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Joan Mirò. Il linguaggio dei segni-The language of signs. Ediz. a colori
"Più del quadro in sé conta quello che emana, che trasmette. Se venisse distrutto non sarebbe importante. L'arte può anche morire, quel che conta sono i semi che ha diffuso sulla terra"""" (Joan Miró, 1959). Nello stesso titolo della mostra è racchiusa la chiave di lettura di questa eccezionale esposizione allestita nel Palazzo delle Arti di Napoli. Miró esplora il linguaggio dei segni riducendo gli oggetti a elementi essenziali. In questo processo di riduzione e semplificazione ci invita a porre l'attenzione al dettaglio, ad esplorare gli elementi della costruzione del significato. Nel XXI secolo siamo ormai abituati a guardare immagini sempre più definite che si susseguono a grande velocità, Miró ci impone di fermarci e osservare, cercare di capire." -
Ludwig Pollak. Archaeologist and art dealer. Prague 1868-Auschwitz 1943. The golden years of international collecting from Giovanni Barracco to Sigmund Freud. Ediz. a colori
A 150 anni dalla nascita, la mostra ripercorre la vita del grande archeologo, collezionista e mercante d'arte. Dai fasti delle scoperte archeologiche, quali il ritrovamento del braccio del Laocoonte Vaticano e il riconoscimento dell'Atena di Mirone, ai legami con Sigmund Freud ed Emanuel Loewy, dall'identità ebraica al progressivo isolamento a partire dagli anni '30 del '900, fino al tragico epilogo nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. -
I re etruschi di Roma
Quale importanza hanno avuto gli etruschi nella prima fase storica di Roma? È vera la leggenda di Demerato, il padre di Tarquinio Prisco? Come ha raggiunto il potere Tarquinio Prisco? Servio Tullio era veramente etrusco di sangue oppure era un uomo latino, preso sotto la protezione di Tarquinio stesso? Quali sono state le riforme di Servio, così importanti al tal punto da fare sì che il sovrano fosse stato definito un secondo Romolo? Chi ha ucciso veramente Servio Tullio? L'episodio di Lucrezia è verità storica o è leggenda? Cosa sono i libri sibillini? Quali sono state le mosse tattiche di Tarquinio il Superbo per tentare di riprendersi il trono? Questo manoscritto è un'indagine sulle figure degli ultimi tre re di Roma, i re etruschi. Le loro origini, le loro vicende storiche. Con una panoramica di indagine anche sulle figure di Porsenna e di Aristodemo di Cuma, e i loro ruoli rispettivi nella storia iniziale di Roma. -
Abitare la terra. Ediz. italiana e inglese (2019). Vol. 50
Questo numero presenta i saggi di: Lucia Galli, Gaetano Fusco, Maria Beatrice Andreucci, Luciano Cupelloni, Stefania Tuzi, Petra Bernitsa, Donatella Scatena, Caterina Padoa Schioppa, Orazio Carpenzano. -
La Koimesis della chiesa di Santa Maria del Rogato ad Alcara Li Fusi (Messina). Il restauro e gli aspetti tecnico-stilistici
La chiesa di Santa Maria del Rogato, nel territorio di Alcara Li Fusi (ME), si configura come una rara testimonianza artistica e storico documentaria riconducibile alla cultura e al mondo monastico italo-greco del Valdemone. -
Il leone e la montagna. Scavi italiani in Sudan. Ediz. a colori
Catalogo della mostra aperta a Roma presso il Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco dal 4 ottobre 2019 al 19 gennaio 2020. A quasi cinquanta anni dalla sua fondazione, la Missione Archeologica Italiana in Sudan - Jebel Barkal raccoglie, in un evento espositivo che si muove tra Roma (sede universitaria della prima direzione della Missione) e Venezia (sede universitaria dell'attuale direzione), reperti che lasciano il Sudan per la prima volta e che provengono dallo scavo dell'antica città di Napata. Pur nella loro fragilità e frammentarietà, questi materiali sono ancora in grado di fornire - grazie anche a un corredo di testi, immagini e ricostruzioni grafiche prodotto dagli archeologi della Missione - un quadro quanto più esauriente possibile dell'area cerimoniale di epoca meroitica, fiorita ai piedi del Jebel Barkal intorno al I sec. d.C. La mostra Il Leone e la Montagna accompagnerà il visitatore alla scoperta di un mondo ancora poco noto e di una cultura che fa da ponte tra Africa, Egitto e Mediterraneo. -
Cupole stereotomiche in pietra da taglio nel XXI secolo. Dalle forme strutturali storiche alla definizione di una nuova apparecchiatura
Questo libro espone lo studio di ricerca sull'aggiornamento della costruzione dello spazio cupolato in pietra da taglio, riconoscendo nella morfologia strutturale organica della cupola lapidea la vantaggiosa consustanzialità di forma, struttura e simbolo, che ne determina contemporaneamente venustas, firmitas e utilitas. A partire da una originale analisi storica comparativa delle differenti apparecchiature costituenti le cupole emisferiche lapidee e attraverso un rigoroso e fondamentale studio geometrico dei metodi adoperati per la suddivisione strutturale della sfera, questo lavoro presenta un progetto architettonico di apparecchiatura stereotomica ottimizzata per cupole emisferiche in pietra da taglio. Tale risultato viene raggiunto attraverso la geometria strutturale dell'apparecchiatura basata sulla disposizione, secondo un dodecaedro sferico, di una particolare tassellazione geodetica a simmetria quinaria, derivata dalla configurazione pentagonale ""Aa"""" definita da J. Kepler nell'""""Harmonices Mundi"""" (1619), presente nella struttura atomica dei quasicristalli a simmetria icosaedrica, qui applicata alla costruzione architettonica dello spazio cupolato in pietra da taglio. Tale morfologia strutturale permette di ridurre il numero dei conci-invarianti ripetibili da produrre in serie, mantenendo le loro normali dimensioni (lo spessore dei conci misura 22 cm, l'altezza delle loro facce all'estradosso varia da 35 a 41 cm), raggiungendo un diametro della cupola pari a 10 metri, morfologicamente e tipologicamente significativo in architettura, ottenendo contemporaneamente una ottima definizione statica ed estetica. I modelli fisici realizzati e l'analisi strutturale effettuata hanno verificato l'apparecchiatura e le sue possibili differenti configurazioni date dall'appropriata sottrazione di particolari conci e anche dalla variazione del diametro della cupola. L'opportuno impiego degli attuali strumenti di disegno infografico facilita l'esatta definizione stereotomica degli elementi strutturali, la cui simmetrica ripetizione favorisce il processo costruttivo e quello produttivo, semplificato dalle avanzate tecnologie robotiche di taglio a cui il disegno tridimensionale viene direttamente trasferito, raggiungendo l'unità di idea-progetto-costruzione. Questo lavoro delinea un valido metodo progettuale di suddivisione architettonica ottimizzata della copertura emisferica, dove la connessione organica degli elementi secondo configurazione euritmica e intrecciata, determina contemporaneamente una tessitura lapidea resistente e un ricamo fortemente espressivo, ricercando il principio chiaramente leggibile di verità strutturale della forma architettonica voltata, che storicamente costituisce la rappresentazione simbolica della volta celeste, l'assoluta sfera che «si distende in circular figura» (Dante Alighieri, Divina Commedia, Paradiso, XXX, v. 103)."" -
InfraBIM. Il BIM per le infrastrutture
Grazie ai contributi raccolti in questo volume, l'obiettivo degli autori è quello di porre l'attenzione su due elementi essenziali per l'industria delle costruzioni 4.0: l'innovazione, attraverso il Building Information Model/Modeling (BIM) e l'interoperabilità dei dati tra le persone e tra gli strumenti; le infrastrutture, quale volano di sviluppo per il Paese, caposaldo dal quale non si può assolutamente prescindere. Da qui il titolo del volume ""InfraBIM. Il BIM per le infrastrutture"""", con considerazioni di carattere sia generale che di dettaglio, relative alla metodologia di lavoro che pone nel valore della conoscenza le basi essenziali per un sistema delle costruzioni al passo con il cambiamento tipico dell'epoca digitale (Industria 4.0). Il volume è strutturato in quattro capitoli che illustrano le ragioni del cambiamento, attraverso il contributo di players importanti sul territorio nazionale in tema di infrastrutture e di diverse realtà professionali italiane che operano anche all'estero e che utilizzano il BIM nell'attività quotidiana. Infine, vengono introdotti possibili scenari futuri legati non solo all'Industria 4.0 ma anche e soprattutto alla Società 5.0 in relazione alle disruptive technologies e all'impatto che esse potranno avere nell'industria delle costruzioni. Nella collaborazione per questo lavoro, gli autori hanno consolidato l'idea che l'innovazione tecnologica è inevitabile. Sta ai singoli decidere se coglierla come opportunità o subirla come imposizione. Si tratta chiaramente di gestire una complessità, che deve essere affrontata con buona volontà e con un giusto investimento di risorse umane e tecnologiche. Risulta pertanto essenziale traguardare il futuro, anziché arroccarsi sul passato, anche perché, per quanto testimoniato dai diversi contributi del volume, emerge chiaramente che """"il futuro è oggi""""."" -
ReUso 2019. Matera. Patrimonio in divenire. Conoscere, valorizzare, abitare
L'accento è posto sulle tematiche della documentazione, della catalogazione, del rilievo, delle conoscenze specifiche nell'ambito della storia e del restauro, della valorizzazione, con la consapevolezza che il patrimonio stesso si evolve e necessita di un adeguamento costante alle esigenze della società della quale costituisce memoria e testimonianza fisica. ReUso è ovviamente un acronimo che suggerisce la combinazione dei concetti di ""restauro"""" e """"uso"""" in chiave contemporanea e suggerisce quindi lo studio applicativo di diversi campi del sapere, un'applicazione teorica e pratica di tematiche che esprimano in maniera significativa ed emblematica le diverse e possibili modalità di declinazione della conoscenza del Patrimonio e dei relativi processi o progetti di conservazione ed eventuale riqualificazione. Temi che si sono dimostrati innovativi anche per quanto riguarda, in particolare, il progetto contemporaneo che si sviluppa quindi in un ambiente ricco di significati accumulati nel tempo, aggiungendo qualità e significato in maniera sostenibile."" -
Roma. Esquilino 1870-1911 ...e nel centro del progettato quartiere una vastissima piazza...
L'Esquilino è un ""quartiere"""" di Roma geometricamente definito, a maglia regolare, realizzato ex novo sui colli orientali della città dopo il 1870, in un territorio di ben più antica frequentazione umana, le cui prime tracce risalgono alla Roma arcaica dell'ottavo secolo a.C, fornendo così un eccezionale esempio di stratificazione storica plurisecolare. Nella storia dell'Esquilino moderno, dal 1870 ad oggi, è possibile individuare più fasi di formazione: una fase iniziale durante la quale il nuovo """"quartiere"""" viene progettato per segnare il passaggio tra la Roma pontificia e la Roma italiana, rielaborando di fatto quanto già avviato durante il pontificato di Pio IX; tale fase che travalica nel secolo XX sino agli anni che vedono al governo della città, in Campidoglio, Ernesto Nathan, il primo sindaco veramente laico della città dopo Luigi Pianciani; una seconda fase di assestamento in cui l'Esquilino, ridimensionato nei suoi confini amministrativi, vivendo gli anni della Grande Guerra prima, il regime fascista e l'esperienza bellica dopo, definisce e completa la maglia del suo tessuto socio-economico ed urbanistico giungendo sino agli anni Sessanta del secolo scorso, contrassegnati dal boom economico nazionale; una terza ed ultima fase, infine, ancora in atto, in cui l'Esquilino, multietnico e multiculturale, viene vissuto come zona di confine svolgendo un suo ruolo di cerniera tra una Roma ormai città-metropoli europea e le periferie povere del mondo, come una """"grande porta urbana"""" attraverso cui ci si interscambia con le aree centrali della città. In questa lettura della formazione dell'Esquilino moderno, molto spazio viene dedicato a piazza Vittorio Emanuele II - che l'Esquilino """"evoca, rappresenta e rimanda"""" - e che costituisce a tutti gli effetti la polarità di riferimento privilegiato, il baricentro da cui si originano quei virtuali cerchi concentrici di storia che si sono dipanati in successione temporale nel corso dei circa 150 anni di storia nazionale, a partire da quel 20 settembre 1870 in cui i bersaglieri del generale Cadorna penetrarono in Roma attraverso la breccia di Porta Pia per fare della città dei papi la capitale del nuovo Stato italiano."" -
L' abitazione sostenibile. Mutazioni genetiche a Tor Bella Monaca. Ediz. italiana e inglese
"L'intervento di Tor Bella Monaca risulta molto complesso e variato. Inizia con la cosiddetta Legge Andreatta del 1980. che assegnava notevoli fondi per insediamenti sociali da realizzare in tempi brevissimi. Il Comune di Roma localizza l'intervento nel previsto quartiere 167 di Tor Bella Monaca, con un piano urbanistico redatto dall'Ufficio Speciale Piano Regolatore, con la regia dell'Ing. Anna Leone, incaricando il Consorzio Tor Bella Monaca dell'operatività. Lo Studio Passarelli venne incaricato della revisione del Piano e del coordinamento della progettazione, affidata a numerosi e qualificati professionisti. In poco più di due anni si realizza un insediamento per 28.000 abitanti, completo di tutte le infrastrutture, le scuole, e parte dei servizi generali. Un'operazione che, in condizioni normali, avrebbe richiesto tempi estremamente più lunghi e risultati meno soddisfacenti. A questa fase seguiranno, su incarico dell'ISVEUR, vari progetti urbanistici e architettonici: il Centro di settore, la sede della Circoscrizione e dell'ASL, il centro ricreativo e commerciale, servizi privati e residenze, oltre al progetto vincitore del concorso per il Centro Culturale, non realizzato."""" (Dal libro Studio Passarelli - Cento anni cento progetti, Ruggero Lenci, Electa, Milano 2006)." -
Cesare Pavese
Questo libro, che nasce per onorare la memoria del professor Luigi Gatti, fondatore e presidente del CE.PA.M. di recente scomparso, non vuole essere un mesto ricordo del passato fine a se stesso, vuole invece essere la testimonianza della memoria viva del passato, anche recente, della storia del premio letterario Cesare Pavese, e del duro e appassionato lavoro svolto da tutti coloro che per il premio hanno lavorato e lo hanno fatto crescere. Si tratta, dunque, di una memoria che non si è ancora esaurita e che è in grado di proiettare il futuro. Per dirla con Benjamin è l'Eingedenken, l'immemorare che non è solo rimemorare o rammentare, è piuttosto l'irruzione nel presente di un'esigenza che viene dal passato, che parla di una comunità, di un territorio, quello di Santo Stefano e del Piemonte. Vuole essere anche la testimonianza duratura di un cultore di Cesare Pavese, che ha sempre messo il suo impegno al servizio degli altri, in particolar modo dei giovani, ai quali lascia il suo insegnamento. -
Sociologia. Rivista quadrimestrale di scienze storiche e sociali (2019). Vol. 2
La rivista ""Sociologia"""" è una delle più antiche pubblicazioni di sociologia edite in Italia (1956). Essa fu ideata da Luigi Sturzo già negli anni del suo esilio americano, in un tempo nel quale la cultura italiana tendeva ad osteggiare lo sviluppo di una disciplina che alla fine dell'ottocento nel nostro Paese aveva stentato ad affermarsi anche per la debolezza teorica che aveva caratterizzato le sue prime espressioni. La rinascita di questa disciplina dopo il secondo conflitto mondiale si deve, dunque, in gran parte al fatto che negli Stati Uniti Sturzo era già considerato uno dei sociologi stranieri più rilevanti. La nascita della rivista ha segnato, perciò, una modernizzazione degli studi relativi alle scienze sociali italiane e una riapertura del dialogo con la cultura di oltre oceano. Scorrendo i numeri di Sociologia si può seguire, dunque, lo sviluppo della disciplina e la maturazione culturale di quelli che, a partire dagli anni cinquanta, si sono poi affermati come i più rilevanti sociologi italiani e stranieri. L'impostazione scientifica e culturale della rivista è stata sempre caratterizzata da alcune linee di sviluppo particolarmente rilevanti che, a partire dal duemila e otto, data di inizio dell'attuale direzione, sono state riprese, specificate e approfondite. Linee di sviluppo che vanno qui di seguito ricordate. A) Valorizzazione della sociologia come disciplina generale. Se non si vuole abbandonare l'insegnamento di Comte, va considerato che la sociologia costituisce un sapere che guarda al sociale come ad un tipo di esperienza che ci consente di comprendere le ragioni dello sviluppo della vicenda umana concepita nel suo insieme. Da questo punto di vista la sociologia è nata e si è sviluppata sulla base di un rapporto dialettico e spesso conflittuale con la filosofia. B) Promozione della sociologia come scienza particolare accanto alle altre scienze dell'uomo. Infatti, il sociale, se rappresenta la modalità fondamentale di ogni tipo di espressione dell'esperienza umana, costituisce anche qualcosa che è specifico rispetto ai fenomeni che sono oggetto di altre scienze sociali: il diritto, l'economia, l'antropologia, la storia... A causa e grazie a queste due dimensioni la sociologia si può presentare ad un tempo come teoria generale e come ricerca particolare diretta a ricostruire ed interpretare dati sociali relativi e singoli settori della società. C) Attenzione alla sociologia come paradigma. Soprattutto a partire dall'età della rivoluzione industriale, la sociologia ha dato luogo ad un nuovo paradigma, quello appunto sociologico, che è divenuto qualcosa che ha caratterizzato anche le discipline limitrofe. Si pensi alla teoria delle aspettative e all'impianto non astrattamente economicistico dell'economia, all'antiformalismo che è alla base di tutte le scienze giuridiche contemporanee, alla prospettiva che oggi qualifica la scienza politica più avanzata, alla stessa teologia, la quale si sta presentando sempre più come teologia 'pubblica', caratterizzata da un punto di vista sociologico, alla storiografia, la quale si è rinnovata già a partire dalla prima parte del novecento mediante l'inserzione del paradigma sociologico in quello propriamente storico, all'epistemologia, che per definire i concetti di verificabilità e di falsificabilità deve affidarsi alla fine ad un elemento sociologico, al consenso... -
La mia vita nei lager nazisti. Frammenti 1943-1945
Raffaele Arcella, allora tenente cavalleggero di soli 23 anni, è stato uno dei 650.000 militari italiani fatti prigionieri dagli ex alleati dopo l'8 settembre 1943 su tutti i fronti e che ebbero la possibilità di tornare in Italia. -
Il vegliardo neonato. Confidenze e confessioni controvoglia di un giramondo ultranovantenne
In vista del capolinea è probabilmente naturale darsi un'occhiata alle spalle e interrogarsi sul significato complessivo della propria esistenza. Qui l'autore, con una certa meraviglia, trova che la vita non è un percorso rettilineo, ma un disegno ciclico. La vita finisce là dove era cominciata. Il vegliardo si scopre neonato, non distingue più fra giorno e notte, perde il controllo dei suoi movimenti intestinali, farfuglia e inventa una sua lingua che nessuno riesce a capire. Dal neonato al vegliardo, e viceversa, la vita continua, il desiderio s'accende, la speranza non muore. -
Impresa cultura. Politiche, reti, competenze. 15º rapporto annuale Federculture 2019
Il Rapporto Annuale Federculture 2019, come ogni anno, rappresenta un appuntamento di verifica dello stato di salute della cultura italiana. I saggi e le analisi statistiche presenti nel volume disegnano un quadro ricco e approfondito di ciò che accade nei territori, nella società, sul fronte delle politiche pubbliche e sul versante dell'impresa culturale, di chi, cioè, produce cultura in Italia. La lettura dello scenario che emerge ci dice che occorrono impetuose politiche di incremento del consumo culturale, che cerchino di mobilitare più risorse possibili, sia di tipo pubblico sia di provenienza privata. I temi in agenda, che il Rapporto mette in evidenza, sono molti: dare seguito alla normativa speciale per le imprese culturali e creative, una risorsa decisiva anche per l'economia del Paese; continuare nelle politiche di incentivo alla programmazione; defiscalizzare i consumi culturali; ampliare il raggio di azione di Art bonus e di App18; incrementare gli investimenti in cultura per la conservazione e per la produzione culturale. La crescita dell'Italia passa anche attraverso la cultura. E attraverso la cultura possiamo dare un contributo complessivo al miglioramento dell'Italia, alla sua reputazione internazionale, alla sua consapevolezza di Paese ricco di storia e di un patrimonio culturale fra i primi al mondo, all'accompagnamento di processi economici di grande rilevanza. Tutto questo non può essere fatto con una sola legge di bilancio. Occorrono programmazione, convinzione, continuità. Testi di: Andrea Alemanno; Giuseppe Barolo; Gabriella Battaini-Dragoni; Alessandro Bollo; Carolina Botti; Franco Broccardi; Salvatore Aurelio Bruno; Marco Cammelli; Andrea Cancellato; Annalisa Cicerchia; Cecilia Cognigni; Stefano Consiglio; Oriana Cuccu; Paola Raffaella David; Marco D'Isanto; Silvano Falocco; Carlo Fontana; Dario Franceschini; Serena Fumagalli; Tiziana Gibelli; Manuel Roberto Guido; Luigi Leva; Vanessa Menicucci; Vito Minoia; Anna Misiani; Alfredo Moliterni; Francesco Moneta; Fabio Pagano; Nando Pagnoncelli; Stefano Parise; Daniela Picconi; Carlo Luigi Pirovano; Arianna Riccardi; Simona Ricci; Giacomo Roma; Daniele Ruggeri; Severino Salvemini; Irene Sanesi; Costanza Sartoris; Giulia Sbianchi; Gabriele Sepio; Elsa Signorino; Adriano Solidoro; Remo Tagliacozzo; Antonio Taormina; Daniela Tisi; Stefania Trenti; Laura Valente; Giuliano Volpe. -
Erano tutti figli di Zeus
«La cultura occidentale respira da sempre con due immensi polmoni: il primo è rappresentato dalle cosiddette ""radici"""" giudaico-cristiane, con il loro sconfinato patrimonio di Rivelazione e di Tradizione; il secondo, come si può facilmente intuire, si chiama Grecia, nome che designa tanto le ricchezze letterarie, epiche, mitologiche e artistiche, quanto quelle del pensiero filosofico. Entrambi i polmoni si articolano poi in un variopinto mosaico di bronchi, bronchioli e alveoli di innumerevoli tipologie (per grazia di Dio, la cultura occidentale è un organismo particolarmente evoluto, anche se affetto da diversi morbi), ma ciascuna cellula è inevitabilmente figlia di quel tutto di cui è parte. Che ne sia consapevole o meno, e a prescindere dalla propria fede religiosa e dai propri orientamenti filosofici e politici, ciascuno di noi è chiamato a misurarsi continuamente con queste """"radici"""" culturali, con questa """"eredità"""". Ogni grande autore occidentale (e non solo), in particolare, deve prima o poi fare i conti con questi due """"parti di sé"""" verso le quali ha un enorme debito (trattandosi di polmoni, sarà forse questo il famoso """"debito d'ossigeno""""?). Il Nostro non fa eccezione. Nella sua fervida produzione letteraria, Erminio Maurizi, sebbene con spirito laico, ha respirato abbondantemente col primo polmone, soffermandosi in particolare sul tema di Genesi - nell'opera Lilus diavolo difettoso - per reinterpretare e riscrivere la vicenda dei protogenitori a partire da un sinistro personaggio presente nel Talmud e nella qabbalah ebraica. In questa nuova opera, invece, Maurizi chiama a raccolta uomini e dèi dell'epos classico per reinterpretare e riscrivere le loro vicende nel suo stile ironico, a tratti irriverente o addirittura dissacrante, ma nel tempo stesso paradossalmente conscio e rispettoso del limite che circonda il sacro e pertanto lontano da ogni forma di hybris. Col suo linguaggio sempre semplice e fresco, che talvolta per goliardia attinge alle risorse del romanesco e del napoletano, il nostro autore gioca con il mito, scherza con gli dèi, li va a """"sfruculiare"""" fin sotto le lenzuola, ma sa quando e dove fermarsi per non varcare la soglia dell'imperdonabile tracotanza: egli è pronto a farsi beffa dei tanti «miti immaginati», a mettere in dubbio l'esistenza stessa degli dèi, ma nel contempo ne ha un certo timore reverenziale, rivelando così una involontaria pietas dovuta forse alla «inconscia necessità» di poter trovare nel divino un sicuro """"rifugio"""".» (dall'introduzione di Michele Giustiniano)"" -
Casa museo Santa Giuseppina Vannini. Memorie per una santità della porta accanto
«Nulla è piccolo davanti al Signore, quando si opera con grande amore a Lui» (santa Giuseppina Vannini). Madre Giuseppina Vannini, fondatrice della congregazione delle Figlie di san Camillo, nacque da Angelo e Annunziata il 7 luglio 1859 a Roma, in Via di Propaganda 16 e fu battezzata, il giorno 8, nella chiesa di S. Andrea delle Fratte con i nomi di Giuditta Adelaide Agata. Orfana dei genitori, le Figlie della Carità l'accolsero all'età di 7 anni. Attratta dalla voce di Dio, avvertita nel giorno della sua prima comunione, vorrebbe consacrargli la vita, ma per lei le porte del convento si chiusero per motivi di malferma salute. Un incontro provvidenziale con il padre Luigi Tezza, camilliano, beatificato nel 2001 - aprirà per Giuditta la via del Signore. Il 17 dicembre 1891, a Roma, confidò al predicatore degli esercizi spirituali, il tormento del suo insuccesso vocazionale di donazione al Signore. Il Tezza le propose il progetto di fondazione di un istituto religioso dedito al servizio degli infermi; dopo due giorni di preghiera, Giuditta, assentendo, aggiunse di non essere capace di nulla ma che si abbandonava con filiale fiducia alla Divina Provvidenza. -
Schizzi romani. Gli scarabocchi. Ediz. italiana e inglese
"Questi 'scarabocchi' sono il frutto di passeggiate per Roma, sempre alla scoperta di un angolo nuovo, di uno scorcio, di un'ombra inattesa che mi fanno amare questa città più di ogni altra."""" (L'autrice)" -
Franco Minissi. Un maestro per il museo e per il restauro
In tempi quali quello corrente l'architettura del museo si avvia sempre più ad essere privata di relazione con i contenuti ospitati, procedendo costantemente all'ostentazione di un esibizionismo tautologico finalizzato all'esaltazione del brand.