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Suite alessandrina
All'alba di un giorno di primavera, i sintomi di un terribile incubo risvegliano il protagonista. È l'autore stesso a soffrirne in prima persona, appena reduce dalla visione di squallide fotografie moderne dei luoghi della sua tanto sognata infanzia alessandrina. Al suo sconsolato ""meglio non pensarci più!"""", la memoria, la coscienza, reagiscono invece con segnali irresistibili: riemerge così, di colpo, il ricordo di una folle, pur dimenticata, crociera dei suoi genitori sul mercantile """"Star of Cairo"""" proprio quando si scatenava la Seconda guerra mondiale; e riappare anche un luogo segreto in un isolotto al largo di Alessandria - i cosiddetti """"Bagni di Cleopatra"""" - ove da ragazzo l'autore sognava, imparando anche a nuotare. E all'improvviso vengono a rigenerarsi turbamenti e altre immagini: il vecchio liceo francese, un ascolto di Bach... Seguono, come in una giostra, altri episodi: una vicenda finanziaria; una goffa sessione di caccia alla quaglia, ai confini del deserto libico; la rievocazione, della figura di un poeta greco dissennato, in bicicletta, emulo minore di Constantin Kavafis... Ma un curioso episodio ove l'autore scopre una relazione, forse amorosa, tra suo nonno e lo scrittore Edward Forster diventa l'occasione, verso la fine del libro, di una struggente rivelazione..."" -
In terra sconsacrata. Perché l'immaginario è ancora cristiano
La secolarizzazione dell'immaginario. O, per essere ancora più precisi, il decadimento dei materiali già religiosi all'interno dell'immaginario contemporaneo. Una questione cruciale e scandalosa, nel senso più propriamente cristiano di questi termini. Basti pensare che l'horror e la pornografia, per esempio, utilizzano strategie ben note all'oratoria e all'arte sacra, mutandole però di segno, secolarizzandole e scristianizzandole. Tutto sta a capire se queste forme non continuino a irradiare ugualmente qualcosa della loro origine religiosa, proprio come scorie radioattive in lento decadimento. -
L'arcitaliano. Vita di Curzio Malaparte
Curzio Malaparte per molto tempo dovette scontare la reputazione di sfrenato avventuriere. E in effetti la sua vita può essere a buon titolo considerata romanzesca: soldato, uomo politico, scrittore di fama, coinvolto in un turbine di amori, duelli, scandali e non meglio chiariti rapporti con il potere. Fascista, venne fatto confinare da Balbo e liberare da Ciano; comunista, venne protetto da Togliatti, nonostante lo sferzante giudizio di Gramsci; luterano e anticlericale, gli venne attribuita una misteriosa conversione. Oggi i suoi eccessi rientrano in quello che si definisce ""intellettuale d'intervento"""", figura di cui è stato senza dubbio precursore."" -
I veri nomi
Alberto e Raimondo vendono a un editore una splendida intervista a una rockstar, che viene pubblicata in forma di libro. L'editore ne chiede altre, e i due gliele portano. Peccato che le interviste siano false, e che tutta la faccenda presto si complichi, fino a diventare pericolosa. -
La lunga estate calda del commissario Charitos
Quando un gruppo di nazionalisti greci si impossessa di un traghetto con trecento passeggeri a bordo, il commissario Charitos capisce subito che non sarà un caso come gli altri: su quella nave c'è sua figlia Katrina. Inizia così un'indagine che metterà con le spalle al muro il poliziotto che ama dire di sé ""non sono un Rambo, ma un greco complessato"""", ma questa volta dovrà stare a guardare impotente mentre l'indagine è affidata alla squadra antiterrorismo. Un intrigo di crimine, politica e mass media rivela un'Atene tentacolare e piena di insidie, in cui Charìtos si muove con la consueta sagacia e ironia, ma alla ricerca del filo rosso che leghi tra loro i delitti che insanguinano le notti in città. Ancora una volta, le misteriose atmosfere noir della capitale greca fanno da sfondo a un giallo avvincente, dal ritmo serrato."" -
Partire
Azel ha poco più di vent'anni e il futuro davanti: una laurea, molti sogni, la voglia di vivere e l'ambizione che si hanno a quell'età. La vita a Tangeri, tuttavia, non permette molto; povertà e corruzione fanno intravedere la felicità solo dall'altra parte dell'oceano, in Spagna. Partire è l'unica salvezza possibile. Ma anche partire è difficile, rischioso e richiede compromessi. Per AzeI partire ha il prezzo del tradimento, degli altri e di se stesso. Ha il costo di un amore in cui non crede, di una relazione omosessuale cui cede per necessità. Sembra non esserci scampo per la dignità, in questo mondo di opportunismi, prostituzione, clandestinità, sessualità tradita. Per fortuna ci sono i sogni. Ben Jelloun compone un affresco straordinario, di denuncia e poesia: il ritratto di un mondo di immigrazione e clandestinità in cui la felicità sta sempre altrove. -
Le tre etiche. Testo greco a fronte
In un unico volume e con testo greco a fronte le tre grandi opere morali di Aristotele: l'""Etica niconomachea"""", l""""Etica eudemia"""" e la """"Grande etica"""". Questi tre scritti rappresentano tutta la riflessione etica dell'Occidente, e il punto di partenza di ogni discorso filosofico sul fine della vita umana e sui mezzi per raggiungerlo, sul bene e sul male, sulla libertà e sulla scelta morale, sul significato di virtù e di vizio. La raccolta costituisce un unicum, poichè contiene la prima traduzione in italiano moderno del trattato """"Sulle virtù e sui vizi"""". Un ampio indice ragionato dei concetti permette di individuare le articolazioni fondamentali delle nozioni e degli snodi più significativi della riflessione etica artistotelica. Tramite la presentazione, contenuta nel seggio introduttivo, dei principali problemi storico-ermeneutici legati alla composizione e alla trasmissione delle quattro opere, e di un quadro sinottico dei contenuti delle opere stesse, è possibile visualizzare la struttura complessiva degli scritti e le loro reciproche connessioni."" -
Hakawati. Il cantore di storie
"Hakawati. Il cantore di storie"""" di Rabih Alameddine è un caso letterario: sia perché l'autore, giordano, di origine libanese apre una finestra su un mondo problematico; sia perché, mantenendo un alto livello di qualità letteraria, Alameddine, al suo terzo romanzo, riesce a mettere a confronto l'arte dello storytelling di tradizione araba con la cultura americana che il protagonista e l'autore hanno assorbito per molti anni. Nel romanzo, il protagonista, Osama al-Kharrat, lascia nel 2003 gli Stati Uniti, dove vive da tempo, per recarsi al capezzale del padre a Beirut. E se scopre la sua città natale irrimediabilmente cambiata, trova invece intatti gli affetti famigliari e il modo di comunicarli attraverso le storie. Cantastorie di professione era infatti il nonno di Osama, e le avventure del suo arrivo in Libano dalla Turchia si mescolano a quelle dei principi delle Crociate come pure ai pettegolezzi della vita di tutti i giorni." -
Verso la cuna del mondo. Lettere dall'India
Tra il febbraio e l'aprile del 1912 Gozzano compie un viaggio in India, che lo porterà a visitare la città di Bombay e l'isola di Ceylon. Un itinerario modesto, ma un'esperienza centrale nella non lunga vita dello scrittore piemontese. La decisione di partire è dettata innanzitutto da motivi terapeutici (guarire dalla tubercolosi), ma il pellegrinaggio di Gozzano alla ""culla del mondo"""" diventa un fatto cruciale su cui si catalizzano le sue rappresentazioni sull'Oriente, prima, in prospettiva e in attesa, e poi, con il ricordo e la trasfigurazione letteraria. II viaggio in India finisce così con il riverberarsi su tutta la produzione gozzaniana, all'interno della quale """"Verso la cuna del mondo"""" appare pertanto come un testo fondamentale."" -
Rebecca
Rebecca è bella, giovane, ossessionata dalla sicurezza dei suoi figli e dalla difesa del suo stato di madre alto-borghese, moderatamente contraria al matrimonio del fratello minore, Federico. Nell'arco di poche ore, nell'imminenza della cerimonia, mentre i nervosismi si accavallano e le tensioni familiari sembrano sul punto di esplodere, un'intera generazione e un'intera classe sociale escono allo scoperto, tra champagne, vestiti firmati e rinfreschi sul prato all'inglese, in tutta la loro sconvolgente inconsistenza e povertà. -
Clausura a Milano e non solo. Da suor Letizia a Salemi (e ritorno)
Cosa accade quando la cultura incontra una struttura politica, amministrativa, una macchina organizzata? Accade che o la ""macchina"""" decide di rischiare e quindi di lasciare libera la cultura di manifestarsi; oppure succede che la """"macchina"""" otturi i pori più pericolosi della cultura e, alla fine, la lasci agonizzare. Il duello che racconta Vittorio Sgarbi in """"Clausura"""" è proprio questo: libertà della cultura o clausura. Non c'è margine di trattativa. O l'una o l'altra. Due anni alla guida dell'Assessorato alla cultura di Milano. Due anni di idee, battaglie per difendere valori assoluti e non negoziabili, opere che l'ignoranza amministrativa non può consentire di distruggere e che l'indifferenza quotidiana non può far dimenticare. Due anni di polemiche per affermare che il dio denaro, gli automatismi inerti della burocrazia, l'ignavia non devono avere la meglio sulla cultura. E all'appello non mancano niente e nessuno in questo libro: suor Letizia (Moratti), frate Clemente (Mastella), Glisenti, l'Expo, Berlusconi, Veltroni, l'Ara Pacis, le pale eoliche, la valle del Belice e molto altro. Perché la clausura di Milano si diffonde per tutto l'arco della penisola e ha due sinonimi: interessi e ignoranza. Ma ripartire si può. Da Salemi."" -
Testimonianze e frammenti. Testo greco a fronte
Senofane di Colofone (575-470 a.C.) è una figura solitaria del pensiero presocratico, talora ritenuto (a torto) maestro di Parmenide e fondatore della Scuola di Elea. In realtà fu un pensatore errabondo che dalla nativa Asia Minore si spinse fino alla Magna Grecia e alla Sicilia, autore di opere in versi fortemente critiche della religiosità tradizionale omerica. La sua visione razionale e anti-antropomorfica del divino gli valse l'appellativo di ""illuminista"""". Conobbe Empedocle di Agrigento e con lui condivise la critica ai tiranni, secondo una concezione politica proto-democratica."" -
Fare figli. Inciampando nella maternità
Anne Enright, vincitrice con ""La veglia"""" del Man Booker Prize Avvard 2007, ci introduce con levità ed eleganza ai misteri di quella vera e propria rivoluzione che è avere un figlio. Scoprirsi incinta, quali mutamenti determina nella psiche e nella vita di una donna? Le risposte a tale domanda e a tanti altri interrogativi elementari e quotidiani che emergono all'improvviso quando si entra """"nell'abito mentale della gratitudine e della preoccupazione di madre"""", costituiscono il cuore di questo libro. Scritto, come dice l'autrice, """"nei ritagli di tempo"""" che la gravidanza le concedeva, e in sintonia perfetta con il disordine, la bellezza, la paura, la speranza che avere un figlio comporta, """"Fare figli. Inciampando nella maternità"""" e una sintesi di buon senso pratico, di umorismo schietto, di arguzia e profondità nello scandagliare l'animo di una mamma."" -
Evasori. Chi. Come. Quanto. L'inchiesta sull'evasione fiscale
Forse non tutti sanno che i soldi non versati in Italia al Fisco corrispondono a 7 punti percentuali del Prodotto interno lordo. Se tutti gli evasori pagassero le tasse, infatti, gli italiani avrebbero in tasca 100 miliardi di euro in più all'anno, circa 8 miliardi e mezzo al mese. Ma, soprattutto, non tutti conoscono l'inesauribile fantasia creativa di chi froda il fisco: esiste un paese, Antartictland, paradiso fiscale virtuale per chi non vuole pagare le tasse, fondato nel cuore del polo Sud, con tanto di bandiera e moneta; si è arrivati ad allegare materassi ai giornali per sfruttare il favorevole regime fiscale concesso all'editoria; il settore delle pompe funebri tocca livelli record di evasione tanto che si dovrebbe dedurre che al Nord un morto su due si sotterra con le proprie mani mentre al Sud si sale a due su tre. Tragedia e commedia, dunque. Un campionario surreale di giochi di prestigio e trucchi diffusi in tutta Italia, regione per regione, nessuno escluso, privati, sia famosi che sconosciuti, e aziende, sia piccole che grandi. La prima inchiesta puntuale, rigorosa, documentata, che racconta un malcostume talmente diffuso da non essere neppure più percepito. Anzi, che sembra perfino legittimato. -
La terra vista dalla luna
Simon e Antonella si incontrano in un reparto psichiatrico: lui vittima di un numero sterminato di fobie, lei reduce da un'overdose di allucinogeni. Nasce così un'amicizia travolgente quanto improbabile, che strappa Simon dalla routine della sua ""idilliaca"""" cameretta per spedirlo in Messico, alla ricerca della ragazza, misteriosamente scomparsa da mesi. Unica traccia: una serie di email con cui Antonella, persa tra controcultura e """"sciamani di montagna"""", cerca finanziamenti per arricchire portatori di handicap, vestire alla moda i senzatetto e sperimentare un turismo sessuale sostenibile. Dove si nasconde Antonella? Ha davvero raggiunto la felicità o è finita in qualche pasticcio? In Messico Simon ha una sola certezza: ha trovato finalmente qualcosa contro cui sfogare la sua rabbia di vivere. Tra birre calde, svedesi in mutande e zapatismo, si scaglierà contro l'universo che sembra aver ingoiato la sua amica: gli ostelli dei backpackers, la """"gente da tutto il mondo"""", quei viaggiatori dei paesi ricchi che, a colpi di Lonely Planet, si autodefiniscono """"indipendenti"""" e inseguono goffamente percorsi alternativi di vita. Claudio Morici dà vita a una storia d'amore al vetriolo che restituisce un ritratto esilarante e feroce della nostra società giovanilistica e globalizzata. Dove anche l'anticonformismo è ormai un luogo comune."" -
La balia. Un'indagine del commissario Kostas Charitos
Kostas Charìtos, commissario dal volto umano e appassionato lettore di vocabolari, cambia i suoi consueti itinerari. In questa sua nuova avventura approda a Istanbul per una vacanza. Almeno nelle intenzioni, visto che il demone dell'indagine torna a visitarlo nella persona di un greco, uno dei pochi rimasti nell'antica Costantinopoli. Maria, una anziana conoscente dell'uomo, la sua balia, è scomparsa, e lui non sa come districarsi nella ricerca. Così Charìtos, solo apparentemente spaesato nei babelici scenari turchi, saprà ricostruire con arguzia, talento investigativo e grande ironia una fitta e complessa rete di vendette personali, soprusi, ingiustizie che faranno luce su quella misteriosa scomparsa. Ancora una volta Petros Markaris tesse una trama condotta con la precisione di un orologiaio, un affresco a tinte forti delle contraddizioni, dei colori, degli odori della società mediterranea. -
L'amore a Londra e in altri luoghi
Un matrimonio di rito indiano in una villa del Cinquecento e due uomini che amano la stessa donna. Un padre che va via, una madre ferita, un ragazzo che lascia la sua piccola isola di fronte all'Africa e cerca una vita normale in una grande città, lontano dall'incanto dei tredici anni, dalla poesia dei ricordi. Un ballerino che corre per Londra - bellissimo, fragile e inquieto un uomo che forse arriverà all'aeroporto, lo abbraccerà chiedendogli scusa, o forse no, non ne avrà il coraggio. Un Presidente sudamericano e un'attrice che ha lasciato l'Italia per un paese di caldo e cactus, chitarre e rivoluzioni. Un gatto che arriva per caso, in pieno agosto, e candele che si accendono al tramonto, e il coraggio che serve per stare bene con niente. Tra Roma e la Toscana, la Sardegna e Islington, una raccolta di storie, di vite, di città, un libro intenso e poetico in cui Soriga racconta la passione e la gelosia, l'incontrarsi e il perdersi, la magia del ritrovarsi, la fatica e la facilità dell'amore. -
Contro i cristiani. Testo latino, greco e tedesco a fronte. Ediz. multilingue
Verso la fine del III secolo, al tempo di Diocleziano, il filosofo neoplatonico Porfirio scrisse un trattato ""Contro i Cristiani"""" in cui prendeva di mira la nuova fede con un accurato esame storico, filologico, filosofico e teologico dell'Antico e del Nuovo Testamento. Già nel secolo precedente, al tempo di Marco Aurelio, il medioplatonico Gelso aveva scritto un'analoga opera anticristiana, per dimostrare che Gesù Cristo non può essere né il Logos dei filosofi greci né il Messia dei profeti ebrei, una tesi poi confutata da Origene di Alessandria. Porfirio non si limitò a riprendere gli argomenti di Gelso, ma si preoccupò di andare oltre e di rispondere a Origene sia sulla possibilità di conciliare la filosofia greca con il cristianesimo, sia sulla correttezza dell'uso ermeneutico dell'allegoria per interpretare le Scritture. L'opera fu proscritta da Costantino poco prima del Concilio di Nicea (325 d.C.), e definitivamente data alla fiamme in ogni sua copia nel 448 d.C. per ordine congiunto di Teodosio II e Valentiniano III, i due nipoti di Teodosio che regnavano rispettivamente sull'Impero d'Oriente e d'Occidente. Se ne persero così le tracce. Nel 1916, il teologo tedesco Adolf von Harnack ne raccolse i frammenti superstiti, attingendo ai Padri della Chiesa che si cimentarono in confutazioni delle tesi porfiriane (in particolare Eusebio di Cesarea, Macario di Magnesia, Girolamo e Agostino), e nei decenni successivi furono scoperti ulteriori frammenti in altri autori e in nuovi papiri."" -
Attenti alle rose
Sergio viene abbandonato dopo tanti anni di matrimonio dalla moglie Gianna, stanca dell'aura di indifferenza calata sul loro rapporto. Sergio è distrutto. Si lascia tentare da amori mercenari ma non si consola, perché, apparentemente, non ci può essere consolazione. Eppure, a poco a poco, qualcosa di profondo, che era come assopito, si ridesta. Sergio comincia a entrare in sintonia col mondo circostante, ed ecco allora fiorire delle ""rose"""", un giardino di nuove consapevolezze dove le donne appaiono a Sergio in tutta la loro forza, fragilità, il loro coraggio. E neppure il tarlo della gelosia nei confronti di sua moglie, che pure sembra dettargli atti estremi, riuscirà a uccidere quella struggente fioritura. Perché Sergio ha imparato sulla sua pelle che le donne sono dei fiori, delicati ma pungenti come e più delle rose."" -
L'ultima stazione
1910. Tolstoj è ormai vecchio, circondato da tanti discepoli, oggetto di una vera e propria adorazione, assistito da sempre da sua moglie Sofja, dal suo medico, il suo segretario, la figlia Sasha... Pur avvolto da questa rete di presenze, la sua vecchiaia non è serena: avverte infatti intorno a lui i primi conflitti per il futuro del suo patrimonio e crescono le pressioni per controllare il suo testamento. A chi andranno i diritti della sua opera? Alla moglie, che ne farà fonte di arricchimento familiare o, come vogliono i suoi discepoli, alla collettività, per diffondere il tolstoismo? Lacerato da questi contrasti, Tolstoj litiga con la moglie, ma nello stesso tempo non vuole soccombere alla volontà dei discepoli; non trovando altre soluzioni, per liberarsi da tutti, sceglie un gesto disperato: la fuga. Ma anche così non troverà pace né eviterà i conflitti; arriverà solo all'ultima stazione...