Sfoglia il Catalogo feltrinelli018
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 2061-2080 di 10000 Articoli:
-
Mattotti. Sconfini
Sconfini appare un titolo più che adeguato per la grande antologica che verrà ospitata a Udine, nella splendida cornice di Villa Manin, dal 29 ottobre 2016 al 19 marzo 2017. La mostra, ideata e organizzata dal Fonds Héléne & Édouard Leclerc pour la Culture e tenutasi per la prima volta con il titolo Infinia Landerneau, in Francia, dal 6 dicembre 2015 al 6 marzo 2016, offre una selezione di quasi trecento opere che consente di percorrere i diversi capitoli di un grande viaggio introspettivo segnato dal trionfo dell'immaginario, dell'arte della composizione e del potere espressivo del colore. ""La mia produzione è, anche per me, un viaggio alla ricerca dell'identità. Probabilmente ho paura di perdermi a mia volta"""" dichiara Mattotti stesso nella conversazione che introduce il catalogo. Il volume è il catalogo della mostra frutto di una stretta collaborazione tra l'artista e il curatore David Rosenberg (coadiuvato da Lucas Hureau, curatore associato). Metamorfosi, Angeli, Rovine, Attrazione, Amore sono solo alcuni dei temi che scandiscono il percorso espositivo e articolano il libro in una serie di capitoli che, pagina dopo pagina, consentiranno ai lettori/osservatori di vivere o rivivere l'esperienza della mostra offrendo loro uno sguardo a 360 gradi sulla visione e sull'opera sconfinata di Lorenzo Mattotti."" -
Amigos. Ediz. italiana e inglese
Di ritorno a casa, una mamma si ferma in libreria e decide di fare una sorpresa alla figlia. Si tratta di un volume illustrato con un simpatico maialino in copertina. Entusiasta, la bambina corre subito in camera sua per immergersi nella lettura. All'improvviso, come per effetto di un incantesimo, sotto i suoi piedi si spalanca un cielo azzurro pieno di nubi candide e soffici e lei precipita perdendo una pantofola. Per fortuna, cadrà sul morbido: un uccellino scende infatti in picchiata per salvarla. Grazie al nuovo amico, la bambina inizia a esplorare un mondo incontaminato, dove incontrerà conigli, porcellini, gufi, giraffe, orsi, mucche, scimmie... Tutti la accolgono con gioia, pronti a giocare e a vivere insieme entusiasmanti avventure in mezzo alla natura. Il tempo scorre meravigliosamente finché arriva l'ora di cena... Amigos è un libro che parla d'amore. Come accade alla piccola protagonista, anche il lettore viene trasportato in un mondo di sogno, in cui animali ed esseri umani possono coesistere in amicizia e armonia. Un sogno che i bambini vivono con naturalezza, entrando immediatamente in relazione con gli animali e provando d'istinto una sincera empatia nei loro confronti. Anche in questo libro Roger Olmos porta avanti con delicatezza ma con una logica chiara e inoppugnabile la sua battaglia da anni intrapresa a favore del veganesimo, che considera l'unico modo eticamente accettabile di vivere sul nostro pianeta e di amare gli animali che lo abitano. Tutti gli animali! Amigos è un libro per i bambini, affinché lo leggano ai loro genitori. Età di lettura: da 5 anni. -
Stop
Con le sue inconfondibili pennellate a olio, Roger Olmos infonde il suo profondo amore per gli animali in questo divertente libricino che, ancora una volta, ci trascina in un universo di immagini vivide e coinvolgenti dove le parole non servono. Come in un piano sequenza cinematografico, vediamo scorrere davanti ai nostri occhi un’unica scena fatta di tanti personaggi e tanti piccoli episodi, che accendono la fantasia dei bambini stimolandoli a inventare mille storie e situazioni. Attraverso l’esplorazione di trame, colori ed emozioni, i lettori esordienti impareranno a conoscere e a familiarizzare con gli animali, scoprendo che ce ne sono di giganteschi e di piccini (ma non per questo meno importanti), di spensierati e di più seri, con una folta pelliccia oppure con la pelle liscia, e nel frattempo sentiranno nelle orecchie le risate, la musica e i passi di volta in volta più leggeri o più pesanti di questo festoso branco di nuovi amici. -
Il fantasma del circo d'inverno. Ediz. a colori
La scimmia Spirit e il pappagallo Dino vivono e lavorano nel prestigioso Circo d’Inverno. Sono amici per la pelle, anche se non potrebbero essere più diversi: Spirit ama leggere, è razionale e tiene sempre i piedi per terra. Dino invece si crede un pirata ed è convinto dell’esistenza di fenomeni soprannaturali. Per questo tendono a non vedere le cose allo stesso modo. Dino è sicuro che il circo sia infestato da un fantasma, mentre Spirit considera questa idea a dir poco stramba. Partendo da opposti punti di vista, i due si trasformano in una litigiosa coppia di investigatori e interrogano gli altri animali del circo: tigri, elefanti, cavalli, cane e gatto, ecc... Tutti confermano l’esistenza di uno spettro, eppure nessuno di loro lo ha mai visto. La conclusione dell’indagine coinciderà con il momento clou dello spettacolo, ovvero il numero di Marina Ants, la domatrice di formiche rosse. A questo punto il mistero sarà svelato e sapremo finalmente chi ha ragione, se Spirit o Dino... o forse hanno ragione entrambi? Alternando le proprie voci, i due protagonisti raccontano ciascuno secondo la propria prospettiva le varie tappe dell’inchiesta, riportando vivaci battibecchi e senza rinunciare a scambiarsi divertenti stoccate verbali. Questa buffa e avvincente storia incentrata sui temi dell’amicizia e del relativismo è arricchita da illustrazioni che brillano per la padronanza di luce e ombra, la plasticità e l’imponenza dei personaggi. Ovunque dominano le calde atmosfere create dalle tonalità della terra e, a contrasto, l’azzurro splendente del piumaggio del pappagallo. Una doppia pagina in appendice al libro offre inoltre ai lettori la possibilità di conoscere la vera storia del Cirque d’Hiver, fondato nel 1852 sotto Napoleone III e tuttora gestito dalla famiglia Bouglione. Età di lettura: da 5 anni. -
Gatti d'autore
"Quale dono più grande dell'amore di un gatto?"""" chiedeva Dickens. Forse è proprio perché l'amore di un gatto è così difficile da conquistare che queste ammalianti creature ci affascinano tanto. Si dice che i gatti si siano addomesticati da soli. Quando gli uomini da nomadi divennero stanziali, non tardarono a prendere possesso del territorio. Del resto, è proprio il contesto domestico quello in cui i gatti sono più frequentemente ritratti nell'arte: la casa è il terreno comune di umani e felini. Questi curiosi animali sono le uniche creature domestiche che vanno e vengono a loro piacimento e che conducono segretamente una seconda vita di cui non sappiamo nulla, facendo ritorno a casa solo in cerca di cibo, riparo e (se siete dei veri privilegiati) il grembo confortevole di un umano su cui accoccolarsi. Questo comportamento all'apparenza mercenario è la chiave per spiegare il rapporto tutto speciale tra gatti e umani. Laddove, infatti, la maggior parte degli animali domestici dipende interamente dagli uomini, questo non vale per i gatti, e certe persone (invariabilmente non amanti dei gatti) faticano ad accettarlo. I gatti sono animali intelligenti e, come le eroine di Jane Austen, non è facile conquistarli. Sembra che queste creature adorino tenerci appesi a un filo, e ciò non fa che aumentarne il fascino. Come sintetizza efficacemente Hazel Nicholson, """"Un gatto è un rompicapo senza possibilità di soluzione"""". Accompagnata da una serie di proverbi e citazioni sui gatti firmate da autori del calibro di Colette, Hemingway e Dickens, questa galleria di gatti nell'arte - sdraiati al sole, accoccolati, arruffati o sornioni - raccoglie illustrazioni e dipinti firmati da artisti di tutto il mondo, tra cui Lucian Freud, Francisco Goya, Franz Marc, Paul Klee, Andy Warhol, ma anche Edouard Manet e Leonardo da Vinci. Tra un'immagine e l'altra, brevi testi raccontano aneddoti sugli autori e forniscono informazioni sul più sfuggente degli animali domestici, mostrandone tutta la bellezza, l'eleganza e l'alterigia." -
Interventi cruciali. Trattato illustrato su principi e pratiche della chirurgia nel diciannovesimo secolo
Fino agli anni Quaranta del XIX secolo, gran parte di quello che succedeva negli spazi rumorosi, sporchi e affollati chiamati sale operatorie sarebbe risultato familiare a un chirurgo del Seicento. Vestiti nei loro abiti civili, chirurghi e assistenti (tutti uomini) si adoperavano su pazienti che rimanevano svegli durante l'atroce calvario. Le operazioni erano rapide nella speranza di ridurre al minimo dolore, shock e perdita di sangue, e i tassi di mortalità erano elevati - anche se non così alti come si potrebbe pensare. Nel giro di due generazioni, invece, le sale operatorie divennero luoghi simili a laboratori, dove chirurghi e infermiere in camici sterili lavoravano in un silenzio quasi assoluto. L'anestesia aveva rimosso il problema della coscienza dei pazienti, e gli interventi potevano anche richiedere un'ora o più. Come si giunse a questo risultato? Quali cambiamenti interessarono il rapporto tra medicina teorica e chirurgia? Perché la pratica chirurgica entrò a far parte delle discipline scientifiche? In che modo gli sviluppi culturali, economici e intellettuali influenzarono ciò che accadeva nelle sale operatorie? Attingendo ai contributi editoriali di storici della medicina, teorici della cultura e filosofi, ripercorrendo gli illustri trattati sulla chirurgia e riportando incredibili aneddoti scovati negli archivi storici, Richard Barnett indaga con singolare lucidità il mondo della chirurgia del XIX secolo, esponendone tensioni e contraddizioni con precisione spietata. La fusione avvincente tra narrazione e illustrazioni tratte dagli archivi della Wellcome Collection ci invita a leggere con occhi nuovi uno dei secoli più sorprendenti della storia. -
Il mio pianeta
"Non so come sia la vostra vita ma la mia è straordinaria!"""" sono le prime parole rivolte al lettore da un bambino arrivato qualche tempo fa da molto lontano. In seguito a un conflitto scoppiato nella sua galassia, è stato costretto a fuggire precipitosamente e a effettuare un atterraggio d'emergenza sul nostro pianeta, dove è stato accolto da una coppia di mostri, i Terrestri. Adattatosi rapidamente alla nuova situazione, lo straniero riferisce i propri progressi e riflette sui comportamenti e le strane usanze di queste creature, prima fra tutte la scuola. Il tono in cui il bambino racconta la sua avventura esprime fiducia, gioia e una certa spavalderia. Dopo tutto, è un supereroe, come si deduce dalla somiglianza tra la sua vicenda e quella di un noto personaggio che abbiamo tutti amato nell'infanzia. In questo nuovo albo, Emmanuelle Houdart riflette sui poteri meravigliosi di cui sono dotati i bambini: immaginazione, curiosità, ottimismo e disponibilità al cambiamento. Nello stile inconfondibile dell'autrice, le immagini si caratterizzano per il tratto ben definito, la moltitudine di colori brillanti e innumerevoli dettagli da scoprire che trasformano ogni tavola in una storia a sé. Siamo così portati a guardare con occhi nuovi la quotidianità familiare scoprendone gli aspetti avventurosi e affascinanti." -
Il libro della flora imprudente
La natura, si sa, supera ogni immaginazione. Al fine di preservare e diffondere la vita, ha dotato piante e animali di grande inventiva e capacità di adattamento, portando alla comparsa di esemplari tanto magnifici quanto sorprendenti. C'è un'isola, in particolare, in cui è possibile ammirare il caleidoscopico ventaglio di forme e colori che sono in grado di assumere le specie di questo nostro pianeta. È un'isola che non è riportata sulle carte geografiche, perché ancora oggi nessuno sa quale sia la sua esatta posizione. Sappiamo solo che emerge dalle acque australi dell'oceano Pacifico, sperduta da qualche parte tra la Terra del Fuoco e l'Antartide. Pochissimi sono coloro che hanno avuto la ventura di visitarla, e ancora meno coloro che sono tornati per raccontare al resto del mondo le meraviglie che vi hanno trovato. Tra questi, l'esploratore e filosofo della natura Lázaro de Sahagún, salpato per una spedizione geografica e approdato misteriosamente sulle sue sponde, ha raccolto in questo diario tutte le straordinarie forme di vita vegetale in cui si è imbattuto, catalogandole con il rigore dello scienziato ottocentesco, ma soprattutto con la curiosità e lo sbigottimento di un umile essere umano di fronte ai prodigi della Natura. -
Bestiario delle creature fantastiche messicane
Tutti sappiamo che il Messico è popolato da ogni sorta di creatura fantastica e misteriosa, almeno stando alle leggende e ai racconti popolari che si tramandano da secoli di generazione in generazione, dai nonni ai nipoti. Ma come riconoscerle? E soprattutto, come bisogna comportarsi quando se ne incontra una? Per fortuna questo libro viene in nostro soccorso, offrendoci la descrizione di ventidue esseri immaginari, alcuni molto belli, altri decisamente più spaventosi! Faremo così la conoscenza di pericolosi mostri marini e folletti mangiauomini, lucertoloni divoraombre e uccellacci ghiotti di anime innocenti. Ma niente paura, perché i versi in rima di Norma Muñoz Ledo, che invitano alla lettura a voce alta, contengono anche consigli su come difendersi! Ad esempio, sapevate che per far scappare la strega felina basta gettarle addosso del sale quando appare nella sua forma umana? Oppure che per resistere al canto ipnotizzatore dell'uccello marino Tatacmó non dovete fare altro che disegnarvi una croce sul petto? In altri casi, invece, l'unica speranza è darsela a gambe! Grazie alle dettagliate illustrazioni in acrilico su carta di cotone di Israel Barrón, potremo quindi immergerci senza timore nel magico universo della tradizione orale messicana, per scoprire esseri dalle sembianze umane o animali che, una volta chiuso il libro, continueranno a vivere nella nostra immaginazione. Età di lettura: da 9 anni. -
H2O. Ediz. illustrata
Quindici disegni consecutivi e visionari che traducono in un’allucinazione fantascientifica le conseguenze dello spreco di acqua sul nostro pianeta.rnrnPer produrre una bottiglietta di plastica da 1 litro d’acqua se ne consumano 4, per una lattina di Coca Cola da 33 cl ne servono 200 litri e per un bicchiere di birra 300 litri. Mentre nel mondo ci sono persone che muoiono per le conseguenze della siccità, ogni anno in Italia si utilizzano 250 milioni di litri d’acqua per mantenere in funzione un parco divertimenti come Gardaland. Questi e molti altri dati, che ben quantificano gli sprechi compiuti quotidianamente dalla nostra società civilizzata, sono l’argomento del nuovo libro di Nemo’s, che si apre con un personaggio familiare intento a succhiare una cannuccia. Lo abbiamo già visto guardarci dai muri che fiancheggiano le strade delle nostre città e lo abbiamo conosciuto meglio nel volume Who is Nemo’s, pubblicato da #logosedizioni nel 2016. È l’incarnazione dell’uomo contemporaneo. La cannuccia, in questo libro che si snoda in orizzontale, in quindici tavole da affiancare una all’altra, striscia a terra e si trasforma in un tubo bicolore che si prolunga come un filo a cucire virtualmente tutte le pagine. Attraverso la cannuccia l’uomo attinge acqua dal pianeta, mentre le tubature proliferano fino a formare una selva intricata. Sono i tubi di una pompa di benzina, di una macchinetta del caffè, i tubi collegati agli annaffiatoi che gravano sulla schiena durante il lavoro nei campi. Non abbandonano l’uomo nemmeno quando fa i suoi bisogni e continuano a serpeggiargli intorno mentre pulisce il pavimento o siede nella vasca da bagno. Tutte situazioni quotidiane, in cui le tubature che ci circondano e solitamente rimangono nascoste vengono alla luce svelandoci come effettivamente utilizziamo la nostra risorsa più preziosa.corpi nudi e i giocosi intrecci d’amore non scivolano mai nel volgare o nel pornografico. -
Il pozzo dei topi
Il re e la regina hanno un unico figlio, ma un giorno donna Pancha, strega cattiva e invidiosa, getta un incantesimo sul principe e lo trasforma in un rospo. A nulla valgono i tentativi di riportarlo al suo aspetto normale, e così il povero principe è costretto a cercar moglie sotto le nuove sembianze, senza che nessuna donna lo voglia nemmeno avvicinare. Senonché un fabbro, spinto tanto dalla povertà quanto dall’ambizione, convince una dopo l’altra le sue tre figlie a sposare il rospo: non dovranno fare altro che ucciderlo la prima notte di nozze per ereditare tutte le sue ricchezze! Le prime due, avide e spietate, falliscono il tentativo e vengono gettate nel pozzo dei topi per essere mangiate vive, come tutti i criminali del regno; la terza, invece, mossa da astuzia e compassione, si rifiuta di uccidere il rospo e può così vivere felicemente a palazzo con lui. Quando però donna Pancha irrompe nella loro camera da letto e rapisce il principe, la principessa è costretta a convincere il topo più anziano della sua innocenza per salvare la propria vita e quella del suo sposo! Età di lettura: da 9 anni. -
Ghirlanda
Vincitore del Premio Gran Guinigi come migliore graphic novel 2017rnrnA 15 anni da Jekyll & Hyde, Mattotti e Kramsky tornano a firmare un nuovo progetto insieme: Ghirlanda, una storia inedita a fumetti che ha richiesto ben 10 anni di lavorazione.rnrn“Oltre i sospiri delle nubi, tra gli orizzonti del crepuscolo, si stende la terra di Ghirlanda. Le sue vaste piane e i morbidi pendii sembrano trattenere la luce, il clima è mite. Laggiù da tempo immemorabile vivono i Ghir, un popolo di esseri pacifici, che amano contemplare le magie del territorio con il loro stupore di bambini antichi.”rnrnIn un mondo fantastico popolato da creature immaginarie e meravigliose, Ippolite – il figlio dello sciamano – parte alla ricerca della moglie Cocciniglia, scomparsa ormai da sette giorni dal villaggio dei Ghir. Ancora non sa che il suo viaggio sarà molto più lungo e insidioso di quanto possa prevedere, perché è l’intero Paese di Ghirlanda a essere in pericolo, minacciato da una terribile maledizione e dal germe letale della malvagità. Per salvare la sua famiglia e tutto il popolo dei Ghir, Ippolite dovrà spingersi oltre i confini dei territori conosciuti, fin nelle sterminate e spaventose Terrae Incognitae e persino oltre, là dove i vivi non sono ammessi, alla ricerca del cuore congelato del Monte Rauco.rnUna storia di amore e coraggio, di fedeltà e riscatto, che ci parla però anche della nostra intrinseca debolezza e della nostra prontezza a chiudere la mente e il cuore per farci governare dagli istinti più biechi, ammaliati dal carisma di false guide verso la salvezza.rnrnI morbidi disegni in bianco e nero di Lorenzo Mattotti si uniscono ai suggestivi testi di Jerry Kramsky per creare un universo onirico e allegorico che, nelle parole dell’illustratore, “rievoca l’ingenuità originaria di vecchi fumetti come Alley Oop e i Moomin, ricchi di animali strani e teneri, ma anche capaci di emozionarsi e di soffrire”.rnLo straordinario talento dei due autori ci accompagna così per mano in un’avventura fiabesca di 400 pagine nei più profondi meandri dei loro sogni, restituendoci un’opera di respiro epico che è allo stesso tempo ricerca personale e viaggio oltre i limiti del fumetto tradizionale. -
Paris mirabilia. Viaggio nell'insolito incanto. Ediz. illustrata
Parigi come non l'avete mai vista. Quindici tappe all’insegna dell’insolito e dell’incantornTutti conosciamo i fasti del Louvre, le folle che risalgono la Torre Eiffel, gli assiepati scalini di Montmartre, il sorriso beffardo della Gioconda o lo shopping di lusso sugli Champs-Elisées, ma, al di là delle sue principali attrazioni, quella che è nota come “la città delle luci” cela gelosamente un lato oscuro, che per moltissime persone è ancora tutto da scoprire. In effetti, la capitale francese coltiva da sempre il gusto per il bizzarro, per lo straordinario. Come scriveva Balzac, nel Père Goriot, “Parigi è un vero oceano. Gettateci uno scandaglio, non ne conoscerete mai la profondità. Percorretelo, descrivetelo: per quanta cura poniate nel percorrerlo, nel descriverlo; per quanto numerosi e interessati siano gli esploratori di questo mare, vi si troverà sempre un luogo vergine, un antro sconosciuto, fiori, perle, mostri, qualcosa d’inaudito, d’obliato dai palombari letterari.” Se ancora esiste qualche vero, moderno flâneur – seppur armato di macchina fotografica, smartphone o tablet – che sappia lasciarsi andare alla deriva sui moli della Senna, lungo gli ampi boulevard o nei vicoli più profondi, magari alle ore meno consuete della giornata, soltanto per notare i dettagli inusitati, le boutique particolari, gli angoli nascosti... scegliendo il proprio percorso, come proponeva Guy Debord, non in base a ciò che si sa, ma a ciò che si vede intorno... ecco, allora quel passeggiatore avrà d’un tratto l’impressione straniante di trovarsi in una città sconosciuta. Questo volume invita a graffiare la superficie di un simile, gigantesco enigma attraverso quindici esperienze, ognuna a suo modo affascinante; quindici inviti all’incanto e alla riflessione, per cominciare a scoprire i segreti che punteggiano le luci scintillanti della Ville Lumière. Ammirerete un’enorme collezione di grammofoni e giradischi d’epoca; varcherete la soglia di un museo in cui sono esposti vitelli a due teste e corpi scorticati; passeggerete fra le lapidi di un commovente cimitero dei cuccioli; riscoprirete l’antico e malizioso erotismo della Belle Époque; vi farete ammaliare da maghi e automi, strane botteghe stracolme di animali imbalsamati e meravigliose giostre dell’Ottocento. -
Tavola smeraldina. Ediz. illustrata
Come dicono coloro che ricordano. Come dicono coloro che raccontano. Nella notte dei tempi, fra le tenebre dell’oblio…rnDopo le devastanti guerre contro le macchine, l’umanità stremata concepì il progetto della Tavola smeraldina per ritrovare la sua posizione centrale nel cosmo e giungere a decifrare la trama del Tutto. Proprio a questo scopo fu creata la stirpe dei golem, umanoidi immortali plasmati con l’argilla che da tempo immemorabile perlustrano e documentano l’universo, dando forma con la loro conoscenza al testo della tavola. Tra i più illustri esponenti della sua razza, Taddeo il Guercio ci ha lasciato un ricco corpus di testimonianze delle sue peregrinazioni nelle immense vastità punteggiate di stelle, di cui questo volume propone una selezione corredata di analisi filologiche e commenti esplicativi. Attraverso gli occhi e le orecchie del golem, anche noi possiamo quindi viaggiare tra nebulose che celano condotti spazio-temporali, lune che generano e poi ingurgitano creature straordinarie, pianeti dove sgorga il soma che allunga la vita e resti di un fallito progetto di inseminazione panspermica. Intraprenderemo così un percorso di iniziazione ai misteri arcani dell’universo, inseguendo la nostra fascinazione per l’ignoto e la volontà di diventare Uno con il Tutto, ben consapevoli che la nostra massima realizzazione segnerà anche la nostra fine. -
L' uomo alla finestra
Un romanzo fatto di parole e immagini in bianco e nero che appaiono evanescenti ed evocative, creano spazi da riempire. Protagonista della storia è uno scultore con gli occhi ""morbidi"""" e una personalità sfuggente; dalla sua finestra sui tetti osserva il piccolo universo della città in trasformazione immaginando altre luci e lontane quotidianità. La sua vita si intreccia a quella di una serie di personaggi che gli offrono l'occasione di pensare e di ripensarsi. Tra questi spiccano tre figure femminili: Irene, la ex moglie a cui è legato da un rapporto tenero e irrisolto; Aurora, un incontro casuale culminante in un momento di passione; la botanica Miriade che si dedica alla sua serra in attesa di ricevere le piante che l'amato le invia dai suoi viaggi. Tra i personaggi maschili, l'amico filosofo costretto in un letto di ospedale, lo """"squarciatore"""" che non riuscendo a sostenere l'impatto delle opere d'arte prova l'impulso di distruggerle, il professore che per viltà si sottrae all'affetto di Miriade. L'esplorazione di queste relazioni si sviluppa fianco a fianco con il tema della creazione artistica che, al pari dei rapporti umani, non serve a """"far nascere ancora solidità o altre sicurezze, ma perché più cose si sfiorino, e sfregandosi appena creino altro"""". Tutte queste tensioni prendono corpo nei poetici dialoghi firmati da Lilia Ambrosi e nelle immagini in cui i segni rarefatti a penna sottile delle figure coesistono con geometrie urbane rese accuratamente, mentre il tratto si sfalda, anche nelle architetture, sotto la pressione delle perturbazioni atmosferiche, e deflagra nelle sequenze dedicate agli incubi, riecheggiando lo stile di Jackson Pollock e preannunciando il Mattotti di Hansel & Gretel e di Oltremai."" -
Stigmate
Edito per la prima volta nel 1999 nella collana Stile Libero di Einaudi e adattato per il cinema dal regista spagnolo Adán Aliaga nel 2010 con il titolo Estigmas, Stigmate viene oggirnripubblicato da #logosedizioni come seconda tappa di un percorso editoriale che ripropone in una nuova veste l’evoluzione artistica del Lorenzo Mattotti fumettista.rnrnrnQuarantun anni, orfano, forte bevitore, occupato saltuariamente, si mantiene facendo il barista e vendendo sottobanco sigarette di contrabbando. È questo, per sommi capi, il ritrattorndell’anonimo uomo che un giorno riceve in sogno una strana rivelazione e si risveglia sanguinando dalle palme delle mani. Un balordo collerico puzzolente di alcol, senza un preciso scopornnella vita, sembrerebbe l’ultima persona al mondo meritevole di ricevere le ferite dei santi. Lui stesso si ribella quando qualcuno parla di stigmate, i medici sono convinti che si ferisca darnsolo, i clienti del bar si lamentano delle macchie che lascia sui bicchieri, il suo datore di lavoro lo considera malato e lo guarda con raccapriccio. In compenso, i vicini di casa vanno arnomaggiarlo in processione con santini e ceri votivi.rn""“Quale sarà il disegno di Dio, in tutto questo?” si domanda il lettore fin dall’inizio, e se lo chiede anche il protagonista dopo che l’inspiegabile “miracolo” lo ha portato alla rovina. A causarndi questo “dono”, infatti, finisce per perdere il lavoro e la sua casa viene distrutta dal fuoco delle candele offerte dai suoi adoratori. “Siamo robaccia destinata a marcire” mormora l’uomo,rnsconfitto, crollando lungo la strada. Una sentenza di condanna che alla fine verrà ribaltata.rnStigmate è una sorta di mistero medievale ambientato in un contemporaneo contesto urbano che appare via via più minaccioso, degradato e terribile, popolato da una serie di figurernmarginali, tra cui individui rapaci, disonesti e violenti ma anche creature fragili e sventurate.rnIn perfetto connubio con il testo poetico e aspro di Claudio Piersanti, la vicenda prende corpo nelle illustrazioni in bianco e nero di Mattotti, qui quanto mai materiche, sporche, realizzaternmediante tratti nervosi di pennino che portano il nero a emergere con forza, spesso con furia, dalla pagina bianca, come grovigli di linee da cui, anticipando lo stile di Hansel & Gretel ernOltremai, affiorano figure, volti, paesaggi.rnUna storia intrisa di religiosità, in cui l’esistenza di un uomo, dalla caduta alla rinascita, passando per una felicità temporanea tragicamente perduta, assurge a moderna parabola sul valorerndi ogni essere umano. Una parabola che insegna come, toccando il fondo del proprio personale inferno, a chiunque sia dato risollevarsi fino alla salvezza, anche agli individui che vivonornai margini della società – evangelicamente, gli ultimi destinati a essere i primi."" -
Lettere da un tempo lontano
Sei brevi storie raccontate attraverso le visioni di Lorenzo Mattotti e i testi cristallini di Lilia Ambrosi e Gabriella Giandelli. Sei insolite 'lettere' spedite da una dimensione straniante in cui le persone riflettono sulla vita e sulle relazioni, in definitiva interrogandosi sul significato dell'essere umani. Come già nell'Uomo alla finestra, questi racconti portano delicatamente alla luce le nostre fragilità e lo sforzo costante di trovare nei sentimenti, nelle illusioni e nei ricordi la presa su una vita che sembra sempre sul punto di scivolare via dalle mani. In ""Dopo il diluvio"""", la prima e più lunga storia del libro, una donna resta bloccata in aeroporto a causa di un inquietante e affascinante contrattempo: un'invasione di granchi vermigli, talmente numerosi da trasformare la pista di decollo in una rossa distesa semovente. Mentre aspetta di poter partire, incontra per caso uno sconosciuto che le parla del suo amore difficile per la moglie malata, un amore che si rafforza grazie alla lontananza, così come il sentimento che lei stessa prova per il suo uomo. Nella seconda storia, """"Il ritratto dell'amore"""", raccontata nello spazio di appena due pagine, un pittore non riesce più a dipingere la compagna che ha smesso di amarlo, mentre """"Lontano, molto lontano"""" segue il viaggio di una misteriosa statuetta, che passa di persona in persona rappresentando la libertà, i sogni, le speranze, le passioni che ciascuno di noi si sforza a fatica di conservare, e declinando le varie accezioni dell'espressione che dà il titolo alla storia (un luogo dove ricominciare una nuova vita o nascondersi, ma anche quello dove spariscono la persona amata o la mente di una persona che ha perso tutto). La """"Lettera da un tempo lontano"""", ambientata in un futuro asettico e artificiale, è scritta da una giovane donna che, a bordo di un treno diretto a Kiev, si rivolge al bisnonno fumettista, probabile alter ego di Mattotti, per spiegargli com'è diventato il mondo che lui stesso un tempo cercava di immaginare nei suoi disegni. """"Chissà come potevano divertirsi davanti a queste immagini senza odori, immobili, senza suono"""" si chiede la donna guardando in video un vecchio fumetto, una domanda che forse è lo stesso Mattotti a porsi riflettendo sul proprio lavoro. Chiudono il volume altri due episodi, non presenti nella prima edizione del libro, """"Il richiamo"""", in cui la protagonista è una donna che torna nella sua terra d'origine per far visita alla sorella e al nipotino, e la breve e suggestiva """"Storia blu"""", che in quattro tavole senza parole cattura tutta la magia di un incontro fuggevole."" -
Labirinti
A un anno dalla riedizione del Signor Spartaco, ritroviamo un giovane Spartaco in cammino insieme allo zio, l'ingegnere Dortles, su sentieri di alta montagna. Il luogo che attraversano è misterioso e affascinante: si dice infatti che sulle guglie si impiglino i sogni e che in certi punti si possa sentire l'oscurità scorrere. Al calar della notte, i due viaggiatori fanno una sosta e, mentre Spartaco dorme, lo zio si avvede di alcune ombre e le segue imboccando un sentiero che lo conduce fino a scoprire le antiche creature delle creste di cui parlano le leggende della montagna. Incantato, rimane a guardarle mentre oscillano muovendo lunghe pertiche con cui, lentamente, raccolgono i sogni. A un tratto scivola sul terreno friabile provocando una frana che fa fuggire le strane creature nella loro caverna. Raggiunta da un masso aguzzo, una di loro cade morta e l'ingegnere Dortles le si avvicina, notando tra le sue dita un oggetto variopinto: è una scatola contenente i colori del sogno, che porta al nipote affinché ricominci a dipingere. Con questi pastelli, luminosi e malinconici al tempo stesso, Spartaco inizia a creare i racconti delle nuvole e, terminata la scatola, scova in un bugigattolo alcune vernici sbalorditive con cui prosegue il lavoro fino a completare un libro. Questo libro si intitola ""Labirinti"""". La sfida, qui, per Mattotti, consiste nell'utilizzare un colore pittorico e volumetrico per trasfigurare la realtà fino a sondare gli abissi dell'animo umano, dando forma narrativa a ciò che sembra impossibile da raccontare: la contemplazione, il cambiamento delle nuvole, l'aria, il colore, la vertigine che si avverte in cima a un serbatoio, tutte cose che non generano azione ma tracciano piuttosto degli itinerari interiori. Itinerari che l'artista percorre insieme a Jerry Kramsky (al secolo Fabrizio Ostani), con il quale crea un sodalizio che prosegue e si affina da oltre quarant'anni con esiti di perfetto equilibrio tra disegno e pittura. Come si legge nel primo episodio, """"Spartaco in valvolandia"""", l'arte evocativa può esprimersi attraverso disegni teneri e delicati ma anche vere e proprie essenze da incubo. Si passa così dalle sette sfumature del bianco delle terre degli Inuit in """"Santi Numi"""" ai colori cupi e alle geometrie futuriste di """"I minatori"""" e """"Contagio pericoloso"""", dalla levità delle figure e dei colori freddi di """"Lettere dall'ultimo confine"""" e """"L'eleganza interiore"""" agli esseri fantastici di """"Spartaco apprendista sognatore"""". Pagina dopo pagina, la narrazione prende corpo attraverso immagini astratte: una cometa rossa che attraversa il cielo notturno, nuvole impetuose che si fondono con le chiome degli alberi, stormi di uccelli neri che sorvolano città metafisiche. Sequenze che producono un effetto drammaturgico invitando il lettore a lasciarsi trasportare dall'immaginazione. Pubblicato per la prima volta in Francia da Albin Michel nel 1988, Labirinti viene oggi riproposto da #logosedizioni come settimo volume della serie dedicata al Mattotti fumettista. In questa nuova edizione, l'opera originale viene riproposta insieme a svariati materiali aggiuntivi, per la maggior parte inediti: le quattro storie Nocturne, Capriccci, Il Santo Coccodrillo e Ahum!, alcuni schizzi preliminari e l'approfondita prefazione di... -
Caboto
Caboto? Cabot? Gavotto? Caputo? Gaeta? Di colui che fu Piloto Mayor del Regno di Castiglia per trent'anni e a cui si attribuisce il merito di aver tracciato il primo mappamondo non sappiamo con certezza neppure il nome. Di sicuro l'uomo noto ai più come Sebastiano Caboto nacque a Venezia, figlio dell'esploratore Giovanni Caboto, intorno agli anni 1477-1484, fu presto condotto in Inghilterra e tra questa e la Spagna divise per tutta la vita i suoi servigi di cartografo ed esploratore. Alcuni dicono che fu un ciarlatano, bugiardo e intrigante. Fin da quando Jorge Zentner iniziò a lavorare al testo, gli fu subito chiaro che il ""racconto storico"""" al quale si accingeva in realtà non poteva che essere un """"racconto del mistero"""". Scrivere una biografia era impossibile: sarebbe stato come tentare di navigare per mari ignoti con l'ausilio di poche mappe incomplete e imprecise. Ma della mancanza di testimonianze certe e coerenti, l'autore e l'artista decisero di avvantaggiarsi, scegliendo di porre proprio il mistero al centro della loro opera. Le riflessioni sulla possibilità di narrare questa storia prendono così corpo nel lento monologo del narratore alle prese con una biografia ricca di lacune, le stesse delle carte geografiche di fine XV secolo, in cui vastissime zone inesplorate erano ancora bianche o contrassegnate da un punto di domanda. Rendendoci partecipi del proprio flusso di coscienza, il narratore cerca di addentrarsi nell'oscurità della mente di Caboto e dei suoi uomini e al contempo si interroga sulla difficoltà di un racconto che richiede di compiere delle scelte, orientarsi tra fonti contraddittorie, tessere insieme le fibre di innumerevoli destini personali, senza alcuna certezza del confine tra la verità storica e la propria immaginazione. L'avventura intorno alla quale ruota il libro cominciò il 3 aprile del 1526, a Sanlúcar de Barrameda, con l'obiettivo di trovare un passaggio verso le Molucche, verso il territorio delle spezie. Le navi arrivarono alla costa del Brasile, all'altezza del Pernambuco, e qui Caboto riunì gli ufficiali della spedizione comunicando un cambiamento nei piani: voleva entrare, per esplorarlo, nel Río de la Plata. I motivi del cambio di rotta sono ignoti: alcuni parlano di un incidente di navigazione, altri di patti segreti con Re Carlo I, altri ancora vi leggono la febbre dell'ambizione economica, alimentata dai racconti di chi era sopravvissuto alle precedenti spedizioni. Ma, al di là della vicenda, a emergere da queste pagine è soprattutto il carattere forte ed enigmatico di Caboto, emblema di una civiltà imperialista e al tempo stesso novello Ulisse dantesco, incarnazione dell'ambizione e della sete di conoscenza. Le tavole, realizzate con pastelli e matite colorate, si richiamano ai dipinti del Cinquecento e del Seicento (in particolare, quelli di Caravaggio e Velázquez) e a opere cinematografiche come Aguirre, furore di Dio di Werner Herzog. In alcune immagini Mattotti integra fotocopie a colori di documenti storici, ritoccate in modo da ricreare l'aspetto polveroso degli antichi manoscritti. Dominano immensi paesaggi con una prevalenza di tonalità scure, che ci invitano a far saltare ogni punto di riferimento per addentrarci nel... -
La zona fatua
In un paesaggio indefinito, dominato da un cielo plumbeo che grava su un prato sconvolto dal vento, due piccoli pupazzi di gomma accolgono il protagonista della storia, un uomo con il volto segnato da una macchia rossa che a volte avvampa bruciandogli la pelle. Un marchio di tristezza secondo Zafran, il sinistro pescatore di pesci cervo, oppure di nostalgia, come pensa una donna dolcissima e sensuale dai capelli corvini e l'abito rosso. L'uomo ha corso per tutta la notte fino a ritrovarsi in quella ""zona fatua della coscienza in cui il mondo è solo un riverbero del nostro sonno"""" e sono Fritz e Hans, i due pupazzi di gomma, a dargli un nome: Sottovoce. Con loro l'uomo inizierà a esplorare la Zona, un luogo indefinito, un territorio fantasma dove il vento onnipresente piega gli alberi e i fili d'erba, increspa il mare, spalanca le finestre. Il vento mette in tensione un paesaggio che sembra sempre sul punto di dissolversi, così come l'uomo, costantemente assediato dal desiderio di scomparire, addormentandosi nella terra, immergendosi nell'acqua, sparendo nell'aria. Nella Zona, il malinconico viaggiatore - uno degli emarginati che da sempre affascinano Mattotti - si muove in uno scenario onirico popolato da creature surreali, in cui affiorano di volta in volta i suoi ricordi: la lettura di un giornaletto, un pupazzo che da piccolo aveva gettato via, i dischi che ascoltava e il parco che amava visitare. Il mondo da cui voleva fuggire si ripresenta: rivede il laboratorio dove si effettuavano ricerche sulla sua macchia, ricorda i giochi nell'acqua con il fratello, si ritrova nella casa dell'infanzia a guardare con tenerezza la madre addormentata. Su ogni vicenda grava il senso della perdita di sé, temuta e agognata al tempo stesso, finché arriva per lui una risposta e la macchia sul volto si riassorbe.""