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Cari amici. Gio Ponti alla Cooperativa ceramica d'Imola
Cari amici raccoglie le lettere scritte da Gio Ponti all'allora direttore artistico della Cooperativa Ceramica d'Imola, Domenico Minganti, al quale l'architetto e designer milanese chiese la realizzazione in ceramica di oggetti da lui stesso disegnati. Di particolare interesse le bottiglie animate. Un capitolo sconosciuto dell'attività di Ponti, ricercatore e promotore della grande capacità produttiva di tante località minori dell'Italia di provincia. -
Help! Il grido del rock
Il cofanetto comprende la trilogia: Help! Il grido del rock. Domanda, utopia e desiderio nelle canzoni che hanno fatto epoca (nuova edizione 2012), Cosa sarà. La ricerca del mistero nella canzone italiana, Amazing Grace. Canzoni e storie di gospel, blues, soul & folk music. Walter Gatti, giornalista musicale da oltre 25 anni, insieme a un gruppo di amici giornalisti e musicisti, ha provato a confrontarsi con il mondo della canzone da un punto di vista originale, compiendo un lavoro di ricognizione delle grandi canzoni che ruotano con serietà intorno all'uomo e al suo essere e cercare. -
La tua grazia vale più della vita. Eugenio Corecco 1931-1995
Il volume percorre l'itinerario esistenziale e scientifico di Eugenio Corecco, vescovo di Lugano ed eminente canonista. Il suo temperamento, caratterizzato da una lieta e impegnata serietà, gli fa intuire fin dagli anni di seminario che la fede cristiana è una vita piena. Da qui l'incessante ricerca di un metodo per viverla e trasmetterla che lo porta a conoscere don Luigi Giussani e a partecipare del suo carisma. La concretezza della comunione vissuta allarga gli orizzonti della sua ricerca scientifica e semina di amicizie una brillante carriera accademica. Il suo contributo allo sviluppo dell'ecclesiologia conciliare nel campo del diritto canonico è pienamente colto da Giovanni Paolo II, che lo chiama a grandi responsabilità nella Chiesa universale. Nominato vescovo di Lugano nel 1986, si dà senza risparmio al lavoro pastorale. La malattia lo coglie nel 1992, nel pieno dell'attività scientifica e pastorale. Senza nascondere nulla della fatica e della ribellione che una prova così dura e improvvisa può suscitare, egli accoglie la nuova chiamata del Signore in una totale offerta di sé. È la scoperta, umilmente condivisa con il suo popolo, che ""la Tua grazia vale più della vita""""."" -
Help! Il grido del rock. Domanda, utopia e desiderio nelle canzoni che hanno fatto epoca. Nuova ediz.
Esce nell'edizione aggiornata e con la nuova prefazione di John Waters, ""Help!"""", il primo libro di """"ricognizione"""" e """"documentazione critica"""" tra le fibre di ciò che il rock ha detto sulla vita, lontano dai cliché e dalle letture convenzionali. Analizzando le storie, i testi e le motivazioni di 138 canzoni, Walter Gatti e i suoi amici giornalisti e musicisti provano a far emergere l'umano nascosto dietro le utopie rockettare, in una sorta di viaggio verso quel qualcosa che in certe canzoni è stato evocato, magari all'insaputa di chi quelle stesse canzoni le ha scritte."" -
È Cristo che vive in te. Dostoevskij. L'immagine del mondo e dell'uomo: l'icona e il quadro
Dostoevskij considerava il processo creativo come creazione di immagini: è questa l'interpretazione di Tat'jana Kasatkina - tra i massimi esperti mondiali dello scrittore russo - destinata a cambiare la lettura della sua opera. Dietro ai testi di Dostoevskij c'è un mondo fatto di immagini che celano (e svelano) il volto eterno che si ritrova sotto il sembiante della realtà attuale: ""Dobbiamo solo imparare a non arrestare il nostro sguardo alla superficie e vedremo in ciò che ci circonda lo splendore del paradiso. È a questo che ci introduce la grande arte cristiana ed è in questo che Dostoevskij ci è maestro"""". Nel volume, oltre alle citazioni di Dostoevskij che mostrano come usa le immagini nei suoi romanzi, troviamo quadri dell'arte occidentale e icone russe che ne commentano il significato. Sono opere che Dostoevskij ha visto, che l'hanno ispirato e che, in un certo senso, lui stesso ha raffigurato testualmente. Scrive Julián Carrón nella prefazione: """"Tanti hanno letto Dostoevskij, ma Tat'jana ci conduce a scoprirlo a un livello di profondità che prima ci sfuggiva. Era tutto lì, nei suoi testi, ma occorrevano degli occhi, uno sguardo in grado di riconoscerlo, di sorprenderlo""""."" -
Christ lives in you. Dostoyevsky. The image of the world and of man: icons and paintings
Dostoevskij considerava il processo creativo come creazione di immagini: è questa l'interpretazione di Tat'jana Kasatkina - tra i massimi esperti mondiali dello scrittore russo - destinata a cambiare la lettura della sua opera. Dietro ai testi di Dostoevskij c'è un mondo fatto di immagini che celano (e svelano) il volto eterno che si ritrova sotto il sembiante della realtà attuale: ""Dobbiamo solo imparare a non arrestare il nostro sguardo alla superficie e vedremo in ciò che ci circonda lo splendore del paradiso. È a questo che ci introduce la grande arte cristiana ed è in questo che Dostoevskij ci è maestro"""". Nel volume, oltre alle citazioni di Dostoevskij che mostrano come usa le immagini nei suoi romanzi, troviamo quadri dell'arte occidentale e icone russe che ne commentano il significato. Sono opere che Dostoevskij ha visto, che l'hanno ispirato e che, in un certo senso, lui stesso ha raffigurato testualmente. Scrive Julián Carrón nella prefazione: """"Tanti hanno letto Dostoevskij, ma Tat'jana ci conduce a scoprirlo a un livello di profondità che prima ci sfuggiva. Era tutto lì, nei suoi testi, ma occorrevano degli occhi, uno sguardo in grado di riconoscerlo, di sorprenderlo""""."" -
Dante, poeta del desiderio. Conversazioni sulla Divina Commedia. Vol. 2: Purgatorio.
La vita di ogni uomo è segnata da limiti, male, fallimenti, che talora sembrano irrimediabili. Eppure la stessa disperazione è segno di un inestinguibile desiderio di potere ricominciare dopo ogni male commesso, dopo ogni fallimento, di essere rifatti puri e disposti ""a salir a le stelle"""". Il Purgatorio è la cantica del peccato e del perdono, dove la debolezza dell'uomo si apre - anche solo """"per una lacrimuccia"""" - alla """"bontà infinita"""" che """"ha sì gran braccia, che prende ciò che si rivolge a lei"""". A distanza di dieci anni dal primo ciclo di conversazioni sulla Divina Commedia - Alla ricerca dell'io perduto, familiarmente noto come Dante per le massaie -, Franco Nembrini propone un nuovo ciclo di conversazioni, profondamente rinnovato, frutto di una continua rilettura dell'Opera, arricchita da nuovi studi e innumerevoli incontri. Una lectura Dantis non accademica, ma un rapporto vivo fra il testo dantesco e l'esperienza drammatica della vita di ciascuno."" -
Storia e identità del popolo albanese
Questa storia dell'Albania nasce nel contesto della ventennale attività svolta con l'associazione ANOLF Marche a favore dell'integrazione degli immigrati, partendo dal bisogno di conoscere e far conoscere almeno qualche elemento tra i più significativi della storia degli albanesi, la cui identità si è formata in un profondo legame con il cattolicesimo e con la Chiesa di Roma. Dopo la caduta dell'impero romano d'Oriente sotto la guida di Gjergj Kastrioti, detto Scanderbeg, il popolo albanese impedì che l'impero ottomano arrivasse fino a Roma. Un evento determinante per la difesa di tutta la cristianità, come lo saranno le battaglie di Lepanto e Vienna. La lotta del popolo albanese per la difesa della sua libertà e della civiltà cristiana occidentale è poi proseguita - sia pure nella sconfitta e nel martirio - per tutti i successivi cinque secoli di dominio turco-ottomano e sotto il regime comunista. Il frutto di questa eroica fedeltà è Madre Teresa, un fiore germogliato e cresciuto nel sangue di tanti martiri, il primo fiore della primavera albanese. -
Videro e credettero. La bellezza e la gioia di essere cristiani
Il catalogo, in coedizione con la Libreria Editrice Vaticana, si propone come uno strumento di catechesi per riflettere a fondo sui contenuti dell'anno della fede. Oltre al percorso della mostra prodotta da Itaca, il volume contiene un contributo di Roberto Filippetti sulla domanda di assoluto nella letteratura moderna e contemporanea, una ricca antologia di testi sulla fede nei Padri della Chiesa a cura di don Francesco Braschi e don Giuseppe Bolis, e un'ampia selezione di brani tratti dal magistero di Benedetto XVI. ""La mostra 'Videro e credettero' La bellezza e la gioia di essere cristiani. intende innanzitutto ribadire ciò che sta all'origine della fede di ogni uomo: il dono di grazia che scaturisce dall'incontro con il Cristo, morto e risorto, unico salvatore dell'uomo. Questo incontro è possibile oggi poiché Egli è il vivente, ed è per riscoprirne la 'gioia ed il rinnovato entusiasmo' che il papa, come ha ricordato nella Lettera apostolica Porta fidei, ha indetto l'anno della fede"""". (Dall'introduzione di Rino Fisichella)"" -
Videro e credettero. La bellezza e la gioia di essere cristiani
Guida della mostra itinerante prodotta da Itaca per l'anno della fede. Contiene, oltre al percorso della mostra, brevi testi d'autore e una ricca sezione dedicata alle preghiere e agli elementi essenziali della fede. -
Viteliú. Il nome della libertà
"Viteliú"""", termine osco da cui derivò la parola latina Italia, è un viaggio nel mondo nascosto dei popoli italici. E sono proprio gli italici i protagonisti di questo romanzo d'esordio: i sanniti, i marsi, i peligni, i piceni, i valorosi dodici popoli dell'Appennino centrale che si unirono per costruire il loro sogno di libertà contro la prepotenza romana. Un sogno temporaneamente infranto da Lucio Cornelio Silla che operò un vero massacro dell'etnia sannita. Il romanzo inizia diciassette anni dopo quei tragici eventi. Un incubo del passato spinge un vecchio cieco - l'embratur sannita Papio Mutilo che su di sé sente tutta la responsabilità del genocidio subìto dal suo popolo - a riprendere in mano il proprio destino e quello del nipote Marzio, salvato dalle stragi dei sicari di Silla. Il loro avventuroso viaggio porterà Marzio, e con lui il lettore, a conoscere la storia e le terre delle genti che costruirono la prima nazione cui fu dato il nome di Italia." -
Qualcosa di buono
Cosa può succedere quando una donna innamorata viene tradita dal suo amore e deve fare i conti con una malattia inesorabile? O quando si trova sola in una terra straniera, senza una casa e con un bisogno intenso di essere amata e di amare? O quando per debolezza rinuncia ad un amore straordinario? Il desiderio di amare e di essere amati, così profondo e fragile, è il tessuto di queste storie. Tre donne, di fronte a momenti drammatici della loro vita, si pongono una domanda: c'è qualcosa di buono per me? -
Il mio principe. Soffrire, crescere, sorridere con un figlio autistico. Nuova ediz.
A Riccione, la perla verde dell'Adriatico, si snoda la vicenda toccante e drammatica riportata dall'autrice. È la madre stessa a raccontare, quasi in presa diretta, ventidue anni di vita insieme al figlio Andrea, affetto da autismo. Idroterapia, musicoterapia, logopedia, psicoterapia, ippoterapia, delfinoterapia: sono altrettante stazioni di una sorta di via crucis che la donna percorre con lo scopo di risvegliare il figlio dal «fatale incantesimo» che lo tiene rinchiuso in un mondo tutto suo. Ma non è soltanto la narrazione intima di un dolore. Nello scenario spensierato della riviera romagnola la storia privata e familiare diventa l'emblema di un percorso umano universale. Il lettore non avrà difficoltà a ritrovarsi nelle stesse obiezioni, a sentire come propri i momenti di scoramento o di esaltazione della protagonista. In una parola, a riconoscere il valore di una testimonianza, caratteristica genuina del libro. Lungo il suo cammino, Gina Codovilli riscoprirà la fede cristiana e, con essa, il senso di un compito misterioso assegnato da «Chi dirige le vite di noi tutti». La presenza di Andrea, da fardello e fonte di imbarazzo, si trasformerà in occasione di cambiamento radicale. Di più: sarà l'irruzione di una misericordia inaspettata, tanto da farle scrivere: «La tenerezza di Dio si rivela quando il mio bambino mi accarezza il lobo dell'orecchio». -
Dante, poeta del desiderio. Conversazioni sulla Divina Commedia. Vol. 3: Paradiso.
Col Paradiso arriviamo alla fine del viaggio di Dante e al termine della rilettura che ne offre Franco Nembrini. Ancora una volta una presentazione semplice, diretta, che mostra come ""il Paradiso è la cantica della vita vera, della vita possibile. Della vita che nelle pieghe e nelle piaghe della giornata - nei rapporti col male che la dimenticanza, il tradimento, insomma il peccato, ci fanno pur vivere - rintraccia continuamente una bellezza, una speranza, una presenza"""". Un cammino verso la verità della vita in cui Dante non abbandona, neppure per un istante, né ragione né passioni: più si avvicina alla visione di Dio, più il desiderio - umano, esistenziale, carnale - di capire e di essere felice e di essere utile a sé e al mondo si fa acuto. E mai si esaurisce: Nembrini si congeda, infatti, con l'invito a ricominciare da capo, a rileggere la Divina Commedia dall'inizio tenendo presente la fine, così che il cammino sia illuminato di una luce nuova. Con un intervento di Marco Bersanelli."" -
Le infradito blu
È possibile che la morte di un ragazzo di undici anni rinnovi la vita e la speranza di tante persone? Il libro racconta il cammino di lacerante ferita e di grazia seguito alla morte improvvisa, in un incidente stradale, di Andrea, il figlio più piccolo dell'autore: travolto da un camion mentre si trovava con la sua bicicletta, ricevuta in dono appena due giorni prima, su una pista ciclabile vicino a casa. Una testimonianza raccontata in modo scarno ed essenziale, a partire da una domanda bruciante: «Lo rivedremo?». C'è qualcuno che rende ragionevole sperare quello che il nostro cuore desidera di più? Questi interrogativi hanno trovato risposta nei volti incontrati e in fatti accaduti fin dal giorno della morte di Andrea, così sorprendenti da rendere credibile la frase pronunciata da un amico poche ore dopo l'incidente: ""Sembra la fine di tutto, e invece è l'inizio di una vita nuova per lui e per voi"""". Un libro pieno di certezza e di speranza."" -
Il potere dei senza potere
Nel contesto di crisi e di crisi di identità che da anni affligge l'Italia e l'Europa, quest'opera sollecita a interrogarsi sul rapporto tra l'uomo e la politica, tra l'""io"""" e il potere. Descrivendo un sistema post-totalitario, in cui l'""""io"""" sembrerebbe condannato all'irrilevanza, sorprendentemente Havel ne fa invece il perno e il protagonista della vita pubblica perché """"tutti coloro che vivono nella menzogna ad ogni momento possono essere folgorati dalla forza della verità"""" con esiti imprevedibili sul piano sociale: """"nessuno sa quando una qualsiasi palla di neve può provocare una valanga"""". La vita stessa di Havel mostra che un """"io"""" non de-moralizzato, cioè non rassegnato alla menzogna, può diventare attore della trasformazione della storia di un paese e dell'intera Europa: """"Solo con una vita migliore si può costruire anche un sistema migliore"""". La prefazione del volume è firmata da Marta Cartabia, giudice della Corte costituzionale italiana."" -
Abbiamo visto Cristo venire verso di noi
Il nostro è un tempo di scarsa incidenza della fede e dell'annuncio cristiano sulla società. Un mondo «dopo Gesù, senza Gesù», che influenza anche i cristiani. La fede, soggettivisticamente intesa, è spesso ridotta a un insieme di idee, a principi o valori; si rischia di dimenticare che l'oggettiva contemporaneità di Cristo ne è il fondamento irrinunciabile. L'autore, sacerdote della diocesi di Milano e dottore della Biblioteca Ambrosiana, offre un itinerario che porta a riconoscere la divinità di Cristo attraverso la fede nella sua umanità. Diventando uomo, Cristo è entrato in comunione con la fragilità e la debolezza della nostra umanità, per risanarla e farla come la sua: luogo di reale comunione con il Padre e di pieno affidamento a lui. Così la sua vittoria può trasformare anche la nostra povera umanità, permettendole di camminare in una vita nuova. La seconda parte del testo è incentrata sull'eucaristia: luogo e forma dell'oggettiva presenza di Cristo. Con l'aiuto di numerosi testi della liturgia orientale, si propone un cammino teso a riscoprire la liturgia eucaristica come luogo essenziale della presenza ""qui e ora"""" di Cristo, che trasforma e configura a sé chi celebra la sua Pasqua."" -
Un fuoco sempre acceso
Cosa c'è di più bello al mondo degli occhi di un ragazzo o di una ragazza di vent'anni che dopo avere sperimentato l'inferno rinasce e ritrova il gusto di vivere? ""I ragazzi e le ragazze dell'Imprevisto hanno una cosa che li somiglia fra di loro. Gli occhi. Ti guardano. Sono occhi affamati. Sempre aperti, sbranati"""" (Paolo Cevoli). """"Come fate?"""". Tanti hanno posto all'autore questa domanda dopo avere incontrato e ascoltato i ragazzi e le ragazze dell'Imprevisto o avere visto l'ordine e la cura del giardino e degli ambienti della Comunità Terapeutica Educativa, incrociato i loro sguardi. Da essa è nato questo libro che descrive il cuore che arde dentro l'Imprevisto, una paternità vissuta, un fuoco sempre acceso negli adulti perché possa accendersi nei giovani. E così infiammare il mondo. """"Chi ha una passione educativa potrà leggere in queste pagine il metodo educativo che un'esperienza di decenni ha insegnato a un uomo, e vi troverà un prezioso paragone per il suo compito quotidiano"""" (Mariella Carlotti)"" -
Il cuore oltre le sbarre
È possibile riprendersi la vita dopo aver commesso un delitto? Può il carcere essere il luogo dove ritrovare sé stessi? Una storia vera che l'autrice ha deciso di raccontare per mostrare che ""nessuno è perduto, nessuno sbaglio è tanto grande da non poter essere perdonato"""". Pietro è un ragazzo come tanti che ha preso strade nelle quali ha rischiato di perdersi per sempre. La detenzione diventa l'inizio di un nuovo cammino grazie all'affetto della famiglia, al lavoro e all'amicizia incontrata in carcere. L'incontro fortuito con Irene in uno dei primi permessi premio segnerà una svolta decisiva nella sua vita. Non sarà facile per Irene fare i conti con il passato del galeotto, ma il cuore saprà andare oltre le sbarre. """"Ero male. Vivere senza regole, senza limiti e senza volermi bene mi ha portato prima all'autodistruzione e poi a distruggere tutto quello che avevo intorno. Per me la galera è stata la salvezza: io col carcere mi sono ritrovato"""" (Pietro). """"Nessuno è perduto, nessuno sbaglio è tanto grande da non poter essere perdonato"""" (Irene)."" -
La forza del fascino cristiano. Il contributo di un testimone della Conferenza di Aparecida
Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, ha trascorso quasi trent'anni della sua vita sacerdotale ed episcopale in Brasile. Nel 2007 partecipò alla Conferenza di Aparecida, dove collaborò col cardinale Bergoglio nella commissione di redazione del documento finale ""Discepoli e missionari di Gesù Cristo, affinché in lui abbiano vita"""". Ora papa Francesco sta riproponendo a tutta la Chiesa i frutti di quell'evento: la fede destata dalla attrazione per Gesù e la necessità di concentrarsi sull'essenziale dell'annuncio cristiano per comunicarlo con stile evangelico. Per questo occorre recuperare la via della bellezza, perché la Chiesa si sviluppa non per proselitismo, ma per """"attrazione"""". Questo contributo """"permette di comprendere meglio il pontificato di papa Francesco e potrà divenire un valido strumento pastorale per le nostre realtà diocesane, per rilanciare le nostre comunità formando discepoli missionari attratti dalla bellezza del Signore risorto"""" (dalla prefazione del cardinale Marc Ouellet).""