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La fuga di Bruna. Novembre 1943, un viaggio avventuroso per raggiungere l'Italia liberata
La storia del tentativo di Bruna Mistè di passare la linea Gustav per raggiungere l'Italia liberata. Insieme ad un gruppo di uomini - formato da ex prigionieri alleati fuggiti dai campi di concentramento e militari italiani scampati ai nazifascisti - con un equipaggiamento di fortuna, la giovane partigiana vicentina affronta un viaggio a piedi attraverso il massiccio della Maiella già innevato. Un racconto vivace e fresco, scritto sulla base di appunti presi durante la fuga: il freddo, il coraggio e la paura, gli incontri con una popolazione stremata, che si dimostra nonostante tutto solidale con i fuggiaschi, ai quali a volte dà e a volte chiede conforto. -
Ancora in cammino. Escursionismo nella terza età
Siamo sempre più consapevoli che uno stile di vita attivo rappresenta un buon antidoto contro i pericoli collegati alla diminuzione dell'autonomia fisica e psichica che l'invecchiamento spesso può provocare. Ciò costituisce un forte incentivo per partecipare a camminate ed escursioni, e per tenersi allenati con costanza. Dall'esperienza dei Gruppi Seniores del Club Alpino Italiano, una guida semplice e chiara indirizzata sia agli escursionisti anziani neofiti, sia a quelli di lungo corso. L'obiettivo è promuovere uno stile soft di andare in montagna, adatto alle persone ""di una certa età"""". Troverete indicazioni tecniche, consigli sanitari e relativi allo stile di vita, e una serie di esperienze dirette, con esempi di escursioni e trekking in alcuni luoghi suggestivi delle Alpi e degli Appennini, tra cui la Via Francigena, la Val Pellice e la Val Pusteria."" -
Zoldo. Uomini e industrie, strade e montagne in una valle alpina fra XIV e XX secolo
A Venezia gli Zoldani erano noti soprattutto come costruttori di gondole. Ma in questa arte, nella quale raggiunsero livelli di eccellenza, si specializzarono solo in seguito all'emigrazione forzata dalle loro terre, che ebbe il suo apice tra Sette e Ottocento. Per oltre tre secoli, da metà Trecento a metà Seicento, la storia economica e sociale della val di Zoldo era stata invece caratterizzata dalla prevalenza dei settori minerario e metallurgico, con le connesse attività meccaniche e fabbrili. Questo volume raccoglie undici contributi - già pubblicati in varie sedi tra il 1988 e il 2018 - fondati sulle fonti e sulla ricerca documentaria in una materia, quella della storia zoldana. -
Terra e storia. Rivista di storia e cultura (2020). Vol. 14: Catajo, Il.
Il nuovo numero di «Terra e Storia» è dedicato al gioiello di Battaglia Terme, il castello del Catajo, già Ca' del Taio, con possibile riferimento allo scavo del Canale di Battaglia, che tagliò a metà molti appezzamenti agricoli. La particolarità di questo luogo sta nella ricchezza di edifici e spazi diversi, collegati fra loro da scale, salite, discese, intrecci di corridoi, frutto dei diversi interventi edilizi succedutisi nei secoli, a partire dalla quattrocentesca Casa di Beatrice, che fu arricchita nella seconda metà del Cinquecento da Pio Enea Obizzi, il proprietario che si improvvisò architetto, costruì il castello e lo fece decorare con le gesta dei suoi antenati da Zelotti. Il nipote Pio Enea II nel Seicento trasformò il complesso secondo un grandioso progetto di insieme e aggiunse il Cortile dei giganti, giardini, terrazze, fontane, un teatro e fece terminare il ciclo di affreschi voluto dal nonno. Ultimo celebre proprietario fu l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell'Impero austro-ungarico, che vi soggiornò più volte per le sue battute di caccia, prima di cadere vittima nel 1914 dell'attentato che fece scoppiare la prima guerra mondiale. -
Sui sentieri della libertà. Luoghi e itinerari della Resistenza sulla montagna veronese
Cercare la storia non solo sui libri, ma andare sui luoghi della storia con l'idea di vedere quei luoghi con uno sguardo diverso e con l'intento di camminare sulla storia. Sono nati così i quattordici ""sentieri della libertà"""" (più uno) tra la Lessinia orientale e il monte Baldo, che sono altrettanti itinerari nella memoria. Quattordici incontri con la storia della Resistenza sulle montagne veronesi. Quella dei partigiani in armi e quella della popolazione che ha subito i feroci rastrellamenti nazifascisti del settembre del 1944 e del gennaio 1945, di cui resta ancora una memoria fissata sui muri di case e chiese. Proporre oggi di tornare sui passi di chi scelse di andare in montagna per combattere il nazifascismo è trasformare il ricordo di pochi in memoria collettiva. Una memoria che unisce quanti credono che i pensieri, le speranze e i sentimenti di chi, allora, lasciò la città e la pianura per salire in montagna, sono, ancora oggi, un valore da difendere e tramandare. È un invito ad andare in montagna con occhio e spirito diverso. Ad andare in montagna per sentirsi liberi. Oggi come ieri."" -
Michele Bettega. La prima guida alpina delle Dolomiti del Primiero
La storia di un uomo che, con grande semplicità, attraverso la passione per la montagna e il tenace lavoro di guida alpina, seppe onorare la sua terra e diventare famoso per il suo coraggio, guadagnandosi la stima del mondo alpinistico del suo tempo. Nato in una modesta famiglia di contadini, Michele Bettega seppe riscattarsi dal suo destino, distinguendosi nel salire con intuizione ed eleganza tecnica cime che a molti sembravano irraggiungibili. Signore incontrastato del bellissimo gruppo dolomitico delle Pale di San Martino, fu la più grande guida del Primiero e una delle più grandi del suo tempo. Guadagnò numerose ambite prime salite, e con Bettega arrampicarono con molti personaggi illustri della scienza, dell'arte e delle professioni, con alcuni dei quali riuscì a stabilire, grazie al suo carattere ricco di bonarietà e umorismo, dei veri rapporti di amicizia. Alcune sue imprese rimangono ancor oggi memorabili, come quella realizzata con la tenace iron lady Beatrice Tomasson e con Bortolo Zagonel dove altri grandi alpinisti non erano riusciti: la parete sud della Marmolada, un percorso tanto affascinante quanto impegnativo per lunghezza e complessità. -
Un virus non fa primavera. Pensieri e scene da una pandemia
I giorni del virus. La vita segregati in casa, fra libri e televisione, musica e notizie. Rare sortite bardati di mascherine e guanti, distanziati in coda davanti al supermercato o alla farmacia. Il silenzio della città: assordante e sconcertante. Il frastuono dell'informazione, il tornado dei numeri, il tarlo della paura. Per due mesi il poeta e scrittore Paolo Lanaro ha contrappuntato gli eventi che mai ci saremmo aspettati con il suo ""Zibaldone della quarantena"""": pensieri acuminati, poetici ed essenziali, scavando nella realtà con filosofia e ironia, partecipazione e distacco. Consegnate in parte al quotidiano online «Lettera 43» e rielaborate per confluire in una sorta di instant book della pandemia, le sue prose sono affiancate qui dalle """"Cronache dei teatri sbarrati"""", interventi di taglio giornalistico con cui Cesare Galla racconta in particolare il trauma subito dallo spettacolo dal vivo, dalla cultura in scena, dalla musica. Un vuoto riempito di speranze, spesso di illusioni, mentre la pandemia metteva a nudo drammaticamente la crisi di un mondo fragile e sottovalutato, al di là delle vuote affermazioni di principio."" -
Il ghetto di Verona e la sua sinagoga. Tutela, demolizione e ricostruzione dal XVIII al XX secolo
Il volume illustra le vicende urbanistiche e architettoniche che interessarono il ghetto ebraico e la sinagoga di Verona dal primo rilievo dell'area, nel 1776, agli edifici realizzati negli anni Trenta del Novecento. Alle soglie del XX secolo si sviluppò un intenso dibattito intorno alla proposta di abbattimento dell'antico ghetto, instituito nel 1599 nelle immediate vicinanze di piazza delle Erbe e limitrofo alla centralissima via Nuova (ora via Mazzini). I progetti si susseguirono finché un piano definitivo di demolizione, con la sola salvaguardia delle case-torri prospicienti piazza delle Erbe, fu approvato e attuato dall'amministrazione comunale fascista. La sinagoga, progettata nel 1864 dall'architetto Giacomo Franco e profondamente modificata dall'intervento di Ettore Fagiuoli, venne inaugurata nel 1929. La complessa riorganizzazione che modificò definitivamente la configurazione dell'area venne infine realizzata dagli architetti Ettore Fagiuoli e Francesco Banterle con la casa Tretti, il Supercinema, il Superpalazzo, l'albergo Touring e la Banca nazionale del lavoro, edifici moderni che sostituirono le case dell'antico ghetto degli ebrei veronesi. -
Missione terra. L'incredibile viaggio degli alberi per salvare il pianeta
L'autrice, partendo dalla tempesta Vaia e dagli eventi estremi che sempre più spesso colpiscono il nostro paese, parla ai lettori più giovani di cambiamento climatico e consumo eccessivo delle risorse naturali fino a toccare il tema della pandemia che ha colpito il pianeta all'inizio del 2020. Il racconto, con protagonisti alberi e animali, è illustrato da foto suggestive - del fotografo Paolo Spigariol - in un susseguirsi di eventi straordinari dove però tutto è possibile. Viene proposta la trascrizione di tre antiche leggende africane che collegano passato e presente riportandoci ad un tempo in cui il rapporto tra gli uomini e le altre creature era intriso di spiritualità. Le argomentazioni, sorrette da una rigorosa correttezza scientifica, spiegano temi complessi con semplicità e precisione capaci di trasmettere conoscenze fondamentali e di coinvolgere le giovani generazioni in una maggiore attenzione verso l'ambiente. Età di lettura: da 10 anni. -
Il palazzo delle Poste a Verona
La zona della attuale piazza Viviani a Verona, dietro piazza Erbe, fu uno de pochi spazi pubblici cittadini trasformati radicalmente nel primo Novecento. Per decisione dell'Amministrazione fascista del tempo, e contro il parere di studiosi e uomini di cultura veronesi (in particolare dell'Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere), furono qui sventrati gli edifici di epoca medievale e l'orto botanico scaligero, per costruire il nuovo palazzo delle Poste e Telegrafi. L'incarico di redigere il progetto fu affidato nel 1919 a Ettore Fagiuoli, architetto ormai affermato in città, che riuscì a inserirlo in modo armonico nel contesto urbano. Questo volume, oltre a dedicare una particolare attenzione alla biografia del Fagiuoli, ricostruisce le vicende dell'edificio, a lungo utilizzato come spazio pubblico dai cittadini veronesi e oggi convertito in residenze private. -
Il respiro del bosco. Le montagne della città di Vicenza sull'Altopiano dei Sette Comuni
Attraverso l'esame di documentazione inedita e carte processuali, questo libro ricostruisce un autentico intrigo. Nel XIII secolo la città di Vicenza possedeva la cosiddetta ""zona alta"""" dell'Altopiano dei Sette Comuni: un'impervia catena montuosa soprastante la Valsugana che diverrà oggetto di acerbi scontri tra veneti e imperiali dopo l'annessione dell'Altopiano alla Repubblica di Venezia (1405). Nelle montagne di Vicenza i pascoli erano affittati a privati conduttori, mentre nei boschi era concesso agli abitanti dell'altopiano dei Sette Comuni di approvvigionarsi di legna per uso personale. Queste regole vennero sempre rispettate? Cosa accadde quando la città, alla fine del XVI secolo, iniziò a incoraggiare una politica di sfruttamento commerciale dei boschi? Perché i Sette Comuni arrivarono a far produrre un falso privilegio attraverso il quale attribuirsi la proprietà delle montagne di Vicenza? Questo libro reinterpreta e riscrive un capitolo di storia delicatissimo relativo ai rapporti tra la città di Vicenza e la Reggenza dei Sette Comuni. Sullo sfondo del panorama istituzionale veneziano ed entro le più ampie coordinate del contesto internazionale, microstoria e macrostoria si intrecciano, fino ad illustrare, in ultima analisi, in che modo si giunse all'annessione ai Sette Comuni delle montagne di Vicenza."" -
1919-2019. Riforme elettorali e rivolgimenti politici in Italia
Il sistema elettorale italiano fu radicalmente modificato dopo la Prima guerra mondiale. Venne abbandonato il maggioritario e introdotto il proporzionale con scrutinio di lista. Il risultato fu che le elezioni del 1919 sconvolsero la composizione del Parlamento: vinsero i socialisti e i popolari, e furono messi in minoranza i liberali, che dopo l'Unificazione avevano sempre governato il paese. Più di metà dei deputati eletti entrò per la prima volta alla Camera e fra questi ci fu Giacomo Matteotti. La crisi che ne derivò, dato che i due partiti vincitori non trovarono l'accordo per governare insieme, unita alle drammatiche difficoltà del dopoguerra, portarono progressivamente al collasso delle istituzioni da cui uscì vincitore il fascismo. Su quel decisivo passaggio della storia italiana, in occasione del centenario della legge che varò la riforma, la Casa Museo Giacomo Matteotti ha organizzato un convegno di studi del quale questo volume raccoglie gli atti, utili a meglio comprendere non solo il passato ma anche il nostro presente, dato che la riforma del sistema elettorale, con l'alternativa fra maggioritario e proporzionale, rimane al centro del dibattito politico attuale. -
Il frate, il conte e l'antropologo. Tre personaggi in cerca di Francesco Petrarca in Arquà
Carlo Leoni, nobile letterato e mecenate padovano vissuto nel XIX secolo, è il ladro del cranio di Francesco Petrarca, la cui salma è custodita nella tomba del poeta ad Arquà Petrarca sui Colli Euganei. La sottrazione del teschio, sostituito con quello di una donna vissuta un secolo prima del poeta, è stata documentata da un anatomopatologo dell'Università di Padova nel 2004 in occasione della riapertura della celebre tomba a fini scientifici. Lo storico Claudio Povolo sedici anni dopo ricostruisce le vicende di questo giallo con documentata precisione. -
Venetica. Annuario di storia delle Venezie in età contemporanea. Vol. 2: Palinsesto patavino. Figure, luoghi, momenti dell'Università di Padova.
Con ""Palinsesto patavino"""" la rivista «Venetica» presenta un quadro storico incisivo e largamente inedito dei cambiamenti che l'università di Padova ha avuto e ha determinato nella ricerca e nella cultura durante il XX secolo. Si indagano il disciplinamento delle esuberanze goliardiche, le mobilitazioni nazionaliste del corpo studentesco e docente, la strutturazione culturale e artistica fascista dell'ateneo, come pure i canali sotterranei dell'antifascismo tra maestri e allievi che gli faranno conferire la medaglia d'oro per la Resistenza, disagi e dissidenze, la rilevanza di risultati nel campo giuridico e della medicina del lavoro, lo sviluppo dell'università di massa in rapporti anche tesi con una città conservatrice e moderna. La rubrica """"Angoli e contrade"""", per una volta, non riporta recensioni su originali novità della saggistica riguardante ambienti veneti, ma - per mano di grandi autori - evocazioni di opere prodotte all'interno del Bo divenute dei classici dell'alta produzione culturale."" -
Il maestro e il curato. Una storia di Lio Piccolo
Il maestro Pio Pietragnoli giunse a Lio Piccolo - località del comune di Cavallino Treporti (Venezia) - nel 1928 e qui insegnò per due anni. Nello stesso periodo era curato a Lio Piccolo don Pietro Tesser. La storia narrata in questo libretto, sotto forma di pezzo teatrale, è stata ricostruita grazie ai ricordi d'infanzia delle persone che li conobbero. Emerge un quadro ricco e vivo, dove appaiono accostate la vecchia scuola con l'appartamento del maestro, la piazzetta, l'osteria, la chiesetta e la canonica e nel quale si muovono insieme ai bambini gli animatori dell'Azione Cattolica, l'aiutante del curato, dell'oste. Ma soprattutto viene rievocata l'esperienza del teatro, tuttora presente nel paese, che fu introdotto da don Piero e per il quale lavorò con passione anche il maestro Pio. -
I nomi della terra. Toponomastica dei colli Euganei. Ediz. ampliata
Il volume si presenta con una nuova veste grafica che valorizza la lettura dei circa 3300 micro-toponimi, il cui testo è stato integralmente rivisto, aggiornato e approfondito. La nuova edizione contiene aggiunte significative: il prologo del poeta Giuliano Scabia, il sostanzioso saggio di Andrea Pase - del Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell'Antichità dell'Università di Padova - e lo scritto che Aldo Luigi Prosdocimi - eminente linguista estense, di fama mondiale - redasse, sulla base della prima edizione, per il suo articolo ""Colli Euganei: la toponomastica quale fonte di storia"""", pubblicato nel 2015. Completa quindi il corredo documentale un glossario dei termini particolari più diffusi e una corposa bibliografia nella quale sono riportati, in sintesi, i testi fondamentali delle varie discipline scientifiche e umanistiche coinvolte nella stratificata ricerca toponomastica. Una nota di sorprendente valore documentale e di spontanea poesia sono le mappe disegnate da alcuni """"re contadini"""" delle terre attorno a casa loro. Al lettore i toponimi vengono presentati in ordine alfabetico per località, partendo da Teolo con andamento circolare in senso orario lungo i margini collinari."" -
Humanities: approaches, contamination and perspectives. Conference proceedings (Verona 17-18th October 2019)
Gli atti della conferenza Humanities in the Third Millennium: Approaches, Contamination, and Perspectives raccolgono alcune delle diverse linee di ricerca sviluppate da dottorandi e giovani ricercatori della Scuola di Dottorato in Scienze Umanistiche dell'Università di Verona (e non solo). In due giorni di conferenza sviluppati attorno a quattro nuclei tematici (cornici metodologiche, frammenti e strati, doppio, ibridazione) 24 giovani studiosi hanno potuto esporre le loro ricerche in corso e misurarsi con un pubblico altrettanto vivace e attento. Gli articoli qui raccolti spaziano dall'archeologia alla storia dell'arte moderna, dalla pedagogia alla psicologia, dalla linguistica alla critica letteraria, alla letteratura e alla filologia antica e moderna. Un caleidoscopio di temi che ben rappresentano un giovane mondo di studiosi e ricercatori formati in una trasversalità di metodi e temi che si conferma propria delle scienze umanistiche nel loro abbracciare le più varie espressioni della ricerca. -
Lutter pour survivre. Ma Résistance non armée contre le Nazisme. Mémoires d'un soldat italien interné dans les camps nazis
Questo volume racconta la storia vera di Luigi Baldan, un motorista della Marina Militare italiana: è un libro di memorie sulla sua esperienza di internato militare nei campi di concentramento e di lavoro nazisti. Baldan fu internato dapprima a Francoforte sul Meno e poi a Sackisch Kudowa (oggi in Polonia). Nonostante le sofferenze e il lavoro estenuante nelle fabbriche di guerra, egli rifiutò le continue proposte di adesione al nazismo. Si distinse per la sua lotta audace, riuscendo a sopravvivere giorno dopo giorno e sabotando nel contempo la produzione di guerra tedesca. In una situazione drammatica, riuscì a dimostrare solidarietà verso coloro che soffrivano più di lui: a rischio della propria vita, aiutò e sfamò, con i pochi viveri che riuscì a trovare, le ragazze ebree del campo di lavoro di Sackisch Kudowa. Tornò in italia cosciente del fatto che la sua battaglia personale di ""Resistenza senza armi"""" nei campi nazisti aveva contribuito a riportare la libertà anche nel proprio paese. In appendice, la storia del campo di lavoro nazista di Sackisch Kudowa e delle giovani prigioniere ebree, ricostruita da Sandro Baldan, e la testimonianza di Lodzia Kohn, madre della traduttrice."" -
Inter lapides. Con DVD video
Inserita nel 2018 tra i beni immateriali del Patrimonio Mondiale dell'Umanità, l'arte della costruzione in pietra a secco si manifesta con estese e molteplici testimonianze dell'edilizia rurale minore, compresi migliaia di chilometri di muri campestri. A questi manufatti sono attribuibili valori così preziosi da suggerire la loro piena valorizzazione. Il documentario approfondisce le funzioni naturalistiche, ecologiche e ambientali dei muri campestri in pietra a secco, in un contesto di agricoltura ecosostenibile e di neoruralità di montagna. Contiene il booklet ""Vita tra le pietre. Valori ecologici e ambientali dei muri campestri in pietra a secco"""", a cura di Antonio Sarzo."" -
Esplora misura racconta. Alle origini del primo Museo di Geografia in Italia
Il Museo di Geografia dell'Università di Padova, inaugurato il 3 dicembre 2019, è il primo museo universitario in Italia dedicato alla geografia, pensato per dare valore ad una storia prestigiosa e ad un patrimonio accumulato in oltre 150 anni di ricerca e didattica presso l'Ateneo patavino. Il volume ripercorre, attraverso il racconto dei protagonisti, la genesi e lo sviluppo di questo inedito progetto, dalle origini storiche del patrimonio alle scelte e ai contenuti che hanno ispirato il concept museale. Il Museo di Geografia non si propone soltanto di conservare e valorizzare un'eredità, ma di rilanciare un sapere spesso concepito a torto come arido e nozionistico. A partire dal ritratto del geografo presente nel celebre racconto del Piccolo Principe, che segna sul suo taccuino solo cose immobili ed eterne, il Museo invita a scoprire un sapere mobile, dinamico, innovativo: torna ad essere il ""luogo delle Muse"""" di alessandrina memoria, spazio in cui coniugare ricerca e sperimentazione, didattica e formazione, diletto e coinvolgimento della società civile per affrontare la complessità delle sfide del mondo contemporaneo.""