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Tutti muoiono troppo giovani. Come la longevità sta cambiando la nostra vita e la nostra fede
Nessuno, ma proprio nessuno di noi, cittadini dell'Occidente avanzato, accetta più di considerarsi o di venire considerato ""vecchio"""". A qualsiasi età qualcuno muoia, muore giovane. Anzi: troppo giovane. E tutto ciò perché la vecchiaia nel nostro tempo è scomparsa, ostracizzata, resa oscena, diventata non più degna di venire a parola, praticamente espulsa dal ciclo naturale dell'esistenza umana. Siamo messi così di fronte all'effetto più conturbante che l'odierno fenomeno della longevità di massa ha sull'immaginario diffuso: grazie ad essa, non si pensa di avere oggi una vita semplicemente più lunga dei nostri antenati, il cui ultimo tratto si chiama appunto vecchiaia, naturalmente proiettato sull'evento della morte. Si ritiene piuttosto di avere a propria disposizione più vite, più esistenze, più possibilità, più occasioni, in cui ricominciare sempre daccapo e grazie alle quali potersi sentire sempre giovani e disponibili a nuovi cambiamenti e progetti, eterni tirocinanti nel laboratorio dell'esistenza. In ogni caso mai adulti o vecchi o semplicemente mortali. Ed è per questo che si muore sempre troppo giovani ed alla realtà della morte viene tolto quel valore di questione ultima e decisiva per la qualità della vita stessa. Questo libro interroga in profondità tali cambiamenti, la loro ripercussione nell'ambito delle relazioni educative e sociali, ed infine il loro effetto sulla pratica della fede, mai immune da ciò che tocca l'umano che è comune."" -
Governare il vuoto. La fine della democrazia dei partiti
Nelle pur radicate democrazie dell'Europa occidentale, le competizioni elettorali sono in declino, i maggiori partiti registrano un calo di iscritti e di partecipazione, e anche coloro che rimangono fedeli militanti sono fiaccati nel loro entusiasmo. L'ultimo libro di Peter Mair, uno dei più grandi scienziati politici del nostro tempo, prematuramente scomparso, pesa l'impatto di questi cambiamenti che hanno portato gli elettori, dopo un secolo di aspirazione e di pratica democratica, a disertare l'arena politica. Mair esamina lo sviluppo parallelo allarmante che ha visto le élite politiche europee chiudersi sempre più su se stesse, in circoli autoreferenziali che le hanno portate a rimodellarsi come classe professionale omogenea e ad arroccarsi all'interno delle istituzioni statali, come un riparo in grado di offrire relativa stabilità in un mondo popolato da elettori volubili. Nel frattempo, guadagnano potere le agenzie e le pratiche non democratiche che vanno proliferando, non ultima tra loro la stessa Unione europea, un'organizzazione che contribuisce alla depoliticizzazione degli Stati membri e il cui famigerato ""deficit democratico"""" riflette le intenzioni deliberate dei suoi fondatori. Questo testo offre una valutazione autorevole e agghiacciante delle prospettive della rappresentanza politica popolare di oggi, non solo nelle varie democrazie d'Europa, ma in tutto il mondo sviluppato."" -
Storia della Sacra Corona Unita. Ascesa e declino di una mafia anomala
Strano il destino della ""quarta mafia"""": sottovalutata negli anni di espansione e radicamento, ampiamente sopravvalutata oggi, che non esiste più in quanto struttura mafiosa. È forse questa una delle ragioni per le quali non è mai stata scritta una """"Storia della Sacra corona unita"""", che necessita di analisi criminologica, ma anche di obiettività storica. Il volume apre uno squarcio sui vent'anni di mafia che la Puglia - ed in particolare il Salento - ha vissuto, dagli anni Ottanta fino agli esordi del Duemila. Riporta e analizza quanto è accaduto, ma anche quello che c'è stato prima e dopo la parentesi mafiosa. Una storia che non è mai stata raccontata; una parabola che, nella sua interezza, non è mai stata tracciata."" -
Cinema e storia (2016). Vol. 1: Il decennio più lungo del secolo breve.
Nella storia del cinema italiano gli anni Cinquanta si impongono come il decennio più lungo del secolo breve. Cominciano, infatti, già nel 1948 e si prolungano compatti fino alle soglie del 1960. Da un lato, intrecciano la storia del cinema con quella della neonata Repubblica italiana, che vede concretarsi i risultati più significativi del laborioso processo di ricostruzione post-bellica proprio nel 1948, quando la parabola del neorealismo conosce la consacrazione ufficiale e al tempo stesso registra le prime avvisaglie di una crisi destinata a monopolizzare il dibattito critico e non solo quello - per tutti gli anni Cinquanta. Dall'altro, a fronte di un inizio anticipato così denso e coeso, l'intero decennio procede all'insegna dei complessi scenari della Guerra Fredda, le cui ripercussioni condizionano variamente la politica interna e la gestione politica della cultura. È in questo clima rovente che prende avvio il faticoso cammino verso il miracolo economico, accompagnato dalle prime avvisaglie di una modernità nostrana e dall'emancipazione di un pubblico che al neorealismo preferisce da sempre melodrammi, commedie e soprattutto i divi d'oltreoceano. Questo numero di ""Cinema e Storia"""" cerca di restituire la complessità di una stagione culturale che occupa un posto centrale nella storia dell'Italia repubblicana, la cui eredità è a ben vedere ancora viva e quanto mai attuale."" -
Piccole storie di periferia
Non è stato un senso di nostalgia, o una specie di rifugio nel passato a muovere il racconto che Luigi Renzo, storico e oggi vescovo, intraprende lungo alcuni percorsi della storia anche recente della Calabria, ma solo il gusto e il desiderio di rivisitare luoghi, situazioni umane, eccellenze culturali, punti focali di un vissuto plurimillenario degno di memoria, selezionando quarantaquattro ""piccole storie di periferie"""", come profili e pillole di un vissuto antico ed attuale carico di umanità, di civiltà, di voglia di riscatto. Non importa che in tanti di questi percorsi esistenziali ancora oggi permangano, purtroppo, stagni di sofferenza e di problematicità. Ma da essi ci si vorrebbe presto redimere per respirare aria più pura e ossigenata. Ogni occasione, e quindi anche questo racconto """"sui generis"""", è buona per trovare motivazioni e spinte per un ricupero di coscienza civica. Il filo conduttore di tutto resta, pertanto, un grande amore per la Calabria, accostata in alcune delle sue infinite micro-storie. Oggi più che mai si corre il rischio di smarrirsi e restare travolti dal demone della dimenticanza, smemorati come siamo di un passato che potrebbe non solo difendere da un'anonima globalizzazione culturale senza radici, ma anche illuminare, eccitare e stimolare per il presente e per il futuro."" -
La mia vita è bella perché so di essere amato. Contributi di umanizzazione nell'ASP di Crotone
"La necessità di arricchire la sanità con processi di umanizzazione riappropriandosi delle naturali qualità dell'operatore sanitario si è sviluppata in modo spontaneo ma anche particolarmente partecipato nell' ASP di Crotone e contestualmente nel locale Comitato Etico. Nel novero di una serie di iniziative promosse per diffondere e sensibilizzare alla umanizzazione delle cure è venuto naturale raccogliere in una specie di 'book' le nostre esperienze non come un traguardo ma come uno strumento di formazione e di confronto con la sola pretesa di offrire al malato il meglio di noi e delle nostre prestazioni partendo dalle nostre risorse e dalle nostre qualità. Proprio quando le ristrettezze economiche e le limitazioni organizzative hanno inasprito la """"chiusura' degli operatori sanitari, l'idea del book si è generata come bisogno di creare percorsi alternativi al tecnologismo e al difensivismo."""" (Massimo Rizzo)" -
La riforma universitaria alla prova dei quindici anni
Cinque saggi che offrono un quadro dei travagli dell'Università italiana. Fulcro intorno a cui ruotano è la riforma dell'architettura degli studi, sviscerata nelle motivazioni di fondo e nella genesi. Nata come esito di un dibattito più che decennale in sede europea, culminato nella vincolante Dichiarazione di Bologna del 1999, la riforma ha inteso corrispondervi, superando il modello ""humboldtiano"""" e tentando di ovviare ad antiche nostre inadeguatezze (rigidità centralista, gabbia di discipline codificate, irragionevole parificazione del """"peso"""" di tutte le discipline, scarsa considerazione delle esigenze degli studenti, totale liberalizzazione degli accessi, chiusura verso il mondo produttivo e del lavoro). A 15 anni, in assenza di monitoraggi intermedi, il bilancio presenta notevoli criticità, in gran parte frutto di omissioni e di applicazioni disinvolte e distorte."" -
La Théosis nei Sermoni tedeschi di Meister Eckhart
Se guardare è oltrepassare il limite del finito e inabissarsi nell'infinito, se ascoltare è travalicare il suono delle parole e raggiungere il loro cuore che rilancia nuovi significati e dona senso a un'esistenza troppo spesso priva di significato, allora La Théosis nei Sermoni Tedeschi di Meister Eckhart sono una chiara possibilità perché lo sguardo e l'ascolto tornino a essere una peculiarità dell'essere umano che nell'incontro con l'altro non annulla sé ma è alla ricerca di una profonda intimità che accoglie ed eleva. Mistica e filosofia, speculazione e prassi, sono mirabilmente coniugate in questo testo, la cui valenza assume uno spessore particolare nel ricondurre l'uomo moderno a riscoprire un orizzonte di senso che torni a donare bellezza ad un'esistenza che altrimenti avrebbe i connotati dell'opacità e della banalità. In questo la guida di un mistico e filosofo, Meister Eckhart, che ha fatto della ""mistica dell'essenza"""" la punta di diamante della meditazione su Dio."" -
Prevedibile/imprevedibile. Eventi estremi nel prossimo futuro
Alluvioni, frane, terremoti, eruzioni vulcaniche hanno scritto e scrivono una storia dell'Italia in cui si succedono i disastri, con perdite di vite umane, danni economici enormi e sconvolgimenti sociali. Di questa storia non si vede la fine, e mentre nuovi tipi di rischi incombono, non abbiamo ancora limitato o evitato i disastri che già furono delle società antiche. Aggrapparsi alla previsione impossibile di un evento estremo, o alla presunta im-prevedibilità di un disastro, può solo condurre a un immobilismo sterile quanto colpevole. Come trattano la previsione i geologi, i geofisici, i sismologi, i meteorologi? Cosa ne pensano i filosofi, gli storici, gli antropologi? Come si raccordano i saperi scientifici con la cultura diffusa del Paese, per lo più estranea ai temi del rischio e quasi rassegnata al fatalismo? Alcuni studiosi del settore scientifico e umanistico si confrontano qui per la prima volta, chiarendo metodi e risultati e scambiando riflessioni su un tema cruciale per il Paese. Per affrontare il futuro è necessario che la prevenzione non sia più una gigantesca utopia: per questo occorre ripartire dalla conoscenza, dai problemi e dai limiti della ricerca, ma anche dalle sue conquiste, assegnando alla parola prevedibilità un significato corretto e facendo della responsabilità il punto di partenza che può gestire anche le incertezze. -
Quando un uomo vale. Don Italo Calabrò profeta di speranza
Don Italo Calabrò (1925-1990) è stato un sacerdote della Diocesi di Reggio Calabria-Bova. Con la sua azione profetica ha dato un forte impulso al cammino della Chiesa nella ""lotta non violenta"""" alla 'ndrangheta - da lui considerata anti-Vangelo, negazione dei valori autentici dell'uomo e della fede - con l'impegno di promuovere il valore sacro della dignità di ogni persona, sempre, perché """"l'uomo vale sempre"""", diceva. Nel suo ministero - come vicario generale, parroco, professore, direttore e animatore della Caritas e di opere caritative - attraverso la pedagogia dei fatti ha vissuto e proposto a intere generazioni la spiritualità dell'incarnazione e il Vangelo della carità, quali vie per la costruzione di una società basata sui valori dell'essere, della fraternità e della solidarietà. Rimane attuale il suo invito ai giovani a impegnarsi con speranza nell'edificazione di un mondo migliore: """"Fate tutto con fiducia, con coraggio, con speranza. Fiducia, coraggio e speranza sono le basi dalle quali dovete partire""""."" -
L' altra faccia della medaglia. Il Mezzogiorno che ce la fa
Gli studi economici dimisi sotto l'ombrellone ferragostano annunciano minacciose catastrofi sul piano economico e per la ripresa del Paese se il Governo non realizzerà azioni immediate per il Mezzogiorno. Nasce da queste considerazioni l'idea del libro, ottimista e propositivo, che racconta di quella parte di Sud d'Italia che è fortemente sviluppata, e che nel silenzio generale e nella disattenzione di molti, ha saputo creare sviluppo, mettersi in gioco e lentamente creare uno spazio di mercato, in espansione, basato su eccellenze che forse avrebbero solo bisogno di essere meglio valorizzate a livello nazionale. L'ambizione è quella di fornire un contributo originale alle politiche di sviluppo del Mezzogiorno attraverso interventi di detassazione, incentivazione, agevolazione del territorio istituendo aree per l'innovazione, a burocrazia zero, sul modello delle zone economiche speciali asiatiche. L'intero Sud del Paese andrebbe ripensato come una singola unità europea e valorizzato nel suo insieme. Prefazione di Oscar Farinetti. -
Il liberalismo nel Novecento. Da Croce a Berlin
Il Novecento è stato, per il pensiero liberale, il secolo delle sfide più drammatiche e dagli esiti più tragici. Il pensiero liberale ha dovuto vedersela, nel corso di pochi decenni, con i grandi movimenti totalitari di massa, di destra come di sinistra. È stato il secolo della politica e della militarizzazione delle coscienze, dell'ideologia, della teoria che ha voluto farsi immediatamente prassi, dell'intellettuale militante e ""impegnato"""". E anche della critica e della crisi dei valori """"borghesi"""", del parlamentarismo, della divisione dei poteri e della rappresentanza. Tutti questi elementi sono entrati in violenta frizione con la cultura e la prassi liberale. Che la sfida si sia infine conclusa con una vittoria ideale, e anche pratica, del liberalismo non era affatto, nel corso della lotta, un esito scontato. Anche perché gli intellettuali che non hanno """"tradito"""", cioè che non hanno assecondato le pretese del pensiero illiberale, sono stati veramente pochissimi. Qui se ne individuano cinque, i più importanti, di cui si ricostruisce in modo originale il pensiero: Benedetto Croce, Michael Oakeshott, Karl Raimund Popper, Friedrich von Hayek, Isaiah Berlin. Si tratta di pensatori liberali di enorme statura intellettuale ma molto diversi fra loro per linguaggio, impostazione metodologica e risultati dell'analisi. A conferma della concezione liberale in esso delineata, il volume contiene anche una serie di saggi su vari aspetti del pensiero crociano."" -
Privatizziamo! Ridurre lo Stato liberare l'Italia
L'organizzazione sociale che conosciamo non è l'unica possibile. Siamo solo abituati a pensarlo il fatto che uffici pubblici, scuola, sanità, pensioni, acqua, siano attività gestite direttamente dallo stato non è frutto di un ordine necessario. ""Privatizziamo!"""" vuol dimostrare che un diverso modello è possibile e migliora la vita di famiglie e imprese."" -
L' acropoli (2015). Vol. 6
Si tratta del sesto numero del 2015 della rivista bimestrale di politica e varia cultura diretta da Giuseppe Galasso. -
Civitas humana. I problemi fondamentali di una riforma sociale ed economica
Civitas Humana attesta che il pensiero di Röpke rappresenta un’opera in continuo sviluppo che si forma lungo le varie vicende storiche del XX secolo, di cui fu un attivo testimone. Sono diversi gli eventi che hanno influenzato il suo pensiero, motivato la stesura dei suoi libri e che hanno trovato un’analisi nei suoi scritti: l’esperienza delle due guerre mondiali; la crisi economica del ʼ29 e del sistema capitalistico; l’affermarsi di gruppi di potere totalitari; il dileguarsi del collettivismo e del socialismo; i problemi della crisi internazionale; e dopo la Seconda guerra mondiale, le discussioni, i problemi e le vicende connesse alla costituzione e alla implementazione del modello dell’Economia Sociale di Mercato.Il nucleo delle concezioni contenute in questo testo ruota intorno al binomio e al rapporto tra le questioni morali e quelle istituzionali. Röpke offre un contributo al programma di ricostruzione di un ordinamento economico e sociale efficiente e rispettoso della dignità umana e sottolinea anche il valore del principio di sussidiarietà e la coordinazione dei tre importanti soggetti di questo programma: lo stato, la società e l’economia. -
L' Occidente e i suoi nemici
L'assalto terroristico al Bataclan di Parigi ha brutalmente riproposto all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale un fenomeno che a molti studiosi era sembrato definitivamente estinto: l'odio contro l'Occidente. Le radici di questo odio risalgono all'epoca durante la quale l'Occidente estese i suoi tentacoli sull'intero Pianeta, sottoponendo alla sua smisurata volontà di dominio e di sfruttamento le società orientali. Tutto ciò, naturalmente, ha suscitato il risentimento e la collera del ""proletariato esterno"""", tanto più che il dominio coloniale fu caratterizzato dal disprezzo razzista nei confronti dei popoli assoggettati, descritti come biologicamente incapaci di autogovernarsi e, quindi, bisognosi di una """"paternalistica tutela"""". Ma quest'odio contro l'Occidente non è nato solo dal """"proletariato esterno"""" bensì anche in seno all'Occidente, infatti le prime significative manifestazioni della rivolta intellettuale e morale contro il mondo moderno si registrano proprio in Europa, dal cui grembo sono scaturiti travolgenti movimenti rivoluzionari di massa - comunismo, fascismo, nazismo - animati dall'intenso desiderio di fare tabula rasa della civiltà liberale. Questo volume vuole ripercorrere il fenomeno da un punto di vista storico-sociologico per meglio comprendere le radici ideologiche e religiose dell'odio contro la Modernità."" -
Studi in onore di Armando Veneto. Omaggio ad un grande maestro della scuola penalistica calabrese
Armando Veneto è nato ad Aversa (CE) il 14 novembre 1935, è sposato con Anna Maria, ha quattro figlie e sette nipoti. Laureatosi in giurisprudenza, con lode, nel 1957 nell'Università degli Studi di Messina, è avvocato cassazionista e politico italiano. Calabrese di adozione, risiede a Palmi Calabro (RC), dove esercita l'attività da circa cinquantotto anni. È anche titolare di uno Studio legale in Roma. Nella vita politica ha aderito dapprima alla Democrazia Cristiana, poi al Partito Popolare Italiano ed è stato eletto Deputato nel 1996 per la coalizione di centrosinistra (l'Ulivo) nel collegio di Palmi. In tale legislatura (1996-2001) è stato, dal 1999 al 2001, Sottosegretario di Stato al Ministero delle Finanze. È stato anche Sindaco di Palmi dal 1994 al 2001. Nel 2001 ha aderito al programma centrista denominato Democrazia Europea, mentre nel 2004 ha partecipato al progetto dei Popolari UDEUR, essendo candidato alle elezioni europee per la circoscrizione Sud e ottenendo circa diciassettemila preferenze. Nel 2005 viene nominato commissario regionale dell'UDEUR per la Regione Calabria e, sempre nel 2005, entra a far parte del Parlamento Europeo, fino al termine della legislatura nel 2009. Nella massima assise europea aderisce al PPE-DE e viene chiamato a far parte della Commissione per i Trasporti e il Turismo. -
Allenarsi per il futuro. Idee e strumenti per il lavoro che verrà
Che lavoro farete da grandi? È una domanda alla quale non potete rispondere perché non è stato ancora inventato. Allenarsi per il Futuro prova a individuare le occupazioni di domani, ma soprattutto offre un'analisi delle radicali trasformazioni del mercato del lavoro, ipotizzando le competenze che richiederà e che la scuola non sembra aver colto, né tantomeno essere in grado di coltivare. Per questa ragione, anche i modelli didattici e pedagogici devono cambiare. Essere curiosi, essere creativi ed essere intraprendenti, sono le tre principali attitudini attorno alle quali si deve strutturare l'attività di insegnamento, in un contesto nel quale il sapere è facilmente accessibile e condivisibile attraverso la rete e le tecnologie. Deve cambiare la scuola, che diventa smart. Devono cambiare le classi - quella di oggi, frontale, è obsoleta - che devono aprirsi per diventare laboratori di sperimentazione e collaborazione. Anche il ruolo dell'insegnante deve cambiare, perché non è più il tramite attraverso cui apprendere ma un coordinatore, una guida e un motivatore. La Scuola deve essere il luogo dove scoprire e provare a risolvere problemi, dove sbagliare e imparare a rialzarsi. Deve tornare ad essere una palestra dove giocare e allenarsi. Perché è proprio li, nella nuova scuola, che si inventano le professioni del futuro. -
Lettera (agli studenti) sulla politica
Che il tema della partecipazione dei giovani alla politica venga continuamente evocato, tra moralismi e leggerezza divertita, è un dato di fatto, ma pensare ad una lettera aperta, con incursioni nel pamphlet, rivolta a loro per discutere sui volti diversi e poliedrici che la politica stessa ha avuto negli anni, questa è scelta originalissima. Rossella Gianfagna e Antonella Presutti si ""divertono con serietà"""" a danzare tra passato e presente, tra grandi personalità di un tempo e mediocri controfigure dell'oggi. Un libro scritto con freschezza e passione, una riflessione sui mezzi di comunicazione, su quello che i partiti sono diventati, un'analisi impietosa, ma anche un appassionato invito all'impegno """"nella"""" e """"per"""" la società. Una lettera rivolta ai giovani, che tutti gli adulti dovrebbero leggere."" -
Al posto sbagliato. Storie di bambini vittime di mafia
Le mafie hanno sempre ucciso i bambini. Le regole per le quali donne e bambini non vanno toccati sono un falso mito. Un mito smentito dai 108 nomi racchiusi nelle storie di minori vittime innocenti di mafia contenute in questo lavoro. Storie che servono per fare e costruire memoria. Conservarla, tramandarla. Storie note e meno note che diventano veri e propri simboli della barbarie umana. Ogni nome, ogni racconto diventa parte di un dolore collettivo. Un moto di resistenza civile che nasce dal sangue innocente delle vittime e dal dolore dei loro familiari. Non esiste né un posto sbagliato, né un momento sbagliato per bambini e ragazzi vittime di mafia: un campo di calcetto, il portone di casa, la pizzeria, la piazza, l'auto dei genitori. Al posto sbagliato ci sono sempre assassini e mafiosi. Prefazione di Luigi Ciotti. Postfazione di Francesca Chiavacci.