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Storia del pensiero biologico. Diversità, evoluzione, eredità
"La storia del pensiero biologico"""" di Ernst Mayr è uno di quei libri che da trent'anni gli studiosi di biologia, di storia e di filosofia della scienza tengono nello scaffale più comodo, a portata di mano. Scritto nel momento in cui la cosiddetta """"sintesi moderna"""" dell'evoluzionismo si era definitivamente affermata in campo scientifico, questo lavoro è stato il primo a raccontare la storia della biologia a partire da questa prospettiva. Fu proprio grazie allo zoologo Mayr, con un lavoro pubblicato nel 1942, che la selezione naturale darwiniana potè finalmente liberarsi dai residui essenzialisti e finalisti, e diventare la teoria scientificamente solida e universalmente accettata che oggi conosciamo. La rilettura dei lavori di Darwin operata da Mayr e da altri studiosi in chiave moderna e sperimentale si rivelò la chiave vincente, che permise di venire a capo del """"problema dei problemi"""", ovvero la nascita e la moltiplicazione delle specie viventi e il loro adattamento all'ambiente. Questo percorso non è stato privo di ricadute culturali di ampio respiro, ben oltre i confini della biologia. Mayr più di ogni altro ha messo in luce il valore rivoluzionario della sintesi darwiniana moderna per la cultura novecentesca." -
Per un'abbondanza frugale. Malintesi e controversie sulla decrescita
Che cos'è mai l'abbondanza frugale, oltre a un ossimoro che lega provocatoriamente due opposti, a un'ennesima parola d'ordine suggestiva e impraticabile? Se qualcuno replicasse così alla prospettiva di una convivenza capace di sobrietà non punitiva, verrebbe preso sul serio da Serge Latouche, e contraddetto con ottime ragioni. Agli argomenti di chi dissente da lui e dagli altri, sempre più numerosi, ""obiettori di crescita"""", il maggior teorico della decrescita dedica questo libro, ormai necessario dopo anni di malintesi, resistenze, travisamenti strumentali, accese controversie. Gli sviluppisti incrollabili, o gli scettici poco inclini a dar credito alle logiche antieconomiche, troveranno qui il repertorio delle loro tesi e delle loro perplessità, smontate una a una. Sarà difficile continuare a sostenere con qualche fondatezza che la decrescita è retrograda, utopica, tecnofoba, patriarcale, pauperista. La crisi devastante che stiamo vivendo la indica invece come l'uscita laterale dalla falsa alternativa tra austerità e rilancio scriteriato dei consumi. Un'abbondanza virtuosa, ci avverte Latouche, è forse l'unica compatibile con una società davvero solidale."" -
Cervello
Il cervello è l'oggetto più complesso che esista in natura. Lo studio di questo organo e delle sue funzioni è stato tradizionalmente appalto di campi di ricerca differenti, tra loro mutuamente escludenti, dalle scienze ""dure"""", alla psicoanalisi, alle scienze """"umane"""". Negli ultimi cinquant'anni però le neuroscienze hanno raggiunto risultati strabilianti, che escono da un ambito disciplinare ristretto e investono questioni di portata universale. Conoscere i risultati ottenuti dagli studi recenti sul cervello è quindi fondamentale, ma non è tutto. La scienza non ci consente ancora di integrare i singoli aspetti del funzionamento cerebrale in una trama unitaria, che ci spieghi come le varie strutture del cervello abbiano dato luogo alle singole menti umane, caratterizzate ciascuna da un'unicità di funzioni biologiche, esperienze e storie individuali. Le neuroscienze ci forniscono però molte tracce: sentieri che ci consentono di esplorare i paesaggi di una foresta che era a lungo rimasta immersa nell'oscurità. Con grande capacità espositiva, Alberto Oliverio ripercorre per noi alcuni dei sentieri che si addentrano in territori poco conosciuti, soprattutto quelli che possono farci riflettere e condurci a varcare il confine della sola biologia."" -
Il bambino sbagliato
Nel quartiere di Battersea, a Londra, c'è una sola parrocchia cattolica, dove si mescolano le più svariate classi e categorie di fedeli, sotto la guida del giovane e moderno padre Diamond. Un improvviso scivolone sull'altare fa sì che una delle anime più ingenue, Mary-Margaret O'Reilly, creda di aver ricevuto un segno dal crocifisso che stava amorevolmente pulendo. Accenna appena all'accaduto, ma la notizia passa rapidamente di bocca in bocca fino ad arrivare a uno scettico e sorpreso padre Diamond, e a riverberare nella mente fragile, confusa di Mary-Margaret stessa, dove si fa strada l'idea che Dio richieda da lei una dimostrazione di fede, sicura che il Signore fermerà la sua mano prima che il vero sacrificio si compia. Intorno ai sacerdoti e all'allucinata parrocchiana si muove una quantità di personaggi disparati, soprattutto femminili, soprattutto in preda a difficoltà, ansie e rovelli materni. Quando la tragedia colpirà la più fortunata, almeno all'apparenza, di loro, nessuno riuscirà più a essere razionale, tranne, fino a un certo punto, padre Diamond, innamorato della bella e infelice Stella Morrison. Francesca Kay ci accompagna tra le pieghe più profonde di un'intensa riflessione sul ruolo della fede, sulla natura dell'amore materno, sulla vulnerabilità che ogni cambiamento comporta. -
Levar la mano su di sé. Discorso sulla libera morte
Un libro terribile, questo. Un libro scritto da un pensatore profondo, un uomo deportato e torturato ad Auschwitz, che torna e ritorna su quella indicibile sofferenza (""chi è stato torturato resta tale""""), e che si porta dentro un carico di male che lo tiene per tutta la vita in stretta contiguità con la morte. """"La tortura è stata per lui una interminabile morte"""", scriverà Primo Levi. È un libro scritto da chi ha già deciso e può permettersi di abbandonare la logica della vita per avvicinarsi al gesto definitivo di levare la mano su di sé, di darsi la morte volontariamente, osservandolo dall'interno, sino in fondo """"sin dove può giungere la parola"""". È questo che rende unico questo scritto: rendersi conto che chi uccide e chi viene ucciso sono la stessa persona, vanificando così ogni logica, demolendo la dicotomia tra vita/bene e morte/male, rendendo l'atto estremo che l'autore compirà due anni dopo aver pubblicato questo libro una disperata affermazione di libertà, completamente slegata da ogni giudizio morale."" -
L' opera italiana da due soldi. Regnava Berlusconi
"La commedia italiana spesso disgusta ma non annoia mai"""". Non è un caso che Franco Cordero ricorra alla metafora teatrale per qualificare una storia durata diciassette anni e nove mesi. Molti, per un successo in cartellone. Forse non sarebbero stati così tanti se il mediocre brogliaccio rappresentato, a metà tra epica grottesca e opera buffa, non avesse attinto a piene mani a un repertorio italiano sempreverde: ordinario malaffare, quarto e quinto potere infeudati, millanteria priapesca da strapaese, compiacenza di famigli promiscui, servitù volontaria di politici al soldo, giustizia acconciata su misura, parodia dello spirito pubblico. Più antico, sotto un certo profilo, della figura che lo incarna, il berlusconismo va compreso attraverso le sue maschere precedenti, ma lo è pienamente solo grazie allo sguardo penetrante che non si lascia trarre in inganno dai plateali colpi di scena, dal tramestio delle comparse, dai fondali di cartapesta. Troppo stanchi o esasperati, dubitiamo di essere capaci di una simile acutezza di visione. A Cordero invece riesce naturale. Andare con lui a teatro - all'eterno teatro di casa nostra è un'emozione della conoscenza, una delle poche che ci riserva la tragicommedia della quale credevamo di sapere quasi tutto." -
I quanti e la vita. Unità della natura. Unità della conoscenza
Quando Albert Einstein, in uno dei più famosi aforismi della storia, sostenne che Dio non poteva giocare a dadi, di fatto si riferiva a Niels Bohr. Persino Einstein, tuttavia, non poteva non riconoscere l'assoluta grandezza del fisico danese. A Bohr si devono infatti alcune delle più importanti intuizioni della fisica di ogni tempo, a partire dalla struttura dell'atomo e terminando col ""principio di complementarità"""", che ha modificato radicalmente il concetto stesso di legge fisica. Uomo notoriamente involuto nei suoi lavori tecnici, Bohr si avventurò in alcune occasioni al di fuori del proprio territorio con interventi di ampio respiro, divulgativi, persino visionari. Si tratta dei testi raccolti in questo prezioso volume: una finestra aperta su una delle menti più raffinate di ogni tempo."" -
Psicopatologia della vita quotidiana. Ediz. integrale
Se un professore universitario nella sua lezione inaugurale dichiara: ""È per me una vera """"noia"""" descrivere i meriti del mio stimato predecessore"""" - e tutti noi capiamo benissimo che intendeva dire """"gioia"""", - con una diagnosi istintiva diciamo che il professore si è tradito e ha finito col rivelare il suo sentimento riposto. Ma Freud ha qualcosa di molto più sostanzioso da offrirci, e cioè le ragioni di questa diagnosi. La piacevolezza di una lettura resa viva dai numerosissimi casi dal vero, e la soddisfazione che può procurare l'esser guidati alla comprensione piena di eventi così quotidiani e nostri come un lapsus, una gaffe, o certe dimenticanze e sbadataggini, di cui già da soli avvertiamo la profonda significatività: ecco la spiegazione dello straordinario successo che quest'opera ha registrato fin dal suo apparire e continua a registrare presso i pubblici di tutto il mondo."" -
L' espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali
Pubblicato nel 1872, l'anno successivo all'""Origine dell'uomo"""", questo testo darwiniano è rivoluzionario in molti sensi. Nella tesi, innanzi tutto, che porta a compimento il lavoro iniziato oltre quarant'anni prima - coi primi abbozzi dell'""""Origine delle specie"""" - e dimostra la possibilità di analizzare dal punto di vista naturalistico non solo le specie viventi, non solo l'uomo, ma persino i suoi più intimi moti di coscienza, traditi da espressioni emotive che Darwin mette abilmente in continuità con quelle degli altri animali. Dopo questo libro all'uomo non resta più nulla di peculiare o """"divino"""". Ma anche dal punto di vista metodologico il libro è di una modernità sconcertante: il primo a fare ricorso estesamente alla fotografia per uno scopo scientifico, il primo a basarsi su sondaggi prestampati, pratica ormai comune in tutti gli studi di psicologia. È il Darwin della piena maturità, per metà scienziato e per metà filosofo, innovatore rivoluzionario eppure cauto, sempre attento a fondare su basi empiriche più che salde le sue speculazioni. Con introduzione, postfazione e commenti di Paul Ekman e con un saggio sulla storia delle illustrazioni di Philip Prodger."" -
La fisica della vita. La nuova scienza della biologia quantistica
Nessuno finora è riuscito a creare la vita. A tutt'oggi, pur con tutte le dichiarazioni roboanti della ""biologia sintetica"""", l'unico modo per """"costruire"""" la vita è sempre e solo la vita. È evidente che ci sfugge ancora un ingrediente, qualcosa che spieghi la complessità del fenomeno vitale. Tuttavia, sulla base di recentissimi esperimenti, rigorosi e ripetibili, stiamo forse cominciando a capire cosa succede laggiù, nel profondo delle cellule viventi, e ci stiamo finalmente avviando a capire fenomeni che per secoli erano parsi inspiegabili, proprio attingendo al bizzarro e controintuitivo mondo dei quanti. L'incredibile forza della fotosintesi, ad esempio, sembra dovere la sua inarrivabile efficienza al fatto che a un certo punto del processo le particelle subatomiche coinvolte si trovano contemporaneamente in due punti distinti grazie ai fenomeni quantistici. Anche il funzionamento degli enzimi, la base stessa del nostro essere in vita, deve la sua perfezione quasi miracolosa al fatto che nel corso della reazione chimica alcune particelle sembrano """"svanire"""" da un punto per """"materializzarsi"""" istantaneamente da un'altra parte. E che dire del passero europeo, che ogni anno migra dal Nordeuropa al Nordafrica? Come trova la strada? Di nuovo la fisica quantistica fa capolino: basta un singolo fotone che colpisca una cellula specializzata della retina di questo uccellino ed ecco che il passero si trova a disposizione un'incredibile """"bussola quantistica""""..."" -
Artigiani, visionari e manager. Dai mercanti veneziani alla crisi finanziaria
L'Arsenale veneziano del Cinquecento non fu solo un'enorme struttura produttiva, ma anche la sede in cui si discusse del maneggio, ovvero di come rendere il più possibile funzionale un'organizzazione complessa. E fu di nuovo a Venezia, con la prima scuola italiana di economia e management di Ca' Foscari, che nell'Italia unita si tentarono di affrontare, con criteri di avanguardia, i problemi che l'economia contemporanea aveva reso urgenti. Dal dopoguerra il discorso sul management in Italia si è fatto più articolato. Giorgio Brunetti ce ne racconta in questo libro le peculiarità, le potenzialità, i punti di criticità, le conquiste e le sfide continue, forte della sua pluridecennale attività di docente a Ca' Foscari e alla Bocconi di Milano e presso numerosi enti e società di formazione aziendale. L'evoluzione della cultura manageriale italiana ha visto lo sviluppo del miracolo economico del dopoguerra, l'ascesa e il declino delle grandi aziende pubbliche, l'affermazione del potere produttivo delle piccole e medie imprese, disperse sul territorio, e il crescente peso specifico della finanza degli ultimi anni. Dietro a ciascuno di questi passaggi ci sono storie di persone vere, docenti, imprenditori, ""artigiani"""", """"visionari"""" e """"manager"""", che hanno influenzato col loro operato il tessuto produttivo del nostro paese. Per capire la struttura della nostra economia è importante conoscerne la storia, ed è questo che Brunetti ci offre: un percorso nella cultura d'impresa."" -
Menzogna
Si dice: la verità trionfa sempre; ma sappiamo bene che non è vero. È vero però che la verità ha un solo modo di essere tale, mentre, al contrario, la menzogna è suscettibile di un'infinità di combinazioni. Essa non è mai uguale a se stessa, straripa, trabocca, si moltiplica in centinaia di figure diverse, s'insinua, come appare sempre più evidente, in tutti i meccanismi della società. Disponibile nelle sue molteplici forme, anche le più insolite, la menzogna trova conferme continue della sua vastissima diffusione. Immaginando che nel mondo domini la menzogna, le insidie che assediano quotidianamente la verità - nel discorso pubblico, nella politica, nella capacità stessa di ragionare in modo onesto - emanano da essa con una forza che tende a scardinare le basi della convivenza civile. Franca D'Agostini orchestra un'analisi dei suoi meccanismi con lo strumento affilato e affidabile della logica, spiegando come si origina, in quali forme si presenta e come può essere riconosciuta. -
Conflitto crisi incertezza. La teoria economica dominante e le teorie alternative
"Vuoi dirmi che strada dovrei prendere per uscire di qui?"""", chiede Alice al gatto acquattato sull'albero. """"Dipende molto da dove vuoi andare"""", è la risposta. Nell'urgenza di trovare una via di uscita dalla drammatica situazione odierna sarebbe poco sensato imboccare di nuovo, e circolarmente, la strada che ci ha condotti al punto in cui siamo. In termini economici significa riconoscere come sia ormai inservibile la teoria che finora ha prevalso, quella neoclassica secondo cui il mercato, lasciato a se stesso, è fattore di equilibrio. Massiccia disoccupazione e bisogni sociali insoddisfatti costituiscono le più eloquenti smentite di tale principio di autoregolazione. Uno dei maggiori economisti italiani riparte dagli """"eretici"""" che, prima e dopo i neoclassici, hanno formulato teorie alternative. Al di qua dei tecnicismi, affidandosi solo alla potenza del linguaggio comune, Giorgio Lunghini recupera attraverso tre parole tuttora emblematiche - conflitto, crisi e incertezza - la riflessione critica di coloro che per primi le hanno poste al centro di un'analisi economica lungimirante e attualissima: Ricardo, Marx, Keynes e Sraffa. Senza di loro, ammonisce Lunghini, continueremmo a credere che la crisi sia soltanto un perturbamento casuale, e che conoscenza storica e dimensione politica interferiscano come elementi spuri nella purezza delle cifre." -
La forza e la grazia. Commento alla pratica bioenergetica
La pratica bioenergetica nasce come complemento alla psicoterapia e strumento di elaborazione dello stress. Nella prospettiva dei due autori, tuttavia, è molto di più: una via d'accesso alla grazia. La spiritualità di cui si parla in quest'opera è connessa allo ""stato di animazione"""" dell'organismo, che è in diretta relazione con il respiro. Accedere alla spiritualità significa respirare in modo libero e pieno, respirare con gioia. La pratica bioenergetica fornisce le procedure per farlo. Gli autori propongono una """"nuova tradizione"""" di ricerca, che attinge tanto alla bioenergetica classica, di Reich e Lowen, quanto alle conoscenze spirituali più antiche, dal buddismo al cristianesimo delle origini. La bioenergetica delineata in queste pagine supportata dall'esperienza personale di Luciano Marchino e Monique Mizrahil, nonché dalle acquisizioni scientifiche contemporanee in campi diversi, come la psicologia, la fisiologia, le neuroscienze e la biofisica - ha queste stesse caratteristiche, ed è per questo che gli autori la ritengono una nuova via di ricerca spirituale. Laica ed esperienziale. Invitando alla pratica permanente coloro che abbiano deciso di intraprendere questo cammino, il libro propone anche alcuni semplici esercizi che possono essere eseguiti nella vita quotidiana."" -
Uno chalet tutto per me
Estate 1919. Oppressa da una profonda tristezza causata dagli orrori della guerra, Elizabeth si rifugia nel suo chalet svizzero. Arriva sola, l'animo rabbuiato dalle pesanti perdite subite e consapevole della malvagità umana, nella casa tra i monti che fino a pochi anni prima riecheggiava della presenza e delle risate di numerosi amici. Vuole ritrovare la gioia di vivere, scuotersi dall'apatia, tornare ad amare la natura, ad apprezzare i fiori e i panorami incantevoli che la circondano. Non è un'impresa facile, ma lentamente comincia a riaccendersi in lei una sottile vena di energia. Anche per il suo compleanno è sola. Concede ai domestici un giorno di libertà e si accinge a dedicarsi a qualche lavoro pesante che la costringa a non pensare, quando le arriva un regalo inatteso: due donne inglesi, reduci da un'escursione e in cerca di una pensione dove trascorrere la notte, giungono per caso allo chalet. Elizabeth le invita a pranzo, poi per il tè, quindi a rimanere con lei per alcune settimane. E dalla loro presenza nascerà la promessa di una nuova felicità. Pieno di scene divertenti e intriso della solita lieve ma spietata ironia che contraddistingue lo stile di Elizabeth von Arnim, ""Uno chalet tutto per me"""", scritto in forma di diario, ci offre una serie di pensieri profondi sull'importanza del preservare la vita e sull'insensatezza della guerra."" -
Gli enigmi del piacere
L'inconscio freudiano è sede di una logica ""illogica"""" che si manifesta di continuo con innumerevoli sintomi. Riguardo al piacere, questa doppia costruzione, razionale e inconscia, della nostra mente è più che mai evidente. Il piacere è ambiguo, intrinsecamente equivoco. Ne deriva per l'uomo un malessere diffuso, quello stesso malessere che Freud individuò già nel 1929, descrivendolo nel """"Disagio della civiltà"""". Ci sono modi diversi di studiare l'inconscio: quello psicoanalitico, innanzitutto, e quello neuroscientifico, sempre più importante negli ultimi anni. Di rado i due campi si parlano. Qui sta la forza di questo progetto e il successo della cooperazione tra i due autori di questo libro, da tempo impegnati nel dialogo interdisciplinare. Uno psicoanalista e un neuroscienziato, consapevoli dei limiti intrinseci delle rispettive discipline, si mettono a confronto, per trovare nel dialogo tra due tradizioni a lungo separate una spiegazione più comprensiva dell'inconscio e dei meccanismi del piacere, del dispiacere e del desiderio."" -
Infanzia e adolescenza
Aggressività, conflitti psichici, difficoltà nel rapporto con i genitori: tutti i problemi dell'età più critica dello sviluppo analizzate sotto la lente di una rivoluzionaria maestra della psicoanalisi. -
Il disagio della civilità e altri saggi. Ediz. integrale
Straordinariamente attuali, questi saggi propongono la critica alle ipocrisie della società occidentale e il giudizio sulla barbarie che minaccia di travolgerla; le meditazioni sull'anima collettiva e sulla religione, implacabilmente definita la grande illusione dell'umanità, sui fondamenti della civiltà, sugli aspetti coercitivi che la distruttività innata in tutti gli individui e la mancanza di spontaneo amore al lavoro rendono indisgiungibili dagli ordinamenti civili. La radicale coerenza di pensiero, il realismo e la sistematicità dell'analisi fanno di queste pagine, frutto di venticinque anni di riflessione, il primo studio di psicoanalisi sociale, in cui il progetto freudiano di giungere a spiegare tutta la realtà sulla base di principi scientifici innalza uno dei grandi monumenti moderni alla ragione. -
Le cose che non sappiamo. 501 casi di comune ignoranza
Ci sono cose note, che sappiamo di sapere. È scontato poi che ci siano cose che sappiamo di non sapere. Ma nessuno sa che ci sono anche cose ignote che non sono note, cioè cose che non sappiamo di non sapere. In una carrellata entusiasmante di fatti incredibilmente ignoti, il campione di scacchi e matematico William Hartston ci conduce tra le pieghe della storia, della biologia, della fisica, della musica o della religione, mettendoci inesorabilmente di fronte alla nostra comune, irrimediabile, universale ignoranza. -
Fisica quantistica per poeti
La fisica quantistica è la più solida base delle nostre conoscenze. Praticamente tutto ciò che sappiamo sul mondo passa per questa disciplina, e sono tantissime le realizzazioni pratiche che questa scienza ha reso possibili: dal laser ai transistor, dalla risonanza magnetica al telefono cellulare che ognuno di noi ha in tasca. Eppure, per la grande maggioranza delle persone si tratta di una materia totalmente ignota, ritenuta troppo «difficile», «arida» nella sua trattazione matematica, o «astrusa» nei suoi assunti di base. Nel migliore dei casi, un gioco per menti eccentriche, terribilmente complesso, al quale non conviene avvicinarsi, e che comunque nulla ha a che fare con la poesia del mondo. E questo è un vero peccato, perché la fisica quantistica è innanzi tutto «bella», almeno quanto la poesia; e sebbene sia in effetti controintuitiva in maniera sconcertante (come la poesia) e a suo modo complicata, per capirne i segreti non è affatto necessario conoscere la matematica, almeno se a raccontarcela sono il Premio Nobel Leon Lederman e il suo collega Christopher Hill. Il dono della divulgazione di questi due autori, la loro verve stilistica e la loro indubbia competenza, permettono infatti a chiunque legga Fisica quantistica per poeti di capire finalmente a fondo fenomeni reali (eppure in un certo modo fiabeschi), come l'esistenza di particelle che «sanno» dove andare ancor prima di partire o che possono trovarsi in due luoghi contemporaneamente. Un mondo magico e al tempo stesso molto reale, che è appunto quello in cui viviamo.