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Bertini dipinge Pascoli. Poesia, luce e colore nella valle del Serchio. Catalogo della mostra (Barga, 14 luglio-2 settembre 2007). Ediz. italiana e inglese
È il catalogo della mostra allestita tra il 14 luglio e il 2 settembre 2007 a Barga (Lucca) presso il Museo Stanze della memoria e a Castelvecchio Pascoli (Lucca) nelle sale della foresteria di Casa Pascoli. Sono riprodotti a colori i centocinquanta dipinti dedicati agli ""scenari pascoliani"""" dall'artista fiorentino Marcello Bertini. Le opere sono accompagnate dalle poesie che le hanno ispirate e da schede critiche di Ugo Fortini. Il paesaggio della Valle del Serchio, nei pressi di Lucca, si è rivelato fonte di benessere e ispirazione per molti artisti del passato. Celebre è il caso di Pascoli, che vi trovò il proprio paese ideale e la cura al Gran Male che lo straziava. Il pittore Marcello Bertini si è calato nello spirito dell'illustre poeta ripercorrendone la vicenda umana, l'attaccamento sentimentale a un luogo, fino a ritrovare sulla tela le sensazioni di quiete e misura che Pascoli aveva tanto amato. Ne è emersa una comune radice poetica tra parola e immagine: lo stupore di fronte al silenzio in cui sono immerse le cose. Ai testi introduttivi di Riccardo Nencini, Cristina Acidini, Stefano Baccelli, Guelfo Marcucci, seguono i contributi di Umberto Sereni (Efficacia e vitalità del """"filtro"""" pascoliano), Giovanni Faccenda (La natura, paradiso dell'anima), Giovanna Maria Carli (Intense evocazioni, trepidanti atmosfere), Nicola Nuti (Segno poetico e parola dipinta). In appendice una corposa antologia critica e una scheda biobibliografica."" -
Per chi suona la Toscana. Storie curiose di campane e campanili
Partendo dalla famosa frase di Pier Capponi, ""noi suoneremo le nostre campane"""", Giorgio Batini propone un appassionante excursus sulla storia dei campanili e dei bronzi della Toscana. Tra i numerosi racconti citiamo quello sul bronzo inviato al confino con un vero e proprio decreto (la """"Piagnona"""" del Savonarola), quello della """"Smarrita"""" che indicava la via giusta ai pellegrini sulla via Francigena, quello della """"Martinella"""" che i senesi conquistarono ai fiorentini nella battaglia di Montaperti e non resero più alla città nemica. Batini ci racconta anche di come nel 1148 le campane di tutte le chiese fiorentine smisero di far sentire i loro rintocchi, a causa di un interdetto lanciato da papa Eugenio III contro Firenze, colpevole di aver distrutto il castello di un feudatario che era andato in Terrasanta per partecipare alla seconda crociata indetta dallo stesso pontefice. Le chiese fiorentine restarono chiuse ai fedeli e le campane restarono mute per ben cinque anni, fino al 1153 quando l'interdetto fu tolto da Anastasio IV. Curioso anche l'episodio che nel 1307 vide protagonisti i monaci benedettini della Badia Fiorentina: anziché suonare i loro bronzi per le ore canoniche, li suonarono a martello contro le tasse imposte loro dal Comune, il quale reagì facendo abbattere il loro campanile."" -
Talani. Oltre una duna... Catalogo della mostra (Siena, 30 giugno-29 luglio 2007)
Catalogo della mostra aperta dal 30 giugno al 29 luglio 2007 presso palazzo Chigi Zondadari a San Quirico d'Orcia (Siena). Sono riprodotte a colori tutte le 21 opere esposte: 16 olio e tempera su tela, 3 strappi d'affresco, la sinopia originale dell'affresco Partenze della Stazione Santa Maria Novella di Firenze e il cartone preparatorio per il medesimo affresco (carboncino, metri 3x20). L'itinerario pittorico iniziato da Talani molti anni fa e passato attraverso l'importante esperienza dell'affresco della stazione (settembre 2006) continua a produrre partenze e arrivi di nuovi viaggi che paiono non avvenire mai e in cui i soggetti sembrano attratti maggiormente da un viaggio interiore. -
Barbara Pinna. Muta poesia
Il volume riproduce a colori le opere esposte in mostra - quasi tutti oli su tela o acqueforti -, con l'aggiunta di un nucleo di recenti studi realizzati in piccoli disegni e acquerelli. Molti elementi significativi delle composizioni dell'artista romana sono raccolti tra le cose accumulate nel tempo nello studio di pittura, con una semplicità determinata dal caso, guidata da un'attrazione istintiva e momentanea verso l'una o l'altra delle numerose forme sparse sui tavoli di lavoro: panni di lana, broccati, drappi di seta, calchi in gesso di figure e di ornati, pietre, frammenti di marmo, sagome di legno, ingranaggi, noci, melagrane, aranci, limoni, fiori e foglie essiccate nel corso della lunga interminabile posa. L'occhio di Barbara è da tempo orientato a una sensibile prevalente rilettura dell'arte italiana della prima metà del Novecento, come a focalizzarne gli umori e la complessità in un nuovo incontaminato percorso. Il volume è il catalogo della mostra pittorica aperta dal 7 al 22 luglio 2007 presso la Fortezza Spagnola di Porto Santo Stefano (Grosseto). -
Gli anni donati
"La poesia di Giovanna Barreca è attraversata da meravigliosi lampi. Sono gli antichi stimoli interiorizzati quando lei era bambina, in Sicilia. Nel mondo disincantato degli uomini, quegli antichi impulsi non smettono mai di far capolino, per contrastare, per beffare l'aridità del mondo adulto. Mondo che gli esseri umani, vivendo insieme, sanno solo rendere sempre più alienato, disumano. Bisogna 'morire' (""""die into life"""", cioè 'morire nella vita', direbbe John Keats) per sottrarsi a quel tradimento di noi stessi che è, in molti casi, l'esistenza quotidiana. Per strapparci, insomma, alla menzogna sociale"""" (dalla prefazione di Giampiero Giampieri)." -
Pitigliano, Sovana, Sorano e la civiltà del tufo
Guida alla storia, all'arte e al territorio della ""Toscana dei tufi"""", ovvero a quella parte della Maremma collinare situata tra il monte Amiata, il fiume Fiora, il suo affluente Lente e il confine con il Lazio. Proprio il tufo ha dato la prima impronta a quell'affascinante paesaggio, caratterizzato da un immenso patrimonio archeologico, dai centri storici di impianto medievale e da una natura ricca ed esuberante. Anche mediante numerose cartine, grafiche e bellissime foto vengono descritti i territori di Pitigliano, Sovana, Sorano e i loro tufi. La guida dedica poi un intero capitolo all'insediamento rupestre di Vitozza, così come alle vie cave, a Castell'Ottieri, a Castel Montorio, a Castell'Azzara, a Manciano e a Saturnia. Testi di Emanuela Morelli Fotografie di Roberto Germogli."" -
Monna Lisa. Il volto nascosto di Leonardo. Ediz. italiana e inglese
La studiosa americana Lillian Schwartz, mediante un'analisi computerizzata della Gioconda e dell'autoritratto di Leonardo, rileva impressionanti concordanze fra i lineamenti dei due volti, tanto da sostenere che Monna Lisa sia in realtà un vero e proprio autoritratto idealizzato del pittore. Le ragioni di un così originale autoritratto sono individuate da Renzo Manetti in quella stessa filosofia che aveva dato vita anche alla musa ispiratrice di Dante. Come Beatrice, anche Monnalisa sarebbe l'immagine dell'alter ego celeste, che funge da guida verso la sapienza, e per questo avrebbe gli stessi lineamenti del pittore. Tra queste tesi e quella di Vezzosi c'è la comune consapevolezza che il ritratto non raffiguri monna Lisa Gherardini, la moglie di Francesco del Giocondo. Sull'identità della Gioconda esiste un solo documento attendibile coevo a Leonardo, quello che riporta quanto egli disse al cardinale d'Aragona da lui in visita nel 1517 in Francia: Monna Lisa era stata dipinta su richiesta di Giuliano dei Medici e pertanto era una sua favorita. Dunque non poteva essere la monna Lisa mulier ingenua di Francesco del Giocondo, modello virtuoso di moglie e di madre. Il volume raccoglie opinioni fra loro non combacianti, ma in grado di offrire letture ancora nuove del dipinto forse più studiato e celebre della storia. -
La nevrosi tra medicina e letteratura. Approccio epistemologico alle malattie nervose nella letteratura italiana (1865-1922)
Dagli anni del trionfo del pensiero positivista agli esordi del Novecento le patologie nevrotiche pervadono la narrativa italiana, investendo le opere di Tarchetti, Verga, D'Annunzio, Fogazzaro, De Roberto, Pirandello, Tozzi, Borgese e tanti altri, fuoriuscendo dai campi specialistici della scienza sperimentale. Non a caso l'Ottocento è stato considerato ""il secolo della nevrosi"""": di là dalla nascita e dai progressi della psichiatria, la nevrosi assurge progressivamente a simbolo del disagio dell'individuo e della collettività, il che spiega come essa diventi oggetto di indagine da parte della scienza quanto della letteratura. Edwige Comoy Fusaro propone, con questo libro, una ricerca articolata e di ampio respiro, collocando la sua indagine in un vasto contesto culturale, scientifico, filosofico, nel quale assume particolare rilievo per la cultura italiana il fondante interscambio con la coeva cultura psichiatrica francese. L'autrice offre al lettore, con un linguaggio chiaro e severo, una ricerca scientifica rigorosa e dettagliata, il cui valore si misura con la sua duplice condizione: da un lato il libro è un punto d'arrivo, per l'originalità dell'indagine e dei risultati; dall'altro è un punto di partenza per la grande quantità di ipotesi, suggerimenti e proposte in grado di aprire un dibattito culturale tra gli studiosi."" -
Le vie cave. Gli etruschi nei territori di Sorano, Sovana e Pitigliano
Agli Etruschi e ai territori di Sorano, Sovana e Pitigliano è dedicata questa pubblicazione, seconda edizione italiana del volume uscito nel luglio 2005. Le vie cave, dette anche 'tagliate', sono una creazione ancora poco conosciuta del popolo etrusco, di cui peraltro rimangono oscuri ancora numerosi aspetti. Si tratta di cunicoli semisotterranei che si snodano in percorsi misteriosi e suggestivi, scavati nel tufo che caratterizza il territorio maremmano. Queste insolite opere, che non hanno pari presso nessun'altra civiltà, sono rinvenibili soprattutto nella media valle del fiume Fiora, nelle zone di Sorano, Sovana, Pitigliano e Saturnia. Storici e archeologi hanno ipotizzato varie spiegazioni per queste enigmatiche opere d'ingegno: corridoi per convogliare le acque piovane dai pianori rialzati alle vallate, semplici vie di comunicazione, passaggi segreti per fuggire a un attacco nemico, sentieri per le processioni, cerimonie e riti collettivi di comunicazione con le divinità della terra e il mondo dei morti (presso molte civiltà del passato l'idea del labirinto era associata all'aldilà e percorrerlo equivaleva a una sorta di iniziazione ai misteri della rinascita). Il volume è interamente illustrato a colori mediante numerose suggestive foto raffiguranti le più spettacolari vie cave e molti altri scorci di questi interessanti paesaggi etruschi. -
L' occhio dell'eroe. Esercizi di pittura sul «Garibaldi» di Guttuso
Catalogo della mostra allestita presso la Galleria Comunale d'Arte di Cesenatico dal 3 agosto al 16 settembre 2007, nell'ambito delle iniziative promosse dal Comune in occasione del Bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi (1807-2007). La figura dell'Eroe dei due mondi è particolarmente cara alla cittadina romagnola, per l'importante episodio dell'imbarco dal porto-canale cittadino avvenuto il 2 agosto 1849. In questo volume si pone l'attenzione sull'iconografia di Garibaldi attraverso i lavori di otto giovani allievi dell'Accademia di Belle Arti di Firenze (Roberto Caruso, Mattia Colombo, Andrea Di Bella, Dimitris Kottos, Dusica Ivetic, Pietro Manzo, Olga Pavlenko, Simone Zaccagnini) ispirati al grande quadro che Renato Guttuso dipinse nel 1951, La battaglia di Ponte dell'Ammiraglio. -
Dipingere farfalle. Giove, mercurio e la virtù Dosso Dossi: un elogio dell'otium e della pittura per Alfonso I d'Este
Il signore dell'Olimpo su un trono di nuvole, con le gambe accavallate, vestito con una tunica rossa che gli scende fino ai piedi. Di fronte a lui una tela coperta d'azzurro, per simulare il colore del cielo, dove Giove sta dipingendo delle farfalle che volano ad ali spiegate. Si tratta di Giove, Mercurio e la Virtù (1524), un'opera di Dosso Dossi fra le più poetiche del Cinquecento italiano, ""uno dei quadri più affascinanti di ogni stagione"""" lo ha definito Antonio Natali, interpretato in questo volume da Vincenzo Farinella con inedite argomentazioni. Vi si illumina il nesso tra l'invenzione di Dosso e un dialogo dell'Alberti, l'intercenale Virtus. Ma anche il debito nei confronti delle Immagini di Filostrato Maggiore, da cui il pittore o il suo committente trassero ispirazione per la concezione nuovissima di un Giove nelle vesti di """"semplice"""" pittore. """"La pittura è un'invenzione divina"""": Farinella ipotizza sia stata proprio questa frase ad aver stimolato, con ogni probabilità, l'idea del tutto inedita di rappresentare Giove come un artista all'opera. L'analisi prosegue documentando come il dipinto sia stato realizzato su commissione di Alfonso I d'Este, ipotizzando quindi che nell'immagine del dio vada ravvisata anche un'assimilazione mitologica del duca di Ferrara."" -
Il professore
Arrivato ai cinquant'anni Tommaso Salutini, aitante e fascinoso professore di lettere ammirato da alunni e colleghi, sente di stare invecchiando. Per cercare una fuga dalla crisi darà sfogo ai suoi desideri proibiti, in una spirale di erotismo che coinvolge alcune allieve. Con una scrittura diaristica che ne registra ogni pensiero, Il professore è il ritratto di un intellettuale angosciato dalla maturità, ma anche una radiografia impietosa che svela il lato oscuro della scuola e dell'adolescenza. L'abbandono all'insostenibile leggerezza dell'essere, uno stile lento e avvolgente che nel finale esplode selvaggio. -
Piazza de' Pitti. Uno spazio tra la reggia e la città
A partire dagli anni Cinquanta alcune tra le più belle piazze di Firenze hanno rischiato di essere travolte dal traffico e dal turismo di massa. Le immagini contenute nel libro, con piazza Pitti invasa dalle auto, ricordano oggi quale pericolo si sia corso. Questa pubblicazione racconta dell'intervento di recupero dell'antica piazza de' Pitti, finalmente restituita in tutta la sua dignità alla città e ai molti turisti che ogni giorno la affollano. Il saggio di Luciano Marchetti illustra l'attuale stato della piazza, ripercorrendone la storia, descrivendo il progetto originario e le fasi di realizzazione, la pavimentazione e l'illuminazione, le principali opere eseguite durante i due anni e mezzo di attività del cantiere. Segue una minuziosa cronologia curata da Claudio Paolini, inerente i quasi sei secoli di storia della piazza. Il volume è arricchito da numerose illustrazioni che registrano lo stato della piazza durante la sua plurisecolare storia e completato da un'antologia essenziale e una nota bibliografica. -
A tavola nel Rinascimento. Luoghi, arredi e comportamenti
Il libro è dedicato all'organizzazione degli spazi deputati alla cottura e alla confezione del cibo (cucine e servizi annessi), così come al suo consumo (tinelli e sale da banchetto), nella casa fiorentina tra XV e XVII secolo. Vengono descritti gli utensili e le suppellettili collegati a questi spazi (posate, piatti eccetera), come pure i sistemi per l'uso dei due elementi fondamentali per la cottura del cibo, il fuoco e l'acqua (quindi focolari, camini e acquai). È offerta inoltre una panoramica sui ""maestri di bocca"""", cioè sulle professionalità che ruotavano attorno alla tavola del signore (scalchi, coppieri, trancianti), nonché sulle buone maniere previste a tavola, fonte d'informazione preziosa sui legami all'interno di una classe sociale. Singoli e umili manufatti diventano portavoce di storie complesse. La trasformazione della punta del coltello da acuminata ad arrotondata, come si osserva dalla fine del Seicento, viene ricondotta alla sempre maggior presenza di carni bollite che soppiantano quelle arrosto, come pure alla volontà di imporre il divieto di nettarsi i denti con le punte dei coltelli durante e dopo i banchetti. Ciò rimanda a sua volta a norme di comportamento sociale, specchio di una classe alla ricerca di usi nuovi da sostituire ai precedenti, considerati svalutati per la loro diffusione verso il basso."" -
Cesare Dandini. Addenda al catalogo dei dipinti
Cesare Dandini è stato, insieme a Carlo Dolci, protagonista indiscusso della pittura fiorentina del Seicento. Dopo gli studi dedicatigli da Mina Gregori negli anni sessanta del Novecento, la sua figura è diventata oggetto di interessi sempre crescenti, che hanno fatto luce su aspetti sconosciuti o poco noti della sua attività. Grazie a nomi del calibro di Carlo del Bravo, Piero Bigongiari o Roberto Contini, la personalità dell'artista si è delineata con sempre maggiore chiarezza, fino a giungere nel 1996 alla monografia curata dallo stesso Sandro Bellesi, punto di riferimento ormai imprescindibile per lo studio del Dandini. Quel ricco catalogo, comprensivo di oltre centoventi dipinti, si è oggi ulteriormente arricchito, dopo più di dieci anni, di numerose acquisizioni. Tali opere, tutte provenienti da quadrerie private, sottolineano in modo decisivo le formule iconografiche e l'alta perizia del pittore, evidenziandone al contempo ""la maniera vaga, finita e corretta"""", come la definì Orlandi, frutto delle splendide tonalità cromatiche ricche di brillanti effetti smaltati."" -
Oriana Fallaci. Morirò in piedi
Oriana Fallaci ebbe pochi amici. Fra questi Riccardo Nencini, protagonista della politica toscana e da tempo apprezzato scrittore. Nencini passò con la grande giornalista, poco prima della sua morte, un'intera giornata. Fumarono molto, soli in una piccola camera a Firenze. Si dissero molte cose, ma soprattutto fu la Fallaci a parlare. Nencini ripercorre quel loro ultimo incontro, momento dopo momento, senza tradire nulla di quello che gli fu detto. La Fallaci ci parla del suo rapporto con l'Alieno, come lei stessa chiamava il cancro che poi la uccise, del desiderio di morire a Firenze, in quella stanza da cui si vede l'Arno e dove durante la Seconda Guerra Mondiale era rimasta con suo padre partigiano. Discutono di tutti quei temi che sempre infiammarono l'anima di questa ""meravigliosa, temibile e vanitosa creatura"""" come la definì Giuliano Ferrara: l'Occidente, l'Islam, le moschee, il ruolo degli Usa e dell'Europa. Nei suoi ultimi giorni la Fallaci appare come sempre è stata: tagliente, austera, decisa. Eppure, capace al contempo anche di sorprendenti tenerezze, di toccanti, inaspettati momenti di fragilità. Nencini ci rivela una Fallaci per molti aspetti ancora inedita, privata, il ritratto di una donna corrosa dalla malattia eppure, come sempre, libera e spavalda: """"Sono alla fine, Riccardo, e voglio morire a Firenze. Ed ora ci siamo. Ma morirò in piedi, come Emily Brontë""""."" -
Sabbia in bocca
Un improvviso temporale di mezza estate. Un vecchio ascensore che si blocca tra un piano e l'altro. Un uomo prigioniero all'interno che diventa suo malgrado spettatore di un feroce omicidio. Quale segreto aveva scoperto la giovane donna massacrata a coltellate? Chi cerca di nascondere una impronunciabile verità sepolta nella memoria? Alex, disegnatore di fumetti appena arrivato a Firenze, sprofonda in una spirale di morte e disperazione la cui origine si perde lontano. Perché qualcosa di terribile è già successo, molto tempo indietro. -
La camicia dei Mille. Opere d'arte per Garibaldi nel bicentenario della nascita. Ediz. italiana e inglese
Il catalogo raccoglie le opere dell'omonima mostra a palazzo Cerretani (Firenze, dal 29 settembre al 30 ottobre 2007), allestita in coincidenza del bicentenario della nascita di Garibaldi. Volume e esposizione evidenziano il legame tra l'eroe dei due mondi, la Toscana e l'arte contemporanea, nonostante i trentatré artisti coinvolti provengano da tutta Italia. Per l'occasione ciascuno di loro si è cimentato con la raffigurazione del mito, interpretando simbolicamente o realisticamente il valore della camicia rossa, attraverso una serie di rivisitazioni all'insegna dell'assoluta libertà. Molteplici e distanti le interpretazioni proposte: chi ha rivisitato l'iconografia tradizionale del generale, tra cavallo e bandiera; chi ha collocato i suoi emblemi in un'atmosfera di contemporaneità; chi ancora, raggiungendo la pura evocazione, ha ridotto la camicia rossa alla sua essenza di simbolo. Il volume, con riproduzioni a colori di tutte le opere, riporta i contributi di Antonio Paolucci, Cristina Acidini, Antonio Natali e Zeffiro Ciuffoletti, oltre alle premesse di Riccardo Nencini, Francesco Rutelli e Andrea Marcucci. -
Tempo spaginato. Chi-asmo
Il Tempo spaginato di Contiliano è il nostro. Spaginato come un fascicolo caduto a terra o sollevato dal vento, i cui fogli si siano irrimediabilmente mescolati. È il tempo frenetico e confuso della post-modernità, in cui la profondità storica sembra essersi definitivamente appiattita in una sorta di eterno presente. La poesia di Contiliano si ribella a questo tempo con le armi dell'utopia. Le parole vengono reinventate attraverso un dettato poetico che le ""mastica"""" per strapparle alla banalità, per scavarle in tutto il loro potenziale. Utopia come impulso alla libertà, accusa ai luoghi comuni, in particolare quelli della propaganda di guerra. Poesia pacifista ma di conflitto, nella sua """"guerra alla guerra"""", per avvicinarsi di nuovo al livello umano imprescindibile, quello elementare e comune. Da allegoria della crisi lo """"spaginamento"""" diventa allora simbolo positivo, caos vitale e liberante. È il disordine produttivo, che salva l'istante dall'invadenza del """"sistema"""", facendo del verso una somma di frammenti, costellazioni verbali di parole dense di significato. Con un'antologia critica e un saggio introduttivo di Francesco Muzzioli, La doppia utopia di Contiliano."" -
Cronologia dei principali fatti avventui nella città di Firenze. Dall'anno Milleseicento ad oggi
Una mappa completa della moderna storia fiorentina, 4 secoli di cambiamenti, evoluzioni e fatti avvenuti in una città faro della civiltà occidentale. Da alcuni anni la Soprintendenza ai Beni Architettonici di Firenze ha avviato una catalogazione digitale dei principali avvenimenti fiorentini, con particolare attenzione verso quelli che hanno inciso sul tessuto urbanistico e la struttura della città. La ricerca si è estesa col tempo alle notizie riguardanti tutta la dimensione artistica e culturale di Firenze, allo scopo di allestire uno strumento di consultazione a vantaggio di studenti e studiosi. Come modello si sono avute le tradizionali tavole sinottiche, grazie alle quali si possono istituire quei collegamenti e quelle analogie che sono alla base della tradizionale ricerca storica. Da questo progetto erano nate fino ad oggi quattro pubblicazioni, ognuna dedicata a un secolo dal 1600 al 2000. La presente opera raccoglie tali uscite in un unico volume, dopo averne integrato e sottoposto ad ulteriore vaglio le notizie. Ne risulta una mappa completa della moderna storia fiorentina, quattro secoli di cambiamenti, evoluzioni e fatti che raccontano una delle città faro della civiltà occidentale. Il testo è arricchito da decine di immagini e da grafici che illustrano i cambiamenti demografici vissuti da Firenze negli ultimi secoli.