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Architetture al cubo. Edizione 2021
Architetture al Cubo nasce come un’iniziativa articolata in Giornate di Studio on site, focalizzate sul rapporto tra “progettazione e costruzione” che implementa l’offerta formativa del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre. La pandemia ha impedito la continuità delle visite ma non la comunicazione delle architetture che è avvenuta virtualmente con il ciclo di conferenze “Architecture in S3aming” consentendo al programma di Architetture al Cubo di non fermarsi. Il volume raccoglie i contributi e le interviste relative alle architetture visitate “virtualmente” e ai professionisti che hanno tenuto le conferenze online nell’ambito della ottava edizione (2022). Il ciclo di conferenze è stato promosso attraverso i progetti dei docenti del Dipartimento di Architettura che hanno condiviso. L’obiettivo è stato, “quello di avvicinare il mondo costruttivo con le componenti creative dell’architettura ed evidenziare l’attività progettuale come insostituibile momento creativo che necessita però di una sintesi di competenze diverse. Anche questo volume sottolinea come il ruolo dell’architetto sia di regista e responsabile principale della qualità della costruzione”. Il risultato di questo volume rappresenta una fotografia sugli atteggiamenti progettuali e sui modelli organizzativi di parte del corpo docente del Dipartimento di Architettura con una selezione relativa ai progetti dell’abitare. -
Liberi da «confusione» e «maraviglia». Decadenza e riforma in Giordano Bruno
Lo Spaccio de la bestia trionfante (1584) è l'opera in cui la vocazione riformatrice della filosofia di Giordano Bruno prende forma con maggiore energia e originalità, attraverso il racconto della «purgazione» del cielo indetta da Giove affinché la volta celeste si liberi dei vizi rappresentati dalle quarantotto costellazioni e accolga finalmente tutte le virtù. Interpretando il proprio secolo come un'epoca di crisi e decadenza, ma al contempo annunciando l'avvento di una nuova età di rinascita, il Nolano delinea una proposta di rinnovamento che prevede il «ponere in numero e certo ordine tutte le prime forme de la moralità». Nel seguire l'andamento di un pensiero complesso, che si serve di dispositivi teorici e registri stilistici sempre diversi, il volume ricostruisce parte della «topografia morale» descritta nel dialogo, mediante un'analisi minuziosa dei suoi principali snodi concettuali, indagati tenendo conto della fitta trama di riprese e variazioni che lega le argomentazioni di Bruno a quelle delle sue numerose fonti antiche e moderne. -
L'orientamento formativo. Modelli pedagogici e prospettive didattiche
L'orientamento si presenta come una tematica complessa che si apre in modo reticolare su fenomenologie diverse e intrecciate, le quali attengono essenzialmente sia ai processi di trasformazione sociale ed economica, sia alla qualità autoriflessiva dei processi di costruzione dell'identità personale, nonché alla nuova fisionomia della formazione delle nuove generazioni di fronte alle trasformazioni culturali che caratterizzano le risposte sociali ai mutamenti nel sistema produttivo e occupazionale. In quest'ottica è innegabile che la scuola e il mondo del lavoro, con la loro specificità, sono, almeno potenzialmente, gli ambiti privilegiati per la formazione di un individuo capace di orientarsi. La scelta pedagogica che si è inteso seguire con questo volume è quella di una lettura delle principali dinamiche di tipo sociale e culturale, analizzate dal punto di vista delle progettualità e delle operatività educative. Il volume traccia riferimenti generali e irrinunciabili per accostarsi a un sapere pedagogico e didattico-organizzativo complesso e articolato, e vuole essere uno strumento di supporto al lavoro di educatori, insegnanti, dirigenti e studenti che si preparano a diventare ""operatori professionali"""" dell'orientamento. Per gli argomenti trattati, inoltre, (didattica orientativa, aspetti organizzativi, rapporto con il territorio), può dare un utile contributo alle agenzie della formazione professionale."" -
Problemi di filosofia morale
«Non si dà vera vita nella falsa»: è riprendendo la celebre sentenza formulata in Minima moralia che Adorno si presenta ai suoi studenti nella prima di queste lezioni, tenute a Francoforte tra maggio e luglio del 1963. Qual è, allora, l'esito della filosofia morale, in un mondo la cui configurazione pare entrare sempre più in conflitto con l'idea di libertà, con la possibilità di riflettere criticamente sulla condotta della propria vita e di modificarla? A questo interrogativo, la cui posta in gioco si amplia fino a includere il rapporto tra teoria e prassi e tra morale e politica, Adorno prova a rispondere tramite un serrato confronto con la filosofia morale kantiana, che anticipa e prepara quello svolto nelle pagine di Dialettica negativa. L'intero corso si sviluppa così lungo queste linee di tensione, costituendo una feconda via d'accesso a una dimensione che, pur essendo centrale nel pensiero adorniano, in poche occasioni è stata tematizzata con la chiarezza e la generosità di queste lezioni. -
Un mondo non di questo mondo. La realtà delle immagini e l'immaginazione
Cosa dobbiamo intendere per immaginazione? Se l’immagine non è solo la copia sbiadita del reale, come orientarsi nella plurivocità dell’immagine e distinguere i tipi di immagine di cui parliamo? E che rapporto c’è tra immagine e parola? L’immaginazione si identifica con la facoltà delle immagini? Ammesso che l’immaginazione non sia solo finzione e fuga dalla realtà, c’è una funzione cognitiva dell’immaginazione? Si può, come normalmente avviene, ridurre l’immaginazione alla facoltà solo teorica di un io puro, cioè risolto in un ambito mentale e privato, prescindendo dai suoi aspetti pratici, intersoggettivi, affettivi? A tali questioni concettuali questo libro cerca una risposta sistematica e comprensiva. Rimessi in discussione molti luoghi comuni su immaginazione e immagini, precisata la fascinazione delle immagini, questo volume cerca un approfondimento concettuale della duplicità interna a ogni immagine, dei criteri della distinzione di immagini naturali, artificiali, mentali e mnestiche, per poi soffermarsi sulla valenza euristica e cognitiva dell’immaginazione, sulla finzione e sul gioco, e infine sulla necessità di allargare l’accezione di immaginazione dalla sospensione del mondo alla volontà e ai modi di trasformarlo per istituire il nuovo. -
Il sole e la morte non si possono guardare in faccia
La scena è a Tebe. Ma questa tragedia di Wajdi Mouawad, messa in scena a Bordeaux nel 2008, non è l'ennesima riscrittura ""attualizzante"""" del mito di Edipo o di Antigone. Densa, spietata e avvolgente, è una lettura che scava nel passato remoto della città, seguendo tre storie distinte e sanguinose: quella del fondatore Cadmo, fuggito dal natío Libano in cerca della sorella Europa; l'insana passione di Laio per il bambino Crisippo, figlio del suo ospite Pelope; la vicenda di Edipo che indaga sulle sue origini, e dopo il parricidio risolve l'enigma della Sfinge. Il Coltello, il Sangue, la Rivelazione. Preceduta da un'introduzione che informa sul rapporto tra Mouawad e il teatro antico, e corredata da note che illustrano per ognuno dei 22 quadri le varianti mitiche adottate (in certi casi escogitate) dall'autore, questa edizione mira a presentare la pièce come un'opera pienamente inserita nei meccanismi del mito greco, e capace di indurre in ciascuno di noi - tramite le parole, l'alfabeto, la memoria - una catarsi cosmica in merito ai temi eterni della guerra, dell'esilio, dell'ineluttabilità del male tra gli uomini."" -
Dante e il cibo. Uno sguardo interdisciplinare
Gli scritti presenti in questo volume esplorano la presenza del cibo nella produzione dantesca, in particolare nella Commedia, grazie a un approccio interdisciplinare che coinvolge conoscenze filologiche, letterarie, linguistiche, storiche, mediche, chimiche, giuridiche, di storia dell’arte per delineare profili di approfondimento non solo dell’opera letteraria, delle epoche e dei personaggi qui rappresentati, ma anche della nostra storia e del nostro tempo. Nella ricerca letteraria, come in quella giuridica, chimica, medica e artistica si esprimono conoscenze e comprensioni antropologiche che ruotano intorno all’arte di discernere i linguaggi così come i sapori, di distinguere il buono e il cattivo, il dolce e il salato, ciò che è commestibile da ciò che non lo è, ciò che è buono anche in senso etico e ciò che non lo è, ciò che è giusto da ciò che è ingiusto, l’abbondanza e la penuria, gli affetti e la nostalgia di chi si sente parte di una comunità e di chi l’abbandona con il suo carico di parole, di simboli, di ricordi e di affetti. -
Sei saggi per Marta. Saggi in onore di Marta Capuano
Questo volume nasce per ricordare Marta Capuano, il suo interesse per l’arte e l’architettura, le affinità e i parallelismi che vedeva – come psicanalista – fra lo studio, la progettazione degli spazi e “l’architettura” della mente. Un interesse che ha coltivato dentro e fuori il «Centro Studi per l’Architettura e l’Urbanistica Gilberto Guidi», organizzando, con cura, intelligenza e originalità, convegni e incontri. Sei saggi che celebrano la sua passione e la sua curiosità, che spaziano dalla critica d’arte alla storia dell’architettura, dall’indagine sociale all’arte contemporanea, e che rappresentano gli ampi spazi della cultura e della mente che Marta ha frequentato con profondità e competenza. -
La Città degli esclusi. Ediz. ampliata
Il modello-città, che ancor oggi attrae nelle aree urbane del pianeta un numero crescente di persone, continua a promettere integrazione ed emancipazione, pur avendo di fatto esaurito la propria capacità inclusiva. Pandemia e guerra hanno accresciuto a dismisura le disuguaglianze sociali. In tal modo, da luogo di scambi e convivenza dei diversi le città si trasformano in spazi chiusi, materialmente e simbolicamente riservati a determinate categorie di persone ""sicure"""", ma al tempo stesso attraversati dalla violenza di conflitti insanabili. Tra emergenze post-pandemiche e conseguenze della guerra, il dato nuovo su cui occorre riflettere è la comparsa di città senza cittadinanza. L'immaginario dell'esclusione che le domina sfocia in pericolose forme di miopia autodistruttiva, che il libro si propone di analizzare, denunciare e, nei limiti del possibile, contrastare."" -
Robert Hugh Benson: distopia e utopia nel romanzo cattolico
Qualche anno fa Papa Francesco ha consigliato la lettura de Il padrone del mondo, capolavoro di Robert Hugh Benson (1871-1914), favorendo così la riscoperta di un raffinato intellettuale inglese dei primi anni del Novecento e di un romanzo un tempo molto noto, oltre il quale, però, si cela una vasta produzione letteraria che spazia dai romanzi storici a quelli di carattere teologico e spirituale. Spaventato dall'apostasia e dalla secolarizzazione che vede avanzare nel mondo che lo circonda, che un umanitarismo privo di Dio avrebbe arrecato all'uomo e alla società. Lo studio presenta dunque, indagando il labile confine tra distopia e utopia, un'analisi del pensiero politico del sacerdote cattolico e della sua ostinata difesa dell'autonomia e della libertà dei singoli, soffermandosi su origini e contenuti dei principali scritti bensoniani e in particolare de Il padrone del mondo (1907) e de L'Alba di tutto (1911). -
Filosofia, psicologia e letteratura in Francia (1896-1897). «L'io dei morenti» di Victor Egger e «La psicologia del tubercoloso» di Paul Xilliez nel sanatorio di Leysi
Con un saggio di Luciano Mecacci. Questo volume - in cui si fa ampio uso di materiali inediti - è dedicato alla ricostruzione storica e teorica dei rapporti che intercorrono tra due figure chiave dell'ambiente accademico della Francia di fine Ottocento: Victor Egger (1848-1909) e il suo giovane allievo, Don Paul Xilliez (1868-1896). Il nucleo che viene preso in esame sulla scorta dei saggi introduttivi di Luciano Mecacci e di Riccardo Roni, riguarda le esperienze di premorte, ovvero quella «visione panoramica del morente» sulla quale si concentrano due fortunati articoli di Egger sull'Io dei morenti all'incrocio tra filosofia, psicologia e letteratura, pubblicati nel 1896 sulla Revue philosophique di Ribot. Entrambi i testi di Egger vengono presentati per la prima volta in traduzione italiana, seguiti dall'articolo postumo di Xilliez del 1897 sulla Psicologia del tubercoloso, dalla cui analisi emergono notevoli coincidenze con quanto Thomas Mann nei decenni successivi metterà a frutto nella Montagna magica. Ne fuoriesce uno studio storiografico e teorico che offre un contributo originale alla storia della filosofia e della psicologia, alla filosofia morale, fino ad aprire nuove linee di ricerca anche per la letteratura. -
Un dialogo su Santi Romano. Crisi, istituzione, tecniche
A un secolo di distanza dai suoi lavori più celebri, Santi Romano si lascia oggi riscoprire come sede di risorse concettuali e immaginative che vanno ben oltre l'ambito giuridico. Questo volume collettaneo, che del suo pensiero fa uno strumento di riflessione sul presente, imbastisce una fitta rete di interlocuzioni per trarre da esso strumenti utili a ripensare le attuali forme della politica e del diritto. Romano ha la statura del classico perché seppe offrire un linguaggio nuovo per i processi trasformativi del suo tempo. L'ipotesi che qui s'imbraccia è che tale capacità non solo rimanga immutata, ma sia persino più intensa e viva a riguardo della società contemporanea. -
Il lavoro come arte. 26 conversazioni
Il lavoro come arte. Ventisei conversazioni scandiscono l'itinerario di un viaggio lungo il percorso del lavoro professionale. Le domande escono dal perimetro dell'intervista per entrare nello spazio del dialogo dove la curiosità dell'autore che le pone è come generata in modo circolare dalle stesse risposte. Leggendo ci capita anche di riconoscere nella nostra sfera professionale i tratti distintivi e le possibilità di un lavoro che, sebbene svolto quotidianamente, può risultare unico ed irripetibile. Le professioni sono le più diverse ed ogni risposta alimenta ulteriori domande in un percorso che appassiona e suscita il desiderio dell'impegno per compiere quel gesto professionale in grado di catturare, come in un verso, un momento di infinito, o di affascinare, come in un affresco, con gli accordi cromatici che ne definiscono spazio e profondità. -
I colori dell'anima. Giuseppe Viviani (1898-1865). Ediz. illustrata
"Sono i colori dell'anima"""": così Giuseppe Viviani giustificava il magico accordo cromatico di un suo dipinto del 1941 (La zuppiera) tanto amato dall'amico Giuseppe Mesirca. Con poetica semplicità, l'artista spiegava tutto. Nella tavolozza del pittore come nella lastra dell'incisore, i suoi colori e i suoi segni affascinavano molti dei grandi intellettuali, conoscitori e collezionisti della prima metà del '900, da Sebastiano Timpanaro a Carlo Ludovico Ragghianti, da Enzo Carli a Giuseppe Mesirca, da Piero Chiara a Giovanni e Vanni Scheiwiller. E con gli occhi di oggi, i colori dell'anima sono ancora in grado di trasmettere emozioni tra le più intense alla contemporaneità. A distanza di oltre mezzo secolo dalle grandi mostre antologiche che Pisa tributava al maestro nel 1960 e nel 1966, e dopo la recente Segni con l'odore del mare dedicata alle incisioni, le sale del Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi tornano a presentare un'ampia selezione di dipinti, disegni e incisioni dell'artista pisano. Pittore di notevolissima originalità e straordinaria densità poetica, con Giorgio Morandi e Luigi Bartolini incisore tra i più apprezzati del '900 - e come l'incisore marchigiano anche scrittore e poeta - Giuseppe Viviani (1898-1965) ha popolato le sue opere di gelatai e biciclette, cani e cocomeri, monumenti in miniatura e foglie di fico, raccontando una malinconica, struggente periferia surreale e fiabesca. In un suggestivo percorso cronologico, con opere provenienti da collezioni pubbliche e private e di cui molte riscoperte e riproposte per l'occasione, la produzione dell'artista viene ricomposta attraverso i più significativi momenti espositivi che ne hanno accompagnato l'ampio successo internazionale." -
Scienza e metafisica in Descartes. Lezioni alla Sorbona
Esemplari per chiarezza e lucidità, le lezioni cartesiane pronunciate negli anni '50 alla Sorbona da Ferdinand Alquié si raccomandano ancor oggi come una preziosa introduzione alla complessa e stratificata opera dello scienziato-filosofo divenuto l'emblema del moderno in filosofia. Adottando metodicamente un'analisi genetica dell'opera cartesiana, Alquié con una puntuale ricognizione sui testi prova a risolvere la vexata quaestio del rapporto tra scienza e metafisica in Descartes, ricostruendo l'autentica avventura intellettuale del filosofo che, partito dal progetto di generalizzare ad ogni ambito la certezza rintracciata nelle matematiche, scopre l'imprescindibilità delle riflessione metafisica e approda a un risultato al contempo più modesto e più sublime. Più modesto, perché Descartes si convince che il nostro pensiero si rivela incapace di afferrare l'essenza dell'essere, più elevato perché proprio questa limitazione essenziale, che si esprimeva già nella teoria della creazione delle verità eterne, apre alla scoperta metafisica dell'uomo. Le lezioni di Alquié sono qui riproposte per i tipi di ETS nell'ambito della nuova collana di storia della filosofia. -
Francobolli per pianoforte
Musiche contemporanee toscane per far conoscere l'arte di compositori contemporanei toscani o operanti in Toscana. -
Thomas Hobbes. La religione e la coscienza
Negli ultimi anni la questione religiosa in Thomas Hobbes gode di un'attenzione crescente, imponendosi come uno tra i temi filosofici più enigmatici e affascinanti. Hobbes inaugura la grande stagione del soggetto moderno, un individuo non più sottomesso all'ordine metafisico della tradizione cristiana, che rivendica spazi d'azione sulla propria vita. Eppure, nel sistema hobbesiano Dio trova comunque il suo posto, un Dio a cui Hobbes non rinuncia, ma che tuttavia finisce col perdere rilevanza politica, sempre più lasciato ai luoghi interiori della fede. Ma nel nome di quel Dio gli esseri umani continuano a uccidersi, minacciando le fondamentali condizioni di esistenza di una pace duratura. Questo volume propone una lettura originale del pensiero religioso hobbesiano, attraverso l'esame della categoria morale della coscienza. Essa diventa così il terreno fecondo per sviluppare una prospettiva ermeneutica capace di gettar luce, dal punto di vista della filosofia hobbesiana, sulle problematiche più attuali riguardanti le questioni di coscienza e, più in generale, sul modo di regolare l'ingresso dell'elemento religioso nello spazio pubblico. -
Il coraggio dell'intelligenza: Mazzino Montinari
Le appassionate testimonianze di chi l’ha conosciuto, di chi ha con lui collaborato ma anche di chi lo ha studiato e letto ci mostrano Mazzino Montinari nell’intreccio della sua figura, della sfera del suo privato, con la vita pubblica dell’intero paese, in un’epoca in cui, più di oggi, la cultura, alla quale Montinari si era consacrato, sembrava rappresentare uno strumento irrinunciabile per comprendere la realtà e per agire su di essa. E così, decennio dopo decennio, di Mazzino Montinari viene ricostruita la storia, in quella che è una lezione ininterrotta, anche se interpretata da diverse voci. -
Teoria. Rivista di filosofia (2023). Ediz. bilingue. Vol. 1: Vulnerability. Environments and relations-Vulnerabilità. Ambienti e relazioni
Il tema della vulnerabilità accresce la sua importanza nel corso del Novecento e assume oggi un ruolo centrale sia nel dibattito filosofico che in quello pubblico. Se l'origine etimologica, dal latino vulnerabilis, «che può essere ferito», rimanda direttamente alla sfera corporea, il suo senso ha oggi subito un notevole ampliamento, interessando anche lo spazio psicologico, sociale e esistenziale, e rivelando il carattere intrinsecamente relazionale di questa nozione. Il presente fascicolo di «Teoria» vuole indagare questo concetto chiave del pensiero contemporaneo, da un punto di vista etico, concentrandosi sul suo ruolo nella definizione e nella promozione di nuove modalità di agire individuale e comunitario nei confronti degli altri esseri umani e del nostro ambiente. -
I pipistrelli
"Mi fanno male tutti i tempi che furono, mi fa male che questo sarà un tempo che fu. Mi fa male il vento."""""