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Nicodemo a San Pietroburgo. Dostoevskij, due donne e la laicità della grazia
Osservando e ascoltando i personaggi di Delitto e castigo - Sonja e Lizaveta, soprattutto, ma anche Raskol'nikov, Marmeladov e Katerina Ivanovna - l'autore ne coglie i legami con alcune tematiche attuali, in una riflessione tanto intima e personale quanto radicata nei temi portanti della ""mitobiografia"""". Sonja sembra delineata da Dostoevskij a partire dal Cristo giovanneo e dal """"Cantico del servo sofferente"""" di Isaia; il dialogo tra lei e Raskol'nikov riecheggia quello tra Gesù e Nicodemo; Lizaveta e il Vangelo che proprio lei ha donato a Sonja (Lizaveta è la seconda vittima di Raskol'nikov, che nemmeno ricorda di averla uccisa) sono il cuore della narrazione di Dostoevskij. Ne emergono la possibilità di una piena libertà dalla colpa e dal male come destino, il superamento dell'immaginario paterno legato al divino, la concretezza quotidiana del bene e del perdono. Una grazia """"laica"""" appare come sostanza del mondo, o meglio: come sua e nostra modalità di esistenza possibile."" -
Conflitti di cittadinanza. Jürgen Habermas e il problema del «soggetto rivoluzionario»
Attraversiamo una crisi di sistema – ambientale, economica, sociale, politica – che minaccia le democrazie costituzionali e la stessa umanità. Eppure la nostra capacità di apprendere dalle catastrofi è assai limitata: abbiamo bisogno di una nuova teoria critica della società per capire che fare e, soprattutto, per individuare chi può fare ciò che andrebbe fatto. Esistono oggi, e come agiscono, soggettività collettive capaci di realizzare un progetto di trasformazione radicale? La filosofia di Jürgen Habermas può fornire una risposta, a condizione di essere “rimessa sui piedi” delle lotte sociali da cui derivano le sue categorie fondamentali. L'alternativa al neo-liberalismo e al nazionalismo emerge così nei conflitti di cittadinanza: i cittadini e le cittadine, attuali o potenziali, usano la forza del diritto per contrapporsi ai poteri capitalistici, burocratici e autoritari, allo scopo di estendere la titolarità e il godimento dei diritti a vantaggio di chi ne è stato escluso. -
Scrivere di sé ai tempi del Coronavirus. @caraluatiscrivo
La Libera Università dell'Autobiografi a di Anghiari ha voluto esserci quando, a causa del Coronavirus, molti si sono trovati a dover ripensare le proprie giornate e, in certi casi, l'intera architettura della propria esistenza. Oltre ottocento persone hanno aderito al progetto compiendo un gesto antico quanto nuovo: scrivere di sé. Ciò che è venuto fuori dalle penne e dai cuori di chi ha raccolto l'invito della LUA è contenuto in questo libro, che propone una panoramica delle diverse forme di scrittura pervenute quotidianamente a caraluatiscrivo@gmail.com e raccolte durante il periodo del confinamento e della successiva ""fase 2"""". L'analisi dei testi vuole restituire il percorso di attraversamento della solitudine, della paura e del dolore che ha reinventato la vita di chi ha scritto e le ha restituito significati inediti. È il racconto di una crescita in cui la scrittura è stata strumento essenziale per ritrovarsi e scoprire dentro di sé le risorse per affrontare una circostanza difficile. Prefazione Paolo Di Paolo."" -
Verso Ponente. Viaggio nelle periferie della Superba
Con il presente volume si è inteso affrontare la problematica delle periferie urbane e in particolare quella genovese che, in virtù della conformazione affatto particolare del territorio, si presenta nella sua unicità rispetto ad altri modelli coevi. Ci si riferisce al Ponente genovese, ossia a quella striscia di terra lunga 15 chilometri e parallela al mare su cui si concentrano gli ex comuni rivieraschi inglobati nella Grande Genova nel 1927, cui si aggiunge la direttrice valliva lungo l'asse del torrente Polcevera, dove oggi si succedono in sequenza ben quattro quartieri periferici di antico sedimento, intervallati da infrastrutture commerciali e industriali o gasometri spesso in stato di abbandono. Il volume, pur presentandosi come un saggio strutturato, in realtà è il viaggio di uno scrittore e studioso della città attraverso una delle aree più urbanizzate e popolate, ma al tempo stesso, meno conosciute. Per sua specificità, la letteratura di viaggio possiede una libertà sconosciuta alla narrativa di finzione, comprendendo, infatti, la scrittura letteraria, quella saggistica e quella autobiografica. Tale libertà si andrà a poco a poco scoprendo nella lettura di queste pagine. -
Il riscatto dello sguardo. Il sentimento della crisi, l'Atene di oggi
Il principale intento del lavoro è esplorare la crisi ateniese attraverso i parametri concettuali dell'antropologo Ernesto De Martino, lo sguardo inquieto del regista greco Yorgos Lanthimos (alla cui cinematografia dalle dirompenti valenze antropologiche è interamente dedicato il terzo capitolo), le interviste, gli strumenti della fotografia, la ricostruzione narrativa dell'autobiografia, potente strumento di orientamento nel mondo, catalizzatore delle impressioni dei luoghi. Adottando un ""triplice sguardo"""", l'autrice tenta di incrociare traiettorie attraverso una """"sentita"""" esplorazione dei quartieri ateniesi e delle isole nei dintorni, avviando nella conclusione una riflessione sul valore politico della """"territorialità"""" umana: """"Si tratta di una sopravvivenza non solo fisica ma sociale e culturale, che implica il senso di appartenenza a un luogo che deve divenire fonte di godimento dei propri bisogni""""."" -
La cura delle radici. Corpo, bambini, futuro
Le parole umanità, essere umani, restare umani sono sempre più frequentemente pronunciate in tutti i canali di comunicazione. Forse tutti cerchiamo proprio quelle radici comuni che ci stanno sfuggendo, ciò che ci tiene insieme, al di là delle nostre idee, fedi e convinzioni politiche? In questo libro si propone una via, una prospettiva di ricerca, un'ipotesi di lavoro: occuparsi dei bambini con sguardo aperto porta a occuparsi dell'umano in generale. In loro possiamo riconoscere un senso per il nostro esistere, la dimensione originaria e autentica di quel che siamo; attraverso di loro possiamo misurare, valutare quanto la nostra storia personale e quella dell'umanità abbiano rispettato o snaturato quella originaria identità e accingerci a fornire la cura necessaria per rigenerare le nostre radici. Il quadro in cui la riflessione si dipana è quello presente, nasce da ciò che sta avvenendo attorno a noi oggi, si rivolge a ciò che ci caratterizza senza distinzioni. Per interrogare le nostre comuni radici umane. -
L' inesistenzialista di Ca' Mantica
L'inesistenzialista di ca' Mantica è il diario 1959-1960 di uno studente liceale che documenta come le dinamiche psicologiche, che portano tutti al desiderio di superare se stessi e alla sicurezza personale, assumano in ognuno peculiari e imprevedibili modalità di espressione. I passi dell'inesistenzialista per raggiungere questa meta si sono diretti su sentieri diversi da quelli che avrebbero potuto essere percorsi insieme agli altri. Questi ultimi, invece, sono stati usati come termine di paragone e come rivali in una sterile esibizione di potere che avrebbe potuto condurre a delinquenza, dissocialità, tossicodipendenza. L'inesistenzialista non ha consapevolezza di cosa lo faccia sentire incompleto e di quale sia stata la causa del suo non esistere, ma questo vuoto avrebbe potuto essere colmato solo sentendo di appartenere a una comunità con cui condividere obiettivi e modalità per perseguirli, come appare dalle puntuali notazioni psicopedagogiche del curatore. Non si tratta di un'opera di carattere analitico, ma le riflessioni quotidiane, che documentano lo stile di vita dell'inesistenzialista, fanno intravedere in filigrana in cosa consista il suo sentimento d'inferiorità rimosso e come a questa originaria rimozione si sia collegata tutta una serie di ""rimozioni derivate"""". L'ampio spazio dato agli eccezionali insegnanti del liceo e al loro ruolo permette, infine, di stabilire quale fosse la trama su cui essi hanno intessuto il loro progetto educativo e come questo possa essere ottimizzato per meglio inserire e far realizzare nella comunità ogni ragazzo. Introduzione Luigi Marasco."" -
Sotto queste forme quasi infinite. La narrazione tra letteratura, filosofia, teatro e cinema
Sotto queste forme quasi infinite, espressione di Roland Barthes presa in prestito per titolare la presente raccolta di saggi dedicati al tema della narrazione, equivale a una dichiarazione d'intenti: gli studi qui riuniti - accomunati da un'aspirazione euristica, analitica e investigativa di ampio raggio nel campo della narrazione - sono stati selezionati puntando all'eterogeneità delle discipline, delle metodologie e delle forme narrative indagate. Si accostano così fra loro saggi di letteratura, filosofia, teatro, cinema: dal confronto fra le specifiche narratologie e dal dialogo fra i metodi di ricerca emerge un panorama composito, fervido, che proprio nella dimensione interdisciplinare trova occasione di essere restituito nella propria complessità. -
Decolonizzare il museo. Mostrazioni, pratiche artistiche, sguardi incarnati
Il museo è lo specchio colossale in cui l'Europa si è costruita e rappresentata, anche attraverso il riflesso dell'immagine di altre culture: culture esposte mentre se ne costruiva, parallelamente, l'invisibilizzazione. Museo, nazionalismo e colonialismo parlano la stessa lingua. Oggi il colonialismo cambia forme e modalità di espressione, ma la sua potenza non si è ancora esaurita. Sopravvive anche nei musei contemporanei, in particolare nei musei etnografici, e in tanti altri ambiti del vivere sociale, perché oltre la messa a fuoco museale che questo libro propone, la questione riguarda tutto quello che c'è intorno, a perdita d'occhio. Una colonialità eclatante e millimetrica, pubblica e domestica, che abbiamo interiorizzato nel nostro ordinario, e che abbiamo la necessità di comprendere e trasgredire in tutti i luoghi in cui si esprime. Il museo può diventare un luogo cruciale: a partire da un'analisi riflessiva e critica delle sue radici coloniali, può trasformarsi in un vero e proprio laboratorio di pratiche di decolonizzazione. Il libro propone alcune tracce possibili di questo processo, attraverso la rimediazione delle arti contemporanee. -
Altri mondi. Tra geografia e letteratura
Il volume, che raccoglie sei contributi di studiosi di varie discipline sul tema dei mondi immaginari, perduti e ritrovati, si discosta dalle prospettive legate a specifici ambienti della realtà fisica (oggetto dei precedenti numeri della collana) per proporre indagini sulle modalità delle rappresentazioni fantastiche, in cui alla componente spaziale si accompagna quella temporale. Poesia, narrazione, storia e geografia hanno spesso esplorato le valenze simboliche di un motivo giocato su registri eterogenei, ricco di suggestioni e sollecitazioni, nutrito di elementi classici, mitologici e leggendari e, nello stesso tempo, orientato all'invenzione di universi alternativi e di altre categorie dell'esistenza, essenziali per riflettere sulle questioni cruciali dell'identità e dell'alterità. -
L' orca e la regina. Epos, romanzo, parodia in Stefano D'Arrigo
L'opera narrativa di Stefano D'Arrigo - il colossale epos tardonovecentesco di Horcynus Orca e lo smilzo, reticente Cima delle nobildonne - ha intrattenuto un rapporto ambiguo con il canone della letteratura contemporanea. L'insieme degli scritti raccolti in questo volume affronta da varie prospettive (antropologiche, socioculturali, traduttologiche) lo scrittore di Alì, nell'intenzione di mostrare quanto il suo lavoro di artista orgogliosamente autosegregato - o ""culo di pietra"""", secondo una sua colorita definizione - intersecasse i dibattiti culturali più vivi del secondo Novecento, tuffandosi nella materia traumatica del secolo, ovvero il combinato di guerra totale e tecnica invasiva. La nomea di romanziere bizzarro e inavvicinabile che per molto tempo ha accompagnato D'Arrigo, già a più riprese revocata in dubbio dall'ultimo ventennio di studi, qui si conferma una volta per tutte frutto di un equivoco. Di cui l'appendice iconografica e bibliografica esibisce la dinamica di formazione, tra letture frettolose e pregiudiziali ideologiche e estetiche legate alla stagione che vide uscire l'Orca. Doppiato il capo del centenario della nascita (1919), bisogna continuare a leggere D'Arrigo come una figura cruciale che ha interpretato in profondità il nostro tempo con i soli mezzi della letteratura."" -
Insularità. Una metafora per l'opera d'arte
A partire dai primi anni del XX secolo, anzitutto in area germanofona e poi in Italia e in altri contesti, all'interno delle concezioni che hanno insistito sull'autonomia come carattere distintivo dell'arte, si è fatto ricorso a più riprese alla metafora dell'insularità. Le particolarità di un'isola - l'essere separata dalle altre terre e ""incorniciata"""" dal mare, l'avere contorni ben definiti, il distinguersi per particolari elementi autoctoni - sono state adattate all'opera d'arte per rivendicarne l'autosufficienza semantica e la conseguente esigenza di essere compresa e interpretata secondo principi a essa immanenti. Di qui l'impiego di vocaboli quali il tedesco Inselhaftigkeit e il suo corrispettivo italiano """"insularità"""". Alla storia di questi termini in ambito estetico e storico-artistico, che coinvolge personalità come Simmel, Lukács, Dessoir, Ortega y Gasset, Schlosser, Croce, Betti, Pareyson e altri studiosi, sono dedicate le pagine di questo volumetto."" -
Gli anni della rivolta. Il '68 a Milano e nell'hinterland raccontato da alcuni suoi protagonisti
Il '68 nel racconto autobiografico di chi, giovane in quegli anni, è stato diretto protagonista delle lotte e dei sogni dei tanti - studenti e operai - che scandendo slogan e parole d'ordine scendevano in piazza, occupavano le aule universitarie o i reparti delle fabbriche. Storie di amicizie, di scontri e incontri, di crescita culturale, di rivendicazioni sociali e rivalse politiche, rivissute con gli occhi dell'attualità di ieri diventata oggi storia. -
Transiti. Percorsi di scrittura femminile tra Iran e America
Negli anni che precedono e seguono la rivoluzione iraniana, il crescendo di atti di restrizione libertaria motiva tentativi di fuga e volontà di autodeterminazione. Le ondate diasporiche, perlopiù verso Europa e Stati Uniti, lentamente tramutano le estraneità vissute in patria in un posizionamento instabile, contrassegnato da ""stati del tra"""" e definizioni confuse. Questa narrazione a più voci vorrebbe abbattere almeno una parete delle mura invisibili sollevate attorno alle opere letterarie di autrici irano-americane di differenti retaggi e generazioni. Poesie, racconti, romanzi e memoir sono la mappa di un'indagine che raccoglie tracce di straniamento e le esamina come prove di riscrittura del sé. Oscillazioni e spaesamenti sembrano predisporre ogni scrittura a essere strumento di revisione di una condizione identitaria incerta, trame e composizioni sono rilette come drammatizzazioni visibili di un transito."" -
Sinestesie e anamorfismi. Tra filosofia e letteratura
Il volume si propone di cogliere alcuni motivi centrali, alcune tracce, spesso carsiche, alcune zone in penombra, dell'immaginario poetico di autori come Borges, Montale, Pozzi, ma anche del laboratorio filosofico di pensatori contemporanei, come Heidegger, Husserl, Jaspers, Zubiri, costeggiando ormeggi nascosti, insenature profonde, azzardando avventurosi approdi, nel tentativo di scoprire, così, qualche inedita pista nei loro straordinari atlanti riflessivi. Emergono, in primo piano, tra altri, i temi del labirinto, del tempo, della parola poetica, dell'estasi mistica, del confine tra alterità e medesimezza, attraverso una rilettura dell'uso delle sinestesie e soprattutto dell'anamorfosi come facoltà di rappresentare un'immagine, un oggetto, un concetto attraverso una lente prismatica che non riproduce l'oggetto nella sua ""oggettività"""", bensì """"ricreandolo"""", in una ulteriore proiezione, che conferisce ad esso una diversa natura ontologica."" -
Amice colende. Temi, storia e linguaggio nell'epistolario spinoziano
Tra le opere di Spinoza, l'Epistolario è stato spesso relegato ai margini dagli studiosi, eppure offre notevoli spunti di riflessione. Da un punto di vista teorico costituisce un importante strumento per l'analisi del pensiero spinoziano e per ripercorrere l'intero percorso intellettuale di Spinoza. Da un punto di vista storico è essenziale per comprendere il milieu storico di appartenenza. È una scrittura contrassegnata sia dalla precisione del metodo geometrico sia dallo slancio emotivo delle passioni che ne attraversano le battaglie teorico-politiche. -
Percorsi Schmittiani. Studi di storia costituzionale
La produzione scientifica di Carl Schmitt si estende per oltre un sessantennio e abbraccia molteplici ambiti della scienza giuridica, dal diritto penale delle prime prove al diritto pubblico e costituzionale, al diritto internazionale, alla filosofia del diritto. Oltre a ciò, Schmitt si è interessato in modo non episodico e non superficiale di teoria della letteratura: basti ricordare a questo proposito la sua precoce attenzione per un poeta come Theodor Däubler o lo studio appassionato di Shakespeare che ha dato luogo a un saggio specifico, Amleto o Ecuba; o, ancora, la predilezione per Melville e per uno dei suoi personaggi più complessi, Benito Cereno. Se a questo si aggiunge il carattere della produzione schmittiana, certo articolata in monografie di taglio accademico, ma spesso affidata a saggi tanto brevi quanto efficaci e all'uso felice di formule che sono divenute quasi proverbiali - ad esempio ""Sovrano è chi decide sullo stato d'eccezione"""" -, si capirà perché la via della ricostruzione complessiva non è forse quella che rende al meglio giustizia alla complessità - e, per molti versi, alla contraddittorietà - della sua opera. L'intento perseguito in questo volume, dunque, è quello dell'attraversamento della molteplice e multiforme produzione di Carl Schmitt, rinunciando programmaticamente a ogni pretesa sintetica. Si è inteso piuttosto evidenziarne alcuni caratteri significativi, analizzarne alcuni passaggi concettualmente cruciali, anche attraverso il riferimento a opere meno note e citate nella letteratura secondaria, nella convinzione che riflettere oggi su Carl Schmitt, più che suggerire delle soluzioni, può aiutare a decifrare meglio alcuni dei problemi cui ci troviamo dinanzi."" -
Medical humanities. La nuova frontiera delle spiritualità
Le Medical humanities sono una delle possibilità con cui provare a mettere una pezza nell'insanabile conflitto tra scienza e religione. Cercano infatti di dare un contributo nuovo alla professione medica, integrando scienze umane e sociali nella formazione e nella pratica. Qui in particolare si tenta di portare nel discorso la spiritualità che deriva dal buddismo, e più in generale una spiritualità ""senza dio"""" fondata sulla compassione, che è un elemento centrale nella relazione di cura."" -
La televisione dell'Ottocento: i vittoriani sullo schermo italiano
Che cosa accomuna la contestazione giovanile a The Pickwick Papers di Dickens? Perché alcuni romanzi di Conrad furono sceneggiati proprio durante gli ""anni di piombo""""? Vanity Fair di Thackeray è un libro che anticipa le istanze del femminismo? Come riesce Dr. Jekyll and Mr. Hyde a parlare a un pubblico sempre diverso nel corso degli anni? E infine, Riusciranno i nostri eroi può essere interpretato come una riflessione sull'impresa coloniale italiana e, al tempo stesso, come una versione filmica di Heart of Darkness? A questa e ad altre domande risponde il presente studio sugli adattamenti di alcuni classici vittoriani in Italia, utilizzando approcci d'indagine diversi (ma complementari) quali l'analisi testuale, la riflessione culturologica e gli adaptation studies. Nel libro la storia degli ultimi decenni è riletta attraverso il filtro offerto dalle traduzioni audiovisive di importanti romanzi inglesi del XIX secolo, mostrando come la grande letteratura del passato riesca sempre a dialogare con il (nostro) presente."" -
Parola, essere e verità. Il logos cristiano e la parresia di Michel Foucault
La parresia riguarda essenzialmente la relazione obbligante e imprescindibile tra chi parla e ciò che dice. Dire la verità è ontologicamente un'attività virtuosa di adeguamento tra essere e parola. Attraverso la sua archeologia dei saperi, Michel Foucault ci introdurrà all'analisi ontologica della parresia come etica di colui che parla, come azione di operante verità, ergo come Alet-urgia. Osserveremo l'atteggiamento del parresiastes nel mondo greco-ellenistico e nelle prime comunità cristiane attraverso le fonti patristiche, per meglio valutare, rispetto alle differenti interpretazioni, i concetti di parresia e di verità, nel superamento di quell'inquietudine gnoseologica, teologica e filosofica che caratterizza, nel contesto contemporaneo, il faticoso ma fecondo e necessario dialogo tra i saperi. Nella testimonianza di Foucault emergerà una novità interpretativa, frutto di un'evoluzione filosofico-esistenziale, oserei dire di un'illuminante conversione.