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Hafez Haidar. Lo scrittore della pace
Il libro intervista di Haifez Haidar candidato nel 2017 al Premio Nobel per la pace e nel 2018 è al Premio Nobel per la letteratura. ""Vite straordinarie"""" raccoglierà le opere firmate da autori di fama internazionale che si sono contraddistinti per la loro originalità, che sono stati insigniti di prestigiosi riconoscimenti e che, attraverso la loro capacità di esprimere valori universali, hanno contribuito a promuovere la convivenza di popoli e individui di culture diverse in una società in continua trasformazione. La collana nasce dalla profonda convinzione della Leonida Edizioni dell'importanza del valore reale e potenziale della diversità, consentendo al lettore di godere di tutte le sfumature del variegato e complesso mondo letterario attuale. Ogni libro della collana vuole configurarsi come un piccolo tassello di quel macro-puzzle che è la scoperta di autori fortemente apprezzati e riconosciuti all'estero. Il logo della collana, un albero dalla forma circolare, suggerisce l'idea di mondo, di globale, omaggio all'internazionalità degli autori, ognuno dei quali per mezzo della propria personalità e del proprio talento unico e inimitabile..."" -
Archaia poiemata
"I 'brandelli di antichità' raccolti da Lorenzo Riviezzo sono lapidi, epigrammi dedicatori, rotoli di papiro, marginalia, defixiones, intesi però nella loro dimensione puramente testuale. A brillare dalle pagine di questo cabinet des merveilles virtuale sono infatti le traduzioni di questi messaggi lasciati da chi ci ha preceduto. Ogni frammento evoca un differente fotogramma dal film del passato."""" Dalla Prefazione di Tommaso Braccini." -
Sic et simpliciter
"La poliedricità espressiva, congiunta a un impianto ideativo di sicuro spessore, fa di Eleonora Maria Barbaro, in arte Negr Art, una personalità artistica impegnata e già legittimata dalla critica sia in ambito pittorico che letterario. Nelle fascinose elegie delle sue vibrazioni coloristiche, così come nel brivido della sua parola - spesso pungente - che affonda le radici negli studi accademici di filosofia, appare chiara la coscienza di quel sublime teorema che vuole l'Arte come metafisica della Ragione e che fa viaggiare l'artista-poetessa in quei luoghi dell'anima dove abita l'Infinito.""""" -
Una Italia tratta in salvo
Si festeggiano i centocinquant'anni dalla dichiarazione dell'Unità d'Italia, il tricolore sventola in ogni dove. Una compagnia teatrale di provincia lavora alla messa in scena di uno spettacolo antiretorico teso a sottolineare mali atavici degli italiani e altrettanto storiche protervie delle classi dirigenti. Tentativo difficile, che una metaforica esondazione del fiume prossimo al teatro in cui si svolgono le prove interrompe. La storia dà comunque voce a un ostinato sentimento di fiducia verso la capacità di risollevarsi di questo nostro malandato Paese. Nel racconto, in cui un restauratore, un pittore e una giovane attrice sono figure di spicco, trovano spazio e continuamente si intrecciano i temi dell'amicizia e del lavoro. «C'è ancora» fece Lavia. «È ancora al suo posto. L'Italia c'è sempre, forse siamo venuti sin quassù per rendercene conto. Non ne eravamo più ben sicuri.» -
Il tempo del tarlo. Scampoli di memorie familiari
"Per quel che ne so io (molto poco, in definitiva) la storia dei miei 'antichi' comincia con tre persone: mio nonno paterno, Erminio, Erminio Avellanéda (di cui io sono l'omonimo, anche nel cognome, ovviamente), mia nonna paterna Amanda Bonavita, napoletana doc, e mio zio Reinhold Muller (intuibilmente tedesco), marito della mia zia paterna Matilde, cioè della maggiore delle due sorelle di mio padre, la più grande dei fratelli. Tutti e tre nascono, nell'anzidetto ordine cronologico, tra l'ultima decade dell'Ottocento e i primissimi del Novecento""""." -
Le sepolte vive. Il tema della monacazione forzata nella letteratura d'Ottocento
«Misere sventurate, non venute per altro alla luce del mondo che per star sempre, ancorché innocenti, fra le prigioni!». Essere depredate della propria esistenza, destinate a vivere dietro le grate di un convento, era questo ciò che spettava alle vittime di una delle più tristi consuetudini del passato, la monacazione forzata. La letteratura ha gettato luce su questo tema attraverso la tormentata vicenda della ""Monaca di Monza"""". Accanto ad essa però tante altre storie, cadute in un vero e proprio oblio, hanno il diritto di essere raccontate nel loro insieme di violenza, perversione e disperazione. Il lettore sarà così trasportato in luoghi densi di fascino e mistero quali erano i conventi e potrà assistere, attraverso i vari generi letterari, al racconto ottocentesco delle """"Sepolte vive""""."" -
Cécile Kyenge. Intervista a cura di Francesca Tuccio
"Per Carlos Saavedra Weise, celebre aforista boliviano, «Quando sogna, l'uomo è un gigante che divora le stelle»; per lei, il nutrimento dei grandi sogni è fatto di ostinazione e fiducia. Come denominatore comune vi è quindi la grandezza, l'ampiezza del valore. La differenza sembrerebbe risiedere invece nel movimento compiuto da tale entità, nella direzione percorsa da questa forza positiva. Dal sogno all'uomo, o dall'uomo al sogno. Ma è presente davvero uno scarto, o vi è un unico moto circolare che compenetra, e alimenta incessantemente, uomo e sogni? Mi spiego meglio: si diventa giganti solo sognando? Sognano sul serio solo i giganti? Oppure la verità sta nel mezzo e uomini e sogni non possono vivere gli uni senza gli altri?...""""" -
Bambina
"Non la rividi più, non seppi più nulla di lei, e, così, sotto quelle bombe caddero anche i nostri giorni, quei giorni meravigliosi che avevamo trascorso in quelle strade, in quei luoghi. Si chiuse per me il periodo di Elena e i nostri incontri, i nostri baci, le nostre parole, perfino quelle più stupide, furono cancellati e inghiottiti dalla nube di polvere che in quella mattina di agosto avvolse e soffocò d'improvviso la nostra città...""""" -
Il labirinto
"Il labirinto non è una prigione, è il luogo dell'attesa, dove si elaborano sfide e strategie di sopravvivenza e dove si gioca una partita a scacchi (la scacchiera è un labirinto) con la propria vita, «anche quando i giocatori se ne sono andati» (J.L. Borges, Scacchi). È il luogo della solitudine, la via d'uscita è infatti una sola e non ci sono tappe intermedie a sollevare l'animo se si è smarrita una strada grande. Non ci sono metafisiche provvidenziali ad aiutare nel labirinto il Minotauro di Dürrenmat, ma il suo dimenarsi incessante e innocente, diventa una danza, una """"ballata"""" (come nella poesia che ispira il titolo di questa raccolta). È la parabola dell'esistenza, della vita e della morte, è la disperanza, non la disperazione. Nel teatro del labirinto sgorgano, dal suo urlo e dalla consapevolezza, il canto e la musica della parola"""". G. Russo" -
Grembo
Con l'edizione di ""Grembo"""" si completa la trilogia di poesie dedicate al corpo organico e metafisico dell'essere, in un ambiente surreale e quantistico. Questa trilogia è iniziata con """"Carne cruda"""", una serie di poesie in cui la carnalità ci fa viaggiare attraverso la sensualità e le emozioni. Poi, ha seguito """"De sang / di sangue"""", poesie che riaffermano la percezione del mondo interiore. La silloge """"Grembo"""" è la fine di questo viaggio poetico attraverso un universo trascendente in un mondo onirico e sensoriale... Postfazione di Davide Rocco Colacrai."" -
Sushi Marina
"Sushi Marina"""" è un romanzo breve, nato sviluppando un soggetto di Peppino Crea, reggino anche lui e sceneggiatore. È ambientato nella Reggio Calabria di oggi, protagonisti due ragazzi neolaureati (in chimica e in architettura) senza lavoro che vorrebbero riuscire a non emigrare, e finiscono per cacciarsi in una serie di disavventure. Dopo aver escluso una a una, non senza peripezie, le altre possibilità, si decidono a creare il proprio ristorante con l'aiuto non disinteressato di un vecchio compagno di scuola che li mette nelle grinfie di un criminale. Il tutto è un pretesto per raccontare, in una tragi-commedia, la realtà della """"città metropolitana"""", da sempre paradigma di quella italiana." -
La galera come casa
"Anni di attività letteraria non sono riusciti a indebolire lo slancio narrativo di Pat Porpiglia [...]. Come altre volte egli continua a parlare al lettore attraverso lo stilema della confessione diretta, nel senso che è il protagonista a raccontare in prima persona la sua vicenda biografica, colorando di passione ed emotività i fatti, imprimendo su di loro lo stigma della verità, della partecipazione sentita e spesso dolorosa. Già il titolo si presenta con un'espressione paradossale, che va contro il senso comune: 'La galera come casa'..."""" (dalla postfazione di Sandro Mario Giambelluca)" -
Il prato sotto la neve
La voce della montagna diventa più forte e più avvertibile al tramonto, quando il sole ha un ultimo bagliore sulle vette più alte, lentamente si incupisce il verde dei prati e si leva il vento là in alto, tra le cime degli abeti. La senti come un distacco, una premonizione e poi come un'ondata improvvisa di richiami verso altri tempi e altra vita. In quel momento la voce della montagna è triste e solenne, e ti assale con una fitta al cuore e ti fa ripensare a ricordi, affetti, abbandoni... ""Il prato sotto la neve"""" ha ricevuto la Menzione speciale per la sezione di narrativa inedita del Premio Letterario Internazionale """"Gaetano Cingari"""" 2017."" -
Lo specchio dell'anima
"[...] romanzo, costruito sulle ombre accoglienti dei sentimenti che crescono e riempiono i vuoti d'animo degli attimi assunti come interminabili perché colmi del senso di solitudine: senza la presenza di almeno un altro che sappia darti fiducia e amarti per come sei, piccolo e fragile di senso, senza un vero scopo d'esistenza definito; ma in fondo pieno di caparbietà nel volerlo cercare. [...] Che occhi ha il principe azzurro? O forse azzurro è l'orizzonte della speranza di una vita piena d'amore? Spesso l'orizzonte è un chi che si moltiplica in tanti nomi di persone che fanno la tua vita e ti danno speranza, anche quando pensi d'averla persa"""". Dalla prefazione di Attilio Gorassini." -
Quell'ineludibile respiro dell'anima
"Sei libero quando giungi alla comprensione che sei tu l'autore della tua sofferenza e della tua schiavitù. Allora le catene cadono senza neanche che tu lo voglia"""". Nisargadatta Maharaj" -
Le donne nei poemi omerici
Non possediamo documenti ""storici"""" che testimonino direttamente la condizione della donna nell'epoca arcaica greca. Tutto quello che conosciamo di questo periodo ci giunge dalle rappresentazioni vascolari e dalla letteratura. I poemi omerici - indipendentemente dalla veridicità degli avvenimenti narrati e dei loro protagonisti - sono il primo documento storico che descrive nei particolari le condizioni di vita della donna greca e offrono all'odierno lettore uno sguardo sulla storia, sui valori e sulle regole della società greca nei secoli tra la fine della civiltà micenea e l'VIII secolo. In questo saggio si vuole dare luce alla dimensione umana e sociale delle donne, tanto arcaiche ma tanto simili alla donna di oggi."" -
Il venditore di fazzolettini
"Numeri degli sbarchi, numeri dei migranti, numeri dei morti, dei bambini, dei sopravvissuti. Solo numeri. Non uomini. Tutto si riduce a un mero calcolo di entrate. Senza nulla di umano. Senza storia. Senza identità. A dare un volto all'invisibilità di queste persone è il dott. Giovanni Macrì che nel suo nuovo racconto """"Il venditore di fazzolettini"""" traccia tutta l'assurda banalità di una storia drammatica, fatta di uomini e donne, e non di migranti ed extracomunitari"""". Dalla prefazione di Francesca Romeo." -
Ingeniarius
Un giovane ingeniarius, Sebastiano Secondo Severo, parte da Roma per andare in Grecia. Desideroso di appropriarsi dei segreti dell'arte e della cultura di quella civiltà. Durante il viaggio però molte cose accadono e tutto prende una strada imprevista. La sua professione diverrà il pretesto per scoprire i preparativi della grande guerra di ponte Milvio tra i due imperatori: Massenzio e Costantino. -
Di porta in porta. Il venerabile Giuseppe Marchetti, un santo patrono per i minori migranti
Il Venerabile Giuseppe Marchetti (1869-1896), missionario scalabriniano, dedicò la vita ai piccoli orfani che approdavano in Brasile con i flussi migratori che, a cavallo tra i due secoli, portarono via dall'Italia più di cinque milioni di persone. Il giovane sacerdote consumò tutte le sue energie bussando ""di porta in porta"""", prima per dare una famiglia ai suoi piccoli orfani, poi per chiedere delle sovvenzioni in favore delle opere per i minori migranti e, nello stesso tempo, per farsi vicino ai """"lontani"""", cioè a tutti coloro che l'avventura migratoria aveva disperso nei vasti territori del Brasile. Al vescovo Giovanni Battista Scalabrini scrisse di «non avere da fare altro che pregare, confessare, predicare e andare di porta in porta a chiedere». Il carisma scalabriniano e l'esempio di Giuseppe Marchetti hanno ispirato il Progetto """"Artefici del nostro futuro sulle orme del Beato Giovanni Battista Scalabrini""""."" -
Il candore del fango
«Leggerezza, profondità e sensibilità caratterizzano la produzione poetica di Mirella Putortì. Espressioni di un animo delicato che, proteso verso un'accurata e intensa ricerca interiore, riesce a sublimare emozioni e sentimenti che da esso scaturiscono.» Dalla Prefazione di Antonella Arcidiaco.