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Lezioni sulle lingue antiche e sul linguaggio. Nuova ediz.
Melchiorre Cesarotti (1730-1808) fu per buona parte della vita un professore, prima presso il Seminario vescovile e poi per quasi 40 anni all'Università di Padova, titolare della cattedra di Lingue antiche. Le sue lezioni, prolusioni, conferenze in latino rappresentano non solo la testimonianza del momento di più fervida presa di contatto con la riflessione linguistica europea, il luogo dove vengono elaborate le idee che daranno poi forma ai suoi lavori più noti (tra cui il «Saggio sulla filosofia delle lingue»): sono anche un'opera di notevole e autonomo spessore. Vi sono affrontati temi altrove mai ripresi o solo presupposti: dalla natura dell'eloquenza, all'origine del linguaggio, all'etimologia, al rapporto lingua-conoscenza, fino a un'originale antropologia dell'antico. Il volume curato da C.E. Roggia, professore di linguistica italiana all'Università di Ginevra, presenta per la prima volta un'ampia selezione di questo vasto e frammentario corpus, fondamentale per la comprensione del pensiero linguistico cesarottiano. I testi sono editi a partire da manoscritti e stampe originali, con testo latino, traduzione a fronte, introduzioni, apparati esegetici e critici. -
Leonardo, la scrittura infinita. «Lingua italiana, ingegno e ingegneri». Firenze, 30-31 ottobre 2019, Istituto degli Innocenti, Villa medicea di Castello
Il volume raccoglie gli interventi presentati alla dodicesima edizione della Piazza delle Lingue che l'Accademia ha organizzato a Firenze (30-31 ottobre 2019), con la collaborazione dell'Istituto degli Innocenti, del Museo Galileo, del Conservatorio Luigi Cherubini, di Unicoop di Firenze, nonché delle associazioni Artes Mechanicae di Firenze, Oranona Teatro e Polis di Certaldo. All'intervento di apertura di Carlo Vecce, centrato sul concetto di infinito in rapporto alla scrittura e alle ricerche di Leonardo, seguono undici contributi che, nello spirito dello stretto dialogo tra lingua e scienza che ha animato la manifestazione, si distribuiscono in due sezioni distinte ma legate dal proposito di indagare le ampie declinazioni degli studi vinciani: nella prima sono proposte indagini su fono-morfologia, lessico tecnico, sintassi e organizzazione testuale e argomentativa dei testi di Leonardo; nella seconda sono trattati temi propriamente tecnico-scientifici in vario modo collegati all'opera del grande autore: gli strumenti informatici per la consultazione e lo studio del ""corpus"""" autografo, la sismologia, la comunicazione scientifica, la figura dell'ingegnere nel mondo contemporaneo."" -
Il pieno di felicità
Questo libro racconta un tempo veloce e sospeso, tra decisioni, esitazioni e progetti di vita continuamente da rivedere. Racconta cosa accade quando, a trent'anni circa, non si riesce a trasformare, per responsabilità personali e destini generali, l'educazione, l'affetto e il supporto ricevuti in un lavoro stabile, in un'identità compiuta.rnrnCecilia ha studiato quel che le andava, si è laureata e poi ha continuato ancora a studiare. Insieme al fidanzato è finita a Coventry, una cittadina inglese dove si barcamena tra lavoretti e tentativi di proseguire la carriera universitaria. Ma non ci vive sul serio a Coventry, perché non perde occasione di spostarsi, tornare con un volo low cost a Bologna, la città degli studi e delle passioni, e nella provincia padana, a lungo rifiutata ma divenuta, a distanza, desiderabile. O anche di andare a Londra, per un lavoro di tre mesi e poi per un dottorato di tre anni, e dai molti amici (o Airbnb) che la accolgono e le fanno intravedere per qualche giorno la possibilità di una vita parallela – a Barcellona come a Helsinki e Berlino, in un'Europa per lei ancora senza muri. Il polo magnetico di questo girare tra incontri, piazze, concerti è quel «pieno di felicità» di una vecchia canzone dello Zecchino d'oro che la protagonista aveva creduto raggiungibile, perché i suoi desideri le erano sembrati realistici, e che deve invece imparare a ridimensionare, adattare ai tempi della «classe disagiata» e di una inquieta lotta quotidiana. Cecilia, infatti, non si limita a subire il presente, lo interpreta da dentro, con ironia, e lo vive, nelle pieghe e negli interstizi, nelle incertezze che talvolta si trasformano in occasioni. -
Il ritorno degli dei
Un romanzo che affronta uno dei grandi temi che ossessionano l'immaginario contemporaneo: la vanità di ogni fuga dal passato e la necessità di fare i conti con un'eredità difficile e con i suoi fanatismi, stabilendo così, una volta per tutte, l'entità del debito che i vivi hanno contratto con i morti.rnrnAlison Donnelly vive ancora nella piccola cittadina dell'Irlanda del Nord dov'è nata, è reduce da un divorzio molto doloroso, lavora nell'agenzia immobiliare del padre e spera che il suo secondo matrimonio rappresenti finalmente la svolta che sta cercando da anni. Sua sorella Liz, che ha preso le distanze dalla famiglia e dai luoghi d'origine e vive a New York, dove insegna in un college, torna a casa per le nozze di Alison prima di proseguire il suo viaggio alla volta di un'isola a pochi chilometri dalle coste della Papua Nuova Guinea, dove deve realizzare un documentario su un culto religioso di recentissima fondazione. Ma la vita delle due sorelle sta per subire un nuovo scossone. Il giorno dopo le nozze, Alison scoprirà che il suo nuovo marito ha un passato al quale non si può sfuggire, mentre Liz, immersa in una foresta pluviale sul lato opposto del pianeta, si troverà sempre più coinvolta nel mondo elettrico di Belef, la donna misteriosa oggetto del suo documentario, e sarà costretta a riflettere su quanto il bisogno di nuovi dei ai quali credere possa sovvertire le leggi della ragione e della scienza. Sapientemente costruito lungo due assi paralleli, che dialogano e si rafforzano a vicenda, Il ritorno degli dei affronta con la pura forza della narrazione uno tra i grandi temi che ossessionano l'immaginario contemporaneo: la vanità di ogni fuga dal passato e la necessità di fare i conti con un'eredità difficile e con i suoi fanatismi, stabilendo così, una volta per tutte, l'entità del debito che i vivi hanno contratto con i morti. -
In punta di penna. Riflessioni sull'arte della narrativa. Vol. 2
Con questo secondo volume, prosegue la serie di saggi sulla scrittura e la narrazione come arte e come ricerca, firmati da alcuni tra i più importanti autori americani delle ultime generazioni.rnrnChe cosa induce uomini e donne di tutte le nazionalità e le razze a prendere in mano una penna o a sedersi davanti a un computer per raccontare una storia, e non necessariamente la propria? Quali sono gli strumenti che consentono di trasformare questo impulso in un'opera compiuta, in grado di raggiungere il mondo dei lettori? Con questo secondo volume, prosegue la serie di saggi sulla scrittura e la narrazione come arte e come ricerca, firmati da alcuni tra i più importanti autori americani delle ultime generazioni. Che non esitano a ricorrere all'autobiografismo più spinto, all'aneddotica personale, a vere e proprie microstorie. O ad aprire ai lettori il loro laboratorio, guidandoli dentro l'eterno mistero della creazione letteraria. Saggi di James Salter, Amy Hempel, Pat Conroy, Rick Bass, Rick Moody, Margaret F.M. Davis, Denis Johnson, Elizabeth Gilbert, Mark Jacobson, Jim Harrison, Darius James, Barry Hannah, Robert Stone. -
Con Kubrick. Storia di un'amicizia e di un capolavoro
Uno sguardo privilegiato e definitivo sul regista che ha cambiato per sempre il cinema contemporaneo, e sull'uomo, complicato e spesso frainteso, che si teneva nascosto dietro l'immagine dell'artista.rnrnNel gennaio del 1999, mentre stava terminando il montaggio di Eyes Wide Shut, Stanley Kubrick telefonò a Michael Herr, con cui aveva sceneggiato Full Metal Jacket, e disse che sarebbe stato felice di fare una lunga intervista con lui in occasione dell'uscita del film. Si erano conosciuti nel 1980 e per anni avevano scritto insieme quello che è ritenuto da molti il più grande film di guerra di tutti i tempi, ma la loro amicizia era durata ben oltre Full Metal Jacket, e quando l'improvvisa morte di Kubrick impedì l'intervista che aveva chiesto, Michael Herr scrisse al suo posto questo libro furioso e malinconico, la storia di quell'amicizia e di quel capolavoro. Nel tratteggiare la figura di Kubrick, Herr si propose di confutare la trita mitologia che lo circondava, sostituendo all'icona minacciosa del regista folle e misantropo il ritratto di un uomo pieno di calore umano, leale, appassionato e infinitamente curioso. -
Verso Occidente l'Impero dirige il suo corso
Una critica serrata alle insidie della cultura mediatica e dell'arte pubblicitaria, e alle degenerazioni della letteratura postmoderna. Un un libro visionario, impegnato, surreale, complesso ed esilarante.rnrnQuesta è la storia di sei personaggi in viaggio verso un luogo dove forse non arriveranno mai; è la storia di una poetessa ambiziosa che compone versi fatti tutti di consonanti, di un Ronald McDonald che si fa le canne, di un grande pubblicitario che spaccia rose fritte, di un gigantesco contadino che fa l'autostop in mezzo ai campi dell'Illinois e di un giovane arciere che possiede una freccia incantata. È il ritratto brillante e desolato di un'epoca in cui convivono opulenza e spossatezza, economie di scala e ossessioni solipsistiche. È una critica serrata alle insidie della cultura mediatica e dell'arte pubblicitaria, e alle degenerazioni della letteratura postmoderna. È un tour de force linguistico di cui solo il talento di David Foster Wallace poteva essere capace. È un libro visionario, impegnato, surreale, complesso ed esilarante. È un libro come non ne avete mai letti. -
Solo un fiume a separarci. Dispacci dalla frontiera
Sono gli incontri con i nuovi «dannati della terra» che Cantú racconta nei suoi «dispacci dalla frontiera», pubblicati per la prima volta nel febbraio 2018, mentre l'amministrazione Trump rilanciava con insistenza il progetto di un muro tra Stati Uniti e Messico, hanno suscitato clamore e un dibattito appassionato, che ha portato il libro alle prime posizioni nella classifica dei bestseller.rnrnrnrnrnrnPronipote di immigrati, messicano di origine ma americano di nazionalità, Francisco Cantú si potrebbe considerare un esempio di perfetta integrazione. Laureato in diritto internazionale, borsista Fulbright, traduttore, sembrava avviato a una brillante carriera come giornalista e studioso. Finché un giorno, sfidando le paure e le perplessità della sua famiglia, ha deciso di iscriversi all'Accademia di polizia per diventare una guardia di frontiera, convinto che, per capire fino in fondo il fenomeno dei flussi migratori e le storie di ordinaria e straordinaria umanità che lo sottendono, non bastassero i libri, i manuali o le statistiche, ma fosse necessario vedere le cose in prima persona. -
Due o tre cose che so di sicuro
Dopo La bastarda della Carolina, Dorothy Allison si sposta dal romanzo al memoir per esplorare in profondità la storia della sua famiglia, e ci regala un piccolo gioiello: un'esplorazione dei tanti modi in cui i pettegolezzi di una generazione possono trasformarsi in leggende per chi li eredita.rnrnIllustrato con fotografie tratte dalla collezione personale dell'autrice, ""Due o tre cose che so di sicuro"""" racconta la storia delle donne Gibson – sorelle, cugine, figlie e zie – e degli uomini che le hanno amate, che spesso hanno abusato di loro e che, ciononostante, ne hanno condiviso i destini. E racconta la storia della stessa Dorothy e del percorso di riscatto che l'ha portata a scrivere """"La bastarda della Carolina"""" e a conquistare, attraverso la parola e la reinvenzione letteraria, la propria personalissima salvezza. Provocatorio, controverso e brutalmente onesto, il memoir della Allison ha la forza di raccontare di nuovo, da una prospettiva diversa e complementare, un mondo white trash nel quale bellezza e dolore, amore e crudeltà, sconfitta e riscatto non sono mai separabili, ma due facce di un'unica medaglia."" -
L' amore per nessuno
Tra Roma e Milano, tra gangster albanesi esperti di filosofia morale e produttori televisivi deliranti immuni a qualsiasi forma di intelligenza, il progetto di questa nuova «Medea» – inquietante nella sua demenza ma profondamente incagliato in un Dramma – condurrà Riccardo nel cuore grottesco dell'attualità, dove regna l'amore per nessuno. O forse qualcosa di peggio.rn«Con una scrittura sapiente e affascinante Fabrizio Patriarca dipinge un affresco della contemporaneità in cui ognuno di noi è, più o meno consapevolmento, immerso» - Giuseppe Lorenti, Il VenerdìrnrnScorre quieta e assurda la vita di Riccardo Sala, sceneggiatore televisivo a un passo dal fallimento, quando il destino (alias YouTube), sotto forma di una vecchia puntata del «Costanzo Show», gli recapita l'illuminazione impossibile: fare un programma con Annamaria Franzoni. Un reality del dolore. Anzi no, di più, ci vuole la tragedia classica, ci vuole Medea. «Medea» di Euripide con la Franzoni, un serial tv: ecco la finzione che renderà ancora più insensata la realtà di Riccardo, creativo in affanno, scrittore disilluso, quarantenne fatalmente in crisi ma eroicamente palestrato, con una mantide religiosa per boss, una moglie catto-rompipalle che forse lo ama ancora, due figlie piccole che stanno sistematicamente imparando a disprezzarlo, un'amante diciannovenne italocinese (piuttosto sfuggente, per la verità), un amico nero che tutti chiamano Nairobi (ex leopardista riciclatosi come ghostwriter), un padre vedovo che si cura la depressione buttando i soldi di famiglia (l'eredità di Riccardo) dietro alle milf. -
Il gruppo
Una nuova edizione del capolavoro di Mary McCarthy. Un romanzo affilato, di ampio respiro, in perfetto equilibrio tra satira e tragedia, e un ritratto impeccabile dell'America di Roosevelt e del New Deal, sospesa tra sogni di rigenerazione collettiva e il permanere di un classismo spesso brutale.rn«Il romanzo, ormai un classico, è grandioso perché è storico, raccontando un mondo ormai sparito, ma anche modernissimo, se l'ansia da zitellaggio è ancora attuale come sembra» - Paola Zanuttini, Il VenerdìrnUn ritratto di gruppo al femminile caustico e feroce, la storia di otto ragazze dell'alta borghesia americana, dagli anni del college a una «maturità» fatta di delusioni e tradimenti, sogni e bruschi risvegli. Il «gruppo» del titolo è costituito da otto inseparabili amiche, rigorosamente upper class, compagne di studi al prestigioso Vassar College (una sorta di Harvard al femminile). Dopo la laurea, nel 1933, iniziano tutte a inseguire qualcosa di diverso da ciò che il destino ha loro assegnato, ma collezionano errori e sconfitte. Il romanzo segue a turno le otto amiche nelle loro vicende erotiche e familiari, che passano attraverso matrimoni poco felici, tradimenti, ma anche attraverso scelte meno convenzionali e molto più sorprendenti. -
Distanza ravvicinata. Storie del Wyoming. Vol. 1
Era il 1995 quando Annie Proulx, reduce dal grandissimo successo di «Avviso ai naviganti» culminato con il Premio Pulitzer, si stabiliva nel Wyoming, attratta dalla maestosa ferocia dei paesaggi, tra praterie deserte e picchi scoscesi, tempeste di neve e una fauna selvaggia. Da allora, le Badlands celebrate in tante canzoni di Bruce Springsteen, le loro leggende e i loro personaggi – uomini e donne forgiati alla durezza della vita, pronti al compromesso e alla fatica ma anche a lasciarsi travolgere dalle ventate imprevedibili della passione – sono divenuti la materia prima della sua scrittura, e il racconto la forma perfetta per narrarne le storie. Con «A distanza ravvicinata», minimum fax dà il via alla pubblicazione integrale delle «Storie del Wyoming», affidandone la traduzione alla penna raffinata e partecipe di Alessandra Sarchi. E in questa prima raccolta, salutata dalla critica come una delle vette della narrativa contemporanea, risalta già il delicato alternarsi di realismo e incanto, quieta disperazione e deflagrante poesia, del quale Annie Proulx ha saputo fare la propria cifra, e che ha nel magnifico «Brokeback Mountain», trasposto per il cinema da Ang Lee, un esempio insuperato. -
Domingo il favoloso
Una storia di stregonerie e angeli custodi che celebra il sopravvivere dell'incantesimo in un mondo disincantato.rnrnTutto è irregolare in Domingo. Il viso, «costruito su triangoli, sporgenze, ombre scoscese»; il passo sbilenco di volpe; i quarant'anni lunghi e stretti come il suo profilo. La sua è una grande figura di protesta e di disubbidienza. È l'ultimo esemplare umano a non adattarsi al mondo. Vive di invenzioni, cabale e furberie perfette. È il re dei picari, dei puttanieri e dei bugiardi, un ladro solitario e originale, un artista della truffa. Ha una fidanzata eterna e angelica che possiede un camioncino e lavora dietro un banco di torroni, ai margini di una baracca per il tirassegno e di un ottovolante. Ma Domingo è diverso dagli altri: sente l'aria di vetro in cui si muove; la sua pena è la faccia del mondo che si sgretola. Finché, un giorno, una spina lacera «l'involucro ammuffito del suo cuore» e lo porta a giocarsi il destino con un lancio di dadi: rapisce una giovanissima zingara, nata con il cuore spostato da una parte. La ragazza ha la cera azzurrata di una candela che si spegne, le labbra color delle more e un sorriso d'ala di rondine. Tra coltelli, premonizioni e inseguimenti, in una Torino notturna e luciferina che ricorda la Parigi surreale di Boris Vian o la Mosca di Bulgakov, le ore passate con lei gli restituiscono il precipizio della vita e l'avventura di cui non ha perso la smania. Con una lingua irregolare e fantasiosa quanto il suo personaggio, Giovanni Arpino tributa il suo omaggio più riuscito al genere fantastico e compone una favola misteriosa come una mappa dei segni incisi su una mano. -
La camicia di ghiaccio
La camicia di ghiaccio ci porta alle origini stesse del mito americano e al primo impatto dei nativi con esploratori stranieri: i vichinghi, giunti nel continente attorno all'anno Mille. Attingendo alle due grandi saghe nordiche medievali, Vollmann racconta il segno lasciato dagli invasori bianchi sulla leggendaria Vinland.rnrnPubblicato nel 1990, La camicia di ghiaccio è il primo dei «Sette sogni» dedicati al mito di fondazione americano: un'unica grande opera che appartiene alla zona grigia tra narrativa e storia e che ruota intorno a un solo motivo conduttore: il difficile confronto tra le popolazioni native del Nuovo Mondo e i pionieri giunti dal Vecchio. «Mi hanno sempre interessato le Metamorfosi di Ovidio,» ha dichiarato l'autore, «e da Ovidio ho mutuato l'idea che nel nostro continente si siano succedute diverse ere, ognuna delle quali meno mitica della precedente. Per ragioni poetiche e didattiche ho stabilito che questa successione di epoche andasse suddivisa in sette momenti diversi e che pertanto ci sarebbero stati sette sogni». La camicia di ghiaccio ci porta alle origini stesse del mito americano e al primo impatto dei nativi con esploratori stranieri: i vichinghi, giunti nel continente attorno all'anno Mille. Attingendo alle due grandi saghe nordiche medievali – la Saga dei Groenlandesi e quella di Erik il Rosso – dove si narra dell'accidentale scoperta di una nuova e radiosa terra e del breve quanto fallimentare tentativo di colonizzarla, e a un lavoro di documentazione e ricerca sul posto che lo ha condotto a visitare i siti vichinghi a Terranova, i resti della fattoria di Erik il Rosso in Islanda, le rovine norvegesi in Groenlandia e la vasta distesa ghiacciata dell'Isola di Baffin, Vollmann racconta il segno lasciato dagli invasori bianchi sulla leggendaria Vinland. «Voglio qui raccontare la storia di come venne consumata la rugiada e di come arrivò il gelo» scrive in tono epico, e per l'intero romanzo il ghiaccio diventa metafora di una corruzione sia morale che ambientale, presagio di conflitti razziali e oltraggi alla terra che hanno scandito l'intera storia degli Stati Uniti. -
Scuola di demoni. Conversazioni con Michele Mari e Walter Siti
In queste conversazioni, Carlo Mazza Galanti sollecita con competenza e garbo Michele Mari e Walter Siti sulle loro opere, sul mestiere della scrittura, sullo stato delle lettere e sul nostro presente.rnrnQuando si gioca alla lista dei più grandi scrittori italiani viventi, Michele Mari e Walter Siti non mancano mai. Anzi, i due autori sono spesso ricordati insieme, uno accanto all'altro, come comodi poli opposti di due tendenze o tensioni letterarie: a Siti il realismo, a Mari il fantastico. A Siti la «scuola di nudo», lo scoprire la realtà, l'andare a fondo, a Mari «i demoni e la pasta sfoglia» verbale, l'inquietante e il meraviglioso che insidiano il quotidiano. In queste conversazioni Carlo Mazza Galanti sollecita con competenza e garbo i due autori sulle loro opere, sul mestiere della scrittura, sullo stato delle lettere e sul nostro presente. Con le loro risposte Siti e Mari mostrano quanto, oltre le chiare differenze, siano vicini nell'essenziale. E l'essenziale è intendere, ancora oggi, la letteratura come «qualcosa di grande, che ti fa scoprire ciò che non sai di sapere o che nascondi anche a te stesso». I due autori si ritrovano così uniti in una magnanima ossessione, nella fiducia ostinata in una letteratura che ci dice, attraverso «la densità e la potenza della forma», e anche quando non vogliamo sentirlo, quello che siamo. Materia e sogni, realtà, vanità e fantasmi. -
Una volta ladro, sempre ladro
Nell'Italia di Tangentopoli divisa tra fazioni, dove sta la linea che divide il vero dal falso? cos'è giustizia e cosa arbitrio? Ch è vittima e chi carnefice?rnrn11 giugno 1994: Lorenzo Moretto, ventenne di buona famiglia che si divide tra lo studio, lo sport e le ragazze, sta pranzando in casa col padre Giovanni in pausa dal lavoro. Sei uomini della Guardia di Finanza di Milano bussano alla porta dei Moretto, interrompono il pranzo: hanno un mandato di perquisizione e un ordine di cattura e custodia cautelare per il padre. Le ipotesi di reato sono molto gravi: frode fiscale, riciclaggio, persino traffico d'armi. Nella notte Giovanni Moretto viene portato in carcere, a San Vittore. Ci resterà sei mesi. Nell'estate del 1994 Lorenzo smette di essere un ragazzo, si ritrova con la madre e il fratello ad affrontare situazioni che mai avrebbe previsto e prende coscienza dei vincoli che la realtà impone sulle nostre scelte. Ma, sopra ogni cosa, cerca di comprendere cosa abbia fatto suo padre: non può essere colpevole di quanto l'accusano, ma è del tutto innocente? Si è forse immischiato in operazioni ambigue e disoneste? Oppure è vittima di un errore degli inquirenti, tutti tesi a trasformare in abilissimo trader internazionale un contabile di paese? Nell'Italia di Tangentopoli divisa tra fazioni, dove sta la linea che divide il vero dal falso? Cos'è giustizia e cosa arbitrio? Chi è vittima e chi carnefice? Queste domande pesano ancora di più su Lorenzo, perché per isolare la sua famiglia sono stati sufficienti il sospetto e l'accusa. Perché la vita normale non tornerà mai più. -
Istruzioni per un funerale
David Means torna alla sua forma letteraria di elezione: il racconto. Già pubblicate sulle riviste più prestigiose d'America, da Harper's a VICE, dal New Yorker alla Paris Review, le storie qui raccolte confermano un talento ineguagliabile nel cogliere il retaggio di violenze e traumi che scandisce la vita quotidiana dei personaggi, e nel riscattarlo con la forza dell'umorismo.rnrnUna rissa tra due adolescenti, uno povero, l'altro figlio di un banchiere, sotto il cono di luce di un lampione; un ragazzo con una bandana sulla bocca e una bandierina in mano che dirige lo spruzzo di pesticidi da un aereo; due ragazzini che giocano a hockey su un laghetto ghiacciato in mezzo ai boschi; due senzatetto che guardano l'ultima superpetroliera lasciare il porto di Duluth prima che il lago geli durante la stagione invernale, aspettando il momento perfetto per tentare la sorte con un gratta&vinci; due agenti di polizia appostati a sorvegliare una fattoria da un'altura, sul confine di un bosco, in un torrido giorno d'estate.rnSono solo alcune delle fulminanti immagini che scandiscono Istruzioni per un funerale, il nuovo libro con cui David Means torna alla sua forma letteraria di elezione: il racconto. Già pubblicate sulle riviste più prestigiose d'America, da «Harper's» a «VICE», dal «New Yorker« alla «Paris Review», le storie qui raccolte confermano un talento ineguagliabile nel cogliere il retaggio di violenze e traumi che scandisce la vita quotidiana dei personaggi, e nel riscattarlo con la forza dell'umorismo. Che si concentri sui dilemmi della paternità e del matrimonio, sulla natura delle dipendenze, sull'approssimarsi della morte, sulla paranoia, Means ci accompagna in un mondo autentico perché imprevedibile, nel quale da un'epica scazzottata può nascere una storia di amicizia e amore lunga una vita intera, dietro un'infermiera si può sempre nascondere una serial killer, e un gioco di bambini può trasformarsi, nel giro di poche, prodigiose pagine, in una storia adulta di eroismo e morte. -
La guerra di tutti. Populismo, terrore e crisi della società liberale
Con questo secondo libro Raffaele Alberto Ventura si conferma un autore fondamentale per comprendere il nostro presente, armato del coraggio di svelare gli arcana imperii dietro le consolazioni e le illusioni che non funzionano più.rn«Stavolta sembra che la qualifica di disagiato possa essere estesa all'intero Occidente: la crisi - economica, politica, persino psicologica - ha fatto crollare l'ideologia che teneva in piedi le società liberali, e la guerra di tutti contro tutti potrebbe essere già scoppiata» - Michele Gravino, Il VenerdìrnrnrnrnUno spettro si aggira per l'Europa, lo spettro della guerra civile. Continuamente evocata e rimossa, riaffiora come ipotesi a ogni esplosione di violenza terrorista, a ogni rivolta di piazza, a ogni successo delle forze populiste. Soprattutto, la guerra civile rischia di essere una profezia che si autoavvera: perciò questo libro non avrebbe mai dovuto essere scritto, perciò questo libro non poteva non essere non scritto. Raffaele Alberto Ventura ci guida in un viaggio in mezzo alle rovine sontuose della società del benessere: incrocia moti di piazza liberamente tratti dai film di Hollywood, ascolta supereroi che discutono di filosofia e guerriglieri formati su YouTube, riscopre autori dimenticati e invece centrali per questo nuovo evo, s'intrattiene con complottisti adoratori di Rihanna, principessa degli Illuminati – dal comico al tragico, il passo è breve.rnDopo «Teoria della classe disagiata», la lotta è diventata planetaria. Credevamo che la società liberale fosse la continuazione della guerra di tutti contro tutti con altri mezzi; ora si fa forte la sensazione che i mezzi siano esattamente gli stessi. Nessuna civiltà ha mai spettacolarizzato tanto il benessere e nessuna mai ha subito con tanta durezza l'effetto del risentimento che sale quando le promesse non vengono mantenute: trionfano le passioni tristi, gli odi intracomunitari e le teorie del complotto. Dopo aver amministrato per decenni il consenso fabbricando sogni e bisogni, l'industria culturale è ridotta a una macchina produttrice di paranoia. Ma come non essere paranoici quando ci accorgiamo che le categorie politiche su cui si è fondato per secoli l'ordine sociale sono diventate finzioni? La Democrazia è soltanto un ideale, il Popolo una costruzione filosofica, la Giustizia la legge del più forte, la Verità un compromesso fragile tra visioni del mondo. Dobbiamo elaborare il lutto e una strategia di convivenza, perché abbiamo davanti la minaccia di una scalata agli estremi e un radicale rifiuto dei «fatti assodati» che rischiano di distruggere il corpo sociale. Siamo accerchiati tra la violenza dell'universalismo e i ricatti delle minoranze, dobbiamo quindi riscoprire il valore della tolleranza; ma questo significa anche prepararci a «tollerare l'intollerabile». -
Presunzione
Romanzo di formazione quasi classico, ambientato tra Caserta, il litorale Domizio e la Terra dei Fuochi, Presunzione racconta luoghi ben noti da una prospettiva nuova e tutta interna, incentrata su un ribelle senza ideologie precostituite, il cui unico, semplice desiderio, è di poter cominciare a vivere.rnrn«Non ti stai perdendo niente, la vita vera non è adesso. La vita è dopo». Queste sono le parole che Bruno Guida si ripete tutti i giorni, come un mantra, mentre frequenta l'ultimo anno di liceo a Caserta e cerca di sottrarsi con ogni mezzo a un mondo che lo reclama. Odia senza requie il suo paese, Villa Literno; guarda con superbia alla provincia e ai cafoni che la abitano, ma anche ai vezzi e ai manierismi dei compagni di scuola arricchiti; soprattutto, non è disposto a seguire e assecondare gli sforzi ossessivi di suo padre, che da quando il fratello gemello, il mitico zio Piero, è scomparso senza lasciare traccia, si è convinto di avere di fronte un caso di «lupara bianca», una vittima della camorra, e si è spinto fino a istituire un'associazione per la legalità, a lui dedicata. Per Bruno il sarcasmo e l'isolamento sono l'unica arma di difesa possibile: mostrarsi presuntuoso, per evitare che altri presumano di poterlo ingabbiare e decidere della sua vita; sfidare tutto e tutti per mantenere vivo il sogno di essere «destinato a ben altro». E quando il mondo attorno a lui, a cominciare dalla sua famiglia, si sfalda, è forte la tentazione di vedere nella catastrofe una via di salvezza. -
Dov'è casa mia. Storie oltre i confini
Dov'è casa mia mostra guerre civili e atti di terrorismo ma anche la solidarietà, la resistenza e la speranza di una vita diversa. Davide Coltri racconta la casa che si è persa e quella che si spera di trovare. Racconta le storie che superano i confini.rnrnKhalat, una giovane curda siriana, lascia la città d'origine per frequentare l'università a Damasco; lo scoppio della guerra civile distrugge i suoi sogni ma non la sua volontà di resistere alla violenza e portare in salvo la famiglia. Anneke è una ragazza danese con un obiettivo molto chiaro: porre la sua vita al servizio dei più deboli. Una missione in Darfur la costringe a spingersi oltre il limite dell'altruismo e ad affrontare un nuovo difficile inizio. Théogène, orgoglioso preside di una scuola elementare, rifiuta di accettare i pregiudizi e le superstizioni che dividono in due fazioni la gente del campo profughi in cui si trova. Pagherà il prezzo della sua coerenza insieme alla sposa Rosette. Queste sono solo alcune delle storie dal vero che Davide Coltri ha raccolto nel corso del suo lavoro e poi elaborato: testimoniano di un presente non ancora condiviso, sono storie allo stesso tempo lontane e vicinissime, universali. Operatore umanitario, specializzato in progetti di istruzione nelle emergenze, Coltri è stato in Iraq, Sudan, Sierra Leone, Turchia, Siria e altri paesi. Dov'è casa mia mostra guerre civili e atti di terrorismo ma anche la solidarietà, la resistenza e la speranza di una vita diversa. Il campo profughi per chi scappa dalla violenza e il compound per gli operatori umanitari sono i primi due luoghi ideali del libro; il terzo e ultimo è il muro, il confine tra chi è considerato noi e chi resta fuori. Coltri racconta la casa che si è persa e quella che si spera di trovare. Racconta le storie che superano i confini.