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Carteggio (1924-1940). Appendice (394 lettere di Mario Sturzo e otto minute di Luigi Sturzo)
Il volume raccoglie le 402 lettere recentemente ritrovate nell'Archivio di Luigi Sturzo, che vanno ad aggiungersi alle 2100 lettere già pubblicate da Gabriele De Rosa nel 1985. Le lettere pubblicate in questa Appendice sono tutte di Mario, a eccezione di 8 minute di Luigi. Il loro principale merito è da ricercarsi nell'apporto che esse offrono agli studiosi nel dissipare quei legittimi dubbi di dispersione che il loro mancato ritrovamento aveva a suo tempo generato. Esse possono essere considerate, dunque, come gli ultimi tasselli di un mosaico, la cui struttura era già chiara e definita nei volumi che l'hanno preceduta, e la cui aggiunta ha il merito di conferire al carteggio una sua compiutezza, fugando ogni dubbio su una vistosa lacuna che può ritenersi oggi in gran pane finalmente colmata. Sebbene non offrano elementi nuovi e notizie inedite, non si può tuttavia non confermare con rinnovato stupore la ricchezza di queste lettere, portatrici, al di là dei contenuti altamente culturali, di un'infinità di spunti sulla sfera personale, intima e interiore dei due fratelli che, nel loro dialogo epistolare hanno riversato e manifestato affetti, ansie, preoccupazioni e riflessioni anche sulla propria condizione umana. -
Pensiero manuale. La scommessa di un sistema educativo di istruzione e di formazione di pari dignità
La massima educazione possibile di ogni giovane è un diritto soggettivo. È perciò dovere morale e sociale della Repubblica soddisfarlo. Se non altro, per almeno 12 anni. Ma, soprattutto oggi, non è soltanto un dovere morale e sociale: è anche una convenienza economica. Non abbiamo miniere, infatti. Né petrolio. Abbiamo il terzo debito pubblico del mondo. L'unica ricchezza strategica su cui contare per il futuro è il contributo di intelligenza, socialità e creatività dei giovani. Non possiamo, perciò, permetterci di perderne nemmeno uno. Ma come? Con un sistema formativo che vuole l'80% di una generazione al ""liceo"""" e il rimanente 20% in percorsi di istruzione e formazione professionale di serie B, oppure con un sistema formativo che vuole rivendicare e praticare la pari dignità educativa e culturale tra """"licei"""" e """"istituti dell'istruzione e formazione professionale""""? Con una cultura educativa fondata sul metamessaggio che si studia per non lavorare e si lavora perché non si è studiato, oppure fondata sul principio contrario: nessuno, nella società attuale, può più lavorare senza studiare e studiare senza lavorare? L'autore difende le ragioni della seconda strada e, documentando le vicende riformatrici intervenute negli ultimi anni, cerca di spiegare anche perché, in Italia, è stato ed è così difficile, se non impossibile, percorrerla."" -
La tutela dei diritti ed i tempi della giustizia. Atti di due Convegni (Roma, 24 maggio-11 novembre 2005)
Da qualche anno il principio della ragionevole durata del processo, che da tempo la Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo ha fatto assurgere al rango di diritto soggettivo, ha trovato espresso riconoscimento nella Costituzione. Da qui la necessità di articolare una risposta alle gravi disfunzioni, che sappia tenere conto della complessità del tema, coinvolgendo non solo il legislatore, per una saggia semplificazione delle procedure nel mantenimento di un soddisfacente apparato di garanzie, ma anche i vari livelli di responsabilità nell'organizzazione giudiziaria. La legge non è onnipotente e qualunque ambizione riformatrice è destinata al fallimento senza l'adeguata valorizzazione del fattore organizzativo. È anzi il momento di un uso parco ed avveduto della leva legislativa per dare prioritaria considerazione, dopo anni di massiccia produzione di leggi, all'assestamento applicativo. Ma non basta. Perché occorre innanzitutto promuovere e diffondere la sensibilità dei giuristi pratici al fattore dei tempi, in modo che ogni loro determinazione sia orientata al contenimento della durata processuale. Spetta all'Accademia un impegno prioritario sin dal momento della formazione universitaria del giurista. Il volume, al di là delle singole proposte di riforma, indica un metodo di lavoro e un obiettivo, nella consapevolezza dell'urgenza di fare dei tempi della giustizia il tema centrale di un serio progetto politico volto a restituire effettività alla tutela dei diritti. -
Il commento di pseudo-Alessandro al libro Lambda della «Metafisica» d i Aristotele
La tradizione commentaristica antica sul libro Lambda della Metafisica di Aristotele è formata dal commentario di Alessandro di Afrodisia, pervenutaci solo in parte, e dal commento di pseudoAlessandro. -
Il pensiero politico islamico del '900. Tra riformismo, restaurazione e laicismo
Il testo ripercorre gli aspetti caratterizzanti del pensiero politico islamico del secolo XX nel suo tentativo di rispondere alla riflessione e all'azione politica dell'Occidente. Vengono evidenziati i contenuti del riformismo, del nazionalismo e anche del socialismo islamico sottolineando come, al di là di una terminologia apparentemente simile, l'islamismo ha fornito contenuti in linea con la propria tradizione che spesso, oltre alla questione terminologica, non ha niente a che vedere con quanto elaborato in Europa. Un esempio per tutti può essere quello del riformismo, che in un'ottica esclusivamente ""religiosa"""" sta più che altro per """"riformatore"""". Indica quindi il tentativo, tipico di non pochi europei al tempo delle Riforme, di recuperare la purezza originaria dell'islam per salvaguardarla da ogni possibile contaminazione dalle idee occidentali. Lo studio cerca anche di evidenziare come la speculazione islamica del Novecento cerchi di superare l'idea di un complesso d'inferiorità nei confronti delle culture rivali; per questo, proprio nella politica, trova la ragione del rilancio e la ricerca orgogliosa dell'identità."" -
Tocqueville oggi
Nell'analisi dei processi di cambiamento delle istituzioni politiche e dei comportamenti dei cittadini che vivono in regimi democratici, Tocqueville coglie dei meccanismi che restano validi anche ai nostri giorni. Perché in Francia, ma non negli Stati Uniti, l'instaurazione della democrazia è andata di pari passo con l'indebolimento delle credenze religiose? Perché in Francia, ma non negli Stati Uniti, il desiderio di uguaglianza si è presto tradotto in una espansione dell'amministrazione centrale a detrimento non solo dei corpi intermedi, ma anche e soprattutto della vera libertà dei cittadini? Tocqueville rende conto di questi fenomeni e del fatto che la libertà politica può essere a volte sacrificata anche con il consenso dei cittadini, se questi sono desiderosi di sicurezza e se sono disposti ad accettare uno stato protettore fino al punto da lasciarvisi sottomettere. Uomo del suo tempo, ma capace di uno sguardo attento e profondo nell'animo umano, Tocqueville capisce inoltre che è nelle credenze e nelle idee che formano il pulviscolo del potere sociale, che spesso si annida una forma di tirannia potenzialmente più subdola e più forte di quella esercitata dalle istituzioni d'Ancien Régime. -
La terra promessa due volte. Ebrei e palistinesi. Cento anni di guerre, speranze e illusioni
Non passa giorno senza che la televisione e i giornali diano notizia di qualche drammatico episodio nella martoriata Terra Santa. Il conflitto, di cui non si intravede la fine, attanaglia la regione da decenni, e in un alternarsi di guerre e tentativi di pace tiene desta l'attenzione internazionale anche per i risvolti che la crisi potrebbe avere se si trasformasse in una resa dei conti globale, in uno scontro di civiltà. Ma perché arabi e israeliani si combattono? Quali sono le radici di tanto odio, e la posta in gioco? E chi i protagonisti di una delle più lunghe e sanguinose dispute del nostro tempo? -
Scienze della persona: perché?
La natura delle cose, scriveva Vico, si conosce dal modo e dai tempi con cui nascono. È casuale, dunque, che proprio oggi, nella attuale temperie culturale un Dipartimento universitario abbia deciso di autocomprendersi e di autonominarsi come Dipartimento di scienze della persona? Perché questa qualificazione? Si è dinanzi a una ricerca scientifica interdisciplinare condotta da persone e tra persone. Scienze della persona, allora, soprattutto è un richiamo al tatto che i docenti del Dipartimento che si è autonominato in questo modo studiano la ""persona"""" da """"persone"""", dai diversi punti di vista disciplinari coltivati da ciascuno, e ne mostrano i problemi. Ma che cosa significa, oggi, studiare la persona? Non basta dire che si studia l'uomo? Comporta qualcosa, sul piano metodologico ed epistemologico, l'uso di questi diversi termini? Oppure siamo soltanto al pleonasmo e alla sinonimia? I saggi contenuti in questo volume intendono offrire spunti e prospettive di dibattito per discutere questi interrogativi."" -
Principi di politica. Versione inedita del 1806
Scritti nel 1806, tornati alla luce nel 1961 e pubblicati per la prima volta nel 1980, i ""Principi di politica"""" di Benjamin Constant (spesso confusi con l'opera apparsa sotto il medesimo titolo nel 1815) rappresentano il primo tentativo di ripensare in modo sistematico la teoria liberale dopo il terremoto rivoluzionario. Constant è il primo a rendersi conto che, di fronte alla straordinaria accelerazione storica impressa dalla Rivoluzione francese, il pensiero politico settecentesco è improvvisamente """"invecchiato"""": di qui la critica ai grandi del secolo precedente (Rousseau, ma anche Montesquieu), l'individuazione delle caratteristiche specifiche della libertà moderna, l'ampio spazio riservato alle tematiche economiche e la messa a fuoco di una serie di problematiche (l'eccesso di legificazione e di accentramento, i rischi dell'individualismo privatistico, la necessità di un assetto federale) che apriranno la strada alla riflessione di Tocqueville. Un'opera che rappresenta una tappa decisiva nella storia del pensiero politico: con la loro riscoperta è stato ritrovato, come ha scritto Tzvetan Todorov, l'anello mancante tra lo """"Spirito delle leggi"""" e il """"Contratto sociale"""", da un lato, e la """"Democrazia in America"""" di Tocquville, dall'altro."" -
Strutture dell'immaginario. Profilo del Novecento letterario italiano
La caduta progressiva dell'aura che a lungo ha avvolto in una sorta di manto protettivo le discipline umanistiche in generale e gli studi letterari in particolare, ha fatto avvertire, soprattutto negli ultimi decenni, la necessità di ristabilire ruoli e funzioni della critica, di ridefinire nuovi canoni e individuare nuovi metodi di adoperare nuove tecniche ermeneutiche e di rinvenire strumenti d'insegnamento e di apprendimento ritenuti più idonei a favorire i processi, di per sé non agevoli, di veicolazione di elementi strutturali di decodificazione a partire, per quanto riguarda il Novecento, dal Decadentismo e dalle avanguardie storiche fino a giungere al dibattito non solo teorico, ancora in corso, sul postmodernismo. Il confronto costante con le letterature straniere e l'esame degli influssi reciproci culturalmente e artisticamente verificatesi tra Paesi fra loro anche geograficamente lontani, permette di ampliare gli orizzonti operativi. Da qui deriva lo spazio offerto ad argomenti volti a fare il punto sugli studi comparati e sugli aspetti molteplici del fenomeno della ricezione delle opere e delle correnti a vari livelli e in vari campi, compreso quello cinematografico, senza trascurare l'esame dei processi di trasposizione dell'antico e, quindi, degli influssi esercitati sugli autori e sulle opere del Novecento dai classici greco-latini e dalle categorie del ""dantismo"""" e del """"petrarchismo""""."" -
Sanzioni patrimoniali e condivisione del danno criminale
Questo lavoro costituisce un tentativo di ripercorrere alcuni passaggi nell'evoluzione della pena patrimoniale, per proporne l'utilizzazione quale pena principale in una nuova ottica di politica criminale. La pena non è che il ""danno giuridico"""" per il """"danno criminale antigiuridico"""" cagionato dal reato. Ma la pena non può rimanere solo un """"danno giuridico"""", perché deve costituire un'utilità sociale ed individuale scientificamente dimostrabile; pertanto, deve perdere l'indefettibilità del suo carattere di sofferenza, per divenire, innanzitutto, la condivisione giudiziale (possibile) dei danno criminale (inteso come danno pubblico comprensivo di quello privato, risarcibile ed irrisarcibile), al quale il reo deve far fronte con tutto ciò che è e sarà, con tutto ciò che ha ed avrà, nei limiti della propria colpevolezza. In alcune circostanze la sofferenza del reo ha, anche, un valore etico, ma non costituisce l'unico strumento che gli uomini possono utilizzare per perseguire scopi di giustizia nei confronti degli altri uomini. I punti di riferimento della legislazione penale, ormai, non sono solo il """"fatto"""" e la """"persona"""", ma anche il """"patrimonio"""", quale """"res"""" del reo e """"res"""" del reato. Inoltre, non è esatto ritenere che le nuove idee dell'Illuminismo siano state tutte avverse alla pena patrimoniale: il Filangieri, a Napoli, nel 1798 ha prospettato l'utilità della confisca di percentuale del patrimonio del reo, in conformità al principio di uguaglianza."" -
Umanità e stile di Corrado Alvaro
I saggi raccolti in questo volume non hanno l'ambizione di costituire una nuova monografia su Corrado Alvaro. Tendono, bensì, ad evidenziare temi e forme linguistiche e stilistiche che fanno di lui uno degli scrittori più prestigiosi e più europei del secolo scorso, l'operatore culturale calabrese del XX secolo più anomalo e più autentico. Alvaro ha sempre nel cuore la Calabria dei miti e dei riti, di quella Magna Grecia che la rese famosa nel mondo e le cui vestigia sono ancora presenti nell'indole dei suoi abitanti e nei resti che il tempo ha saputo risparmiare. Straordinario rabdomante dell'animo umano, Alvaro conosce, ed esplora, i pregi, e i difetti, della sua gente e, calandoli nei suoi personaggi, li sublima e li trasfigura in categorie dello spirito, liberando, in buona misura, l'animo del calabrese e, in generale, dell'uomo del Sud, dal senso cupo, amaro, fatalistico della vita e degli eventi. Di qui la sua contemporaneità e la freschezza della sua scrittura. -
Le pensioni spiegate a mia nonna. Guida pratica per pensionati e aspiranti tali
Quando posso andare in pensione? Quanto percepirò mensilmente? Quali saranno i miei diritti? A queste e altre domande risponde questa guida per capire meglio l'intricato sistema pensionistico italiano. -
Hannah Arendt tra filosofia e politica. Atti del convegno (Messina, 25-26 novembre 2004)
Il volume raccoglie gli atti del Convegno tenutosi a Messina nel novembre 2004. -
Albertino Marcora. Politico del fare
Giovanni Marcora, detto Albertino, è stato personaggio popolarissimo nella politica lombarda del secondo Novecento ma anche in quella nazionale, sino a diventare ministro dell'agricoltura e dell'industria rivelandosi come un deciso riformatore. Il suo nome è legato all'esperienza della corrente di Base, la sinistra politica della De, di cui è stato fondatore, ammministratore, leader. Il libro ricostruisce le varie fasi della sua ""avventura democratica"""" in quello che era di gran lunga il partito di maggioranza relativa mentre Albertino si batteva coerentemente da posizioni di minoranza per garantire la libertà di opinione e di proposte. In particolare, il volume si sofferma sulle iniziative di Marcora, attraverso le pubblicazioni """"La Base"""", """"Prospettive"""", """"Stato Democratico"""", """"l'agenzia Radar"""", in favore di una maggiore qualificazione della democrazia cristiana e di un'attenta valutazione delle alleanze politiche concorrenti a un avanzamento della democrazia in Italia. Fautore della collaborazione col socialismo autonomista, Marcora dialogò con Fanfani e con Moro, proponendo una grande attenzione per lo sviluppo economico nazionale."" -
La paura dei movimenti. Evento e genealogia di una mobilitazione
Il 23 novembre 2002 un corteo attraversa la città di Cosenza per chiedere la scarcerazione di alcuni attivisti arrestati per le mobilitazioni di Napoli e Genova nel 2001. Questo libro utilizza la mobilitazione di Cosenza per leggere la potenza e i nodi irrisolti del movimento globale. Attraverso un'inchiesta etnografica e interviste in profondità richiama le ambivalenze attraverso cui analizzarne la parabola. Da una parte la paura suscitata dai movimenti, dall'altra la paura che i movimenti hanno di farsi bloccare e di non riuscire a praticare un'alternativa organizzata, di non essere in grado di incidere sui rapporti i potere, di non essere capaci di cambiare realmente il mondo dopo averlo fatto fragorosamente sobbalzare. -
Le «strine» atipiche di Lago
Canti augurali, laudativi e di questua, le ""strine"""", eseguite prevalentemente, non esclusivamente, nel periodo natalizio in Calabria, ma anche in altre regioni italiane, in alcuni Paesi europei. Quelle di Lago, comune della provincia cosentina, presentano caratteristiche del tutto originali per la varietà dei temi, che spaziano dalla dimensione politica a quella esistenziale; dalla contestazione alla denunzia e protesta; dalla critica sociale al moralismo; dalla nostalgia del tempo passato alla speranza di cambiamenti epocali, ecc."" -
L' individualismo nelle scienze sociali storia e definizioni concettuali
Quello tra ""individualismo"""" e """"collettivismo"""" rappresenta il """"grande scontro"""" che ha attraversato la ricerca sociale. Per gli individualisti ad esistere, ragionare, agire ed interagire sono soltanto gli individui; i collettivisti, invece, reificano, fanno diventare res, i concetti collettivi quali Stato, classi, partito, società, istituzioni. Sul piano metodologico: se ad esistere sono soltanto gli individui, allora il ricercatore sociale avrà per oggetto della sua indagine le azioni degli individui; se, invece, la realtà sociale consiste in quelle supposte entità collettive, lo scienziato sociale dovrà andare alla ricerca di quelle leggi che determinano genesi e mutamenti di simili entità. Sennonché può accadere che, relativamente a certi determinati problemi, l'attenzione degli studiosi è semplicemente scivolata via. È questo il caso degli autori i cui contributi, sullo scontro tra individualisti e collettivisti e sulle conseguenze etiche e politiche delle due tradizioni, figurano nel presente volume. Si tratta di intellettuali i quali hanno operato tra Ottocento e Novecento, e i cui scritti sempre istruttivi, non di rado polemici, sono al giorno d'oggi ancora di estrema attualità, soprattutto quando ci si trovi davanti ad una ricerca sociale in gran parte e in vario modo intossicata dalla mitologia collettivista. (D. Antiseri)"" -
Francesco di Paola. Il santo terribile come un leone
I santi non sono tutti uguali. Ve ne sono allegri e tristi, votati alla contemplazione e in viaggio, mansueti e ribelli, analfabeti e intellettuali, solitari e socievoli. San Francesco di Paola si differenzia da tutti gli altri per un aspetto: la concezione della giustizia. In parole povere, se tutti gli altri santi credono ad una giustizia divina, San Francesco ""u zirrusu"""", crede anche ad una giustizia terrena. Coloro che commettono dei peccati non devono scontare la pena solo nel cielo ma anche sulla terra."" -
Perché l'ambientalismo fa male all'ambiente
L'Occidente sta costruendo lentamente la propria condanna cercando di preservare intatto l'ambiente in cui vive. A dirlo non è il solito giornalista amante della provocazione, ma niente meno che George Reisman, l'ultimo economista della scuola austriaca, erede del pensiero di Ludwig von Mises. Reisman argomenta come la difesa dell'ambiente, così come ogni altra posizione che abbia implicazioni economiche, debba essere valutata con grande attenzione, evitando ogni inutile assolutizzazione.