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I sottotenenti
Tre ufficiali, tre scenari di guerra, tre vicende che si intrecciano in un raccordo di avventure al limite del surreale. Tre racconti che hanno per protagonisti tre sottotenenti simbolo di una generazione di portoghesi sconvolta dalla drammatica esperienza della guerra coloniale, combattuta in Africa ai tempi di Salazar. Reduci dalle contestazioni studentesche, i tre ufficiali si ritrovano in una terra lontana dove sono costretti a subire le aberrazioni di una vita brutale e disumana, priva di valori e significato. Quello che recitano è il copione di un'esistenza vissuta più da comparse che da protagonisti, obbedendo a ordini assurdi impartiti dall'alto da individui ignoranti e fanatici. -
Romanzo per donne
Laura, giovane redattrice di una rivista femminile praghese, si rivolge alle donne raccontando le proprie vicissitudini sentimentali. Durante una vacanza s'innamora, ricambiata, del quarantenne Oliver, pubblicitario fallito e alcolizzato, che, si scoprirà, è stato il primo amore della madre. Inizialmente la coppia regge, ma, alla lunga, Laura si stanca di Oliver, del suo pessimo gusto nel vestire, dei suoi modi da intellettuale di second'ordine, dei suoi amici. Infine, di nuovo durante una vacanza, s'invaghisce di un collega del compagno, un trentenne di successo. Dopo qualche mese, quando Laura sembra ormai essersi rifatta una vita, Oliver comincia a tempestarla di lettere in cui la prega di tornare con lui. La ragazza le rispedisce indietro senza aprirle, ma scopre che queste (già note al lettore perché inserite nel testo) vengono di volta in volta appese nelle stazioni della metropolitana di Praga in forma di cartelli pubblicitari: è una trovata di Oliver, forse la migliore che abbia mai avuto... Michal Viewegh (1962) è il più famoso scrittore ceco della nuova generazione; la critica lo considera l'erede di Kundera e Hrabal. In patria i suoi libri sono costantemente in vetta alle classifiche. -
L'africano. Ediz. illustrata
Nel 1948, a otto anni, J.M.G. Le Clézio lascia Nizza, la sua città natale, e con la madre e il fratello parte per la Nigeria, dove il padre, che non ha mai conosciuto, è medico nell'esercito britannico. Inizia così uno straordinario viaggio che, più di cinquant'anni dopo, sarà oggetto di questo libro. Le Clézio racconta il continente nero attraverso gli occhi di un bambino che entra in contatto con un mondo dove tutto - natura, sole, temporali, insetti ""esiste"""" con intensità e violenza, un mondo che gli regala una sensazione di libertà fisica e mentale per lui fino a quel momento sconosciuta. Fondamentale è l'incontro con il padre, uomo duro, abituato alla solitudine cui lo ha costretto la guerra. È dalla prospettiva del bambino che viene descritta la sua severità, il suo modo di vestire e i tentativi di ricuperare il tempo perduto con i figli. E sempre dalla stessa prospettiva emerge l'ammirazione verso quest'uomo misterioso, cui Le Clézio tenta di """"avvicinarsi"""" per tutto il libro. Ad accompagnarlo nella sua indagine ci sono le foto scattate proprio dal padre, immagini piene di suggestione, non professionali e, forse per questo, assolutamente autentiche."" -
Notizie su Argon. Gli antenati di Primo Levi da Francesco Petrarca a Cesare Lombroso
"Argon"""" è il titolo del racconto più famoso del Sistema periodico. Contiene un affettuoso ritratto degli antenati di Primo Levi: figure bizzarre, comiche, generose nella loro ossessività maniacale. Ma dell'universo culturale, della storia politica e sociale dei cittadini di Argon sappiamo poco. Il libro di Cavaglion ci aiuta a scoprire lo sfondo di un racconto famoso, ma anche a svelare una realtà nascosta. Il saggio ripercorre, da un'inusuale prospettiva, la storia dell'ebraismo in Piemonte partendo dalle origini quattrocentesche quando ad Avignone, insieme a Petrarca, gli antenati di Levi vivevano alla corte pontificia - fino ad arrivare all'emancipazione con lo Statuto Albertino. Alla trattazione cronologica il libro aggiunge, nella seconda parte, una descrizione delle peculiarità religiose (il rito Appam) e i ritratti di alcuni protagonisti: Isacco Artom, Benvenuto Terracini, David Levi, Claudio Treves. L'opera esamina infine alcune delle migliori pagine letterarie che a questo mondo si sono ispirate: di Primo Levi, naturalmente, ma anche di Umberto Saba, Augusto Monti, Arturo Carlo Jemolo, Natalia Ginzburg." -
Cancellazione
Thelonious Ellison è uno scrittore afroamericano. È figlio e nipote di medici e ha una biografia perfettamente borghese. I suoi romanzi sono considerati poco realistici, lontani dalla ""vita vera dei neri americani"""", come se la sua esistenza, senza miseria e senza violenza, fosse falsa. In un rovesciamento grottesco, il pubblico e il mondo della cultura trovano più autentica un'opera come """"Vita nel ghetto"""", di Juanita Mae Jenkins, romanzo scritto in un linguaggio da rapper semianalfabeta, su una baby-mamma che si riscatta ballando il tip tap. Questo successo diventa per Ellison un'ossessione, cui si aggiunge una crisi familiare provocata dalla morte della sorella ginecologa, assassinata da un antiabortista. Costretto a trasferirsi a Washington per occuparsi della madre malata, in preda alla rabbia scrive un libro ancora più grottesco di Vita nel ghetto. Il suo editore ne è entusiasta. Pubblico e critica anche. Everett mette a nudo i pregiudizi che condizionano la vita di tutti noi, e lo fa con un virtuosismo linguistico che sperimenta ogni gamma del linguaggio. Un romanzo sugli stereotipi, sulle semplificazioni e sull'intelligenza, che usa l'ironia come antidoto contro ogni razzismo."" -
Il rifugiato
Christian Beck è un ex scrittore che traduce manuali d'istruzione. I suoi romanzi, pervasi da un odio cieco e irrefrenabile, avevano finito per terrorizzare lui stesso. Non solo ha perso la fiducia nel potere della letteratura, ma anche nella propria buona sorte. È un uomo senza illusioni e senza sentimenti. Solo l'innocenza della sua compagna, sempre pronta a caricarsi il peso del mondo sulle fragili spalle, riesce a toccarlo nel profondo. Il suo stupore di fronte alla pietà di cui è capace la donna diventa assoluto quando questa scopre di avere una malattia incurabile e gli dice che intende sposarsi, non con lui, bensì con un rifugiato algerino. Per Beck ciò significa dividere gli ultimi giorni di vita della compagna con uno sconosciuto, cedendo anche il proprio posto nel letto matrimoniale; eppure accetta senza esitazioni. Dopo la morte della donna il celebre bordello di Amsterdam Yab Yum è bersaglio di un attentato dinamitardo compiuto da un terrorista travestito. L'episodio ricalca esattamente la trama di un racconto pubblicato anni prima da Beck. Una giornalista televisiva scarica su di lui la responsabilità dell'attentato, rivangando anche un episodio di violenza contro una prostituta che lo aveva visto protagonista quando abitava a Eilat, in Israele. La ""fonte avvelenata"""" cui l'ex scrittore si è abbeverato nel passato presenta il conto."" -
Vai, ama
Polonia, fine anni Cinquanta. Romek Stratos, un bambino di undici anni eccezionalmente dotato, vuole riscattare la propria famiglia dalla miseria, guarire il padre dall'alcolismo e risvegliare la sorella dalla sua apatica solitudine. Ingenuamente convinto di essere la causa di tante sciagure, non riesce a far tacere i sensi di colpa se non fantasticando su un avvenimento liberatorio, un fatto o una persona capaci di invertire il corso di una sorte avversa. Infine, armatosi di un coraggio incosciente, e guidato dalla propria fantasia inarrestabile, decide di trascinare la madre a Varsavia in cerca di fortuna. Invece che facile terra di conquista la capitale si rivela però una giungla piena di pericoli, abitata da persone volgari e senza scrupoli, un luogo di falsi mecenati e cinici imbroglioni, dove spadroneggia la nuova oligarchia comunista. Anche le persone che sembrano ben disposte e disinteressate sono in realtà rapaci avvoltoi o pericolosi depravati, da cui Romek saprà difendersi usando uno dei suoi numerosi talenti: l'abilità nel maneggiare lo spadino. -
A Long, long way
Willie Dunne è un ragazzo in gamba, sensibile, con una splendida voce. È nato a Dublino nel 1896, e per tutti i ragazzi d'Europa nati in quei tempi, il futuro ha progetti crudeli. Troppo basso per seguire le orme del padre poliziotto, allo scoppio della Grande Guerra raccoglie l'""invito"""" del generale Kitchener e si arruola volontario. Nelle trincee francesi assiste e partecipa a vicende terribili, vivendo, oltre allo strazio generale del conflitto, quello personale di un irlandese che combatte nell'esercito britannico proprio mentre, a casa, i suoi compatrioti lottano per l'indipendenza. È confuso, sballottato tra un sentimento e l'altro da eventi e pressioni troppo grandi per lui. Ed è così, senza sapere bene perché, che Willie si ritrova implicato nella Pasqua di Sangue del 1916, quando le truppe inglesi fanno strage di ribelli per le strade di Dublino. Ma forse la guerra gli ha chiarito le idee, forse, in qualche modo, lo ha fatto crescere: purtroppo il destino ha in serbo per lui un ultimo, tragico scherzo."" -
Il continente invisibile
"Se l'Africa è il continente dimenticato, l'Oceania è il continente invisibile"""", perché i primi viaggiatori che vi si sono avventurati non l'hanno visto, perché ancora oggi è un luogo senza riconoscimento internazionale, un passaggio, sebbene molti esploratori abbiano rischiato la vita per raggiungerlo e tentare di cartografarne le coste. Quando scopre l'immensità dell'oceano, la miriade di isole, isolotti, atolli di questo continente fatto più di mare che di terra, Le Clézio non immagina fino a che punto il mito possa ricongiungersi con la realtà. In questo racconto invita a scoprire la cultura dell'Oceania, a orientarsi con le stelle, ma anche a non dimenticare la storia dei popoli delle isole, il loro passato di migranti e di schiavi, il loro presente ancora troppo simile al passato. Oltre che viaggio iniziatico dietro le poche immagini note - spiagge, bellezze polinesiane di Gauguin, Naghol - questo libro è una riflessione critica su quella globalizzazione che mette in pericolo l'armonia di una civiltà preziosa ma fragile." -
Quarantatré
Quarantatré è un romanzo articolato in sette capitoli, che prendono ciascuno il titolo da una ricetta di cucina. La protagonista si rivolge alla madre, morta più di trent'anni prima, quando lei era ancora bambina, e le racconta la propria vita, secondo una scansione cronologica che diventa però anche scansione tematica, segnata appunto dalle ricette che rappresentano gli snodi cruciali di un'esistenza. Il colloquio con la madre diventa un percorso alla ricerca di sé in un dialogo continuo tra identificazione e affrancamento dalla figura materna. Ma è anche una sorprendente analisi di come i ricordi si modifichino nel tempo adeguandosi ai nostri bisogni. Solo dopo aver raggiunto e superato l'età che aveva la madre al momento della morte, quarantatré anni, la protagonista riesce a sentirsi davvero autonoma e capisce che il modo più giusto e più bello per ricordarla consiste nel considerare la madre sua pari, una donna adulta come lei, una figura forte, impossibile da dimenticare, il cuore della famiglia, il nucleo da cui prende vita il senso delle cose. -
Le mie cose
In un mondo in cui i figli dei genitori separati vengono gestiti dall'Etcgfgs (l'Ente Territoriale di Controllo e Gestione dei Figli di Genitori Separati), in cui le nonne morte sono caramellate per poter ancora essere baciate dai nipoti, in cui, di notte o a tarda sera, piccoli animaletti chiamati dubby ti assaltano attaccandosi ai capelli, in un mondo in cui per salvarsi dagli ingorghi bisogna essere estratti a sorte e venir recuperati da un elicottero e in cui tossicodipendenti fanno ore di fila per i provini di un reality show ambientato in un centro di disintossicazione, la protagonista, affermata giornalista della rivista cult ""Le mie cose"""", combatte la sua battaglia personale per vedersi riconosciuta nel suo ruolo di mamma. Poäng e Ivar, i due bambini chiamati con i nomi di mobili dell'Ikea, sono contesi dall'ex marito e dalla sua nuova fiamma, America, esperta di dialetto romanesco e provetta trasformista. Intanto, la Chiesa a numero chiuso dei rappresentanti del Cristo del messaggio dell'ultimo giorno, aspetta di completare i propri ranghi in attesa della fine del mondo."" -
Il signor Qualcunaltro
Il protagonista di questo romanzo è un uomo dalle caratteristiche fisiche così comuni che tutti lo scambiano per qualcun altro, mettendo in moto una serie di eventi inquietanti. Rigorosamente senza nome, il personaggio di Egloff si trova a vivere vite non sue, verrà picchiato perché confuso per qualcuno che gli somiglia, avrà delle amanti per lo stesso motivo, sarà addirittura portato in vacanza da una famiglia di sconosciuti che lo scambierà per un parente. Il signor Qualcunaltro sarà al centro di mille storie essendo contemporaneamente se stesso e qualcun altro. Ma alla fine, chi è veramente il signor Qualcunaltro? Qual è la sua vita reale? Ha una vita reale l'uomo destinato a essere simile a chiunque? -
Un amore supremo
Suona nei club di Harlem e di Broadway, all'ombra dei vulcani d'Africa, ma anche a Saturno (Alabama), a Montmartre e in Olanda, nella foschia e negli spazi interstellari. Lo si sente in Canada e in California, a Chicago, New Orleans, nei film polacchi, tra le carovane zingare. Lascia tracce nelle cliniche psichiatriche e nelle sartorie, nel letto di un fiume a New York e sopra un ponte entrato nella leggenda. Si sposta su navi, taxi, aerei, incontra James Joyce e Charlie Brown, è sempre carico di bottiglie perché la sua sete non accetta compromessi. Sotto forma di abito elegante compare al Casinò di Sanremo e fa distrattamente capolino sul palco del Festival. Tutto questo è il jazz, e dietro, in ordine sparso ma non troppo, ci sono i suoi uomini con le loro storie. Sul palco di Luca Ragagnin 64 pezzi che si scambiano le battute alternando assoli e orchestrazioni raffinate. Un ""Amore supremo"""" è un libro jazz."" -
Io non so chi sei
"Io non so chi sei"""", nove storie di amore omosessuale. I personaggi di Pastore si muovono tra solitudini (come nel racconto """"Filippo"""", in cui una madre si confronta con il tempo che passa), scelte decisive (succede in """"'U piscicani"""" dove in una nevosa notte natalizia bisogna decidere da che parte stare), lutti (nello straziante e lucidissimo """"Ghost whisperer""""), storie ironiche e divertenti (come nel caso del racconto """"Finocchi""""), ipocrisie famigliari (nel racconto """"Manca il latte"""" un uomo è alle prese con la propria identità), ricerca di sé stessi (in """"Serpenti"""" il protagonista cerca in tutti i modi di trovare una risposta a ciò che di risposte non ha bisogno). Ma """"Io non so chi sei"""" è anche un libro che si confronta con la società e i suoi pregiudizi, e lo fa soprattutto con l'ultimo racconto, """"Io sono Tommaso""""; nel frastuono di denunce urlate, di violenze mediatiche e non, di falsi e veri moralismi, Giancarlo Pastore mantiene l'equilibrio e scende nell'animo mostrando in tutta la sua vulnerabilità e durezza un mondo spesso interpretato per stereotipi." -
Un anno fa domani
Si chiama Vittorio Congedo il protagonista del nuovo romanzo di Sebastiano Mondadori: una contraddizione in termini, un ossimoro, una serie di guai garantiti fin dal nome. La sua è la storia di un professionista, brillante suo malgrado, che a un certo punto si fa tragica, ma non troppo, densa di incontri quotidiani e sorprendenti. Un po' come potrebbe essere la vita se la guardassimo dritta in faccia. Da un anno è morta la moglie Teresa, il suo amore grande e assoluto, nonostante fosse esigente, imprevedibile, sempre ""altrove"""". Ma proprio per questo molto seducente. Gli ha lasciato una inaudita quantità di quattrini, due figlie e la possibilità di dimenticarla subito. Vittorio, però, non ce la farà, continuando a convivere con il suo ossessionante fantasma, con una giovane ragazza, un'altra figlia e una serie di personaggi, davvero indimenticabili, che compongono la sua famiglia d'origine. Una famiglia simpaticamente sgangherata, proprio come lui. Con l'occhio che guarda un po' a Henry Miller, vitale a oltranza, estremo, e un po' a Italo Svevo, ironico e pietoso con gli inetti, l'autore ci trascina in una commedia sentimentale che ormai non può più essere lieve o glamour, ma piuttosto grottesca e beffarda. Come la vita."" -
Can che dorme
Rabbia, terra, guai, partite di pallone. Libero Schiavi è un agente di polizia municipale a Montuberchielli, in provincia di Pavia. Guida lo scuolabus, legge il giornale e gioca nella squadra di calcio del campionato amatori. Più che altro, è uno che osserva: il modo di stare in campo dei compagni, le traiettorie delle strade, le curve della vallata che si dissolvono nell'indistinto suburbano. È uno che si tiene ai margini, quasi sempre. Anche l'indagine conoscitiva per conto del comune - il medico del paese è stato picchiato, quasi ucciso - la conduce senza protagonismi. Collabora con il maresciallo e si guarda attorno. Poi, a forza di guardare, gli cresce dentro una rabbia malinconica per alcune cose che ha visto, e inizia a sabotare. Libero Schiavi sperimenta la ribellione, qualcosa nella provincia addormentatata si smuove. Svegliare e scuotere dal torpore una provincia apparentemente immobile. Con un misto di ironia e leggerezza prendono vita e si muovono personaggi un po' bizzarri, capaci però di apparire reali nel loro vivere le poche gioie e i (non pochi) dolori della piccola Italia. -
Ci salverà la bellezza
Comincia la collaborazione di Instar libri con la Fiera internazionale del libro di Torino che, ogni anno, pubblica i quaderni con gli interventi degli ospiti più importanti presenti alla manifestazione. L'edizione del 2008 è stata dedicata al tema della bellezza e in questo libro vengono raccolti gli interventi e le lectio magistralis di Boris Pahor, Aharon Appelfeld, Etgar Keret, Giuseppe Betori, Remo Bodei, Luciano Canfora, Franco Cordero, Erri De Luca, Sergio Givone, Giovanni Reale, Domenico Starnone, Raffaele La Capria, Paul Zanker, Francesco M. Cataluccio, Franco La Cecla. -
Gli anni ruggenti della pubblicità. I grandi creativi raccontano
Occhieggia dalle pagine dei giornali, sfila sui viali cittadini, ci assale da radio e televisione. Spot, manifesti, campagne: è la pubblicità, multiforme e multilingue, affascinante e spregiudicata. Per una volta, anziché osservarla o subirla, passiamo dalla parte di chi la pensa, la crea, la sceglie. Silvio Saffirio ha intervistato undici grandi creativi, addentrandosi tra storie professionali e private all'insegna della curiosità e della sperimentazione. Come si arriva a uno slogan che si imprime nella mente di un'intera generazione? Che cosa leggono, come guardano il mondo i copywriter e gli art director? Com'era lavorare nella pubblicità quando si chiamava ancora reclame, o propaganda? Questo e molto altro emerge dalle conversazioni contenute nel libro, che portano alla luce idee, personaggi e vicende di un mestiere continuamente sul filo tra creatività e strategie di vendita, capace di capire e anticipare i gusti della società, di catturare l'attenzione nello spazio di pochi secondi, in certi casi anche di insegnarci qualcosa. Un racconto a più voci che attraversa trent'anni di comunicazione per parole, immagini e suoni, offrendo prospettive nuove da cui guardare ai ""consigli per gli acquisti""""."" -
Alboran
Luca ha cinque anni e un compito ben preciso: controllare le lancette. Quando suo nonno gli allunga il microfono e lo inchioda alla sedia con una trafila di domande, Luca deve non solo rispondere, ma anche verificare che le lancette del registratore si muovano sotto i vetrini. Non è un nonno come gli altri, quello di Luca. Smonta i lampadari e dentro ci costruisce presepi sferici; assembla modellini di cannoni che sparano davvero; allena i pesci dell'acquario a resistere in apnea. Che succede se tutto questo, all'improvviso, si interrompe? Adesso Luca ha trent'anni e lavora in radio, ma al microfono non parla più. Circondato da pareti acustiche, protetto dal vetro della regia, cerca di tenere a bada i suoni, di annullare la possibilità dell'errore. Il rischio è incontrare la ragazza giusta - un amore che si chiama come la notte - e farsela sfuggire. Per evitare che questo accada Luca dovrà tuffarsi in un tempo che per definizione non torna indietro: quello della diretta. Al suo fianco c'è Ezio, il tecnico che in carriera ha sbagliato una volta sola. C'è Bruce Springsteen, con la sua voce ruvida e incandescente. E c'è infine un nastro, il più prezioso tra tutti i tesori che al momento buono tornano a galla e fanno schizzare in alto le lancette. -
Il più bel vizio è la vita
Con un felice connubio tra sguardo di bambina e ironia adulta, sullo sfondo di una Torino che vive gli anni difficili della guerra e del dopoguerra fino al boom economico, si sviluppa una saga familiare in cui personaggi e fatti veri vengono reinventati e in qualche modo completati dalla fantasia e dal ricordo, come nella miglior tradizione di Luigi Meneghello. I confini tra romanzo e mémoire si sfumano e si confondono, ed emergono figure che se non fossero esistite sarebbero state da inventare. Magnifica quella del padre, Riccardo Chicco, indimenticabile la discesa con la bambina nel pozzo di macerie di una casa bombardata; e poi certi cugini, certe zie, che tutti abbiamo avuto e non abbiamo saputo vedere. Una famiglia che ha il vizio della vita. Ma quale splendido vizio.