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Arte e filosofia. Percorsi estetici per una vita ripetitiva
Tutta la produzione artistica ha sempre come punto di partenza l'incontro con un ""segno"""", il quale si rivela fondamentale proprio perché ci costringe a pensare. Il costituirsi di una certa idea di gusto estetico ha finito per incarnarsi nel tipo sociale che edifica la propria identità prendendo parte agli eventi culturali con la stessa attenzione con cui si guardano le vetrine dei negozi. Questa è la diagnosi che viene ricostruita e contestata da Mario Autieri. Una possibile teoria del riconoscimento dell'oggetto artistico non deve per forza avere questo esito negativo, ma può invece legarsi a forme creative di ripetizione e a strategie di costruzione retorica, senza prescindere dalle basi materiali dell'arte stessa. Chiamando in causa pensatori come Adorno, Derrida, Merleau-Ponty e Benjamin, nonché personalità quali il regista Lars von Trier, gli architetti Koolhaas e Le Corbusier e i musicisti Reich e Glass, l'autore cerca di spiegare perché una particolare forma di ripetitività non è un impoverimento dell'arte, ma piuttosto il modo in cui la vecchia aura dell'opera d'arte si è posata su dimensioni prettamente sensibili, come la costruzione del mood degli ambienti."" -
Controllo e autodeterminazione nel lavoro sociale. Una prospettiva anti-oppressiva
Come può l'assistente sociale esercitare potere nella propria pratica professionale in senso anti-oppressivo? Come si può esercitare potere trattando la persona come soggetto capace di autodeterminarsi e di agire attivamente? Il volume prova a rispondere a tali interrogativi adottando una specifica prospettiva teorica del lavoro sociale, quella del ""critical social work"""". In primo luogo, tratta del controllo sociale come specifica manifestazione del potere nella relazione tra assistente sociale e utente; in secondo luogo, analizza in che modo i paradigmi - che orientano il processo valutativo attraverso cui l'assistente sociale definisce la situazione di un utente per decidere se dare corso a un intervento professionale - influenzino le forme tramite cui il potere è esercitato, forme che possono favorire oppure contrastare le pratiche anti-oppressive. Il testo propone inoltre alcuni spunti teorici e metodologici - una """"cassetta degli attrezzi"""" - per gli assistenti sociali che intendano approcciare criticamente il loro lavoro cambiando in senso anti-oppressivo le relazioni di potere con gli utenti dei servizi. Daniele Scarscelli affronta una questione rilevante per il lavoro sociale, fornendo una cornice interpretativa e alcuni suggerimenti per ritrovare il senso di un lavoro sociale in cui il potere possa essere gestito in una direzione trasformativa, coerentemente con i principi del codice etico."" -
Nuovi spazi della poesia. Mediamorfosi, reti, apprendimento
Cos'è la poesia per chi abita la mediasfera digitale? La tradizione poetica rimane legata all'ambiente orale-chirografico in cui si è strutturata? O segue i tracciati dell'esperienza lacerante e tumultuosa del soggetto nell'era della metropoli e della simultaneità elettrica? E come ha tracimato nello spazio-tempo dei media attuali? L'obiettivo del libro è indagare sugli orientamenti che caratterizzano oggi la poesia sul piano della produzione e della sperimentazione linguistica, della didattica, della formazione dell'identità o del semplice intrattenimento ludico, nel contesto dei media digitali e delle nuove forme della testualità: transmedialità, coproduzione, apprendimento, gamification. -
Il potenziale delle industrie culturali e creative in Alto Adige
Il volume raccoglie i risultati di un progetto di ricerca sulle industrie culturali e creative nella Provincia Autonoma di Bolzano. Il lavoro si compone di tre parti. Nella prima vengono offerti interventi critici e teorici che contribuiscono al dibattito su diversi approcci metodologici e disciplinari, dall’analisi del capitale umano e sociale nelle industrie culturali e creative alla rilettura dell’economia creativa attraverso la teoria della complessità. Nella seconda parte viene presentato il cuore della ricerca empirica, contestualizzandone il perimetro d’indagine e presentando i risultati dell’analisi quantitativa e qualitativa. In particolare, viene approfondita una delle filiere più lunghe e rappresentative del territorio, quella del legno, di cui l’Alto Adige risulta la prima provincia a livello nazionale in termini di produzione. Il caso della filiera del legno è preliminare all’esplorazione di tutti gli stadi della catena: dalla produzione della materia prima alla sua lavorazione a livello industriale, fino alle espressioni del design, dell’artigianato artistico e dell’arte contemporanea degli scultori e artisti gardenesi. L’ultima parte del volume dà voce a rappresentanti e studiosi dei settori creativi della comunicazione, del design e dell’architettura. Attraverso i capitoli finali viene restituito un racconto di come questo territorio – nonostante una reputazione legata alle tradizioni locali, al turismo e alla montagna – da anni si stia proiettando verso una dimensione contemporanea (grazie a iniziative artistiche longeve e ormai molto consolidate, come le biennali dell’arte e i festival) e abbia creato strutture nuove (i creative hubs, insediati in aree rurali) in grado di coniugare creatività locale e innovazione imprenditoriale, favorendo l’ibridazione tra settori creativi e micro-filiere produttive. -
Benedetto contro Francesco. Una storia dei rapporti tra Cristianesimo e media
Benedetto e Francesco non sono semplicemente due santi o due papi. Essi rappresentano archetipicamente i due volti del Cristo: quello aramaico, severo, apocalittico, predestinato, chiuso al mondo, in perenne attesa della Fine; e quello greco, lieto, inquieto, avvinto dal fascino della Storia, in continua ricerca della strada da percorrere, della missione da compiere nel tentativo di diffondere il Verbo. Lungi dall’essere una contraddizione insanabile, questa componente bipolare ha permesso al cristianesimo di sopravvivere a sé stesso nei millenni, reagendo di volta in volta alle trasformazioni storiche: con uno spirito di attesa millenaristica, basato sul potente medium della scrittura, di fronte alla chiusura degli spazi del mondo (durante il lungo periodo medievale, per esempio, o nel corso di quello successivo alla Rivoluzione francese); o con uno spirito universalistico, incentrato sulla spettacolarità e sull’immagine, in concomitanza con le aperture d’orizzonte geografico (si pensi alla spinta controriformista e gesuitica del ’500, o alla grande Riforma che, partita dal Vaticano II, arriva sino a oggi, alla “Chiesa in uscita” di papa Bergoglio). Come si tenta di dimostrare nella ricostruzione storica qui presentata, la doppia identità e l’assetto multimediale – se è vero, come sosteneva Marshall McLuhan, che i media non sono semplicemente canali, ma ambienti che costruiscono il messaggio – hanno reso indistruttibile questa religione, nata da un semplice annuncio apocalittico del Regno in una sperduta regione del Medio Oriente. Ma lo è ancora oggi di fronte al mondo globalizzato, frammentato, liquefatto, sepolto dai linguaggi individualizzanti del consumo? Come fa una Istituzione centralizzata come quella cattolica a reggere di fronte alle sollecitazioni della network society e della platform society? Questo libro, immerso in una dimensione disciplinare che potrebbe definirsi di “mediologia delle religioni”, tenta una risposta a tali domande. -
Cultura visuale in Italia. Immagini, sguardi, dispositivi
Il volume presenta le principali prospettive di ricerca della Cultura visuale in Italia, un campo di indagine ""indisciplinato"""" che ha ormai notevoli ricadute accademiche e istituzionali. Gli studi italiani di Cultura visuale si situano alla convergenza di molte discipline, interessate alle immagini, agli sguardi e ai dispositivi quali la letteratura, l'estetica, la storia dell'arte, gli studi sul cinema e i media e, più di recente, le neuroscienze cognitive e l'ecologia. Introdotto da uno dei padri fondatori della Cultura visuale internazionale, W.J.T. Mitchell, il volume raccoglie i contributi di autori centrali per il dibattito italiano: E. Bricco, V. Cammarata, M. Carbone, G. Careri, E. Carocci, R. Coglitore, M. Cometa, E. Crescimanno, R. De Gaetano, V. Gallese, A. Mengoni, V. Mignano, F. Pierotti, K. Purgar, A. Ronetti, C. Severi, A. Violi."" -
Coltivare la legalità. Mafia e antimafia nelle terre confiscate in Sicilia
In Coltivare la legalità, l’antropologo Theodoros Rakopoulos propone la prima indagine etnografica dedicata all’“antimafia economica”, ossia un’antimafia che promette di cambiare le vite delle persone in modo concreto. L’opera analizza in particolare la dimensione costitutiva dell’antimafia siciliana, caratterizzata da elementi economici e materiali, nonché ideologici e inerenti alla società civile. Focalizzando la propria attenzione sull’area del palermitano, nell’Alto Belice – zona ad alta densità mafiosa, ma segnata anche da una storia all’insegna dell’antimafia particolarmente sentita –, l’autore presenta la vita sociale di quattro cooperative agricole che lavorano sulle terre confiscate a Cosa Nostra. Il lavoro etnografico di Rakopoulos si sofferma sulla produzione agraria esplorando altresì il piano affettivo: le visioni e le realtà dei legami di parentela, così come le amicizie e le relazioni che trascendono il confine mafia/antimafia. Fornendo uno spaccato realistico della complessità di tale contesto, il volume mostra così un inedito punto di vista critico sui processi del fare antimafia in Italia. -
La comunicazione. Hermes I
Il volume inaugura un progetto di filosofia della comunicazione contemporanea intorno alla figura simbolica di Hermes, raccogliendo una serie di articoli scritti tra il 1961 e il 1968. Il percorso di Michel Serres porta a ripensare la comunicazione all’interno di un nuovo contesto che coinvolge varie complessità di natura sociale, filosofica, linguistica, culturale e scientifica. La comunicazione viene vista sia come oggetto enciclopedico e quindi reticolare, sia come oggetto cognitivo di natura matematico-scientifica, delineandone così la centralità nelle forme del sapere e della conoscenza contemporanee. In questo lavoro monumentale, Serres contrasta l’idea riduzionista di comunicazione per affrontarla nella sua complessità: essa è una categoria che sussume nelle sue pratiche lingua e linguaggio, racconto mitico e narrazione moderna, dialogo e monologo. Si tratta di un testo capace di mettere in prospettiva l’idolatria di fine Novecento per la comunicazione, evidenziandone il carattere multistrato e spiegandone la centralità informativa, scientifica, economica e politica. -
L' inarchiviabile. L'archivio contro la storia
Il tema dell'archivio emerge con sempre maggiore centralità nelle pratiche artistiche ed espositive del presente. Al gesto selettivo di una narrazione unilineare si contrappone la proliferazione policentrica degli archivi, alla storia con le sue gerarchie precostituite il decentramento di una geografia dei molteplici punti di vista. Marco Scotini ha contribuito in maniera decisiva al consolidamento di tale prospettiva attraverso il suo lavoro teorico e l'organizzazione di mostre di grande rilievo. L'inarchiviabile presenta una riflessione complessiva sull'estetica dell'archivio a partire non dall'applicazione di astratti principi teorici ma da un percorso di confronto con opere e artisti, lungo un itinerario che partendo dall'Italia si estende all'Europa orientale, all'Africa e all'Asia. Dai dialoghi con Harun Farocki, Vyacheslav Akhunov e Marko Pogacnik alle analisi su uno spettro di pratiche artistiche - che dalla ""differenza italiana"""" si aprono sugli spazi della decolonialità, chiamando in causa il lavoro di figure quali Piero Gilardi e Ugo La Pietra, Laura Grisi e Marcella Campagnano, Ivan Kozaric, Mao Tongqiang e Meschac Gaba - l'archivio diviene la prospettiva attraverso la quale costruire narrazioni controegemoniche in grado di restituire alle pratiche artistiche una vocazione critica."" -
Il corpo tra symbolon e psyché. Saggi filosofici
Che cos'è un corpo? Secondo Ortega y Gasset è un geroglifico: contemporaneamente espressione singolare e fenomeno cosmico, esso reca con sé una realtà occulta e latente, che risiede in profondità e che trova in superficie il suo epicentro. In queste pagine, il corpo si fa portavoce di una metafora da interpretare, un ""oltre"""" che va al di là del mero spazio mondano di una vita che si consuma e in cui talvolta si rischia di perdere il significato che vorremmo e dovremmo incarnare. In uno dei momenti più cruciali della nostra contemporaneità, le parole del filosofo spagnolo ci donano un'affascinante prospettiva che può aiutarci a comprendere quale sia il bene più prezioso da coltivare oggi: l'universale che il corpo reca con sé, l'humanitas."" -
Scienza intensiva e filosofia virtuale. Nelle pieghe del pensiero di Deleuze
Con uno stile esuberante, Manuel DeLanda si avventura negli interstizi di un pensiero monumentale ma spesso frainteso, quello di Gilles Deleuze, con il proposito di presentare il lavoro del grande filosofo francese da un punto di vista non semplicemente ricostruttivo, ma concettuale e analitico. DeLanda insegue Deleuze nei luoghi più intimi e fondamentali della sua filosofia, andando a cercare, braccare e portare alle estreme conseguenze l'ontologia latente dietro ai suoi concetti. Il risultato è un Deleuze inedito, capace di dialogare con le scienze contemporanee e, in particolare, con la matematica e la fisica dei modelli complessi. Un Deleuze che non è più un semplice pensatore, ma un insieme di strumenti concettuali che possono essere utilizzati da scienziati e filosofi per articolare, costruire e rappresentare il mondo mutevole che ci circonda. -
Cosmologie del capitalismo. Storie d'altri
Il volume raccoglie quattro saggi - Metafore storiche e realtà mitiche, II ritorno dell'evento, L'economia del Develop-man nel Pacifico, Cosmologie del capitalismo -, tutti attraversati dal medesimo obiettivo: liberare l'antropologia dalle ristrettezze del positivismo e dello strutturalismo per restituirla alla costellazione della storia, a una sintesi tra storicità e struttura culturale. Indagando diversi fatti storici - tra i quali l'arrivo del capitano James Cook alle Hawaii il 17 gennaio 1779, la lunga guerra tra Pau e Rewa che sconvolse le Figi all'inizio dell'età moderna e il singolare rapporto col capitalismo nell'area del Pacifico -, Marshall Sahlins restituisce un'analisi nitida di come l'oggetto dell'antropologia sia l'evento, il rapporto tra un incidente e una struttura, tra un caso particolare e il contesto culturale in cui si verifica. Per Sahlins sono gli eventi a originare le grandi trasformazioni del mondo: le azioni dei soggetti storici sono interpretate secondo modelli culturali, ma questi stessi modelli si modificano nel corso del tempo e in relazione a determinati eventi, spesso di rottura. -
Perché la sinistra non impara a usare il meme? Adorno, videogiochi e Stranger Things
In ""Perché la sinistra non impara a usare il meme?"""" Mike Watson attualizza gli strumenti della teoria critica per riflettere sul rapporto odierno tra arte, industria culturale e politica. La principale questione su cui si concentra l'autore è l'incapacità della sinistra di vedere sia i lati positivi sia quelli negativi nello sviluppo di Internet e, di conseguenza, la particolare cultura della produzione e della ricezione delle immagini che lo accompagna. Secondo Watson, quella sinistra che voleva portare l'immaginazione al potere, salvo poi sposare la razionalità dei sistemi astratti e tecnocratici, può trovare nuova linfa vitale proprio nelle odierne tattiche di comunicazione politica. In tal modo, infatti, essa supererebbe tanto la condanna in stile anni Novanta di essere un baluardo della cultura del libro e del sapere alfabetico - dunque radical chic -, quanto quella più recente di essere parte di un'élite che difende la razionalità astratta del sistema - dunque dell'establishment - dimenticando le esigenze e i movimenti che spingono dal basso per rinnovare la società."" -
Discussione sulla razza. Come sciogliere i nodi su storia, culture e razzismi
"Discussione sulla razza"""" è un confronto fra l'antropologa bianca Margaret Mead e lo scrittore Nero James Baldwin che assume il valore di un'eccezionale testimonianza. Il volume si presenta come una conversazione lunga e approfondita che segue un andamento musicale: dall'adagio al mosso e al movimentato per arrivare allo scontro serrato e intenso. È un dibattito che tocca tutti i temi della scottante attualità politica e culturale, dove protagonista assoluto è il dramma razziale e il suo riverbero sulla tormentata coscienza umana. Il tema del razzismo è però declinato e analizzato in tutte le sue sfumature, tanto da divenire un sistema interpretativo utile a leggere ogni forma di potere in cui si esercita il sopruso e la violenza sugli altri: i bianchi sui Neri, ma anche le società ricche su quelle povere, gli uomini sulle donne, i Paesi avanzati su quelli arretrati. Queste due grandi personalità della scena culturale internazionale non solo di ieri offrono il meglio di sé, mettendo a fuoco in modo inquietante e drammatico la problematica sociale, morale e politica americana: dalla violenza nei ghetti alla contestazione giovanile, dal consumo esasperato di droga all'inquinamento ambientale, dalla radicalizzazione della lotta politica alla questione dell'insicurezza e del logorio delle istituzioni... Mead e Baldwin attingono dalle loro esperienze personali per suggerire come costruire una società migliore retta dall'uguaglianza." -
Il volto dell'altro. Quando la gioia diventa scelta di libertà
Viviamo tempi di frammentazione, conflittualità e smarrimento. Il nichilismo ha soppiantato ogni credenza salvifica e ha rinchiuso l'umano in un'introspezione tanto superficiale quanto solipsistica, in una condizione di fragilità complessa di cui ci sfuggono l'origine, lo sviluppo e le responsabilità. Eppure, oltre al tragico, o forse proprio grazie a esso, riemerge una parola che appella, un desiderio inalienabile e inarrestabile di speranza. Questa potenza di esistere è il dono della gioia, che nasce dalla relazione e supera l'oscurità, la banalità, la mediocrità, andando oltre l'invadenza della comunicazione vuota. È la scintilla che restituisce spiragli di libertà e autenticità per ritrovare la nostra umanità. È l'atto libertario e politico dell'idiota filosofico, per dirla con Gilles Deleuze, che apre alla dimensione dell'autentico confronto verticale, inaspettato e irriverente con le questioni cruciali e, più di ogni altra, con il mistero. È ciò che ci salva da una vita senza riflessione, senza profondità, e che ci restituisce alla vita filosofica. -
Insegnare comunità. Una pedagogia della speranza
In Insegnare comunità, bell hooks espande le riflessioni sul futuro dell'insegnamento già avviate in Insegnare a trasgredire, proponendo un concetto di educazione come pratica democratica. Secondo hooks, infatti, l'insegnamento può essere un'attività gioiosa e inclusiva, ma deve essere assolutamente ripensato per affrontare in maniera risolutiva le discussioni su razza, genere, classe e nazionalità oltre l'angusto spazio dell'aula. Nello stile che la contraddistingue, alternando narrazione autobiografica e teoria critica sull'educazione, hooks sostiene che l'insegnamento può avere luogo in diverse e molteplici situazioni quotidiane di apprendimento: nelle case, nelle librerie, negli spazi pubblici e ovunque le persone si riuniscano per condividere idee capaci di influenzare la loro vita. Spirito, lotta, servizio, amore: gli ideali della conoscenza e dell'apprendimento condiviso animano le pagine di questo volume, motivando a un progressivo cambiamento sociale verso la creazione di comunità migliori. -
La letteratura coloniale e postcoloniale in Italia. Dal romanzo di propaganda coloniale alle contronarrazioni postcoloniali
Il proposito all'origine di questo lavoro di ricerca è quello di sondare un settore della letteratura italiana ancora poco esplorato e spesso addirittura arbitrariamente disconosciuto a causa del tentativo di relegarne l'esistenza a una parentesi storico-letteraria marginale e prettamente legata al fascismo. Si tratta della cosiddetta letteratura coloniale e postcoloniale, genere che nel volume è designato a oggetto di studio soprattutto nella sua declinazione romanzesca. Dopo aver indagato le circostanze della nascita della letteratura e del romanzo coloniali, averne tracciato le tappe evolutive - nel primo dopoguerra nella forma del romanzo anticoloniale, mentre dagli anni Novanta in quella della cosiddetta letteratura postcoloniale - e averne passato in rassegna i principali esponenti, Alceo Crivelli propone una lettura contrappuntistica di tre opere narrative. Il loro susseguirsi, da un lato, rappresenta emblematicamente lo sviluppo del genere nel tempo e, dall'altro, mette in luce il mutamento progressivo delle sue caratteristiche principali e dell'immaginario esotico collettivo a esso connesso. -
Expertise ed epistemologia politica
Questo volume si pone l'obiettivo di rimettere al centro dell'attenzione una riflessione di carattere politico sullo statuto dell'expertise nella società contemporanea. L'attuale dibattito all'interno degli studi sociali sulla scienza sembra essersi consolidato attorno a delle polarità oppositive apparentemente insormontabili: da un lato il post-modernismo relativista, risultato di un'estremizzazione del costruttivismo sociale; dall'altro il veritismo ingenuo, come adozione irriflessa delle posizioni (neo)positiviste. In questo contesto, la figura sociale dell'esperto si trova al centro del dibattito epistemologico e politico. Cosa significa essere esperti di qualcosa? Qual è la loro funzione sociale? Come avviene il processo di attribuzione della fiducia e della sfiducia epistemologiche? Quali forme di neutralità e non-neutralità dovremmo adottare nel valutare il prodotto di una riflessione esperta? Quali metodi e prospettive abbiamo per studiare l'expertise? Per i curatori del volume è necessario aprire una tavola di discussione interdisciplinare su questi argomenti, lanciando in Italia un dibatto che all'estero è invece già largamente prolifico. -
Populismo urbano. Autoritarismo e conflitto in una città del sud (Messina 2018-2022)
Quali visioni del mondo sono in gioco quando si parla di populismo? La tesi di questo volume è che i suoi significati sono solo parzialmente universali e che bisognerebbe riconoscere una coesistenza di populismi: uno centrale e uno locale, quest'ultimo legato alla storia sociale dei luoghi. A partire dal caso di Messina e del suo sindaco Cateno De Luca, il testo indaga gli elementi generalizzabili e quelli specifici di un'azione di governo fatta, oltre che di misure amministrative, anche di politiche simboliche iscritte nella località e tese a ordinare - e quindi a dividere - la città secondo coordinate di classe e cultura. Se questa attitudine disgregante è in fondo il tratto generale di ogni populismo, ad apparire specifici sono invece gli elementi intimi che producono la divisione. La capacità di riattivare sentimenti sopiti rende il populismo un mero contenitore che può essere riempito di contenuti diversi e che andrebbe pertanto compreso a partire da storie, vissuti e scale territoriali. -
L'altro e il mondo. La texture charnelle nel pensiero di Merleau-Ponty
Il volume si presenta come una dissertazione sul tema del problema – tipicamente merleau-pontiano – della connessione (entrelacement) tra l’io e il mondo. Questa stessa connessione, interpretata estensivamente, diviene poi un modello di riferimento nei rapporti interpersonali che si strutturano tra l’io e l’altro all’interno dei contesti sociali. Entrambe le esperienze vengono preliminarmente ripensate alla luce del rilievo ontologico conferito da Merleau-Ponty alla texture charnelle. Attraverso un’indagine sul significato ontologico di tale nozione, che viene applicata dal filosofo francese al mondo della soggettività incarnata, il volume conduce il lettore alle soglie di un passaggio (glissement) dal sens perceptif al sens langagier nel corso del quale viene proposta un’idea di alterità basata sulla stessa texture dell’essere carnale. In particolare, si intende mostrare come, mediante un continuo progresso nella riflessione fenomenologica, Merleau-Ponty tratteggi i contorni di un’ontologia fondata su una teoria della percezione e della corporeità capace di evolversi in un’ontologia della relazione. Una concezione che assume un ruolo centrale – autentico nodo gordiano – di connessione chiastica io-mondo e io-altro, nei rispettivi nessi di reciprocità e reversibilità.