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Il policlinico di Monteluce. Perugia. Storia di un grande ospedale
Il lungo, complesso, coinvolgente itinerario della Medicina affrontato dalla costante determinazione del territorio umbro, perugino in particolare. Infiniti fervori tesi a realizzare la sfida, molto spesso vincente, che migliaia di ingegni hanno, nei secoli, lanciata, assecondando l'esigenza culturale e perfino spirituale, di contrapporre le speranze delle persone alle aggressioni delle malattie e alle sofferenze dei fragili. -
A proposito di suicidi
Diciotto racconti brevi, diversi per atmosfera e ambientazione, tesi a scavare nella testa dei protagonisti. Con schizzi precisi e veloci, lo scrittore mette i personaggi di fronte all'atto più estremo che si possa immaginare: il suicidio. È questo il filo rosso che lega i racconti. Ogni personaggio, attore del gesto definitivo o spettatore coinvolto nel fatto, è costretto a riflettere sulla fragilità dell'esistenza. L'autore sembra ricordarci che la vita è una costante ricerca di stabilità mentale, minacciata da misteriosi demoni scatenati da circostanze inattese e impreviste, ma comunque latenti nelle profondità della nostra mente. Le storie narrate, in sostanza, sembrano rilevare due cose: determinare il proprio destino è mera illusione; la conquista di un equilibrio psichico, pura utopia. -
2022 Calendario civile della città di Perugia
Il ""Calendario Civile della Città di Perugia"""" è un calendario in cui si vuol far emergere avvenimenti, istituzioni e persone che negli ultimi due secoli hanno segnato la crescita civile e democratica della città."" -
Settecentosettanta. Ediz. integrale
Il romanzo Settecentosettanta è stato scritto come omaggio portato dallo scrittore Bogdan Boeru a Ovidio Publio Nasone, nel 2017, quando erano trascorsi 2000 anni dalla morte del grande poeta latino relegato a Tomis. Il titolo del romanzo allude all'anno della morte di Ovidio, 770 secondo il calendario romano, che corrisponde all'anno 17 d.C. Le circostanze della morte di Ovidio rimangono un mistero del mondo antico, ancora oggi irrisolto. Pertanto, l'autore, attraverso questo romanzo, che è una narrativa storica, propone 3 varianti della fine del celebre poeta. Inoltre, Ovidio ci viene presentato in modo diverso dalla maniera classica. In questo romanzo non è più il poeta elegiaco, che piange il suo destino, ma al contrario, ci appare come un uomo forte, consapevole del suo scopo, della sua arte e delle sue gesta, un uomo che lotta con il proprio destino. Questa visione del personaggio è avvalorata dalla vita che Ovidio condusse a Roma e dal suo possibile coinvolgimento nelle congiure che si stavano tessendo contro l'imperatore Augusto. Ma il romanzo è molto più di una finzione basata sugli ultimi anni della vita di Ovidio. L'autore propone una radiografia dell'Impero Romano, nei primi due decenni del I secolo d.C., cogliendone aspetti essenziali, quali: la guerra, la lotta per il potere, ma anche la vita quotidiana a Roma e in altre città dell'impero, tutte queste catturate in colori vividi e credibili, come in un film. -
Alice carissima ti scrivo...
Fascino di vecchie fotografie e di cartoline d'un tempo. Sono testimonianze. Sarà che parlano di persone, di oggetti, di realtà del passato. Forse vogliono esprimere una loro vitalità, che cerca di farsi ritrovare e rinnovare, perché riportata alla luce. È il caso della foto che ho tra le mani, del tutto riconoscibile. È lei, giovanetta: la baronessa Alice Hallgarten Franchetti. Donna eccezionale e di grande spessore. Cultura cosmopolita. Femminista del movimento del «femminismo pratico». Moderna imprenditrice, sensibile alle più avanzate esperienze mitteleuropee e americane, nell'economia e nelle finanze. Creatrice del Laboratorio di Tela Umbra, per sole donne, in stato di necessità. Seguace del modernismo religioso di Paul Sabatier, è un'educatrice attenta all'emancipazione dei più bisognosi e della classe contadina. Realizza con il marito, il barone Leopoldo Franchetti, l'istituzione di Scuole rurali nei loro possedimenti dell'Alta Valle del Tevere. In particolare nella Villa della Montesca e a Rovigliano, con contenuti e metodi assolutamente innovativi. Una sorta di «talent scout» di Maria Montessori. -
L' apprendistato vegano. Ricette di cucina vegetale
Quando ero piccola la cucina mi affascinava ma allo stesso tempo mi faceva inorridire... vedere la mamma maneggiare la carne cruda, i polli o i pesci mi disgustava e per questo motivo non avevo mai pensato di fare la cuoca da grande. Non avrei mai toccato e cucinato un animale, per me era una cosa impensabile. Crescendo ho scoperto che non tutti mangiano la carne e che molte persone seguono una dieta vegetale e questo mi ha fatto pensare di poter cucinare per professione, ma la scuola alberghiera per vegani ai miei tempi ancora non esisteva, così presi altre strade. Alla fine però mi sono ritrovata a fare la cuoca potendomi dedicare esclusivamente ai piatti vegetali. Per me la cucina rappresenta la possibilità di creare partendo da ingredienti freschi, colorati e golosi, seguendo la stagionalità e cercando di abbinare i gusti in modo equilibrato, un modo per esprimere me stessa e per divertirmi, come facevo da bambina. Questo libro raccoglie alcune delle ricette che ho realizzato in questi ultimi anni, in cui sono passata dall'essere vegetariana all'essere vegana, un atto dovuto per chi sceglie un'alimentazione non violenta. -
Il libro del perfetto magistero
Prima traduzione italiana commentata. -
Morire ad Innsbruck. Gabriele Crescimbeni, dalle trincee al campo di concentramento
«Il 21 febbraio 1944, su un lettuccio d'ospedale, lontano dai suoi, dagli amici, dalla patria, in terra straniera ove era stato deportato, moriva nell'angoscia della solitudine l'avvocato Gabriele Crescimbeni. Cittadino integerrimo, professionista colto, dialettico acuto ed umanista noto, più che alla prassi del foro, cui le circostanze lo avevano sospinto, egli era chiamato al disinteresse e alla purezza della dottrina. Di qui quella sua rigidezza ed assenza talvolta di utile perspicacia che rendevano inflessibile, ma inattaccabile, il suo costume professionale. Ebbe un senso pieno delle cose e quindi una spiritualità ricca ed una interiorità insonne. Non tutti conobbero questo vigilante aspetto della sua vita per quel pelo di ironia che era solo amarezza, e non sarcasmo, ed avvolgeva le sue espressioni. E nell'amarezza tragica egli è morto senza che, a confortarlo, una mano si posasse sulle sue mani irrigidite nel freddo dell'agonia, né che sulla fronte scendesse, ad illuminarla, il bacio dei figli suoi.» Prof. Dott. Pietro Pambuffetti (""La Nazione"""", 21 agosto 1944 - Foligno)"" -
Sophronoüse e Psicheratropo. Astronavi della follia
"Non ha molto peso raccontare le vie un po' tortuose che ha percorso fino a me il dischetto di questo libro. L'ho letto con piacere superando ostacoli stilistici e asperità del racconto, ma apprezzando l'alta fantasia moderatamente psicopatologica nell'espressionismo ragionevole dell'immaginazione. Nella fantascienza Cristiano ha sublimato i disagi subiti nel passato, nel suo vissuto, salvando dal naufragio della sua mente gli affetti verso i genitori che sembrano essere le sole entità cui tributa un segno amorevole. """"" -
La canzone perugina. Storia e personaggi. Nuova ediz.
Noi conosciamo le grandi tradizioni della canzone romana, fiorentina, milanese, ecc., per non parlare ovviamente della canzone napoletana. Ma esiste una tradizione di canzoni perugine? Questo libro ci mostra che canti e canzoni di Perugia sono esistiti nel tempo, e si vanno anzi facendo più fitti mano a mano che ci avviciniamo ai nostri tempi. Infatti con un attento lavoro di ricerca è stato possibile ritrovare le tracce del canto perugino nel passato e nell’attualità e ricostruire quella continuità su cui si può oggi basare il successo della canzone perugina. È la prima volta che questo tema di ricerca viene affrontato: ma intanto la via è aperta, e la canzone perugina esce allo scoperto. E con le nostre canzoni, in queste pagine vediamo scorrere tanti personaggi di musicisti, cantanti, parolieri, che hanno arricchito la nostra città e ci hanno trasmesso le emozioni più profonde. -
Perugia (1922-1944). Anche questo fa parte della nostra storia
Con questo testo l'autore non vuol vestire certo i panni dello storico e non ha la pretesa di scrivere o riscrivere la storia di quel periodo, ma semplicemente porre l'attenzione su alcuni fatti ed accadimenti desunti da documenti di archivio. Credo sia possibile che quanto scritto potrà destare più di una perplessità. Ma, al di là di tutto, non c'è niente di riconducibile a passate nostalgie né, tanto meno, a fede politica o ad una esaltazione del passato regime: anche questa, che ci piaccia o no, nel bene e nel male, fa parte della nostra storia e che quindi lo è anche tutt'oggi. Sarebbe potuta andare diversamente, o meglio, sarebbe dovuta andare diversamente, ma ciò non è stato: i se, e i ma checché se ne dica, non influiscono affatto sulla realtà del corso degli eventi. Ma come del resto è risaputo, la storia come la vita, ha molti altri sentieri, almeno quanti le donne e gli uomini che li hanno calcati abbandonando il cammino comune dei più, per andare alla ricerca di qualche cosa d'altro, magari insolito, misterioso e forse ci si sono perduti nello sfidare il rischio che inevitabilmente si trova annidato negli stretti passaggi pagandone le conseguenze. Si è ritenuto doveroso scrivere di questo segmento di storia che ci ha direttamente coinvolti localmente tenendo ben presente i documenti recuperati presso l'Archivio di Stato di Perugia; degli appunti e note, oltre che foto, delle stampe e degli articoli che, a suo tempo, furono recuperati in copia, previa autorizzazione dall'ora legittimo proprietario, l'Ingegner Antonio Calderoni presso il suo studio; di brevi ricordi verbali ricevuti confidenzialmente a voce da persone che purtroppo non sono più tra noi e di poco altro. Il compito prefissato è quello di rievocare, nel limite del possibile, i tratti propri che contraddistinsero certe circostanze, limitandosi a presentarle in un necessario breve contesto storico, tralasciando il resto poiché, non è stato possibile trovare scritti obiettivamente critici di cronistorie o memorie. Forse è passato ancora troppo poco tempo per pretendere un ""serio"""" ed imparziale giudizio storico di quei vent'anni che, comunque sia, vanno sicuramente condannati per quanto successe."" -
Messaggi piumati tra foglie intorpidite
In queste pagine, intrise, dalla prima all'ultima, di una fortissima componente spirituale, si riscontrano elementi che ormai da lungo tempo caratterizzano la produzione letteraria e filosofica dell'autore: il colloquio costante con gli assenti, sempre considerati capitinianamente compresenti, la tensione compassionevole nei confronti di tutti gli esseri senzienti, senza alcuna distinzione di specie, un afflato mistico venato di soffusa malinconia, la consapevolezza della transitorietà e dell'insufficienza dell'esistenza, un universo affettivo in cui interagiscono, alla stessa stregua, umani e non umani, una singolare e rara propensione a rinvenire ovunque incantazione, una visione in cui sogno e imprevisto si fondono a quanto viene comunemente accreditato per reale, favorendo sospensione e annullamento tra mondo fisico e non. Pullia non ama limiti, confini, divisioni sia sotto il profilo stilistico che mentale. Per lui, tutto è in funzione di un oltrepassamento e tutto deve rendere conto di altro. -
Le vie degli uomini. Dal mito al transumanesimo
La costruzione dell'attuale apparato scientifico-tecnologico prefigura la possibilità in futuro di un mondo nuovo in cui ogni umano - o postumano che sia - possa vivere isolatamente, separato da ciò che attualmente chiamiamo ancora contesto sociale. è questo il modo vagheggiato dai miti dell'inizio e della fine e in specie da tutte le religioni del passato e del futuro. Ma: oltre che una dimora, ciò che rappresenta più compiutamente il nostro eterno destino è un rapporto (parimenti aureo o proporzione divina) tra le parti dell'essere - dette anche potenze o forze - e l'intero essere, che ""è"""""" -
In cerca del traguardo
Un romanzo che si misura con i principali paradigmi dell'uomo moderno, ovvero con il difficile percorso di realizzazione di sé nella relazione con gli altri e con la società dell'oggi, nella quale l'apparato tecnico ed i meccanismi di competizione economica e sociale ci costringono all'interno di un sistema nel quale spesso è arduo rinvenire i significati, il senso di ciò che è reale e la nostra stessa identità e funzione. La ricerca del proprio io e la corsa verso traguardi che la Modernità ci sottopone e ci impone sono la traccia costante della narrazione dell'autore, che ci presenta un personaggio chiaramente autobiografico in costante tensione morale ed emotiva. -
Dizionario sentimentale. Ricordi e incontri di una vita
I ricordi mi vengono incontro. Ricordo, ricordo che cosa vuoi da me? Non ho che la mia storia e lei non mi appartiene. Io sono io e la mia circostanza e se non la salvo non mi salvo io. Io sono tutte le persone che ho conosciuto, tutte le storie che ho ascoltato, tutte le case e le città che ho abitato. L'essere umano è un alveare di esseri. Non sono sicuro che io esista. Sono tutti gli scrittori che ho letto, tutte le persone che ho incontrato, tutte le donne che ho amato, tutte le città che ho visitato, tutti i miei antenati. Niente, niente, non sono sicuro di niente, non so niente. Non so nemmeno la data della mia morte. -
Ma tu guarda il mondo. Trentatrè ritratti dal vero
Questa raccolta di racconti brevi segue ""Il Cercatore del Tempo"""", Futura editrice, 2017. Si procede al passo di trentatré storie, ciascuna col suo sapore, da gustare con calma. In esse sono ritratte persone colte dal reale ma immerse nel mistero di inspiegabili, sortilegi e follie. Le vicende narrate si risolvono proprio con l'intervento del guizzo magico che va afferrato, riferito, incastonato nel racconto senza cedere alla maldestra pretesa di spiegarlo. Il sorprendente, lo straordinario, che noi tutti cerchiamo nello scorrere dei giorni, è infatti intrecciato impercettibilmente alla quotidianità, e si lascia scoprire da chiunque sia disposto ad abbandonarsi all'incanto."" -
Semplicemente io... Fantasia
La fiaba non fa male a nessuno. Anzi non può che fare bene a tutti. E la fiaba di Nicoletta Tarli dal titolo Semplicemente io... Fàntasia si inserisce nell'ambito di una urgenza dell'anima dell'artista, assisiate d'adozione che dopo aver realizzato delle ""creature in terracotta colorata"""" (saranno oggetto di una personale esposizione), ha voluto dare agli originali manufatti, per un bisogno della sua sensibilità femminile, una sorta di """"animazione letteraria"""". In linea con la umanizzazione di creature, solo apparentemente minori e con l'intento di parlare ai più piccini perché i grandi intendano. Per la verità la pittrice-scultrice-scrittrice che vive là dove scorrono le placide acque del fiume Chiascio immagina, con remote ascendenze biografiche, una bambina Fàntasia che sogna un viaggio di libertà, di bellezza e di bontà in un mondo incantato, laddove insisteva il pregiudizio che si trattasse di un luogo abitato dalle streghe. Nel rispetto di una tradizione delle fiabe che divide luoghi buoni e cattivi, animali buoni e cattivi, uomini buoni e uomini cattivi, laddove a farla da padrone è l'artificiosa differenza normativa e soggettiva dell'uomo in bello e brutto, in grande e piccolo, in generoso ed egoista, in bianco e nero e a colori. Età di lettura: da 7 anni."" -
I tre mariti di donna Concetta
Donna Concetta Corsi è la nonna di Tato. Una bella e tenace signora siciliana, proveniente da una famiglia benestante che è messa di fronte a prove da superare nella sfera personale e di relazione. Tutto ha inizio per parte del padre Calogero che procura alla famiglia un dissesto economico per via di un antico vezzo che gli faceva dedicare il suo tempo alle donne maritate del luogo. Costui resosi responsabile morale della morte della sua governante esce indenne da questa tragedia con l'aiuto di due suoi fidati manovali. Per donna Concetta la vita si snoda nel dramma. Dopo la morte dei genitori rimane sola. Si fortifica come donna e si cinge di una corazza che la fa diventare una donna capace di affrontare ogni avversità. Lotta con le sue amiche per l'emancipazione femminile e vuole svincolarsi dal potere ""Uomo"""". è molto impegnata nel sociale e le sue frequentazioni sono i salotti nobili della città. Si distingue nelle sue azioni di solidarietà per le famiglie più bisognose. Prende marito tre volte. Ad ogni avventura matrimoniale, da lei esce fuori il lato più recondito del carattere, comunque fermo e risoluto, che non si scompone di fronte agli avvenimenti più turbolenti. In ogni matrimonio vive una vicenda singolare, aspra e drammatica. Subisce solo inizialmente ma non si abbatte e reagisce. Vive per ottenere il rispetto verso la donna e per la donna, infatti, ne rivendica la libertà in ogni ambito del sociale, perché diventi soggetto libero e non oggetto del potere uomo. Quando sarà avanti negli anni, manterrà intatti fascino ed energia e deciderà di accogliere il nipotino Tato che, dopo anni di permanenza nel collegio delle suore di Sant'Anna, ha bisogno di essere educato in famiglia. Con amore, si pone a mentore del piccolo per dargli conforto e inculcargli sani comportamenti educativi. Con il trascorrere degli anni vede crescere con questo nipote una simbiosi affettiva. è come rinata, un motivo in più per sentirsi utile proponendosi di far divenire quel ragazzo un uomo autentico che avesse rispetto per la donna e non disattendesse alla sua dignità. Principio per il quale, il suo trascorso, la vede impegnata in iniziative, utopiche per quell'epoca. Per ciò, decide di raccontare al quel piccolo uomo del futuro le vicende della sua vita."" -
Attraverso gli sguardi. Arturo Checchi e la collezione di Perugia. Ediz. illustrata
"Come e più di altri artisti, Arturo Checchi fa parte del panorama abituale, dell'orizzonte visivo della Città di Perugia. Di più: le sue opere sono innervate nel tessuto urbano; chi vive la nostra città si infrange quotidianamente, anche senza riconoscerla, sulla preziosa eredità del pittore, toscano ma in qualche modo perugino d'adozione. Le sue sculture nella centralissima Piazza Italia, in fronte alla Prefettura, le opera nel foyer del teatro Morlacchi, la via a lui intitolata a ridosso delle mura etrusche ci parlano di un legame forte e profondo, amorevole e filiale. Le opere scelte per questa esposizione testimoniano la quotidianità di Checchi fatta di volti, visioni familiari e scorci privati che vengono raffigurati con un'innata destrezza pittorica che ne contraddistingue la lunghissima carriera. Il percorso espositivo che si articola nella splendida cornice del Museo civico di Palazzo della Penna è suddiviso per temi, così da permettere al visitatore di comprendere la vivace e profonda continuità con la quale l'artista ha dato forma a questa sua necessità espressiva, attraversando il Novecento e restituendocene un'immagine inedita e personale.""""" -
Vista sul cuore. Ediz. integrale
"Entusiasmo, ottimismo, passione oggi sono parole difficili da incontrare, anche tra i giovanissimi. Il mio inguaribile ottimismo e un carattere solare non solo mi hanno sempre aiutato nella vita, ma mi spingono a diventare la paladina di emozioni e sentimenti che non possono mancare nella nostra esistenza. Inoltre, prendere coscienza di alcuni stati d'animo o malesseri non significa sentirsi in colpa o giudicati, ma soltanto compresi. Vista sul cuore ci aiuta a guardare in profondità il mondo che ci circonda insieme ai suoi abitanti. Ogni novella e racconto diventano compagni di viaggio che ci lasciano un messaggio di solidarietà e di amore."""""