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Il «discorso» ambiguo sulle migrazioni
In circa centocinquant'anni, mai come oggi le migrazioni di massa sono state oggetto di tanti studi e pubblicazioni. Ma a cosa mirano? Rifacendosi agli insegnamenti di Michel Foucault, questo libro propone un'analisi del ""discorso"""" della cosiddetta """"scienza delle migrazioni"""" per scoprirne aporie, ambiguità, finalità. Risultato di alcuni progetti di ricerca internazionali, i testi qui riuniti offrono un inedito insieme di conoscenze assai utili a operatori sociali, ricercatori, mediatori culturali e linguistici, insegnanti, studenti e a quanti sono interessati al campo tanto mediatizzato quanto bistrattato, tanto esaltato quanto falsato, delle migrazioni."" -
Diario di un clandestino
"Diario di un clandestino"""" è un """"racconto giornalistico, che non ha la struttura ma piuttosto lo spirito di un diario"""". Nato dall'esperienza diretta che Nini ha vissuto in Spagna, è una testimonianza di prima mano sulla vita dei migranti irregolari in Europa, che prende corpo attraverso le annotazioni quotidiane dell'autore nelle pause di lavoro, nei giorni in cui la pioggia tiene i braccianti lontano dai campi. Nel linguaggio semplice e diretto della cronaca del vissuto che non rinuncia alla lucidità, alla critica dei fatti, """"Diario di un clandestino"""" parla del sud e del nord del Mediterraneo, parla dello stereotipo del mitico eldorado europeo, ancora vivo nei migranti, ma anche delle classi dirigenti, della politica marocchina e del miscuglio di orientalismo e pregiudizi razzisti della """"democratica"""" fortezza Europa." -
Òmini
In queste pagine alternandosi a scorci di vita quotidiana, agli odori, agli umori, alla luce delle campagne e del mare di Sicilia, da Palermo a Trapani, passano e si fermano figure d'uomini come stazioni e porti di affetti e di pensieri. Sono scrittori e artisti che quegli stessi luoghi, il loro tempo, hanno vissuto e raccontato: Leonardo Sciascia, Angelo Fiore, Antonio Castelli, Ignazio Buttitta, Enzo Sellerio, Vincenzo Consolo e altri ancora. Compagni di viaggio, occasione e mèta del pellegrinaggio che Nino De Vita rievoca in un libro nuovo dalla memoria antica. Un poema umanissimo e di felice malinconia. -
Trattato dei ceci
Il ""Trattato dei ceci"""" ha il fascino delle fiabe di altri tempi piene di ortaggi e frutti magici, ma è un originale trattato enciclopedico sul più umile dei legumi e sui suoi intriganti segreti. Inseguendone nomi, coltura, diffusione, consumo, tradizioni e leggende, i due autori trascinano il lettore in un viaggio straordinario nello spazio e nel tempo, nella geografia e nella storia, dal Mediterraneo fino all'Estremo Oriente. Un libro erudito quanto ironico e gustoso, corredato di numerose ricette accompagnate dalle raffinate illustrazioni di Odile Alliet."" -
Un sogno di fiori e bagliori. Giorni in Sicilia
Karol Szymanowski, una volta, durante l'occupazione tedesca, cercando nei suoi ricordi una via di salvezza dalla crudele realtà che ci circondava, iniziò a raccontarmi del suo soggiorno su quell'isola e stuzzicò a tal punto la mia curiosità che mi dissi, come Joseph Conrad puntando il dito sulla mappa: ""Ci andrò"""". Nacque così la passione estatica e profonda di Iwaszkiewicz per la Sicilia, che visitò diverse volte dopo la guerra e che studiò approfonditamente. A essa è ispirata questa 'prosa d'arte', un atto d'amore dedicato alla sua """"seconda patria"""". Prefazione di Jaroslaw Mikolajewski."" -
Turchia d'Europa. Le ragioni di un ritorno
Perché la Turchia in Europa? Gli autori del libro ragionano sulle possibili risposte a questa domanda, offrendo al lettore due prospettive: quella della storia, che percorre a ritroso il cammino delle due realtà evidenziandone i punti di convergenza, e quello degli studiosi dell'attualità, che fotografano l'approdo nell'oggi del percorso turco. Un doppio sguardo che non restituisce, tuttavia, un'immagine sdoppiata ma al contrario, consente di mettere a fuoco le complessità e contribuisce a una riflessione più consapevole sul dialogo ancora troppo esitante fra Turchia ed Europa. -
Il libro e la città. Beirut e l'editoria araba
"L'Egitto scrive, il Libano stampa e l'Iraq legge"""". Con questa battuta, fino a poco tempo fa, si riassumeva la situazione del libro e della lettura nel mondo arabo. Naturalmente le cose erano ben più complesse e lo sono ancora di più oggi. Franck Mermier traccia in questo saggio frutto di anni di studio 'sul campo', un quadro del paesaggio editoriale nell'area dei paesi del Maghreb e della Penisola arabica. Un'analisi del mercato del libro e dell'universo della lettura a partire dal ruolo di Beirut come capitale dell'editoria araba da cui emergono caratteristiche, difficoltà e sforzi degli editori di fronte ai nuovi strumenti di produzione e alle nuove forme di diffusione dei saperi. Ma, soprattutto, un particolare punto di vista da cui osservare i mutamenti delle città e nelle società arabe dal Mediterraneo al Medio Oriente. Un libro di cui si avvertiva da tempo la necessità." -
La zantraglia. I mestieri del mare al tempo dei container
Dopo un periodo di impiego a terra, come amministrativo di una ditta che gestisce il lavoro dei portuali nello scalo di Napoli, il protagonista di questa storia s'imbarca su un cargo che, seguendo le rotte del commercio mediterraneo, tocca i grandi porti del Medio Oriente e del Nord Africa. Intrecciando reportage, inchiesta e finzione narrativa, il libro racconta la complessa organizzazione dei traffici marittimi nell'economia globale, gli infortuni sul lavoro, le morti bianche, il contrabbando. Ma anche le vite che vi ruotano intorno. Quelle dei portuali, testimoni di ""uno dei cicli produttivi strutturali della postmodernità"""". Quelle dei marittimi, che vivono interminabili mesi sull'""""immensità liquida che li circonda e su cui si addormentano, mangiano, vivono"""". Per rispondere forse soprattutto alla domanda: cosa resta nelle loro vite delle merci che transitano per mare al 'tempo dei container'? La zantraglia. Prefazione di Lorenzo Pavolini."" -
Napoleone è albanese. Romanzo di viaggio in Albania e Kosovo
"Di ritorno da un bel viaggio capita di aprire la porta di casa, posare le valigie, sedersi un momento e riscoprirsi piacevolmente affaticati, con gli occhi ancora pieni di vita e una latente voglia di ricominciare. Arrivati all'ultima pagina di questo libro sembra proprio di aver preso diversi autobus, fatto l'autostop, chiacchierato con decine di persone, contemplato boschi e mari, attraversato confini. I luoghi, gli incontri, le sensazioni registrati dall'autore e dalla sua ombra, il turista, sono i protagonisti indiscussi di questo romanzo, intriso fino alla fine di storie passate e tempo presente.""""" -
Libano. Frammenti di storia, società, cultura
"Parlare di Libano """"oggi"""" è come parlare di un atleta in movimento"""", dichiara il sociologo Daniel Meier in apertura di questo libro, sottolineando la sfida che esso contiene. Il volume infatti raccoglie le voci di studiosi e intellettuali libanesi chiamati a interrogarsi su una fase cruciale della storia del loro Paese: all'indomani del ritiro militare siriano, nella primavera del 2005, e della guerra dell'estate del 2006 con il suo seguito di incertezze sul piano politico e sociale. Nella polifonia di queste voci, viene qui proposta una gamma di riflessioni la cui diversità testimonia la peculiare complessità del 'modello libanese'." -
«L'immoralità acquisita». Pubblica quiete e affari nella Sicilia dei consoli inglesi d'Ottocento
Le forme di ribellione e di delinquenza in Sicilia dagli ultimi decenni del regime borbonico ai primi decenni unitari oscillano tra l'etichetta di cieca rivolta popolare a quella di reazione arcaica. Dai rapporti consolari emerge però un'analisi più articolata e spesso inedita del brigantaggio e della criminalità. All'interno di una ricostruzione storiografica accurata, l'autore lascia parlare direttamente i consoli e i viaggiatori stranieri, i cui racconti si snodano con vivacità quasi romanzesca, senza nulla perdere del loro valore di fonte storiografica. -
Il salto del cefalo. Storie di pesci, barche e marinai di Mahdia
Cinque racconti s'intrecciano in questo libro come altrettanti capitoli di quel romanzo della memoria marina che da anni Moncef Ghachem va componendo in versi e in prosa. Attorno alle coste, alle barche, alle strade, ai caffè di due città portuali tunisine - Mahdia, città natale dell'autore, e la vicina Salakta - s'intessono le storie di uomini e luoghi che vivono la metamorfosi del legame remoto col mare. Qui, dove a lungo si mescolarono la sapienza e le vite dei pescatori siciliani e tunisini, uomini, barche e pesci si scambiano slanci e destini, erranza e attesa. Ad essi dà ascolto e voce la prosa semplice e colta di Ghachem e i suoi racconti ci giungono con l'intensità misteriosa della memoria, con la vigorosa tenerezza del mare. -
Acqualadrone. Sette storie più una
"Ed ecco finalmente questo primo volume dei racconti di Vitarelli: che in effetti ne fanno uno solo, un lungo racconto di mare realistico e insieme fantasioso, visionario: come si addice al mare di Messina, pieno di miraggi e di miti"""". Così scriveva Leonardo Sciascia, nel 1988, sulla prima edizione di """"Acqualadrone"""". Le sette storie di mare e di costa che lo compongono tornano oggi ai lettori accompagnate da """"La chiurma"""", opera successiva ma a queste strettamente apparentata. Storie che si tengono tra loro come isole di un arcipelago, l'una all'altra rinviando paesaggi e personaggi, tempo e racconto, incanto e disincanto, tutte concorrendo a far giungere fino a noi la """"città vissuta e sognata"""" di Eugenio Vitarelli, il suo inesauribile canto del mare. Prefazione di Sergio Palumbo." -
La rivolta dei dittatoriati
La storia che Ouejdane e Afef raccontano in questo libro è quella di una duplice rivoluzione. La rivoluzione della libertà e della dignità esplosa in Tunisia alla fine del 2010, che ha rovesciato la dittatura di Ben Alì, e la rivoluzione vissuta nei corpi e nelle coscienze da tunisini ""nati oppressi e cresciuti impauriti confinati nelle regole inamovibili della repressione"""", dittatoriati. È questa la parola che non c'è nei dizionari con cui le autrici danno nome alla condizione che hanno vissuto e condiviso per più di vent'anni con intere generazioni di connazionali, in Tunisia e all'estero. Per cominciare a raccontarla, come per cominciare a ribellarsi nelle piazze, nelle strade o da lontano, dietro un computer, bisognava guardarsi dentro, trovare quella parola, sentirne il peso e avere il coraggio di pronunciarla. Per rimuoverla? No. Per continuare a lottare. Per non essere mai più dittatoriati. Prefazione di Gad Lerner."" -
Il ciclope
Dopo l'apprezzata e originale traduzione dell'""Iliade"""" di Omero a cura di Daniele Ventre, Mesogea propone un'altra preziosa testimonianza della letteratura greca classica: """"Il ciclope"""" di Euripide, in una nuova versione poetica, realizzata dallo stesso giovane studioso, che è anche la prima a conservare in italiano la struttura metrica dell'originale. """"Il ciclope"""" è il solo """"dramma satiresco"""" (la rappresentazione teatrale comica che solitamente seguiva a quella di una trilogia tragica per stemperarne la tensione) giuntoci integro nella tradizione manoscritta del dramma attico e rappresenta in sé un unicum nel panorama di ciò che si è salvato del teatro antico. Rilettura in forma di parodia e dai toni fiabeschi del notissimo episodio di Polifemo contenuto nel IX canto dell'Odissea, è una pièce dominata dalla figura di un ciclope molto diverso dal mostro omerico: l'aura sinistra della sua primitiva bestialità lascia qui il posto a un grottesco molto vicino alla modernità."" -
La libraia di Marrakech
Un'infanzia che trascorre tra le mura di casa, ma insieme a tanti libri. Poi la casa diventa una libreria, a Marrakech, e un giorno la libreria impara a camminare, diventa una carovana che porta libri, storie, autori in giro per i villaggi del Nord Atlante e del Sud del Marocco. Potrebbe essere la trama di un racconto fantastico... uno dei tanti che vengono da questo antichissimo paese, invece è una storia vera, quella di Jamila Hassoune, libraia di Marrakech e libraia nomade. Un'avventura iniziata negli anni Novanta che continua ancora e che viene qui narrata in forma di breve autobiografia e in una lunga conversazione con Santina Mobiglia. La voce di Jamila si alterna con le immagini che documentano gli incontri delle Carovane del libro e ripercorre, insieme alla sua storia, temi e momenti cruciali del Marocco contemporaneo. -
Uno sguardo ferito
Nell'Algeria del 1962, alla vigilia dell'Indipendenza, in un villaggio prostrato da sette anni di guerra, Hassan, un adolescente di 15 anni, comincia a perdere la vista a causa di un distacco della retina. Di fronte all'impotenza della medicina, la madre ricorre agli stravaganti rimedi di marabutti, maghi e ciarlatani. Il ragazzo vive così il progresso implacabile della malattia e i drammi del suo paese in lotta. Eppure Hassan è sempre capace di ridere, di desiderare, di imparare, sostenuto dalla memoria e dalla capacità di osservare col suo sguardo ferito la vita circostante, tenera, folle, crudele. Introduzione di Domenico Canciani. -
Modernità arabe. Nazione, narrazione e nuovi soggetti nel romanzo egiziano
Le rivoluzioni in corso nel mondo arabo sono fenomeni in divenire e per questo ancora difficili da interpretare. Quel che è certo è che le loro radici affondano nella storia, pressoché sconosciuta in Europa, del primo Novecento arabo. La rappresentazione della gioventù, dell'Europa, della soggettività femminile: questi sono i principali temi letterari che i tre autori esplorano, attraverso un'attenta lettura sia del romanzo egiziano canonico sia di biografie e autobiografie femminili che hanno atteso a lungo la propria legittimità. Al termine dell'indagine, la produzione narrativa egiziana si svela come un laboratorio di dibattito politico, d'incontro e d'invenzione culturale, nel quale la modernità non solo si racconta, ma si crea. Prefazione di Hilary Kilpatrick. -
La banda dei Giufà
In un tempo e in un luogo imprecisato del Mediterraneo, ragazzini che provengono da città e paesi diversi s'incontrano e si ritrovano ad affrontare insieme una serie di avventure. Giufà, Nasredin, Guha e Giaffah, così si chiamano i ragazzini, nelle loro scorribande si cimentano con situazioni complicate o misteriose, con loschi figuri e uomini di legge; se ne vanno in giro per il mondo, incontrano altri amici e ne combinano di tutti i colori. Ma, ogni volta, ciascuno riuscirà sempre a trovare soluzioni sorprendenti, sagge ed esilaranti. ""La banda dei Giufà"""" è il primo libro di questa serie dedicata ai """"Giufà"""" del Mediterraneo. Età di lettura: da 6 anni."" -
Gli odori di Marie Claire
Questa è una storia d'amore. Mahfudh, giovane tunisino emigrato da diversi anni in Francia, portiere in un albergo e docente universitario a contratto, incontra in un caffé parigino Marie Claire, giovane donna francese che, dopo gli studi di storia e geografia, sceglie di lavorare come impiegata in un ufficio postale. I due si innamorano e vanno a vivere insieme, avviando la cronaca quotidiana di ragione e sentimento che apre il varco alla scoperta di sé e dell'altro, ma anche alle insidie della vita in comune. Nel racconto che Mahfudh fa della sua relazione con Marie Claire - intrisa di una sensualità senza manierismi, istintiva ed essenziale come una lingua d'intesa - emergono le differenze, i codici simbolici, di un universo sentimentale fatto di due mondi, quello delle donne e quello degli uomini. Ma non solo.