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Cerealia. La civiltà dei cereali nei secoli: storia e storie
Nel lungo processo di evoluzione dell'umanità, la domesticazione di piante e animali è stata una delle tappe fondamentali della cosiddetta ""rivoluzione agraria"""". E tra le piante, in primis, ci sono i cereali. Le ragioni del loro successo sono diverse: elevata produttività, ciclo vitale breve, facilità di coltivazione e di conservazione, ricchezza energetica e nutritiva e, infine, malleabilità, cioè la possibilità di derivare da essi molteplici cibi e bevande: pane, polente, dolci, birre, liquori, con annesso sviluppo di tecnologie e tecniche di lavorazione. Tutti motivi che le caratterizzano come """"piante di civiltà"""", perché proprio intorno ad esse si sono sviluppate grandi civiltà del passato e del presente, facendo dipendere dalla produzione e dal consumo di tali piante importanti scelte economiche, sociali e culturali. Questo libro nasce dalle esperienze e dagli studi di docenti ed esperti che gravitano intorno alla Biblioteca Internazionale """"La Vigna"""" e offre prospettive di studio sul tema """"cereali"""" ad ampio spettro: saggi, ricerche, testimonianze, fino a presentare la letteratura, le opere antiche e le fonti della preziosa cultura contadina e artigiana."" -
Olga Blumenthal. Storie di una famiglia e di una vita
A gennaio del 2018 è stata posta una pietra d'inciampo di fronte al portale di ingresso dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Si intendeva ricordare Olga Blumenthal (1873-1945), professoressa di tedesco catturata a novembre del 1944, deportata e uccisa a Ravensbrück. Ma chi era Blumenthal, una delle prime donne a insegnare nell'Università veneziana? Questo libro ricostruisce, accanto alla vita della sfortunata Olga, l'origine veneziana della sua famiglia da quando nel 1820 i nonni paterni arrivarono a Venezia dalla Baviera, seguendo poi i Blumenthal nel loro processo di emancipazione e di integrazione nell'élite della città già nel corso della generazione successiva, sullo sfondo degli eventi della grande storia tra Ottocento e Novecento. In questo privilegiato contesto familiare la figura di Olga acquista spessore non solo come insegnante e intellettuale, ma anche come donna segnata dalla condizione femminile del suo tempo e del suo censo, dalla religione ebraica che pure ripudiò nella maturità convertendosi al cattolicesimo, e come moglie dell'eclettico professor Gilberto Secrétant. La ricostruzione segue con particolare attenzione le conseguenze della svolta razzista del fascismo e poi della dominazione tedesca, che infine strapparono Olga alla sua casa e alla sua città, portandola a morire già forse durante il viaggio verso il lager. -
Memoria della casa. Un racconto del lago di Garda
A sedici anni le estati sul Garda possono essere incantate. Il lago scintilla, la pelle si abbronza, ci si tuffa a bomba dal pontile turandosi il naso. E se non si sta in spiaggia, si parte tutt'insieme su motorini rombanti per gite nell'entroterra di ulivi e cipressi. Più difficile far durare gli amori nel tempo, ma quello tra la protagonista e la grande casa sulla collina, non bella ma solida e accogliente, si spalma sull'arco di quasi una vita. La voce della casa si alterna a quella della ragazza prima, della donna poi, a narrare estati, vicende, amori di un tempo e di ora, ma anche i cambiamenti di un paese e un paesaggio che rimangono struggentemente belli pure se il cemento si smangia il verde, le strade vengono asfaltate, le piccole botteghe sostituite da grandi supermarket globalizzati. E se folle cosmopolite di turisti costringono a sovvertire abitudini millenarie. Quanto ai destini personali, basta un attimo perché svoltino. Le case possono essere vendute e comprate, ma restano sulla collina a testimoniare i mutamenti presenti e ancora a venire. -
43936: Buchenwald gli altri e io
L'esperienza nel campo di Buchenwald, raccontata da Longhetto, traccia un quadro potente della tragedia della deportazione. L'autore illustra il percorso obbligato dell'internato: la descrizione, cruda e oggettiva, è divisa in tre parti. La prima descrive la Quarantena, un periodo di isolamento pensato per prevenire la diffusione di malattie infettive, ma che segna la spersonalizzazione degli individui. Terminata questa fase gli internati vengono assegnati ai block del lager e vengono costretti a lavori forzati, assurdi e umilianti. Nell'ultima parte del racconto Longhetto viene ferito alla testa e portato nel Piccolo campo, dove gli uomini incapaci di lavorare possono solo attendere il crematorio. Il dattiloscritto, ciclostilato in varie copie e inviato a numerose istituzioni, non trova sbocco editoriale, rimanendo sepolto negli archivi fino a quando l'interesse, inaspettatamente, viene riacceso da un quadro enigmatico, datato nel 1948. In questa grande tela conservata all'Istituto Lorgna-Pindemonte, Longhetto si ritrae come deportato, confinato in un angolo del dipinto, mentre il centro della scena è occupato dal preside di una scuola, ex gerarca, impegnato a ricostruirsi un'immagine adeguata ai tempi. Questo dipinto, documento delle contraddizioni del Dopoguerra, ha così consentito di restituire alla memoria una testimonianza straordinaria del campo di Buchenwald. -
L' Apocalisse in tre cicli di affreschi dell'anno Mille. Bardolino, Sommacampagna, San Giorgio di Valpolicella
Una lettura di tre splendide pievi della provincia veronese, sorte su più antichi edifici preromani (San Giorgio di Valpolicella), romani (Sant'Andrea di Sommacampagna), longobardi (San Severo di Bardolino), proposta dopo un'attenta analisi degli affreschi, delle strutture e delle lapidi che vi si trovano. Le tre pievi vengono identificate dall'autore come testimonianza dei caratteri longobardi della religiosità di un popolo che, entrato nella Penisola nel 567-568, nel giro di circa un secolo l'ha sentita come patria, costruendo monasteri, fortificando città, edificando nuove pievi e dedicandole ai santi cui era più affezionato. E rivolgendosi per la loro realizzazione ad artisti bizantini fuggiti dai territori costantinopolitani, nel secolo e mezzo dell'Iconoclastia (726-843), quando era vietato dipingere immagini di santi o scolpirne corpi. L'autore racconta in un testo storico i contenuti di questi preziosi affreschi: preghiere di un popolo che in tali rappresentazioni cercava di carpire le vie della salvezza e del perdono. A corredo del testo, un ricco repertorio fotografico appositamente realizzato per questo volume. -
Rivolte di paese. Una nuova storia per i contadini del Veneto profondo
Ai ceti dirigenti italiani, e in particolare a quelli del Veneto, è stata attribuita spesso dagli storici dell'età contemporanea una particolare capacità nel tenere sotto controllo, indirizzare e modellare i ceti popolari con strumenti di tipo pedagogico e coercitivo. Utilizzando come casi di studio tre insurrezioni popolari del Trevigiano (Cavasagra 1907, Badoere 1920, Sant'Ambrogio 1957), l'autore esplora in questo lavoro l'ipotesi opposta: nel corso dei secoli anche i ceti contadini, tutt'altro che eterodiretti, si sono dimostrati capaci di condizionare le élite con una sorta di ""pedagogia della rivolta"""", inducendole a moderare lo sfruttamento. Una prospettiva di autoriconoscimento non subalterno che contribuisce a mettere in discussione alcuni aspetti dell'azione politica e culturale delle classi dirigenti del passato verso le masse popolari e che evidenzia i rischi che anche oggi si corrono, in tempi di elitismo e populismo, quando si disprezza o si inganna sistematicamente la parte più debole e sprovveduta della società."" -
Venetica. Annuario di storia delle Venezie in età contemporanea (2021). Vol. 2: 1919-22: il Veneto in bianco, rosso e nero.
Con ""1919-22: Il Veneto in bianco, rosso e nero"""" la rivista «Venetica» intende indagare la composizione e l'evoluzione dello scenario politico veneto a seguito della nascita, nell'arco di appena 24 mesi, dei tre partiti protagonisti della politica novecentesca. Il 18 gennaio 1919 nasce a Roma il Partito popolare; il 23 marzo 1919 vedono la luce a Milano i Fasci di combattimento; ed infine il 21 gennaio 1921 avviene a Livorno la famosa scissione che porta alla nascita del Partito comunista d'Italia. Difficile pensare che si tratti di una semplice coincidenza. Quali sono le ripercussioni per gli equilibri politici in Veneto? Tra le tensioni e le incertezze che la guerra ha portato con sé, a cui si aggiungono gli echi lontani della rivoluzione scoppiata in Russia, anche in Veneto la politica si fa di massa e la mobilitazione popolare appare eccezionale. Su questo sfondo, carico di tensioni e di energie, nascono dei nuovi soggetti politici che metteranno definitivamente fuori gioco la classe dirigente che da decenni governa il Veneto e l'Italia intera."" -
Fiori delle Dolomiti
Le Dolomiti offrono scenari paesaggistici grandiosi: non a caso sono state definite ""le montagne più belle del mondo"""". Ma cosa sarebbero le Dolomiti senza i loro fiori? Forse una cornice vuota, anche se spettacolare. Il presente volume, occupandosi della vita vegetale e, in particolare, degli splendidi fiori che decorano i mille recessi di queste montagne, coniuga gli scenari dolomitici con i loro colori e le loro affascinanti forme. """"Fiori delle Dolomiti"""", in quest'opera, non significa soltanto una sequenza di belle immagini e di nomi scientifici più o meno complicati, ma una guida alla lettura dello stesso ambiente dolomitico. Dei suoi habitat floreali e dei suoi biotopi, in modo tale che la loro osservazione risulti frutto di una ricerca consapevole. E questo anche attraverso una ricca proposta di escursioni botaniche, alla ricerca degli stessi gioielli floreali che decorano i paesaggi di queste montagne. Un approccio sistemico, dunque; anzi, eco-sistemico, per coniugare la conoscenza dei fiori con quella del complesso e stupefacente ecosistema dolomitico."" -
Maurizio Fistarol. Un sindaco e l'alba della seconda Repubblica
Questa è la storia amministrativa e parte di quella politica di Maurizio Fistarol, ma anche di quel gruppo di giovani, nei primi anni Novanta poco più che trentenni, che lo seguirono, prima di tutto nella sua avventura di sindaco. La voglia di un reale cambiamento, dopo anni di immobilismo e di lamentazioni, di mancate riforme e di corruzione, uscì prepotente dopo Tangentopoli e a partire proprio dalle città si dispiegò con entusiasmo ed energia lungo tutto quel decennio. Il libro parla di una frontiera e di molte frontiere: quella tra la pianura e le Alpi, tra il Nord e l'Italia e tra l'Italia e l'Europa. Ma anche la frontiera tra i cittadini e lo Stato, rappresentata dai sindaci in quegli anni; e la frontiera tra la Prima Repubblica e la Seconda, quella annunciata e mai nata. -
Oggi è tempo di imparare qualcosa. Omaggio a Tina Merlin
A trentanni dalla sua scomparsa, abbiamo voluto ricordare Tina Merlin con alcuni saggi su eventi e temi che l'hanno segnata nel profondo, dalla Resistenza, alla tragedia del Vajont, al deleterio intreccio economia-politica-scienza che ignora le vite umane e produce disuguaglianze. Seguono i ricordi di quanti condivisero con lei le tante battaglie per i diritti civili e la professione di giornalista, esercitata col rigore di chi la considera un impegno per la verità, e infine le testimonianze dei registi e degli attori che, portando nel teatro e nel cinema l'impegno e la passione civile che hanno contraddistinto l'intera sua esistenza, l'hanno saputa rendere vera e viva. Con scritti di: Marco Paolini, Renzo Martinelli, Toni Sirena, Dario Venegoni, Patricia Zanco. -
Lupi a Nordest. Antiche paure, nuovi conflitti
Dopo l'Appennino e le Alpi occidentali, i lupi hanno ricolonizzato il Nordest. Erano scomparsi da un secolo, dopo una caccia ininterrotta iniziata nel medioevo. L'ultimo lupo fu immortalato in Comelico superiore, nel 1929. Quasi cent'anni dopo, nel 2012 in Lessinia, ricompare una coppia. Il maschio di origine dinarica è Slavc, ha percorso oltre mille chilometri per incontrare Giulietta, lupa della specie italica. Saranno i loro cuccioli, disperdendosi nei boschi e nelle valli, a popolare l'intero Nordest. In poco tempo il grande predatore ha conquistato il vertice della catena alimentare dal monte Baldo al Cansiglio, dall'Altopiano di Asiago a Tarvisio, da Folgaria all'alta Val di Non, alle vette Feltrine. Un ritorno di grande importanza per la biodiversità. Ma insieme agli ungulati selvatici ogni anno sono predati centinaia di pecore e bovini in alpeggio. Nelle malghe monta la rabbia degli allevatori, che si sentono abbandonati. Conservazione del lupo e protezione del bestiame sono i due poli della ricerca di una coesistenza difficile da realizzare, che ha tanti nemici ma altrettante ragioni. Abbiamo cercato di raccontarla nel nostro viaggio. -
San Zeno. Ediz. italiana e inglese
Il complesso di San Zeno, situato in prossimità della riva destra dell’Adige, lievemente discosto dall’antico centro urbano di epoca romana, rappresenta, fin dai secoli più alti del medioevo, uno dei principali fulcri della vita culturale, religiosa e artistica della città di Verona. Le progressive fortune di questo insediamento, che accolse una delle realtà benedettine più rilevanti del Nord della penisola italiana, si riverberano nella straordinaria quantità di opere d’arte e nelle complicate stratificazioni architettoniche occorse in ben oltre un millennio di vita. Attraverso un appassionante percorso per immagini, il volume narra la storia e mostra le ricchezze artistiche del complesso abbaziale di San Zeno alternando inquadrature d’insieme e sguardi ravvicinati, che consentono di vedere dettagli spesso inaccessibili, e restituendo un ritratto inedito della basilica dedicata al santo patrono, simbolo di Verona. I testi di Tiziana Franco e Fabio Coden, docenti di Storia dell’Arte medievale presso l’Università di Verona, danno conto dello stato attuale delle conoscenze e degli studi affiancando le magistrali fotografie di Basilio e di Matteo Rodella (BAMSphoto). -
Terra e storia. Vol. 17-18
Questo numero di «Terra e storia» raccoglie testimonianze perlopiù inedite di soldati della Bassa padovana sulla prima guerra mondiale. Almeno da una quarantina d'anni sono nati archivi che conservano un patrimonio costituto da diari, memorie, lettere che le famiglie cedono dopo averli custoditi - talvolta gelosamente - per decenni. Qui è la Bassa padovana a regalarci una documentazione costituita da cinque tra diari - talvolta con evidenti rielaborazioni posteriori - memorie e un limitato ma prezioso carteggio di ventiquattro lettere. I loro estensori sono originari di Este, Sant'Urbano, Santa Margherita d'Adige, Cinto Euganeo, Battaglia Terme, Carceri d'Este e rappresentano, all'atto della chiamata alle armi, la generazione dei venti-trentenni, con l'eccezione del non ancora diciottenne Rodolfo Cesaro, il ragazzo del '99 che prolunga la sua esperienza bellica nell'avventura dannunziana di Fiume. Sono tutti soldati e graduati di truppa, provenienti dal mondo contadino o dalla piccola borghesia urbana; tutti sono incorporati in reparti di Fanteria, tranne l'artigliere Antonio Cerchiari, un droghiere estense autore di pagine di lancinante bellezza sulla ritirata di Caporetto. -
Venezia nelle grandi pagine della letteratura
Casanova, Goldoni, John Ruskin, Marcel Proust, Henry James: sono solo alcuni dei grandi scrittori d'ogni epoca che hanno lasciato nelle loro pagine indimenticabili ritratti di Venezia. In questo libro sono presenti insieme ad altri - da Dante a Boccaccio, da Shelley a Byron, da Rilke a Thomas Mann, fino a Hemingway e Stendhal - a formare un'antologia costata solo l'imbarazzo della scelta. Vivere e viaggiare a Venezia è una categoria dello spirito, una seduzione dell'anima, un conforto della vista. Venezia, città unica in assoluto, porta di transito - o d'accesso a seconda dei punti di vista - tra Oriente e Occidente, luogo di passo irrinunciabile per artisti e intellettuali, letterati, musicisti e pittori, rappresenta forse l'unico luogo dove è possibile scrivere tutto e il suo contrario. Questo contrasto di opposti ha affascinato la grande letteratura mondiale, così come l'arte più in generale. «Venezia è una città così straordinaria che non è possibile farsene un'idea senza averla vista», aveva detto Goldoni. E Venezia resta, oggi più che mai, una meta obbligata per i cittadini di tutto il mondo. -
Guardarsi da chi non si guarda. La Repubblica di Venezia e il controllo delle pandemie
Perché la peste dopo il 1630 non entrò più in laguna? Eppure continuò a imperversare negli Stati Europei e nei porti mediterranei con cui Venezia intratteneva scambi commerciali! All'inizio del Settecento le potenze che avevano avviato il declino politico della Repubblica cominciarono a chiedersi se non fosse opportuno imitare il suo modello di organizzazione sanitaria. Le linee guida della politica internazionale veneziana nei confronti delle pandemie si possono sintetizzare nel monito: ""guardarsi da chi non si guarda"""", che indicava la necessità di assumere misure preventive nei confronti di chi non ne adottava per fede o per ignoranza. La Repubblica di Venezia attuò, così, sul lungo periodo, un sistema sanitario volto ad abbattere i rischi epidemici, difendendo la sostenibilità del proprio sviluppo mercantile."" -
Casotti di pietra. Le genti e la cultura della pietra a secco sui Colli Berici
Sui Colli Berici meridionali in provincia di Vicenza, tra i comuni di Villaga e di Val Liona, si è sviluppato nel corso dell'800 e fino ai primi decenni del '900 un particolare complesso di forme di architettura rurale in pietra a secco, costituito da terrazzamenti, muretti di contenimento e di confine e manufatti costruiti dai contadini locali, usati come ricoveri per gli attrezzi o come temporanei ripari di fortuna e conosciuti come casotti de pria. La pubblicazione, che si avvale di una ricca documentazione fotografica, illustra le tecniche costruttive, le diverse tipologie e le caratteristiche principali di queste capanne in pietra, uniche nell'ambito dell'intera regione veneta. Il volume sottolinea inoltre il rischio che questo patrimonio, privo di una costante e ordinaria manutenzione, possa nel volgere di pochi decenni andare definitivamente perduto e suggerisce nel contempo le forme di tutela e di valorizzazione che sarebbe invece opportuno adottare per conservarlo, farlo conoscere e utilizzare anche dal punto di vista storico, didattico, turistico e culturale. -
I Colli ritrovati. Gli Euganei a cinquant'anni dalla Legge che fermò le cave
Cinquant'anni fa, il 29 novembre 1971, le Norme per la tutela delle bellezze naturali e ambientali e per le attività estrattive dei Colli Euganei diventavano legge (n. 1097), mettendo fine alle escavazioni sul territorio collinare padovano e aprendo la stagione del recupero e della valorizzazione di una delle zone venete più belle e ricche di natura, storia e cultura. Si trattava di una legge anticipatrice rispetto ai temi ambientali, nata quando il dibattito su tali argomenti era ancora agli albori; un'iniziativa popolare, voluta da gruppi e cittadini, riuniti in un Comitato, nato spontaneamente nel 1968; una legge collaborativa, frutto dell'ascolto, della disponibilità e della concretezza della Politica, rappresentata nella fattispecie da due parlamentari veneti, il rodigino Giuseppe Romanato e l'estense Carlo Fracanzani. Norme perfino profetiche, che promuovevano una nuova visione del rapporto tra uomo, comunità, ambiente. Una legge, infine, sempre attuale, in questo tempo in cui il tema della salvaguardia della terra più che una necessità è diventato un'emergenza. -
Ricette di un'antica pescheria
Nei primi anni sessanta a Verona, nella centralissima Piazza delle Erbe, apre una pescheria che è rimasta attiva fino ai tardi anni ottanta, la leggendaria ""Casa del pesce"""". I proprietari, marito e moglie, hanno iniziato l'attività spinti da una grande passione per il pesce, rendendo in breve tempo il negozio un punto di riferimento per i veronesi. Veniva proposto pesce sempre freschissimo e di prima qualità, proveniente dal mare Adriatico, in particolare dal Mercato ittico di Chioggia, dove i titolari si recavano personalmente a scegliere le varietà di pesci, crostacei e molluschi più freschi e pregiati. Ma l'offerta era molto più ricca: gli avventori potevano contare sui preziosi consigli per la preparazione dei piatti di pesce e soprattutto su di un ricco e accurato ricettario, messo a punto nel tempo e con l'esperienza, che veniva donato ai clienti durante le festività natalizie. Lo stesso ricettario, frutto di grande passione, viene qui riproposto dopo sessant'anni nella sua versione originale, dimostrandosi tuttora uno strumento attuale e indispensabile per chi voglia cimentarsi in cucina con i doni del mare."" -
Scultori veronesi del Trecento
Il volume affronta il tema della scultura veronese del Trecento e contribuisce a dare il meritato rilievo alla grande stagione artistica dell'epoca scaligera. La scrittura brillante del Mellini e un attento, completo apparato iconografico, sono capaci di restituire la forza, la fierezza, la spavalderia, l'eleganza del sogno cortese degli Scaligeri, dal sorriso bonario di Cangrande allo strazio dei volti stravolti dal dolore più inconsolabile del personaggi che affollano i compianti sul Cristo morto. Scultori veronesi del Trecento non si limita a descrivere le celebri Arche scaligere e gli altri straordinari monumenti dell'arte plastica veronese, ma riesce a illustrare il corpus dei manufatti lapidei secondo le diverse personalità artistiche. Pubblicato originariamente da Electa nel 1971, questa nuova edizione Cierre è corredata da una recente, sistematica campagna fotografica realizzata con le più moderne tecniche di ripresa da BAMS photo Rodella. -
Flora delle Valli di Lanzo
"Flora delle Valli di Lanzo"""" è il frutto di oltre cinquant'anni di ricerche in ogni angolo di questo territorio, di circa 10.000 fogli di erbario, 40.000 diapositive, più di 100.000 foto digitali che rappresentano il prodotto di centinaia di escursioni sul campo, per centinaia di migliaia di metri di dislivello percorsi. Alla raccolta casuale si è affiancata una ricerca ragionata per ambienti, accompagnata da migliaia di ore di lavoro trascorse a ordinare i dati, elaborarli e utilizzarli come punto di partenza per ulteriori esplorazioni, fino a costituire il bagaglio di conoscenze alla base della pubblicazione. Il risultato è la scoperta di una biodiversità floristica inaspettata in un territorio finora non particolarmente noto per questo aspetto, il che costituisce un ulteriore richiamo per valli ricche di un patrimonio naturalistico ancora da valorizzare. Nell'opera si presenta il panorama della vegetazione e della flora delle Valli di Lanzo in modo utile sia al valligiano sia all'appassionato, o all'esperto botanico, utilizzando un linguaggio scientifico ma divulgativo. Il ricco e originale corredo fotografico contribuisce infine ad arricchire in modo significativo la ricerca."