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I cinque
È un'epoca spensierata l'inizio del XX secolo, in una città, Odessa, nota in tutta la Russia per l'allegria e il senso dell'umorismo della sua popolazione multietnica, quasi un simbolo della possibile integrazione tra culture e nazionalità diverse. I cinque del titolo, Marusja, Sereza, Lika, Marko e Torik Mil'grom, figli di un'agiata famiglia ebrea, vengono descritti accuratamente e immersi nell'ambiente che li circonda in un ritratto idilliaco che rivela il profondo amore di Vladimir (Zeev) Zabotinskij per la sua gente e la sua terra. In Europa però si prepara la tragedia della Prima Guerra Mondiale e in Russia si accendono i fuochi che porteranno alla rivoluzione d'Ottobre; in tutto il mondo conosciuto si percepisce un senso di incombente pericolo, da cui i protagonisti sembrano volersi liberare con una scrollata di spalle. C'è una 'linea' che divide il romanzo, un prima e un dopo: una narrazione ricca di colore e umorismo, che tra gli altri luoghi porta il lettore fin dentro il Parlamento italiano a Roma, lascia il posto al susseguirsi di eventi drammatici che cambieranno per sempre le vite e i destini dei personaggi. -
Omaggio a Totò. Grazie Totò
"De Curtis si nasce, come si nasce uomini o caporali, è la tua natura non puoi sfuggirle, né puoi cambiarla davvero. Antonio era un adulto diverso, uno scugnizzo cresciuto, innocente ed impaurito, ardito ma semplice, un gentiluomo con il cuore del rione Sanità, negli occhi il guizzo della timidezza e del coraggio che balugina da ogni raffigurazione di lui. Totò portava l'ironia nella meditabonda vita del Principe e Antonio, il senso del dovere nella vita della marionetta dei sogni. Nel 2017 quasi una volta al giorno mi è stato chiesto perché Totò sia oggi più vivo che mai nella memoria di tutti noi. In realtà credo che la risposta sia molto semplice: Antonio parlava tramite Totò e diceva cose che al Principe non sarebbe stato facile pronunciare, i vezzi e le manie degli italiani riletti attraverso la grandiosa follia di Totò."""" Elena Alessandra Anticoli De Curtis" -
La misura dell'abisso
Poesia italiana contemporanea. -
Cütja-Presagi. Poesie dal 1985 al 1989
Poesia contemporanea in resiano con testo in italiano a fronte. -
Il tempo fertile della solitudine
Poesia italiana contemporanea. -
La felicità
Tre mercenari sconosciuti tra loro si danno appuntamento per sostituire alla tirannica regina di un paese asiatico una ragazza locale che le assomiglia come una goccia d'acqua. Uno alla volta e ciascuno per proprio conto giungono nel mediocre hotel dove è fissato l'appuntamento. Camere separate ospiteranno Cassis, Steen, i due uomini, Evie la donna e Divine, la ragazza del posto. Prima che i quattro possano entrare in azione all'alba, le forze speciali del regime intervengono neutralizzando l'operazione. I quattro pagheranno con la vita il tentativo di restaurare la libertà nel paese ignaro di quanto avvenuto. Scritto in prosa poetica, lo sviluppo della trama concede ampie riflessioni all'immaginazione sul passato dei protagonisti e su quella disposizione d'animo che è la felicità. -
Il ronzio delle colpe
Vale la pena conoscere la verità? Anche se tutto sembra finito, anche se la ricerca della verità si rivela un accanimento contro il destino? Le colpe sono soltanto il ronzio di una cimice in camera da letto, dicono, il più delle volte nemmeno ti sveglia. Guido Monrascio è morto, incidente stradale. Ma allora di chi è quel figlio che sta per nascere? -
Lo stesso stupore
Poesia italiana contemporanea. -
Trieste. La resa dei conti
Cosa rende Trieste diversa dalle altre città? Cos'ha questa città dove gli affetti non si manifestano con l'ingenua esuberanza del resto della penisola, dove gli odi prevalgono sulle amicizie, dove l'ambizione si scontra con una strana indolenza e inettitudine? Se lo chiede un triestino vissuto per molti anni a Roma che, al suo ritorno nella città, scopre attraverso i diari del padre gli anni bui della guerra. Può così conoscere aspetti inediti della storia locale e ripercorrere i suoi rapporti con la famiglia e la città. Il contrastato rapporto padre-figlio è uno dei temi cardine del romanzo. All'educazione permissiva dei nostri giorni si contrappone un tempo in cui i rapporti familiari erano improntati alla lotta. Ma il romanzo è anche l'analisi impietosa di una generazione che durante la giovinezza ha vissuto i sogni del '68 e che poi ha visto i suoi cascami nei decenni successivi trasformarsi in posizioni che hanno progressivamente paralizzato l'evoluzione della società. -
Viaggi nell'altrove. Esperienze di transe d'artista. Ediz. illustrata
Questo libro, che dà conto degli Stati Non Ordinari di Coscienza, vissuti da Luisella Carretta nel corso di attività performative attivate in diversi luoghi del nostro pianeta, nasce da un precedente lavoro di ricerca teorica e segue direttamente al volume Dissociazione e Creatività - La transe dell'artista, un testo a più voci curato da Vincenzo Ampolo e Luisella Carretta (Campanotto Editore 2005). Il motivo che ci spingeva e ci spinge a proseguire e ad approfondire questo lavoro, viene motivato e ribadito nei termini seguenti: ""La pur vasta ricerca sugli stati non-ordinari di coscienza, ha quasi del tutto ignorato l'esperienza creativa ed artistica, con poche eccezioni legate alle valenze stranianti della musica ed in misura ridotta della poesia e dell'azione teatrale. La storia dell'arte da parte sua ha privilegiato le caratteristiche dei prodotti artistici, più ancora dei suoi creatori, legandole ai contesti storici e sociali nei quali tali opere si manifestavano compiutamente. In ambito clinico, infine, (psicologico/psicoterapeutico e medico/psichiatrico) si è passati dal considerare manifestazioni patologiche le """"alterazioni"""" della coscienza, al voler utilizzare l'azione terapeutica di tali manifestazioni, con particolare attenzione agli stati creativi."""" (dalla Prefazione di Vincenzo Ampolo)"" -
Una donna di marmo nell'aiuola
Poesia italiana contemporanea. -
Dall'amigdala alle ossa
Poesia italiana contemporanea. -
Generazioni
Poesia italiana contemporanea. -
Per non dimenticare
"Questo ultimo lavoro ha una valenza particolare per me poiché raccoglie tra le sue pagine le interviste che negli ultimi dodici anni ho raccolto tra i protagonisti e i testimoni delle vicende che si svolsero negli anni 1943-1945 ('Una sera a Casarsa', 'Testimonianze da Casarsa', 'Una trilogia per Casarsa', 'Una famiglia di Casarsa'). Queste testimonianze sono state poste in una cornice cronologica composta da documenti di religiosi e civili che hanno vissuto quelle esperienze terribili e raccolti da Z.U.B. Ne emerge un quadro tormentato delle vicissitudini che la popolazione del Sanvitese ha provato sulla propria pelle e ha segnato gli animi e le azioni nel secondo dopoguerra. Poiché il tempo trascorre inesorabile e lenisce in parte le sofferenze ho ritenuto corretto riportare fedelmente ogni testimonianza scritta ed orale a futura memoria per non dimenticare. Questo il mio unico intento."""" (L'autore)" -
Il re libraio e i desaparecidos
Ciò che risulta spesso insopportabile nei racconti autobiografici è quell’autocompiacimento egotico e autoreferenziale che scaturisce dalla assenza di consapevolezza che ogni biografia è in fondo immaginaria, un gioco della memoria attraverso il quale ci si inventa una vita mai veramente “attendibile”. Nulla di tutto questo nel testo di Casetti la cui scrittura lieve - a tratti lirica, a volte persino svagata e spesso avvolta in un alone di leggera e malinconica ironia- mantiene sempre uno sguardo allo stesso tempo partecipe e distaccato rispetto alle molteplici vite del proprio sé, intrecciate alle vicende della vita artistica e culturale romana e italiana dagli anni Sessanta ai nostri giorni di cui fornisce una cronaca spesso inedita. Ma sarebbe estremamente riduttivo leggere questo testo solo come la testimonianza di un protagonista segreto e appartato di un pezzo di storia della cultura. In esso sono in realtà condensati alcuni motivi cruciali della cultura moderna/contemporanea più urgenti che mai. Ne segnaliamo solo due: innanzitutto Casetti è uno straordinario “archeologo del contemporaneo”, le sue librerie e gallerie sono degli autentici laboratori in cui è possibile imbattersi in frammenti, reperti, trouvailles, (“reliquie” come scrisse di lui un grandissimo poeta alla cui riscoperta Casetti ha contribuito in modo decisivo, Emilio Villa), sorprendenti e impensati, disseminati da artisti anche famosi in almanacchi, scritture disperse in oscure riviste di medicina, diritto, edilizia, moda, pubblicazioni aziendali, riviste umoristiche (citiamo solo gli esempi di Munari, Fellini, Savinio, Longanesi). Ma ancora, la sua ricerca maniacale e minuziosa ha permesso la riscoperta di artisti dimenticati o rimossi, pensiamo al suo lavoro sul movimento immaginista di Vinicio Paladini confluito nella pubblicazione del libro Movimento immaginista a Roma nel V anno del R.F con documenti e testimonianze di prima mano come quelle dello scrittore Dino Terra, per non parlare del recupero della fotografia di Mario Dondero o Paolo Di Paolo. Questo lavoro di scavo ai margini delle storie ufficiali dell’arte è stato sempre accompagnato da una pratica inaugurale di nuove esperienze: fu alla libreria Maldoror nel 1978 che avvenne la prima mostra della fotografa Francesca Woodman sulla cui “poetica” fu decisiva l’influenza delle immagini che Casetti raccoglieva nella libreria.[…] (Edmondo De Liguori) -
Acqua e terra
"Acqua e terra"""" sono le sostanze di cui il presente racconto resta permeato, trattasi di una storia che come un sentiero si inoltra tra frammenti di vita quasi ordinaria ma dai colori vividi e a tratti violenti, motivo per cui in prima istanza, l'autore aveva scelto il titolo di """"Acqua, terra, aria e fuoco"""", quegli elementi primordiali in cui il tutto si immerge e dove ogni personaggio appare come trascinato via da una corrente priva di risposte." -
Tra parola e immagine. Una rilettura dei Reiseberichte (1793) di Wilhelm Heinrich Wackenroder alla luce della circolarità ermeneutica
Lo studio monografico di Andrea Benedetti sui ""resoconti di viaggio in forma di lettere"""" (Reiseberichte),stesi dall'intellettuale protoromantico Wilhelm Heinrich Wackenroder (1773-1798) tra il maggio e il settembre 1793 in Franconia, analizza la relazione dialettica tra """"spirito"""" (Geist) e """"lettera"""" (Buchstabe) nello specifico contesto dell'odeporica settecentesca e alla luce della dinamica relazionale tra """"scrittura"""" (parola) e """"immagine"""", imperniandosi su un più complessivo approccio euristico, cosiddetto della """"circolarità ermeneutica""""."" -
Sugli altipiani del Nuovo Mondo
Invitato a esporre le proprie opere in una galleria di Chicago, Federico si ritrova in seguito a peregrinare in compagnia di tre amici sulla parte ovest degli Stati Uniti, quella più straordinaria e suggestiva. In una cittadina sperduta del grande West incontra un'affabile e socievole giovane. Costei fungerà, a tratti, da guida per quelle contrade già ben esplorate ma per tanti aspetti ancora da scoprire, e l'amore di costei aprirà nel Nuovo Mondo del nostro eroe un mondo nuovo più necessario e indulgente: l'altra America, quella ""off"""", quella indiana, quella dei grandi monumenti naturali e anche quella del peyotl. Disseminate lungo il percorso, non mancheranno le disavventure e non saranno solo quelle scaturite dal """"flusso di coscienza"""". Le opere esposte subiranno una sorte imprevista, mentre la giovane, grande conoscitrice delle stelle, si ritroverà a combattere contro la disdetta, quella stessa che l'aveva fatta crescere e maturare anzitempo. Accostando al disastro e al fallimento la beffa, questa """"road-novel"""" - inframmezzata di incontri dall'interesse inaspettato e edificante, di flashback, di qualche tragico monologo-denuncia dei nativi americani e degli afroamericani, preso tale e quale attraverso la rievocazione di testimonianze, dalle più antiche alle più attuali, dei loro """"popoli"""" - mette, en passant, in luce un'America che non coincide con quella democrazia autocelebrata, clean, pulita, le cui rimanenze di sporco sono sbiancate dai suoi """"candidi"""" emendamenti, ma un Paese dalle contraddizioni e dai conflitti profondi e irrisolti, e forse irrisolvibili."" -
Il grande mattino
«Questa raccolta poetica è la conferma di quanto Marco Stefano Boietti aveva già fatto intuire in altri contesti letterari: la sua virtuosistica capacità di gestire le parole, tessendo trame di straordinaria levità nelle quali rimanere inviluppati. Leggere le sue poesie, infatti, è come perdersi in un gorgo emozionale dal quale non si vorrebbe uscire: ogni frammento corrisponde ad un viaggio introspettivo dove perdersi per ritrovarsi.» (dalla prefazione di Federica Mingozzi) -
Osso
"Ne """"L'albero del pane"""", la prima raccolta di poesie di Fabio De Santis, il prefatore Vincenzo Guarracino inquadrava quell'esordio tra due poli interconnessi, """"assenza"""" e """"miraggio"""". Lettura corretta, trattandosi nel caso di una scrittura in equilibrio progressivo di sottrazione e nominazione. In quella significativa ricerca emergeva una caratteristica che sarebbe poi diventata una costante: scrivere come viandanti in cerca di un orizzonte, laddove, fuor di metafora, le parole si cercano per comporsi e ricomporsi in una poetica. Il che dona alla scrittura un elemento di forte identità, sul piano del senso e delle interne relazioni. Anche se la poetica resta poi sempre un'architettura in fieri, una catasta di travi da montare. Ora non si smentisce il rapporto iniziale, in questo nuovo libro, dato che vi permane l'assenza come certezza palpabile, un vuoto pieno di cose, quelle stesse che alimentano la fata morgana delle visioni e delle nominazioni."""" (Dalla prefazione di Carlo Alberto Sitta)"