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Casa casotta sgangherotta
"Casa Casotta Sgangherotta"""", tradotto per la prima volta in italiano e curato da Enrico De Luca, è forse il racconto più riuscito della serie di cinque storie per bambini raccontate dalla fata, Regina Stizzosa, personaggio nato dalla penna della scrittrice Frances Hodgson Burnett. La storia mostra ai giovani lettori quanto è importante mantenere uno spirito allegro, perché nulla di buono viene dal lamentarsi, ed essere sempre gentili con tutti, sia con chi è stato gentile a sua volta nei nostri riguardi, sia con chi ci ha disprezzati. Soprattutto, l'autrice mette in guardia i lettori dalle apparenze: non bisogna mai fermarsi all'aspetto esteriore, ma provare a guardare al di là della superficie. """"Casa Casotta Sgangherotta"""", qui illustrato da Massimiliano Modica, è un racconto ambientato nel mondo dei giocattoli, fra bambole animate, capaci di stupire per via dei loro bizzarri comportamenti, e bambine della buona società, attirate soltanto dal luccichio del balocco più recente. Età di lettura: da 6 anni." -
Il presepe di legno (e altre storie americane)
Tutto cominciò quando a James Kilgo fu chiesto di parlare del Natale e lui descrisse quello del 1949 e il meraviglioso trenino elettrico che aveva ricevuto in regalo. Nacque in quell'occasione l'idea di raccontare altre storie familiari intorno a questa festa. Se tutto era iniziato per caso, il libro assunse via via un senso del tutto inaspettato per il suo autore. Nel corso della scrittura, infatti, molte persone della vita di Kilgo, apparentemente inghiottite nel flusso del tempo, cominciarono «a bussare, a sorridere, a insistere» per ritrovare un posto nella sua esistenza e in queste storie natalizie. Nei capitoli che così si aggiunsero, a riemergere con grande vividezza, di Natale in Natale, è un mondo di persone in carne e ossa con le loro emozioni e i loro sentimenti. Ed è la società americana tra il 1943 e la fine anni '60, con le sue tradizioni e i retaggi di un passato in via di superamento, e le luci e le ombre della sua storia. -
Qui e là in Manciuria e Corea
Il 3 settembre 1909 Natsume Sōseki, che è ormai uno scrittore famoso, si imbarca a Ōsaka sul piroscafo Tetsureimaru alla volta di Dalian. Da questa città collocata all’estremità meridionale della penisola di Liaodong, ha inizio il suo viaggio in treno attraverso la Manciuria e la Corea, offertogli dalla Società ferroviaria giapponese della Manciuria meridionale. A raccontarlo in Qui e là in Manciuria e Corea è l’alter ego letterario di Sōseki, uno scrittore impacciato, talora sorprendentemente ingenuo e smemorato, ma molto ironico verso sé stesso e gli altri. Ospitato in alberghi lussuosi e trattato con ogni riguardo dalla società ferroviaria, ne incontra i dirigenti, ne visita i cantieri e tiene conferenze, mentre attraversa luoghi che recano ancora le ferite dei recenti conflitti con la Cina e la Russia e sui quali si addensano le nubi minacciose di quelli futuri: è lo scenario dell’espansionismo nipponico a cavallo tra ’800 e ’900, una delle espressioni del Giappone moderno in bilico tra assimilazione di modelli occidentali e affermazione di un sentimento nazionale. Alle descrizioni di paesaggi e di siti di interesse artistico e culturale, che restituiscono un ritratto molto vivido della Manciuria dell’epoca, si alternano i ricordi, spesso destati da incontri con amici di vecchia data, che lo portano a riflettere su questioni delicate per la società dell’epoca e per l’uomo di ogni tempo. Anche in questo diario di viaggio romanzato (finora inedito in Italia), con la profondità del grande narratore e la vena ironica che contraddistingue molti dei suoi capolavori, Sōseki invita il lettore contemporaneo a ripensare sé stesso e i suoi rapporti con l’Altro e il mondo. -
Natale rosso sangue. Il mistero di Silent House
La notte di Natale, un terribile omicidio scuote il tranquillo quartiere londinese di Pimlico. Della vittima, il solitario Mark Berwin, si sa soltanto che da qualche mese viveva nella sinistra Silent House, la casa apparentemente infestata in cui nessuno si sarebbe mai sognato di abitare. Ed è proprio in una delle sue stanze che Berwin è stato pugnalato, ma l'arma del delitto è scomparsa e non c'è traccia della presenza di altre persone. Quando ormai pare impossibile far luce sull'accaduto e la polizia è sul punto di archiviare il caso, è il giovane avvocato Lucian Denzil, che vive proprio di fronte Silent House, a proseguire le indagini, ricostruendo l'oscuro passato di Mr. Berwin. Dalla penna di uno dei maestri della crime fiction britannica, un giallo ricco di colpi di scena e dalle suggestive ambientazioni fin de siècle che catturerà i lettori fin dalle prime pagine, coinvolgendoli in una storia carica di suspense. -
A ogni gatto il suo autore. Gatti e scrittori nel Giappone contemporaneo
Dieci milioni di gatti abitano nelle case giapponesi, a testimonianza di una relazione che si è evoluta nei secoli. I primi arrivarono via nave dalla Cina insieme ai testi dei sutra buddhisti e vennero amati dagli aristocratici della corte di Ky?t?, prima di divenire gli attuali gatti domestici presenti un po' ovunque, dalle stazioni ai templi, agli anime. Neko jita (lingua di gatto), Neko no hitai (la fronte del gatto per riferirsi a spazi piccoli), Nekonadegoe (la voce suadente e calma dei gatti e degli umani che con loro interagiscono) sono alcuni modi di dire che la lingua giapponese utilizza. Esiste una vasta letteratura a tema neko che risale indietro nel tempo. Quella contemporanea è detta nekobungaku ed è costituita da racconti e romanzi in cui compaiono come personaggi di particolare rilievo gatti e gatte. In questo libro i lettori troveranno spaccati di vita personale, aneddoti e naturalmente tante storie narrate e osservate da colorati e ammalianti «occhi di gatto». Da Murakami Haruki a Kakuta Mitsuyo, da Morishita Noriko a Makoto Shinkai, per nominare solo alcune delle «penne» considerate, si svelano dettagli, opinioni e relazioni dei neko della narrativa nipponica dei nostri giorni, con gli umani che di loro scrivono e raccontano. -
Facciamo l'albero insieme?
È arrivata la notte di Natale ma nel bosco tutto tace. Il grande abete al centro della radura si sente triste e abbandonato perché nessuno lo ha ancora vestito a festa. Dove sono spariti tutti? In realtà gli animali non vedono l'ora di addobbare il grande albero, ma sono ancora tutti rintanati. «E se incrociassi la volpe?» pensa papà lepre «diventerei la sua cena di Natale!». «E se agli altri animali non piacessero i miei dischi dipinti? Riderebbero di me!» pensa la volpe. «E se mi vedessero decorare l'albero, non farei più paura a nessuno!» pensa il lupo. E così tutti decidono di uscire a mezzanotte, giusto per essere sicuri di non incrociare nessuno... Una coinvolgente e coloratissima storia natalizia che ci insegna a non aver paura degli altri o di quello che potrebbero pensare di noi, e che parla di diversità e inclusione. Età di lettura: da 3 anni. -
I nuovi barbari. In Occidente è vietato pensare (e parlare)?
Secondo la vulgata pseudoprogressista l’immigrazione è sempre un bene e le frontiere esistono soltanto per essere valicate, l’Occidente deve espiare la sua stessa esistenza, il genere è separato dal sesso ed esiste in infinite varianti, la famiglia naturale è male, il cristianesimo è un relitto da cancellare, la vita umana non inizia mai e finisce quando lo decidiamo noi, il transumanesimo è l’orizzonte dell’uomo contemporaneo... Si potrebbe continuare a lungo con questo campionario di affermazioni grottesche, e a lungo si potrebbe riderne, se le conseguenze non fossero libri proibiti, censurati e al macero; parole e idee vietate; intellettuali processati e accademici allontanati… Perché la «diversità» è sì la nuova bandiera, ma non vale se a essere diverse sono le opinioni. Come si può continuare nella difesa di una civiltà di cui non ci permettiamo di vedere la straordinaria e mostruosa trasformazione? Una civiltà che, per uno strano paradosso, volendo emancipare l’individuo lo ha reso schiavo? Qualche anno fa si è a lungo parlato di «scontro di civiltà»? Ma oggi forse non esistono neppure più civiltà che potrebbero scontrarsi, tutte sono scomparse a favore di una «cultura» standardizzata, i cui vari elementi sono difficilmente distinguibili se non per lievi e innocue differenze di colorazione. Quello a cui stiamo assistendo è piuttosto lo shock della non-civiltà. In questo nuovo regime, libertà illimitata e dispotismo illimitato non sono più in opposizione. Si sono fusi. -
Franco Battiato. Lascia tutto e seguiti
Franco Battiato è stato un artista unico nel suo genere. Capace di rendere popolari teorie complicate e concetti filosofici di diversa provenienza, ha portato il grande pubblico a canticchiare sulle spiagge le teorie di Gurdjieff, diventando il primo artista in Italia a vendere un milione di copie con l’album La voce del padrone. Innumerevoli i suoi successi, da Centro di gravità permanente a Bandiera bianca, da Voglio vederti danzare a Prospettiva Nevski, passando per Gli uccelli, Segnali di vita, E ti vengo a cercare, La stagione dell’amore, L’ombra della luce, fino ad arrivare alla canzone d’amore più bella di sempre, La cura. Nel campo musicale Battiato ha composto di tutto: pop, rock, classica, opera e non ha mai smesso di sperimentare. La sua incontenibile curiosità, però, l’ha portato a frequentare anche i linguaggi del cinema e della pittura. Roberto Tardito ripercorre la vita e la parabola artistica del cantautore siciliano, raccontando gli interessi e le passioni, la sterminata produzione e l’attività concertistica di quello che non è stato un semplice «prodotto» discografico, ma un autore postmoderno, profondamente autentico nella sua continua tensione verso l’alto e verso l’altrove. Postfazione di p. Guidalberto Bormolini. -
Collina dei venti
I Cooper e gli Edgelow abitano da generazioni a Collina dei Venti, ma tra le due famiglie non corre buon sangue. Una faida le divide da alcune generazioni e nessuno ha intenzione di archiviare i vecchi rancori. Le cose tuttavia si complicano quando un’estate il nipote di Elizabeth Cooper, Romney, si innamora della splendida Dorcas, nipote del vecchio Jim Edgelow. Una loro unione sembra impossibile per molte ragioni, non ultimo il fatto che lui è uno scrittore squattrinato. I pettegolezzi hanno poi il loro peso nel complicare le cose tra i due giovani. Ma… Apparsa per la prima volta sul settimanale newyorkese «Love Story Magazine» nel marzo del 1923 e riscoperta solo di recente, ""Collina dei Venti"""" è una tradizionale love story, che però viene trattata dalla Montgomery con il consueto humour che contraddistingue la sua scrittura. A distanza di cento anni dalla sua prima pubblicazione, si rivela una scoperta piacevole e divertente che non deluderà gli appassionati lettori della scrittrice canadese."" -
La poesia in gioco. Un manuale per saperne un po' di più
Quello della poesia è un «gioco» molto serio e redigerne un «manuale», come suggerisce il sottotitolo, è tutt’altro che semplice. Conoscitore, critico, lettore di poesia e poeta lui stesso, Tesio si avventura nell’impresa di «spiegarla», di indagarne i modi e le voci, le regole (e la sregolatezza costituzionale), le poetiche e gli esiti. È peraltro ben consapevole della difficoltà perché sa cosa sia la poesia. È una forma di comunicazione ma è soprattutto una forma di conoscenza, che ci sollecita a guardare la realtà con occhi nuovi, non di rado ci porta su strade impreviste, è fonte di sommovimento e commozione. È musica, è un tessuto di reminiscenze, è ricerca continua della verità. «Poesia non è ragione, anche se può esserne informata. Poesia è ritmo, è danza, è parola che va in cerca della sua estensione, della sua inafferrabilità. Poesia è gioco supremo ed è sprofondamento. Poesia è anche rasoterra, ma un rasoterra che sfida la sua prevedibilità. Poesia è anche controvento, ma un controvento che spira per amore di libertà. La poesia non può mai essere conformista, anche se bada al conforme. La poesia non può mai essere spoglia, anche se ama la più scoperta nudità». -
La terra che ci scorre nelle vene
Raph e Anouk hanno trascorso l’inverno nella loro capanna nella foresta. Con l’avvicinarsi della primavera, Raph convince la sua compagna a unirsi alla comunità della fattoria Orléane, fondata su principi rivoluzionari e su un tipo di agricoltura radicalmente alternativo. Ma la vita comunitaria non fa per Anouk e tra lei e Raph si avvertono i primi attriti. Anouk decide dunque di tornare nella sua capanna nel Kamouraska, tra i pini millenari e il mormorio del fiume. Presto incontra un attivista ambientalista – con il quale ha avuto una relazione tanto breve quanto appassionata – che con altri «eco-guerrieri» sta preparando una nuova missione, l’operazione Bivacco. L’obiettivo del gruppo è quello di impedire che l’industria petrolifera, determinata a costruire un nuovo oleodotto, rada al suolo un’enorme parte di foresta dei monti Appalachi, con il suo ricco ecosistema. Anouk, presto affiancata da Raph e dagli altri membri della fattoria Orléane, si dedica anima e corpo alla difesa del territorio in uno scontro feroce e apparentemente impari tra coloro che vedono nella Natura un’alleata da proteggere e coloro che la considerano una risorsa da sfruttare a qualsiasi costo. Gabrielle Filteau-Chiba, riprendendo i personaggi dei suoi romanzi precedenti, ci racconta una nuova appassionante storia di lotta, coraggio e amore, che è anche un invito a ripensare la nostra esistenza e soprattutto il nostro rapporto con il pianeta. -
L'Evangelo della creazione
L’Evangelo, cioè la «buona novella», non comincia con il Nuovo Testamento, ma con Genesi, il primo libro della Bibbia: la creazione è la «buona notizia» iniziale, con cui prende avvio la storia dell’umanità. Questa è la premessa da cui parte Paolo Ricca nel condurre la riflessione contenuta in questo volume. Nel suo percorso tra Antico e Nuovo Testamento, a rivelarsi è il rapporto tra Dio e tutto ciò che esiste, fra Dio e l’uomo e tra l’uomo e le altre creature; è il valore unico, insostituibile della vita; è la contemplazione del creato e delle sue meraviglie; è lo stupore davanti al miracolo sempre nuovo della vita che si rinnova e alla fecondità inesauribile della madre terra, che fedelmente fa germogliare e nutre semi e piante; è la libertà che Dio ha voluto per tutte le creature. Riferimento imprescindibile per ogni generazione e fonte di una sapienza profonda a cui bisogna saper attingere, la Bibbia non soltanto illumina la storia e l’identità millenaria dell’umanità, ma può animare e sostanziare il rapporto dell’uomo con il presente e il futuro, fornendo spunti di riflessione per quelli che sono gli interrogativi esistenziali più urgenti. -
Miti e leggende del Giappone. Eroi, guerrieri ed esseri soprannaturali
Non diversamente dai cavalieri del nostro medioevo, gli eroi e i guerrieri dei miti e delle leggende giapponesi danno prova del proprio coraggio lottando contro mostri terribili che opprimono i villaggi e le corti di principi e di sovrani. Come Yorimasa, che uccide col suo potente arco una sinistra creatura che affligge l’imperatore al calar delle tenebre; o Raikō, che entra nel palazzo dei temibili oni per uccidere il re di quei mostri e liberare le fanciulle che quegli tiene schiave. Ma gli esseri soprannaturali del folklore nipponico – gli altri protagonisti delle storie contenute in questo volume – per quanto bizzarri e a volte spaventosi possano apparire, non sono sempre malevoli nei confronti degli uomini. I shojō, per esempio, restituiscono la vita al povero Yurine dandogli da bere il loro sakè sacro, mentre i tengu insegnano a Yoshitsune le tecniche marziali che gli permetteranno di sconfiggere il gigantesco Benkei. Attraverso le suggestive vicende raccontate in questo libro rivive un Giappone magico e cavalleresco che non mancherà di sorprenderci e di affascinarci. -
Non vince il più forte. Elogio del compromesso
Già Hannah Arendt sottolineava la centralità e l’importanza del compromesso nella vita politica. Eppure il termine compromesso non gode di buona stampa. «Scendere a compromessi», «accettare un compromesso», «una vita di compromessi», sono espressioni che fanno pensare a un cedimento, a una rinuncia, a un ripiego, a una via che consente alle parti in causa di uscire da un’impasse, senza valutare le conseguenze e gli esiti. Questo pregiudizio fa il gioco di chi vuole imporre il proprio punto di vista a ogni costo, di chi è «tutto d’un pezzo» e quindi di compromessi non vuole sentir parlare. Certo l’impressione che si può trarre da recenti vicende storiche, politiche e sociali sembra giustificare il dubbio che il compromesso non porti a un risultato efficace e corretto, ma soltanto ad accordi al ribasso e a transazioni di comodo. La questione è complessa, eppure, mai come oggi, è necessario e urgente affrontarla. Ed è quanto si è proposto Andreas Weber studiando il compromesso in tutte le sfere dell’esistenza. Chiarire i suoi confini e i suoi ambiti di applicazione, gli interlocutori da coinvolgere e le dinamiche da prevedere per arrivare a decidere e agire secondo le esigenze di tutti gli attori, senza ignorare le criticità e le problematiche delle situazioni in cui si opera: ecco quanto bisogna fare perché il compromesso sia motore di vero cambiamento e qualcosa che arricchisce il mondo. -
Il governo Goebbels. Trenta ore di morte e menzogne
Adolf Hitler si uccide alle 15,30 del 30 aprile 1945. Contrariamente a quanto si crede, lo scettro del Terzo Reich non passa immediatamente nelle mani del grand’ammiraglio Dönitz, che poi metterà il sigillo sulla resa nazista. Il nuovo cancelliere è Joseph Goebbels, il cantore del regime: gestirà il suo debole e allucinato governo, circondato dai carri armati nemici, per sole trenta ore. Poi si ucciderà con la moglie, dopo aver ammazzato i sei figli. In quell’attimo di storia, Goebbels non rinuncerà alla propaganda, infarcita di menzogne, e alla sua cultura di morte: cercherà di tagliare le gambe ai gerarchi in fuga e di manovrare Dönitz con messaggi contraddittori, tentando infine di trattare, senza successo, proprio con gli odiati bolscevichi. Documenti alla mano, Giovanni Mari analizza le tardive nomine testamentarie di Hitler, illustra l’effettiva estensione del Reich al 1º maggio 1945, ricostruisce le ultime battaglie attorno al Reichstag e il tentativo di tregua con i sovietici, raccontando una vicenda che pochi conoscono davvero. -
Tutto il mio essere è un canto
Quella di Forugh Farrokhzād è senza dubbio la voce poetica più importante della letteratura femminile iraniana. Già dall’esordio, avvenuto all’inizio degli anni ’50, si è affermata come emblema di una nuova generazione di donne non più disposte a esser costrette al silenzio, e invece risolute nel parlare di sé, dei propri intimi pensieri, sogni, tormenti. Antesignana delle battaglie che ancora oggi scuotono l’Iran, Farrokhzād ha sfidato le costrizioni di una società maschilista e dogmatica attraverso una scrittura fortemente personale, innovativa, in cui l’intensità poetica si sposa a un’alta coscienza politico-sociale. Un canto intessuto di propositi estetici e lirici, il suo, che grazie alla presente edizione – la prima a offrire in lingua italiana, oltre alle poesie, anche la traduzione dei diari e delle lettere d’amore – giunge fino a noi con tutta la forza e l’audacia di un grido senza tempo e senza confini, lanciato in difesa dell’inviolabile dignità umana e dell’identità femminile. Prefazione di Maria Grazia Calandrone. -
Dentro il silenzio. Viaggio nell'interiorità
Antonella Lumini scopre il silenzio nel 1980. Ha 28 anni e una grave malattia cambia la sua vita. Anche la successiva guarigione contribuisce a farle mettere in discussione tutto. Ritrovare il senso della propria esistenza diventa per lei così essenziale che comincia a battere nuove strade, alla ricerca di un equilibrio. Poi, d’un tratto, un tuffo nel vuoto che la lascia senza appigli, Ma dal fondo le arriva la voce del silenzio, che da allora è il centro della sua vita. Le meditazioni qui raccolte sono scaturite da quel centro, che è vuoto e tuttavia nutre e appaga con pienezza assoluta la sua anima sofferente. Scritte tra il 1986 e il 1987, esse non seguono un vero filo conduttore, ma testimoniano l’imprevedibile affiorare di tracce luminose dentro uno scenario oscuro. Sono bagliori che, risvegliando e purificando lo sguardo, lo rendono capace di accogliere e contemplare. «Il viaggio nell’interiorità è come lasciarsi portare in mare aperto, nel mare luminoso dello Spirito, specchio rifrangente che fa vedere cosa si nasconde di sotto, nelle acque profonde dell’anima. Si aprono prospettive inedite che mostrano imprevedibili meraviglie, ma anche ombre, anfratti, regioni completamente buie in cui lo sguardo non ha accesso. Non serve nessuna forzatura per entrare dove sembra chiuso, basta lasciare che lentamente i velami cadano, che quello che c’è si riveli, come l’affiorare del giorno dopo la notte. Morte, dolore, appaiono come luoghi di assenza, in cui la luce della verità desidera entrare per sciogliere e rigenerare. Stare nel silenzio fa percepire di abitare l’universo vivo, di appartenergli avendone fiducia, divenendo obbedienti, conformi alla sua misura che è la misura dell’amore. La grazia non chiede sforzi, ma leggerezza. La leggerezza dell’appartenenza» (Antonella Lumini). -
Monte Verità. Back to nature. Ediz. inglese
Nel 1900 cinque amici decidono di acquistare un ampio terreno sul monte Monescia di Ascona, con l’obiettivo di fondare una comunità basata su principi alternativi a quelli che avevano seguito fino ad allora: una dieta vegana, l’utilizzo di abiti non costrittivi, la cura del corpo attraverso esercizi e bagni di sole, il lavoro della terra. Il monte Monescia venne ribattezzato Monte Verità, mentre la comunità si aprì negli anni a molti ospiti esterni: a chi aveva bisogno di trascorrere un periodo presso il sanatorio che era stato costruito sul Monte (ad esempio Hermann Hesse) e a chi, invece, era alla ricerca di un luogo per sviluppare la propria arte, il proprio pensiero, il proprio stile di vita alternativo. Monte Verità divenne così un crocevia di artisti, filosofi, pensatori: tra gli altri Carl Gustav Jung, Isadora Duncan, Erich Maria Remarque, Erich Fromm. I saggi raccolti nel volume – a firma di Luca Scarlini, Chiara Gatti, Sergio Risaliti, Nicoletta Mongini, Riccardo Bernardini, Giovanni Francesco Tuzzolino e Harald Szeemann – raccontano le origini e lo sviluppo di questa speciale comunità e sono corredati da numerose e rare fotografie d’archivio. -
Tilda ape ribelle. Ediz. a colori
Il grande giorno è arrivato: oggi le api più giovani dell’alveare andranno a caccia di fiori per la prima volta! La piccola Tilda, che non vedeva l’ora di vedere il mondo e le sue meraviglie, si accoda allo sciame con entusiasmo. Non è però abituata a volare per tanto tempo e finisce per restare indietro. È così che scopre un terribile mostro che potrebbe sterminare tutte le api. Non c’è tempo da perdere, deve dare l’allarme e salvare le compagne. Età di lettura: da 3 anni. -
Il fuoco segreto. La ricerca spirituale di J. R. R. Tolkien
Il ""Signore degli Anelli"""" è stato, dopo la Bibbia, il libro più letto del XX secolo. Diverse le ragioni di questo eccezionale successo. L’opera di Tolkien è un riconosciuto capolavoro e ha dato forma a un nuovo genere della letteratura moderna, destinato a una fortuna che sembra inesauribile. In essa si dispiega un universo affollato, complesso e di straordinaria suggestione, che cattura i lettori con la sua rappresentazione della virtù e dell’eroismo, della bellezza e dell’onore. Ma il vero segreto della sua irresistibile capacità di attrazione risiede nell’intensità spirituale e nella forza simbolica del suo messaggio profondamente cristiano. La maggioranza dei lettori non è consapevole del fatto che Tolkien era un cattolico devoto e che la sua opera abbonda di riferimenti al cristianesimo e alle Sacre Scritture. Per molti, anzi, la sua visione della natura e la sua concezione della tecnica lo renderebbero il campione di un neopaganesimo tipicamente moderno. Stratford Caldecott smonta elegantemente questo pregiudizio. Addentrandosi nella saga tolkieniana (e in molti scritti privati, rimasti a lungo inediti), svela i valori più autentici, e sorprendenti, di uno scrittore per il quale la religione di Cristo non ha affatto abolito la conoscenza poetica del mondo.""