gioca per la prima volta vicino alle Due Torri la lotta simbolica di cui parlava Bourdieu tra ""pretendenti pretenziosi"""" e """"detentori legittimi""""."" -
Noi della Bolognina
Ogni quartiere ha una sua anima. Quella della Bolognina è raccontata, in queste pagine, attraverso i personaggi che frequentano un bar, la storica baracchina di via Sebastiano Serlio 22/5. Nei ritratti che Loredana Negroni offre ai lettori, ritroviamo l'intellettuale, il beone, la sciantosa, l'alternativo... un universo di figure che compongono, come in un mosaico, il ritratto della ""piccola Bologna"""", un quartiere che mantiene ancora, nonostante il """"progresso"""", un'anima del tutto particolare."" -
Realtà
Prefazione di Cinzia Demi.