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Un singolare senatore a vita. Umberto Zanotti-Bianco (1952-1963)
1952-1963: un dodicennio che vede l'Italia in rapido sviluppo. Sono anche gli anni in cui il patriota, il filantropo, l'educatore, il meridionalista, l'archeologo Umberto Zanotti-Bianco è presente a palazzo Madama dopo l'inaspettata nomina a senatore a vita. È un Senato operoso, attento ai problemi, a partire da quelli culturali ed educativi. Zanotti-Bianco, presidente della ANIMI, l'Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia, e di ""Italia Nostra"""", instancabilmente riversa in commissione o in aula le questioni maturate in quelle stesse sedi, contribuendo a trasformarle in scelte legislative oppure solleva questioni di viva attualità. Stato centrale, amministrazioni comunali, patrimonio culturale artistico e ambientale, arte antica e contemporanea, infanzia, gioventù, scuola, università, città e campagna, Italia e Mezzogiorno i temi (ancora oggi di viva attualità) che primeggiano, mentre si stagliano le personalità di Einaudi, Salvemini, De Viti De Marco, Casati e Merzagora, con Maria José di Savoia speciale amica."" -
Il brigante di carta e parole. Saggi di atropologia culturale
Il volume prende titolo da uno dei capitoli, in cui si articola, non casualmente, ma emblematicamente scelto per la sua carica contestatrice di luoghi comuni. È scandito in sezioni: Di sesso e gioco, Calabria & Calabresi; Arbëreshë, Di cibo e bevande, a testimonianza di temi, figuranti nelle ricerche e nelle riflessioni dell'autore, trattati in Convegni e opere collettanee, ora proposti con ulteriori considerazioni, non esclusivamente supplementari. Argomenti d'ordine generale si legano ad altri settoriali in una trama di rapporti, che dicono di una tensione conoscitiva e interpretativa protratta nel tempo. Tesi paradossali, nel senso etimologicamente corretto del termine, si alternano a sondaggi in più direzioni, il tutto in virtù di un proficuo, non nuovo perché sperimentato, ricorso a canoni ermeneutici d'ordine storico-antropologico. -
Constant e la forma di governo repubblicana (1794-1799)
Lo studio prende in esame le prime posizioni pubbliche e i primi scritti politici (1794-1799) di Benjamin Constant (Losanna 1767-Parigi 1830). In particolare si analizzano le primitive considerazioni di Constant, figura di primaria importanza nel panorama politico europeo del Diciannovesimo secolo, sulla Rivoluzione Francese e sul Terrore giacobino, su Termidoro e sul governo del Direttorio, sul colpo di Stato di Fruttidoro e su quello di Brumaio. Da un'attenta analisi dei testi emerge come la produzione constantiana di questo periodo sia caratterizzata da almeno due idee guida: la strenua difesa delle conquiste e dei princìpi rivoluzionari; e la battaglia a favore della République, della sua istituzionalizzazione e stabilizzazione, contro ogni tentativo di restaurazione monarchica. Il quadro che emerge dalle opere giovanili, quindi, non è del tutto coerente con la consolidata immagine che, correttamente, presenta Constant come uno dei più eloquenti sostenitori della dottrina politica liberale. L'autore mostra infatti la parziale discrasia tra il fervido repubblicanesimo delle prime opere e i princìpi liberali degli scritti successivi. -
La via della libertà. Come vincere la battaglia per la libera iniziativa
Nonostante il 70% degli americani abbia fiducia nel sistema fondato sulla libera iniziativa, lo Stato continua a crescere per dimensioni e competenze. I sostenitori dell'economia di mercato non sembrano in grado di fermare questa deriva, che potrebbe condurre gli Stati Uniti verso uno statalismo di stile europeo. Il motivo, secondo Arthur Brooks, sta nel fatto che i loro freddi argomenti statistici non convincono il cuore della gente: gli esseri umani sono intrinsecamente morali e, tra i ragionamenti materialistici a favore del capitalismo e gli argomenti moralistici a sostegno delle pur fallimentari politiche stataliste, essi sono empaticamente portati a scegliere questi ultimi. Affinché diventi vincente un'idea deve conquistare il cuore della gente. E ciò può richiedere molto tempo. Brooks spiega come il sistema capitalistico non sia solo superiore dal punto di vista scientifico e materiale, ma anche e soprattutto sotto il profilo morale. Il libero mercato, più di ogni altro sistema, garantisce giustizia e mobilità sociale e corrisponde alle preoccupazioni morali delle persone. Il ""successo conquistato"""" per mezzo di rischi e sacrifici avvicina alla felicità e alla realizzazione personale molto più dell'assistenzialismo, capace solo di portare verso una spirale di dipendenza dallo Stato che non giova né all'animo umano né al tessuto sociale."" -
Libertà di cultura. Meno Stato e più comunità per arte e ricerca
Per far rinascere la cultura e la ricerca in Italia occorre un cambiamento radicale che dia centralità alla persona e alle libere comunità che nascono nei territori. Nessun museo, biblioteca, archivio, festival o università deve essere preservato senza che siano gli individui e le comunità a volerlo. La cultura infatti non è un obbligo o un diritto, ma un desiderio. Un museo come gli Uffizi può essere domani trasformato o chiuso, e le sue opere disperse, se così vorranno gli individui e le comunità. Il peso dello Stato deve pian piano regredire e permettere che le comunità si riapproprino dei loro patrimoni e territori e trasformino le loro culture come meglio credono, senza che vi sia un supervisore superiore che ne orienti le scelte con divieti o appoggi. Per far questo occorre un cambiamento della Costituzione e delle leggi, l'abolizione delle Soprintendenze e degli Istituti centrali, e una trasformazione profonda dei paradigmi che dominano l'asfittico sistema culturale italiano. -
Le ali della creatività. I Pomilio: una storia imprenditoriale dall'aereonautica alla comunicazione
Aeronautica e chimica, industria alimentare ed edilizia. Ma anche sport a livello olimpico e soprattutto, a partire dagli anni '60, comunicazione e pubblicità. Quello della famiglia Pomilio - quattro generazioni che si snodano dai primi del Novecento a oggi - è un percorso peculiare e unico, che attraversa una molteplicità di settori e interessi sotto la comune insegna della creatività come impresa, valore ideativo e produttivo capace di attraversare luoghi e decenni. L'autore ne ricostruisce la vicenda pubblica e privata, tra aneddoti di vita quotidiana e resoconti di storia aziendale, attraverso una imponente ricerca archivistica e documentaria che include testimonianze dirette e fitti epistolari con figure epocali del Novecento: dai fratelli Wright a Gabriele D'Annunzio, dall'economista Raffaele Mattioli al geniale inventore Corradino D'Ascanio. Emerge così dal racconto la trama umana e imprenditoriale di una dinastia che parte dalle colline abruzzesi per arrivare, ieri come oggi, a operare in realtà culturali e sociali anche molto lontane: dall'America della rivoluzione industriale al Sudamerica post-coloniale fino all'Italia del miracolo economico e della nascita di una società dei servizi sempre più globale, dove gli eredi di Livio e dei suoi figli sono tuttora impegnati a dialogare con i maggiori interpreti del nostro tempo. Con lo stesso spirito di allora: trasformare le idee in realtà. Prefazione di Giordano Bruno Guerri, postfazione di Ginger Law. -
La fabbrica delle illusioni. Il falso sapere degli economisti smascherato nella storia dell'idea di capitale
È notorio che affermazioni e previsioni degli economisti sono normalmente inaffidabili, ma le ragioni dei loro insuccessi non sono altrettanto chiare. Per individuarle, il libro svolge un'approfondita indagine sulla storia dell'idea di ""capitale"""" dalla sua comparsa nel XII secolo tra i mercanti genovesi fino ai dibattiti tra i teorici del XX secolo, tanto astrusi che i più consapevoli tra di loro ammettono di non capire nemmeno su che cosa di preciso si sta litigando. Da una tale prospettiva si distinguono bene le ragioni dello stato disastrato delle attuali teorie economiche ed emerge, ad esempio, quali sono i punti forti e quelli deboli della dottrina di Keynes. Viene pure in luce che per le società umane esiste un limite fisiologico per la possibile velocità di crescita dei consumi pro-capite. È un elemento nuovo che, oltre a rivelare le cause finora oscure dei cicli economici, permette di valutare bene quanto fuori strada sono finite le costruzioni degli economisti i quali, con l'eccezione di Thomas Malthus, non ne avvertono la presenza."" -
Ipomnesi. La memoria e l'archivio
Ontologia dell'archivio e fenomenologia della memoria si incrociano in questo libro in una prospettiva particolare, quella di un'estetica critica. Partendo dalla riflessione derridiana, l'autore rielabora la nozione di archivio prendendo in considerazione gli straordinari cambiamenti delle odierne tecnologie della memoria e, nello stesso tempo, evidenziando il significato trascendentale del momento dell'archiviazione. L'interiorità dell'atto del ricordo, e più in generale di ogni atto intuitivo, appare così condizionata in modo costitutivo dall'esteriorità delle tecniche di archiviazione. La riflessione derridiana determina il filo conduttore di questo libro, ma tra i riferimenti teorici di questo lavoro ci sono anche autori che hanno preceduto o seguito Derrida nel suo cammino di pensiero: Husserl, Freud, Ricoeur, Leroi-Gourhan, Stiegler. -
Infrastrutture tecnologiche e creazione del consenso
Ponte di Messina, No-Tav, rigassificatori, termovalorizzatori, discariche, centrali eoliche e altro ancora. Il volume curato dalla Fondazione Rosselli intende riflettere sui numerosi aspetti di natura psicologica, antropologica, sociale e politica che tali infrastrutture, di servizio o industriali, creano o potrebbero creare. Le domande a cui il libro cerca di rispondere sono rilevanti e si propongono di assistere il decisore pubblico e privato nell'impostazione di strategie di costruzione del consenso che abbiano una qualche probabilità di riuscita. -
Alla frontiera. Confini e documenti di identità nel Mezzogiorno continentale preunitario
Nella prima metà dell'Ottocento furono due i processi che, profondamente intrecciati l'uno con l'altro, contribuirono a trasformare il Mezzogiorno continentale in un territorio per la prima volta soggetto al pieno controllo dell'apparato statale. Il primo si espresse nella radicale ridefinizione amministrativa dello spazio interno del Regno, così come nella stabilizzazione del suo unico confine di terra, ovvero quello con lo Stato Pontificio. Il secondo si concretizzò invece nell'affinamento delle procedure di sorveglianza delle frontiere e di controllo del movimento delle persone, alle quali venne imposto di munirsi di inediti documenti di riconoscimento individuale nel momento in cui decidevano di mettersi in viaggio. E tuttavia, non si trattò in alcun modo di un processo unilaterale, dal momento che le istituzioni deputate al controllo del territorio, in primo luogo la polizia, furono costantemente poste a confronto con preesistenti pratiche sociali dello spazio. Lasciando affiorare dalle carte d'archivio storie di passaporti scambiati e venduti, di creazione e disvelamento di identità fittizie, di controversie territoriali dalle radici secolari, il libro ricostruisce i modi in cui, attraverso un'interazione dialettica tra istituzioni e società, il Mezzogiorno preunitario prese parte a quei processi costitutivi di una moderna statualità, che erano all'epoca in atto su scala europea. -
Stalin e l'Italia (1943-45). Diplomazia, sfere di influenza, comunismi
Stalin non aveva mire sull'Italia ma mirava ad un'Italia politicamente stabile, non semplicemente neutrale, ma indipendente. La realtà del controllo militare alleato sulla penisola contraddiceva tale visione. La condotta anglo-americana rallentava la guerra contro la Germania e metteva in pericolo l'instaurazione della democrazia in Italia, concepita in termini di antifascismo ma non di sovietismo. Con la ripresa delle relazioni dirette, Mosca indicava al governo italiano un preciso percorso per il dialogo bilaterale, invitando gli italiani a non identificare la politica sovietica con la diffusione del comunismo. I sovietici gettavano le basi per una futura politica e non per un accordo transitorio; stava alla nostra diplomazia valutare l'utilità di intraprendere o meno tale percorso. -
La componente archeologica nel progetto moderno
Il saggio si configura come studio iconografico sul tema dell'archeologia indagata nei suoi rapporti con l'architettura moderna. Un accurato repertorio di immagini - tratte dal mondo dell'arte, della fotografia e dell'architettura - rilegge i concetti di memoria, antico e rovina alla luce dei nuovi studi sul Grand Tour, l'antiquariato e il souvenir. La parte centrale si sofferma sull'impianto planimetrico di Villa Adriana, esito estremo dell'architettura romana definita tardo-antica ancora sorprendentemente attuale nelle sue implicazioni spaziali. La villa suburbana diviene nelle intenzioni dell'imperatore Adriano la sua opera più autobiografica, una enciclopedia delle forme, ma anche un museo di ricordi e memorie personali. Messo a confronto con progetti del secolo scorso che ad esso si ispirarono (di Wright, Kahn, Ungers), il modello adrianeo costituisce oggi un'insuperata e quanto mai vitale matrice geometrica, un'invariante compositiva in grado di fornire una lettura inedita e in certo senso straniante dell'architettura moderna e contemporanea. -
Ágalma. Catalogo della mostra (Roma, 26 giugno-31 luglio 2013)
"...Questi oggetti prendono posto come se obbedissero a un ordine prestabilito, scelti e convocati nello stesso luogo, seguendo dunque una maniera felice dove ogni possibilità si esaurisce nell'evento di un incontro inderogabile, in un luogo conveniente e in un momento favorevole. La maniera felice è una modalità soddisfatta di sé, piena e conclusa che fa della fermezza non una forza, ma la pazienza con cui si va alle cose."""" (P.F.)" -
Alla ricerca del tempo felice. Saggi sull'attività letteraria calabrese tra sei e novecento
Il presente volume fa da pendant al precedente ""Per altezza d'ingegno"""" (Rubbettino, 2002). Entrambi vogliono essere, metodologicamente, la prosecuzione organica del 'profilo' e antologia, di storia letteraria, Calabria, che ha visto la luce nel 1986. L'impegno è sempre quello di dimostrare come la Calabria sia portatrice di un patrimonio culturale che appartiene all'umanità intera; che esprime una sua rigorosa 'linea' di civiltà letteraria che merita grande rispetto; una realtà unica e inconfondibile che diede, e dà, un apporto prestigioso all'attività letteraria nazionale. Bisogna riappropriarsi del desiderio di avvertire sempre meglio l'istanza di richiamarsi, senza ovviamente inutili rimpianti, all'età felice della nostra severa radice culturale, che è quella della Magna Grecia, di quell'antico umanesimo, della lezione di quei Padri 'visionari' che vaticinavano tempi avvenire pensando che il mondo potesse un giorno diventare migliore, e potesse sparire, con le disuguaglianze sociali, e con la rinascita dei valori umani più profondi, ogni genere di tirannide. Rimangono esclusi gli autori viventi. L'esclusione si deve al fatto che si è inteso dare al libro una valenza 'storica' che la presenza di autori contemporanei, ovviamente in progress, o ancora in fieri, non acconsente. Si segnalano, infine, all'attenzione del lettore i capitoli riguardanti la Letteratura erotica calabrese e la Letteratura al femminile."" -
La Grillonomics
Nel programma economico sta la parte migliore del pensiero globale cui si ispira Grillo e il suo Movimento Cinque Stelle. Pensiero che, soprattutto nel web, sembra caratterizzato da un populismo aggressivo: un nemico assoluto contro cui combattere, un agglomerato eterogeneo di soggetti sociali come platea elettorale, l'irrilevanza di una classe di professionisti della politica, il ruolo decisivo in assoluto di una leadership carismatica. Ma si commette un errore nel sovrapporre questa egolatria alla Grillonomics. Nella quale ritroviamo valori propri, oggi come ieri, della ideologia di sinistra: sobrietà, eguaglianza, democrazia, regole per un mercato non affidato al liberalismo sfrenato. E soprattutto spazio all'utopia, sguardo al sistema capitalistico con la vista lunga di chi crede di poterlo cambiare nei suoi tratti fondamentali, come l'incompatibilità tra sviluppo e ambiente e il mancato controllo di una crescita illimitata. Al di là di analisi sui comportamenti di governo da parte del Movimento di Grillo, c'è da apprezzare e valorizzare uno sforzo di ""andare oltre"""", comune alle diverse generazioni e trasversale alle differenti ideologie."" -
Polizia militare
I contributi qui raccolti mirano ad analizzare, sul lungo periodo e su scala europea, i contesti e le modalità dell'intervento militare per compiti di ordine pubblico o di repressione della criminalità. Dunque il focus prevede di esaminare per quali ragioni e a che condizioni le autorità decidano di fare ricorso ad apparati armati non destinati, quale loro finalità primaria, a svolgere mansioni di ordine pubblico e di lotta al crimine, e quali siano le cautele necessarie all'impiego di questo strumento, quali i vantaggi e quali i rischi, come pure i risultati sperati e quelli conseguiti, le modalità di impiego e i costi. -
Pasquale Saraceno. Un progetto per l'Italia
Nato in Valtellina in una famiglia di origini meridionali, Pasquale Saraceno (1903-1991) è stato un tecnico prestato alla politica. Laureatosi in economia presso la Bocconi, dove insegnò per poi passare all'Università Cattolica e, infine, alla Ca' Foscari, fu portato da Donato Menichella all'IRI, divenendo uno dei massimi dirigenti dell'Istituto. Superando semplificazioni ancora correnti, in particolare l'immagine stereotipata di economista ""statalista"""", il volume ricostruisce il percorso che dagli anni della sua formazione, a contatto con l'intellighenzia dell'IRI e con i giovani cattolici del Movimento Laureati, è giunto alla maturazione del progetto storico da lui tenacemente perseguito per tutta la vita: il completamento del processo risorgimentale, attraverso l'unificazione economica della nazione. Soluzione degli squilibri territoriali e piena maturazione civile del paese erano possibili attraverso un modello di economia mista, in grado di regolare il mercato in funzione degli obiettivi sociali. Tale progetto trovò la sua sintesi ideale nel Codice di Camaldoli, di cui Saraceno fu il principale redattore assieme a Sergio Paronetto. Il suo impegno meridionalista fu sempre declinato in una prospettiva nazionale, rappresentando il filo conduttore della sua azione nel secondo dopoguerra: i piani ricostruttivi, l'intervento straordinario, lo Schema Schema Vanoni, il centro-sinistra, la programmazione economica. In questi passaggi il suo apporto fu determinante."" -
Del luogo de frati Capuccini de Leonessa. Le cinquecentine nella biblioteca civica Giuseppe Cultrera di Leonessa
Questo catalogo trae origine dal lavoro di schedatura in SBN del fondo antico della Biblioteca civica ""G. Cultrera"""" voluto dall'Amministrazione comunale di Leonessa ed approvato dall'Assessorato alla cultura della Regione Lazio. La presente edizione cartacea, raccogliendo i dati bibliografici raccolti nel censimento delle edizioni del sec. XVI, vuole essere la tappa iniziale di un più esaustivo impegno di lavoro che porti alla conoscenza dell'intero fondo antico, comprensivo di incunaboli e di edizioni dei secc. XVII-XIX, prodromo di ogni eventuale futura ricerca storica su Leonessa e la sua evoluzione culturale."" -
Genova nell'Ottocento. Da Napoleone all'Unità 1805-1861
Tra il 1805 e il 1861 Genova venne annessa all'Impero napoleonico e, dal 1814, al Piemonte sabaudo. Fu un trauma profondo per entrambi: l'una perse definitivamente la propria secolare indipendenza e l'altro dovette trasformarsi in uno Stato marittimo. Il volume ripercorre in cinque capitoli gli eventi di questo lungo arco di tempo, denso di snodi cruciali come il Risorgimento e la spedizione dei ""Mille"""", coronati dall'Unità d'Italia. La ricostruzione fattuale, che si sofferma particolarmente sul 1848-1849 e il decennio cavouriano, è condotta intrecciando gli aspetti economico-demografici, urbanistici, politico-sociali e culturali, in stretta connessione con le dinamiche del Regno sabaudo, degli altri Stati italiani e internazionali. Seguendo e sviluppando i suggerimenti di precedenti studi 'revisionisti', si mettono apertamente in discussione i principali 'luoghi comuni' radicati nella tradizione storica cittadina."" -
Gli spazi della polizia. Un'indagine sul definirsi degli oggetti di interesse poliziesco
Parallelamente al progressivo delinearsi e costituirsi di appositi reparti e forze di polizia, i contributi qui raccolti analizzano come concretamente, nelle diverse epoche, si evidenziassero esigenze di controllo e di intervento sul territorio e sulla società capaci di tradursi in spazi di polizia, come tali addirittura in grado di caratterizzare la funzione stessa della nascente polizia. Muovendo da una prospettiva comparativa, vengono messi a confronto, in differenti aree d'Europa, tempi e modi dell'affermarsi e del definirsi di questi spazi propri del sapere e dell'azione di polizia.