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L'Oriente nella lingua e nella letteratura portoghese
Il 20 maggio 1498 Vasco da Gama approda a Calicut, in India. Il 20 dicembre 1999 Macao, fino ad allora protettorato portoghese, torna definitivamente alla Cina. In cinquecento anni di storia sono fitti gli scambi tra Portogallo e Oriente, non solo a livello politico ed economico: la mutua interpenetrazione letteraria e linguistica pervade e informa i reciproci sistemi. Questo volume è dedicato proprio alle declinazioni letterarie e linguistiche di questo centenario flusso di idee e parole; ed è stato affidato a studiosi di rilievo il compito di indagare l'immaginario, le tecniche compositive, le strutture filosofiche e i prestiti che il dialogo Oriente/Occidente ha prodotto nella cultura portoghese in particolare, ed europea in generale. Con interventi di: Gustavo Rubim (Univ. Nova di Lisbona), Ana Paula Laborinho (Univ. di Lisbona), Catarina Nunes de Almeida (Instituto Camões / Univ. di Pisa), Paulo Borges (Univ. di Lisbona), Serafina Martins (Univ. di Lisbona), Esperança Cardeira (Univ. di Lisbona), Luís Filipe F. R. Thomaz (Inst. de Estudos Orientais / Univ. Católica Portuguesa), Arlindo José Nicau Castanho (Univ. di Pisa), António Graça de Abreu (poeta). -
A Lingua em mil pedacos repartida. Sulla divulgazione della letteratura lusofona in Italia
Il presente volume non vuole essere una semplice testimonianza sul mestiere del tradurre. Al suo interno ci s'interroga sulle articolazioni e sui possibili sviluppi del dibattito metalinguistico sul sistema lusofono, più che mai vivo negli ultimi anni. Per questo, si cerca di capire come collocare il portoghese nel panorama accademico ed editoriale italiano, in un momento cruciale come quello attuale in cui, da un lato, assistiamo alla dignificazione accademica del lavoro del traduttore ma, dall'altro, ci troviamo ancora di fronte ad un'evidente, scarsa diffusione della letteratura lusofona, presente solo in un mercato editoriale di nicchia. Intervengono qui, con il loro prezioso contributo, docenti e studiosi di numerose università italiane e straniere, traduttori professionisti, traduttori in erba ed editori: Roberto Mulinacci, Roberto Francavilla, Valeria Tocco, Daniela Ferioli, Clelia Bettini, Vanessa Castagna, Monica Lupetti, Vincenzo Russo, Rosaria De Marco, Virginia Caporali, Angela Masotti, Ilide Carmignani, Giorgio De Marchis, Silvio Scorsi e Guia Boni. -
Immagini del femminile
Pisa, 8 marzo 2008 e 9 maggio 2009, poetesse italiane e portoghesi si incontrano in versi: da queste esperienze, questo volume. Voci consacrate e voci emergenti della poesia portoghese contemporanea si misurano in un dialogo generazionale che offre al lettore immagini, situazioni, suoni e parole di femminile lusitanità: Filipa Leal, Rosa Alice Branco, Maria do Rosário Pedreira, Ana Luísa Amaral, Ana Salomé. -
Il disturbo da deficit di attenzione con iperattività. Strumenti per la diagnosi, l'intervento e l'integrazione scolastica
Il Disturbo da Deficit di Attenzione con Iperattività (DDAI) rappresenta una delle sindromi infantili maggiormente studiate, probabilmente a causa della sua elevata diffusione nella popolazione infantile. Nel panorama nazionale, nonostante la presenza di numerosi validi contributi rivolti al trattamento del disturbo, è ancora percepibile l'assenza di un manuale organico ed esaustivo in grado di fornire ad insegnanti e educatori le conoscenze necessarie per la comprensione delle cause e delle peculiari caratteristiche cognitive ed emotive del bambino con DDAI. Questo studio si propone di introdurre e di sensibilizzare gli insegnanti della scuola primaria alle conoscenze di base indispensabili per la comprensione del disturbo, a loro volta determinanti per lo sviluppo di un'adeguata relazione educativa. Per questi motivi il volume è rivolto agli studenti delle Facoltà di Scienze della Formazione e di Psicologia, ad insegnanti, educatori ed a tutti coloro che desiderano approfondire le loro conoscenze sul tema. -
La struttura che connette. Gregory Bateson in educazione
Il fascino del pensiero di Gregory Bateson deriva da una storia di vita e di ricerca spesso difficile e ""in salita"""", alimentata da un profondo interesse per la natura e il mondo dei viventi e da un'incessante curiosità verso i processi di comunicazione e conoscenza. Per i tortuosi percorsi che lo hanno condotto a """"sconfinare"""" nei più disparati ambiti del sapere (dalle tribù della Nuova Guinea alle relazioni familiari patologiche; dai sistemi di informazione cibernetica all'osservazione dei delfini durante attività ludiche), Gregory Bateson può essere considerato, al contempo, biologo, antropologo, sociologo, psicologo, studioso di linguistica e di cibernetica... In questo volume si focalizza l'attenzione su Gregory Bateson in educazione: quale contributo possiamo ricavarne oggi all'interno della riflessione educativa? A quali livelli di operatività possiamo giungere attraverso una rilettura pedagogica dei suoi testi? Di certo, e in linea con i suoi """"rivoluzionari"""" paradigmi di ricerca, saremo """"costretti"""" ad allargare gli orizzonti del """"fare e pensare"""" l'educazione: con uno sguardo sempre vigile e sensibile ai valori della partecipazione consapevole e dell'attenzione nei confronti di tutto ciò che è vivente."" -
Lo scriba e l'oblio. Letteratura e storia: teoria e critica delle rappresentazioni nell'epoca borghese
«Lo scriba e l'oblio interroga il destino della letteratura, il suo incessante dialogo con le forme della realtà e con la loro evanescenza, con il tempo che essa si lascia alle spalle e con quello verso cui essa si affaccia senza poterlo afferrare; e interrogando il destino della letteratura pone domande essenziali sui modi in cui essa si fa carico della memoria, sulle varie strategie che mette in atto per dare corpo a forme di esistenza che si dissolvono, sulla sua sfida all'inevitabile oblio, e sul legame necessario che comunque essa istituisce con l'oblio. Seguendo in una solida prospettiva ermeneutica i più vari sviluppi della riflessione contemporanea, attraverso memoria e oblio Domenichelli chiama in causa altri cruciali nodi teorici, come la critica della rappresentazione e della narratività, l'interpretazione figurale, il rapporto tra costruzione dell'oggetto e costruzione del soggetto, il senso della fine, il conflitto tra modelli culturali, i caratteri del romanzo storico, le attuali prospettive della forma romanzesca. In un serrato dialogo con tanti testi capitali (Nietzsche e Benjamin, Dickens e Manzoni, Collodi e Conrad, Eliot e Virginia Woolf, Lukács e Foucault, Auerbach e Geertz, Gramsci e Said), Lo scriba e l'oblio è un libro ""totale"""" sulla letteratura, sulla sua condizione attuale, su possibilità e compiti che le toccano ancora oggi.» (Giulio Ferroni)."" -
Le ragioni di un pessimista. Mandeville nella cultura dei lumi
Il volume, frutto di una ricerca condotta presso il Collège de France, ripercorre la poliedrica opera del filosofo Bernard Mandeville (1670-1733), autore della celebre Favola delle api, con l'obiettivo di mettere in luce le interazioni tra contenuti filosofici, sociali e politici e forme letterarie scelte per veicolarli. Concentrandosi in particolare sul rapporto dell'autore con la grande tradizione della letteratura europea, dagli antichi a Cervantes, Machiavelli, Ariosto, Erasmo, Rabelais, fino a Bruno e La Fontaine, Donati analizza il pluriennale lavoro di revisione dei generi letterari - la favola e il dialogo filosofico in particolare - che Mandeville intraprese al fine di forgiare un agile e duttile strumento di indagine speculativa e persuasione logica. In questa prospettiva vengono passati al vaglio i dispositivi retorici e stilistici messi a punto dall'autore non solo nelle opere più propriamente letterarie, ma anche in quelle di taglio scientifico e nei pamphlet satirici: una chiave di lettura che consente un serrato confronto, sino a oggi sostanzialmente inesplorato, con le dinamiche più profonde dell'itinerario testuale del filosofo. Nel capitolo conclusivo Donati propone poi una nuova ipotesi interpretativa per uno dei punti più discussi della critica mandevilliana, ovvero il ruolo rivestito dalla dimensione religiosa nei rapporti di forza che regolano l'evolversi delle dinamiche sociali. -
Il velo di Alcesti. Metafora, dissimulazione e verità nell'opera di Emanuele Tesauro
Un Tesauro filosofo della letteratura e non solo filosofo per imitazione di Aristotele, anzi, piuttosto 'galileiano', vicino all'empirismo e non estraneo alla visione del mondo imposta dalla rivoluzione scientifica, sia per i contenuti delle metafore che predilige, sia per il metodo con cui procede e insegna a procedere per dar vita alle argutezze, è quello che emerge dalle pagine di questo volume, tese ad indagare il valore ontologico e gnoseologico della metafora così come viene alla luce dalla trattazione teorica dell'autore e a verificare nella pratica testuale delle sue tragedie l'efficacia reale del metodo suggerito nel Cannocchiale aristotelico. Spingendosi oltre il mero ambito della retorica e oltre la semplice variazione sui temi dell'etica aristotelica, la riflessione tesauriana fa dello scopo primario della filosofia aristotelica - e della filosofia in generale - lo scopo della retorica stessa: la conoscenza della verità diventa dunque non solo obiettivo da raggiungere, ma oggetto di una comunicazione che avviene necessariamente attraverso una scelta retorica. Ne risulta un legame quasi necessario fra retorica e verità, fra retorica ed essere, quello indagato dalla metafisica aristotelica come dai filosofi del Seicento, Galileo e gli empiristi in particolare. A stringere questo legame nell'ambiente cortigiano del XVII secolo è spesso la pratica della dissimulazione, che richiede un arguto lavoro con le parole, unica via da percorrere per chi non rinuncia a dire la verità. -
Galileo. La scrittura dell'esperienza. Studi sulle lettere
Nel secolo che inaugura il pensiero scientifico moderno la scrittura epistolare diviene uno dei modi privilegiati della comunicazione delle nuove scoperte. Il carteggio di Galileo è infatti un essenziale repertorio di informazioni per la storia della scienza e per la ricostruzione di quegli eventi che hanno fondato il pensiero moderno. Questo libro si propone di studiare le missive di Galileo come testi letterari, nell'intento di mostrare la grande efficacia comunicativa della scrittura epistolare galileiana e la varietà degli argomenti derivati dai molteplici interessi dello scienziato. Le sue lettere, con i suoi numerosi trattati in forma epistolare, inaugurano un diverso modo di scrivere, perché nuovo è lo sguardo sul mondo e inedito il rapporto con le cose dai quali essi nascono. Appare evidente il concentrarsi dei riferimenti alla ""sensata esperienza"""", che con le """"certe dimostrazioni"""" sostanzia il metodo sperimentale: vista, udito, tatto, gusto sono messi in campo per il loro significato epistemologico e come risorse retoriche straordinariamente arricchite dalla competenza musicale e pittorica di Galileo. Filo conduttore di questo studio è infatti l'esperienza, indagata nella pratica professionale, familiare, religiosa, ma anche nelle molte considerazioni su musica e canto, pittura e scultura, coltivazione e comunicazione. La profusione di riferimenti all'esperienza sensibile rende l'epistolario galileiano nuovo e paradigmatico rispetto ai molti editi nella sua epoca, così che ne risulta avvalorata la considerazione di cui esso ha sempre goduto quale repertorio di alcune tra le più rilevanti pagine della nostra storia letteraria. Erminia Ardissino ha conseguito il Ph.D. alla Yale University e il Dottorato di Ricerca all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È ricercatrice e docente di Letteratura Italiana presso l'Università di Torino. Si occupa prevalentemente della letteratura da Dante al Seicento, con particolare attenzione al rapporto con la storia delle idee e l'esperienza religiosa. È autrice del volume Il Seicento della Storia della Letteratura Italiana diretta da Andrea Battistini (2005) e ha pubblicato una scelta di lettere di Galileo con commento (2008). Tra gli altri suoi libri si ricordano: L'aspra tragedia"""". Poesia e sacro in Torquato Tasso (1996), Tasso, Plotino, Ficino. In margine a un postillato (2003), Il Barocco e il sacro. La predicazione del teatino Paolo Aresi tra letteratura, immagini e scienza (2001), Tempo liturgico e tempo storico nella """"Commedia"""" di Dante (2009). Ha organizzato convegni su Dante, i cui atti si leggono in Dialoghi con Dante. Riscritture e ricodificazioni della """"Commedia"""" (2006) e Etica e teologia nella""""Commedia"""" (2009). Ha curato l'edizione critica dell' Ovidio Metamorphoseos Vulgare di Giovanni di Bonsignori da Città di Castello e dell' Operetta di Angelo Galli, uscite entrambe presso la Commissione per i Testi di Lingua (2001 e 2006). Ha anche pubblicato contributi sulla didattica della letteratura."" -
L'Aventuroso ciciliano attribuito a Bosone da Gubbio: un «centone» di volgarizzamenti due-trecenteschi
L'Aventuroso ciciliano, conservato nel ms. Laurenziano plut. 89 inf. 60, della fine del XIV secolo, che lo attribuisce a Bosone da Gubbio, è un'opera difficilmente classificabile all'interno del panorama della prosa trecentesca. ""Romanzo storico"""" lo definì, non a torto, George F. Nott, suo primo editore: narra infatti le vicende di cinque baroni siciliani in fuga all'indomani dei Vespri del 1282. Ma la particolarità del testo si rivela soprattutto nel frequente ricorso da parte dell'autore a svariate fonti coeve, riprodotte quasi alla lettera, benché adattate per la diversa destinazione e rese a prima vista irriconoscibili: tra di esse spiccano alcuni volgarizzamenti toscani dal francese e dal latino, come i Fatti di Cesare, il volgarizzamento dell'""""Historia destructionis Troiae"""" di Filippo Ceffi, o quello della prima Catilinaria attribuito a Brunetto Latini. Questa nuova edizione del testo, fondata sulla revisione del codice Laurenziano (ma che si giova anche della scoperta di un nuovo testimone parziale, contenente qualche lacerto rimaneggiato), è corredata da un ricco commento e accompagnata da un'introduzione e una nota al testo che analizzano nel dettaglio le fonti e gli aspetti stilistici, sintattici e linguistici del 'romanzo', soffermandosi inoltre sulla questione dell'attribuzione, tutt'altro che pacifica, e della datazione dell'opera."" -
Le studentesse dell'Università di Pisa (1875-1940)
Studiando i problemi della condizione femminile, come vado facendo da molto tempo, era naturale incontrare quello dell'accesso delle donne all'istruzione, in particolare all'istruzione superiore, nel quale le esponenti del movimento di emancipazione (prima fra tutte, Anna Maria Mozzoni) avevano visto il mezzo (insieme con il lavoro extradomestico) per liberare le donne dalla loro plurisecolare inferiorità civile e politica. L'occasione mi è venuta dalla ""Festa della Toscana"""", dedicata dalla Regione nel 2002 alla storia delle donne, nella sua dimensione regionale e nelle sue articolazioni locali. In una città come Pisa, la storia dell'istruzione femminile superiore si salda con quella della sua antica e celebre Università. Lunghe indagini archivistiche e documentarie mi hanno portato ad elaborare elenchi di iscritte e di laureate e diplomate, con statistiche, grafici e tabelle sulla situazione delle studentesse pisane fino al 1940 e, su questa base, a costruirne la storia. Si è venuto così a delineare anche un profilo di storia dell'Università pisana, in quegli stessi anni: una storia, allo stato, tutta da scrivere."" -
Finanza derivata, mercati e investitori
I saggi raccolti in questo volume si propongono di affrontare in modo interdisciplinare il tema attuale e complesso della finanza derivata. La necessità di un approccio plurale è la conseguenza immediata di questa complessità: non si tratta soltanto di comprendere la qualificazione giuridica degli strumenti finanziari derivati e la loro interazione con i classici e consueti meccanismi della negoziazione e della tutela; bensì di analizzare, fra l'altro, le motivazioni economiche che ne sorreggono storicamente l'utilizzo e di spiegare le ragioni per le quali il legislatore è più volte intervenuto, specialmente con riferimento al fenomeno del largo ricorso a queste figure contrattuali da parte degli enti locali. Quest'ultima fattispecie, in particolare, costituisce un ponte ideale per coniugare, almeno una volta, diritto pubblico, diritto privato e analisi economica del diritto. La compresenza, in questa antologia, di contributi provenienti da studiosi di diversa estrazione (civilisti, amministrativisti, economisti, comparatisti, analisti finanziari) vuole essere la rappresentazione visibile della possibilità concreta di una ricerca ""trasversale"""". Tale opzione, che ad oggi non è ancora molto diffusa, può offrire agli interpreti ed agli operatori schemi concettuali e spunti critici altrimenti difficilmente disponibili."" -
Del diritto inesistente
In questo lavoro si esamina un passaggio misconosciuto ma essenziale della pratica e del pensiero giuridico: come si fa a individuare il diritto vigente? I giuristi stranamente non se ne occupano affatto, ma presuppongono o danno per scontato che qualcosa sia il diritto vigente e da questo punto iniziano il loro lavoro. L'operazione viene di solito descritta con immagini che pretendono che ""un"""" diritto, come ad esempio il diritto italiano vigente, sia percepito come si percepisce un oggetto materiale. Simili metafore vanno usate con cautela quando sostituiscono l'analisi di come vanno le cose, perché nascondono i problemi e le responsabilità: la individuazione di un diritto vigente non è in realtà l'incontro con una sorta di colossale rinoceronte invisibile. Nel testo peraltro sono state abbondantemente usate metafore come quest'ultima, per combattere l'effetto illusorio delle abituali metafore e mostrare che non possono sostituire l'analisi attenta delle scelte concettuali sottostanti alla pratica giuridica. Dobbiamo chiarire il rapporto tra questa operazione e la identificazione del diritto in generale, cioè del concetto di diritto e la determinazione dei confini di ciascun diritto. La tesi del libro è che la identificazione di qualcosa come diritto vigente in un certo tempo e spazio non è compiuta dalla scienza sociale e neppure dalla giurisprudenza, ma dal senso comune."" -
Il giudice utilitarista. Flessibilità e tutela delle aspettative nel pensiero giuridico di Jeremy Bentham
A differenza di altri studi sulla filosofia del diritto di Jeremy Bentham, questo volume affronta solo indirettamente il problema della codificazione, incentrandosi piuttosto sul ruolo che assume il giudice nei progetti di riforma del pensatore londinese. Anche in sede giurisdizionale, infatti, vale il precetto utilitarista di perseguire il ""maggior bene del maggior numero"""". Il giudice deve tutelare la certezza del diritto, necessaria ai cittadini per sviluppare autonomamente i propri piani di vita. Al contempo, però, deve altresì soddisfare un bisogno di flessibilità, per evitare che l'applicazione di norme generali porti in certi casi a risultati indesiderabili. Il sistema di common law, per Bentham, sacrifica entrambe queste esigenze, a causa della sua oscurità sostanziale e delle sue procedure macchinose. Questo libro intende rivedere criticamente lo stereotipo per cui il giudice benthamiano sarebbe un mero esecutore passivo o """"bocca della legge"""". Al contrario, egli deve collaborare con il legislatore per adeguare progressivamente il diritto alle esigenze della società. Nel tracciare questa figura ideale, Bentham affronta questioni tuttora aperte sul rapporto tra giurisdizione e legislazione."" -
Rotte atlantiche dell'architettura italiana. Il nordeste al tempo dell'egemonia dello zucchero brasiliano (1549-1676)
Con la descrizione delle coste brasiliane Amerigo Vespucci diede vita alla percezione di quella terra come un nuovo Eden. L'idea del giardino della Grazia corre sotto traccia nei due differenti modelli di colonizzazione sperimentati nella fase caratterizzata dall'egemonia mondiale della produzione di zucchero del Nordeste. Gli ordini religiosi da un lato e, dall'altro, un politico di genio e di cultura umanista come il principe Johan Maurits van Nassau-Siegen, introdussero in quelle regioni qualità architettoniche consustanziali ad un'intima sacralità dei luoghi. Il Brasile è oggi un'immensa realtà sub-continentale, assai articolata e composita, lanciata in uno sviluppo economico vertiginoso che la induce verso un'orgogliosa rivendicazione di autonomia dalle proprie radici coloniali. Eppure non possono essere posti in discussione i legami con la cultura europea: ciò è testimoniato soprattutto nell'architettura, ove è possibile recuperare molteplici apporti, non casuali ed effimeri né estrinseci, provenienti dall'ambiente artistico toscoromano e da quello veneziano. Le architetture costruite nella lunga e travagliata età dello zucchero offrono, pertanto, non solo numerose testimonianze di notevole valore estetico ma anche preziosi documenti storici per la ricostruzione dei canali di diffusione della cultura delle diverse scuole italiane d'architettura nei paesi europei e, successivamente, nei loro rispettivi dominî d'oltremare. -
Interessi e usure. Tra dirigismo ed equità nella Sardegna di Carlo Emanuele III
La fiducia illuministica nell'ingegnosità umana e in particolare nelle capacità di amministrazione dell'uomo di governo permea il lungo dibattito sulla fissazione del tasso d'interesse che precede l'emanazione dell'editto di Carlo Emanuele III del 2 marzo del 1768. In una continua tensione tra laissez-faire e moderato dirigismo, i magistrati del Supremo Consiglio di Sardegna offrono, assieme a giudici e funzionari di stanza a Cagliari e a Sassari, riflessioni e risposte che complessivamente si dispongono attorno ad un circostanziato programma di rifiorimento dell'isola. Le proposte formulate, ma anche le resistenze mostrate e i dubbi sollevati dai soggetti coinvolti nello studio della delimitazione ex lege del tasso d'interesse, riguardano la questione estremamente complessa della determinazione del confine tra vantaggio individuale e abuso e offrono un quadro rivelatore delle ottiche e della cultura di governo. Ogni spostamento nell'asse tra liceità e illiceità nel godimento o nello sfruttamento di beni e risorse si riverberava, infatti, su tutti i rapporti di natura economica, sulle transazioni e sul credito tra privati ed aveva rilievo sullo statuto dei cittadini. Usando il linguaggio tecnico degli economisti e non di rado ricorrendo all'analisi storica, il dibattito, serrato e vivacissimo che precede l'emanazione della legge del 1768, affronta i temi della ristrutturazione della società e dello Stato. -
Vocabolario istroromeno-italiano. La varietà istroromena di briani
Gli istroromeni, minuscolo gruppo linguistico dell'Istria, della cui storia non è certo quasi nulla eccetto le dolorose vicende dell'ultima guerra, che hanno provocato una loro drammatica diaspora, abitavano sulle colline intorno al lago di Felicia, ora, dopo la bonifica avvenuta negli anni '30, splendente vallata ai piedi del Monte Maggiore: una piccola povera ma felice arcadia, l'hortus conclusus della loro vita e della loro particolare parlata romanza. Ma ormai le vecchie case di pietra, un tempo spesso coperte da tetti di paglia, sono occupate da gente venuta di fuori: solo alcuni anziani, che sono rimasti perché non hanno avuto cuore di allontanarsi, parlano ancora il vetusto idioma. Per un miracolo della storia, sopravvive a New York una piccola colonia, anch'essa destinata all'esaurimento. L'unica cosa che potevo fare, era recuperare dalla mia memoria e da quella dei contadini diventati a forza cittadini di una metropoli, i relitti di un funesto naufragio. Questo libro vuol essere un archivio di quanto ancora sopravvive della cultura degli ultimi istroromeni e specialmente della loro (e mia) lingua moritura. Ma esso è anche un ""piccolo viaggio sentimentale"""" nella mia autobiografia, un'elegia sulla fine di un mondo, del nostro mondo istroromeno. Antonio Dianich è un istroromeno nato a Fiume nel 1933. Nel 1948 ha dovuto abbandonare il suo paese. Si è laureato in Lettere Antiche allUniversità di Pisa e alla Scuola Normale Superiore. Ha sempe insegnato italiano e latino nei licei italiani, anche in quelli di Madrid e di Istanbul. Attualmente è in pensione: vive a Pisa, ma ha scritto questo libro tra gli olivi della Casa di Cimitagna, sulle pendici di un altro Monte Maggiore, dove cresce e produce ottime prugne un albero che i genitori portarono con sé dallIstria, quandera solo un germoglio con due piccole pallide foglie."" -
«Sedula cura docendi». Studi sull'«Anthologia latina» per/con Riccardo Scarcia
L'Anthologia latina è un'ampia raccolta di poesie latine, risalenti per lo più alla Tarda Antichità, che documentano la vivacità culturale e la raffinatezza formale di un'epoca che ha incontrato negli ultimi anni un crescente interesse da parte degli studiosi. In questo volume sono analizzati alcuni componimenti appartenenti a questa raccolta, con l'obiettivo di metterne a fuoco i problemi filologici, la cultura e l'interesse letterario. I diversi contributi sono stati presentati e discussi nel corso della giornata di studi in onore di Riccardo Scarcia che si è svolta a Roma, nell'Università di Tor Vergata, il 29 ottobre 2008. Il volume comprende anche una bibliografia dei lavori scientifici di Riccardo Scarcia. -
Nuove ricerche sulla legge granaria ateniese del 374/3 a.c.
La legge granaria ateniese approvata nel 374/3 su proposta di Agirrio rappresenta una delle scoperte più importanti degli ultimi anni nel campo dell'epigrafia greca. Il testo della legge rientra in quel genere di documenti capaci di aprire nuovi scenari nelle prospettive di ricerca di un intero settore di studi. Al contempo offre uno splendido esempio di quella tipologia di testi epigrafici che, pur perfettamente conservati, resistono ad una interpretazione compiuta e interamente soddisfacente. Di qui il vivace dibattito che si è aperto fra gli studiosi a seguito dell'edizione fornita da Ronald S. Stroud nel 1998, un dibattito che continua ancora a produrre nuovi e stimolanti contributi. Gli studi che vengono riuniti in questa raccolta sono il frutto di riflessioni maturate a seguito di un incontro tenutosi alla Scuola Normale Superiore di Pisa nel giugno del 2006, fra esperti e studiosi di economia e fiscalità antiche. Alcuni di questi contributi affrontano singole sezioni o aspetti controversi del documento, altri prendono il via da osservazioni su di esso per estendere poi la trattazione a un orizzonte legato ad aspetti giuridici, istituzionali ed economici ateniesi e del mondo greco sul finire dell'età classica. Tutti si propongono di approfondire le problematiche suscitate dalla legge e di suggerire nuove linee di indagine, che, inevitabilmente, vanno al di là della legge stessa, per incidere sulla nostra visione dell'economia antica. -
Gerusalemme. Ultimo viaggio. Nove diari
Il libro raccoglie diari di viaggio di giornalisti ed esperti di cooperazione, tra cronache inedite, note di cultura, costume e società. Racconta uno spezzato significativo, particolare ed informale della Terra Santa, attraverso brevi scritti che partono dalla guerra tra Israele ed Hezbollah del 2006, per arrivare a Gaza e ai giorni nostri. Si conclude con le riflessioni di Padre Michele Piccirillo, frate francescano, professore ed archeologo di fama internazionale, profondo conoscitore della Terra Santa dove ha vissuto gran parte della sua vita.