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Dizionario del teatro
Immaginato come indispensabile vocabolario della terminologia teatrale, il Dizionario del teatro di Patrice Pavis, arricchito nella presente edizione di numerosi nuovi lemmi e aggiornamenti, costituisce oramai un classico degli studi teatrali. Accanto alle teorie e alle questioni strettamente legate alla drammaturgia, lo sguardo dell’autore sa estendersi anche alla semiologia, all’antropologia, all’estetica, all’ermeneutica, fino a toccare temi centrali della contemporaneità come il rapporto tra il teatro e i media e la tecnologia, assicurando al volume una forte connotazione interdisciplinare e interculturale, qualità propria di ogni opera che aspira a essere «enciclopedica». -
Un padre ci vuole
"Un padre ci vuole"""" affronta il tema della paternità. Il testo si basa su due personaggi completamente agli antipodi: da una parte, Ferruccio, il quale, dopo la tragica perdita della moglie, abbandona il ruolo di genitore, dall’altra, suo figlio Oreste, costretto dagli eventi a farsi carico del padre. L’opera si apre con la sofferenza di Oreste per il fidanzamento di Ferruccio con una donna molto più giovane di lui. Nella caotica abitazione, a cui fanno visita una serie di bizzarri personaggi, giunge dall’Australia Alfredo, il ricco fratello di Oreste, per impedire – con un fine personale ben pianificato – la prevedibile bancarotta familiare. La questione dell’eredità porta a galla risentimenti nascosti, ma anche diverse forme d’amore: alla fine, trionferà l’accettazione delle differenze caratteriali nel contesto familiare, in particolare per Oreste, il figlio afflitto dalle ferite emotive perpetuategli dal padre. A cura di Sarah Zappulla Muscarà ed Enzo Zappulla." -
Teatro. Polvere, Masculu e fìammina, Saverio e Chadli vs Mario e Saleh
La raccolta vuole fornire una panoramica a tutto tondo del teatro di Saverio La Ruina: da ogni drammaturgia, ciascuna rivolta a un importante tema sociale (il razzismo, il sessismo, l’omofobia e, più in generale, «l’incomunicabilità tra diversi»), la cui rilevanza ha assunto, nel mondo contemporaneo, oramai un aspetto quasi emergenziale nella sua drammaticità, affiora la sensibilità di un artista che, dalla scrittura fino alla messa in scena, sa misurare parole e gesti, costruendo personaggi vivi, che nelle loro forze e debolezze, sanno – anche nella loro disumanità – essere umani: ciò rende le storie di La Ruina sempre attuali, in ossequio a quella funzione «catartica» che la tradizione ha assegnato all’arte teatrale. -
Arcipelago Teatro Ragazzi. Un'inchiesta sul teatro in Toscana per/con i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze
Ogni arcipelago – ancor più se si tratta di un arcipelago 'teatrale' e 'culturale' – rappresenta un ecosistema complesso, composto da elementi diversi in rapporto fra loro. Il presente volume, a cura di Altre Velocità, gruppo di osservatori e critici teatrali, indaga il contesto toscano del teatro per l’infanzia e la gioventù proprio a partire da una tale eterogeneità e mettendo in campo differenti strumenti: un questionario sul senso artistico del teatro ragazzi, analisi quantitative su produzione e distribuzione, testimonianze dei protagonisti, con saggi di approfondimento e una breve cronistoria. Ne esce un’inchiesta sul teatro per/con i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze in Toscana, per riflettere su un’area teatrale di straordinaria importanza che oggi, più che mai, continua a interrogarci sul presente e sul futuro. -
Contro il mal occhio. Polemiche di teatro 1977-97
«La materia di questo libro è la polemica – ha scritto Ferdinando Taviani – ma il suo tema vorrebbe essere la grandezza del teatro». Il volume raccoglie scritti che coprono l’arco temporale dal 1977 al 1997, e vanno dalla riflessione storica all’occasione offerta dalla cronaca. L’orizzonte è quello del teatro nel suo complesso, alla fine di un secolo decisivo come il ventesimo: il suo destino, la sua crisi, la necessità di scegliere se essere arte di minoranza o arte ""minorata"""" dai mass media."" -
Incroci. Esperienze di teatro per una comunità interculturale, un progetto di Teatro Magro, Asinitas, Progetto Amunì/Babel
Questo volume raccoglie materiali e testimonianze volti a dare conto del progetto Incroci, realizzato da Teatro Magro di Mantova, Asinitas di Roma e Progetto Amunì/Babel di Palermo, con il sostegno di Fondazione Alta Mane Italia. L’esperienza, proponendo laboratori di teatro integrato con migranti, ma anche l’incontro e lo scambio di pratiche tra i partner, ha attivato una rete nazionale per la valorizzazione delle arti performative come enzima interculturale. Il progetto ha coinvolto i festival di Santarcangelo e Romaeuropa, catalizzando una serie di riflessioni sul teatro sociale d’arte con migranti. Oltre ai curatori, tra gli autori dei contributi rientrano: Cecilia Bartoli, Flavio Cortellazzi, Fabiana Iacozzilli, Luca Lòtano, Paolo Masini, Giuseppe Provinzano, Diana Turdo, Marina Visentini, Lucia Medri e Viviana Raciti per «Teatro e critica». -
Bob Wilson in Italia
Gigi Giacobbe, tramite ricordi, recensioni agli spettacoli e interviste allo stesso Bob Wilson, ci porta alla scoperta di uno dei registi teatrali contemporanei più importanti del panorama mondiale. Le parole dei resoconti di oltre un trentennio di spettacoli di Bob Wilson realizzati in giro per l’Italia si intrecciano con quella di numerosi illustri 'ospiti' come Achille Bonito Oliva, Umberto Eco, Rita Cirio, Dario Tomasello e Roberto Andò. Voci in grado di creare un ritratto del grande regista americano assolutamente inedito, che va oltre alla mera esperienza del palcoscenico: dalle alte riflessioni sul carattere dell’arte e le messinscene beckettiane fino ai risvolti più curiosi, come la passione di Bob Wilson per i mobili e le sue abilità di designer in particolare di sedie dai tratti e dai nomi eccentrici. -
Romanzo teatrale
Perfida parodia del mondo teatrale russo, in particolare del Teatro d’Arte di Mosca, il romanzo, rimasto di fatto incompiuto per volere dello stesso autore, ha tra i protagonisti il grande regista e teorico di teatro Konstantin Stanislavskij – di cui lo stesso Bulgakov fu collaboratore – nelle inediti vesti di eroe comico. Tuttavia, Romanzo teatrale non va inteso come mera e scherzosa vendetta letteraria verso il vecchio maestro: al centro della narrazione vi è infatti il mondo teatrale, rappresentato, dal punto di vista del protagonista Maksudov alter ego dell’autore, non solo quale luogo fisico e creativo e galassia di eccentriche personalità, ma anche secondo una prospettiva più generale di satira sociale. Ne esce un esilarante ritratto della «teatralizzazione della vita moscovita» durante lo spietato regime staliniano. -
Miracoli metropolitani
Mentre le fogne, ormai sature a causa di continui abusi ambientali, stanno allagando la città costringendo le persone in casa, in una fatiscente cucina specializzata in cibo d’asporto, si muovono otto personaggi vinti dalla vita che tentano di sopravvivere tra fallimenti personali e profondo senso di solitudine. Come se non bastasse, la popolazione è terrorizzata da un pericolo imminente che potrebbe portare l'umanità alla deriva... ""Miracoli Metropolitani"""" è il racconto di una solitudine sociale e personale di una società che sta per essere sepolta dai suoi stessi escrementi, metafora di un'umanità ai ferri corti con sé stessa dove la """"merda"""" più che nelle fogne sembra annidarsi nei cervelli."" -
Memorie del sottoscala
Sospeso tra realtà autobiografica e finzione letteraria, ""Memorie del sottoscala"""" costituisce un mirabile pastiche narrativo, dove si alternano attraverso le gesta del protagonista Vincenzo – vero e proprio alter ego di Vittorio Gassman – romanzo, memoir, monologo, piccole scene drammaturgiche, dando vita a un testo grondante di umori e passioni. Come sottolineato dalle preziose pagine introduttive di Vittorino Andreoli, emerge, tra brani di cupa riflessione ma anche di irresistibile ironia, «l'inconscio teatrale» di Vittorio Gassman in una rappresentazione dell'«avventura umana, raccontata in teatro da un grande attore, da un uomo che crea e distrugge, che soffre e cerca il piacere»."" -
Quaderni di regia e testi riveduti. L'ultimo nastro di Krapp
Nel 1969, allo Schiller Theater Werkstatt di Berlino, Samuel Beckett assume per la prima volta la regia di L'ultimo nastro di Krapp, piéce che aveva scritto nel 1958 e che aveva debuttato lo stesso anno al Royal Court Theatre di Londra con la regia di Donald McWhinnie. La direzione in prima persona della messa in scena diviene per Beckett l'occasione di rinnovare e modificare il testo alla luce delle sue esigenze registiche: attraverso il suo quaderno di regia, qui tradotto e pubblicato per la prima volta in Italia, emerge infatti un minuzioso lavoro di cesellatura che restituisce agli occhi del lettore il processo creativo di Beckett e la sua visione della regia teatrale. Il volume comprende la versione 'finale' del testo di L'ultimo nastro di Krapp, riveduto e approvato da Beckett, e il quaderno di regia, integralmente riprodotto in copia anastatica. -
Firmato Lejárraga
María Lejárraga, oltre che di saggi, traduzioni e articoli, è autrice di drammi e libretti fra i più acclamati nella Spagna della prima metà del secolo scorso e il successo di questi lavori ha valicato fin da subito i confini nazionali. Piccolo dettaglio: benché sia oramai storicamente accertato che sia lei la sola autrice, a firmare queste opere fu il marito Gregorio Martínez Sierra, impresario e regista, tuttora ricordato nei libri di storia della letteratura, come autore, e per giunta unico, di tutte quelle opere. Attraverso un affascinante viaggio nel mondo artistico di quegli anni e rievocando personaggi del calibro di Lorca, De Falla, Jiménez, Vanessa Montfort decide di sottrarre all’oblio letterario un personaggio dalle mille sfaccettature, una donna dal talento indiscutibile che scelse, per oltre cinquant’anni, di vivere nell’ombra. -
La fine del mondo: una vita in serie
Brevi monologhi, dialoghi interrotti, frammenti 'apocalittici': al centro di questa raccolta di scritti teatrali e narrativi vi è la parola. Parola che non è, tuttavia, mezzo di comunicazione, ma, al contrario, nell’epoca dei social e dell'infodemia, diviene mera elucubrazione solipsistica, in cui le tante voci che animano simili schegge drammaturgiche si specchiano. Una galleria di personaggi di diversa età, estrazione sociale e culturale, tutti accomunati dal «mormorio dell’Ego», rumore di sottofondo che ne fagocita le esistenze, e che costituisce il filo conduttore di questa angosciosa satira del presente, un mondo giunto alla fine, la cui agonia è accompagnata da una prospettiva disperatamente narcisistica. -
Tennessee Williams. Modernismo in t-shirt e i rinnovamenti del teatro
Tennessee Williams, lungo la sua folgorante carriera, rivoluzionò il linguaggio del teatro e della messinscena del secondo Novecento, portando sul palcoscenico i tratti di inediti eroi e, soprattutto, antieroi, emersi nel nuovo contesto sociale americano del dopoguerra, dando vita a un'innovativa estetica drammaturgica. In questa preziosa monografia si intende costruire un ritratto a tutto tondo, sia dal punto di vista umano che artistico, dell'autore di autentici capolavori, prima del teatro e poi del grande schermo, come ""Un tram che si chiama desiderio"""" e """"La gatta sul tetto che scotta""""."" -
La locandiera nella messa in scena di Franco Enriquez
Nel 1965 Franco Enriquez firma una storica regia del capolavoro di Carlo Goldoni. Interessato in particolare al ruolo di Mirandolina, quale archetipo di donna emancipata in una visione del mondo femminile – come quella degli anni Sessanta – in piena trasformazione, Enriquez «lavora sullo spazio, puntando all'emblematicità del luogo, se non, addirittura, a un non-luogo» adattando un classico come La locandiera alla sua innovativa visione del teatro. Il presente studio viviseziona il lavoro del regista fiorentino e dei protagonisti dello spettacolo come Valeria Moriconi, Paolo Graziosi e Glauco Mauri, ricostruendo storia e fortuna di uno dei più importanti allestimenti del teatro italiano del secondo Novecento. -
Il mago di Oz
Folgorato fin da bambino dalla visione del film ""Il mago di Oz"""" del 1939, tratto dal romanzo di L. Frank Baum, Salman Rushdie analizza sequenza per sequenza la pellicola di Victor Fleming, facendo emergere allegorie e dettagli di una storia in cui «l'inadeguatezza degli adulti» porta i giovanissimi protagonisti a «crescere da soli». Nella seconda parte del volume, il grande scrittore indiano si cimenta inoltre in un breve racconto ispirato alle scarpette rosse di Dorothy, un chiaro omaggio a una storia come quella del Mago di Oz che ha rappresentato per Rushdie la sua prima influenza letteraria."" -
Alla ricerca della felicità. La commedia hollywoodiana del rimatrimonio
Gli anni tra il 1934 e il 1949 sono un periodo chiave per comprendere l'epoca d'oro del cinema hollywoodiano, gli anni Cinquanta. Partendo da sette film (Lady Eva, Accadde una notte, Susanna, Scandalo a Filadelfia, La signora del venerdì, La costola di Adamo, L’orribile verità), Stanley Cavell ci conduce a un’analisi che va oltre il mero studio degli elementi cinematografici, spingendosi fino all’osservazione sociologica e alla speculazione filosofica, per costruire un audace ritratto del rapporto tra America e cinema. Postfazione di Giacomo Manzoli. -
L'attore e il volto. Scritti su cinema e teatro
Il volume raccoglie una selezione di saggi Leif Zern, tra i più importanti critici europei. Mescolando ricordi autobiografici, recensioni a spettacoli teatrali, piccoli ritratti del mondo del cinema, analisi teoriche sull’arte attoriale, emerge una prospettiva critica in cui il «sentire» diviene la forma totale che investe sia la performance interpretativa dell’attore, che il pubblico, identificato non solo come mero fruitore passivo, ma partecipe attivo della messinscena. Da Ingmar Bergman a Lars Norén, fino ad autentici pilastri della tradizione scenica come Louis Jouvet, lo sguardo di Zern si sofferma sulla recitazione l’immedesimazione dell’attore, in un percorso dove «le emozioni non sono innate ma conquistate con un processo di appropriazione». -
Il corpo in testa. Il viaggio artistico di Animali Celesti teatro d'arte civile nelle periferie sociali del disagio e delle marginalità
«Che cos’è questo libro? Difficile catalogarlo. Verrebbe quasi da definirlo per 'via negativa', con una sequela di negazioni, nel tentativo di arrivare a una approssimazione accettabile. Non è un romanzo, non è un racconto, non è un saggio, non è un manuale, non è una testimonianza, non è un pamphlet, non è un diario intimo. Eppure è tutte queste cose assieme. E se è sorprendente questa faticosa categorizzazione, va detto che rispecchia appieno la personalità e lo stile di un artista come Alessandro Garzella». (Andrea Porcheddu) -
Effetto Magnani. Sguardi sull'attrice e sulla diva
Musa neorealista, diva e antidiva popolare, icona internazionale, Anna Magnani ha raccontato, con le sue tante 'maschere' e con l'unicità del suo stile, le trasformazioni del nostro paese, dalle macerie del dopoguerra fino agli anni Settanta. Autorialità, segni di performance, corpo, presenza politica, star persona, storia culturale sono gli ambiti in cui i complessi contorni dell'attrice sono esplorati nel costante dialogo tra intermedialità (teatro, cinema, televisione) e dimensione divistica. Il libro cattura le specificità recitative di Magnani, il modo di 'abitare', condizionare e riempire lo spazio della scena e del set, analizzando la sua figura di star e la forza della sua presenza nell'immaginario popolare. Effetto Magnani è la storia di quest'impatto potente sui linguaggi e sugli immaginari, scritta da un gruppo di studiose e studiosi italiani e stranieri che, attraverso diverse prospettive d'indagine, hanno annodato i fili della sua vicenda artistica.