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Fuori dell'anima. Ignazio di Loyola e l'immaginazione
Il testo e la pratica degli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola sono stati spesso considerati esclusivo appannaggio del sapere teologico, e non sempre le letture tradizionali hanno restituito il complesso ordine teorico che li sostiene. Attraverso un'analisi del testo e della sua articolazione retorica, lo studio prova a delineare la novità del ""gesto"""" ignaziano all'interno della storia della spiritualità occidentale, rilevando al contempo i debiti e gli scarti di Ignazio rispetto alla tradizione ascetica medievale e moderna. Un """"gesto"""" e uno scarto che hanno indelebilmente segnato la storia in virtù della centralità conferita all'immaginazione, al desiderio del soggetto e all'urgenza esistenziale di una decisione che prova a inseguire la """"divina volontà"""" e ad accordarsi con essa. Teatro di parole e azioni, specchio di un'epoca inquieta e attraversata da movimenti tellurici in ogni suo ambito, gli Esercizi spirituali continuano a trasportare domande che li oltrepassano e arrivano direttamente nel nostro tempo."" -
I flauti del cielo. Quattro divagazioni sul tema della filosofia comparata
La rinuncia a un concetto forte di identità prelude, fra gli altri, al mitocidio della purezza: la purezza della divinità, della razza, della morale, dell'amore, dei sentimenti. Miraggi abituali di un pensiero attirato, come una falena, dalle luci abbacinanti del vero e dell'assoluto, disposto a bruciare sé stesso e i propri simili nell'impossibile sforzo di ottenerlo. Non solo da una prospettiva etica, ma anche psicologica, le filosofie orientali schiudono al lettore maturo nuove opportunità di armonia; non solo verso sé stessi, ma anche verso il proprio simile - e il dissimile. -
La scrittura violata. «Fontamara» tra propaganda e censura (1933-1945)
La scrittura violata è la storia del cammino accidentato di un romanzo, Fontamara di Ignazio Silone, su cui all'inizio non molti scommisero. Ambientato in un paesino abruzzese inventato ma vero, remotissimo dagli eventi della Storia, il romanzo parlò il linguaggio universale del riscatto sociale, perfettamente inteso dai ""cafoni"""" di ogni latitudine. Un linguaggio ben compreso pure dai governi, sia da quelli del fronte antinazista, che lo usarono come arma propagandistica contro il nemico, fingendo di non notarne la carica eversiva, sia da quelli fascisti, efficienti nella compilazione di indici di libri proibiti. Ma si sa, lo spirito soffia dove vuole e Fontamara continuò a circolare sotterraneamente anche negli ambienti più ostili, compresa l'Italia mussoliniana, dove fu letto in traduzioni clandestine o ascoltato di nascosto dagli altoparlanti di Radio Londra. Questa singolare opera di un esule, composta da una materia ibrida a metà tra cronaca e politica, letteratura e giornalismo, incapace di sopportare i limiti di una """"forma"""", seppe adattarsi al genere o all'idioma che, di volta in volta, le si richiedeva di indossare. Il romanzo rinacque, quindi, come testo teatrale, ballata, radiodramma e, così facendo, andò oltre sé stesso, offrendosi al lettore come esempio di quella libertà inseguita nelle sue pagine con tanta passione."" -
Lo spietato repertorio della contemporaneità. Verso una normopatia sociopatica
Il testo esplora le pieghe di una contemporaneità che attraversa gravi e larvati cambiamenti culturali, sociali e psicologici. A partire da un'analisi critica dei processi che tendono a naturalizzare i dispositivi culturali egemoni, viene approfondita la figura dell'individuo tipo della civiltà globale: ben adattato, apparentemente sano ed innocuo, mostra però i segni di un narcisismo tracimato in una sociopatia paranoica e sadomasochistica, nel culto sfrenato della propria immagine, collocato in una bolla di alienante sacralità e così immiserito da una tossicodipendenza da oggetti di consumo. Tutto ciò è promosso e incoraggiato in un quadro culturale deistituzionalizzato e completamente occupato dai principi suadenti del neoliberismo. Viene infine proposto un tentativo di riformulare il lavoro dello psicologo-clinico, affinché fronteggi più adeguatamente la trasformazione radicale del mondo e della sofferenza psichica, evitando i rischi dell'autoreferenzialità e del miope tecnicismo. -
L' io tra riflessione metacritica e ricostruzione eidetica. Il caso nippo-tedesco
Il volume tenta la ricostruzione delle vicende e del vissuto degli ultimi 150 anni del Giappone, testimoniando come il confronto antagonistico fra la parabola discendente della storia nipponica e il tentativo di contrastare l'implosione riproponendo l'ordine atavico e il ripristino delle gerarchie restituisca una società pregna di insidie e contraddizioni. Con il sorpasso del secolarismo e di ciò che lo storico Maruyama Masao definisce ""fascismo strisciante"""", l'ordine delle cose si reitera secondo il medesimo bisogno di catalogare fatti, vite e caratteri della contemporaneità giapponese. Il caso tedesco non è troppo dissimile. Dopo il furor bellicus, i riflettori sono puntati sulla necessità di omologare il quotidiano con le espressioni inveterate dello spirito germanico. La deposizione della figura messianica in Germania, come la revoca del carattere di sacralità e di filiazione divina alla famiglia imperiale giapponese, assurgono a prime manifestazioni di un universo culturale che, lungi dall'impotenza, compie i primi passi verso la democrazia e il nuovo ordine globale."" -
Lo stato dell'arte del pubblico
Come si è evoluto nel tempo il ruolo dello spettatore? Esiste un pubblico dell'arte e della cultura contemporanea? Gli atteggiamenti del pubblico delle arti sono espressione diretta del nostro tempo, in cui partecipazione, protagonismo e autorialità sono solo alcuni dei caratteri che testimoniano una trasformazione sempre in corso. Il rapporto dello spettatore con le espressioni dell'arte contemporanea, analizzato secondo un approccio multidisciplinare che si fonda sugli studi della sociologia, della filosofia, dell'economia della cultura, della critica e storia dell'arte, diventa lo specchio privilegiato dell'evoluzione del legame tra l'opera e il suo destinatario. Attraverso un percorso di analisi del pubblico e dell'ambiente sociale che lo esprime siamo accompagnati a scoprire un inedito punto di vista sulla fruizione delle arti. -
Le chiare veggenze di un Pinocchio. Metamorfosi degli insegnamenti di Confucio nel Bel paese con Lodi
Per ""il genere umano (che) è troppo desideroso di frottole"""", come Michel de Montaigne sosteneva, questa pièce poetica vuole essere un contributo che ha come sfondo l'incontro ipotetico, improbabile sul piano etico, tra il grande maestro Confucio e il nostro Pinocchio. Come un antico aedo l'autrice riporta con facondia, in maniera effervescente, controversie, repentini turbamenti, disfacimenti che si intessono con i pilastri della didattica confuciana, obbedienza e pietà filiale. Se Pirandello incontrava sul suo tragitto """"tante maschere e pochi volti"""", Pinocchio è il testimone che si imbatte nei """"mucchi di nasuti / e scarsamente / in raffinati nasi"""" abbozzando in alcuni passaggi, con attuale nonchalance, la società liquida di Bauman. Rimbalzi linguistici, varie decodificazioni, formule cadenzate, simboliche, un virus labirintico invitano il governo di sé, e non solo, a una chiave risolutiva: la nobilitazione. Il percorso interiore può iniziare se la virtus, che langue in provetta, trova fermezza."" -
Una migrazione che dà speranza. I minori non accompagnati in Italia
Questo libro vuole raccontare l'esperienza migratoria dei minori non accompagnati diretti in Italia e mostrarne alcuni tratti essenziali, osservando il fenomeno da diversi punti di vista. Il soggetto centrale nel corso dell'intera opera è il minore, persona vulnerabile per definizione ma, nello stesso tempo, costruttrice del proprio futuro, oltre che attore dello sviluppo. Mediante un'attenzione ai principi etici comunemente condivisi, la dignità della persona umana, la sussidiarietà e la cooperazione, il libro vuole proporre un modello etico di riferimento - chiamato cooperazione sussidiaria allo sviluppo - a cui l'azione degli stakeholder potrebbe ispirarsi, nel rispetto delle particolarità contestuali, affinché l'accoglienza e l'integrazione dei minori non accompagnati in Italia sia duratura e fruttuosa. -
La conversione di un uomo moderno. Pavel Florenskij e il sentiero dell'esperienza religiosa
La conversione di Pavel Florenskij è stato il momento decisivo che ha fatto da spartiacque nella sua vita. Al tempo stesso, essa fu un giudizio decisivo sul modello di razionalità che ha dominato in Occidente lungo l'intera epoca moderna. Messa infatti a tacere la millenaria esperienza religiosa, le promesse del razionalismo hanno infine lasciato l'uomo disilluso e in balìa dei suoi dubbi, vittima di un tragico sdoppiamento esistenziale. Il coraggio di riattivare l'esperienza pregna di meraviglia che ha segnato la sua infanzia, la decisione di incamminarsi nuovamente sul sentiero dell'esperienza religiosa, porterà invece Florenskij a esiti tanto inaspettati quanto ricchi. Un nuovo modo di esercitare la ragione nella sua rinnovata poliedricità, la novità di una conoscenza del reale capace di non censurare nulla e, infine, il riannodarsi di antichi fili che legano la nostra esperienza al vissuto di ogni homo religiosus sono allora gli stupendi frutti della visione del mondo florenskijana. Oltre l'opportunità di una crescita personale, riflettere su questo complesso percorso offre anche l'occasione, lungo tutto il libro, di far ""dialogare"""" Florenskij con altri grandi pensatori come Guardini, Eliade o Pareyson, lasciando emergere come la sua sia indubbiamente una delle voci più sorprendenti del panorama culturale del Novecento. Prefazione di Lubomir Zak."" -
Le nuove sfide antropologiche. Tra memoria e visione del futuro
"Le nuove sfide antropologiche: tra memoria e visione del futuro"""" è il tema del convegno internazionale che l'Università Europea di Roma ha organizzato l'11 e il 12 dicembre 2019 nel Pontificio Istituto Notre Dame di Gerusalemme, nell'ambito delle attività di Formazione Integrale. Hanno preso parte ai lavori: l'Università Europea di Roma, l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, la Bar-Ilan University, la The Hebrew University of Jerusalem, l'Università degli Studi dell'Aquila, la Tel Aviv University, il Pontificio Istituto di archeologia cristiana e The Shrine of the Book (Il Santuario del Libro dell'Israel Museum)." -
La forza delle idee. Silvano Arieti: una biografia (1914-1981)
Silvano Arieti è stato una figura di primo piano nel panorama della psichiatria internazionale del Novecento. A causa delle leggi razziali, nel 1939 si stabilisce a New York, dove completa la sua formazione psichiatrica, giungendo ad affermarsi nel 1955 con Interpretazione della schizofrenia: un libro di enorme fama tradotto in molte lingue, la cui seconda edizione, del 1974, risulterà vincitrice del National Book Award. Il presente volume ricostruisce la parabola biografica di questo psichiatra narrandola al lettore come un duplice viaggio: da una parte, nella vita e nella riflessione di un uomo; dall'altra, nella storia di una disciplina - la psichiatria - che nel corso del Novecento attraversa un arco complesso di trasformazioni, dibattiti, scontri, contraddizioni: uno scenario in cui Arieti si muove da protagonista, promuovendo la causa di una epistemologia plurale capace di cogliere e ritrarre la complessità dell'essere umano senza cadere nella trappola di facili riduzionismi. -
All'origine del divenire: il labirinto dei labirinti di Emilio Villa
I Labirinti di Emilio Villa costituiscono un materiale autografo di fogli sparsi inediti, a carattere poetico e non, appartenente per lo più alla sua produzione dei primi anni Ottanta del secolo scorso. In questa proposta editoriale ne viene pubblicata e analizzata per la prima volta una selezione che rappresenta un possibile percorso offerto dall'autrice, all'interno di questo corpus, in grado di evidenziare un filone portante dell'approccio villiano al tema. L'approfondimento di questo versante dell'opera di Villa si allarga alla sua intera attività seguendone le tracce sia biografi che sia attraverso la ricognizione della sua intera produzione testuale. A questo si riallaccia un'analisi dei temi di fondo della sua poetica, fi no a delineare una ipotesi di un'origine della parola nella chiave di un divenire di cui Villa si qualifica a suo modo come profeta, anticipatore di un eschaton in grado di riconnettersi all'arché. -
Storie a vista. Retorica e poetiche del fototesto
Uno dei fenomeni più rappresentativi della letteratura contemporanea è la diffusione capillare di fototesti. Eppure la maggior parte degli studi sulla letteratura d'oggi prende poco in considerazione questo tipo di opere e la storia letteraria fa fatica a riconoscerne la diffusione e le specificità nel corso dell'Ottocento e del Novecento (la cui presenza è tutt'altro che occasionale). Storie a vista vuole supplire a questa duplice mancanza: da un lato, recuperando la lunga durata dell'evoluzione letteraria attraverso la ricostruzione di un panorama mai sistematizzato che riscopre autori poco noti o esperienze marginali e contemporaneamente guarda sotto una nuova luce autori canonici, ma di cui l'operazione fototestuale è spesso trascurata o del tutto ignorata; dall'altro lato proponendo una cartografia per orientarsi nelle multiformi esperienze del fototesto contemporaneo, suggerendo percorsi interpretativi, mappe e categorie. L'attenzione al dialogo fra il testo letterario e l'immagine fotografica permette anche di ripensare e ridiscutere alcuni assunti della storiografia letteraria e contribuisce ad aggiungere dei tasselli al dibattito sulla letteratura odierna. -
La coscienza del paesaggio. Armando Dillon e la tutela in Liguria
Per il paesaggio gli anni Cinquanta sono anni di attesa e di lotta. La legge 1497 del 1939 sulle bellezze naturali, offriva all'Italia repubblicana una concezione del paesaggio come nesso inscindibile di natura e storia, e introduceva l'idea della pianificazione paesaggistica. Ma nell'Italia della speculazione edilizia e della nascita del turismo di massa la tutela del paesaggio è tutt'altro che pacifica. In pochi anni l'assalto al territorio appare in tutta la sua evidenza. Solo pochi sembrano consapevoli di quello che sta accadendo: Armando Dillon è tra questi. Soprintendente ai Monumenti della Liguria dal 1955 al 1964, la sua storia racconta il tentativo di molti intellettuali italiani, impegnati per garantire un altro futuro al paesaggio italiano. -
«Prof, perché dobbiamo studiare la matematica?». La teoria ortogonale dell'educazione e alcune idee per una nudo-didattica-pudica
Partendo dal caso della matematica come emblema di una generale crisi della motivazione allo studio, il testo avanza alcune critiche ai presupposti dell'attuale pensiero educativo, e formula una teoria dell'educazione fondata sull'idea che ciò che educa non sia il comportamento intenzionalmente progettato sulla base di tecniche, ma il riverbero involontario del mondo dell'educatore, leggibile nelle sfumature dinamiche del suo agire. -
Milano e la memoria: distruzioni, ricostruzioni, recuperi
Milano è una città tutt'altro che ""smemorata"""". Il suo passato remoto e recente è stato affrontato da innumerevoli opere storiche, e le arti e la letteratura ne restituiscono pressoché da sempre le infinite sfaccettature. Eppure, nei decenni più vicini a noi sembra esserci una specie di buco. Si tratta della ricostruzione cittadina dopo i danni patiti nella Seconda Guerra Mondiale. È difficile trovare tracce di questo particolare """"evento"""" al di fuori di una letteratura specialistica. Nelle arti, persino nel cinema, il tema è trascurato, e nella consapevolezza condivisa - nella memoria - occupa uno spazio limitatissimo. È come se, paradossalmente, negli ultimi ottant'anni fossero stati conservati vividamente soprattutto gli estremi: da un lato la distruzione e in genere il dolore della guerra; dall'altro il boom economico, con i suoi miraggi e il suo """"neocapitalistico"""" sfruttamento, espressione peraltro di una vitalità economica pienamente moderna. In questo libro si cerca dunque di riempire questo vuoto. La metodologia è plurale. Un gruppo di studiosi dell'Università IULM, professanti discipline anche molto diverse tra loro (dalla letteratura greca alla letteratura contemporanea, dalla storia dell'arte alla sociologia, dalla storia all'economia...), assedia il tema su più fronti. Se una costante può essere individuata, questa è l'immagine di un """"fare"""" che a volte collassa su se stesso. La costruzione che si fa distruzione. La memoria che si converte in oblio. Il progetto che è precocemente abbandonato. Segno, forse, di (post)modernità, di provvisorietà; ma anche ammonimento davanti a un futuro che ci prospetta altre, immateriali ricostruzioni."" -
Peppino Vignati, intellettuale militante
Se oggi l'Isec rappresenta una realtà di assoluto rilievo in campo storico per la ricchezza dei suoi archivi e della sua biblioteca, lo si deve soprattutto a Giuseppe Vignati, per tutti Peppino. Ma, come ricorda Gianni Cervetti nella sua introduzione, ""Vignati non è stato soltanto un prezioso raccoglitore di archivi; no, egli è stato anche, e direi soprattutto, uno studioso"""" e un """"facilitatore instancabile delle ricerche altrui"""", come ben sanno quanti negli anni hanno frequentato la sala di studio della Fondazione, trovando in Peppino una guida e un insostituibile punto di riferimento. In questo volume sono raccolte le testimonianze di coloro che con Vignati hanno lavorato, gli sono stati amici e ne hanno apprezzato le qualità morali e intellettuali: Alberto De Cristofaro, Luigi Ganapini, Giorgio Oldrini, Gianfranco Petrillo, Antonio Pizzinato, Giuseppe Valota."" -
Escatologia quotidiana. «The last judgement» di Maxim Kantor
Il dipinto su tela dal titolo ""The Last Judgement"""" di Maxim Kantor, pronipote del grande matematico e nipote del grande scrittore russo, artista lui stesso di fama internazionale, è l'occasione per riflettere e meditare su una teologia o meglio su una escatologia del quotidiano. Infatti, la tela racconta una scena quotidiana della vita stessa dell'autore, vari sono i personaggi coinvolti in una scena di vita familiare. I simboli però rinviano e permettono di aprire a una vera riflessione che spazi dal filosofico al teologico passando per la spiritualità. Prefazione Maxim Kantor."" -
Scritti di filosofia della storia
Ludwig Friedrich Ancillon rappresenta, paradigmaticamente, quella parte dell'illuminismo tedesco più prossima al potere politico e alle sue istituzioni culturali. I due scritti proposti in questo volume evidenziano il suo esplicito interesse per la filosofia della storia nella continuità tra l'Aufklärung e il potere politico. Introduzione di Sebastiano Ghisu. -
Religioni & media. Una introduzione per problematiche
Con l'impegno a essere più preparati a confrontarci con le credenze altrui e avere più strumenti per capire il nostro rapporto con le ""realtà religiose"""", questo libro, nella sua prima parte, si rivolge a non specialisti per provare a suggerire come non sia affatto facile parlare """"non religiosamente"""" di religione. Non è facile e tuttavia è urgente. Sono così offerte rapide ricognizioni sul concetto stesso di """"religione"""" e su quello di """"sacro"""", sulla possibilità di uno studio laico e scientifico. Nella seconda parte del libro, a partire da casi di studio, si è cercato di approfondire il rapporto tra media e religioni andando oltre al solo reperimento di temi e immaginari religiosi presenti nei mezzi di comunicazione. Dal momento che questi ultimi sono produttori in se stessi di immaginario, dal momento che l'esperienza che facciamo dei nuovi media - pervasivi, avvolgenti e ontofanici come non mai - è per molti aspetti sempre più religiosa, diventa forse opportuno provare a leggere la contemporaneità non col passato, ma al contrario sforzarsi di vedere tutto con uno sguardo nuovo. Ed è quindi evidente come il tema """"religioni e media"""" ci spinga a ripensare differentemente cosa siano le religioni e cosa siano i media.""