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L'esperimento
Una donna, tra le pareti del suo studio di psicologia, in attesa dell’arrivo di un cliente, riflette sulla propria vita e i recenti cambiamenti che l'hanno sconvolta: il lavoro, la fine del matrimonio, la maternità mai desiderata. Lungo un racconto dal ritmo incalzante, quasi più vicino a un inesorabile flusso di coscienza che a un semplice monologo teatrale, la protagonista rielabora la propria esistenza, cercando di riannodare i fili che la legano alla realtà, in un crescendo in cui momenti fortemente drammatici si alternano a frammenti di esilarante comicità. -
Murnau
Attraverso testimonianze, ricordi di colleghi sul set e analisi tecniche dei film, Lotte Eisner ricostruisce la vita e le opere di F. W. Murnau, uno dei giganti del cinema mondiale della prima metà del Novecento. Il volume, spaziando dal minuzioso esame del lavoro creativo dell’autore di capolavori dell'espressionismo tedesco quali Nosferatu (1922) e L'ultima risata (1924), alla rievocazione della tribolata vita del regista, fino alla non sempre benevola accoglienza della critica alle sue opere, è da considerarsi un autentico classico della saggistica cinematografica. -
Teatro della miniera. Dieci anni di amore e rivolta a Ravi
Il volume delinea, attraverso gli spettacoli, il racconto dell'attività decennale della Compagnia Katzenmacher guidata da Alfonso Santagata a Gavorrano, un piccolo paese del grossetano e in particolare nella miniera di Ravi: una terra montuosa ma accogliente, ferita nel corpo e nella storia da un passato di estrazioni metallifere. Un paese di ex-minatori, teatro di scioperi titanici, che da una parte ha seppellito nel proprio ventre decine e decine di lavoratori, e dall'altra ha accolto, come una madre, emigranti da tutta Italia. La Compagnia Katzenmacher vi arriva nel 2010 e si inserisce immediatamente in quel tessuto sociale: avvia laboratori per coinvolgere gli appassionati del posto e seminari su tematiche locali. Vengono inoltre prodotti numerosi spettacoli dove la poetica e i temi portanti del lavoro di Alfonso Santagata (la tragedia e i sentimenti, il silenzio e il mistero) si sposano con il presente e il passato, la realtà e la memoria della miniera. -
Peer Gynt. Drammaturgie parallele
Peer Gynt di Ibsen (1867) è un’opera-mondo dal grandioso respiro poetico, un labirinto attraverso cui «andare e venire nel fiume della storia», una sorta di gigantesco laboratorio teatrale a cielo aperto che si può attraversare all’infinito e in forme innumerevoli. Peer Gynt, drammaturgie parallele dà conto di un avventuroso percorso a più voci intrapreso nel tentativo di immaginare una messinscena di questo capolavoro, che Luca Micheletti e Federica Fracassi hanno deciso di condividere drammaturgicamente e scenicamente. Un nutrito quaderno di materiali eterogenei: studi, appunti e copioni, ma anche un viaggio reale nei luoghi originali dove Ibsen ha immaginato le avventure del suo antieroe, diari privati, reportage, reinvenzioni letterarie; e, ancora, progetti di scene e costumi per le diverse versioni esplorate, documenti fotografici, mostre, lezioni, laboratori. Il volume presenta inoltre il copione dello spettacolo Peer Gynt Suite, prodotto dal Teatro Franco Parenti di Milano, prima testimonianza scenica delle numerose strade percorse. -
Jauría. Una fiction documentaria
Utilizzando frammenti delle trascrizioni del processo a 'La Manada' – caso giudiziario che scosse l'opinione pubblica spagnola e internazionale riguardante una violenza sessuale di gruppo compiuta da cinque uomini nei confronti di una ragazza appena diciottenne a Pamplona nel 2016 – Jordi Casanovas costruisce una drammaturgia dal ritmo incalzante. Tra dialoghi serrati e testimonianze dei protagonisti, realtà e finzione si mescolano in un quadro capace di «provocare nel lettore l’effetto asfissiante vissuto dalla vittima» e di farlo riflettere sull'amara deriva di uno scenario in cui è la «normalizzazione della violenza» il linguaggio che regola il rapporto tra uomo e donna. Jauría ha vinto nel 2020 il Premio MAX come Miglior spettacolo. -
Le memorie di Ivan Karamazov
Per la terza volta nella sua carriera, Umberto Orsini affronta l'ultimo - e probabilmente più grande – romanzo di Fëdor Dostoevskij: I fratelli Karamazov. Nel monologo scritto a quattro mani con il regista Luca Micheletti, l'attore si confronta con la complessità di Ivan Karamazov, libero pensatore che teorizza l'amoralità del mondo e spinge all'omicidio, forse consapevolmente, l'assassino del padre. Colpevole e innocente insieme, Ivan torna a parlare, come una creatura smarrita che sente di non aver esaurito il proprio compito, e cerca di chiarire un'ultima volta le esatte dinamiche dei delitti e dei castighi, in un vero e proprio thriller psicologico e morale, un inedito viaggio nell'umana coscienza, una straziata e commovente confessione a tu per tu con se stesso e con i propri fantasmi. -
I teatri di Artaud. Crudeltà, corpo-mente
La parabola artistica di Artaud (1896-1948) segna indiscutibilmente la storia e l'evoluzione del teatro del Novecento. «Attore inaffidabile e regista più ricco di idee che della capacità di realizzarle», Artaud è riuscito a incarnare nella propria persona estremi e paradossi, perpetrando un'esperienza teatrale a tutto tondo, mosso dal convincimento per cui l'arte, e il teatro in particolare, non sia mera imitazione della natura, ma un «mezzo per rifare la vita». Il volume approfondisce la visione artistica del grande autore francese, analizzandone tutte le principali declinazioni in ambito teatrale (dal rapporto con l'Oriente al particolare confronto con il teatro di Stanislavskij), e costituisce non solo un esauriente ritratto dell'artista, ma anche un fondamentale studio del teatro del Novecento. -
Immagine del disastro. Cinema, shock e tabù
Il cinema catastrofico ha un'estetica? Pare questa la domanda posta da Enzo Ungari lungo le pagine del suo ironico e del tutto antiaccademico studio sul cinema del disastro e le sue forme: tra cataclismi, rovine in fiamme, creature deformi e bestie mutanti, l’autore riesce a tracciare un filo conduttore che va da DeMille a Walt Disney, passando per Browning, Welles e Antonioni, fino a raggiungere tanti altri 'mostri' della regia del Novecento, per costruire un viaggio nel cinema per immagini (oltre 300 quelle presenti nel volume) assolutamente unico. -
Nomadi sui sentieri della creatività. Nel percorso del Teatro Intermediario
Autentico nomade del teatro, Kassim Bayatly ha saputo tramite la sua attività artistica e seminariale mettere in rapporto due mondi, quello del Medio Oriente con quello europeo, spesso distanti, ma in realtà contraddistinti da tratti comuni. In queste pagine l’artista iracheno, con il pretesto di narrare la sua storia, racconta in realtà un costante tentativo di integrazione culturale, in cui il performer assume «un ruolo intermediario, mediante le sue azioni rigeneratrici (narrazione, danza e canto) per costruire un ponte in cui si incontrano (e si compenetrano) l’immaginazione attiva, la memoria e l’immagine delle figure teatrali, per stimolare l’attenzione dell’essere-uomo-spettattore e rievocare la sua immaginazione attiva celata». -
Il cinema diversamente
Analizzando i fantasmi della quotidianità occidentale del secondo Novecento, la disillusione politica, la paura della morte, la degradazione del tempo, e rapportandoli alle 'visioni' del grande schermo, Dominique Noguez cerca di «mostrare il cinema nella sua totalità, nelle sue illuminazioni positive e negative». Le opere di Godard, Pasolini, Robbe-Grillet, Bergman, Rohmer e di tanti altri grandi cineasti vengono così esaminate lungo pagine dense di humour e di ironia postmoderna, secondo una prospettiva per la quale il cinema diviene la chiave di lettura e «l'immagine che le società occidentali danno di se stesse». -
Teoria del cinema. La redenzione della realtà fisica
Lungo le pagine di Teoria del cinema Sigfried Kracauer sviluppa un'analisi fondamentale del rapporto tra cinema e fotografia, allargando il suo spazio di riflessione non solo agli elementi tecnici propri della settima arte, ma anche ad aspetti inerenti alla sociologia e alla filosofia estetica. In questa appassionata dissertazione che tocca tutti gli snodi fondamentali della storia del cinema dai fratelli Lumière fino ai fenomeni cinematografici hollywoodiani degli anni Cinquanta, emerge la prospettiva dell'autore, secondo cui il cinema deve rimanere fedele alla realtà fisica, e dove i film siano capaci di penetrare «il mondo che abbiamo dinanzi agli occhi». Prefazione di Miriam Bratu Hansen. -
Woody Allen su Woody Allen
Incalzato dalle domande di Stig Björkman, fra i più prestigiosi critici cinematografici europei, Woody Allen ripercorre le tappe principali di una fulgida carriera registica. Un'analisi che approfondisce non soltanto il lavoro sul set e il dietro le quinte di tanti capolavori tra cui Manhattan, Io e Annie, Crimini e misfatti e Match point ma che riesce a far emergere anche altri aspetti più o meno nascosti al grande pubblico (la passione per il Jazz e per il cinema di Bergman), fondamentali per comprendere il processo creativo di Woody Allen, un artista autentico «che pretende molto da se stesso e che rifiuta di scendere a compromessi per quanto riguarda la sua arte e le sue idee». -
Fritz Lang
Regista simbolo insieme a F. W. Murnau dell'espressionismo tedesco, Fritz Lang dopo il suo capolavoro Metropolis del 1926, seppe trasporre le innovazioni e l'estetica del cinema di Weimar all'interno del gusto patinato hollywoodiano, senza tralasciare tuttavia una forte «carica di indignazione sociale» (come dimostrano i successi americani Furia del 1936, con Spencer Tracy e Sono innocente del 1937, con Henry Fonda). Attraverso testimonianze e appunti del regista, l'approfondita analisi di Lotte Eisner incentrata sulla minuziosa decostruzione di ogni film di Lang, riesce a far emergere la grandezza di un autore che ha segnato la storia del cinema della prima metà del Novecento. -
La vita è cinema. Tutti gli scritti 1926-71
In questa raccolta di scritti e articoli apparsi su numerose riviste culturali viene ricostruito l'autentico credo artistico di Jean Renoir: dalla penna del grande regista francese si delineano ricordi e spesso esilaranti schizzi, non solo riguardo a propri capolavori come La grande illusione o La regola del gioco e sul mondo cinematografico francese e internazionale, ma anche sulla sua visione politica, incentrata sull’adesione al Fronte Popolare. Ne emerge il ritratto di un autore totalmente dedito e devoto al cinema, che agisce secondo un'ottica in cui l'universo, non solo artistico, è «uno solo» e dove «nessuna delle sue componenti risulta inanimata e priva di vita, rivelandosi popolato di volti, cose, idee». -
Pensieri dal set
Autobiografia artistica e, al contempo, approfondito testo teorico, il volume ripercorre la carriera del cineasta giapponese Koreeda Hirokazu. Rievocando ricordi ed episodi inediti avvenuti durante la lavorazione dei suoi film – pagine rivelatrici non solo della sua prospettiva artistica, ma anche della visione della società nipponica, spesso tema centrale delle sue pellicole – Koreeda ricostruisce il proprio viaggio nel mondo del cinema, un percorso partito dai primi documentari e approdato a importanti successi internazionali (Father and Son, premio della giuria al Festival di Cannes del 2013). -
Teatro. La pelle in fiamme-La terra promessa-Marburg-Invasione-La bandiera-Giustizia
Uno Stato immaginario scomparso a causa dei cambiamenti climatici, una misteriosa epidemia globale, un giudice che nasconde la propria omosessualità: pur trattando gli argomenti più disparati, il lavoro di Clua riesce ad affrontare in maniera originale ed eclettica il tema della diversità e della complessità del mondo contemporaneo. Il volume raccoglie il meglio della produzione del drammaturgo catalano, sei testi capaci di restituire, dalla scena alla pagina, un’umanità sempre viva e dalle mille sfaccettature. -
Teatro. Vol. 2: La doppia incostanza-La finta serva o il furfante punito-Il trionfo dell'amore
Alla base di questo progetto dedicato a Marivaux vi è la constatazione di una lacuna editoriale: rare sono le traduzioni delle sue opere e quasi tutte irreperibili. Del resto, poche delle sue pièces giungono alle scene italiane. La prima finalità del lavoro è far conoscere la produzione di un classico francese, che ha composto buona parte delle sue commedie per il Théâtre Italien di Parigi e che proprio alla tecnica, molto apprezzata, dei comici italiani si ispirò per costruire il proprio stile, sempre di una modernità dirompente. Testi pubblicati per le scene italiane, affinché ne offrano una interpretazione per il pubblico di oggi. Questo secondo volume comprende tre commedie fra le più famose di Marivaux, conosciute in Italia grazie a celebri messe in scena storiche, rispettivamente di Andrée Ruth Shammah, Patrice Chéreau e Antoine Vitez. -
Teatro. Vol. 3: Lo stratagemma riuscito-Il quiproquo-La gioia imprevista-L’isola degli schiavi-L’isola della ragione-La colonia
Alla base di questo progetto dedicato a Marivaux vi è la costatazione di una lacuna editoriale: rare sono le traduzioni delle sue opere e quasi tutte irreperibili. Del resto, poche delle sue pièces giungono alle scene italiane. La prima finalità del lavoro è far conoscere la produzione di un classico francese, che ha composto buona parte delle sue commedie per il Théâtre Italien di Parigi e che proprio alla tecnica, molto apprezzata, dei comici italiani si ispirò per costruire il proprio stile, sempre di una modernità dirompente. Testi pubblicati per le scene italiane, affiché ne offrano una interpretazione per il pubblico di oggi. Questo terzo volume comprende due sezioni di tre commedie ciascuna. Nella prima Lo stratagemma riuscito, Il quiproquo e La gioia imprevista composte negli anni 1730, di cui si propone qui per la prima volta una traduzione italiana. La seconda sezione è dedicata a L’isola degli schiavi, L’isola della ragione e La colonia. L’isola degli schiavi ha acquistato notorietà in Italia grazie alla regia di Giorgio Strehler (1994). Prefazioni di Monica Pavesio e Stéphane Kerber. -
Scritti di teatro
Pur maggiormente conosciuto come grande teorico e studioso del cinema, Béla Balázs si è occupato a lungo di teatro e in particolare del cosiddetto teatro operaio e del rapporto dell’arte drammaturgica con l’esperienza dell’Agitprop. Il volume raccoglie i principali scritti sul teatro del grande intellettuale ungherese, testi da cui emerge con grande chiarezza il suo tentativo, ideale, teorico e pratico, di far coesistere i principi estetici del marxismo coevo con una visione dell’arte del tutto personale, per «recuperare l’ipotetica incontaminata matrice originaria su cui fondare l’evoluzione di una nuova idea di teatro». -
Il mestiere dell'attore
In questa raccolta di interviste Vittorio Gassman non solo svela al pubblico i segreti dell’arte dell'attore, ma, incalzato dalle domande di una intervistatrice di eccezione come Rita Cirio, prestigiosa firma dell'«Espresso», racconta anche se stesso, in un viaggio tra ricordi e aneddoti irriverenti e sconosciuti del mondo del teatro e del cinema italiano. Ne esce il ritratto di un Gassman che, pur non abbandonando la sua vena istrionica e irriverente, sa vestire i panni del mentore, capace, tramite i suoi preziosi consigli, di porsi quale saggia guida per il giovane aspirante attore. Prefazione di Federico Fellini.