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Il mare della formazione. Dialoghi sulle pratiche di cura
Può il luogo della cura restare eccentrico a qualsiasi paradigma di standardizzazione? Occupare una posizione sufficientemente laica rispetto al Sapere e al tempo stesso risultare rigoroso dal punto di vista teorico? Ancora, può essere in grado di avvicinarsi, per quanto possibile, al soggetto e di dare luogo a una clinica efficace, non normalizzante ma diretta a valorizzare la particolarità del soggetto? Questa serie di interrogativi costituisce la cornice all'interno della quale si articolano le riflessioni dei testi qui contenuti, nati a partire dal saggio di Massimo Recalcati ""Il mare della formazione"""", che interroga il concetto di pulsione securitaria nel suo modo di declinarsi nel campo della clinica. Il volume raccoglie interventi di autori diversi, tutti mossi dallo scritto originario, in alcuni casi con saggi di testimonianza diretti a dare voce alla cura come evento possibile, in altri casi mossi da una spinta euristica sulla dialettica tra soggetto e Sapere."" -
La costruzione della fiducia in famiglia e nella comunità
La fiducia è ogni giorno analizzata, desiderata, prescritta sia nelle relazioni interpersonali che nei contesti macrosociali. È tanto più invocata quanto più sembra mancare. Non è facile però definire se la fiducia sia un tema inflazionato o se resti una dimensione sfuggente, di difficile definizione e collocazione. Il rischio è che normalmente si attribuisca l'etichetta ""fiducia"""" a dinamiche, situazioni, atteggiamenti molto diversi tra loro. Il volume esplora la fiducia come dimensione emergente nelle relazioni interpersonali e si propone di comprendere attraverso quali processi dialogici si possano costruire identità/vite buone a livello personale, familiare e comunitario. In altre parole: quali fattori permettono la costruzione di legami di reciprocità, di impegno comune, di cooperazione, di significati condivisi, in famiglia e nella comunità?"" -
L' esilio della parola. Il tema del silenzio nel pensiero di André Neher
André Neher (1914-1988), pensatore ed esegeta ebreo d'Alsazia trasferitosi poi a Gerusalemme, si è lasciato interrogare a fondo dalle tragedie del Novecento, in primo luogo dalla Shoah. E a sua volta ha interrogato la Bibbia in cerca di risposte. Il libro focalizza l'attenzione sul suo capolavoro, pubblicato per la prima volta in Francia nel 1970: L'esilio della parola. Dal silenzio biblico al silenzio di Auschwitz. Non si tratta di una semplice fenomenologia del silenzio biblico, bensì dell'illustrazione di una visione filosofica e teologica del rapporto fra l'essere umano, la storia, la presenza (o la lontananza) di Dio, il mondo. Il capolavoro di Neher, attraverso questo volume, si pone in dialogo con altri autori e altre prospettive, tra le quali quelle di Franz Rosenzweig e Philippe Nemo. Come rapportarci al silenzio, dunque? Come continuare a sperare contro ogni speranza, nel fallimento, nonostante tutto, nonostante Auschwitz? Mediante il forse, la possibilità di ricominciare. -
CIAM 1949-2019. Eredità, prospettive, programmi
Il volume muove dalla riflessione sviluppata nel convegno CIAM 1949-2019 tenutosi a Bergamo a settanta anni dal settimo Congresso Internazionale di Architettura Moderna CIAM, tenutosi anch'esso a Bergamo nel 1949. La rilettura in chiave contemporanea dei temi fondativi del CIAM 1949 assume l'idealità forte e le tensioni progettuali che lo hanno attraversato: tensioni e fiducia nel dare forma al futuro che rappresentano l'insegnamento più grande della stagione dei CIAM. Il ventaglio dei contributi rappresenta un affresco dei temi e delle sfide aperte per la progettazione urbana ai nostri giorni, posta di fronte al dilemma classico: innovare o soccombere. -
Tentar non giova
Le elucubrazioni di un professore universitario sono al centro di una storia, in cui, di fatto, non succede nulla. Seduto davanti a un boccale di birra in uno squallido bar di Brno, in Moravia, il protagonista, un viennese di mezza età, cerca di darsi ragione di quanto gli è capitato la sera precedente, quando, dopo una vita di assoluta solitudine e draconiano rigore morale, vissuta tutta nel ricordo di un grande amore di gioventù, ha ceduto per un momento al fascino di una sgualdrina. L'episodio gli offre l'occasione per passare in rassegna la propria vita. Ma, come dice il titolo del volume ribaltando un noto proverbio, ""tentar non giova"""": il professore non riesce ormai più a dare una piega diversa a un'esistenza interamente dedicata alla letteratura e al culto del bello."" -
Essere e politica. Dialettica dell'umano
I temi affrontati more philosophico da Antonio De Simone in Essere e politica. Dialettica dell'umano e i profili politico-filosofici (Machiavelli, Rousseau, Vico, Kant, Hegel, Simmel, Benjamin, Horkheimer, Adorno, Habermas, Honneth, Rawls, Heller, Arendt, Lefort, Ricoeur, Masullo) ivi discussi criticamente esprimono il bisogno di analizzare e valutare il ruolo, la funzione pubblica e il tenore immanente della contraddizione prossemica entro e oltre l'ethos del moderno nelle morfologie assunte dalla filosofia contemporanea della normatività. Un atto interpretativo in cui è implicito l'agire politico connesso dialetticamente alla vita e alla metamorfica costituzione della soggettività nella faglia disegualitaria tra individualità e società. Attraverso l'interrogazione ""paradigmatica"""" dei classici moderni, le riflessioni svolte nel libro nella forma di Lezioni problematicizzano la scelta esistenziale che pervade la relazione contingente tra agire umano, vita quotidiana, libertà, valori e norme, nella dialettica della modernità. Ritratti filosofici della condizione umana, o, meglio, del destino umano nell'ontologia politica del vivente, che performano l'umano come permeato dal """"vivere in tensione"""" tra l'essere e il dover essere, dove gli attori umani, nel loro agire, tra colpevolezza e innocenza, disvelano l'oscurità ultima, tra bene e male, tra ragione e virtù, tra ethos, conflitto e politica, del """"teatro storico"""" delle maschere della vita. L'Epilogo (in forma di Appendice) segue alla persuasione (manifestata nella penultima Lezione) che le """"ragioni della filosofia"""" possano ancora affrontare, nelle condizioni dell'eticità post-tradizionale, una difficile eredità generazionale, che si oggettiva, tra teoria critica, filosofia e politica, nel passaggio ai contemporanei, dai maestri agli allievi, per la libertà, la comunicazione intersoggettiva e il riconoscimento interumano, e, dunque, nella paticità e socialità che intrama, nell'arte del vivere e del conflitto, l'enigmatica vincolatezza dell'umano, dell'irriducibile soggettività tra essere e politica, tra realtà e pensiero."" -
Psicoterapie in psico-oncologia. Percorsi clinici a confronto
Questo volume si pone come l'occasione per un gruppo di psicoterapeuti provenienti da paradigmi teorici e concettuali differenti d'interrogarsi sul lavoro clinico e psicoterapico con il malato oncologico delineando percorsi teorici, ma soprattutto esperienziali. La scelta del curatore di far rispettare ai vari autori un impianto comune, permetterà facilmente al lettore di cogliere, pur nei differenti stili espositivi, aspetti di continuità piuttosto che sottolineare altrettanto importanti elementi di discontinuità. L'intento di questo volume è infatti quello di guardare all'interno della ""nostra cassetta degli attrezzi"""" per cercare di capire cos'è che cura, con quali strumenti cioè affrontare le angosce, gli sconquassi dell'immagine corporea, il vivere nell'incertezza, gli squilibri familiari e interpersonali dei pazienti, mostrando la complessità dei fattori in gioco e l'articolazione delle strategie operative, per arrivare non a una contrapposizione tra i diversi modelli presentati, ma a una teoria dell'azione terapeutica. Per queste caratteristiche riteniamo che il volume sia utile non solo a chi già lavora o intende approcciarsi al malato oncologico, ma a coloro che, lavorando con patologie gravi e/o avanzate, devono affrontare l'esplorazione di zone d'ombra dove si annidano paure ferali, rabbie e perdita."" -
La forza delle formiche. Disturbi alimentari: l'esperienza di un modello che cura
Questo lavoro porta il lettore nella realtà dei disturbi alimentari e propone un modello di cura che vuole coinvolgere non solo chi ne è afflitto ma anche le rispettive famiglie. Quest'ultime, insieme alle persone affette dal disturbo alimentare, sono accolte in uno spazio di calore e di accompagnamento alla cura e diventano parte integrante del processo terapeutico, in cui i nuclei familiari che si trovano più avanti nel percorso aiutano quelli appena arrivati in un'unione di intenti che si rivela sempre efficace. L'innovazione di questo tipo di cura risiede nella scoperta del fattore collettivo, che si dimostra determinante per la sua efficacia. -
Dalla distanza alla relazione. Pedagogia e relazione d'aiuto nell'emergenza
Accade che eventi non previsti, a cui la vita ci pone di fronte, si ritaglino un ruolo non trascurabile, delineandosi come opportunità per riconsiderare la condizione di discontinuità e di distanza tra gli esseri umani. Come emerge dalle ferite dell'emergenza sanitaria, sociale ed educativa, occorre prendere atto di una faglia in noi che in genere rimane nascosta, ma che in quanto tale va attraversata per approssimarsi sempre più a noi stessi e all'altro. In questa direzione si pone la riflessione pedagogica sulla relazione d'aiuto proposta da Marisa Musaio per educatori, consulenti pedagogici e operatori socioeducativi, delineando la specificità di una professione che intreccia relazione e costruzione di prossimità. -
Mary Midgley. Emozione, filosofia, ambiente
Una panoramica divulgativa sulla vita e il pensiero di Mary Midgley, filosofa inglese cresciuta accademicamente nell'ambiente di Oxford a inizio Novecento. Dalla visione della filosofia come disciplina complessa al suo rapporto con il pensiero scientifico, le considerazioni di natura epistemologica aprono la porta a una visione maggiormente complessa della natura umana che produce conseguenze in materia di etica. Infine, in forza di un concetto maggiormente dinamico del pensiero e dell'umanità vengono tratte delle conseguenze di tipo ambientalistico, presentate come il culmine del pensiero di Midgley. -
Il virus dell'Occidente. Universalismo astratto e sovranismo particolarista di fronte allo stato d'eccezione
La pandemia di Covid-19 ha fatto emergere le contraddizioni delle società capitalistiche, rese sempre più fragili e disuguali da decenni di guerra ai salari e ai diritti delle classi subalterne, dallo smantellamento del welfare e dal prevalere di forme di coscienza ultracompetitive. Certo della propria eternità e incapace di immaginare un modello alternativo di legame sociale, l'Occidente ha creduto che il ""virus cinese"""" colpisse solo i paesi arretrati o ritenuti autoritari e che mai potesse diffondersi nelle nostre efficienti e trasparenti democrazie tecnologiche. Invece di prendere sul serio l'esperienza di altre realtà che hanno gestito meglio l'emergenza grazie alla capacità dello Stato e della politica di guidare l'economia e la produzione, subordinando gli interessi privati a quelli della maggioranza, ha negato a essa ogni riconoscimento, fino a procurarsi da solo un rischio estremo per eccesso di hybris. A questa rinuncia suicida a guardare l'alterità non è sfuggito il dibattito filosofico: di fronte allo stato d'eccezione, sia le posizioni dirittumaniste astratte sia il sovranismo particolarista e populista - che dell'odierna egemonia neoliberale costituisce non l'alternativa, ma una scissione conservatrice - condividono infatti il medesimo atteggiamento suprematista, con il rifiuto di elaborare una forma concreta di universalismo e di pensare una diversa configurazione del rapporto tra individuo, società civile e Stato, ma anche una diversa forma di convivenza tra le nazioni."" -
Annali di meditazione e neuroscienze (2020). Vol. 1
Questo primo volume degli Annali di Meditazione e Neuroscienze include gli elaborati finali degli allievi della prima edizione del Master in Meditazione e Neuroscienze, svolto presso l'Università degli Studi di Udine nell'anno accademico 2017-2018. Gli articoli, alcuni presentati in forma breve e altri in forma estesa, trattano temi di storia delle religioni, di tecniche di meditazione, di medicina e psicologia. Sono il risultato dell'esperienza di un anno e mezzo di lezioni impartite dai maggiori esperti italiani nel campo della meditazione e delle neuroscienze, oltre che di studio personale e di pratica della meditazione di consapevolezza. -
Weimar. Critica di una costituzione. Diritti, politica e filosofia tra individuo e comunità
Pensato per il centenario della costituzione di Weimar (1919), questo saggio affronta il problema del fondamento delle costituzioni analizzando criticamente la genesi, le premesse ideali e i fondamenti filosofico-politici della prima costituzione 'normativa' europea, collocata - tra individualismo e comunitarismo, tecnica e cultura - nel contrasto caratteristico della Germania del primo dopoguerra, erede della Bismarckzeit e inconsapevole prodromo del Terzo Reich hitleriano. In quest'ottica la costituzione di Weimar appare non soltanto una costituzione ""postuma"""" - secondo la definizione di Carl Schmitt -, ma anche incompiuta e """"patetica"""", incapace di organizzare il conflitto politico diventandone anzi preda, prigioniera, specialmente nei suoi ultimi anni, di un proceduralismo incapace di decisionalità. La ricerca costituisce, così, sia un contributo alla storia del diritto costituzionale europeo, sia una critica alle ideologie giuridiche astrattamente """"progressive"""" e promozionali, di cui la costituzione weimariana è per molti aspetti - pur nella sua ambivalenza - un modello ancora meritevole di studio proprio perché foriera di moniti sulla pericolosità epocale dell'ideologia dei diritti e del costituzionalismo puramente normativo."" -
Libertà nelle reti
Sei bambini di uno stesso cortile, ognuno vittima di una diversa forma di violenza familiare. Un medico indifferente ed egoista, che non riconosce come suo prossimo neppure il vecchio marinaio che gli ha salvato la vita. Un anziano poliziotto, uno sceneggiatore fallito e un capomastro sullo sfondo di una Riga in trasformazione. Una casa di campagna in fiamme e una famiglia che va in pezzi, nel disegno d'un destino indecifrabile. Due bambini, fratello e sorella, in viaggio verso una città irreale, forse come loro stessi. Le storie di Osvalds Zebris catturano momenti dell'esistenza spesso invisibili a un osservatore distratto, con una attenzione particolare al linguaggio e una visione originale della realtà. I suoi personaggi paiono legati a un destino inappellabile, eppure a tutti viene data la possibilità di un'ultima scelta, la libertà di decidere della propria vita. Con una figura ricorrente nei racconti, un Mihails sfuggente e misterioso, che sembra tirare le fila della libertà di ciascuno di loro. -
L' epica delle stelle del mattino
In questo romanzo la riflessione di Rudi Erebara si sofferma sull'inutilità e la gratuità della violenza, strumento di oppressione dei totalitarismi di ogni genere e tempo. Ambientato in Albania all'epoca della guerra fredda, racconta la storia di Sulejman, un pittore perseguitato dal regime comunista. La vicenda ha inizio il 16 ottobre del 1978, giorno del settantesimo compleanno del dittatore Enver Hoxha, ma anche dell'elezione al soglio pontificio di Papa Giovanni Paolo II, nato e cresciuto nella Polonia comunista. Nella tarda serata di quel fatidico 16 ottobre una forte pioggia scolora le lettere degli slogan celebrativi commissionati ai decoratori della compagnia di Stato, per la quale lavora anche Sulejman. Conclusi i festeggiamenti, il regime ordina la caccia ai presunti sabotatori che, evidentemente, non esistevano. -
Racconti a orologeria
Racconti a orologeria di Faruk Sehic è un testo in cui echeggia puntuale il suono della nostra epoca, il ritmo cadenzato del battito ora forte, ora tenue. La lingua di Sehic misura ininterrottamente il tempo dell'uomo e il tempo delle stelle, il tempo della guerra e il tempo dell'inquietudine, il passato e il futuro, quello che ci sfugge e quello che abbiamo irrecuperabilmente consumato. La vita è un orologio, ma tra il martello della lirica e l'incudine della dura prosa, lo scrittore ci parla del cambiamento. Nei ""Racconti a orologeria"""" si alternano in maniera vertiginosa le nazioni e i popoli, la storia e la memoria, ma soprattutto l'individuo, il mutante, colui che è attraversato dai cambiamenti. Impercettibile a un orologio comune, la velocità di questa dissoluzione svela la fragilità di ogni identità, ma anche della nostra natura umana."" -
La vita inedita. Diario 1933-1993
Interrogando incessantemente la realtà geografica, umana, culturale, sociale e politica del Portogallo e del mondo senza mai piegarsi ad alcun compromesso in grado di mettere a rischio la sua libertà, Miguel Torga ha tenuto per sessant'anni, dal 1933 al 1993, un diario. Oppositore assoluto, visse da esule in patria le lunghe decadi della dittatura di Salazar, poi la «rivoluzione dei garofani» del 1974 e infine il brusco passaggio del suo paese alla modernizzazione di cui, negli ultimi anni, non smise di descrivere vizi e distorsioni. Sempre in rivolta, indignato da tutto ciò che oltraggia la figura umana e affligge l'autenticità delle sue relazioni, Torga non cadde mai nella trappola della gratificazione o della compiaciuta realizzazione di sé. La parola che ci consegna nelle pagine di questa antologia, con rigore e forza agonica, è un vero e proprio «atto ontologico», lontano da ogni linguaggio criptico e gergo sapienziale, strumenti che, secondo lo scrittore, rafforzano la presunzione e inaridiscono l'anima di chi li utilizza. L'opera diaristica di Torga è, al di là di tutte le sue diagnosi tanto lucide quanto lungimiranti, un ostinato invito a «non abituarsi alla vita», un vademecum di disperata speranza a viverla cercando di non consentire ai nostri sensi e alla nostra mente di banalizzarla. Allo scopo di poter rinascere ogni mattino, inediti. -
Cool, hip, beat. Dal jazz moderno a Jack Kerouac
Alcuni aspetti dell'identità statunitense e la forza del suo soft power hanno concorso a rendere celebre, verso la metà del Novecento, uno stile creativo (tra musica, spettacolo e letteratura) e un atteggiamento sociale e comportamentale espressi da termini sintetici e fortunati come hip e cool. È stato soprattutto il jazz moderno, con personaggi di primo piano quali Duke Ellington, Lester Young, Miles Davis, Dizzy Gillespie, Thelonious Monk, Dave Brubeck, Chet Baker, John Lewis e il suo Modern Jazz Quartet, a sviluppare musicalmente il concetto di cool, al quale hanno contribuito anche raffinati interpreti vocali quali Billie Holiday e Frank Sinatra, con una sensibilità venata di sottile understatement. Ma il jazz moderno ha a sua volta influenzato la letteratura della beat generation, in particolare l'opera di Jack Kerouac (ispirata da Charlie Parker), il cui ampio lascito risulta ancor oggi imprescindibile. -
Da Graz a Padova. Vittorio Benussi, Cesare Musatti e la via austro-italiana alla psicologia delle gestalt
A partire dal secondo dopoguerra e fino agli anni Settanta del secolo scorso la Gestalttheorie (o teoria della forma) ha rappresentato l'orientamento dominante nella psicologia accademica italiana. Il gestaltismo italiano non rappresenta però una semplice diramazione del gestaltismo classico: le sue radici vanno rintracciate nella pionieristica attività scientifica di Vittorio Benussi (1878-1927) e Cesare L. Musatti (1897-1989), secondo un asse che idealmente unisce le Scuole psicologiche di Graz e Padova, e con esse quelle di Trieste e Bologna. Si tratta di una prospettiva teorica che ha saputo declinare la ricerca percettologica in senso fenomenologico-sperimentale iuxta propria principia e che ha messo progressivamente sullo sfondo alcune delle istanze più radicali del gestaltismo berlinese (in particolare il postulato dell'isomorfismo, che afferma l'identità strutturale tra il piano dell'esperienza diretta o fenomenica e quello degli eventi fisiologici corrispettivi) e che nell'opera di Fabio Metelli, Gaetano Kanizsa e Paolo Bozzi ha trovato un proprio fecondo sviluppo anche a livello internazionale. Dopo aver considerato il milieu filosofico-psicologico nel quale questa tradizione di ricerca austro-italiana ha avuto origine (dalla psicologia brentaniana alle dottrine di Christian von Ehrenfels e Alexius Meinong), il volume offre un'ampia ricognizione storico-critica del magistero di Vittorio Benussi a Graz e a Padova, rintracciandone l'eredità scientifica nell'opera musattiana e nella variegata tradizione percettologica italiana. -
Territori del Triveneto. Verso un approccio integrato al progetto
Il Triveneto è stato ed è tuttora un territorio di frontiera per l'innovazione orientata al prodotto e ai processi di produzione. Oggi questa sua capacità innovativa potrebbe essere indirizzata a migliorare la qualità del territorio e della vita che su di esso si svolge, adottando un approccio integrato al progetto. Il volume compone a tal fine un quadro di riferimento tra analisi, scenari e proposte per affrontare diverse questioni di trasformazione, manutenzione e cura del territorio, dell'ambiente costruito, del patrimonio e del paesaggio, integrando attori, obiettivi, strategie e azioni. La raccolta dei contributi mette in relazione diversi punti di vista, maturati tanto nell'ambito della ricerca accademica, quanto nel campo di attività istituzionali, di comunità o di committenza pubblica. In un'ottica di processualità integrativa, l'indagine esplora sia il piano della conoscenza che quello dell'immaginazione progettuale. Le diverse trattazioni promuovono confronti e interazioni tra specifiche domande e problematiche di progetto, che emergono dalla complessità dei territori in termini di condizioni e stratificazioni ambientali, storico-culturali, socioeconomiche e insediative, in rapporto alle pratiche dell'abitare, del produrre, del coltivare, dell'esplorare e del curare.