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Il virtuale. La rivoluzione digitale e l'umano
ll saggio di Lévy è una presentazione chiara di quel che significa oggi rapportarsi alla realtà virtuale, ma soprattutto è il primo manuale di “filosofia del virtuale” che delinea i possibili universi in cui domani ci troveremo a vivere. Per Lévy, il virtuale è tutto fuorché un movimento contrario alla realtà: il mondo in cui viviamo ne è intessuto e composto. Virtuali, infatti, non sono soltanto le informazioni contenute nei nostri computer o aleggianti nella rete, ma le attività stesse con cui noi “apparecchiamo” (da secoli) il nostro rapporto con la realtà. È l’attività di cui l’uomo è capace che risulta intrinsecamente virtuale, portatrice di alternative possibili, di mondi ancora non conosciuti, di strade nuove e di ripensamenti, che fanno sì che l’Homo Sapiens non si arrenda mai a ciò che ha di fronte, ma sappia intraprendere viaggi sempre nuovi. Lungi dall’essere una scoperta recente, il virtuale è una parte importante della nostra natura, che oggi si trova estrinsecata e messa a nudo nella sua radicalità. Il saggio di Lévy intende andare oltre la scelta binaria tra “demonizzare” la rivoluzione digitale e accettarla acriticamente: il virtuale ci appartiene da sempre e, come tale, la sua natura è neutra. È il modo in cui lo attualizziamo a dover essere discusso, e Lévy ci dona tutti gli strumenti per farlo. -
Teneri carnivori. Cacciatori e selvaggina sacra
In questo libro visionario e profondamente ispirato, Paul Shepard offre al lettore un’immagine diversa della nostra specie e del suo lungo cammino ecologico, dal Paleolitico dei cacciatoriraccoglitori alla crisi della modernità. La sua idea è che “siamo chi eravamo”, le nostre strutture biologiche, cognitive e comportamentali si sono evolute per rispondere a un ambiente naturale che oggi non esiste più. Cacciare animali, seguirne le tracce è ciò che ha modellato il nostro cervello durante milioni di anni di evoluzione, non solo a livello genetico ma anche culturale. A un certo punto della nostra storia siamo diventati carnivori, ma senza perdere mai quella “tenerezza” che contraddistingue i primati antropomorfi. Questa dolcezza negli affetti e nelle relazioni sociali è il vero passato latente della nostra specie, anche se poi l’alienazione contemporanea ci ha portati a esercitare dominio e violenza. Con sguardo radicale, anticipando discorsi poi ripresi dall’attivismo ecologico e dal primitivismo, Paul Shepard sviluppa in queste pagine un’analisi provocatoria e penetrante del nostro tempo. -
Tintin in Tibet. Un esercizio di semiotica del fumetto
Le avventure di Tintin in Tibet raccontano di come il giovane reporter sia riuscito a salvare Ciang, questa volta tenuto prigioniero dal terribile Yeti tra le montagne dell’Himalaya. Non si tratta, però, solo di una storia di salvataggio, ma anche del confronto tra due modi di vedere le cose, di stare al mondo e di interpretarlo, esemplificati da Tintin e dal Capitano Haddock. Il volume di Jean-Marie Floch offre una lettura continua dell’album. Dopo aver riconosciuto l’economia generale del racconto, mostra che è proprio il confronto tra le due differenti visioni che permette di apprezzare il senso e il valore di molti dettagli o episodi apparentemente gratuiti o inutili, che sembrano essere lì solo per preparare una gag o per istruire il lettore su terre lontane. Per esempio, lo scalo a Nuova Delhi è solo un episodio turistico? E perché Tintin si ritrova un pezzo di frutta marcia sulla faccia mentre attraversa una foresta? Tintin in Tibet risponde a questi e altri interrogativi, servendosi della semiotica per stabilire una figuratività profonda in grado di garantire l’omogeneità del discorso e di creare quelle condizioni di ponte tra testo e immagine che fanno del fumetto una delle maggiori forme di semiotica sincretica. -
Né coloni né nativi. Lo Stato-nazione e le sue minoranze permanenti
In questa genealogia della modernità, Mahmood Mamdani sostiene che lo Stato-nazione e lo Stato coloniale si sono creati vicendevolmente. Dal Nuovo Mondo al Sudafrica, dalla Germania a Israele, fino al Sudan, gli Stati coloniali e gli Stati-nazione si sono costituiti sulla politicizzazione di una maggioranza religiosa o etnica e a spese delle minoranze. Il modello è emerso in Nord America, dove il genocidio e l’internamento nelle riserve hanno creato sia una sottoclasse permanente di nativi sia gli spazi fisici e ideologici in cui le nuove identità di immigrati si sono cristallizzate come nazione di coloni. In Europa, questo modello sarebbe stato utilizzato dai nazisti per affrontare la questione ebraica e, dopo la caduta del Terzo Reich, dagli Alleati per ridisegnare i confini degli Stati nazionali dell’Europa orientale, ripulendoli dalle loro minoranze. Attraverso la marginalizzazione degli arabi palestinesi, i coloni sionisti hanno seguito l’esempio nordamericano: il risultato è stato un altro ciclo di violenza che ancora non ha fine. In Né coloni né nativi Mamdani rigetta il modello affermato a Norimberga, che individua i singoli responsabili senza mettere in questione il nazismo come progetto politico e quindi la violenza stessa dello Stato-nazione. Non una giustizia penale per i colpevoli ma un ripensamento della comunità politica per tutti i sopravvissuti: vittime, colpevoli, spettatori, beneficiari. A partire dal progetto incompiuto della lotta anti-apartheid in Sudafrica, l’autore ci invita a immaginare uno Stato senza nazione. -
Cronaca di una tribù
In questo primo lavoro sul campo di Pierre Clastres, uno dei più stimati antropologi del nostro tempo, incontriamo i guayaki, una piccola tribù di cacciatori nomadi del Paraguay. Riportando ogni dettaglio della loro storia, dei loro rituali, dei loro miti e della loro cultura, Clastres ci restituisce la vita di questa comunità in un saggio appassionante. L’autore pone qui le basi di quello che diventerà il cuore della sua speculazione antropologica: l’assenza di Stato nelle società cosiddette primitive non è un segno di arretratezza o incompletezza, ma l’esempio di un sofisticato modello di corpo sociale in cui “il potere non è separato dalla società”. Quest’opera, che ha già radicalmente modificato le convenzioni accademiche occidentali, è destinata a diventare un classico imprescindibile dell’antropologia, nonché una preziosa “arma” contro il pregiudizio etnocentrico che impedisce di prendere sul serio le forme politiche delle società altre da noi, non coercitive e prive di Stato come quella dei guayaki. -
Studi femministi dei media. Il campo e le pratiche
In Studi femministi dei media, Alison Harvey elabora una visione completa, situata e critica delle pratiche di genere in e attraverso i media: servendosi di un approccio intersezionale, l’autrice rileva il carattere interconnesso delle oppressioni in relazione a genere, razza, classe, abilità e altre costruzioni identitarie. Per la prima volta in italiano, il volume introduce le teorie, i metodi e gli approcci fondamentali che consentono di muoversi in questo ambito. Grazie a un linguaggio piano ma dettagliato, offre una panoramica chiara e accessibile delle questioni cruciali legate alla cultura dei media, sondando passato, presente e futuro del campo, in un’ottica che tiene conto anche di tecnologie, istituzioni e pratiche emergenti. Studi femministi dei media è un utile strumento ma anche un appassionato invito all’azione dentro e fuori l’accademia. -
Terra bruciata. Oltre l'era digitale verso un mondo postcapitalista
In un saggio di eccezionale radicalità, Jonathan Crary mette in relazione alcuni dei fondamentali problemi della società odierna, quali le disuguaglianze e il dissesto ambientale, con la forma impressa dal capitalismo digitale al modello di sviluppo planetario. Si tratta di una realtà a tutti evidente, ma che non può essere pronunciata: la nostra celebrata “era digitale” non è altro che la disastrosa fase terminale del capitalismo globale, in cui a regnare sono la finanziarizzazione dell’esistenza sociale, l’impoverimento di massa, l’ecocidio e il terrore militare. Con questo scritto critico, che prosegue il lavoro iniziato con ""24/7. Il capitalismo all’assalto del sonno"""", l’autore smonta il pregiudizio secondo cui i social media possono essere uno strumento di cambiamento radicale e ci svela invece come le reti e le piattaforme delle multinazionali siano intrinsecamente incompatibili con una Terra abitabile e con le relazioni umane necessarie a costruire forme di esistenza egualitarie. In altre parole, """"Terra bruciata"""" mostra i differenti modi in cui Internet sta devastando la vita sul nostro pianeta e ci incoraggia a immaginare un mondo nel quale la dimensione sociale torni a ricoprire il ruolo essenziale che le spetta, cessando di essere una mera appendice dell’attività online."" -
Guerre di confine. Autorità epistemiche e società in transizione
Questo libro muove dal riconoscimento epistemologico dell’incertezza come tratto endemico macroscopico di ogni società umana: l’instabilità quale condizione di una rinnovata “normalità”, che la pandemia di Covid-19 ha esasperato ma non generato. L’opera è concepita tenendo a mente due finalità complementari e almeno in parte sovrapposte: una culturale, l’altra politica. Per quanto attiene al primo aspetto, il lavoro intende esporre il dibattito – non di rado conflittuale – tra scienza, politica, media e società a un pubblico più ampio e articolato di quello composto da chi se ne occupa per contingente necessità o per mestiere. Ciascuno dei cinque capitoli contiene un “classico” del pensiero dei Science Technology and Society Studies ed è preceduto da un’introduzione di registro divulgativo allo scopo di facilitare la metabolizzazione dei contenuti e, per quanto possibile, attualizzarli nel contesto storico e culturale che oggi viviamo. Il secondo dei due fini, quello politico, si manifesta nella scelta di tenere fede alla lezione weberiana circa lo sguardo della sociologia sui fatti del mondo: mantenersi laici e avalutativi sui problemi tra scienza, politica, media e società. Non si tratta però di un’azione facile, né popolare, considerando che siamo nell’era del consenso guadagnato sulle polarizzazioni e le gogne online. Eppure, pare l’unico modo sensato di collocare in prospettiva i temi discussi. -
Base, altezza e profondità. Fondamenti scientifici e popolari di manageralità diffusa e di patriottismo sociale
Il libro raccoglie e mette a sistema gli scritti di Gianluca Budano pubblicati su varie testate e blog, sfumati e declinati da autorevoli rappresentanti del mondo della cultura, dei corpi intermedi e delle professioni. Tema conduttore è la trasversalità della componente sociale: alla base dell’essere umano, quest’ultima si innalza e attraversa in profondità altri settori risultando essenziale per ogni politica e servizio che intenda rispondere con efficacia alle esigenze e ai bisogni degli uomini e delle donne. Come la cura ha bisogno di una specifica etica, allo stesso modo l’impegno sociale e politico ha bisogno di una specifica cura. Tale assunto fonda una nuova idea di antropologia dell’uomo e dell’organizzazione e introduce il concetto riformista di patriottismo sociale, che spiazza le parti politiche e culturali oggi in scena. Prefazione di Al Bano Carrisi. -
I greci in noi. Dalle origini della nostra cultura alla deriva transumanista
I Greci in noi vuole essere un meditato grido di allarme rivolto a tutti coloro che abitano il pianeta Terra in quest’epoca di trasformazione, nonché una proposta di rigenerazione individuale e collettiva alla luce della sapienza greca e degli insegnamenti contenuti nei miti. Un ritorno alla fonte per trarne linfa spirituale che consenta di acquisire uno sguardo libero sulla crisi dell’adesso e sulla possibilità di un’evoluzione antropologica positiva. Le nostre radici culturali affondano in quella grandiosa stagione della Grecia, e soprattutto della Magna Grecia, in cui fiorì la sapienza ellenica. I cosiddetti “filosofi sovrumani”, quali Pitagora, Parmenide, Empedocle ed Eraclito, associavano alla coltivazione dell’interiorità l’impegno nella vita consociata: il sapiente era anche politico, il misticismo si coniugava con l’azione civile. Venuto meno questo modello, l’odierna vicenda collettiva degli umani viene agita da forze economiche e politiche insane, che vorrebbero spingere in direzione di una forma di governance mondialista fondata sull’espansione della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale al fine di un progressivo e crescente controllo sui viventi. Angelo Tonelli sottolinea l’urgenza di un recupero del modello ellenico: l’unità, l’integrità e la consapevolezza promossi dalla sapienza greca possono fornire uno sguardo non contaminato sulla vita individuale e collettiva rispetto ai temi della paura, della tecnica, della morte, della conoscenza e della politica. -
Uno sguardo che salva. Weil, Florenskij, Corbin
Quando siamo colpiti da un'idea filosofica profonda, quando ci affascina qualche tipo di spiritualità o proposta etica, raramente ciò avviene perché siamo di fronte a una serrata concatenazione logica o alla prova ostinata dei fatti. Più spesso è il loro farci vedere le cose in altra maniera a modificare il nostro modo di pensare e di porci nei riguardi dei problemi importanti della vita. Quello che di un pensatore sovente ci colpisce è la sua tessitura morale di fondo, ed è essa a entrare in sintonia e risuonare con la nostra trama. ""Siamo diversi non solo perché selezioniamo oggetti differenti dallo stesso mondo, ma perché vediamo mondi differenti"""", diceva Iris Murdoch. I tre autori trattati nel volume - S. Weil, P.A. Florenskij, H. Corbin - sono accomunati da questa tensione a far emergere prima di tutto una visione etica. Per loro, la filosofia, esplicitamente, consiste nell'educare a guardare le cose altrimenti. A prescindere dalle specifiche sensibilità e dai riferimenti spirituali (o di fede), si dà allora la possibilità di leggere questi pensatori anche in una chiave laica e di interpretare ed elaborare il loro lascito come un dono per guardare al mondo diversamente. Si tratterebbe pertanto di immaginazioni etiche utili ad affinare quello sguardo di cui parla Italo Calvino ne Le città invisibili: """"Cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio"""". Ci sono dunque due modi per non soffrire l'inferno di tutti i giorni: assuefarsi a esso o aguzzare l'attenzione della visione."" -
Storia della Resistenza veronese. Nuova ediz.
Verona, città decorata di medaglia d'oro per l'attività resistenziale, ha trovato in questo volume (che esce in una nuova edizione aggiornata) una storia della Resistenza che va oltre la narrazione agiografica. È una ricostruzione in cui le fonti d'archivio si intersecano con le memorie dei protagonisti, raccolte dall'autore in oltre un decennio di lavoro. Una storia della Resistenza nella quale vengono fortemente privilegiate le motivazioni politiche che mossero l'azione di coloro che si schierarono contro il nazifascismo. Non tanto una ricostruzione delle diverse azioni di combattimento, già affrontata in altre pubblicazioni, quanto piuttosto un affresco che ricostruisce il clima del momento, evidenziando le ragioni e i percorsi che portarono alla scelta partigiana. -
Manufatti in pietra. DVD. Con Libro
I manufatti in pietra che si possono ammirare lungo sentieri ormai poco battuti rappresentano occasioni di conoscenza e di riflessione sul rapporto tra uomo e natura, sul paesaggio, sulla cultura materiale, sulla storia, sull'etnografia e sull'architettura degli ambienti rurali e montani. Il documentario osserva e racconta alcuni di questi manufatti durante il periodo invernale, quando la natura che li avvolge appare spoglia e quasi immobile, rendendoli protagonisti meno invisibili. Nel 2018 l'Unesco ha iscritto ""l'arte dei muri a secco"""" nella lista dei beni immateriali dichiarati Patrimonio dell'Umanità. Il cofanetto contiene il booklet """"L'arte della pietra a secco in Trentino"""" di Antonio Sarzo."" -
A modo mio. La guerra e la Resistenza raccontate ai miei nipoti
L'infanzia durante la seconda guerra mondiale e l'occupazione nazista, la partecipazione dei genitori alla Resistenza, la liberazione di Giovanni Roveda dal carcere degli Scalzi di Verona, la clandestinità, l'arrivo degli americani, la scoperta dell'orrore dei campi di sterminio. Con gli occhi di una bambina sveglia, che cresce veloce in una manciata di mesi. «Questa è la storia di una bambina che dai cinque ai dodici anni cercò di capire quello che le succedeva intorno. Volle farlo da sola, senza mai chiedere spiegazioni, senza desiderare mai niente in più di quello su cui poteva contare. Ma era una bambina molto sveglia e guardava tutto quello che la circondava con grande curiosità e interesse, a volte anche con paura e ansia. Attenta a quello che ascoltava, attentissima alle proprie emozioni e a quelle degli altri, questo la aiutò a capire molte cose, anche difficili, e a decidere che piega dare ai suoi pensieri e ai suoi sentimenti. Ad esempio, capì che la guerra è il più brutto dei mali. Cari nipoti, quella bambina che ha trascinato con sé e con coscienza la propria vita, assieme al vostro bravissimo nonno, è diventata la vostra nonna.» -
Paese perduto. La cultura dei contadini veneti. Vol. 4: Il pomo doraro. Aneddoti e favole.
L'ultimo volume raccoglie la produzione fantastica e creatrice della cultura contadina, nelle forme registrate da vecchi contafole (fiabe e novelline) e dal parlare comune del vivere quotidiano (caricature e aneddoti). I contafole e gli anziani in genere costituivano la ""memoria"""" del gruppo sociale, delle comunità contadine, di una umanità che non si è mai riconosciuta nella cultura egemone. La fiaba coinvolge persone e cose in un senso comune di vita e lascia intravedere la condizione umana e sociale """"contadina"""", dalla quale non c'è riscatto se non nel """"meraviglioso"""", che trasforma e risolve, al di là delle leggi naturali e sociali, i problemi del vivere quotidiano, che premia e punisce con puntuale precisione tutti gli esseri viventi."" -
Latte nostro. Due film di Michele Trentini. Con 2 DVD video
Le latterie e i caseifici turnari rappresentano una delle più antiche forme di cooperazione agro-alimentare in Italia, adottando una consuetudine di gestione collettiva del latte per trasformarlo in prodotti caseari. Il sistema turnario, abbandonato progressivamente negli ultimi quarant'anni con la diffusione dei grandi allevamenti e delle centrali del latte funzionali alla grande distribuzione, resta il modello di lavorazione del latte più adatto alle esigenze dei piccoli allevatori legati all'agricoltura familiare, da sempre fonte di sostegno nelle comunità rurali e montane. I due film documentari mettono in primo piano allevatori, pastori e casari, anche molto giovani, che contribuiscono alla realizzazione di straordinari formaggi a latte crudo senza utilizzo di fermenti industriali, il formaggio di Turnaria della Latteria Turnaria di Campolessi (Friuli) e il casolét del Caseificio Turnario di Peio (Trentino). Entrambi sono presìdi Slow Food sostenuti da due ecomusei che operano per preservare la cultura e le tradizioni dei territori. -
Ricette migranti. 20 piatti, 20 storie di vita
Venti ricette, accompagnate da altrettanti racconti di vita di donne e uomini che hanno vissuto la migrazione e che ora vivono in Italia. Un viaggio attraverso i continenti per conoscere ingredienti, abitudini, curiosità che possiamo facilmente riprodurre sulle nostre tavole. Cosa si porta con sé quando si lascia il proprio paese? Una ricetta del cuore che, grazie al suo sapore, fa sentire a casa ogni volta che se ne sente il bisogno. Le ricette si modificano negli anni, mescolando ingredienti e abitudini che si trovano nel luogo di transito o di arrivo. I gusti cambiano con la nuova famiglia che cresce in un paese lontano, ma preparare il piatto preferito aiuta a mantenere il legame con chi è rimasto nel proprio luogo di origine. Le storie e le ricette di questa raccolta permettono di immedesimarsi nei protagonisti, viaggiando con loro attraverso il mondo intero: dalla Turchia al Paraguay, dall'Angola agli Stati Uniti, dal Togo al Giappone. Provandoli, non otterrai un piatto ""tipico"""" ma sperimenterai il modo di cucinare di una famiglia, una testimonianza di come i sapori siano stati tramandati e abbiano viaggiato attraversando il tempo e lo spazio. Proprio come le persone."" -
Ittele della montagna spaccata. Ambienti e simbologie di una fiaba cimbra
«Quell'unica convinzione mia che mi spinge al viaggio tra le fiabe è che io credo questo: le fiabe sono vere» (Italo Calvino). Ittele è un'anguana. Vive nascosta nella Montagna Spaccata con la sua gente, ma sale tra gli umani per sposare il boscaiolo Giordano. Che cosa significa questo amore tra una ninfa e un mortale, e che cosa ci racconta delle genti che nelle sere d'inverno raccontavano questa e altre storie ai loro figli e nipoti? Le fiabe sono vere in quanto parlano degli aspetti più intimi dell'animo dei nostri avi, riflettendone il modo di pensare e di sentire. Esse testimoniano le loro relazioni con l'ambiente in cui hanno vissuto, sia dal punto di vista umano che naturale. Jury Zambon, ispirato dalle creature fiabesche dei ""suoi"""" luoghi, ci guida in un percorso attraverso la narrativa popolare dell'area prealpina veneta. Indaga le caratteristiche di un mondo passato, quello dei Cimbri, per capire in quale modo esse si riflettono nei folletti, nelle fate e negli orchi che popolano le loro fiabe. Il viaggio porta verso la Montagna Spaccata, ambientazione di una fiaba - quella di Ittele - che viene qui analizzata nei suoi significati archetipici."" -
Una valle nell'Antropocene. L'uomo come agente geologico nella Val d'Astico
Negli anni Cinquanta del secolo scorso, all'inizio della ""grande accelerazione"""" (nell'uso dei combustibili fossili e nella crescita economica e demografica), nell'alta Val d'Astico si tentò di costruire una diga ma i lavori furono improvvisamente abbandonati. Poi fu la volta di un ardito progetto di attraversamento autostradale in galleria dello sbarramento montuoso fra Trentino e Vicentino. In anni recenti, il piano è stato rilanciato con un diverso tracciato e l'autore è stato chiamato ad analizzarlo, mettendo in luce una criticità trascurata, cioè un rilevante pericolo geologico. Il progetto definitivo ha forse in qualche modo rimediato alla carenza iniziale, senza tuttavia modificare le scelte operate in assenza di adeguate conoscenze. L'analisi del caso serve a inquadrare l'evoluzione fisica del territorio nel contesto più ampio delle attività che hanno fatto dell'uomo il principale agente geologico di modificazione del pianeta, tanto da posticipare l'inizio di una nuova fase glaciale e da rendere necessaria l'istituzione di una nuova epoca, definita Antropocene. Completano il volume alcune schede sui principali siti di interesse geologico della valle."" -
Venetica. Annuario di storia delle Venezie in età contemporanea (2019). Vol. 1: Articolo nove. Esperienze di medicina del lavoro a Nordest.
L'articolo nove dello Statuto dei lavoratori sancisce il diritto di chi lavora a controllare e intervenire in prima persona sul proprio ambiente quotidiano, a tutela di salute e sicurezza. Quella norma raccoglieva e rilanciava esperienze di medicina del lavoro partecipata tra operai, medici e sindacalisti, nate dal basso e praticate tra conflitti durissimi con le direzioni aziendali. La parte monografica di questo numero di «Venetica» riunisce testimonianze dirette e interviste ad alcune delle persone che diedero corpo a questo nuovo diritto in Veneto e Friuli Venezia Giulia, tra grandi e piccole fabbriche e nelle istituzioni locali.