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La morte bussa a Natale
Fra vecchie pettegole, amori impossibili, un'eredità che viene da lontano, figure enigmatiche e una misteriosa Croce Scarlatta, La morte bussa a Natale tiene il lettore con il fiato sospeso fino all'ultima pagina.Nel salotto dei Morley, sotto l'albero di Natale i bambini si divertono rumorosamente con i giochi appena ricevuti in dono, mentre gli adulti si scambiano auguri e regali. Questo quadretto idilliaco nasconde però rancori e gelosie che non tardano a emergere. Una lettera anonima porta lo scompiglio fra i presenti e quando poi si scopre un cadavere, apparentemente pugnalato alle spalle, nel cimitero della chiesa, tutti o quasi sembrano certi che il colpevole sia la bella e sfuggente Anne Denham. Incaricato delle indagini è il detective Steel di Scotland Yard, mentre il giovane Giles Ware, segretamente innamorato di Anne, conduce una propria ricerca parallela. -
La casa di Tacubaya
Il tormentato itinerario religioso di Carlo Coccioli, attraverso il cattolicesimo, l'ebraismo e l'induismo, è la linea sottile che corre nelle pagine di questo monologo narrativo, scandito in versetti: autobiografia spirituale, che è a un tempo rivisitazione delle «care memorie» familiari sullo sfondo della megalopoli messicana, dove lo scrittore visse per decenni. La casa di Tacubaya è il centro degli Hare Krishna a Città del Messico, a cui il protagonista approda dopo aver letto un opuscolo che un gruppo di ragazzi con la testa rapata e le vesti color zafferano gli hanno venduto all'angolo di una strada. E qui, finalmente, trova la risposta a una domanda che lo ha accompagnato angosciosamente nella sua «cerca»: come si può conciliare il dolore che colpisce anche esseri innocenti con l'infinita bontà di Dio? In una scrittura concitata, che accumula autoanalisi e meditazione, riflessione teologica e illuminazione mistica, cronaca quotidiana e rievocazione del tempo ritrovato, Coccioli tenta disperatamente di penetrare nei territori del Mistero, coniugando Oriente e Occidente, monoteismo e «politeismo», abbracciando i raggi della Grande Ruota, che convergono tutti nel centro immobile e unificante. Sicché ""La casa di Tacubaya"""", che non ha riscontro in altre opere della nostra letteratura, diventa Romanzo della Conoscenza in epoca postmoderna."" -
Miserere
Un delinquente, reo confesso, ottiene grazia e gloria condividendo il patibolo con un innocente condannato ingiustamente. Il primo santo della storia, l'unico canonizzato direttamente da Cristo, è un ladro. ""Miserere"""" è il monologo interiore di un padre, percepito e raccontato dalla figlia che sta lì, ai piedi della croce cui lui è confitto. E anche di lei si narra. E di un fatto realmente accaduto. Pochi protagonisti, una di fantasia, gli altri no; tante comparse. La lettura di """"Miserere"""", proposta dall'autore a Maurizio Botta, Massimo Camisasca e Robert Sarah, ha generato le riflessioni con le quali tutti e tre hanno voluto accompagnare questa edizione del testo. Un libro che nasce dalla domanda sul legame tra giustizia e misericordia, e che si rivolge a tutti: in fondo, chi potrebbe fare a meno di scorgere in sé almeno un tratto di somiglianza con il protagonista, se non altro nella sua richiesta di salvezza?"" -
Fascino bestiale. Un elogio degli animali brutti, sporchi e cattivi
L'etologo Christian Lenzi firma un elogio degli animali «brutti, sporchi e cattivi» che, in tempi di crisi ecologica ed estinzione di massa, non è l'ennesimo bestiario ricco di curiosità ma un disperato appello per la salvaguardia della fauna mondiale.Nel 2013 la Ugly Animal Preservation Society (UAPS) ha conferito a una creatura degli abissi marini, il cosiddetto pesce blob, il premio come animale più brutto della Terra. A causa delle sue fattezze bizzarre e aliene, può infatti essere considerato il testimonial di quelle specie che definiamo «non pucciose»: scarafaggi, topi, rospi, piccioni, ragni, talpe, scorfani, serpenti, squali..., tutti animali dimenticati, spesso temuti in modo ingiustificato e che finiscono per essere uccisi, torturati e perseguitati senza ripensamenti o un qualsivoglia senso di colpa da parte nostra. «Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri». Adattando alla zoo-antropologia la massima resa famosa da George Orwell nel suo La fattoria degli animali, possiamo affermare che gli esseri umani prediligono in genere alcuni animali, spesso appartenenti alla cosiddetta «fauna carismatica» o comunque in grado di vantare forme e tratti per noi più rassicuranti, teneri o armoniosi. Le nostre preferenze, unite a pregiudizi culturali e personali, non ci consentono quindi di apprezzare e rispettare l'importanza ecologica di numerose specie che risultano quasi invisibili ai nostri occhi. Quali sono le ragioni evolutive del disprezzo che proviamo nei loro confronti? In che modo l'opinione pubblica può rendere più semplice la conservazione della biodiversità animale? E, infine, che cosa possiamo fare per imparare ad apprezzare un po' di più cinghiali e insetti, lombrichi e avvoltoi? -
La propaganda nell'abisso. Goebbels e il giornale nel bunker
Fino a dove può spingersi la propaganda politica? A quali manipolazioni e menzogne può ricorrere per tentare di travolgere l'opinione pubblica? A quale tasso di dissociazione dalla realtà può arrivare la sua narrazione e fino a che punto può distorcere l'obiettivo finale?Se ogni totalitarismo porta la propaganda all'estremo livello di tensione, il regime nazista ne fece un uso assoluto. Prima e dopo la conquista del potere, durante la guerra, e pure nelle sue tragiche battute finali. Nella Berlino in fiamme dell'aprile 1945, assediata dalle truppe dell'Armata Rossa, con il Terzo Reich ridotto a un nodo di strade, la macchina propagandistica di Joseph Goebbels, seppellito nel bunker sotto la Nuova Cancelleria, insiste con il suo canto di veleno. Lo fa attraverso l'ultimo giornale del regime, il «Panzerbär» («l'orso corazzato»), distribuito a mano e gratuitamente, quando ormai tutto è perduto e solo la paranoia di Hitler intravede un futuro diverso. Pubblicato dal 22 al 29 aprile 1945 nella voragine creata dalle granate e in mezzo al frastuono dei carri armati sovietici, racconta una realtà della guerra completamente falsificata, incitando i berlinesi a un'estrema e impossibile resistenza e condannandoli a un infimo e scontato sacrificio. Mari ricostruisce e indaga l'intera vicenda di questo foglio propagandistico per valutarne il significato, il linguaggio, le caratteristiche meramente giornalistiche e il suo impatto sull'opinione pubblica, mettendo sistematicamente a confronto realtà e narrazione. Nel volume sono anche riprodotti per la prima volta tutti gli otto numeri del giornale - compreso il primo, quasi introvabile - e sono pubblicate le traduzioni dei principali articoli. -
I piaceri della letteratura giapponese
Basati sulle conferenze che Donald Keene tenne alla New York Public Library, al Metropolitan Museum of Art e alla University of California di Los Angeles, i cinque saggi che compongono questo volume costituiscono una perfetta introduzione alla letteratura giapponese classica.Partendo da un'analisi dei tratti che contraddistinguono l'estetica giapponese - espressione, in gran parte, dell'atteggiamento nei confronti del mondo e dell'esistenza -, Keene ripercorre la storia della poesia, della narrativa e del teatro giapponesi nel corso di più di un millennio, considerandone temi, generi e tradizioni. Dalle poesie sulla natura e le stagioni a quelle sull'impermanenza di tutte le cose; dai romanzi che raccontano la vita e gli amori degli uomini e delle donne di corte ai suggestivi drammi del repertorio n?, fino alla comicità rumorosa del kabuki, quello che emerge è un panorama ricchissimo per forme e contenuti, manifestazione di una cultura raffinata che affascina da sempre il pubblico occidentale. -
Una birra e uno straccio. Le barzellette come le raccontano solo nei film
Spassose, spiazzanti, anarchiche. Raffinate ed elusive, oppure licenziose e salaci. Spesso irriverenti, a volte estreme, caricature spudorate del peggio che è in ciascuno di noi e che non sempre si è disposti ad ammettere. Le barzellette che si raccontano nei film sembrano parentesi divertenti, storie dentro altre storie, ma sono quasi sempre molto di più: un termometro di umanità, un abile riassunto tematico, una preparazione al colpo di scena, un magico momento di sospensione che ci porta per qualche momento all'interno del film, fianco a fianco con i protagonisti. Questo libro ne raccoglie e commenta oltre un centinaio, rintracciate dentro i film più diversi, dalle commedie di Verdone ai thriller di Tarantino, dalla fantascienza hollywoodiana al cinema d'autore. Perché questo cinico condensato della condizione umana, libero dagli obblighi del politicamente corretto, è stato amato e utilizzato anche da insospettabili maestri: Godard, Tarkovskij, Kurosawa, Pasolini, Kiarostami... Centotrenta esercizi d'intelligenza e buonumore. A cominciare dalla fulminea storiella raccontata da Paul McCartney a Johnny Depp nel quinto Pirati dei Caraibi, e che dà titolo al libro: «Uno scheletro entra in un bar e ordina una birra e uno straccio». Prefazione di Gianni Amelio. -
Orso e Anatra. Ediz. a colori
Strani rumori svegliano Orso dal suo sonno profondo. Ma cosa sarà mai questo baccano? Guardandosi attorno scopre che tra i cespugli è rimasta intrappolata Anatra. Con un po' di fatica, Orso riesce a liberarla e, mentre la cura da graffi e da ferite, i due diventano amici inseparabili. Ma Orso sente un gran peso sul cuore, perché sa che Anatra, una volta ripresasi completamente, emigrerà verso lidi più caldi. Tornerà mai da lui? Rivedrà la sua amica in primavera? Meravigliosamente illustrata con la tecnica della xilografia, una storia piena di tenerezza che parla dell'amicizia e del prendersi cura degli altri, non importa quanto siano diversi da noi. Età di lettura: da 3 anni. -
Brutti, sporchi e cattivi, ma utilissimi!
Una storia rivolta ai più piccoli e corredata da bellissime fotografie illustrate.Da Carmelo, la vipera triste che vive nell'ombra per paura di essere presa a bastonate, a Certosino, il giovane medusino che vorrebbe essere un cavalluccio marino, al lupo di Cappuccetto Rosso che è stanco di essere descritto come una belva feroce: l'autrice ci farà conoscere tutti quegli animali che nessuno inviterebbe a una festa o vorrebbe per amici. Attraverso una serie di incontri, Chiara (che è anche la protagonista del racconto) scoprirà infatti che questi animali, considerati «sporchi, brutti e cattivi», sono fondamentali per mantenere gli equilibri tra tutte le creature del pianeta. Si tratta di specie essenziali per il corretto funzionamento dell'ecosistema e anche per il benessere dell'essere umano, che però da sempre le etichetta negativamente, le marginalizza e le perseguita. Dai suoi incontri «bestiali» Chiara comprenderà come anche per tutti noi sia importante conoscere il nostro ruolo nel mondo che ci circonda e in rapporto agli altri abitanti umani e non. Età di lettura: da 6 anni. -
Conservare l'anima. Manuale per aspiranti patrioti
Patria», oggi, è una parola proibita. Nel mondo sconfinato e senza misura della globalizzazione, l’imperativo è quello di cancellare ogni limite, ogni confine, ogni legame con il passato. La legge ferrea del nostro tempo è l’immunità, che è il contrario della comunità: siamo destinati a essere individui soli, isolati, in balia di forze più grandi alle quali ci viene chiesto di sottometterci. Ma non tutto è perduto: una rivoluzione è ancora possibile. Conservare l’anima è un manuale rivolto a chi non ha intenzione di arrendersi, a chi non si rassegna a obbedire, a chi è intenzionato a contrastare il pensiero dominante. A queste persone spetta il compito di difendere quello che abbiamo di più importante e di più sacro: il patrimonio lasciato in eredità da chi ci ha preceduto. Un patrimonio che va coltivato, preservato e passato alle generazioni che verranno, in modo da mantenere viva l’anima del popolo italiano. Di questi tempi, dichiararsi ribelli va molto di moda, ma quella che viene proposta è una ribellione plastificata, è un invito a dare libero sfogo al desiderio selvaggio. Il vero ribelle, invece, deve diventare un rivoluzionario, non deve aver paura di sfidare i luoghi comuni, non deve temere di pronunciare parole considerate pericolose. Il vero ribelle, oggi, non può non essere un patriota. -
Il mondo di pietra
I venti racconti di questa raccolta sono stati scritti fra il 1947 e il 1948 e coprono il periodo che va dalla fine della guerra, quando erano ancora attivi i campi di concentramento nazisti, ai primi anni della Polonia comunista. Non seguono un ordine cronologico perché poco importa che ci siano stati un prima e un dopo: di fatto non ci sono vie di uscita o di salvezza, neppure in prospettiva. A emergere è infatti la sostanziale continuità fra il mondo crudele, spietato, animalesco della guerra, e quello che seguì la Liberazione, con il ritorno a una vita solo in apparenza «normale», in cui si celavano pulsioni, moventi e meccanismi psicologici del tutto analoghi a quelli del lager. Quello di Borowski è insomma un monito a non coltivare facili illusioni e vuote speranze riguardo alla natura umana e alla sua possibilità di riscatto. -
Vaslav Nizinskij. La biografia
Una leggenda, un mito, una vita gloriosa e tragica scandita fra danza, genio e follia, e testimoniata da un diario che, come in presa diretta, registra il precipitare di un essere umano nell'oscurità. Dieci anni di successo, dagli esordi a Pietroburgo fino agli spettacoli dei mitici Ballets Russes che incendiarono i teatri parigini, e altri quaranta di quasi completo oblio, tra isolamento e deliri. Una vita divisa fra un amante e pigmalione dispotico, Sergej Djagilev, una sorella e collega fedele, Bronislava, e una moglie ambiziosa, Romola de Pulszky. Un dio della danza i cui exploit tecnici, uniti al talento interpretativo, hanno scatenato un'autentica rivoluzione. Questo e molto altro è stato Vaclav Nizinskij, nato a Kiev nel 1889 da una famiglia di danzatori polacchi, enfant prodige della Scuola imperiale di Pietroburgo e futura star acclamata e discussa in tutto il mondo. La sua debordante fisicità e il grande carisma lo accomunano ad altri due ballerini russi protagonisti del secondo '900: Rudolf Nureyev e Michail Barysnikov. Ma Nizinskij ci ha lasciato, in più, una significativa eredità coreografica: basti ricordare la sua leggendaria Sagra della primavera, che ribaltò completamente i canoni della scuola accademica aprendo la strada alla danza contemporanea. -
I pifferai magici. La spensierata corsa dell'umanità verso l'abisso
Chi sono i pifferai magici che, come il flautista di Hamelin, negli ultimi decenni hanno incantato il mondo costringendo un numero sempre più alto di persone a seguirli, abbandonando il mondo dell'etica, quel mondo che, nonostante tutte le sue fragilità, ha permesso fino a tempi recenti all'essere umano di mantenere la sua specificità? Ormai, tutto quello che si può fare, si fa. E le voci che ancora si levano in difesa della misteriosa complessità della vita e della persona vengono ridicolizzate, tacciandole di medioevale oscurantismo. L'uomo non è più un fine, ma soltanto un mezzo e, in quanto mezzo, può essere usato in tutti i modi possibili. Il fatto che il numero di disturbi mentali, di depressioni, di malattie autoimmuni sia sempre più alto non inquieta più nessuno, così come non turba il fatto che il paganesimo sia tornato prepotentemente nella nostra civiltà e che proprio questo paganesimo abbia annullato la responsabilità individuale del male. Il fato decide per noi. Non esiste più il bene, non esiste più il male, non esiste più il giudizio sulle nostre azioni e, anche quando queste sono efferate, siamo convinti di avere diritto all'happy end. Queste riflessioni fatte nel corso degli ultimi anni cercano di mettere a fuoco il progressivo declino della nostra civiltà, incantata dalla suadente musica di questi astuti orchestrali che tutto hanno a cuore tranne il bene dell'umanità. -
Il sentiero alpino. La storia della mia carriera
Nel 1917, sulle pagine della popolare rivista femminile «Everywoman's World», apparve in cinque parti l'autobiografia di Lucy Maud Montgomery, dal titolo ""Il sentiero alpino"""" (The Alpine Path). In essa l'autrice canadese, celebre in tutto il mondo per aver creato i due immortali personaggi di Anne Shirley ed Emily Starr, ci parla dei suoi avi e della sua infanzia, rievoca alcuni curiosi episodi che saranno poi inseriti nei romanzi, ma ci racconta anche i suoi autori prediletti, le prime prove letterarie ed esperienze lavorative, nonché la genesi di Anne di Tetti Verdi e il suo lungo viaggio di nozze in Scozia e in Inghilterra. La presente edizione, a cura di Enrico De Luca, offre per la prima volta ai lettori italiani il testo integrale, corredato da un'appendice fotografica predisposta e chiosata da Montgomery stessa."" -
Figlio russo dell'Italia. Dai Ballets Russes alla Scala
Il destino di Nicola Benois era senza dubbio segnato. Oltre ad avere molti avi già attivi nel campo dell'arte e della scenografia, si trovò a crescere in un ambiente creativo di alto livello. Casa Benois era frequentata dagli artisti più geniali del momento, come Stravinskij e Chagall, e il padre Aleksandr fu tra i fondatori, insieme a Djagilev, dei celeberrimi Ballets Russes. Qualche anno dopo la Rivoluzione, i Benois lasciarono la Russia per trasferirsi a Parigi mentre Nicola si stabilì a Milano lavorando alla Scala per mezzo secolo e ricoprendo il ruolo di direttore dell'allestimento scenico per quasi trentacinque anni. In queste sue memorie, appassionate, affettuose e anche ironiche - che compaiono in Italia per la prima volta a cura di Renzo Allegri -, emergono i ritratti di tutti i più grandi musicisti, cantanti e registi del '900, ma il valore di queste pagine va oltre una pure gustosa aneddotica. Benois riferisce infatti molti dettagli inediti riguardo a fatti e vicende non solo del mondo del teatro, ma anche relativi agli eventi storici vissuti in prima persona in Russia, durante gli anni della Rivoluzione bolscevica, e poi in Italia durante e dopo il Fascismo. -
Dirsi tutto. L'arte della comunicazione totale
La comunicazione è un'attività fondamentale dell'essere umano e risponde al suo bisogno di sfuggire alla solitudine, di comprendere gli altri, di essere apprezzato e ricordato, di affermarsi. Essa ci consente di convincere, influenzare e commuovere, e ci insegna a riconoscere le tattiche e i trucchi con cui ogni forma di potere, a cominciare da quello tecnologico, cerca di condizionarci, imponendoci le sue verità. Infine ci permette di ampliare le nostre capacità espressive, dando forma alla creatività latente in ciascuno di noi. Questo saggio offre una panoramica completa, ricca di spunti e rimandi ai grandi fenomeni contemporanei, del suo sconfinato potere, con tutte le opportunità e i rischi che comporta. -
Sul nazionalismo
La tendenza a «identificare sé stessi in una singola nazione o in un'unità di altro tipo, collocandola al di là del bene e del male e non riconoscendo altro dovere che la promozione dei suoi interessi»: in questo, secondo Orwell, consiste il nazionalismo, che può assumere forme diverse, dall'appartenenza a un gruppo politico o religioso alla difesa di ideologie di varia colorazione. In tutti i casi comporta la soppressione dello spirito critico, la censura e l'autocensura, l'asservimento cieco a un'idea di realtà a discapito della realtà stessa. Scritto durante le ultime fasi della seconda guerra mondiale, in uno dei periodi più bui della storia occidentale, questo breve saggio è un testo essenziale per comprendere un fenomeno che richiama i grandi totalitarismi del '900, ma che in realtà rappresenta ancora oggi una delle principali minacce alle democrazie liberali. Anzi, proprio in tempi come il nostro diventa particolarmente pericoloso, quando l'«incertezza generale riguardo a ciò che succede realmente rende più facile aggrapparsi a credenze stravaganti». -
Angelo Branduardi. Il viaggiatore
Quando Angelo Branduardi, verso la metà degli anni '70, propose a un produttore discografico la canzone Alla fiera dell'est, si sentì rispondere che avrebbe fatto meglio a riscriverla tutta, utilizzando parole come «operaio» o «fabbrica occupata». Eppure, proprio in quel periodo di politicizzazione estrema, la sua musica così poco politica, ispirata a testi e melodie di altri tempi, fece di Branduardi uno dei più amati cantautori italiani, riconosciuto e apprezzato anche a livello internazionale. Roberto Tardito ripercorre la vita dell'artista lombardo, seguendone la parabola artistica e analizzandone la ricchissima produzione. Questa biografia racconta la genesi dei dischi, le idee che hanno ispirato le canzoni più famose, la scelta di strumenti tradizionali inusuali, gli arrangiamenti, le collaborazioni, le tournée in Italia e in Europa. Ma soprattutto dalle sue pagine emerge quella particolare alchimia che rende atemporale la musica branduardiana, le cui note e i cui testi - dai brani degli esordi a quelli della svolta spirituale degli ultimi album - sono capaci di far vibrare le corde interiori degli ascoltatori di ieri e di oggi. -
È più facile che un cammello...
«È più facile che un cammello passi per la cruna d'un ago, che un ricco entri nel regno di Dio»: questo passo del Vangelo di Marco è senza dubbio uno di quelli su cui tutti i cristiani si sono prima o dopo interrogati. Proprio a partire da esso, Adriana Zarri sviluppa la sua riflessione sul tema della povertà, chiamando in causa dall'Antico e dal Nuovo Testamento episodi e personaggi salienti - Abramo e Isacco, Zaccheo, Lazzaro, Marta e Maria, il figliol prodigo, la giovane adultera... - per far giustizia di sovrastrutture, semplicismi e interpretazioni non aderenti ai valori essenziali della tradizione cristiana. Attraverso la «narrazione teologica» che è stata la cifra distintiva della sua originalissima opera, in questo testo la Zarri riepiloga così i temi cardine della sua spiritualità, dando vita a una densa meditazione scritturistico-sapienziale sull'insegnamento di Cristo ritenuto più importante: imparare a essere poveri, intendendo la povertà come accettazione del limite umano e capacità di rendersi vuoti per la chiamata dello Spirito. «Liberaci dall'indigenza che è un vuoto vuoto - scrive l'autrice - e dacci la povertà che è un vuoto pieno, un vuoto ricco, un deserto fiorito, un cammello che passa dalla porta; dacci quella povertà che è ricchezza colma di te e di ogni bene della terra. [...] Dacci, quindi, Signore, la tua povertà ricca; liberaci dalla segregazione e dacci la solitudine e il silenzio, densi di Amore e di Parola, ricchi di Spirito e di Verbo. Perché il solitario non è un misantropo, ma uno che alberga l'amicizia; il silenzioso non è un muto, ma uno che alberga la parola; e il povero non è un indigente, ma uno che semina ricchezza; e il ricco non è chi molto possiede, ma chi tutto ha perduto e ritrovato». -
Introduzione al buddhismo tantrico in India e in Tibet
Tanto in India quanto in Occidente, il tantrismo è stato oggetto di pregiudizi e fraintendimenti, che spesso lo tacciavano di sinistre procedure imbevute di magia nera e libertinaggio sessuale. Il presente saggio intende quindi fare luce sulla sua origine e i suoi sviluppi, nella versione buddhista sia indiana che tibetana, delineandolo da un punto di vista storico e filosofico-religioso. L’esperienza tantrica non fu un’innovazione specifica del buddhismo, ma una realtà panindiana. Gli adepti e i praticanti stabilirono pratiche meditative, rituali iniziatici e comportamenti anticonvenzionali volti a sovvertire idealmente la comune concezione dell’esistenza e della società del tempo. I loro metodi erano finalizzati a conseguire, in seguito a un impervio cammino spirituale sotto la guida di un guru, sia poteri mondani (per distruggere forze ostili e nemici, garantirsi prosperità, buona salute e lunga vita) sia la visione diretta della natura della mente, equiparata alla vera e propria condizione di un Buddha. Questo volume, destinato anche ai lettori non specialisti, è un'introduzione alle antiche dottrine tantriche, che conservano ancora intatto il loro fascino.