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Spettri della mia vita. Scritti su depressione, hauntologia e futuri perduti
L'opera ardita di un uomo nato sotto Saturno che affrontava ogni giorno i suoi fantasmi, il racconto struggente di uno scrittore e critico geniale che sentiva la nostalgia del futuro.rnrn«Dopo l'exploit di ""Realismo capitalista"""", Mark Fisher si conferma con Spettri della mia vita il nostro più grande e fidato navigatore in questi tempi fuor di sesto, attraverso tutti i loro brividi e squarci, in mezzo a tutte le loro apparizioni e spettri, passati, presenti e futuri». Così scriveva perfettamente David Peace, all'uscita dell'edizione originale di questo libro. """"Spettri della mia vita"""" intreccia indissolubilmente pubblico e privato, cogliendo Mark Fisher nei suoi momenti più intimi e scoperti. La critica culturale sconfina in analisi esistenziale e cultura pop, «di massa», si incarna nel singolo, che vive nella sua concreta esperienza i fenomeni di cui scrive. Tra letture di Sebald e Peace, ascolti di Joy Division e Burial, visioni di Stalker e Inception, Fisher, tassello dopo tassello, connessione dopo connessione, compone una mappa del sentimento individuale e collettivo. """"Spettri della mia vita"""" è l'opera ardita di un uomo nato sotto Saturno che affrontava ogni giorno i suoi fantasmi, è il racconto struggente di uno scrittore e critico geniale che sentiva la nostalgia del futuro. E di quel futuro non riusciva talvolta più a scorgere il profilo, nel deserto della retromania, del realismo capitalista e della psicofarmacologia."" -
Rap. Una storia, due Americhe
Nato a New York negli anni Settanta, il rap è il genere più popolare dell'epoca contemporanea. La sua influenza oggi si avverte ovunque e ben oltre le classifiche dei singoli più venduti: nella cultura pop e negli stili di vita urban, nella moda, nel linguaggio, nella politica e nell'arte. Scavando nelle pieghe dei dischi più influenti e nelle biografie dei rapper più iconici – dai Public Enemy a Tupac, dagli Outkast a Kanye West, da Eminem a Kendrick Lamar – «Rap» racconta come una forma d'espressione nata per denunciare la marginalità a cui è condannata parte dell'America Nera sia diventata un fenomeno globale, uno dei segni distintivi del nostro presente. Cesare Alemanni ripercorre quarant'anni di musica e società, racconta gli Stati Uniti tra sogni e disillusioni, rifuggendo da semplificazioni e letture di comodo. Questo libro non offre solo un'accurata analisi musicale ma delinea anche una controstoria dell'America, dagli anni Settanta a oggi, in cui il rap è un filo rosso che tiene naturalmente insieme razzismo e rivolte, Malcolm X e Jay-Z, la trap e Black Lives Matter. -
Il brigatista
Con il ritmo serrato di un thriller, tra snodi storici e intrecci sentimentali, entriamo nella mente del brigatista per indagare le ragioni che spinsero un gruppo di giovani a imbracciare le armi e uccidere.rnrnSpiaggia di Castelporziano, luglio '79. Durante il Festival dei poeti due militanti delle Br vengono arrestati in una sparatoria. Uno dei due, Jacopo Varega riesce a scappare dall'ospedale in cui è stato ricoverato, e a Roma si apre la più grande caccia all'uomo dai tempi del rapimento Moro. Pochi giorni dopo la giornalista televisiva Ornella Gianca riceve una telefonata: dal suo nascondiglio in un appartamento disabitato della periferia romana, Varega ha deciso di rivelare il nome di chi lo ha tradito e di raccontare, davanti a una telecamera, il decennio dell'odio, iniziato il 12 dicembre del 1969 con la strage di piazza Fontana a Milano. Con il ritmo serrato di un thriller, tra snodi storici e intrecci sentimentali, entriamo nella mente del brigatista per indagare le ragioni che spinsero un gruppo di giovani a imbracciare le armi e uccidere. Questa è la storia della caccia ai brigatisti da parte degli uomini del generale Dalla Chiesa, ed è la storia dell'Italia. L'Italia eversiva delle stragi e della strategia della tensione; l'Italia della cacciata di Lama dall'università, dei poliziotteschi, dell'epidemia di colera a Napoli e della diffusione dell'eroina. L'Italia di Aldo Moro, del commissario Calabresi, di Indro Montanelli e Gian Maria Volonté. Un paese in cui la verità è sempre stata una contraddizione, un intrigo internazionale, ma anche una questione privata. -
I maestri della luce. Conversazioni con i più grandi direttori della fotografia
Quindici direttori della fotografia si raccontano, e ricostruiscono una delle fasi più creative nella storia del cinema, muovendosi tra la Nouvelle Vague francese e il film d'autore italiano; tra la nuova Hollywood degli Scorsese e dei Coppola e i maestri del cinema di genere.rnrnChe cosa sarebbe stato «Il padrino» senza i chiaroscuri e le luci notturne di Gordon Willis? Che cosa sarebbe stato «Apocalypse Now» senza le esplosioni di luci e fiamme orchestrate da Vittorio Storaro? Che cosa sarebbe stato l'inferno del Cacciatore di Cimino senza la maestosa concertazione di colori di Vilmos Zsigmond? Che cosa sarebbe stato «Toro scatenato» senza il superbo bianco e nero di Michael Chapman? Si potrebbe procedere all'infinito: i quindici direttori della fotografia che si raccontano in questo libro hanno infatti determinato come pochi altri l'immaginario filmico di un'autentica età dell'oro, nella quale il cinema d'autore si è imposto a Hollywood e nel mondo intero. Ognuno degli intervistati racconta il proprio mestiere, i mille modi con i quali conferire a ciascun film un aspetto visivo inconfondibile, le loro imprese più difficili, tecnicamente e non solo, i rapporti con i grandi registi con cui hanno lavorato. E ricostruiscono così una delle fasi più creative nella storia del cinema, muovendosi tra la Nouvelle Vague francese e il film d'autore italiano; tra la nuova Hollywood degli Scorsese e dei Coppola e i maestri del cinema di genere. Interviste con Néstor Almendros, John Alonzo, John Bailey, Bill Butler, Michael Chapman, Bill Fraker, Conrad Hall, László Kovács, Owen Roizman, Vittorio Storaro, Mario Tosi, Haskell Wexler, Billy Williams, Gordon Willis, Vilmos Zsigmond. -
Willard e i suoi trofei di bowling
Un romanzo secco e inesorabile che è al tempo stesso un western degno di Peckinpah o Leone, un'incursione esilarante e disperata nella pornografia e una parodia del sentimentalismo e di quella illusoria ricerca della felicità che è inscritta nell'atto di fondazione degli Stati Uniti.rnrnUna sera di settembre, in una San Francisco che sembra lontana anni luce dalla capitale che ha ospitato e cullato i sogni e le utopie dei figli dei fiori e del movimento hippy, in un palazzo di Chestnut Street, Constance e Bob sono immersi in un delirio di giochi erotici, ispirati a Histoire d'O e ai lirici greci, e cercano così di salvare un matrimonio sprofondato nell'afasia. Al piano di sotto abitano Patricia, insegnante, e John, regista di chiara fama. Il loro sembra un ménage perfetto, l'esatto opposto di quello dei loro coinquilini, se non fosse che al centro del loro salotto campeggia Willard, uno strano uccello-totem che non smette mai di fissarli. In una pensione pulciosa, non troppo lontano dal palazzo dove vivono le due coppie, i tre fratelli Logan non si danno pace. Uno legge fumetti, l'altro beve birra, il terzo cammina avanti e indietro per la stanza, nervosissimo. Qualcuno ha rubato i cinquanta trofei che avevano fatto dei Logan delle autentiche leggende del bowling: è arrivato il momento di recuperare il maltolto e di vendicarsi del ladro, anche se, per riuscirci, dovranno gettare la maschera da bravi ragazzi e trasformarsi in una banda di assassini. Con la feroce inventiva che ne ha fatto un autore di culto per intere generazioni, Richard Brautigan gestisce come un raffinato burattinaio le traiettorie dei suoi personaggi e i generi letterari in cui si inquadrano, e ci regala un piccolo prodigio: un romanzo secco e inesorabile che è al tempo stesso un western degno di Peckinpah o Leone, un'incursione esilarante e disperata nella pornografia e una parodia del sentimentalismo e di quella illusoria ricerca della felicità che è inscritta nell'atto di fondazione del suo paese. -
Crime. Storia, miti e personaggi delle serie TV più popolari
Poliziotti e criminali. Delitti e investigazioni. Affari loschi e condotte integerrime. Fin dalle origini della narrazione seriale, il genere crime – nelle sue molte varianti, con le sue evoluzioni progressive – occupa una posizione di assoluto primo piano in televisione, negli ascolti come nei gusti di pubblico e critica, dando vita a personaggi memorabili, raccontando situazioni altrimenti inaccessibili, appassionando gli spettatori episodio dopo episodio, caso dopo caso. La Turnbull racconta le storie parallele e intrecciate di questo genere di racconto nella televisione statunitense e in quella britannica, senza però dimenticare che il crime si presta molto bene anche a essere esportato, a circolare sui canali tv di tutto il mondo, a venire riproposto in innumerevoli traduzioni. Da «Dragnet» a «Law & Order», da «Hill Street Blues» a «CSI», da «Dexter» a «The Killing», per citare solo alcuni titoli, tra le pagine di questo libro si dipana una storia che parte dalla radio e approda alle piattaforme digitali. Sono messe in fila le parole chiave del genere, i case history più rilevanti, le principali traiettorie nella rappresentazione del male e della lotta contro di esso, le ibridazioni e contaminazioni con altri generi, le possibili chiavi di lettura. Il libro è arricchito inoltre da una ricerca sui modi in cui gli spettatori australiani decodificano il crime americano ed europeo e da alcune riflessioni conclusive sul ruolo del genere nello scenario mediale contemporaneo, dove gli stabili archetipi narrativi e l'appeal globale sono diventati un punto di forza ulteriore per un tipo di serialità che non invecchia ma mantiene intatta tutta la sua rilevanza. E, persino, la accresce. -
I minatori della Maremma
Tra le 8.35 e le 8.45 del 4 maggio 1954 si verifica uno scoppio di grisù al pozzo Camorra, nella miniera di lignite di Ribolla. In seguito all'esplosione e all'incendio di polvere di carbone, muoiono quarantatré minatori. È una tragedia nazionale. Le salme vengono portate in un garage per essere ricomposte e identificate, poi allineate nella sala del cinema. Su ogni bara, l'elmetto da minatore e sotto lo schermo un altare di bandiere rosse. Le donne piangono; i vecchi operai ripetono la stessa frase come un salmo responsoriale: «L'avevamo detto tante volte che doveva succedere, ed è successo». In questa camera ardente improvvisata l'inchiesta che Carlo Cassola e Luciano Bianciardi stavano conducendo sulle condizioni di lavoro dei minatori toscani cambia natura. Entrambi si sono ormai affratellati a questi uomini dai polmoni sconciati, di poche parole, spesso di famiglia contadina e in maggioranza di fede comunista. Gli hanno prestato i loro libri, organizzato proiezioni e incontri, ne hanno ascoltato il destino di infortuni e silicosi. La sciagura non è dovuta a una tragica fatalità, ma «a una consapevole inadempienza» da parte della Montecatini: è il capitolo finale, il più doloroso, di una lunga storia di sfruttamento, dalla formazione delle prime società minerarie alla nascita dei villaggi operai, alle lotte antifasciste e sindacali. «I minatori della Maremma» diventa così un'orazione funebre e un atto d'accusa. Per Bianciardi sarà il libro d'esordio, e determinerà per sempre il segno rabbioso della sua scrittura. «La vita agra» nasce da queste pagine. -
Esperienze mediali. Dalle serie tv al reality
Esperienza. Coinvolgimento. Engagement. I molteplici percorsi tramite cui interagiamo con la televisione, e più in generale con la popular culture, e i tantissimi modi in cui diamo forma e siamo a nostra volta formati dagli ambienti mediali dove ci muoviamo costantemente sono aspetti cruciali, ma relativamente ancora poco studiati. Raccogliendo centinaia di interviste e osservando sia gli addetti ai lavori sia gli spettatori, Annette Hill ha esplorato la complicata relazione che lega produttori e audience. Attraverso una ricca serie di esempi che incrociano generi differenti – dal nordic noir di «The Bridge» al thriller cospirativo di culto «Utopia» , dal cooking show «Masterchef» al format globale «Got to Dance» – questo libro ricostruisce e spiega le maggiori sfide della televisione contemporanea, dal lato dell'industria come da quello dei consumi: il multi-screening, il recupero on demand di quanto andato in onda, la pirateria, la concorrenza dei contenuti amatoriali, ma anche la visione immersiva o i rituali live condivisi. Si susseguono voci e corpi, suoni e visioni. Ci sono gli spettatori che fanno esperienza delle serie, dei reality e degli altri eventi che la televisione trasmette; ci sono le esperienze di chi crea e produce questi programmi; e ci sono gli spettatori che sempre più diventano attori, partecipanti e produttori. L'indagine risale alla sorgente dell'immaginazione mediale, a quanto creatori e pubblico condividono, alla battaglia che li lega e alla tregua che sempre più spesso li fa collaborare. E così facendo prova a spiegare le ragioni e il fascino duraturo di esperienze che resistono, e si potenziano, nello scenario digitale. )Questo volume è stato realizzato grazie alla collaborazione con Tivù Srl.) -
A casa e ritorno
Ricorrendo alla portentosa combinazione di realismo minuto e accensioni grottesche e magiche, Chris Offut racconta storie di camionisti, sceriffi, giocatori d'azzardo, pugili dilettanti ed ex carcerati, uomini e donne che affrontano disastri familiari per ritrovarsi a «crescere figli di altri mentre un estraneo si prende cura dei tuoi».rnrnGrande presenza-assenza in tutta la produzione letteraria di Offutt, il Kentucky è il sostrato emotivo che unisce i nove racconti di «A casa e ritorno». L'attrazione magnetica esercitata dai boschi e dalle colline in cui i protagonisti di queste storie sono nati e cresciuti si traduce ora in vicende lineari, di fughe e ritorni, ora in narrazioni più complesse e indirette. I temi portanti restano però gli stessi: l'impossibilità di andarsene davvero, di lasciare casa; il peso del passato e dei ricordi; l'attrazione irresistibile verso quelle «terre di nessuno», ingrate e crudeli, che si sono radicate a fondo nell'anima di tutti i personaggi. Ricorrendo a quella portentosa combinazione di realismo minuto e accensioni grottesche e magiche che rappresenta il suo inconfondibile marchio di fabbrica, Offutt racconta storie di camionisti, sceriffi, giocatori d'azzardo, pugili dilettanti ed ex carcerati, uomini e donne che affrontano disastri familiari per ritrovarsi a «crescere figli di altri mentre un estraneo si prende cura dei tuoi»: personaggi indimenticabili nel loro isolamento, nella loro impermeabilità alle regole della convivenza civile, nella durezza che, ben lungi dal cancellarla, cristallizza la forza dei sentimenti e dei legami. -
Il rap spiegato ai bianchi
Fra ascolti compulsivi e imbarazzete incursioni nelle sale di incisione e nei locali hip hop, David Foster Wallace e Mark Costello danno vita a un'analisi personalissima, e tuttora convincente, sulla forza e le contraddizioni del rap.rnrnDavid Foster Wallace è ritenuto la voce più originale e rilevante della letteratura americana degli ultimi vent'anni; è celebre per il suo romanzo-fiume «Infinite Jest», per i racconti e i reportage narrativi, ma è tutta da riscoprire questa sua opera giovanile, scritta a quattro mani con l'amico Mark Costello. È il 1989 e i due, studenti ad Harvard, bianchi, coltissimi e middle class, condividono una sorprendente quanto irresistibile attrazione per la musica rap, che è ormai uscita dai ghetti neri inaugurando la sua storia di strepitoso successo mainstream. Prendendo come nume tutelare il critico rock più irregolare e geniale di sempre, Lester Bangs, decidono di provare a spiegare il motivo di questa passione: fra ascolti compulsivi e imbarazzate incursioni nelle sale d'incisione e nei locali hip hop, danno vita a un'analisi personalissima, e tuttora convincente, sulla forza e le contraddizioni del rap, il primo genere musicale autenticamente postmoderno. -
Alt-America L'ascesa della destra radicale nell'era di Trump
La campagna presidenziale e la vittoria di Donald Trump hanno scioccato il mondo intero e l'emersione apparentemente inopinata di suprematisti bianchi, xenofobi, milizie armate e destrorsi leoni da tastiera sulla scena americana ha suscitato stupore nei commentatori, che faticano spesso a rintracciarne le origini e a comprenderne fino in fondo le idee politiche. In realtà, l'estrema destra negli Stati Uniti è cresciuta in modo costante sin dagli anni Novanta, trovando nell'11 settembre e nel profluvio di teorie cospirazioniste e paranoiche che ne sono derivate, così come nell'elezione del primo presidente afroamericano alla Casa Bianca, le occasioni ideali per compattarsi. Il resto lo ha fatto il sostegno costante che televisione, stampa e siti online hanno assicurato a ideologi come Steve Bannon, Milo Yiannopoulos e Alex Jones, che da oggetti di dileggio si sono trasformati in veri e propri fulcri del dibattito pubblico sulla crisi e sul futuro del paese. Maestro del giornalismo d'inchiesta, David Neiwert ha studiato, incontrato, analizzato da vicino il nuovo estremismo di destra che negli ultimi anni, in America, si è rivelato non meno preoccupante e attivo dei vari movimenti di radice islamista. Alternando ritratti inquietanti di alcuni dei protagonisti della nuova ultradestra a un'analisi rigorosa di fatti e documenti, «Alt-America» ci offre un quadro lucido e al tempo stesso fosco delle pericolose derive di una nazione. O forse, dell'intera società occidentale. -
Easter parade
«Easter Parade», uscito originariamente nel 1976, è un romanzo esemplare della sensibilità di Yates: una saga familiare senza concessioni al romanticismo, un limpido ritratto di esistenze borghesi in bilico tra la mediocrità e le aspirazioni. Le protagoniste sono sue sorelle, dal carattere diverso – Sarah più solare e convenzionale, Emily più chiusa e indipendente – ma sempre unite da un legame che a tratti si trasforma in rivalità; i loro destini si dipanano per quasi cinquant'anni, sullo sfondo di un'America che man mano perde la sua innocenza gioiosa (quella immortalata in un'istantanea della parata di Pasqua a cui si riferisce il titolo), alla ricerca di una «felicità» difficile tanto da identificare quanto da ottenere. -
Kamikaze d'Occidente
La nuova edizione del romanzo più libero di Tiziano Scarpa: un romanzo ancora oggi inclassificabile, che incrocia comicità, meditazione, verità, invenzione e sesso.rnrnIl protagonista di «Kamikaze d'Occidente» è uno scrittore precario non ancora quarantenne. Squattrinato cronico, per dedizione all'arte tira su le sue mesate grazie a un giro di clienti: le donne lo pagano per passare la notte insieme, per fare una passeggiata, per litigare. Tutto ha una tariffa, una traduzione in soldi. Un giorno però riceve una proposta da un oscuro personaggio che si presenta come un funzionario culturale del governo cinese: deve scrivere un libro su di sé, per dimostrare la decadenza dell'Europa e giustificare l'imminente invasione, non solo economica, da parte della Cina. A meno che, nella sua vita e in quella di tutti, lo scrittore non rintracci almeno un grammo di passione. «Al mio protagonista accade qualcosa di paragonabile a quel che succede a Josef K. nel romanzo di Kafka: scopre di essere sotto processo da parte di un'autorità potentissima: solo che a trovarsi in queste condizioni non è solo lui, ma tutto l'Occidente. E come K. nel «Processo», anche lui cerca aiuto nelle donne. Lo fa con altrettanto slancio e disincanto». Così scrive Tiziano Scarpa nella postfazione a questa nuova edizione del suo romanzo più libero. «Kamikaze d'Occidente» rifiuta infatti le convenzioni e le consolazioni, e rimane ancora oggi un romanzo inclassificabile – come solo i veri romanzi sanno essere – che incrocia comicità, meditazione, verità, invenzione e sesso. -
Un ragionevole uso dell'irragionevole. Saggi sulla scrittura e lettere sulla creatività
«A parer mio quasi tutti sanno cos'è una storia, fino a che non si siedono a scriverne una». Così afferma Flannery O'Connor in uno dei suoi saggi. E considerazioni analoghe, sulla scrittura, sui suoi dilemmi e sul mistero della creatività, si possono trovare in molte delle lettere nelle quali discute della sua opera e chiede consigli ad amici del calibro di Robert Lowell o Elizabeth Bishop. «Un ragionevole uso dell'irragionevole» (che raccoglie in un solo volume «Nel territorio del diavolo» e «Sola a presidiare la fortezza») si rivolge tanto a scrittori che non hanno mai provato a raccontare una storia quanto a quelli che lo fanno abitualmente, per cercare di scoprire qual è la natura e qual è lo scopo di questo mestiere. E se nei saggi l'autrice, pur rifiutando ogni degenerazione moralista, mette apertamente in campo la sua profonda religiosità cattolica e ci offre esempi cristallini di teoria letteraria in cui i concetti di grazia e di mistero acquistano forza e fascino, nelle lettere ci guida in un mondo popolato da autori, lettori, critici e agenti, intrecciando alle riflessioni letterarie un florilegio di osservazioni amare, ma sempre ironiche, su ogni aspetto del reale, compresi fatti di cronaca dell'epoca. Il tutto impreziosito dai commenti caustici e divertiti di un'autrice di cui, a distanza di anni, continuiamo ad ammirare la lucidità rara e l'innato talento. -
Racconto d'inverno
Il campo è quello di Gerlospass, sulle Alpi austriache. Tommaso, insieme a un gruppo di prigionieri polacchi, ucraini e italiani, lavora alla creazione di una linea elettrica tra il Tirolo e il Salisburghese. Tirano su i pali del telegrafo nella neve, sotto un cielo livido e inclemente. Le giornate hanno l'odore asprigno dei mantelli bagnati, le scarpe sono basse e rotte, le labbra dolenti come i muscoli. Alla sera, gli stanzoni si riempiono del fumo delle stufe. Fuori dai vetri corre l'urlo delle abetaie lungo i pendii lisciati dalle tormente e di notte si sente il tonfo delle imposte. Ogni tanto del pane raffermo e una tazza di caffè di ghiande danno un po' di sollievo alle gambe stroncate. Ma non si aspetta più nulla. Si guarda soltanto l'assurdo candore della neve e si pensa che l'inverno non sia più una stagione, ma uno stato dell'anima, una sorte chiusa, come se la prigionia durasse da sempre e la vita, ormai, fosse stata recisa. Oreste Del Buono è tra i primi in Italia a raccontarci l'esperienza del lager, con una lingua ruvida e urgente ma di grande espressività, e quasi in presa diretta: «Racconto d'inverno», scritto sulla base di una breve novella, uscì alla fine del 1945. Ma la sua testimonianza trascende la Storia e finisce per illuminare una condizione umana universale, quel senso di smarrimento che allora fu avvertito da molti scrittori europei: l'assistere stranieri al muto dolore del mondo e alla sua insensatezza; l'impossibilità di tornare alle parole di prima, dopo l'esperienza della guerra e della deportazione; il tradimento di tutte le attese e di tutte le speranze. -
Remoria. La città invertita
Mescolando storia delle sottoculture, psicogeografia e romanzo di formazione, e annaffiando il tutto di scienza alchemica e fantahorror lovecraftiano, Remoria è una lunga lettera d'amore che dalla Centocelle del coatto sintetico Ranxerox viene indirizzata a tutte le periferie del pianeta, nel tentativo di far riemergere la città che potrebbe essere e che (ancora) non è.rnrn«Mattioli è uno dei migliori critici musicali della sua generazione» – Il Venerdìrn«Valerio Mattioli immagina una città-fantasma, Remoria, che sarebbe nata se Remo avesse vinto: è il rimosso dimenticato, la minaccia incombente di ""catastrofe""""» – Robinsonrn«Un saggio originalissimo che mantiene un passo sovversivo edificando una lingua tra l’accademico e l’underground» – La LetturarnRemoria è la città che sarebbe sorta se al posto di Romolo, nella leggenda di fondazione fratricida, a vincere fosse stato Remo. È il negativo occulto di Roma, il rimosso che aleggia perenne e che preme per tornare in superficie. Remoria non dovrebbe esistere eppure è in continua espansione: erode i confini, ribalta le gerarchie e dissolve la logica della fu Città Eterna. Perché la logica non può rendere conto di quell'immensa parte di Roma che sta fuori dal centro: la razionalità non può spiegare il Grande Racconto Anulare, la «borgatasfera» che si addensa delirante per chilometri su entrambi i lati dell'anello autostradale, le tribù di giovani mutanti che nascono in mezzo a quel niente e cambiano tutto. Raccontare Roma oggi pare un'impresa disperata, non c'è narrazione che possa contenerla. Valerio Mattioli rovescia dunque la prospettiva: parte dal fantasma, dal doppio indicibile delle sue periferie per plasmare una mitologia parallela, che inizia nella Ostia di «Amore tossico», passa per la nascita delle bande metropolitane, attraversa la stagione dei rave party, e atterra in un presente dominato da rovine piovute dal futuro, discariche e campi rom. Mescolando storia delle sottoculture, psicogeografia e romanzo di formazione, e annaffiando il tutto di scienza alchemica e fantahorror lovecraftiano, «Remoria» è una lunga lettera d'amore che dalla Centocelle del coatto sintetico Ranxerox viene indirizzata a tutte le periferie del pianeta, nel tentativo di far riemergere la città che potrebbe essere e che (ancora) non è."" -
Storie della farfalla
Tra taxi-girl e turisti del sesso, tra cinismo e perdizione, Storie della farfalla è una fiaba crudele, che trasforma in incubo contemporaneo il sogno romantico dell'amore assoluto, dell'innocenza felice.rn«Un approccio perfetto per chi voglia accostarsi a questo autore decisamente unico» – RobinsonrnrnAmici e complici di bravate, sesso e avventure, un giornalista e un fotografo americani si immergono e ci accompagnano in un lungo itinerario fra Oriente e Occidente. Nell'inferno della Cambogia, ancora segnata da un profondo retaggio di stragi e violenze, il giornalista si innamora perdutamente di Vanna, una prostituta proveniente dalla capitale. Ma anziché trovare un impossibile e forse ipocrita riscatto nell'amore, continua le sue peregrinazioni in un mondo nel quale degradazione e purezza formano un binomio inestricabile. Tra taxi-girl e turisti del sesso, tra cinismo e perdizione, «Storie della farfalla» è una fiaba crudele, che trasforma in incubo contemporaneo il sogno romantico dell'amore assoluto, dell'innocenza felice. Vollmann si spinge a individuare nella prostituzione e nello scambio economico ""onesto"""" che la sottende la perfetta incarnazione dell'amore nell'era del capitalismo e del mercimonio; racconta il mercato del sesso e i suoi orrori senza alcun compiacimento o patetismo, e proprio per questo sa rappresentare l'Occidente e gli eccessi del postcolonialismo con una brutalità e un'autenticità che forse il solo Houellebecq di «Piattaforma» ha saputo eguagliare."" -
Il fiore della notte
Thriller insolito e originale, ricco di pathos e di personaggi che rimangono impressi nella memoria, Il fiore della notte conferma l'unicità e il talento di uno scrittore finora ingiustamente trascurato: forse perché è troppo in anticipo sui suoi tempi.rnrnA New York la primavera annuncia ogni volta una rinascita: il clima si fa mite dopo i rigori dell'inverno, e la luce si ferma più a lungo, tenendo lontana la notte e i suoi orrori. Per il detective Francis Mooney, ormai anziano, solitario e insofferente a ogni regola ma tollerato dai superiori per i tanti casi risolti che lo rendono pressoché intoccabile, aprile è davvero il mese più crudele, perché è proprio in questo periodo che, ogni anno, un misterioso assassino uccide le sue vittime. Qualsiasi passante si trovi nella zona dei teatri intorno alle dieci di sera, l'ora in cui la folla è più numerosa, può diventare il bersaglio ignaro di un grosso blocco di cemento lasciato cadere dal tetto di un palazzo. Le vittime sono ormai cinque, e la polizia insiste ad archiviare le loro morti come ""accidentali"""", ma Mooney è certo che dietro l'apparente casualità di questi incidenti si nasconda la mano di un serial killer. Comincia così un'indagine serrata, solitaria e ossessiva, che porterà il detective a fare i conti con Charles Watford, un personaggio inconsueto, inaffidabile e pericoloso che però è anche l'unico a poterlo aiutare nella ricerca della verità."" -
Streaming, sharing, stealing. I big data e il futuro dell'intrattenimento
Michael Smith e Rahul Telang, esperti di analisi dei dati, mostrano come il successo di House of Cards abbia sconvolto l'industria cinematografica e televisiva e spiegano in che modo aziende come Amazon o Apple stiano cambiando le regole di altre importanti industrie dell'intrattenimento, in particolare l'editoria e la musica.rnrnA lungo la televisione americana tradizionale ha seguito le stesse regole: i dirigenti dei network approvano un episodio pilota, poi ordinano un certo numero di puntate, infine le trasmettono una alla volta, nello stesso giorno e a un'ora precisa, rivolgendosi a uno specifico pubblico. Poi però è arrivata House of Cards, la prima serie targata Netflix, e tutto è cambiato. La piattaforma ha valutato il potenziale dei dati raccolti sui suoi abbonati e sulle loro preferenze, ha ordinato subito due stagioni senza nemmeno vedere il pilota e ha caricato i primi tredici episodi in una volta sola, consentendo ai suoi abbonati di guardare la serie quando volevano, sui loro dispositivi preferiti. In questo libro, Michael Smith e Rahul Telang, esperti di analisi dei dati, mostrano come il successo di «House of Cards» abbia sconvolto l'industria cinematografica e televisiva e spiegano in che modo aziende come Amazon o Apple stiano cambiando le regole di altre importanti industrie dell'intrattenimento, in particolare l'editoria e la musica. Questo cambiamento è affrontato da molteplici punti di vista, dalle nuove regole della produzione e distribuzione mediale alle decisioni sui prezzi e sulla differenziazione necessarie a convincere i «pirati» e a trasformarli in abbonati. Al centro di questo sistema complesso, un ruolo da protagonista è affidato ai dati. In che modo le aziende possono scoprire chi sono i loro clienti, cosa vogliono e quanto sono disposti a pagare? Attraverso i dati. Per sopravvivere e avere successo, le aziende devono adattarsi in fretta, imparando da chi ha cambiato per sempre le basi del loro mondo. -
Un segno invisibile e mio
Tenero, spassoso, commovente, originalissimo, venato di tristezza ma colorato di surrealtà, il primo romanzo di Aimee Bender è un'indimenticabile favola per adulti.rnrnMona Gray, vent'anni, è innamorata dei numeri fino all'ossessione: l'ordine e la precisione dell'aritmetica le servono a difendersi dall'instabilità del mondo. Da quando il padre ha contratto una misteriosa malattia, infatti, Mona ha bloccato ogni propria aspirazione, ha paura di innamorarsi e si rifugia in una serie di piccoli gesti e oggetti scaramantici. Ma quando viene assunta come insegnante di matematica alle elementari, la sua vita – grazie a un'allieva fuori dal comune e a un collega capace di fare breccia nella sua timidezza – comincia a cambiare irreversibilmente.