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Capitano Tito. La vita partigiana di Bellino Varliero
La biografia di Bellino Varliero (1912-1944), medaglia di bronzo al valore militare, ricostruisce la sua attività antifascista prima e resistenziale poi. Dopo l'8 settembre 1943, Varliero diventa ""Capitano Tito"""", transitando dall'antifascismo di classe alla lotta armata contro i nazifascisti. In questo ruolo emerge la sua multiforme personalità, capace di misurarsi con la realtà creatasi con l'occupazione tedesca e la presenza del fascismo repubblicano. In questo contesto egli dimostra capacità militari di tutto rispetto, organizzando colpi contro un nemico superiore per numero e mezzi, e capacità politiche che gli consentono di tessere e coordinare una fitta rete di relazioni con ambienti e uomini di ogni ceto: dal professionista al religioso, dal proprietario terriero al bracciante. Nella ricerca emerge la vastità del supporto che la Resistenza ricevette dalla società polesana, anche in ambienti e gruppi sociali che dopo la guerra si sarebbero trovati su posizioni diverse. Merito di questo lavoro è stato quello di far emergere questo intreccio, di delineare il ruolo e l'azione dei protagonisti di quelle vicende attraverso il percorso di vita di Varliero, fino alla sua tragica fine."" -
Magazzino. Ricordi, note, frammenti, cianfrusaglie
Nel retrobottega di chi scrive si accumulano, nel corso degli anni, pensieri, note, aforismi, spezzoni di opere mai proseguite e altre carabattole. Rovistando, si possono fare trouvailles curiose come da un rigattiere o in un mercatino di anticaglie. Gli oggetti esposti in questo Magazzino, ripescati dall'oblio, si animano di una nuova vita, raccontano una storia che non è stata scritta, ma soprattutto rievocano un'avventura intellettuale che appare ed è anche in gran parte disordinata, ma dietro cui si intravvede il volto della dea della conoscenza che niente vorrebbe trascurare, perché tutto ha il desiderio di capire. -
Non torneranno i prati. Storie e cronache esplosive di Pfas e Spannoveneti. Ediz. ampliata
«In principio era l'acqua» (Talete). Ora non più, da quando in Veneto è venuto alla luce l'inquinamento da Pfas nelle falde e nei rubinetti di casa. Il più grande inquinamento dell'acqua nella storia d'Europa. Un disastro ambientale che la politica voleva ignorare, venuto alla luce soprattutto grazie alle migliaia di persone che si sono mobilitate: mamme e genitori No Pfas, comitati, centri sociali, ambientalisti, lavoratori e sindacati. Che sono riusciti infine a bloccarne la causa, la fabbrica Miteni di Trissino (Vi), fallita nel 2018. In questo libro si raccolgono gli scritti operativi, il nuovo lessico, le provocazioni dense di analisi culturale, scientifica e di conoscenza del territorio con cui l'autore, attivista culturale, prima linea No Pfas, ha ""incendiato l'immaginario"""" della più importante rivolta popolare del Veneto recente contro le negligenze e le collusioni di una classe politica seduta sulle proprie poltrone e mai per strada. Dimentica di qualsiasi elementare geografia, con il risultato di trasformare il Veneto in una terra devastata. Una regione in mano a una nuova """"razza"""" che ragiona e fa affari a spanne, creando danni irreversibili. Gli Spannoveneti."" -
Per Clara Sereni. Scrittrice impura e sconfinante
Clara Sereni (1946-2018) ha proposto di sé un'immagine composita e in movimento, formata da parti differenti (ebrea, donna, esperta di handicap, utopista), con «sconfinamenti» continui fra l'una e l'altra. I suoi libri sono comparsi sulla scena letteraria mescolando generi, tradizioni, linguaggi, all'insegna di una sperimentazione non trasgressiva, di una peculiare forza di ascolto e comprensione delle ragioni dell'altro, acquisiti grazie allo sguardo rivolto alla propria storia e a quella della propria famiglia, con la ricerca di una scrittura tersa e nitida. I saggi raccolti in questo volume analizzano la figura, i testi, i temi e l'azione culturale di Clara Sereni, secondo una pluralità di prospettive (linguistico-stilistiche, filologico-editoriali, narratologiche, storico-sociali), mettendo pienamente in luce la complessità e attualità di una scrittrice per la quale il lavoro letterario non è fine a se stesso, compiacimento individuale, ma è volto sempre a tessere una relazione propositiva con i propri lettori. -
Almanacco del cane e del gatto
Sappiamo davvero come comportarci per vivere al meglio la relazione con i nostri amici a quattro zampe? Questo almanacco ci accompagna nel corso dell'anno, mese per mese, e ci aiuta a scoprire tanti aspetti segreti della vita di cani e gatti: dai controlli veterinari ai consigli su come affrontare i cambi di stagione, dai focus sulle esigenze e i sentimenti degli animali ai temi scottanti e importanti della salute e delle adozioni. In ogni capitolo si troveranno approfondimenti, consigli di esperti e curiosità che l'autrice ha riunito nel corso della sua lunga attività di giornalista appassionata di animali e attiva sul campo per il riconoscimento dei loro diritti. L'Almanacco del cane e del gatto vuole essere un punto di riferimento e un compagno di viaggio da mettere in tasca o in valigia per ricordarci sempre le giuste attenzioni che i nostri animali meritano. -
A-cca Foscari se vinse la regata!
Nella Regata Storica di Venezia fino a quando non si taglia il traguardo, posto all'altezza del palazzo di Ca' Foscari, non si può dire di aver vinto. Anche la prima Regata Storica delle caorline, il 2 settembre 1951, si decise solamente sotto il Ponte di Rialto, già in vista dell'arrivo, per merito di un'abile manovra del poppiere del Cavallino che riuscì a superare il Burano, sempre in testa fino a quel momento. La vicenda viene ricostruita mettendo insieme le parole dei vincitori del Cavallino, ricche di emozione e di orgoglio per una vittoria così prestigiosa per un regatante, ma anche piene di modestia e stupore che qualcuno ancora ricordasse quella lontana impresa, resa possibile anche dal lavoro quotidiano con il remo. Dal racconto emerge il legame vitale che esisteva un tempo tra gli abitanti delle isole di Cavallino, Treporti e Lio Piccolo e la barca a remi, in particolare la caorlina, con cui gli ortolani di questi luoghi portavano al mercato veneziano di Rialto i loro prodotti. In sua memoria è nato il Palio Remiero delle Contrade di Cavallino-Treporti, che riserva il ruolo principale proprio alla regata su questa spettacolare barca a sei remi. -
L' osteria del tempo fermo. Liberamente ispirato a «Osteria di confine» di Mario Rigoni Stern
Un'osteria sull'antico confine tra il Veneto e il Tirolo. Siamo nel 1917, da tre anni la guerra tormenta le montagne. Sui vecchi tavoli di legno, nel tepore del camino, un minestrone caldo ha sfamato generazioni di mercanti, contrabbandieri e soldati. Borromeo, il figlio dell'ostessa Maria, mandato a combattere una guerra che non voleva, non ha più fatto ritorno. L'annuncio della sua morte è custodito nella lettera che la madre stringe al petto. Di notte, ad ascoltare il fuoco che racconta storie, popolano l'osteria i fantasmi di ufficiali e soldati, un cappellano militare, un onorevole interventista, una sposa e una madre, una crocerossina e una maestra elementare, il vecchio contrabbandiere Toni. Tra di loro anche Borromeo e la sua dolce Nina, in attesa che il tempo torni a muoversi e li lasci finalmente andare. Molti anni dopo arrivano due giovanissimi, alla ricerca di un passato lontano. Ma l'osteria è rimasta ferma a cento anni prima, e i fantasmi che la abitano sono imprigionati in un segreto mai svelato. Liberamente ispirato a un racconto di Mario Rigoni Stern, ""L'Osteria del tempo fermo"""" narra l'ingiustizia e il dolore, il dovere e l'ostinazione di non dimenticare."" -
Due continenti, quattro Paesi. Carlo Aldegheri: vita di un anarchico da Verona al Brasile
Il percorso di vita di un bracciante povero, originario del Veneto rurale, che abbraccia idee radicali nella Francia degli esuli antifascisti, trova l'amore nella Spagna della guerra civile antifranchista, sopravvive miracolosamente alla rete di campi di concentramento, carceri e isole di confino dell'Europa nazifascista, partecipa alla Resistenza e infine, dopo aver messo in piedi un piccolo calzaturificio nel lontano Brasile e aver preso parte alle attività del movimento anarchico locale, entra in rapporto con un gruppo di punk metropolitani. Nel suo tragitto, Carlo Aldegheri (Colognola ai Colli 1902 - Guarujá 1995) si trova a superare molti confini: i condizionamenti famigliari, la condizione di origine, l'illegalità, i confini nazionali, l'attivismo politico, l'uso della violenza, le distanze generazionali. Non solo una storia transnazionale, vissuta attraverso quattro paesi e due continenti, ma a tratti anche transculturale: dal Far East del Veneto contadino alle inedite contaminazioni di un mondo avviato verso imponenti trasformazioni globali, anche se non nel verso auspicato dal nostro protagonista: quello di una maggiore libertà e giustizia sociale.? -
Orchidee del Monte Summano
:Il Monte Summano, ultima propaggine delle Piccole Dolomiti nel Vicentino, è storicamente famoso per la sua flora. Su questo monte hanno erborizzato illustri botanici a partire dalla seconda metà del 1500 e la sua fama, anche se ridimensionata, non è tuttora venuta meno. Prima monografia dedicata alle orchidee spontanee del Monte Summano, il volume è pensato per un pubblico di non specialisti ed esamina, con linguaggio semplice ma corretto ed esaustivo, tutte le tematiche relative a una famiglia di piante che, da sempre, ha suscitato un particolare interesse sia tra i botanici, sia tra gli appassionati. Il testo, corredato da numerose schede e illustrato da fotografie a colori, è volto a stimolare curiosità e interesse. Oltre a fornire una ricca documentazione sulle specie presenti, si propone infatti di far riflettere sulla necessità di un approccio consapevole e rispettoso al mondo naturale, anche alla luce dei sempre più preoccupanti segnali di degrado e depauperamento verificatisi negli ultimi decenni. -
Il Polesine di Matteotti. Le inchieste giornalistiche di Adolfo Rossi e Jessie White
Giacomo Matteotti è conosciuto per la sua tragica morte, che ne ha fatto un simbolo dell'antifascismo. Meno noti sono la sua vita e l'ambiente della sua formazione. Questo volume si propone di illustrare la provincia di Rovigo, le campagne polesane, attraverso le cronache di due testimoni d'eccezione: Jessie White, moglie del patriota Alberto Mario, e Adolfo Rossi. Entrambi furono molto legati a Lendinara, nel cui cimitero sono sepolti, comune confinante con Fratta, dove nacque e visse Matteotti. La White, protagonista delle lotte risorgimentali, una volta fatta l'Italia diventò l'implacabile cronista delle sue infinite miserie e dedicò al Polesine, che ne era quasi un tragico concentrato, pagine piene di rabbia e di pietà. Rossi, di cui ricorre nel 2021 il centenario della morte, fu uno dei più noti giornalisti italiani di fine Ottocento. Con uno stile modernissimo, scrisse per i maggiori quotidiani accurate corrispondenze dal Polesine, qui integralmente riprodotte, descrivendo in immagini quasi fotografiche una provincia dimenticata e flagellata dalle alluvioni, nella quale Matteotti andava maturando la sua vocazione di riformatore sociale e di paladino della ""povera gente""""."" -
Le impronte della poesia nel paesaggio di Andrea Zanzotto
Quest'opera ha lo scopo di rilevare e tracciare i percorsi scelti dal poeta Andrea Zanzotto nel territorio trevigiano durante le sue passeggiate quotidiane e di identificare i testi poetici che hanno chiari riferimenti ai luoghi. A tale scopo sono stati individuati dei testimoni autorevoli che nel tempo hanno frequentato la casa di Andrea Zanzotto costruendo con il poeta un legame di amicizia e di affetto, personalità capaci di recuperare riferimenti precisi ai luoghi e di riportare alla memoria dialoghi e riflessioni. Figure quali, Nerella Barazzuol, pittrice, Luciano Cecchinel, poeta, Francesco Vallerani, geografo e Gianmario Villalta, critico, poeta e scrittore. Attraverso le loro testimonianze è stato possibile penetrare nel pensiero di Zanzotto e cogliere gli aspetti anche meno evidenti, ma per questo non meno significativi della natura circostante. Le foto inedite e le mappe dei luoghi danno la possibilità di seguire i percorsi nel territorio. -
Caseus. La civiltà del formaggio nei secoli: storia e storie
La storia alimentare può essere riassunta nella capacità che l'uomo ha avuto di regolare e controllare a proprio vantaggio i processi di fermentazione di alcune materie, come il latte. E così abbiamo imparato a costruire il nostro cibo usando e trasformando le risorse a nostra disposizione. Il latte, cui abbiamo associato da sempre valori positivi - il colore bianco, l'allattamento, la vita - ha accompagnato la storia dell'uomo. Il latte è cosa buona, fonte di vita e di salute. I medici antichi lo ritenevano una sorta di sangue imbiancato, purificato. Sarà un caso che la nostra galassia sia la Via Lattea? È una storia affascinante! Questo libro, frutto del lavoro di esperti e studiosi che gravitano intorno alla Biblioteca Internazionale ""La Vigna"""", specializzata nelle scienze agrarie, e al suo ricco patrimonio librario, offre prospettive di studio sul tema """"formaggio"""" ad ampio spettro: saggi, ricerche, testimonianze, fino a presentare la letteratura, le opere antiche e le fonti prodotte nel corso dei secoli e che oggi sono preziose testimonianze di secoli di cultura contadina e artigiana. Una finestra aperta sul passato, sul presente e sul futuro della tradizione casearia italiana."" -
Ricordi di Mauthausen
L'8 gennaio 1945, con altri 480 prigionieri stipati in carri bestiame, Luigi Massignan iniziò la sua terribile esperienza come prigioniero nel campo di sterminio nazista di Mauthausen. Giovane cattolico, studente di medicina a Padova, era stato arrestato per la sua attività nella Resistenza con il battaglione ""Valdagno"""" di Gino Soldà. Sopravvissuto al lager, nel dopoguerra Massignan diresse gli ospedali psichiatrici di Udine e Padova. Precursore e sostenitore della riforma psichiatrica, si dedicò a migliorare la condizione dei pazienti, vissuta come un penoso ricordo della propria esperienza di prigionia. Studiò quindi la follia individuale, dopo che gli era toccato in sorte di osservare e subire in prima persona una follia collettiva raziocinante e disumana insieme. Di quei mesi che gli hanno segnato indelebilmente la vita non parlò per anni: riviverli per raccontare era troppo doloroso. Solo nel 1999 riuscì finalmente a rompere il silenzio. Questo libro, dedicato ai più giovani, è soprattutto un libro di speranza. Ricco di umanità, trasmette la consapevolezza che il comportamento di ognuno di noi è fondamentale affinché ciò che è accaduto in Germania non possa ripetersi."" -
Il patrimonio geologico della Val d'Alpone e dell'alta Valle del Chiampo
Il territorio della Val d'Alpone e dell'alta Valle del Chiampo è caratterizzato da una spiccata geodiversità: dalle aree prealpine montuose e collinari alle valli e al paesaggio fluviale, dalle rocce sedimentarie marine a quelle vulcaniche marine e subaeree, dai fossili di vertebrati marini e terrestri agli invertebrati, dai minerali contenuti nelle rocce vulcaniche ai suoli varicolori dovuti all'alterazione delle stesse. Il patrimonio geologico di questo territorio documenta la storia della Terra da circa 50 milioni di anni fa fino ai giorni nostri e rappresenta un valore mondiale eccezionale, per certi aspetti unico. Il volume descrive le principali tappe geologiche che hanno contraddistinto la nascita e l'evoluzione dei monti Lessini orientali, soffermandosi su 43 geositi significativi scelti in funzione dei processi che li hanno generati e descritti attraverso schede corredate da un'adeguata iconografia. Uno strumento, utile anche ai non esperti, per conoscere l'importante patrimonio che caratterizza questo territorio posto al confine tra le province di Verona e Vicenza, i cui siti paleontologici dell'Eocene sono stati inseriti nella Tentative List nazionale dell'Unesco. -
Le pietre raccontano... in Valpolicella. Guida ai luoghi del marmo e del vino di Verona romana
La storia che ha come protagonista il commerciante di vino Tenatio Essimno fa da cornice a un itinerario archeologico alla scoperta delle iscrizioni romane della Valpolicella, in provincia di Verona. Un ampio e fertile territorio collinare che non sfuggì all'attenzione dei Romani, i quali ne apprezzarono il vino, ne sfruttarono le cave di pietra, lasciando numerose tracce del loro passaggio. La maggior parte delle iscrizioni qui rinvenute e giunte fino a noi è conservata nei musei di Verona, ma diverse giacciono ancor oggi silenziose nei luoghi originari, oppure reimpiegate poco distante, in attesa di qualcuno che le sappia ""ascoltare"""". Questa guida suggerisce l'itinerario più adatto, tra verdi colline e filari di viti, per raggiungere queste antiche testimonianze scolpite nella pietra. Anche in bicicletta. Inoltre, è un supporto indispensabile per leggere e decifrare le iscrizioni latine, non sempre facili da comprendere. Il tutto accompagnati dal nostro Tenatio Essimno, un personaggio realmente esistito la cui vicenda viene narrata dall'autrice con una ricostruzione di fantasia che si è avvalsa dello studio attento e puntuale delle fonti."" -
VeneziAsola. I ritratti asolani dei rettori veneti e un'occasione mancata per Giambattista Tiepolo. Ediz. a colori
Sopravvissuti al furore iconoclasta che si accanì contro i simboli della Repubblica di Venezia dopo la sua caduta nel 1797 e rimasti a lungo nell'oblio, i ritratti dei dogi e dei provveditori veneti costituiscono una preziosa testimonianza della devozione di Asola verso la Serenissima. I dipinti restituiscono i sembianti dei provveditori Giovanni Marco Michiel (1686), Alberto Gozzi (1687) e Gasparo Luca (1688); a questi si aggiungono le effigi dei dogi Alvise Pisani (1735-1741) e Francesco Loredan (1752-1762). Un caso singolare è costituito dal ritratto del ""protettore"""" della comunità di Asola Marcantonio Dolfin (1755). Un'opera nella quale avrebbe dovuto cimentarsi Giambattista Tiepolo ma che alla fine fu assegnata all'amico Fortunato Pasquetti, uno dei più quotati ritrattisti sulla piazza veneziana dell'epoca. Lo studio diretto delle opere, corroborato da un'approfondita ricerca bibliografica e da un'escavo negli archivi Comunale e Parrocchiale di Asola, di Stato e del Patriarcato di Venezia, ha consentito di confermare la paternità dei ritratti di Michiel e Gozzi al pittore bresciano Francesco Paglia e di assegnare a Fortunato Pasquetti quelli di Loredan e di Dolfin."" -
Ruote nel deserto. Teatri operativi, mobilità e logistica del Regio Esercito in Africa Settentrionale
Dopo ""El Alamein. Rivisitazione del campo di battaglia tra mito e attualità"""" gli autori ripercorrono in questo volume, dedicato alla logistica nella seconda guerra mondiale in Nordafrica, la fase più epica degli Autieri in quell'area. Nella prima parte dedicata alla geografia dei teatri operativi nordafricani, dal fronte di El Alamein alla Tunisia sono ampiamente descritte le infrastrutture viarie, i porti, gli aeroporti e le ferrovie e viene illustrato il movimento nel deserto nei suoi diversi aspetti: il dispiegamento dei reparti, la navigazione desertica, l'uso della cartografia e l'impiego dei reparti geologico-militari. La seconda parte verte sulla storia degli Autieri dagli albori della motorizzazione ai primi impieghi operativi in Nordafrica. Il testo tratta quindi delle condizioni logistiche, dei veicoli e delle vicende belliche del Corpo Automobilistico nella campagna del Nordafrica (1940-1943) con grande dovizia di note storiche e particolari tecnici su reparti e materiali. Completano il volume schede di approfondimento storico e tecnico, testimonianze dei combattenti, tavole a colori dei mezzi, cartine e disegni, nonché numerose foto dell'epoca, molte delle quali inedite."" -
Lo zolfo e l'acquasanta. Parroci agronomi in Veneto e in Friuli nel periodo austriaco (1814-1866)
Come altrove nelle società rurali, anche nelle campagne venete e friulane le scadenze del lavoro contadino erano segnate dal calendario della Chiesa cattolica, e il buon esito dei raccolti veniva affidato alle benedizioni del clero e alle processioni nei campi. Ma ciò che distingue queste zone da altre è il fatto che nell'Ottocento le credenze magiche - e con esse l'ordine sociale, morale e religioso tradizionale - non erano sentite in contrasto con le innovazioni tecnologiche e le moderne pratiche agronomiche, tanto che lo stesso parroco chiamato a dare le sue benedizioni consigliava poi di combattere la malattia delle viti con lo zolfo. Fin dalla seconda metà del Settecento il parroco era il mediatore più adatto a insegnare le materie agronomiche dato che conosceva sia ""il dizionario del cittadino"""" sia quello """"del contadino"""", anche perché spesso proveniva lui stesso dalla campagna. Il libro - uscito nel 1996 e ora riproposto in una seconda edizione - aiuta a capire meglio, tra le altre cose, il perdurare di equilibri sociali e di mentalità diffuse nei distretti industriali sorti in Veneto e in Friuli dopo la fine del mondo contadino."" -
Echi lontani della rivoluzione. Le origini del Partito comunista a Venezia (1921 e dintorni)
Ma socialismo e comunismo non sono la stessa cosa? Comincia così - nel clima surriscaldato, socialmente e politicamente, di una città già sfiorata dal fronte e appena uscita dalla guerra - la discussione interna al Psi veneziano che porterà alla scissione di Livorno. Sullo sfondo gli echi della rivoluzione russa, che danno anche ai vecchi termini significati e suggestioni nuove. A un secolo di distanza, la nascita del Partito comunista a Venezia e provincia viene ricostruita attraverso la stampa dell'epoca, i documenti d'archivio e i pochi ritagli di memorie dei protagonisti giunti fino a noi: i primi passi del nuovo partito, le feroci polemiche con gli ex compagni del Psi, le sedi e gli spazi della militanza in centro storico, i comuni ""rossi"""" della provincia. Tutto in quella stretta finestra di 21 mesi tra il congresso di Livorno e la marcia su Roma, prima che il fascismo zittisca la maggior parte delle voci. Chiude il volume uno sguardo, in dissolvenza, sui lunghi anni della clandestinità sotto il regime, anche per tracciare il ritratto di alcuni protagonisti che il solo 1921-22 non basterebbe a mettere a fuoco."" -
Dove nuotano i caprioli. Acque, memorie, tralicci e r-esistenze in Cadore. Con DVD video
L'acqua del Cadore racconta una molteplicità di storie: ha plasmato nel tempo le forme del paesaggio, la vita delle comunità e l'economia della zona, ispirando antichissimi culti e leggende popolari. Tra queste storie, dalla metà del Novecento diviene dominante la vicenda dell'industria idroelettrica, con il progetto - insieme strategico e drammatico - di modernizzazione del Paese che parte dal sacrificio del Piave-Boite-Vajont. Il documentario raccoglie le memorie del piccolo borgo di Vallesella di Cadore, che nei primi anni Cinquanta, dopo la realizzazione dell'invaso di Centro Cadore, va sgretolandosi fisicamente e simbolicamente. Il racconto storico, costruito in maniera corale, allarga lo sguardo e la scala di osservazione sul paesaggio idroelettrico attuale, indagandone nuove forme d'uso e percezioni, suggerendo una riflessione sul senso dei luoghi, sul valore dell'acqua, sui destini della montagna del passato e del presente.