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Ingegno Vico. Saggi estetici
Muovendosi tra adesione e «profanazione» al testo vichiano, i saggi estetici qui presentati si aggirano tra le mille pieghe dell'opera vichiana cercando di penetrarne i motivi trascurati e rimossi, per provare a pensare quanto la tradizione ha lasciato di impensato e far sì che il suo pensiero agisca qui e ora, nel nostro presente. Questi saggi cercano di delineare l'immagine di un grande pensatore poliedrico che si presenta, al tempo stesso, come un finissimo teorico del corpo, come il segreto «scopritore» dell'estetica moderna, come un grande pensatore barocco e come l'occulto ispiratore di quelli che oggi si chiamano «studi culturali». La novità principale del libro consiste nello sguardo attualizzante dell'interpretazione, nella possibilità di rileggere in maniera disincantata alcuni motivi ignorati e dismessi del pensiero vichiano per farli risuonare, a distanza, nell'orizzonte attuale della riflessione. -
«Riguardo alla musica ed alle ristrette facoltà di quella». Il pensiero di Giuseppe Baretti
Osservatore arguto della vita culturale del suo tempo, prima ancora che critico e sapido scrittore, lessicografo e lessicologo, traduttore, docente di Italiano e altro, Giuseppe Baretti (Torino, 1719 - Londra, 1789) lascia una interessante e significativa serie di considerazioni sulla musica, arte che coltivò in prima persona con discreta voce di basso. In particolare, in questo nuovo volume promosso dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni barettiane, sono affrontati i tanti ambiti dell'arte musicale – dalla sociologia e dall'antropologia all'organologia, dalle riflessioni sulla riforma del teatro d'opera sino a questioni architettoniche – cui l'autore si appassionò, e meglio profilati anche musicisti, noti o finora sconosciuti, con cui intrattenne relazioni. Emerge così un ritratto inedito del fantasioso letterato e intellettuale piemontese, attivamente partecipe del dibattito artistico-musicale del Settecento e privilegiato commentatore in quanto ricettivo delle querelles europee, ma anche quello di un'epoca piena di fermenti che Baretti visse intensamente e che contribuì ad arricchire. -
Dante: la parola dell'esilio, l'esilio della parola
Diviso in cinque capitoli e una introduzione, il libro pone l’esperienza dell’esilio nella fase genetica della letteratura dantesca posteriore al 1302, compresi i trattati e l’epistolario, e riconosce allo status di esule del poeta la funzione di acceleratore del processo inventivo-esecutivo della Commedia. Come suggerisce la struttura chiastica del titolo, alla doppia natura, immanente e trascendente, dell’itinerario rappresentato nel «poema sacro» corrisponde il doppio viaggio, del personaggio e della parola. L’effetto sul piano poematico è doppio: da una parte, la ricchissima affabulazione con la quale, per lettera o per traslato o per senhal, si rappresenta la storia dell’Io e dell’intera umanità; dall’altra il paradosso della parola che si nega e che, negandosi, rivela la sua tragica prossimità all’Ineffabile.Giuseppe Chiecchi, già professore dell’Università di Verona, si è occupato prevalentemente di Letteratura italiana dal Duecento al Cinquecento, in particolare di Dante e di Boccaccio, del genere consolatorio nel Medioevo e nell’Umanesimo, degli studi filologici e linguistici di Vincenzio Borghini, della letteratura de thermis nei secoli XV e XVI. -
Nuova rivista di letteratura italiana (2022). Vol. 1
Donato Albanzani e la giunta al De mulieribus claris tra latino e volgare. Edizione e commento dei testi a partire da nuovi testimoni Giacomo Puccini e Dante: intorno a Gianni Schicchi Giuseppe Guarracino, Folengo, o dell’ambivalenza. In margine a due pubblicazioni folenghiane -
Europa trasfigurata. Per una filosofia della potenza tra Nietzsche e Guardini
Viviamo in un’epoca in cui l’idea di potenza è aborrita, identificata al male e alla violenza. Potenza e dominio costituiscono il cuore del mondo di ieri, contro il quale le istanze radicali del nostro tempo lottano per far valere una cultura anarchica delle differenze secondo la logica del rovesciamento, per cui solo «capovolgendo le forme della vecchia società» (Nietzsche) l’umanità sarà finalmente capace di muovere dei passi concreti verso una Terra senza il male. Al centro di questo sovvertimento sta l’Europa, come portatrice del valore universale del logos, esso stesso nient’altro che la forma originaria del dominio. Ma agli occhi di un pensiero inattuale, qual è quello di Nietzsche e Guardini, negare la potenza significa disseccare le sorgenti stesse della vita. Di più: è un progetto impossibile. Occorre invece liberare il potere trasfigurante insito nella vita stessa, seguendo la logica di opposizione polare che la pervade, fino alle sue estreme possibilità. «Europa» è appunto il nome di questo tentativo.Carlo Chiurco (Trieste, 1971) è professore associato di filosofia morale all’Università di Verona, dove dirige le attività del Centro “EThoS” relative ai temi bioetici. È autore di numerosi studi sull’ultimo Nietzsche, di etica del riconoscimento, di filosofia della persona negli ambiti della bioetica. -
La nominazione di dotti, filosofi, medici e sapienti nelle commedie di Molière
Con questo volume l'autore ha voluto, se non proprio colmare una lacuna, almeno intraprendere un percorso d'analisi ancora poco frequentato dagli studi sul grande commediografo francese del Seicento: quelli che riguardano l'aspetto specifico dell'onomaturgia. In questa prospettiva Giorgio Sale ha proposto di indagare una categoria definita di entità finzionali presenti in gran numero nell'opera di Molière: i pedanti, declinati nelle loro varie manifestazioni caricaturali (dotti, filosofi, preziose, saccenti, eruditi, poeti e letterati, medici, uomini di legge). Si tratta di una specifica tipologia di personaggi già ampiamente codificata dalla tradizione letteraria precedente, ma che il drammaturgo riutilizza abilmente, rinnovandola anche grazie alle originali invenzioni onomaturgiche dalle molteplici implicazioni referenziali, culturali e ideologiche. Il saggio indaga il dato onimico di questa categoria di individui finzionali come oggetto critico-interpretativo specifico. L'autore è, infatti, profondamente convinto che gli onimi che designano i pedanti nelle opere di Molière si pongano come fondamentali elementi significanti, che spesso attribuiscono senso in modo diverso o con diversa gradazione di intensità rispetto alle altre sequenze del testo. A volte essi costituiscono veri e propri snodi strategici, capaci, per le loro sonorità, per le loro facoltà espressive intrinseche o per le connessioni che suggeriscono, di aprire ulteriori dinamiche testuali e altri percorsi di ricezione, svelando o attivando in tal modo una proliferazione di letture possibili. Nelle commedie del grande drammaturgo francese, dove i pedanti sono spesso pesantemente connotati con un visibile scarto differenziale rispetto agli altri personaggi, le scelte onomaturgiche costituiscono indizi testuali macroscopici delle prese di posizione ideologiche dell'autore. Esse suggeriscono il suo posizionamento rispetto ai temi sui quali egli crea una profonda complicità d'intenti con il pubblico. I destinatari privilegiati, infatti, erano perfettamente in grado di decodificare anche le articolate costruzioni onimiche multireferenzali, per trarne piacere e divertimento, certo, ma anche per cogliere i riferimenti ai fenomeni culturali di più stretta attualità e gli importanti risvolti concettuali che quelle scelte celano e svelano a un tempo a uno spettatore e a un lettore accorto. -
Trattato sulla libertà. Ediz. bilingue
Personaggio multiforme, Fontenelle, brillante frequentatore di salotti mondani e membro fra i più eruditi dell'Académie des sciences, di cui nel 1688 divenne segretario perpetuo; capace, altrettanto, di elaborare teorie filosofiche quale quella che qui presentiamo, contro gli equivoci che si celano dietro la difesa del libero arbitrio. -
Simmel studies. New series (2022). Vol. 1
ContentsVincenzo Mele, A Tribute to Alessandro Dal Lago, p. 9Alessandro Dal Lago, Simmel, our Contemporary, p. 17Vincenzo Mele, The Adventurer and the Hunter. Simmel and Benjamin on Critique and Experience, p. 49Donato Cocozza, On Simmel’s Financial Aristocrat: from The Philosophy of Money to its Contemporary Actualisation, p. 81Gregor Fitzi, The Heuristic Significance of Art Sociology, p. 107Reviews, p. 133Authors, p. 149 -
Print and digital remediations of the Shakespearean text. A hermeticus of reading from the First Folio to the web
Drawing on a broad theoretical framework, embracing the History of the Book, Text Technologies and Digital Humanities in their intersections with Shakespeare Textual Studies, this volume examines how medium-specific forms of textual transmission and editorial mediation shape the reader’s possibilities of understanding and engaging with the playwright’s works, with important hermeneutic implications. Considering a wide range of case studies, the volume shows how digital media go far beyond reconceptualising print-based ways of accessing, visualising and studying Shakespeare. Indeed, by defamiliarising and ‘remediating’ the rhetoric of the mise en page in increasingly interactive environments, digital media also enhance our awareness of how print-inflected categories have impinged on our understanding of Shakespeare and early modern drama for more than four centuries.Alessandra Squeo is Associate Professor of English Literature at the University of Bari. Her main research interests include Shakespeare and Early Modern Drama, with a focus on the intersections between literary and economic discourses, Victorian Literature and Culture, and Digital Humanities methodologies in early modern textual studies and editorial practice. -
Integrazioni sonore. Musica, parola, società
Questa pubblicazione contiene articoli di approfondimento musicologico da parte dei professori Rossella Marisi e Matteo Patavino, nonché una partitura inedita del M° Piero Niro, commissionati loro dal Conservatorio di Musica “Lorenzo Perosi” di Campobasso, e che rappresentano parte del contributo che l’Istituto ha dato (unitamente a conferenze e concerti), al progetto europeo EArPieCe - Encoding and Analysing Popular music. Sono stati analizzati i repertori di musica popolare in Italia, Albania e Montenegro per valorizzarne le peculiarità territoriali e le tradizioni comuni. Attraverso lo studio interculturale delle musiche popolari di diverse epoche, nei tre Paesi di cooperazione si è cercato di scoprire eventuali somiglianze e relazioni delle culture dei territori coinvolti (quello molisano per il Conservatorio di Campobasso), utilizzando il materiale elaborato come base di una nuova produzione musicale. -
Opus agriculturae. Volgarizzamento fiorentino trecentesco (II). Ediz. critica
L'Opus agriculturae di Palladio Rutilio Tauro Emiliano, trattato latino in tredici libri composto verosimilmente tra il 372 e il 455 d.C., conobbe nel Medioevo una fortuna vastissima, testimoniata dalla sua cospicua tradizione manoscritta, dalle numerose citazioni in opere di autori di primo rilievo (Isidoro di Siviglia, Vincenzo di Beauvais, Egidio Romano, Brunetto Latini) e da un nucleo considerevole di traduzioni. Fra queste, si segnalano tre volgarizzamenti toscani realizzati entro la prima metà del Trecento, siglati, in ordine di scoperta, I, II e III. Il volume propone la prima edizione critica commentata del volgarizzamento II, linguisticamente ascrivibile all'area fiorentina e il cui testimone più antico risale agli anni 1330-1350. Il testo, trasmesso da cinque manoscritti, ha conosciuto una certa fortuna negli studi sui volgarizzamenti, principalmente per l'ipotetica attribuzione al notaio fiorentino Andrea Lancia, basata sulla presenza della sigla «A.L» nell'explicit di due testimoni. Nell'Introduzione si dà conto della storia degli studi sul trattato di Palladio e sui volgarizzamenti toscani, si mostra l'affinità tra i volgarizzamenti I e II e una particolare famiglia di codici latini dell'Opus agriculturae (denominata Pr) e si esaminano alcune questioni ancora aperte, in particolare i possibili rapporti fra il volgarizzamento II e quello, siglato I, edito dall'abate Zanotti nel 1810. Nella Nota al testo si fornisce la descrizione codicologica dei testimoni manoscritti di II, si illustra la ricostruzione stemmatica della tradizione attraverso la discussione dei loci critici, si offre un'analisi della lingua del manoscritto posto a base dell'edizione, si presentano i problemi filologici relativi alle rubriche del testo e si espongono i criteri editoriali. L'edizione critica del volgarizzamento è corredata da un commento puntuale, che si focalizza sui rapporti con la fonte latina, sugli usi traduttivi del volgarizzatore e sul trattamento del lessico tecnico, con verifiche mirate estese agli altri due volgarizzamenti toscani dell'Opus agriculturae. Chiudono il volume l'indice delle voci commentate – che fornisce, per ogni lessema trattato, il dettaglio delle forme latine corrispondenti –, e gli indici dei nomi e dei manoscritti. -
Giuseppe Baretti e l'umorismo
La vena giocosa spicca tra le molte qualità dello scrittore Giuseppe Baretti (1719-1789). Formatosi in Piemonte e vissuto a lungo a Londra, Baretti ha saputo porre in una proficua tensione critica la tradizione italiana del comico con lo humour caro alla cultura inglese, dando così un contributo fondamentale alla messa a fuoco teoretica dei caratteri dell’Umorismo nella sua orditura complessa. Fra i creatori, se non creatore stesso, della moderna caricatura letteraria, Baretti diventerà uno dei punti di riferimento formale della scrittura comico-umoristica otto-novecentesca, a partire da Carlo Collodi, che lo assumerà come maestro di stile. Questo volume raccoglie gli atti del convegno internazionale tenutosi il 21 aprile 2021 e organizzato dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Tricentenario della Nascita di Giuseppe Baretti, che è stato istituito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con D. M. n. 26 del 30-01-2019, su istanza del CISESG-Centro Internazionale di Studi Europei Sirio Giannini di Seravezza. Baretti è qui analizzato sotto diverse sfaccettature: osservatore satirico dei costumi di un popolo nei libri di viaggio; poeta burlesco e affilato critico letterario in grado di pensare e padroneggiare svariati registri dell’ironia e della satira; arguto polemista in difesa della cultura italiana dai giudizi negativi d’oltremanica; addirittura, anticipatore di esiti della linguistica situazionale contemporanea. Si profila così il ritratto di un interprete originale della tradizione dell’Umorismo ripresa con consapevolezza in un momento cruciale della coscienza europea. -
Verso una nuova politica globale? Una critica alla competitività e ai suoi disastri
Le tante e diverse crisi che la globalizzazione sperimenta, improntate dai caratteri che essa determina, fanno mettere in discussione l’idea di progresso che ha reso le società materialiste del nostro tempo incapaci di reagire efficacemente ai problemi che loro stesse suscitano, ed è con preoccupazione e diffidenza che si guarda all’attività internazionale degli Stati che non riescono a garantire stabilità e pace. -
I due volti della modernità. Concetti e figure della filosofia politica
La modernità politica ha i suoi specifici concetti, come «razionalismo», «secolarizzazione», «cittadinanza», «statualità», e le sue grandi figure, come Machiavelli, Rousseau, Kant, Hegel e Weber. Assieme, concetti e figure delineano una prospettiva complessa del moderno, che allo spirito emancipatorio dell’illuminismo affianca pulsioni volte al dominio del mondo. Il «doppio volto» della modernità è la cifra con la quale oggi è necessario vagliare princìpi e valori della teoria politica. -
Valentina Cortese. Un breve secolo (1923-2023)
Ripercorrere oggi la vita e le interpretazioni – per il cinema, il teatro e la televisione – di Valentina Cortese, nell'occasione dei cento anni dalla nascita e a tre anni dalla scomparsa, presenta più di un motivo di interesse. Prima di tutto perché Valentina è stata senza dubbio l'ultima ""diva"""" della scena italiana; dopo il suo ritiro nessun'altra attrice ha raggiunto il suo carisma, la sua capacità di essere sempre, quando era presente, al centro dell'attenzione e dell'ammirazione, senza contare la ricchezza e la duttilità interpretative che la pongono ai primi posti anche come maestria. Ma Valentina ci incuriosisce anche perché la sua vita, iniziata in condizioni a dir poco disagiate, ha subito tali e tanti cambiamenti, o meglio ribaltamenti, da renderne quasi fantastico e non credibile il racconto. Infine perché la sua carriera, avendo seguito inevitabilmente l'ondivago percorso dell'esistenza, ne risulta inestricabilmente intrecciata, ricca sempre di nuove esaltanti e appaganti esperienze interpretative."" -
Studi lockiani. Ricerche sull'età moderna (2022). Vol. 3
Indice Table of contentsBrunello Lotti and Paola Rumore, Introduction. Locke and the Enlightenment, p. 7ArticlesPeter R. Anstey, Locke and French Enlightenment Histories of Philosophy, p. 15Paolo Quintili, Locke e il ‘Lockianesimo’ nell’Encyclopédie. Confronti e intersezioni, p. 41Ruggero Sciuto, Bringing together the Essay and the Second Treatise: d’Holbach interpreter of Locke, p. 61Anthony McKenna and Gianluca Mori, A short history of Locke’s “superaddition”: from Father Mersenne to Voltaire, p. 87Raffaele Russo, I lockiani di Cambridge e le origini dell’utilitarismo, p. 119Udo Thiel, Locke in Göttingen, p. 151Giuliana Di Biase, Francesco Soave critic of John Locke’s Essay, p. 179Hanna Szabelska, The Lockean Heritage in Jan Śniadecki’s Experimental Philosophy and its Reception, p. 197Elena Muceni, Pétrir les hommes des Lumières: un siècle de traductions de Some Thoughts Concerning Education, p. 235Charles T. Wolfe, Rethinking early modern empiricism: the case of Locke, p. 281ReviewsBrunello Lotti, recensione di Jessica Gordon-Roth, Shelley Weinberg (eds.), The Lockean Mind, Routledge, New York-London 2022, 620 pp. 307Davide Poggi, recensione di Ruth Boeker, Locke on Persons and Personal Identity, Oxford University Press, Oxford 2021, 303 pp. 313 -
Pensiero divino, anime umane. L'aristotelismo di Temistio e la filosofia pre-moderna
Fra i problemi perenni dell'aristotelismo sta la teoria dell'intelletto, che dall'antichità ad oggi continua ad essere oggetto di dibattito. Come un organismo vivente, l'aristotelismo ha subito molte modifiche e così anche l'interpretazione della dottrina dell'anima. Un retore filosofo del IV secolo, Temistio, ne ha elaborata una così longeva da raggiungere la Spagna musulmana del XII secolo e l'Europa latina del XIII. Per Averroè e per Tommaso d'Aquino, in modi diversi, Temistio è una voce autorevole nella comprensione del De Anima di Aristotele. Questo libro descrive la posizione di Temistio e mette in luce la forza di suggestione dei suoi contenuti. Ne emerge un pensiero vivo, che proprio nel confronto con la riflessione medievale rivela il suo carattere peculiare: è leggendo il De Anima con le soluzioni di Plotino a portata di mano che Temistio ha costruito la propria alternativa alla noetica del più grande maestro della storia dell'aristotelismo greco, Alessandro di Afrodisia. Poiché questo libro verte sulla recezione medievale di Temistio almeno tanto quanto su Temistio stesso, è corredato dalla prima traduzione della versione araba della parafrasi (relativamente alla dottrina dell'intelletto) e dalla traduzione di una tra le parti del Commento grande di Averroè sul De Anima in cui il debito verso Temistio è più evidente. Questo segmento della storia dell'aristotelismo fornisce elementi utili all'analisi di un tema filosofico sempre aperto: lo statuto della facoltà intellettiva. -
L'inconscio al volo. Conversazioni e altri testi
Come l'inconscio si significa al volo [à demi-mot], occorre anche rispondere al soggetto al volo [à demi-mot], ciò non è senza risonanze con questa frase di Montaigne «La parola è per metà di colui che parla, per metà di colui che l'ascolta». Queste conversazioni con Moustapha Safouan si sono svolte per diversi anni e s'inscrivono in un percorso in cui vengono affrontate la storia della psicanalisi, la questione della sua trasmissione e quella del desiderio dell'analista, l'evoluzione delle strutture famigliari e l'ideologia individualista, l'attualità del disagio nella civiltà e la clinica contemporanea. Dalla questione che ha fatto rilancio per lui, «cosa diviene il padre alla fine di un'analisi?», Moustapha Safouan giunge a quest'altra, che riguarda la nostra epoca: il padre è divenuto un oggetto parziale? «L'avvenire della psicanalisi sta nella sua capacità di contribuire all'intelligenza della nostra epoca e alle metamorfosi dell'Eros, invece che sollevare grida di allarme. E sembra necessario che lei si doti dei mezzi richiesti». È in questo spirito che tale interrogativo si è aperto. Con i contributi di Dolorès Frau-Frérot e Fabrice Liégard. -
Commedia acrostici
Dante Alighieri non ha lasciato autografi: niente si è salvato del modo in cui ha messo sulla pagina i suoi testi. Ma Dante ha sempre lavorato con la forma delle parole, su molteplici scale di grandezza. Anche nel primo anniversario della morte di Beatrice (1291) disegna angeli e scrive un sonetto che ha due prime quartine, figura metrica strana che si lega per virtù di forma al disegno raccontato. Riverbero o ombra ultima della Trinità, trent’anni dopo, nel trentatreesimo canto del Paradiso è la perfezione enigmatica dell’immagine «iri da iri»: in rima, forma fonetica, cromatica, iconica e grafica. Certamente IRI è inventato da Dante: parola polisemica, adamica e mitologica, specchio simmetrico di sé stessa, proiettato sulla riga del verso con una rotazione virtuale.Questa edizione della Commedia recupera solo uno dei molti aspetti grafici che hanno un senso anche per gli occhi: gli ACROSTICI delle lettere maiuscole di terzina. -
L'estetica pragmatista in dialogo. Tradizioni, confronti, prospettive
I contributi di cui si compone questo volume, nella loro varietà metodologica e tematica, vogliono essere testimonianza della ricchezza e della varietà dei dialoghi che l’estetica pragmatista è in grado di tessere. I saggi si ordinano secondo tre possibili significati di dialogo: dialogo come tradizione, cioè come analisi dell’humus filosofico da cui sorge la tradizione pragmatista; dialogo come confronto, cioè come indagine sulle trame che il pragmatismo può tessere con altri stili di pensiero (fenomenologia, ermeneutica, teoria critica); dialogo come prospettiva, cioè come esplorazione delle risorse che il pragmatismo, in dialogo con altri modi di pensiero, può offrire ad alcune tra le domande estetiche più pressanti del mondo contemporaneo (Bildwissenschaft, estetica ecologica, ridefinizione dell’estetica).Nicola Ramazzotto è dottorando presso il consorzio Pisa-Firenze con un progetto sul pensiero estetico di Heidegger e Dewey. I suoi interessi riguardano l’estetica classica tedesca, il pragmatismo, la critica dell’idealismo (Kierkegaard e Jacobi) e la critica della metafisica. Su questi temi ha pubblicato in volumi e riviste nazionali e internazionali.