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Le tragedie umoristiche di Pasolini ed altre eresie
Dal riso popolare di Totò e dalle gag di Chaplin all’umorismo come strumento alienante della borghesia: la comicità attraversa l’opera di Pasolini, seguendo evoluzioni imprevedibili, fino a condizionare fortemente le sue tragedie e l’opera del suo ultimo decennio. L’umorismo nelle tragedie e nell’opera di Pasolini è una delle eresie contenute in questo volume, in cui il suo teatro, in stretta relazione con la poesia, il cinema e la scrittura, è riletto con uno sguardo originale, mettendo in evidenza elementi come la visionarietà che sta alla base del dramma Nel ’46! e il queer che attraversa diverse opere fino a Petrolio, o parentele con autori come Copi, Scaldati e Mishima. -
Il dolce. Una relazione estetica
Questo libro - che rappresenta una novità assoluta, in quanto prima monografia filosofica dedicata all'argomento - tratta delle nozioni di dolce e di dolcezza nella loro complessità sensibile, simbolica e culturale, interpretate secondo l'approccio dell'estetica relazionale. Il gusto dolce appare dunque nella sua ricchezza percettiva ed espressiva, irriducibile a ogni semplificazione naturalista o culturalista. L'ontologia del dolce sfuma nella sua effettualità: piacere e stordimento, nausea e desiderio, materialità e metafora. Il lavoro è composto da tre parti: nella prima si approfondiscono gli ambiti di pertinenza del dolce/della dolcezza, dalla fisiologia alla letteratura; nella seconda, si discute il rapporto con la sfera dell'arte e dei simboli; nella terza, infine, si presentano le implicazioni etiche della dolcezza attraverso il ruolo peculiare dello zucchero nelle dinamiche contemporanee. Il filosofo, dunque, ma anche il gastronomo o il semplice appassionato di dolci potranno riscoprire in queste pagine le complessità, ma anche le ambiguità e le potenzialità del gusto (solo) apparentemente più semplice. -
Mostre d'arte e cultura straniera a Firenze nella prima metà del Novecento
Con un taglio non solo storico-artistico, ma rivolto anche all’editoria e all’antropologia, il volume affronta il variegato tema delle esposizioni d’arte e cultura straniera a Firenze nella prima metà del Novecento. La città del giglio, scelta come luogo di studio e di residenza da molti forestieri, vide fiorire singole e collettive mostre di una generazione di artisti, come il belga Henry De Groux e il tedesco Karl Hofer, che con le loro opere riflettono la ricezione dei nuovi linguaggi d’avanguardia nei primi decenni del XX secolo. Sono stati scelti alcuni punti di osservazione privilegiati, quali la produzione a stampa esposta al padiglione della Polonia nella Prima Fiera Internazionale del Libro del 1922 e gli studi antropologici svolti nelle colonie italiane e resi noti con la Mostra dell’Etiopia italiana del 1936, fortemente voluta dal regime fascista. Si prosegue poi con un affondo su due mostre d’ampio respiro dedicate all’arte francese a Palazzo Pitti nel 1945 e a quella fiamminga e olandese a Palazzo Strozzi nel 1947 che permettono di misurare la rivalutazione storico-artistica di queste grandi scuole pittoriche e far conoscere, per la prima volta, la presenza cospicua in Italia di opere di questi maestri nelle collezioni pubbliche e private. Il volume si chiude con la mostra romana de ""Gli antichi pittori spagnoli del 1930"""" su cui divampò una violenta polemica che indusse Alessandro Contini Bonacossi e Roberto Longhi, promotori dell’impresa, a riparare a Firenze."" -
Un cardellino curioso alla scoperta dell'Orto botanico di Pisa. La parte moderna
Che cosa fa un piccolo cardellino in giroper l’Orto Botanico di Pisa? Una mattina di primavera,appena uscito dal nido, si trova alleprese con un mondo ancora tuttoda scoprire: saranno proprio le piantedell’Orto ad aiutarlo nellasua esplorazione, attraversoi loro racconti e le loro storie. -
Ombra
In questo romanzo l’eterno conflitto genitori-figli assume dimensioni tragiche, e l’unica via di salvezza per i due giovani protagonisti rimane solamente la fuga verso una nuova vita, alla ricerca di una propria identità. -
Oltre la macchia. Incisioni di Giovanni Fattori. Ediz. illustrata
Nel 1883 Giovanni Fattori, ormai lontano dalla gloriosa stagione della “macchia”, inaugura pubblicamente la propria attività di incisore con la grande lastra della Carica di cavalleria. Da questo momento, per un quarto di secolo, si distende la straordinaria produzione grafica che impegna in modo sempre più appassionato il grande artista livornese: si tratta di un impressionante corpus di oltre duecento acqueforti, in grado di collocare Fattori ai vertici assoluti della storia della grafica europea. I soggetti proposti nelle acqueforti toccano praticamente tutti i temi e i generi in cui si era distesa la creatività pittorica fattoriana: le strade assolate, percorse da solitari soldati a cavallo, il primigenio paesaggio maremmano, i deserti sentieri di campagna, dove i contadini tornano stancamente dal lavoro, il mondo degli umili ma nobilissimi animali agresti, la vita dei campi, incarnata nelle monumentali figure di boscaiole e gabbrigiane fissate in pose di primordiale monumentalità, il mondo dei vinti e degli emarginati, rappresentati con totale condivisione per la grama esistenza delle classi subalterne. Solo dopo la morte di Fattori ci si cominciò a rendere conto che, se Fattori era stato grande nella pittura, doveva essere considerato sommo nell’incisione: nel 1984 Roberto Tasi poteva così affermare che “ci accorgiamo allora che questa impresa grafica è l’episodio più potente, moderno e originale di tutto l’Ottocento italiano, degno di una competizione e di una collocazione europee”. Le trenta acqueforti presentate, conservate presso il Museo della Grafica di Pisa e parte della splendida raccolta di Sebastiano Timpanaro, storico della scienza e collezionista d’arte, sono in grado di suggerire al visitatore i motivi per cui i più grandi incisori italiani del Novecento hanno amato, studiato e liberamente rievocato nelle loro opere le infinite suggestioni trasmesse dalle mirabili incisioni fattoriane. -
Religione e politica. Paradigmi, alleanze, conflitti
In quali forme si è declinato il rapporto tra religione e politica nella riflessione filosofica? E qual è la natura di questo rapporto? La spiegazione del senso di queste domande e alcuni tentativi di risposta si possono individuare nei principali autori della storia del pensiero. Questa raccolta di saggi si propone di porre in luce le forme di convergenza e conflitto tra la sfera politica e quella religiosa nel corso della storia della filosofia. Questa panoramica prende le mosse dal pensiero antico e medievale (Platone, Al-Farabi e Mosè Maimonide), per poi passare alla Modernità con Machiavelli, Hobbes, Spinoza e Kant e concludere con Marx, Carl Schmitt, Simone Weil, Claude Lefort e Marcel Gauchet. La finalità è duplice: una di ordine storico-filosofico di cogliere i paradigmi teorici del legame tra teologico e politico, l’altra – più strettamente teoretica – di cogliere il nesso di alleanza o conflitto che stringe questi due poli. I saggi qui raccolti sono stati scritti da dottorandi, giovani ricercatori e docenti. Il volume dunque si presenta come il risultato del confronto e della collaborazioni attiva tra giovani studiosi e alcuni tra i massimi esperti della disciplina. -
Cultura antropologica e società post-neoliberale
I saggi proposti in questo volume intendono percorrere le vie possibili di un'antropologia e di una filosofia dell'avvenire (come il convivialismo) che possano contrastare l'imbarbarimento del nostro presente. L'espansione della modernità si è ormai scontrata con il limite di sostenibilità del pianeta, ma soprattutto con le possibilità di sopravvivenza dell'intero genere umano, come ha mostrato la pandemia del Covid-19. L'intreccio indistricabile tra regimi politici ed espansione capitalistica potenzialmente illimitata spiega le odierne vicende sul teatro geopolitico internazionale, caratterizzato da una lotta di egemonie tra gli Stati-potenza all'interno di un medesimo spazio omogeneo tendente a sostituire al governo della legge la logica del mercato. In questo quadro, il ritorno della guerra tra opposti imperialismi appare l'alternativa inevitabile alla mancata volontà di instaurare una coesistenza pacifica fondata su un ordine mondiale policentrico e multilaterale. Da qui l'urgenza di elaborare una cultura antropologica capace di costruire una civiltà planetaria in cui, come auspicava Marcel Mauss, ci si possa ""contrapporre senza massacrarci, e «darsi» senza sacrificarci l'un l'altro"""", e al contempo avviare una trasformazione profonda del modo di produzione e delle forme di vita, tali da delineare il passaggio ad una società post-neoliberale."" -
La franchezza delle donne. Due intermezzi di Tommaso Mariani per Siface. Napoli, Teatro di San Bartolomeo, 1734
SOMMARIOIntroduzione VIIFonti dell’edizione XIIICriteri dell’edizione XVIILibretto XXIOrganico e personaggi XXXILa franchezza delle donneIntermezzo primoAria di Sempronio «Burleme, sì burleme», p. 3Recitativo «Non comparisce ancor. Bella invenzione», p. 6Aria di Sempronio «Brusar per ti me sento», p. 9Recitativo «Vu sé restà de saso!», p. 14Aria di Lesbina «La troppa confidenza», p. 21Recitativo «Io perdo il senno; essa di più ha ragione», p. 28Duetto di Lesbina e Sempronio «Deh placati, o caro», p. 30Intermezzo secondoAria di Sempronio «Oh vardé che tentazion!», p. 42Recitativo «In grazia, signor giudice», p. 44Aria di Lesbina «Per questa bianca mano», p. 50Recitativo «Ve compatisso, cara», p. 57Aria di Sempronio «Questo a me! poter di Bacco!», p. 61Recitativo «Minacci ancora! Or senti: o in questo punto», p. 67Duetto di Lesbina e Sempronio «Dolce sposo / Moglie cara», p. 70[Furlana], p. 79Apparato critico 81 -
Xavier de Maistre, via della provvidenza. Proposta per un percorso di lettura
Le Œuvres complètes di Xavier de Maistre (1763-1852) comprendono testi assai diversi tra loro: l’eccentrico Voyage autour de ma chambre (seguito dall’Expédition nocturne), il commovente Lépreux de la cité d’Aoste e due racconti ambientati in Russia (La Jeune sibérienne e Les Prisonniers du Caucase). Il denominatore comune di questo corpus così eterogeneo, pur nella sua modesta estensione, è rappresentato dalla presenza di tematiche religiose che lo scrittore affronta, da credente, con spirito critico e onestà intellettuale. L’importanza di questa dimensione e la sua complessità sono messe in rilievo anche grazie a un utile confronto intertestuale con Giacomo Leopardi e Alessandro Manzoni.Vittorio Fortunati insegna la letteratura francese presso l’Università di Pavia. Si è occupato a lungo del Grand Siècle, concentrandosi sul genere burlesco (Burlesco, teatralità e galanteria nelle opere in prosa di Scarron, Bulzoni 2011) e sul romanzo epistolare (Guilleragues autore epistolare, New Press 1999). Più recentemente si è dedicato al Tournant des Lumières, in particolare agli autori controrivoluzionari (Sénac de Meilhan fra passato e futuro, ETS 2007). Ha pubblicato inoltre articoli all’opera di Marguerite Yourcenar. -
Storici del diritto allo specchio. Sei racconti contemporanei
Dalla fine dell’Ottocento gli storici del diritto dispongono di molti strumenti per confrontarsi, specialmente a livello continentale, con i colleghi della disciplina (soggiorni di studio, collaborazioni a riviste, convegni, recensioni). Questo libro raccoglie sei saggi di storici del diritto europei – Pio Caroni (Svizzera), Wilhelm Brauneder (Austria), Joachim Rückert (Germania), Italo Birocchi (Italia), Carlos Petit (Spagna), Jean-Louis Halpérin (Francia) – che si sono formati nei decenni successivi alla guerra e che qui raccontano liberamente la propria interpretazione della storia del diritto del rispettivo Paese come individualmente vissuta. I testi raccolti non hanno alcuna pretesa di rappresentatività e hanno invece carattere assolutamente personale. La disomogeneità è, se non voluta, almeno prevista in partenza: diverse sono le sensibilità, differenti gli ordinamenti e le culture specifiche in cui le varie storie si sono svolte sicché le singole testimonianze – ed è una fortuna – non sono fatte a ricalco l’una dell’altra. Ma il lettore troverà anche tanti problemi comuni e una certa aria di famiglia come in un tessuto multicolore fatto di fili che si intrecciano. Si passano in rassegna e si incrociano maestri, scuole, curricula, indirizzi storiografici che hanno segnato la cultura europea.Lungi dal voler proporre un’azione nostalgica e ancor meno suggerire che la storiografia giuridica di quel passato fosse di più alta levatura di quella odierna, il libro intende riaffermare il valore della memoria e del confronto per comprendere la cultura di oggi.Italo Birocchi è stato professore di diritto medievale e moderno nelle Università di Cagliari (1985-1993) e di Roma La Sapienza (1993- 2019). Si è occupato di vari istituti giuridici del diritto privato (proprietà, contratto), di storia istituzionale (la “Carta autonomistica” della Sardegna) e di storia della cultura giuridica moderna e contemporanea.Pio Caroni è stato professore di storia del diritto e diritto privato svizzero presso l’Università di Berna (1971-2003), ove ha svolto anche le funzioni di decano della Facoltà giuridica (1973- 1974) e di rettore (1988-1989). Dal 2003 è emerito. Si è occupato di diritto privato cantonale e federale, del diritto commerciale, di codici e delle modalità di codificazione, di Savigny e della scuola storica, oltre che di teoria giuridica. -
Il giurista pisano Pio dal Borgo e le «Memorie istoriche» dell'Ordine di Santo Stefano
Il patrizio pisano Pio dal Borgo (1707-1785) fu un personaggio di notevole spicco nella vita culturale e politico-amministrativa del Settecento toscano: insigne giurista e valente avvocato, si distinse altresì come letterato. La fama e la stima di cui godeva nel Granducato gli consentirono parimenti di percorrere una brillante e rapida carriera all’interno dell’Ordine di Santo Stefano, di cui entrò a far parte nel 1734: ricoprì a lungo, dal 1737 al 1752, un seggio del Consiglio dei Dodici; ebbe poi l’incarico, prestigioso e impegnativo, di Vicecancelliere e di Avvocato dal 1752 all’anno della sua morte. Nel volume vengono dapprima ricostruiti il contesto familiare – evidenziando in particolare le complesse e talora singolari vicende relative all’inserimento della sua famiglia nell’Ordine – e il profilo biografico del giurista pisano; viene poi esaminato il suo pensiero circa la complessa questione del raccordo tra le norme degli statuti stefaniani e la legge del 1750 sulla nobiltà e cittadinanza. Nell’ultima parte, infine, viene analizzata la maggiore opera storiografica di Pio dal Borgo, ossia il manoscritto inedito Memorie Istoriche dell’Ordine di Santo Stefano, pubblicato nell’appendice.Cinzia Rossi insegna Storia delle istituzioni politiche nel Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa. È autrice di saggi, di relazioni congressuali e di nove monografie, le più recenti delle quali sono state pubblicate in questa stessa collana: Le città nobili della Toscana granducale (secoli XVII-XVIII) (2018) e Cosimo I de’ Medici e lo Stato di Siena tra Impero, Spagna e Principato Mediceo. Questioni giuridiche e istituzionali (2019). I suoi interessi scientifici vertono soprattutto: sulla configurazione dei ceti dirigenti urbani nell’età moderna; sull’esperienza delle città nobili; sull’istituto della nobiltà civica e sui nessi di questa con l’esercizio della mercatura; sui rapporti tra Granducato di Toscana, Impero e Regno di Spagna nel XVI secolo; sulla storia delle istituzioni universitarie; su quella dell’Ordine di Santo Stefano; sul pensiero e le opere di alcuni personaggi del XVIII secolo, quali Pompeo Neri, Giulio Rucellai, Bernardo Tanucci, Giovanni Antonio Pecci, Pio dal Borgo. -
Poetry Vicenza 2022. Festival di poesia contemporanea e musica. Il mare, il viaggio, la deriva (2022)
Alcuni viaggi storici, come quelli di Colombo, Vasco da Gama, Vespucci o Magellano, hanno cambiato la visione e le geografie del mondo. Non hanno soltanto sfidato la vastità e la misteriosità del mare, ma hanno anche rappresentato un incontro tra popoli e culture molto diversi tra loro. Comunque lo si legga, il mare, da sempre, è stato crocevia di speranze e approdi verso nuovi orizzonti, ma anche di tragedie inaudite. Nell’ambito dell’ottava edizione di Poetry Vicenza (2022) dedicata al tema “Il mare, il viaggio, la deriva”, varie voci poetiche dall’Italia e dall’estero, proposte in luoghi culturali simbolo della città, ripercorrono idealmente il viaggio di Magellano e Pigafetta attorno al mondo, e invitano a leggere le attese, i conflitti, le migrazioni, e le sfide di oggi simili a quelle di allora, sfide in un mondo che, seppure cambiato rispetto ai tempi di quella circumnavigazione, presenta la stessa emotività, la stessa tragicità e le stesse aspettative di essere umani in balia degli eventi della storia.I poeti protagonisti:Gémino H. Abad – Davide Brullo – Daniel Calabrese – Giovanni Cecc arelli & Daniele Di Bonaventura – Bruno Cecc obelli – Giuseppe Conte – Gianni D’Elia – Roberto Dedenaro – Maurizio Gabbana – Lynthi a Julius – Giorgio Manacorda – Gian Ruggero Manzoni – Andrea Molesini – Roberto Nassi – Francesca Romana Paci – Piergiorgio Picc oli – Andrea Ponso – Rossella Pretto – Elisa Ridolfi Trio – Rafael Soler – Yin Xiaoyuan.Marco Fazzini insegna letteratura inglese e postcoloniale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Tra le sue traduzioni/ edizioni critiche ricordiamo quelle di Hugh MacDiarmid, Philip Larkin, Douglas Livingstone, Norman MacCaig, Charles Tomlinson, Edwin Morgan e Douglas Dunn. I suoi lavori recenti includono un libro sulla pratica e la teoria della traduzione, Tradurre, paradiso dei poeti (2005), uno studio sulla poesia e la canzone per i diritti umani, Canto un mondo libero (2012), due libri d’interviste a poeti, Conversations with Scottish Poets (2015) e The Saying of It (2017), un volume di saggi su poeti anglofoni, At the Back of My Ear (2019), e un volume su Raúl Zurita e la poesia civile e performativa, Ni pena ni miedo (2020). I suoi principali libri di poesia sono: Nel vortice (1999); Driftings and Wrecks (2010); 24 Poems (2014); Riding the Storm: 10 New Poems (2016); 21 poesie/ poemas/poems (2017); Canto dell’isola (2020); e Poesie scelte (2020). -
Servizi per l'infanzia 0-6. Principi pedagogici e prospettive educative di un sistema in divenire
I servizi educativi per l’infanzia hanno assunto un ruolo centrale nel quadro delle politiche europee; politiche che hanno avuto un riverbero anche a livello nazionale e che hanno dato rilievo alla necessità di dare radici a un unico sistema di servizi, volto ad accompagnare i bambini e le bambine nel loro percorso di crescita e a far nascere relazioni positive e significative anche tra tutti gli altri attori che si occupano della loro cura, educazione e formazione (educatori/educatrici, maestre/i, genitori). Sullo sfondo delineato, il volume intende riflettere sulle indiscutibili finalità pedagogiche che dovrebbero orientare un servizio educativo 0-6 di qualità e che ogni professionista in esso operante dovrebbe perseguire per dissodare il terreno in cui seminare, coltivare e e far germogliare umanità.Alessandra Altamura, PhD in “Cultura, Educazione, Comunicazione”, è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia, ove collabora con il Centro di Ricerca e Studi per l’Infanzia. La sua produzione scientifica e i suoi studi sono orientati, principalmente, ai temi relativi alla pedagogia dell’infanzia e delle famiglie e alla differenza di genere. Ha al suo attivo due monografie – Genitori in divenire. Un’ipotesi di intervento per una genitorialità consapevole [2021] e Servizi educativi, genitori e bambini. L’esperienza di un servizio di conciliazione all’Università di Foggia [2021], con Anna Grazia Lopez e Rossella Caso – e altre pubblicazioni in volumi collettanei e in riviste pedagogiche scientifiche. -
Un italiano in Dean street. I« semplici menu» di Peter Gallina
Pietro Gallina è un italiano che da ragazzo si allontana da casa e va a Parigi ove, nel paese allora al vertice della cucina mondiale, non impara solo il mestiere di cuoco ma acquisisce anche le capacità per diventare direttore di ristorante; capacità che metterà in luce trasferendosi a Londra ove riuscirà anche a creare, coi suoi risparmi, con la sua capacità e la sua voglia di realizzarsi, un locale tutto suo, il “Rendezvous”, ottenendo un meritato successo, attestato dalle guide gastronomiche londinesi dell’epoca. Per i suoi clienti scrive questo simpatico libretto, i suoi “Diciotto semplici menu”, che vuole essere una guida per mangiare bene anche a casa propria. Anche se la base della sua cucina è quella francese, scorrendo le ricette vediamo che non mancano gli spunti che derivano dalla sua origine italiana, il tutto ripensato tenendo conto dei gusti e delle abitudini londinesi. Un mix interessante. Trattandosi di cucina casalinga non troviamo purtroppo le ricette dei piatti più famosi del suo ristorante, le “Sogliole Rendezvous” ed il “Soufflé Gallina celebrati dalle guide, ma possiamo cedere alla curiosità di riscoprire gli antichi sapori sperimentando qualcuna delle sue “semplici” ricette! -
Naturalmente scienza (2022). Vol. 3
In primo piano: L'altra faccia subdola del nucleare: i microreattori di Angelo Baracca e Giorgio FerrariRitratto di famiglia: Scutigeridae di Alessandro Minelli di Fabio Lusito e Gerardo IennaLe controversie degli anni '70 fra marxisti dialettici e storici: il contesto storico di Angelo BaraccaIl confronto tra approcci marxisti al tema della scienza di Arcangelo RossiLa fisica, la storia, il movimento: appunti sparsi delle memorie di un cane sciolto di Gianni BattimelliUno scatto alla natura: Le lacrime della miseria di Stefano PiazziniContributi: Lo stadiale negazionista di Fabio Fantini Il cervello che (non) dorme di Giulio BernardiLo stato vivente della materia di Marco BuiattiCrisi ambientale e questioni di genere di Alessia FalloccoFare scuola: Pensando alla matematica di Matej BrešarTra matematica e fisica: una prospettiva interdisciplinare di Maria Arcà e Emiliano DegiorgiQuale educazione matematica al nido e all'infanzia? di Lucia Stelli -
Graphos. Rivista internazionale di pedagogia e didattica della scrittura (2022). Vol. 2
In senso antropologico, la cultura è un complesso di manifestazioni della vita materiale, sociale e spirituale di un popolo, in rapporto ai vari periodi storici o alle condizioni ambientali, e in questo senso la cultura, anche attraverso il patrimonio delle cognizioni e delle esperienze acquisite, concorre alla formazione della persona sia sul piano intellettuale sia per l’acquisizione del ruolo che le compete nella società. Negli ultimi due anni si è abbattuta sulla nostra società la pandemia di Covid-19, di cui vediamo gli effetti immediati, ma di cui non riusciamo a immaginare gli effetti di lunga durata sui percorsi di vita individuali e collettivi. Si afferma comunque la necessità di ricominciare a progettare, ripensare, ristrutturare, riformare, studiando i cambiamenti avvenuti e aggiornando le nostre competenze, e in questo senso la scrittura a mano e il linguaggio sono una reale espressione della società e della sua evoluzione. Questo numero di Graphos si propone di presentare gli aggiornamenti più attuali sulla pedagogia, sulla didattica e i problemi dell’apprendimento della scrittura, sulla semantica lessicale dei giovani attuali, sulle più diffuse e funzionali immagini sociali, ma anche sulle diffuse difficoltà di esercizio della scrittura, spesso influenzate dalla società digitale e dalle sue competenze. -
Democrazia e cittadinanza. Saggi sul pensiero politico inglese tra Otto e Novecento
L'idea di cittadinanza è la chiave di lettura adottata in questo libro per interpretare il mutare del rapporto tra soggetto e ordine politico nel contesto britannico tra Otto e Novecento. Sebbene in maniera più contrastata e controversa di quanto non lasci intendere una visione stereotipata della storia inglese, la direzione che tale rapporto ha seguito nell'arco temporale indagato coincide con la transizione dallo Stato liberale allo Stato sociale, e dunque da una cittadinanza ristretta ed elitaria a una cittadinanza più democratica e inclusiva. Con gli strumenti della storia del pensiero politico, i saggi che compongo il volume ricostruiscono i diversi tasselli teorici del discorso sulla cittadinanza, restituendo la trama del dibattito sulla democrazia in una successione di fasi storiche connotate da significativi cambiamenti politici, socio-economici e culturali. -
Introduzione alla «Guida dei perplessi» di Maimonide
Dopo la bancarotta della filosofia contemporanea e la crisi politica della civiltà occidentale, Leo Strauss ritorna al pensiero premoderno di Maimonide non per scopi puramente eruditi, bensì per trovare una guida capace di presentare e affrontare la questione fondamentale oscurata dalla modernità: il confronto tra Atene e Gerusalemme. Senza abbandonare la guida della razionalità, ma con la consapevolezza dei suoi limiti, il Maimonide di Strauss insegna a pensare la tensione costante e irresolubile tra ragione e fede, mantenendo viva la consapevolezza della loro differenza, senza annullarla in illusorie o frettolose conciliazioni. Come insegnano le pagine della Guida dei perplessi - l'opera più importante di Maimonide, che Strauss analizza attentamente in tutta la sua carriera filosofica, dagli anni Venti agli anni Settanta del Novecento, e a cui dedica il presente testo, frutto di due conferenze tenute a Chicago nel 1960 - non si può essere filosofi e teologi al contempo, né trascendere il conflitto o conseguirne una sintesi, ma si può essere filosofi aperti alla sfida della teologia, oppure teologi aperti alla sfida della filosofia. -
Studi lockiani. Ricerche sull'età moderna. Special issue. Locke and travel literature (2022)
Indice Table of contentsGiuliana Di Biase, Introduction. Locke and Travel Literature, p. 7ArticlesDaniel Carey, John Locke’s Use of Inquiries: Method, Natural History, and Religious Belief, p. 13James Farr, Locke Surveys New France, p. 41Giuliana Di Biase, Travel Books, Slavery and Colonial Ambitions in the Correspondence between John Locke and Nicolas Toinard (1678-1704), p. 73Saulo Henrique Souza Silva, John Locke and the Atheists: Sociability in the Natural History of Peoples , p. 103Luisa Simonutti, John Locke and the Levant, p. 127Ann Talbot, All the World is not Mile End: Content and Context of Locke’s Letters Concerning Toleration, p. 159NotesEmily Thomas, Travel, Philosophy, and Locke’s Openness to the Unknown, p. 193