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Sogni e pensieri
“Sogni e Pensieri” è una raccolta di poesie varie che mettono in evidenza pensieri e sogni reconditi comuni a tutti noi (la libertà, la pace, la famiglia, l'amore ecc.). Sogni e pensieri sono facce della stessa medaglia: a volte, i pensieri diventano facce scure nella vita come nelle poesie Orfani, Cuori ribelli, Bimbi soldato ecc. perché diventa impossibile realizzare il sogno per la società sempre più indifferente, a volte, invece, i pensieri diventano facce liete perché i nostri sogni diventano realtà come nelle poesie La rondinella che riconquista la libertà di volare, La primavera che risveglia la vita diventata appassita delle persone, I colori del mare che risvegliano e caricano i più genuini sentimenti di tutti. La ragione è che le idee, le parole, le emozioni, formano quel fiume di pensieri che scorrerà lento e indisturbato attraversando i mille sentieri del nostro corpo e della nostra anima creando un'energia vitale inesauribile. Quanti pensieri appena nati si librano con vitalità in aria e danzano nella nostra mente come incantevoli libellule e sorridono al mondo vestiti di ricordo, presente o passato. Non solo, tali pensieri sono pronti a diventare magici sogni oppure pensieri stupendi e bellissimi con gli occhi della speranza. “Una cosa accade soltanto, se ci credi davvero, ed è crederci che la fa accadere.” – citazione di Frank Lloyd Wright. -
Gli occhi del poeta
Il presente libro ""Gli occhi del poeta"""" è una raccolta di 33 poesie inedite che narrano su come la vita sia esistenza."" -
Garbino 2023
Il titolo dell'opera, Garbino, implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori. All’interno del Garbino si susseguono, in ordine alfabetico: Donatella Castioni, Riccardo Del Sole, Isabella Mangone, Patrizia Panichelli, Antonella Radicchi, Stefano Vernamonti. -
Al calar della sera. Ediz. italiana e araba
“Non si arrende il cuore, cerca di dialogare con gli altri, di dare valore ad una spiritualità che non inaridisce. Se, improvvisa, si abbatte la tempesta, spera nell’imminente sereno. Viene in mente la canzone leopardiana La quiete dopo la tempesta. Si apprezza la vita solo dopo aver rischiato di perderla; non dimentichiamo il verso Piacer figlio d’affanno, che esprime tutto un pensiero sempre attuale. Maria Carla Forte mette in evidenza la condizione dell’umanità con una simbologia che si ricollega a oggetti concreti, magari trascurati o abbandonati.” Dalla prefazione di Alessandro Quasimodo. -
I racconti di Mandra Murata. Vol. 2
Il primo racconto, intitolato I Diacri, espone le avventure escursionistiche montane di sei professionisti, durante le quali, affrontano temi scientifici e religiosi, oltre che motivi profani ed esperienze di vita sociale. Nel corso delle loro peregrinazioni sui monti di Mandra Murata, montagna costellata di paesini antichi, nell'attraversare una di queste borgate, i Diacri riscontrano la presenza, sulla parete di un'abitazione, di una lapide inneggiante ad un uomo gigantesco, dalla vita avventurosa in terra di Francia, alla fine della prima metà dell'800. Tale circostanza fa da spunto all'inizio della seconda storia, la cui narrazione viene curata da uno degli escursionisti, che si incarica di raccogliere notizie sulle imprese di quel personaggio. Il racconto lascia un velo di mistero sull'impegno finale di quell'uomo erculeo, che si sobbarca il compito di nascondere uno scrigno, appartenuto, nientemeno, a Garibaldi e contenente valori e documenti, di stampo massonico, ritenuti dal gigante importanti per la società in profonda trasformazione, in un luogo impervio di Mandra Murata. A causa di vicissitudini collegate alle vicende del brigantaggio abruzzese, il cofanetto, celato all'interno di un nido di falchi, presente in una profonda dolina dalle pareti rocciose inaccessibili, viene abbandonato dal colosso. Il rinvenimento casuale del prezioso bauletto verrà effettuato da un ragazzo, alla ricerca di pulcini di falconidi, un secolo dopo. Egli nota un luccichio, tra il guano e il detrito che ricoprono il coperchio della scatola e si appropria del contenuto dello scrigno. È la fine del terzo racconto, che prende le mosse dalla rievocazione delle gesta infantili di un gruppo di ultracinquantenni, residenti in varie parti d'Italia e all'estero, i quali decidono di incontrarsi durante le ferie estive ed organizzare un simposio conviviale, previa ripetizione di alcune delle imprese compiute durante la loro infanzia, trascorsa in un sobborgo povero del paese natio nell'immediato dopoguerra. Rione che, per contrasto con la ricchezza del quartiere più facoltoso di New York, aveva ricevuto il nomignolo di Wall Street. È nel corso di questa terza e ultima storia che il mistero dello scrigno, rimasto tale per tanti anni, viene svelato in un momento di ebbrezza del commensale scopritore del tesoro, indotto a bere molti bicchieri di vino dagli amici, nutrenti, a lungo, sospetti sul cambiamento repentino di vita del loro compagno, fin da ragazzo. Ma il termine dell'opera pone un dilemma: l'ebbro verrà creduto? Con la prefazione di Alessandro Quasimodo -
Albergare in dimore immote o transitorie
Il tempo, che scorre scandito dal susseguirsi delle stagioni, da abile mescolatore di disparate storie, narra le dinamiche dei tre protagonisti, due dei quali compongono manoscritti, contenenti agitati stati d'animo e fotogrammi esistenziali, mentre un terzo è dedito all'attenta custodia di un libretto. Nel primo racconto, la ragione va accantonata, in quanto l' immaginazione è essenziale, per capire l'enigmatico carattere della protagonista. Occorre sturare un tappo per bere sorsi di prodigiosi poteri o scoperchiare una botte per trovarsi nella sua dimora, un recipiente fatto di doghe. La peculiare storia, che il secondo racconto narra, ruota attorno alla figura di un uomo bonario e semplice, che durante i suoi spostamenti, si raccoglie in luoghi dominati dall'agreste ruralità. Alloggiando in una romita taverna e circonfuso dal silenzio, entra in contatto con qualcosa di mistico, che evoca spezzoni del suo passato, che ritornano in compagnia di un sospiroso magone. Il fascinoso personaggio, delineato nella terzultima trama, bene indossa gli abiti della notorietà lavorativa. Il suo amor proprio si nutre di successo, ma quando ha fame della parte più genuina di sé, si allontana dalla mondanità, per rintanarsi in una pantanosa villa. -
Ascoltarsi. Ediz. italiana e araba
"La poetessa Emilia Gusmeroli decanta, nei propri versi, la bellezza e il fascino delle quattro stagioni della vita, ascoltandone i misteri celati nel suo animo traducendoli, poi, in poesia. Con vigore riaffiorano le stagioni passate, i vecchi ricordi, la nostalgia dei momenti vissuti e allo stesso tempo diventa impellente il desiderio di riflettere sui problemi della vita e dell’esistenza."""" Dalla prefazione di Hafez Haidar." -
Il mare
Questa avventura non è solo il viaggio di N., ma è la scusa per raccontare una storia d'amore - o più onestamente - un mero escamotage per parlare della vita. Forse, tutta l'esistenza è solo una lunga nuotata in mezzo al mare. Una scoperta che puoi fare solo avendo il coraggio di bagnarti. Talvolta siamo travolti dalle correnti, sballottati tra i flutti. Da qui, il mare diviene metafora di ciò che siamo, così mescolati tra flussi di molecole invisibili, capaci costantemente di muoverci e disorientarci. Ed è solo, quando guardiamo indietro, lontano dalla costa, che ci accorgiamo del tempo che spendiamo nel tracciare nuove rotte. Giorno dopo giorno, silenziosamente, disegniamo la cartografia delle nostre vite, immaginando linee che ricuciano con precisione punto con punto. Ma come la vita, incessantemente, continua a ridisegnarle, così il mare si diverte a modificare ciò che diciamo e a cancellare tutto ciò che scriviamo. Esso chiede impegno, sacrificio e ci mette - inesorabilmente - di fronte alle nostre più grandi paure. Finché totalmente nudi e liberi da sovrastrutture, non ci accorgiamo che quelle non sono più le mie paure, e non sono neanche più le tue. Ma allora, a noi cosa resta? Battere i piedi per restare a galla e la speranza di avvistare, finalmente, la terra. -
Vento e sabbia. Ediz. italiana e araba
Gerard e Becky, fotografi affermati, percorrono un viaggio attraverso la Turchia e la Siria, toccando con mano eventi drammatici come l'assedio di Kobane e la battaglia di Aleppo. Il più grande e tragico conflitto del terzo millennio raccontato a ritmo beat attraverso gli occhi di due giovani idealisti disposti a vivere e morire per quello che credono. Prefazione e traduzione a cura di Hafez Haidar -
Distanza d'insicurezza
Questa raccolta è un'elaborazione di un'adolescenza e una giovinezza irruenta e complessa sublimata in poesia. È un'evoluzione, una crescita introspettiva che vuole cercare di trovare una sua dimensione in un linguaggio universale, quello dell'esistenzialismo umano. Partendo da sé stessi e dal proprio piccolo e soffocante mondo, per affacciarsi alla variegata realtà che ci circonda. È un oscillare tra il sentirsi tutto ciò che esiste, al voler scomparire per non sentirsi. Una ricerca, quindi, della mediazione tra il proprio mondo interiore e quello esterno. Cercando un linguaggio semplice e immediato, che possa, per quanto possibile, regalare immagini e sensazioni. Ed è, soprattutto, una lode altissima alla creatività e alla potenza dell'arte che può trasformare ogni cosa in bellezza e sentimento. Le passioni sono tra le poche cose che contano veramente nella vita e poterle condividere è una delle gioie più grandi. La maggior parte delle poesie all'interno di questo libricino, sono scritte in versi liberi, senza rispettare metriche o rime. Questo metodo permette di lasciar scorrere il flusso di pensieri agevolando una spontaneità e una sincerità quasi infantile. Non c'è un vero e proprio ordine cronologico e le poesie non sono necessariamente in connessione tra di loro. È semplicemente un percorso, un viaggio, i cui frutti rielaborati e corretti hanno portato a questo risultato. È un po' come fosse un diario segreto che ad un certo punto viene condiviso cosicché possa, magari, stimolare l'estro e la passione di qualcun'altro. È una piccola opera senza pretese ma molto sincera e sentita. -
La felicità è una porta che si apre dall'interno
Nel cuore degli anni '80, le vicende personali e le sfide professionali di un ancor giovane ingegnere si intrecciano con gli avvenimenti pubblici di un'Italia minacciata dal terrorismo e di una Sicilia martoriata dai delitti di mafia. In pochi anni il protagonista si trova proiettato, nella gerarchia della multinazionale in cui opera, la prima al mondo, da un ruolo operativo in cui il vero mestiere era quello di saper “vendere idee”, al ruolo di manager sino a giungere molto presto nel “girone che conta”. Il tutto cercando di coniugare le esigenze e i bisogni della famiglia e dei figli con i sacrifici, trasferimenti inclusi, che l'azienda richiedeva con i suoi ritmi sempre frenetici e gli obiettivi ogni anno più ambiziosi. Non mancano gli episodi curiosi, i singolari rituali della multinazionale, le burle e le facezie per allentare pressione e sollecitazioni spesso al limite del sostenibile. Non mancano nemmeno le avventure amorose sovente orchestrate da dèi pagani, o dal capriccio del Fato, secondo trame che soltanto una regia aliena poteva concepire. Alla banale domanda: “Perché vivi, tu, Rinaldo?”, lui, pur colto alla sprovvista, fornisce una risposta che dà il senso al suo continuo adoperarsi sui sentieri della vita: “Parto dall'Arcadia. Essa non è una corrente letteraria, un'invenzione o una vuota evocazione di glorie del passato. L'Arcadia è un progetto di vita, un tesoro da custodire nel cuore e, nello stesso tempo, un obiettivo da raggiungere, un fine cui tendere. Ed è anche il desiderio, la voglia, l'amore del bello! Che si traduce poi nell'aiutare i propri cari e il prossimo, nel lottare perché il bene prevalga, […], nel rispettare i propri ideali, nel rifiutare i compromessi e i facili profitti. Va bene, così?”. “Sì, direi che ci siamo!”, replicherà la misteriosa ospite, comparsa magicamente dal passato. Lei cercava soltanto un posto rassicurante sullo “sterno cleidomastoideo” di lui, un rifugio sicuro per una vecchia amica, ma … “si danno un bacio passionale, per caso, al primo sguardo, dopo 20 anni, due vecchi amici?”, si chiede Rinaldo, lasciando al Fato l'intrigante risposta. -
D'un fiato, d'un tratto
“La raccolta di Marisa Sedita già dal titolo vuole comunicare le emozioni, i turbamenti che proviamo improvvisamente e che cambiano il corso della nostra vita. Un paesaggio, un’esperienza di gioia e di dolore destano sorpresa, gratificazione, ma anche tormento e inquietudine. Nel testo si alternano momenti felici ad altri di solitudine e di vuoto indescrivibile.” Dalla prefazione di Alessandro Quasimodo. Con i disegni di Donatella Giunta -
Parole in fuga. Vol. 13: Berlin
Tra le manifestazioni che la Aletti editore ha ideato, il Premio di Poesia Inedita Parole in fuga è quello che ha il nome più suggestivo, che rimanda a una immagine cristallina: la diserzione non delle emozioni o dei sentimenti, ma delle parole, in un'epoca in cui il vociare, il rumore di fondo, il luogo comune, stanno occupando spazi sempre più ampi. I liberi pensatori, i poeti, sono costretti a confrontarsi giornalmente con la claustrofobia delle idee, contro la quale c'è un solo rimedio, quello di abbandonare la piazza dove tutti sostano in maniera magmatica e indistinta, a favore di un percorso più solitario, ma certamente più autentico. Un premio letterario, che ha ben 18 anni di storia, […] riesce ad andare oltre il fatto di cronaca letteraria quando rappresenta qualcosa di più ampio della manifestazione in sé, e Parole in fuga ha questa caratteristica, che elude la polvere che il tempo deposita su mode momentanee. (Dalla prefazione di Giuseppe Aletti.) I versi raccolti in questa preziosa antologia brillano come candele di speranza e rischiarano il mondo odierno, offuscato dal buio e ottenebrato dall'odio. Da una terra all'altra si levano il pianto e la disperazione, […] intanto il mondo tace, succube del silenzio e della paura. In contrasto ad uno scenario così teso e problematico, le poesie della presente raccolta diffondono sentimenti di giustizia, democrazia e libertà, innalzando le nostre poetesse e i nostri poeti al ruolo di ambasciatori di pace e costruttori di un mondo migliore e consentendoci di allontanare dai nostri cuori spaventati le immagini di terrore, odio e violenza. Voi poeti siete la fiaccola accesa dell'amore, siete la voce dell'amore e siete chiamati a diffonderlo e seminarlo ovunque al posto dell'odio, delle controversie e dei particolarismi. (Dalla prefazione di Hafez Haidar.) -
Il canto della vita
“Il canto della vita di Eleonora Benedetti si connota, fin dai primi versi che introducono questa silloge, come una manifestazione diretta delle emozioni, dall'impulso alla pagina, senza infingimenti letterari o sovrastrutture cognitive; l'urgenza comunicativa è solo quella di distendere sulla pagina le policrome spinte passionali che l'autrice incrocia nel suo cammino. È l'amore il sentimento permeante la raccolta, la Benedetti prima lo dichiara manifestamente e poi lo puntella di componimento in componimento.” Dalla prefazione di Giuseppe Aletti. -
Il sovrano dell'isola oscura
-Ne “Il sovrano dell'isola oscura” Bissoli spazia dagli Stati Uniti al Veneto. Zelinda, vedova con i suoi figli tra cui il giovane Edoardo, unico istruito e di notevole intelligenza, rappresentano ancora un modello patriarcale in cui la collaborazione reciproca aiuta a raggiungere determinati obiettivi. Bissoli dedica molta cura all'analisi dei personaggi, al loro modo di gestire, pensare e parlare con un linguaggio aderente al carattere delle figure delineate. Leggenda e verità sul passato di Zelinda sono la chiave di volta per capire il mutamento nell'evoluzione e nella fortuna di questo nucleo familiare. Alla base di tale metamorfosi l'autore sottolinea la fatica, l'impegno di tutti per realizzare un progetto, ideato dal minore dei fratelli, colto e raffinato. Egli nutre una viva passione per il Medio Evo, i cavalieri, la figura di Federico Barbarossa, ecc. Sanità mentale e follia sono temi ricorrenti nell'opera. Le persone semplici e buone affrontano con amore l'alienazione di Edoardo. In senso antitetico, invece, si muove il Paese, con le pettegole di turno e la cattiveria di molti. Interessanti, sempre in Bissoli, le analisi della società siciliana, nel momento in cui vengono presentate le fidanzate, poi spose dei tre fratelli. Non manca il riferimento alle cosche mafiose e le frecciate rivolte al clero corrotto e ipocrita. Il libro, in ogni pagina, riesce a tenere desta l'attenzione grazie alla capacità di aderire a un mondo che spazia dal realismo, alla dimensione onirica e al mistero del cuore umano. Il romanzo, è caratterizzato da un intreccio ricco di colpi di scena, segue un ritmo incalzante di eventi e situazioni. Sono presenti anche testi poetici collegati al continuo alternarsi di realtà e sogno. Dalla prefazione di Alessandro Quasimodo -
Sulle ali della poeMia
Questa silloge poetica rappresenta momenti importanti, sensazioni profonde, intimi pensieri e dediche significative, del corso della vita dell'autrice. Oltre al suo “io” più profondo, mette in risalto problematiche sociali, quali l'abbandono, la caccia e riflessioni su alcuni aspetti della quotidianità. -
Più bella poesia
“La donna viene considerata creatura ricca di spiritualità, degna di essere lodata nel nostro momento storico. In molti suoi testi non è descritta solo la fanciulla, l’adolescente, ma la persona che affronta problemi concreti non sempre facili da risolvere […] La bellezza della giovane risulta essenzialmente di carattere interiore, come si nota dalle doti che la distinguono.” Dalla prefazione di Alessandro Quasimodo. -
Crepuscolo. La panchina dei versi
Il tempo percorre il suo inesorabile tragitto, minuto dopo minuto, ci muta in forme sempre nuove, è compito dei poeti tentare di ingannare il conteggio delle stagioni. E in questo libro troveremo il tentativo di sconfiggere il tempo con i versi, aggiungendo un piccolo tassello al grande mosaico delle verità. Dalla Prefazione di Giuseppe Aletti È importante dare voce ad un mondo interiore che nasce dalla profonda esigenza di comunicare e di trovare un linguaggio idoneo. Proprio da questo assunto è nata un'iniziativa, dal titolo La panchina dei versi, che permette a ciascuno di offrire un contributo personale, a livello creativo, confrontandosi con gli altri . Storicizzando , i n un'occasione particolare, non potendo, durante il festival Il Federiciano, usufruire della piazza di Rocca Imperiale, l'editore Aletti scoprì il valore di una panchina, che si riusciva anche a spostare, come raduno poetico. Un luogo, quindi, reale e ideale che io stesso ho sperimentato e apprezzato. Dalla Prefazione di Alessandro Quasimodo. -
Mezzogiorno. La panchina dei versi
Il tempo percorre il suo inesorabile tragitto, minuto dopo minuto, ci muta in forme sempre nuove, è compito dei poeti tentare di ingannare il conteggio delle stagioni. E in questo libro troveremo il tentativo di sconfiggere il tempo con i versi, aggiungendo un piccolo tassello al grande mosaico delle verità. (Dalla Prefazione di Giuseppe Aletti.) È importante dare voce ad un mondo interiore che nasce dalla profonda esigenza di comunicare e di trovare un linguaggio idoneo. Proprio da questo assunto è nata un'iniziativa, dal titolo La panchina dei versi, che permette a ciascuno di offrire un contributo personale, a livello creativo, confrontandosi con gli altri . Storicizzando , i n un'occasione particolare, non potendo, durante il festival Il Federiciano, usufruire della piazza di Rocca Imperiale, l'editore Aletti scoprì il valore di una panchina, che si riusciva anche a spostare, come raduno poetico. Un luogo, quindi, reale e ideale che io stesso ho sperimentato e apprezzato. (Dalla prefazione di Alessandro Quasimodo.) -
Aurora. La panchina dei versi
Il tempo percorre il suo inesorabile tragitto, minuto dopo minuto, ci muta in forme sempre nuove, è compito dei poeti tentare di ingannare il conteggio delle stagioni. E in questo libro troveremo il tentativo di sconfiggere il tempo con i versi, aggiungendo un piccolo tassello al grande mosaico delle verità. Dalla Prefazione di Giuseppe Aletti. È importante dare voce ad un mondo interiore che nasce dalla profonda esigenza di comunicare e di trovare un linguaggio idoneo. Proprio da questo assunto è nata un'iniziativa, dal titolo La panchina dei versi, che permette a ciascuno di offrire un contributo personale, a livello creativo, confrontandosi con gli altri . Storicizzando , in un'occasione particolare, non potendo, durante il festival Il Federiciano, usufruire della piazza di Rocca Imperiale, l'editore Aletti scoprì il valore di una panchina, che si riusciva anche a spostare, come raduno poetico. Un luogo, quindi, reale e ideale che io stesso ho sperimentato e apprezzato. Dalla prefazione di Alessandro Quasimodo.