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Adattamenti meravigliosi. Sette irresistibili misteri dell'evoluzione
La scienza è divertente e molto appagante, il mondo naturale è un miracolo di inventiva, e pochi come Catania sanno mettere tutto questo sulla pagina in maniera tanto avvincente.rnrn«Mentre scrive delle sorprendenti strategie usate dagli animali per vivere su questo pianeta, Kenneth Catania dice di essersi fermato alla parola “miracoli”. Ma in Adattamenti meravigliosi descrive proprio questo: un pianeta pieno di miracoli. Le sue esperienze personali rendono questo libro un’avventura da leggere in modo compulsivo. Fatevi sorprendere»» - Carl Safina, autore di Al di là delle parole. Che cosa provano e pensano gli animalirnrn«L’irresistibile entusiasmo di Adattamenti meravigliosi non potrebbe giungere in un momento migliore: la scienza è sotto assedio non solo da parte dei negazionisti ignoranti, ma nel modo stesso in cui viene insegnata e presentata al grande pubblico. Troppo spesso la scienza viene infatti divulgata come una mera raccolta di fatti, di elenchi di cose che la ricerca ha scoperto in passato. Al contrario, come Kenneth Catania dimostra magnificamente nel suo libro, la scienza offre vere avventure, nel tentativo di decifrare i misteri del mondo naturale» - David P. Barash, The Wall Street JournalIn questo libro ci sono sette storie. Possono essere lette come sette indagini poliziesche che hanno per oggetto un animale. L'animale in questione non è necessariamente dei più esotici: si inizia con le talpe dal muso stellato, ma poi si trovano anche serpenti marini, toporagni, anguille elettriche e vespe. C'è sempre un mistero da risolvere, e c'è l'avventura della sua ingegnosa soluzione, che prende il lettore pagina dopo pagina, come accade in un poliziesco di qualità. Ma è solo quando si giunge alla soluzione del caso che si insinua davvero la meraviglia. Certi animali, anche comuni, visti da vicino mostrano adattamenti e strategie di vita che hanno del miracoloso. L'evoluzione ha scolpito col tempo comportamenti che lasciano letteralmente a bocca aperta, e il gusto della loro scoperta è impagabile. Di storia in storia, non solo impariamo dettagli stupefacenti sul mondo naturale, ma apprezziamo anche in maniera vivida l'eleganza e la creatività del metodo sperimentale. Kenneth Catania rende vivo e palpabile sotto i nostri occhi quel guizzo creativo che è sempre necessario mettere in campo se si vuole risolvere un enigma scientifico, perché la scienza è innanzitutto divertente e appagante, e il mondo naturale che svela è un vero miracolo di inventiva, una fonte continua di stupore e meraviglia. -
Italia e Germania. L'intesa necessaria (per l'Europa)
Questo libro fa il punto sulle relazioni presenti e future di due grandi nazioni, tra loro molto più strettamente legate di quanto generalmente si credaC'è una narrativa dominante che tende a presentare la Germania, in ambito politico, economico e culturale, come soggetto dominante in Europa, portatore di interessi contrari a quelli dell'Italia. In tre capitoli, dedicati a tre aspetti centrali - l'economia, la politica e le relazioni e le percezioni tra i due Paesi - tre esperti riconosciuti ribaltano la prospettiva comune. La Germania non ci sta «colonizzando», tutt'altro. Nella realtà esiste un'osmosi necessaria tra le due nazioni europee. In realtà italiani e tedeschi sono molto più simili di quanto si dica, e tra i due popoli (oltre che tra le élite dei due paesi) esistono motivi di sintonia che rappresentazioni stereotipate tendono, per pigrizia o pregiudizio ideologico, a negare. -
Se non sai che sei viva
Una sposa riluttante in cerca di una verità essenziale.«Di cosa parla ""Se non sai che sei viva""""? Di una sposa ambivalente. E dell'essere donna, delle cattive madri, del perdono, del dolore, della monogamia e della natura del tempo stesso» – New York Times Book Review«Acuto, spiritoso, dolente, una sincerità che ti spezza il cuore» – Entertainment Weekly«Nell'imbarcarvi in """"Se non sai che sei viva"""" non pensiate di sapere che cosa vi aspetti... La sposa non ci conduce lungo sentieri prevedibili... Divertente, straziante, travolgente e tutto quello che volete tranne prevedibile» – The Observer«La scrittura di Marie-Helene Bertino ha del miracoloso: frasi vivaci e caustiche, che ti cullano con il loro ritmo. È un libro particolare nel miglior senso possibile: scopre la realtà nella profondità del dolore, nella bellezza che resiste alla violenza, nella gioia potente che Bertino cerca in profondità nella vita dei suoi personaggi» – Lauren Groff, autrice di Florida e Fato e furiaMancano pochi giorni al matrimonio, la sposa è stata mandata dal futuro sposo a «decomprimersi» nell'albergo in Long Island dove la settimana successiva si svolgerà la cerimonia, quando, rientrando in camera, riceve la visita di una cocorita. Non è esattamente una cocorita, la sposa non ha dubbi, è la nonna scomparsa anni prima venuta da lei sotto mentite spoglie. E ha per lei un chiaro messaggio: meglio lasciar perdere il matrimonio, c'è una relazione affettiva ben più importante che lei deve farsi carico di ricucire. Nei giorni successivi, la marcia all'altare della sposa diventerà un viaggio inteso ad affrontare questioni a lungo sepolte in lei. A cominciare dal fragile rapporto con il fratello commediografo, introverso e poco affettivo, che però alla sorella ha dedicato un'opera teatrale basata sulla sua vita e personalità. Se non sai che sei viva è un romanzo sulla memoria, sulla confusione che si prova nel diventare una donna adulta, sul trauma, su come gestiamo certi frammenti di ricordi per formare la nostra personalità e metterci in grado di avere relazioni soddisfacenti. Su come i ricordi possono imprigionarci, ma anche liberarci. Su come sia possibile fare onore alle nostre esperienze e diventare «noi stessi». Ma soprattutto è la bravura letteraria della Bertino, la sua scrittura unica, a farne un libro magico, originalissimo, pieno di humour e perspicacia, capace di condurci all'interno di un viaggio dentro noi stessi impossibile da dimenticare."" -
Tiranni. Una storia di potere, ingiustizia e terrore
La tirannia rimane il fenomeno politico più antico e duraturo. E sembra che il suo spirito sopravviva rinvigorito fino ai nostri giorni. Waller R. Newell - dispiegando tutta la sua vasta conoscenza della filosofia e della storia antiche e moderne - mette a nudo la figura del tiranno, raccontando in modo articolato e coinvolgente la lunga scia di potere, ingiustizie e terrore che in oltre duemila anni despoti di ogni ordine e grado si sono lasciati alle spalle. Scopriamo così che Nerone, Francisco Franco e Mubarak sono i prototipi del tiranno «giardiniere», che dispone dello Stato e della società come di una personale proprietà, per il proprio piacere e beneficio e a favore esclusivo del proprio clan e dei propri sodali. Alessandro Magno, Napoleone e Atatürk sono invece tiranni «riformatori», animati - è vero - da un sincero desiderio di migliorare la società, ma altresì accecati dal perseguimento di fortuna e gloria a scapito di ogni legge e democrazia. Sono infine tirannie «millenariste» quelle di Robespierre, Stalin, Mao e degli odierni jihadismi, guidate dall'impulso di imporre un regime utopico fino a raggiungere l'eccesso in uno Stato di polizia attraverso l'omicidio di massa e il genocidio. ""Tiranni"""" è una lezione di storia per chiunque sia interessato al pericolo rappresentato dalla tirannia e dal terrore nel mondo di oggi."" -
Essere genitori non è un mestiere. Cosa dice la scienza sulle relazioni tra genitori e figli
I bambini sono per loro natura fantasiosi, stupendamente inventivi e giocosi, e sono sempre molto diversi dai loro genitori. Quello che sarà il loro mondo da adulti è imprevedibile e la loro strada la dovranno trovare da sé.Prendersi cura dei nostri figli è ciò che ci rende più umani. Eppure negli ultimi decenni ha preso sempre più piede un insidioso processo di professionalizzazione della genitorialità: c'è un'intera industria miliardaria che cerca di convincere madri e padri in tutto il mondo a educare i propri figli usando «metodi» precisi per far sì che abbiano «successo» nella vita. Ma questa moda è profondamente sbagliata, secondo Gopnik, per molte, ottime ragioni. Basandosi su approfonditi studi evolutivi e su ricerche originali sull'attitudine dei bambini ad apprendere, questo libro difende l'importanza del ruolo protettivo dei genitori, un istinto profondamente radicato negli esseri umani. Tuttavia Gopnik ammonisce con forza: essere genitori non è un mestiere attraverso il quale si possa ottenere un «risultato» prestabilito. I bambini sono per loro natura fantasiosi, stupendamente inventivi e giocosi, e sono sempre molto diversi dai loro genitori. Quello che sarà il loro mondo da adulti è imprevedibile e la loro strada la dovranno trovare da sé. Quanto più i genitori saranno in grado di lasciarli sviluppare autonomamente, in un ambiente armonioso e ricco d'amore, tanto più facilmente ogni bambino potrà usare le proprie risorse per far fronte alle sfide che incontrerà lungo il cammino. -
Inventare se stessi. Cosa succede nel cervello degli adolescenti
Frutto di un lavoro di ricerca decennale e degli studi pionieristici compiuti in prima persona da Sarah-Jayne Blakemore, Inventare se stessi è una guida essenziale per comprendere meglio i processi evolutivi del cervello adolescente.rnSpesso gli adolescenti vengono descritti ricorrendo a luoghi comuni e con una superficialità preoccupante. Tuttavia, il comportamento scostante tipico dei teenager non è irragionevole e non ha nulla fuori dall’ordinario. Ed è così per un motivo. Fino a circa vent’anni fa, il lato spiacevole del comportamento adolescenziale veniva attribuito agli ormoni impazziti e ai cambiamenti che i giovani affrontano a scuola e nella vita sociale. Oggi invece sappiamo che il loro cervello va incontro a uno sviluppo sostanziale e che questo contribuisce probabilmente all’insorgere dei comportamenti tipici dell’età adolescenziale. E dunque che cosa accade a livello neurale, dentro il cervello dei ragazzi? Nel corso dell’adolescenza irrompe un processo fondamentale chiamato pruning, «potatura» o «sfoltimento sinaptico», che rinforza certe aree e ne elimina altre; le sinapsi usate in un determinato ambiente vengono conservate, tutte le altre vengono «sfoltite», dando infine forma alla struttura definitiva del cervello adulto. -
Negli scavi. L'archeologia raccontata da chi la fa
Seguito ideale del precedente Tre pietre fanno un muro, Negli scavi introduce il lettore nel meccanismo stesso dell’archeologia moderna, soddisfacendo tutte le domande che ogni mente curiosa si pone quando legge le storie meravigliose delle antiche civiltà sepolte.rnrnrn«Una lettura davvero intensa e piacevole». - James Romm, The Wall Street Journalrnrn«Piacevole e di ampio respiro». - Andrew Robinson, New ScientistrnImmaginate una campagna di scavo di un’antica città del Medio Oriente. Quello che viene riportato alla luce sono perlopiù le pietre di alcuni muri, vasellame e – se va bene – qualche oggetto prezioso e qualche iscrizione incompleta. Ma come facciamo, da questi pochi indizi polverosi, a ricostruire con tanta precisione in che modo la gente che abitava quel luogo in un lontano passato effettivamente viveva, cosa mangiava, come si vestiva, che aspetto aveva?Eric Cline ci racconta tutto questo, a partire dai consigli pratici che un esperto archeologo potrebbe dare a un giovane apprendista. Come si fa a sapere dove scavare? E come si scava, nella pratica? E quando hai trovato un reperto, come fai a sapere quanto è vecchio? E cosa succede a quel reperto dopo che è stato estratto dal terreno, che percorso fa?Sono tutte domande che ci poniamo e alle quali Cline dà risposte chiare, informate e avvincenti. Per finire col raccontarci le descrizioni del funzionamento delle più moderne tecniche di studio sul campo, quelle basate su tecnologie che gli archeologi dell’epoca classica non potevano neppure immaginare, e che oggi permettono di svelare particolari incredibili del nostro remoto passato. -
E questo è niente
La mia vita è rimasta a metà e quel momento è diventato per sempre.rnrn«Michele Cecchini è uno scrittore con un passo unico, felice, che merita molta attenzione».» - Andrea Bajanirn«Per chi ancora crede nel potere medicamentoso della gentilezza e della fantasia».» - Fabio StassirnrnrnÈ una strana forma di letargia quella che coglie all'improvviso gli abitanti di via Cadorna, dove i più anziani sprofondano a turno in un sonno che dura ventiquattr’ore e poi svanisce senza lasciare traccia. Qui, in un piccolo borgo della campagna fiorentina alla metà degli anni Sessanta, vive Giulio, il nipote del dottore del paese. Giulio ha sedici anni e ne dimostra la metà. Non si muove e non parla. Si definisce «un coso che ha due braccia e due gambe, ma non funziona nulla». È tetraplegico. Immobile nel suo lettino, Giulio osserva, rielabora gli scampoli di vita che gli capitano a tiro, intercetta parole e reinventa l'esistenza a modo suo. Insieme alle ipotesi che via via si dipanano sui motivi della letargia, Giulio racconta di sé e della sua famiglia – il nonno autoritario, il padre indolente, la madre a caccia di sogni – da cui emerge un quadro strampalato dei normali, «gli esseri più misteriosi e più scontenti di tutti», messi straordinariamente a fuoco da chi normale non è, anzi si vede affibbiato l’epiteto di infelice. Improvvisamente per Giulio si apriranno le porte di un mondo nuovo e inaspettato grazie a uno dei medici che giravano per i paesi alla ricerca dei piccoli pazienti invisibili: un dottore alla rovescia ispirato alla figura di Adriano Milani, fratello di don Lorenzo, che a lungo si batté perché la sanità restituisse a questi bambini dignità di persona. La scrittura di Michele Cecchini, lieve e insieme cruda, invita a entrare con coraggio nei pensieri e nell'universo di chi non ha voce. Una fiaba senza fiabesco, dal tono mai patetico e a tratti scanzonato. L’esistenza raccontata da un bambino che non ha alcuna intenzione di rinunciare alla felicità e si lascia «amare dalla vita come viene viene». -
Gaia. Nuove idee sull'ecologia
Quando è apparso per la prima volta, nel 1979, questo libro ha rivoluzionato l'ecologia e gli studi sull'ambiente offrendo finalmente una prospettiva nuova, equidistante dalle ottiche catastrofiste e da quelle improntate a eccessivo ottimismo.Secondo Lovelock la Terra è Gaia, un unico organismo vivente capace di autoregolarsi e di rispondere a tutti quei fattori nuovi e avversi che ne turbano gli equilibri naturali. La materia vivente non rimane passiva di fronte a ciò che minaccia la sua esistenza: gli oceani, l'atmosfera, la crosta terrestre e tutte le altre componenti geofisiche del pianeta si mantengono in condizioni idonee alla presenza della vita proprio grazie al comportamento e all'azione degli organismi viventi, vegetali e animali. Lovelock offre così un'alternativa alle concezioni di chi vede la natura come una forza primitiva da sottomettere o conquistare; o di chi considera la Terra come una nave spaziale impazzita, che ruota senza meta nel cosmo. -
La formazione dei continenti e degli oceani
Come scrive Marco Ciardi, nella nuova Postfazione di questa edizione, la lettura di La formazione dei continenti e degli oceani è ancora oggi essenziale «perché ci rende più consapevoli non solo di quale sia la storia del pianeta che abitiamo, ma di come dobbiamo relazionarci ad esso, per instaurare un corretto rapporto tra uomo e natura».L'ipotesi della deriva dei continenti enunciata da Alfred Wegener nel 1912 ebbe subito vasta risonanza nei vari settori delle scienze della Terra (paleogeografia, biogeografia, paleontologia, paleoclimatologia, geologia strutturale, fisica terrestre). Anche se il modello mobilista wegeneriano nella sua stesura originale non poteva essere accettato dai geofisici, contrastando il romanzesco navigare di una massa continentale a guisa di un iceberg nel mare con l'accertata rigidità della crosta terrestre quale si manifesta nei fenomeni sismici, tuttavia l'idea della deriva dei continenti, talora entusiasticamente accolta e talora avversata, e la serie impressionante di prove in suo favore illustrate dal Wegener in questo volume conservano a tutt'oggi il loro valore scientifico. -
La donna del lago
Baltimora, anni Sessanta. Due sparizione e un'aspirante giornalista sulle tracce della veritàrnrn«Ogni volta che Laura Lippman scrive un romanzo mi emoziono, perché so che mi metterò ancora una volta nelle mani di un grande maestro» - Gyllian Flynn, autrice di L’amore bugiardornrn««In questo romanzo si dimostra il talento della Lippman, che riesce nell’incredibile impresa di essere una scrittrice straordinaria, ma anche una bravissima giornalista» - The Washington Postrnrn«Divorerete questo sofisticato romanzo poliziesco, che cattura lo spirito dell’epoca e insieme dipinge il ritratto di un’ambizione femminile impenitente» - Publishers Weeklyrnrn«Lippman ci racconta un mystery classico attraverso il prisma di molti personaggi, e in tutti si sente il riverbero delle tensioni razziali e femministe della Baltimora degli anni Sessanta» - Vanity FairrnBaltimora, 1966. Dopo diciotto anni di matrimonio, Maddie Schwartz, consapevole che nella sua dedizione alla vita di moglie e madre una parte importante di sé è andata perduta, decide di lasciare il marito e le giornate da casalinga per riprendere in mano la sua esistenza. Negli stessi giorni scompare da casa una ragazzina di undici anni. Maddie si unisce alle ricerche, e seguendo il suo istinto, scopre qualcosa che, dopo breve, le frutterà un lavoro nella redazione di un quotidiano locale. Maddie ama il suo nuovo lavoro, ci tiene a distinguersi e presto si appassiona al caso di Cleo Sherwood, una donna afroamericana trovata morta in un lago cittadino. Se si fosse trattato di una donna bianca, i giornalisti di Baltimora avrebbero fatto a gara per occuparsi della storia, che invece ottiene solo un breve trafiletto relegato nelle ultime pagine di cronaca. Maddie, sola contro tutti, comincia a indagare. Raccontato da una pluralità di punti vista, ""La donna del lago"""" non è soltanto il resoconto di un'indagine dai toni noir, ma è la storia del rapporto tra due donne che in realtà non si sono mai conosciute, nate in due contesti diversissimi, ma entrambe impegnate nello sforzo di contrastare il destino loro assegnato. Laura Lippman ci regala un romanzo pieno di suspense incentrato sulla redazione di un giornale in una città e in anni in cui razzismo, classismo e sessismo imbevevano l'opinione pubblica."" -
La ragazza dei sogni
Infortunatosi in una strana caduta, lo scrittore Gerry Andersen è confinato a letto nel suo affascinante appartamento in un grattacielo, dipendente da due donne che conosce a malapena: la sua giovane assistente e una infermiera notturna all’apparenza piuttosto scialba. Poi una sera squilla il telefono. La voce dall’altra parte della cornetta si annuncia come la «vera» Aubrey, la seducente protagonista del suo romanzo di maggior successo, La ragazza dei sogni. Ma il suo personaggio è puro frutto di fantasia, Gerry lo sa, anche se molti suoi lettori credono che la vicenda narrata nel suo romanzo sia ispirata a una storia vera. Gerry sospetta che la voce al telefono sia in realtà una delle sue tre ex mogli, pronta a vendicarsi con uno scherzo di pessimo gusto. Oppure Margot, una sua ex fiamma ossessionata da lui, che continua a cercare di insinuarsi nella sua vita. Ma tutti pensano che le telefonate siano frutto della sua fantasia. Isolato dal mondo, stordito dai farmaci, Gerry oscilla tra realtà e uno stato onirico in cui è perseguitato dal proprio passato: il padre infedele, la madre devota; le donne che lo amavano, le donne che lui amava. E ora ecco Aubrey, la cui voce suadente e minacciosa insinua che lui le debba qualcosa. La minaccia è reale o è un segno di demenza? Gerry non è mai stato così solo, così confuso e terrorizzato. -
L' intrigo Spallanzani
Paolo Mazzarello allestisce una formidabile impalcatura di fonti, restituendo con uno stile garbato e ironico l'esuberante atmosfera del secolo dei Lumi. Un viaggio nella cultura scientifica dell'Italia del Settecento fra sfide della scienza e congiure di potere.«Un libro di storia tanto scrupoloso nella ricerca quanto godibile nella lettura.» - Sergio Luzzatto, Corriere della Sera«Un ottimo testo di storia della scienza, preziosissimo per chi volesse documentarsi sull’evoluzione del pensiero scientifico tramite un caso che esemplifica l’eterno ritorno delle miserie umane.» – Matteo Rucco per MaremossoIl leggendario mago della sperimentazione, Lazzaro Spallanzani, era un affermato professore di storia naturale a Pavia quando nel 1785 decise di compiere una lunga esplorazione nei territori dell'impero ottomano. Durante l'avventuroso viaggio fece notevoli osservazioni di biologia marina, geologia e ornitologia. Con il fervore di una mente insaziabile, annotò gli usi delle popolazioni locali e l'amalgama di splendore e fatiscenza delle città, partecipando alla vivace vita culturale che ruotava attorno alle ambasciate occidentali. Quando fece ritorno a Pavia, venne investito dall'accusa infamante di aver rubato degli esemplari naturalistici dal museo dell'Università. Alla base di questo complotto vi erano invidie e rivalità accademiche, non così distanti da quelle odierne, ma anche forti contrapposizioni ideologiche. Caduta ogni accusa, la vicenda si concluse con la vendetta dello scienziato ai danni del suo principale detrattore, Giovanni Antonio Scopoli: una rivincita che, tramite reperti finti e sagaci libretti pseudonimi, presentava la stessa precisione e verve creativa delle sue indagini scientifiche. Gli intrighi dei celebri accademici divennero famosi anche all'estero e - come svelano alcuni recenti ritrovamenti documentali - si spinsero fino all'entourage di un anziano Carlo Goldoni. -
E l'uomo creò l'uomo. CRISPR e la rivoluzione dell’editing genomico
CRISPR continua a sollevare problemi di fondamentale importanza. Come possiamo coglierne i frutti in termini di sostenibilità ambientale, progressi medici, nuove conoscenze, evitando i possibili abusi? Siamo tecnicamente e culturalmente pronti a correggere in modo ereditabile il genoma umano?«È un momento straordinario per le scienze biologiche, ci sono moltissime cose da fare. La mia speranza è che i giovani ricercatori possano trovare in CRISPR un formidabile strumento per affrontare questioni che prima non potevano ricevere risposta. La scienza è fare domande, cercare risposte e sviluppare i nuovi strumenti che consentiranno di porre le domande del futuro» – Jennifer Doudna, premio Nobel per la Chimica 2020 insieme a Emmanuelle Charpentier«Usando le forbici genetiche CRISPR, i ricercatori possono cambiare il DNA di animali, piante e microrganismi con estrema precisione. Questa tecnologia ha avuto un impatto rivoluzionario sulle scienze della vita, sta contribuendo allo sviluppo di nuove terapie per il cancro e può far avverare il sogno di curare le malattie ereditarie» – Accademia Reale Svedese delle ScienzeGiovanissima e già consacrata dal Nobel, la tecnica inventata da Jennifer Doudna ed Emmanuelle Charpentier consente di tagliare e cucire il DNA, riscriverlo, modificarlo a proprio piacimento. Con il suo aiuto possiamo silenziare un gene o inserirne uno nuovo, apportare ritocchi invisibili o progettare un nuovo organismo da zero, prendere in mano il destino della vita. Benvenuti nell'era di CRISPR. Questo strumento è stato paragonato a un coltellino svizzero multifunzione perché, pur essendo a buon mercato, è affilato, preciso, versatile. Ma assomiglia anche alla funzione «trova e sostituisci» dei programmi di videoscrittura, perché CRISPR è un comando programmabile per correggere i refusi del DNA. Tanto che si parla di «editing del genoma», anziché di ingegneria genetica. Tutto bene, quindi? Non proprio. Dalla pubblicazione della prima edizione di questo libro (2017) a questa nuova edizione accresciuta, le novità sono state molte. La più bella: assistere al successo (preliminare ma entusiasmante) della prima terapia genica a base di CRISPR su una donna affetta da una grave malattia. La più preoccupante: scoprire che le prime bambine con il DNA modificato prima della nascita sono venute al mondo senza le necessarie garanzie etiche e scientifiche. CRISPR, dunque, continua a sollevare problemi di fondamentale importanza. Come possiamo coglierne i frutti in termini di sostenibilità ambientale, progressi medici, nuove conoscenze, evitando i possibili abusi? Siamo tecnicamente e culturalmente pronti a correggere in modo ereditabile il genoma umano? Il dibattito è in corso, ci riguarda tutti, e per comprendere i termini di questa vicenda cruciale, il libro di Anna Meldolesi è lo strumento giusto. -
Breve storia di chiunque sia mai vissuto. Il racconto dei nostri geni
Questo libro parla di te, proprio di te in prima persona. Di te e di tutti i cento e più miliardi di esseri umani che sono nati dall'inizio dei tempi. Il DNA viene qui letto da Adam Rutherford come un libro di storia. Oggi si può fare. A saperlo leggere, infatti, il DNA racconta molte cose: nascite, morti, malattie, guerre, carestie, migrazioni e tanto, tanto sesso. Dal 2001, da quando cioè è stato per la prima volta pubblicato il risultato del Progetto Genoma Umano, ci siamo trovati tra le mani uno strumento fenomenale, che ci ha permesso di fare una cosa inaspettata e nuova: studiare la nostra storia. Poco tempo dopo siamo persino stati in grado di studiare il DNA antico, quello rimasto intrappolato in quantità infinitesime nei resti di esseri umani morti da secoli o millenni, e in qualche caso persino decine di migliaia di anni. E abbiamo potuto confrontarlo col nostro e vedere da quello che era rimasto impresso nelle sequenze genetiche tutto ciò che è accaduto all'umanità nel frattempo. Ora sappiamo che il DNA è una cosa molto più complessa, affascinante e molto, ma molto più fluida e mutevole di quanto si sospettasse. Adam Rutherford ci racconta una bella storia, correggendo errori ancora troppo diffusi, e per la strada ci narra di Riccardo III d'Inghilterra e delle sue ossa, dell'origine dei capelli rossi, della «love story» coi neandertaliani e delle immense migrazioni compiute dai nostri avi, miglio dopo miglio, dall'Africa a ovunque nel mondo, fino a casa nostra. -
Menti sospettose. Perché siamo tutti complottisti
Loro cercano di controllarci. Ci fanno credere che viviamo in società libere e democratiche e che siamo i padroni del nostro destino, ma non è così, lo sappiamo bene. Ci nascondono la verità. Basta grattare sotto la superficie: l'omicidio di Kennedy, i vaccini, l'11 settembre, gli UFO, le scie chimiche, l'uomo sulla Luna, Bin Laden, i massoni, Lady D, gli Illuminati, Elvis Presley, il Nuovo Ordine Mondiale, i Protocolli dei Savi Anziani di Sion, i rettiliani... Ovunque si guardi è evidente che c'è un piano colossale per manipolarci. Cosa si nasconde dietro le più articolate teorie del complotto e, soprattutto, chi sono i complottisti e come è possibile che così tante persone possano credere anche alle più ardite e immaginarie speculazioni? Rob Brotherton, che da anni studia come funziona la «mentalità complottista», analizza in questo libro, accattivante, ironico, e anche un po' inquietante, i motivi per cui le nostre menti ci inducono tanto spesso a credere a cose implausibili, non provate e, soprattutto, in nessun modo provabili. La psicologia del complotto è affascinante e svela molto su noi stessi e su come sono costruite le nostre menti. I complottismi non sono aberrazioni psichiche di pericolosi sociopatici, sono il prodotto del funzionamento del nostro cervello e la radice stessa del verbo «credere». Dopo aver letto Menti sospettose saremo sorpresi nel riconoscere come sia facile cedere alla narrazione complottista ma avremo ben chiaro come sia possibile sfuggirvi. -
Tre pietre fanno un muro. La storia dell'archeologia
A quasi settant'anni dalla pubblicazione dell'ormai classico Civiltà sepolte di C.W. Ceram, Eric Cline scrive un grande racconto epico: una storia dell'archeologia in grande stile, che racchiude tutte le vicende dell'umanità antica.In Tre pietre fanno un muro c'è tutto quello che una persona curiosa del mondo antico vorrebbe conoscere. C'è la prima scoperta di Pompei, del 1594, e la lunga storia degli scavi nei secoli successivi; ci sono i pionieri della prima archeologia ottocentesca, l'epopea di Troia e Micene; c'è Petra, Masada, le silenziose guardie di terracotta a difesa di una tomba imperiale cinese, ci sono gli ittiti, i minoici, gli inca e gli aztechi. E poi Stonehenge, Altamira, Roma, Olimpia, Cnosso, Ebla, Abu Simbel, Nimrud, Babilonia, Palmira, Ur, Qumran, Mesa Verde, Palenque, Machu Picchu, le misteriose Linee di Nazca. Quasi cento siti archeologici di tutto il mondo, in un racconto entusiasmante della loro storia, accompagnato dalla voce vivida e appassionata di uno dei più importanti archeologi del nostro tempo, che non risparmia aneddoti personali e coinvolgenti resoconti delle ultime tecniche di ricerca e scavo. -
Lettere a Camondo
In queste sue lettere, Edmund de Waal ci consegna una meditazione su che cosa significhi ricostruire una storia familiare, su quali siano gli oggetti, quali i pezzi di un innumerevole archivio che scegliamo di volta in volta per lasciare memoria di noi.«""Lettere a Camondo"""" ti immerge in un'altra epoca. Edmund de Waal crea un ritratto composito di che cosa significhi dedicare la propria vita alla grazia» – Financial Times«Sottile, pieno di sfumature, ti riappacifica con l'esistenza. Una lettura densa e gratificante» – The Times«Illuminante... pieno di illustrazioni bellissime... Una guida saggia per persone e cose che si sono perse e poi ritrovate... Un incredibile tributo a una famiglia e a un'idea» – The Guardian«Un libro meraviglioso, elegante, tenero, amorevole, riconoscente, inquietante, un promemoria della fragilità e insieme della capacità di resilienza della civiltà» – The ScotsmanConosciuti come «i Rothschild dell'Est», i Camondo, ebrei di origine italiana ma provenienti da Istanbul, abitavano a Parigi in rue de Monceau, a pochi portoni di distanza dagli Ephrussi, la famiglia di Edmund de Waal, indimenticabile protagonista di Un'eredità di avorio e ambra. Come gli Ephrussi, anche i Camondo erano esponenti dell'alta società della Belle Époque parigina che da stimati collezionisti e filantropi divennero bersagli dell'antisemitismo. Grande amante della bellezza artistica, Moïse de Camondo volle creare la più grande collezione d'arte francese del Settecento con l'intento di lasciarla al figlio Nissim. Ma Nissim perderà la vita giovanissimo durante la Prima guerra mondiale, e Moïse destinerà alla sua stessa morte, nel 1935, sia la casa sia la collezione allo Stato francese. Da allora, il Musée Nissim de Camondo è rimasto Inalterato. Nel 2018 Edmund de Waal, che all'attività di ceramista e scrittore accosta da anni quella di curatore di mostre e installazioni, viene invitato dal museo a lavorare sugli archivi della famiglia – primo artista contemporaneo a ricevere tale privilegio. De Waal sente subito una perfetta sintonia e affinità con la sensibilità di Moïse, e gli scrive cinquantotto lettere che offrono spunti di riflessioni personali sul valore della memoria e della famiglia, sulla malinconia, sulle nature morte, sul passare del tempo. In queste sue lettere, de Waal ci consegna una meditazione su che cosa significhi ricostruire una storia familiare, su quali siano gli oggetti, quali i pezzi di un innumerevole archivio che scegliamo di volta in volta per lasciare memoria di noi. Lettere a Camondo è dunque il libro di un artista interessato e sensibile alla materialità delle cose, ma anche di uno scrittore discreto, quasi defilato dalla narrazione, che lascia che a parlarci siano le persone che non ci sono più e i loro oggetti, riportati in vita nella forma più intima di scrittura, quella epistolare."" -
Come sfasciare un paese in sette mosse. La via che porta dal populismo alla dittatura
Come sfasciare un paese in sette mosse è un appassionato appello al mondo: fate attenzione – ci dice Ece Temelkuran – il populismo e il nazionalismo non marciano trionfalmente verso il governo, ci strisciano dentro di nascosto. Bisogna essere vigili più che mai o ce li ritroveremo in casa senza accorgercene fino al punto d'arrivo finale: la dittatura.Ece Temelkuran è una delle voci politiche europee più influenti del momento. Turca, vive in esilio dopo aver visto il suo paese sgretolarsi sotto l'onda d'urto del regime sanguinario di Erdoğan. Da questa sua traumatica esperienza ha deciso di partire per denunciare in che modo una nazione possa, in breve tempo, scivolare nel baratro della dittatura. I passaggi salienti che hanno condotto la Turchia al suo deprecabile e sanguinoso stato attuale sono ben riconoscibili in tutto il mondo e sono una costante della politica contemporanea in moltissime nazioni, compresa la nostra. Le «mosse» per sfasciare un paese sono le stesse ovunque.1. Crea un movimento;2. Disgrega la logica, spargi il terrore nella comunicazione;3. Abolisci la vergogna;4. Smantella i meccanismi giudiziari e politici;5. Progetta i tuoi cittadini e le tue cittadine ideali;6. Lascia che ridano dell'orrore;7. Costruisci il tuo paese.Dove siamo arrivati in Italia? A che punto è la Gran Bretagna della Brexit? E la Russia di Putin? L'Ungheria di Orbán? Gli Stati Uniti dell'ex presidente Trump? Il percorso è sempre lo stesso, inizia senza allarmare, ma poi procede sempre, inesorabile, verso il punto nel quale ci si accorge che ormai la democrazia è svanita. Come sfasciare un paese in sette mosse è un appassionato appello al mondo: fate attenzione – ci dice Temelkuran – il populismo e il nazionalismo non marciano trionfalmente verso il governo, ci strisciano dentro di nascosto. Bisogna essere vigili più che mai o ce li ritroveremo in casa senza accorgercene fino al punto d'arrivo finale: la dittatura. -
Essere dispersi. La libertà nell'epoca dei fatti alternativi
Zabala svela la natura incompleta, opaca, dell'essere ogni volta da definirsi entro orizzonti di senso condivisi. L’essere dispersi, il rischiare interpretazioni nuove, sono insomma – oggi più che mai – pratiche di resistenza politica. Le uniche, forse, atte a riconquistare e proteggere i nostri spazi di libertà.«Il libro di Zabala è - o dovrebbe diventare - il pane quotidiano di tutti coloro che vogliono orientarsi nel labirinto delle nostre lotte ideologiche. Zabala mette le cose in chiaro nel dibattito in corso sulle fake news, in cui le questioni filosofiche hanno acquisito un'urgenza politica. Le fake news sono false proprio perché presentano le loro afermazioni come fatti puri. L'opposto della fake news non sono i fatti veri ma i fatti incorporati in interpretazioni vere. Chi lotta per l'emancipazione vincerà non solo prestando fatti veri, ma fornendo l'orizzonte per poter leggere i fatti, veri o falsi che siano» - Slavoj ŽižekSempre più spesso, politici e filosofi si presentano come portatori ultimi della verità. La realtà di cui parlano si pretende oggettiva, descrivibile, assoluta. Questo rinnovato «realismo» – che pensa la realtà come indipendente da noi, controllabile nella sua semplicità – produce «una chiusura che rassicura e soffoca nello stesso tempo» (la definizione è di Gianni Vattimo).rnCiò si riflette in un inquadramento tecnologico, sociale e politico globale senza precedenti. Un nuovo ordine, sostenuto in ugual misura – afferma Santiago Zabala – dai nuovi filosofi realisti, dal capitalismo della sorveglianza e dal populismo di destra. E che verte su una normalizzazione radicale: ogni alterità, ogni elemento residuale, ogni scarto viene ricompreso e riassorbito nella regola.rnUno degli effetti è che oggi la più grande emergenza è l’assenza di emergenze. La stessa pandemia, ci ricorda Zabala, era stata a lungo un’«emergenza assente»: per anni gli esperti ci avevano inutilmente messi in guardia dal pericolo di una nuova, grande epidemia. Allo stesso modo, oggi, altre «emergenze assenti» restano fuori dalla cassa di risonanza dei media: la disuguaglianza economica, la crisi dei rifugiati, l’inquinamento dell’aria – responsabile quest’ultimo ogni anno della morte di sette milioni di persone.rnCome sovvertire quest’ordine asfissiante? Ce lo suggerisce Zabala: tornando a essere dispersi, condizione necessaria per essere liberi. Per farlo, il filosofo recupera – attraverso l’analisi di tre concetti chiave: essere, interpretazione ed emergenza – la vena anarchica che attraversa la filosofia ermeneutica (Heidegger, Gadamer, Rorty, Vattimo, ma nello spirito anche Lutero, Freud e Kuhn). Troppo spesso presentata come disciplina conservatrice, l’ermeneutica è invece progressista: è avversa all’autorità, al dogma, al fondamentalismo; rinnova continuamente l’apertura della conversazione autentica (intesa come dialogo ricettivo, capace di frangere le rigidità del pensiero) e costruisce sempre nuovi significati dell’essere.