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Il cuore. Una storia
Il cuore è uno di quei libri rari e felici, capace di insegnare molto e di cambiare nel profondo la visione del mondo e della vita di ogni lettore.rnrn«Sandeep Jauhar intreccia in modo superbo la sua storia personale e famigliare alla narrazione sul cuore [...] e racconta l’affascinante e meravigliosa avventura della cardiologia moderna» - Henry Marsh, autore di Primo non nuocere. Storie di vita, morte e neurochirurgiarnrn«Un libro appassionante che, mescolando la storia della cardiologia con la biografia, regala prospettive inedite da cui guardare al nostro organo più vitale» – Il Venerdìrnrn«Jauhar irretisce il lettore dalle prime pagine e non lo lascia più» - The New York Times Book Reviewrnrn«Sandeep Jauhar scrive con lo sguardo del medico e lo spirito del poeta. Il cuore è un omaggio appassionato al nostro organo più vitale» - Marilyn Yalom, Stanford UniversityrnrnrnIl cuore è al centro di ogni aspetto della nostra esistenza. Per secoli è sembrato che la comprensione del suo funzionamento dovesse sfuggirci: un muscolo d’eccezione misteriosamente animato, motore primo della vita, ma anche centro delle nostre emozioni e ritenuto, seppur contro ogni evidenza, la sede dell’anima; ricetto sentimentale per le nostre paure, l’odio incondizionato, la passione e il desiderio amoroso. Sandeep Jauhar, cardiologo di origine indiana, sgombrando il campo dalle connotazioni metaforiche con cui l’essere umano ha sempre rivestito quest’organo, intreccia abilmente cronache di scoperta, positivismo e dolore con i commoventi racconti sulla storia dei disturbi cardiaci nella sua famiglia e sui pazienti che ha avuto in cura per molti anni; fa risalire alla morte improvvisa del nonno in India la sua passione-ossessione per il muscolo cardiaco, fino a scoprirsi egli stesso affetto da un insidioso male al cuore. Ricco di storia informativa sulla nascita della moderna cardiologia, leggendo Il cuore scopriremo comee da chi è stato effettuato il primo intervento chirurgico a cuore aperto, ci stupiremo della genialità di William Harvey che ha indagato e svelato la natura della circolazione sanguigna, incontreremo C. Walton Lillehei che con la macchina cuore-polmoni ha dato speranza di vita a milioni di pazienti, seguiremo Werner Forssmann che per primo sperimentò su se stesso la procedura per raggiungere il cuore con un catetere – aprendo così la strada a una chirurgia cardiaca meno invasiva –, vedremo nel suo laboratorio George Mines, gentiluomo inglese, che scoprì i meccanismi elettrici del muscolo cardiaco; e assisteremo all’invenzione, quasi per caso, del pacemaker impiantabile, fino alle ultime frontiere dei trapianti con cuori artificiali. Jauhar compie un’impresa degna dei migliori scienziati umanisti, quella di saper unire le competenze acquisite nel lungo e difficile apprendistato alla professione medica con lo spirito che ha animato altri grandi medici-scrittori – Oliver Sacks su tutti, ma anche più recentemente Atul Gawande, Siddhartha Mukherjee e Henry Marsh –, ovvero una profonda conoscenza dell’animo umano, messo a dura prova dalla malattia, e di saperlo raccontare con intima gentilezza e una partecipazione sempre rispettosa. Affronta i limiti della tecnica medica, confida che i progressi futuri dipenderanno sempre più dai nostri stili di vita e sempre meno dai... -
Costruire. Le storie nascoste dentro le architetture
Un viaggio riccamente illustrato attraverso la storia degli edifici, dal Pantheon alla Tour Eiffel, dal ponte di Brooklyn agli avveniristici grattacieli di Dubai e Kuala Lampur.rnrn«Roma Agrawal intreccia spiegazioni accessibili dei principi scientifi ci insieme a storie coinvolgenti e aneddoti personali. Un libro puntuale e appassionato» – The Guardianrnrn«Agrawal è una rarità: un ingegnere strutturale donna in una professione prettamente maschile. Ispirerà le giovani donne che stanno prendendo in considerazione una carriera in ingegneria» – The New York Times Book ReviewrnrnSpesso le ignoriamo o ne siamo inconsapevoli, ma le costruzioni intorno a noi hanno tutte una storia. I cavi tesi che si allungano sopra un lungo ponte che attraversa un fiume, lo scheletro d'acciaio dietro la superficie di vetro di un grattacielo, le condutture e le gallerie che corrono sotto i nostri piedi, sono tutte strutture che compongono il mondo costruito da noi, e rivelano molto dell'ingegno umano, e delle nostre interazioni, tra noi e con la natura. Il nostro universo artificiale, in continua evoluzione, è un racconto ricco di storie e segreti che, se avete orecchie per sentire, e occhi per vedere, è affascinante da vivere. Roma Agrawal è una giovane ingegnera che ha alle spalle oltre dieci anni di carriera e, come progettista, ha lavorato a uno dei grattacieli più alti d'Europa, lo Shard di Londra, disegnato da Renzo Piano. In «Costruire» racconta i materiali che hanno rivoluzionato l'arte della costruzione e rivela le straordinarie vite segrete delle architetture nel mondo. Questo libro è un viaggio riccamente illustrato attraverso la storia degli edifici – dal Pantheon alla Tour Eiffel, dal ponte di Brooklyn (la cui costruzione si deve a Emily Warren Roebling, la prima ingegnera dell'era moderna), agli avveniristici grattacieli di Dubai e Kuala Lampur. Grazie alla guida brillante, ironica ed esperta di Roma Agrawal impareremo come calcolare la giusta lunghezza di un ponte, perché alcuni edifici famosi sono crollati (con i criteri di costruzione odierni le Torri gemelle sarebbero ancora in piedi), come progettare lo scheletro di metallo che si nasconde sotto la corazza di vetro di un'altissima torre e come sono disegnati i tunnel che corrono sotto le strade delle nostre città. -
Il gioco della distruzione
Una splendida isola greca, una scomparsa insondabile, un gioco sfuggito di mano.«Un romanzo corposo, nel quale suspense, esotismo, erotismo e venature noir si intrecciano, dando vita a una scrittura di notevole eleganza e forte impatto emotivo» - Giancarlo De Cataldo, Robinson«Un thriller letterario dalla scrittura nitida e puntuale, pervaso dallo stesso brivido che troviamo in Patricia Highsmith.» – The Washington Post«Bella gente in visita a luoghi affascinanti, in tutta la loro genialità del male» – The New York Times«Un romanzo sul lato oscuro di un assolato Mediterraneo... si girano veloci le pagine, persi nella luce accecante del mondo di Bollen» – Seattle TimesAl suo arrivo nella bellissima isola greca di Patmos, Ian Bledsoe è al verde, in fuga, e umiliato dalle conseguenze della morte del padre. Il suo amico d'infanzia Charlie – ricco, esuberante, gratificato dal successo della sua nuova impresa avviata sull'isola – potrebbe essere la sua ultima speranza. A Ian Patmos sembra un sogno: giornate piene di sole trascorse sullo yatch di Charlie, la ricomparsa di una sua ex, e finalmente il lavoro di cui ha un disperato bisogno. Ma quest'isola bellissima nasconde un lato oscuro, e presto il sogno comincerà ad andare in pezzi. Quando Charles all'improvviso scompare, Ian si ritrova intrappolato in un inganno dopo l'altro. E mentre cerca di districare i misteri sollevati dall'assenza dell'amico, si ricorda che da ragazzi trascorrevano le ore immersi nel cosiddetto «gioco della distruzione» – un gioco, ora si rende conto, che forse non hanno mai smesso di giocare. Maestro nel cogliere lo spirito del luogo – come già il Long Island in Orient e Venezia in Un crimine bellissimo – Bollen ci accompagna tra le pieghe di un intreccio appassionante e le sfaccettature di personaggi poco prevedibili, costruendo un indimenticabile thriller letterario sulla seduzione del denaro e la vulnerabilità delle amicizie più consolidate. -
Il fenomeno urbano e la complessità
Tra globalizzazione, gentrificazione ed espulsione, le dinamiche oggi in atto rispondono a un modello appropriativo ed espansivo, a cui la complessità contrappone una visione dal basso, attenta alla «città bella» come bene comune.rnrnMassima competenza e scioltezza di esposizione: le mettono in campo Cristoforo Sergio Bertuglia e Franco Vaio, affrontando il fenomeno urbano nell’unica ottica in grado di comprenderlo davvero, quella della complessità. Se un sistema complesso è definibile come un tutto che agisce ed evolve secondo una logica che non permette di ridurlo alla sommatoria delle sue parti, la definizione si adatta perfettamente alle aree urbane, macroentità in perenne disequilibrio che si autorganizzano e si sviluppano anche in base a un principio di antagonismo interno. Compito specifico della scienza della complessità, applicata a una realtà di tale scala, è ricorrere a saperi multidisciplinari per vedere chiaro nel groviglio inestricabile di aspetti urbanistici, economici, sociologici, antropologici e filosofici alla base dell’evoluzione del sistema urbano complesso, non descrivibile in termini soltanto deterministici. Gente che abita, lavora e transita, strutture fisiche e imponenti flussi, attraverso reti materiali e immateriali, di beni e di trasporti: un tutto in movimento molecolare. Solo un ampio quadro, anche di tipo storico, può approfondire la portata della prospettiva fornita oggi dalla scienza della complessità. Per questo Bertuglia e Vaio compiono un interessantissimo percorso attraverso le trasformazioni dell’urbanesimo europeo, dalla città preindustriale, radicata nel territorio, a quella industriale, che elegge l'urbanesimo a forma di vita, fino alla metropoli postindustriale, in cui al luogo fisico tende a sostituirsi un processo reticolare che connette centri di produzione e di consumo. In questa luce vengono analizzati in modo particolare i casi di Roma e Torino. Tra globalizzazione, gentrificazione ed espulsione, le dinamiche oggi in atto rispondono a un modello appropriativo ed espansivo, a cui la complessità contrappone una visione dal basso, attenta alla «città bella» come bene comune. -
Linguaggi e calcoli. Principi matematici del coding
La nozione di rappresentazione esprime una categoria generale a cui appartengono numeri, stringhe, alberi, grafi, e più in generale, tutte le strutture simboliche con cui si rappresentano i dati. I linguaggi, in senso lato, sono formalismi entro cui si rappresentano oggetti, concetti, proprietà e relazioni. I linguaggi formali, definiti in termini insiemistici, sono quelli entro cui si definiscono i processi di calcolo universali, in grado di esprimere tutti i tipi di calcoli realizzabili. In questo libro, l'impostazione degli argomenti, la loro presentazione, e le prospettive di analisi dei vari argomenti, sono per molti aspetti frutto di elaborazione originale, maturata nel corso della didattica e della ricerca svolta negli ultimi 15 anni presso l'Università di Verona. -
I neuroni specchio
Il libro fondamentale che ha raccontato al grande pubblico la rivoluzione scientifica dei neuroni specchio.rnCome descrivere la capacità umana di leggere nella mente degli altri individui, comprendendo in modo immediato i loro pensieri e sentimenti e reagendo in modo appropriato alle azioni da essi compiute? Finora la scienza non era riuscita a spiegare questa fondamentale possibilità del nostro cervello, che, creando un ponte tra il sé e l'altro, permette lo sviluppo della cultura e della società. Oggi, grazie alla scoperta dei neuroni specchio si è aperta una prospettiva di ricerca rivoluzionaria. I neuroni specchio sono stati localizzati inizialmente, circa una ventina di anni fa, e la loro attività è stata subito connessa al riconoscimento di azioni finalizzate al raggiungimento di oggetti. In particolare, si è constatato che durante l'osservazione di un'azione eseguita da un altro individuo, il sistema neurale dell'osservatore si attiva come se fosse egli stesso a compiere la medesima azione che osserva: di qui il nome ""neuroni specchio"""". Si ritiene che essi rendano possibile l'apprendimento imitativo e la comunicazione verbale, e che un loro cattivo funzionamento provochi un grave deficit come l'autismo. Marco Iacoboni ci conduce direttamente al cuore di queste ricerche, illustrando i principali esperimenti che ne hanno segnato le tappe e discutendo la loro ricaduta a livello scientifico, filosofico e sociale."" -
Cosa rende felice il tuo cervello (e perché devi fare il contrario)
Fondato su ricerche d'avanguardia, questo libro si propone come un manuale di science-help, che è cosa ben diversa dal self-help.rnrnNegli ultimi anni gli studi cognitivi, le ricerche di psicologia sperimentale e le neuroscienze hanno accumulato una grande quantità di dati sul cervello umano, svelando meccanismi che ci erano completamente oscuri e ridisegnando le nostre conoscenze in questo campo. Così, a mano a mano che ci si addentra nei meandri del nostro cervello e dei suoi comportamenti, avviene che le bizzarre ricette dei guru del benessere psichico o dei sedicenti maestri del successo personale ci appaiano sempre meno plausibili. Con l'avanzare degli studi siamo in effetti sempre più in grado di fornire un altro tipo di ""ricette"""", empiricamente fondate, che ci aiutano a tenere sotto controllo certe evidenti deviazioni di quel prodigioso organo del pensiero che non ha cessato di evolversi da milioni di anni. Per tutto questo, e altro ancora, siamo ora in grado di capire perché spesso ci comportiamo in modo avventato, per non dire apertamente autolesionista, senza un motivo apparente. Il cervello agisce secondo schemi adattativi complessi ma prevedibili, e in molte occasioni specie nella vita dell'uomo moderno - con pessimi risultati. Per dirla con David DiSalvo: """"Il nostro cervello è una macchina per prevedere e rilevare schemi ricorrenti, che ama la stabilità, la chiarezza e la coerenza: tutto meraviglioso, tranne quando non lo è""""."" -
Flatlandia. Un'avventura di molte dimensioni. Testo inglese a fronte
Racconto straordinario, satira sociale dell'età vittoriana, gioco intelletuale supremamente matematico e amato da fisici e scienziati di tutto il mondo. Un universo fantastico, un grande esercizio dell'immaginazione. Fatlandia è la più grandiosa forma di quello che definiamo un classico senza temporn«Chiamo il nostro mondo Flatlandia», così inizia il resoconto del viaggio in uno straordinario mondo a Due Dimensioni. rnA guidare il lettore in un questa dimensione – che dobbiamo immaginare come un enorme foglio di carta in cui Linee Rette, Triangoli, Pentagoni e altre figure si muovono liberamente – è un Quadrato. rnDa più di cento anni Flatlandia, con la sua creatività e fantasia, suggestiona e affascina l’immaginazione dei lettori di tutto il mondo tesi nella speranza che alla fine, con il Quadrato, saranno iniziati ai misteri e alle libertà delle infinite dimensioni dell’Universo. -
La casa della saggezza. L'epoca d'oro della scienza araba
Una storia a lungo ignorata sul contributo fondamentale della scienza araba e del mondo islamico al sapere scientifico dell'umanitàAbu Rayhan al-Biruni, Ibn al-Shatir, al-Khwarizmi, Ibn al-Haytham, al-Razi. Dietro a questi nomi, per noi quasi sconosciuti, si nascondono in realtà le vite e le opere di scienziati che hanno posto le basi del mondo moderno. Jim Al-Khalili ricostruisce con straordinaria perizia la storia di un’epoca nella quale menti geniali spinsero le frontiere della conoscenza così in là da plasmare le civiltà che seguirono, fino ai giorni nostri. Il pensiero scientifico e culturale occidentale è in debito, ben più di quanto comunemente si pensi, con ciò che realizzarono mille anni fa gli scienziati e i pensatori del mondo islamico, in un periodo che fu elusivamente descritto come una lunga Età Oscura, una penosa parentesi posta tra la grande civiltà classica greco-latina e il Rinascimento europeo. rnJim Al-Khalili, con la sua usuale prosa avvincente, ci svela i nomi dei protagonisti di questa avventura meravigliosa e troppo a lungo ignorata. -
I dieci esperimenti più belli. Da Galileo a Millikan
I segreti della natura nei dieci esperimenti più affascinanti che hanno permesso di svelarne i misteri.rnCon l'attenzione per i dettagli di uno storico e la capacità narrativa di uno scrittore, George Johnson celebra dieci tra gli esperimenti più belli che hanno rivoluzionato la concezione dell'uomo e dell'universo, e ci fa rivivere il tempo in cui il mondo sembrava pieno di forze misteriose e gli scienziati erano attratti irresistibilmente dalla luce, dall'elettricità e dal corpo umano. Vediamo Galileo addomesticare il moto degli oggetti, Newton comprendere gli enigmi del colore e Pavlov alle prese con i suoi ormai famosi cani. I dieci esperimenti più belli dispiega la scienza nella sua forma più creativa e pratica, quando l'ingegno della mente è lo strumento esemplare ed elegante per comprendere a fondo lo spettacolo del mondo. -
Il libro dell'acqua. La storia straordinaria della più ordinaria delle sostanze
Il racconto straordinario di una sostanza – all’apparenza semplice e comune – ma fuori dall’ordinario.rnrnTra le sostanze presenti sulla Terra, l'acqua è probabilmente l'unica di cui proprio tutti conoscono la formula chimica: H2O. Ma possiamo davvero dire di conoscere fino in fondo questa sostanza così comune e, all'apparenza, così semplice? L'acqua si muove in continuazione, si trova sotto i nostri piedi nelle falde acquifere e allo stato gassoso nell'aria che respiriamo, liquida nella pioggia, nei mari, nei laghi e nei fiumi, solida nella neve, nella grandine, nei ghiacciai e ai poli. L'acqua è «semplice», eppure è anche una sostanza quanto mai sorprendente e straordinaria: si espande quando si raffredda, proviene - letteralmente - dallo spazio ed è figlia del Big Bang, e ha dato forma al nostro mondo ed è stata culla della vita sulla Terra. Informato, con prosa coinvolgente e ricco di aneddoti scientifici e divertenti, ""Il libro dell'acqua"""" racconta una sostanza fuori dall'ordinario."" -
Il filo d'oro. Storia della scrittura
La storia della più antica tecnologia umana. Dalle pareti rocciose dell'Alto Egitto, ai cocci, i papiri, le pergamene e le tavolette di cera fino alla stampa al piombo e gli schermi dei computer e dei nostri cellularirnLa storia dell'umanità è la storia della parola scritta. Di un segno. Lasciato sulle pareti di una caverna, e poi evoluto, cresciuto e addomesticato di pari passo con l'evoluzione della civiltà, il filo d'oro della comunicazione scritta. La scrittura è stata impressa in tavolette d'argilla, arrotolata in papiri, legata in codici, rilegata in libri e codificata in bit. Milioni di mani hanno usato scalpelli, bacchette, piume d'oca, grafite, pennelli, caratteri mobili di piombo, stilografiche metalliche, penne a sfera, macchine da scrivere, tastiere e -oggi- schermi.rnIl filo d'oro è l'epopea affascinante e sorprendente di quel miracolo culturale che è la parola scritta, da sempre strumento insuperabile di comunicazione e motore del progresso culturale, scientifico e politico dell'umanità. Stiamo vivendo un periodo di svolta e di grandi cambiamenti tecnologici. Eppure mai come ora gli uomini hanno scritto con tale abbondanza, e in questo loro gesto, forse inconsapevolmente, continuano a tramandare segni che sono figli di una storia lunga e ancora in divenire. -
Storia e pratica del silenzio
In questo inizio di Terzo Millennio a molti pare che un ritorno al silenzio sarebbe necessario e auspicabile. Ma che tipo di silenzio? Remo Bassetti ci offre in questo breve libro una «grammatica del silenzio», come antidoto al frastuono imperante che ci circonda.rn«Man mano che diminuisce il prestigio del linguaggio, aumenta quello del silenzio» – Susan Sontagrn«Il libro che state per leggere non è precisamente pro o contro il silenzio. Mi sarebbe parso un obiettivo insensato, quanto potrebbe esserlo un volume pro o contro la parola, o pro o contro il suono. Questo libro persegue semmai il fine ambizioso di suggerire dei criteri per individuare il buon silenzio, quello che favorisce il benessere proprio e degli altri e che nasce (silenziosamente) dalla felice congiunzione tra etica e libertà»rnrnUna storia del silenzio probabilmente non si può urlare (non sarebbe coerente), ma si può forse leggere, con quell’attitudine meditativa e piacevolmente ovattata che si trova anche sulla copertina di questo volume. Questo inno alla fuga dai rumori del mondo, nell’immersione senza suoni di una buona lettura, non è tuttavia una pratica così antica, dal momento che almeno fino al Duecento la maggior parte dei libri veniva letta a voce alta.rnMa il silenzio non è solo un’attitudine personale verso la quale siamo più o meno portati. Ci sono molte forme di silenzio sociale, parecchie delle quali hanno regole stabilite, e ci sono silenzi carichi di significati, altri che non vogliono dire nulla o sono ambigui e altri ancora le cui conseguenze possono essere molto gravi. È in questo universo dei tanti silenzi che Remo Bassetti ci accompagna, additandoci forme di non-parola e di non-suono che si rivelano ricche di senso come mai avremmo sospettato. rnNelle sue pagine, Storia e pratica del silenzio non tralascia nulla, dal silenzio del Big Bang alla biblica «voce di silenzio sottile», dal fecondo campo del silenzio orientale alle diverse attitudini con cui antichi e moderni hanno taciuto. Troveremo però anche i silenzi forzati, come quello della sordità o quello del lettino dello psicoanalista, i molti silenzi d’amore e l’omertà violenta del malvivente, fino a toccare il denso, indicibile silenzio assoluto del Lager. Con questo taciturno bagaglio storico, si affrontano poi la modernità, il silenzio del web, della politica, della stampa, del cinema e dell’arte, per tentare infine un’operazione che probabilmente è unica nel suo genere: la costruzione di una Grammatica del silenzio. Si conclude con l’elaborazione pratica di dieci tesi originali sul buon silenzio, dalle quali ciascuno, posato il libro, potrà trarre conclusioni o iniziare percorsi, ma certamente rivaluterà il reietto mondo privo di onde acustiche, così poco sondato prima d’ora. -
Il cielo per ultimo
Michele Cecchini ha un immaginario tutto suo. È un realismo magico, fatto di delicatezza, tenerezza e stupore per le cose.rnScrive usando una lente speciale per guardare e raccontare il mondo, che vola leggero come in una bolla di sapone.rnrn«Per chi ancora crede nel potere medicamentoso della gentilezza e della fantasia» - Fabio StassirnSi chiama Emilio Cacini ma tutti lo conoscono come Soldo di Cacio perché è basso e goffo. La sua vita è sempre stata una storia semplice, di quelle senza aneddoti. Cacio è un uomo mite, insegna educazione artistica alle scuole medie e vive a Livorno, nel rione di Ardenza Mare. Da sempre coltiva la passione per le immagini, tanto che spesso associa le situazioni che vive ai dipinti dei suoi pittori preferiti. Vorrebbe tanto rivelare il suo segreto, che riguarda la relazione clandestina con Ilaria, una donna con un passato da brigatista, ma nessuno glielo chiede. Cacio ha un figlio, Pitore, un bambino che parla una lingua tutta sua, fatta di parole incomprensibili, inventate: folmedina, parassonio, golbetico... Cacio sembra non farne un dramma e anzi si impegna a trovare forme di comunicazione alternative alle parole, nel tentativo di stringere un legame sempre più forte con suo figlio. Seppure disorientato, Cacio ha un mondo dentro di sé e va per la sua strada, ed è una strada gentile e allo stesso tempo forte nel passare attraverso la solitudine e nel creare armonia dalla disarmonia da cui si sente circondato. Nel tentativo di trovare una autenticità che vada al di là delle parole, Cacio sembra dire che il mondo può essere in tanti modi differenti, basta sapere inventarlo. Michele Cecchini ha un immaginario tutto suo. È un realismo magico, fatto di delicatezza, tenerezza e stupore per le cose.rnScrive usando una lente speciale per guardare e raccontare il mondo, che vola leggero come in una bolla di sapone. -
Come sfasciare un paese in sette mosse. La via che porta dal populismo alla dittatura
Ece Temelkuran è una delle voci politiche europee più influenti del momento. Turca, vive in esilio dopo aver visto il suo paese sgretolarsi sotto l’onda d’urto del regime sanguinario di Erdoğan. Da questa sua traumatica esperienza ha deciso di partire per denunciare in che modo una nazione possa, in breve tempo, scivolare nel baratro della dittatura. rn«Visionario, terribilmente familiare. Una lettura fondamentale per chiunque abiti sul pianeta Terra» - Andrew Sean Green, premio PulitzerrnI passaggi salienti che hanno condotto la Turchia al suo deprecabile e sanguinoso stato attuale sono ben riconoscibili in tutto il mondo e sono una costante della politica contemporanea in moltissime nazioni, compresa la nostra. Le «mosse» per sfasciare un paese sono le stesse ovunque. 1. Crea un movimento (si badi bene, non un «partito», ma un «movimento», al limite una «lega»); 2. Disgrega la logica, spargi il terrore nella comunicazione; 3. Abolisci la vergogna: essere immorali è «figo» nel mondo della post-verità; 4. Smantella i meccanismi giudiziari e politici; 5. Progetta i tuoi cittadini e le tue cittadine ideali; 6. Lascia che ridano dell’orrore; 7. Costruisci il tuo paese. Dove siamo arrivati in Italia? Forse al punto 4? Siamo già al 5? A che punto è la Gran Bretagna della Brexit e di Nigel Farage? E la Russia di Putin? L’Ungheria di Orbán? Gli Stati Uniti di Trump? Perché una cosa si comprende amaramente bene, leggendo queste pagine appassionate: il percorso è sempre lo stesso, inizia senza allarmare, ma poi procede sempre, inesorabile, verso il punto nel quale ci si accorge che ormai la democrazia è svanita. I populisti, in crescita in tutto il mondo, fanno più o meno gli stessi discorsi ovunque. Li fanno a nome delle «persone perbene», del «popolo», sottintendendo così che chi non li appoggia non fa davvero parte del popolo, quindi è un «nemico interno». Come sfasciare un paese in sette mosse è un appassionato appello al mondo: fate attenzione – ci dice Temelkuran – il populismo e il nazionalismo non marciano trionfalmente verso il governo, ci strisciano dentro di nascosto. Bisogna essere vigili più che mai o ce li ritroveremo in casa senza accorgercene fino al punto d’arrivo finale: la dittatura. -
Teoria e pratica della psicoterapia di gruppo
Il manuale di psicoterapia di gruppo di Irvin D. Yalom e Molyn Leszcz ha segnato in maniera decisiva la psichiatria contemporanea e ora giunge alla sesta edizione per riflettere, in una veste completamente riveduta e aggiornata, i cambiamenti radicali e sempre più rapidi della società in cui viviamo. La terapia di gruppo, o meglio, le terapie di gruppo, che si nutrono non solo del rapporto terapeuta-paziente, ma anche e soprattutto delle interazioni tra i vari partecipanti, più di altre si sono dovute adeguare alle nuove esigenze del mondo moderno. Sono nate così terapie di gruppo in rete, terapie da affiancare alle cure mediche, terapie di sostegno alla multiculturalità, terapie per contrastare forme di dipendenza o il disagio sociale causato dal Coronavirus. Potenzialità e criticità delle tecniche ausiliarie, dei compiti del terapeuta e dei gruppi specializzati sono al centro di un'analisi serrata e incisiva. Con questo capillare lavoro di aggiornamento Irvin D. Yalom e Molyn Leszcz offrono agli operatori del settore uno strumento rinnovato nei contenuti, ma sempre fedele a quella limpidezza espositiva che ha convinto Jerome Frank, caposaldo della psichiatria del Novecento, a definire Teoria e pratica della psicoterapia di gruppo come «il miglior libro esistente sull'argomento, oggi e nel futuro a venire». -
Nella tormenta
David Park si misura qui con il terreno accidentato della paternità, dei rapporti famigliari, dei segreti che le persone si portano dentro fino a logorarsi.rnrn""Uno dei più grandi scrittori irlandesi"""" - Roddy Doylernrn""""Un oscuro segreto e un viaggio nella neve, sul sentiero dissestato della paternità. Park ha scritto un romanzo emozionante, coraggioso e potente"""" - The GuardianrnrnNon c'è falsa pietà in questo romanzo talvolta disperato, sempre misurato, ma una redenzione imperfetta, trattata con compassione. - The Irish TimernrnUna casa sulla riva di un lago ghiacciato, con una luce alla finestra dell'ultimo piano che ossessiona Tom. Per raggiungere la casa, e quella luce, Tom dovrebbe attraversare il lago, rischiando la vita… Così inizia Nella tormenta. L’Irlanda è paralizzata da una bufera di neve, e ritroviamo Tom in automobile, pronto a sfidare la tempesta per recuperare il figlio Luke, solo e malato nell'alloggio studentesco di una università inglese. Il viaggio è pericoloso, l’auto slitta sulle strade ghiacciate, ma non è solo il maltempo che Tom deve affrontare. Tra le continue telefonate della moglie, preoccupata, della piccola figlia Lilly, che vorrebbe divertire il padre con giochi di parole, e quelle di Luke solo e febbricitante nell'alloggio gelido, la tensione sale. Anche perché nell'auto c'è il figlio Daniel, o meglio, la sua voce, che si sovrappone a quella meccanica del navigatore. Daniel in carne e ossa, così diverso dagli altri figli, così complicato, se n’è andato da casa da tempo, senza dare spiegazioni. Tom avanza nella neve sempre più fitta, su strade sempre più difficili, con la voce impersonale che lo guida e quella del figlio scomparso che lo distrae, e i ricordi si solidificano davanti a lui come ghiaccio. Tom è un fotografo, per lo più di eventi famigliari: le foto che rievoca sono vivaci, allegre. Diventano inquietanti, invece, quando riguardano il padre, o Daniel, ancora Daniel, che tace solo quando Tom incappa in un incidente e, nonostante la fretta, decide di aiutare una sconosciuta finita fuori strada e ferita, fermandosi con lei fino all'arrivo dell'ambulanza. Ma Daniel ritorna sempre, implacabile, voce e immagini."" -
La mente in fiamme. Un nuovo approccio alla depressione
Con La mente in fiamme Edward Bullmore presenta per la prima volta a un pubblico non specialistico una nuova teoria sulla cura della depressione dalle conseguenze potenzialmente dirompenti.rn«Con questo saggio l'autore conta di rimuovere quella che potrebbe essere la vera causa del problema: l'infiammazione, quello ""stato di guerra"""" che il nostro sistema immunitario dichiara nel corpo quando percepisce una minaccia esterna» - Giuliano Aluffi, Il Venerdìrn«Edward Bullmore propone una teoria affascinante che mette in relazione la depressione con l’infiammazione e non, come si è fatto finora, con lo squilibrio della serotonina. Qualunque sia la verità, La mente in fiamme è una lettura stimolante e molto interessante» - Wendy Burn, presidente del Royal College of Psychiatristsrnrn«Non molto tempo fa la psiconeuroimmunologia veniva derisa nei circoli medici. Il prof. Bullmore è l’uomo che ci ha mostrato quanto ci sbagliavamo. Tra i primi a definirsi “immuno-psichiatra”, ci ha condotto fuori dal tunnel e ci ha mostrato chiaramente – grazie anche al linguaggio ampiamente accessibile di questo libro – il nesso cruciale tra l’infiammazione sistemica e la malattia mentale. Questa intuizione sta provocando un cambio di paradigma che porterà a un nuovo campo di studi incentrato sulla psichiatria personalizzata, proprio come avviene nel campo dell’oncologia» - sir Robert Lechler, presidente della Academy of Medical SciencesrnrnrnLa depressione è la bestia nera delle patologie mentali. In un futuro molto prossimo sarà con tutta probabilità la più grave causa di invalidità a livello mondiale; eppure i trattamenti per migliorarne l’approccio terapeutico sono cambiati ben poco negli ultimi trent’anni. Alla terapia della parola, particolarmente in voga fino a qualche decennio fa, si è gradatamente sostituita, e affiancata, una terapia empirica basta su farmaci inibitori del riassorbimento della serotonina – i cosiddetti SSRI –, che mostrano da tempo effetti terapeutici consolidati e in parte soddisfacenti, ma anche effetti collaterali impossibili da sottovalutare.rnCon La mente in fiamme Edward Bullmore presenta per la prima volta a un pubblico non specialistico una nuova teoria sulla cura della depressione dalle conseguenze potenzialmente dirompenti. Bullmore mette in discussione le terapie finora utilizzate e propone un quadro teorico e sperimentale del tutto innovativo, che mette in relazione la depressione con gli stati infiammatori del corpo e del cervello, legando strettamente questa condizione e altri disordini mentali al funzionamento del sistema immunitario. È un vero e proprio cambio di paradigma nell’accostarsi a questa malattia debilitante e causa di molte sofferenze, ma non solo: delinea la rivoluzione futura in cui le cure potranno essere calibrate individualmente per riuscire a spezzare il circolo vizioso che unisce stress, infiammazione e depressione.rnLa mente in fiamme si spinge oltre l’ambiente ospedaliero e del laboratorio proponendo un modo interamente nuovo di interpretare le complesse interazioni che avvengono tra mente, cervello e corpo, e per aiutarci a sopravvivere in un ambiente ostile."" -
L' arte di C. G. Jung
Dal fondatore della psicologia analitica, grandissimo artista, un capolavoro iconografico al pari del Libro Rosso.rnrn«Sempre, quando mi trovavo in un vicolo cieco, mi mettevo a dipingere o a scolpire una pietra» - C. G. JungrnrnrnPer Carl Gustav Jung l’arte fu l’amorosa compagna segreta di tutta la vita. Disegnò, dipinse, scolpì, intagliò il legno, progettò architetture con la maestria e la versatilità di un artista rinascimentale. Pochissimi, tuttavia, ne conoscevano il talento fuori del comune, perché egli decise di non rendere pubbliche le sue opere. Il mondo rimase quindi stupefatto quando nel 2009, a quasi cinquant’anni dalla morte, venne dato alle stampe il Libro rosso, l’inedito forse più strabiliante dell’intero Novecento, dove Jung calligrafò la sua potente visione dell’inconscio, illustrandola con tavole degne della migliore tradizione miniaturistica del Medioevo. Da allora, l’artista che non volle mai chiamarsi tale occupa il posto che gli spetta anche nella storia dell’arte, oltre che nel pensiero contemporaneo. Ma molto rimaneva da scoprire. Al desiderio di ammirare finalmente i tesori mai usciti dagli archivi risponde questo libro, curato dall’istituzione che custodisce il lascito junghiano. La sontuosa iconografia, in larga parte inedita, e i saggi che ne commentano ogni aspetto – dalle raffinate tecniche pittoriche all’uso dei colori, dalle figurazioni simboliche alle valenze meditative, fino alle scelte collezionistiche, che fecero della biblioteca di Jung una «stanza delle meraviglie» – integrano in modo sostanziale quanto si sapeva della psicologia analitica, della sua genealogia e dei suoi sviluppi. Spesso prologhi visivi degli scritti, gli abbozzi, gli acquerelli, i guazzi e le sculture esprimono quel pensare per immagini che rende riconoscibili i processi psichici: un esercizio in vivo, con esiti artistici alti, del metodo dell’immaginazione attiva. E di fronte al cromatismo che accende qualsiasi soggetto Jung raffiguri, paesaggio, demone o mandala, non sarà eccessivo parlare di capolavoro. -
I fili della vita. Una storia del mondo attraverso la cruna dell’ago
«Il cucito è un modo di dare voce alla nostra identità, di lasciare la prova indelebile della nostra esistenza nei punti fermi tracciati dal lavoro delle nostre mani.»«Meraviglioso... Hunter sfrutta una mirabile capacità di narrazione per far entrare il lettore in un mondo in cui gli oggetti diventano personaggi a cui il pubblico si affeziona... Molto ben scritto» – Times Literary Supplement«Non aspettatevi una noiosa enumerazione di manufatti e tecniche. Hunter ""intreccia"""" la sua esperienza personale e quella dell'umanità. Lo fa in modo appassionato, competente, coinvolgente» - Annachiara Sacchi, La Lettura«Un libro di ispirazione per chiunque abbia sottovalutato l'arte dell'ago e del filo, e il suo più nobile significato» – Mail on SundayCon I fili della vita, Clare Hunter ci consegna una riflessione straordinaria e inedita sull'importanza del ricamo, e più in generale del cucito, un'arte spesso considerata minore, ma con la peculiarità di essere stata molto diffusa e assolutamente trasversale, presente nell'educazione di tutte le donne di tutti i ceti sociali. Il ricamo, soltanto in apparenza uno strumento espressivo del tutto «candido», si è rivelato un linguaggio efficace per comunicare in mancanza di altri mezzi, per passare informazioni oltre la censura, per dare voce a ciò che le circostanze non permettevano di esprimere altrimenti. Con un excursus storico che copre tutto il millennio scorso, Clare Hunter ci accompagna dunque tra le storie di chi ha affidato ad ago e filo il proprio messaggio. A partire dall'arazzo di Bayeux − in apparenza una celebrazione dei conquistatori normanni, e in realtà pieno di lodi indirizzate allo sconfitto re Harold −, ai ricami della regina di Scozia Maria Stuart − dove lei è un topo e la rivale Elisabetta I un gatto rosso −, ai lavori di cucito considerati terapeutici e imposti come rieducazione alle carcerate inglesi dell'Ottocento, fino ai foulard e agli scialli delle madri di Plaza de Mayo, su cui era ricamato il nome del figlio desaparecido per riaffermarne l'identità negata dalle istituzioni, e alle arpilleras, patchwork di denuncia del regime cileno. Clare Hunter ci rivela come il ricamo abbia evidenziato ingiustizie, celebrato tradizioni etniche e familiari, espresso gioie e dolori, raccontato massacri, epurazioni e fughe disperate, rese dei conti dopo un colpo di Stato, proteste per sparizioni o incarcerazioni. È una cronaca di memorie narrate attraverso le storie di uomini e donne che, nei secoli e attraverso i continenti, hanno usato il linguaggio del ricamo per far sentire la loro voce, anche nelle più avverse delle circostanze.""