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Pietro Porcinai. L'identità dei giardini fiesolani. Il paesaggio come «immenso giardino»
Pietro Porcinai, uno tra i più grandi paesaggisti al mondo (1910-1986), fu legato fin dalla nascita all'immaginario di Fiesole. Egli descriveva quella scenografia come un ""immenso giardino"""" cui ritrovare """"tutti gli elementi riuniti in una superiore e diversa realtà di vita"""". Questa ricerca sui suoi capolavori fiesolani costituisce un importante tassello nello studio della sua vasta e importante opera. La ricerca, svolta con l'intento di approfondire i legami dell'artista con le sue origini, parte dall'intuizione che le prime immagini, le atmosfere respirate e assimilate in gioventù, costituiscano le matrici e i riferimenti per tutti i suoi progetti successivi. Pubblicato in occasione del centenario della nascita del paesaggista e in riconoscimento al ruolo unico che la sua opera ha giocato e tuttora gioca nell'ambito del design di giardini, il volume accoglie disegni, testimonianze, immagini vecchie e nuove dei progetti realizzati, affascinanti come opere d'arte. Operando una selezione in riferimento ai casi maggiormente documentati, conservati o leggibili nel loro impianto originario, rapportati al loro intorno, Ines Romitti fornisce con questo saggio nuova linfa alla estesa letteratura dedicata a Pietro Porcinai."" -
Sant'Agata. Una santa, una pieve, una comunità del Mugello
Un volume su Sant'Agata, martirizzata secondo la tradizione a Catania il 5 febbraio 251, il cui culto si diffuse immediatamente dopo la morte dal bacino mediterraneo al resto d'Italia fino al Nord Europa. Un volume sulla bella pieve romanica che ne ha preso il nome, oggi la frazione più importante del Comune di Scarperia (Firenze). Sulla storia e storia dell'arte della pieve, sulla storia e sulle tradizioni della comunità. Di particolare interesse è la trascrizione dell'inedito documento archivistico che narra i lavori seicenteschi alla pieve. -
Il quadrato magico
Scrive Sauro Albisani nella prefazione: ""Per la quinta volta Osvaldo Brugnetti ci ricorda che le cose parlano. Il suo è un lungo itinerario che lo ha portato verosimilmente più lontano della mèta progettata in partenza. Stante il tratto di strada che questo libro ha già alle spalle, è d'obbligo partire da delle conclusioni piuttosto che da delle premesse. Il testo ne suggerisce due, più una terza da leggersi come conseguenza delle prime due. Innanzitutto, una percezione animica della realtà che porta con sé il rifiuto di guardare alla materia come a un decadimento dell'essere, anzi come al luogo della caducità. Nei monologhi delle cose, invece, si manifesta una forma di panismo (""""Dio Pan in me è celato""""): l'io, che rifiuta di pronunciare il pronome della prima persona, si frantuma in una serie interminabile di rappresentazioni""""."" -
Inganni del tempo
Un sole sfatto taglia i nostri giorni per sventatezza forse dissipati o per pigrizia. Sale un'ombra quieta che appena ci lambisce in un trascorrere lento e muto che sarà forse l'ultimo e che alla perdita induce o alla resa. Invocheremo ancora dilazioni,rinvieremo la meta ad altra data,ad altra curva del tempo? Ci resta solo un attendere incerto, un accenno che dietro ad altro spazio, ad altro stadio e per prodigio su se stesso giri il tempo, e segni certi alzi nel cielo. Ma porta il tempo offerte oltre gli inganni? Con testimonianze di Giovanna Fozzer, Renzo Gherardini, Margherita Pieracci Harwell. -
All'oro. Versi nel cammino e della marcia
Di vampe recenti non ha che un teporequesta sorda bonaccia, quest'umore di palude;gracida il cuore alla vitacon sussulto indolore. Scrive Franco Manescalchi nella prefazione: ""Il tema alla base dell'intera opera è quello dell'homo viator, innanzi tutto in se stesso, per andare oltre la transizione dell'esistere e trovare la dimensione dell'essere. Viaggio difficile, affidato appunto ad un chiaro filo di voce che si snoda in un intreccio di sensazioni, emozioni, sentimenti e illuminazioni nel cerchio solare del logos""""."" -
Tano Pisano. Peix. Catalogo della mostra (Firenze, 7-29 aprile 2011). Ediz. illustrata
È il catalogo della mostra allestita a Firenze presso la Sala Esposizioni dell'Accademia delle Arti del Disegno (7-29 aprile 2011) e dedicata all'opera grafica di Tano Pisano. Il libro raccoglie testi di Domenico Viggiano (Tano Pisano a Firenze), Paola Cassinelli (Il coraggio di non essere contemporaneo) e dello stesso artista (Sono Pittore: punto e basta!&) e riproduce a colori 40 opere, suddivise in due sezioni. La prima presenta opere recenti, prevalentemente acquerelli, accomunate da soggetti ittici; la seconda dimostra il percorso del pittore dal 1964 al 2011. La biografia di Tano Pisano conclude il libro. -
Affresco e pittura murale. Tecnica e materiali
Prendendo ad esempio le testimonianze di tre grandi artisti vissuti tra il XIV e il XVIII secolo (Cennino Cennini, Giorgio Vasari, Andrea Pozzo), l'autrice divulga la tecnica dell'affresco, la più nobile e durevole nel tempo, che prevede l'uso di colori sciolti semplicemente nell'acqua e stesi sull'intonaco ancora umido. In particolare il volume racconta l'evolversi della pittura murale e ne illustra i materiali, il metodo di stesura e di realizzazione degli intonaci, la tecnica della macinazione e quelle per la preparazione e l'uso dei colori. -
Il porcellino di Pietro Tacca. Le sue basi, la sua storia
Il ""Porcellino"""" del Mercato Nuovo è un'opera tra le più note dell'immaginario collettivo non solo fiorentino, portafortuna per migliaia di mani che ogni giorno ne accarezzano il muso. Copia di un originale seicentesco di Pietro Tacca esposto al Museo Bardini, rappresenta una delle storie più curiose nell'universo delle arti a Firenze. Il libro ruota intorno al monumento, alle sue basi, ai restauri. Il cinghiale seduto e innocuo, la cui rara iconografia è qui esaminata con persuasive osservazioni, è un simbolo fiorentino da quando l'originale marmoreo, venuto da Roma, fu incorporato nella rassegna di prestigiose antichità del duca Cosimo e diede spunto a varie rielaborazioni artistiche e memoriali. Il porcellino rappresenta, insieme al leone Marzocco, un autentico """"totem"""" della città di Firenze. Lo testimonia anche il restauro, nel 2010, del Cinghiale marmoreo antico esposto nella testata del terzo corridoio degli Uffizi: ben modellato in marmo greco e finemente scolpito nelle setole del pelame ispido, il """"porco cignale"""" (Vasari) ispiratore di tutti gli altri viene considerato dagli esperti un scultura greca autentica, risalente al II-I secolo a.C."" -
Viaggio metafisico del professor Cosimo Noni
Il professor Cosimo Noni, uomo solitario e un po' codardo, è prossimo alla pensione e la sua vita è un po' deprimente. Sposatosi in tarda età, più per amicizia verso un vecchio amico che per amore, è disprezzato dalla moglie e decide di prendersi un'ultima notte per decidere che fare della propria vita. Si ritrova così, come in un sogno, nel mondo dei Malavoglia, la famiglia di Aci Trezza resa famosa dal romanzo di Verga, e decide di provare a cambiare le sorti dei ""vinti"""". Sarà proprio quest'esperienza metafisica a fargli ritrovare il coraggio che forse non ha mai avuto, e tornare infine al mondo reale pieno di nuove energie."" -
Capolavori in miniatura del museo archeologico di Fiesole. Etruschi, romani e longobardi vista da vicino
Questa pubblicazione vuole offrire al pubblico un gruppo di significativi reperti archeologici di Fiesole, conservati ed esposti nel locale Museo Civico. Non è una guida in senso stretto, bensì uno strumento per orientarsi nelle diverse sale alla scoperta degli oggetti più curiosi e particolari. Ognuno di essi è parte della storia di Fiesole: la racconta e la rappresenta al visitatore. È tuttavia difficile cogliere tra i tanti oggetti, a volte di dimensioni davvero ridotte, quell'aspetto particolare e, in esso, il dettaglio significativo che metta in moto la curiosità e la volontà di capire. Di qui l'idea di usare l'obiettivo fotografico e il forte ingrandimento. Gli oggetti sono stati scelti per la loro qualità, espressività e rappresentatività nel contesto archeologico fiesolano. Sono documenti e fonti storiche di primaria importanza. Da un certo punto di vista, questo libro suggerisce domande più che risposte e invita a vedere e a cercare non solo nell'insieme ma anche nel dettaglio la storia degli uomini e delle donne di Fiesole e delle civiltà etrusca, romana e longobarda. -
L' artista e il suo rovello
Qui Carelli dà conto a noi e a se stesso degli amori che hanno fatto ricca la sua vita, ma oltre quelli che accomunano tutti gli uomini, ce n'è uno proprio di chi è stato toccato dalla grazia (o dal tormento?) di una chiamata ineludibile che ha nome poesia. E alla poesia è dedicata la prima sezione del libro che non a caso è intitolata ""L'artista e il suo rovello"""" come l'intera raccolta. Con venti brevi poesie Carelli scrive una sua poetica, e insieme compie una sorta di rito di ringraziamento, nella consapevolezza che nonostante tutte le inquietudini, l'alternanza fra l'intima gioia che può dare un'immagine, un bel verso, e l'amarezza per una navigazione incerta che tende ad un orizzonte irraggiungibile, tuttavia la certezza della poesia - ci dice il poeta - è """"che il suo destino è durare""""."" -
Le nuove dimensioni strategiche dell'ospedale di eccellenza. Ediz. italiana e inglese
La trattazione del volume è concentrata sulle strutture ad elevata complessità ed intensità di cura, identificabili come strutture di eccellenza tanto per la qualità delle prestazioni clinico-assistenziali erogate quanto per la capacità di sviluppare ricerca scientifica avanzata e produrre innovazione. Gli ospedali in grado di fungere da centri di eccellenza per la produzione e la diffusione di conoscenza biomedica avanzata oltre che per il suo impiego diffuso nelle prassi terapeuticoassistenziali contribuiranno, in maniera determinante, all'avanzamento scientifico e sanitario del nostro paese. Da questa constatazione discende l'importanza di poter disporre di supporti metodologici e strumentali utili per una efficace concezione della loro configurazione architettonica dal punto di vista tipologico, organizzativo-funzionale e tecnologico. Nello specifico disciplinare dell'architettura ospedaliera si ravvisa una diffusa carenza di strumenti progettuali e di indirizzo atti ad interpretare e governare le numerose implicazioni dell'innovazione biomedica - nelle sue diverse valenze di ricerca avanzata, formazione specialistica, diagnosi, cura e assistenza. -
Firenze 1940-1943. La protezione del patrimonio artistico dalle offese della guerra aerea
Nei giorni immediatamente successivi alla dichiarazione di guerra (10 giugno 1940) a Firenze, come nelle altre città d'arte italiane, la Soprintendenza ai Monumenti intraprese una serie di importanti opere di protezione per salvaguardare il patrimonio architettonico dai possibili danni derivanti dalle incursioni aeree. Si trattò in una prima fase di strutture di legno e sacchi di sabbia coperti da lastre di ternit, quindi di vere e proprie opere murarie volte a 'blindare' statue (laddove non ne era possibile la rimozione), loggiati, portali, nicchie, cappelle e altre emergenze artistiche. L'attività dei molti cantieri fu documentata da campagne fotografiche per un totale di circa duemila immagini, oggi conservate presso la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici. Assieme ai due saggi di Francesco Fortino e Claudio Paolini, il libro offre una selezione di questi scatti, nella maggior parte inediti, a mostrarci una città profondamente trasformata e in molti dei suoi scorci resa irriconoscibile da gabbiotti e murature protettive. Oltre che una documento storico in sé, il repertorio pubblicato costituisce un esempio del ricco fondo dell'archivio fotografico. -
Borse e sogni. L'arte di Maria Salvatici
Maria Salvatici esordisce agli inizi degli anni Novanta, riproducendo con successo capi d'abbigliamento infantile ispirati al '700. Poco dopo, il suo interesse viene facilmente catturato dal pizzo pregiato, dai ricami floreali e dalle stoffe che decorano le borse da donna d'epoca, spingendola a dare inizio a una notevole produzione di questi accessori raffinati e impreziositi da sete, pizzi e ricami, il tutto modellato magistralmente insieme a minuterie metalliche di oreficeria. I materiali, di antica o nuova lavorazione, vengono scelti tra quelli che Maria trova in vecchi magazzini di mercerie chiuse, in cassetti dimenticati, o ricostruendoli lei stessa, sempre attenta a ogni piega, a ogni sfumatura di colore, a ogni riflesso della stoffa. La bravura e la passione per questo lavoro le hanno dato l'opportunità di presentare i suoi lavori a Pitti Bimbo nel 2008, e di raccoglierli in varie esposizioni, tra cui la personale Maria Salvatici. ""Il Giardino della vita"""" presso la Fondazione Antonio Berti di Sesto Fiorentino e la mostra Dall'artigianato al design, che la vede esporre accanto alla Richard Ginori presso la Galleria delle Carrozze di Palazzo Medici Riccardi a Firenze."" -
Musiche di legni in riva d'Arno. Le sculture di Giuseppe Gavazzi dai canottieri a Ponte Vecchio. Catalogo della mostra (Firenze, 23 giugno-15 luglio 2011)
È il catalogo della mostra che ha per sede la Società Canottieri di Firenze (23 giugno - 15 luglio 2011), un allestimento tutto dedicato al tema della musica e al tema del traghettamento attraverso l'Arno, utilizzando grandi sculture del maestro Gavazzi. Un evento in particolare costituisce una novità assoluta: durante l'inaugurazione della mostra una barca percorre il corso d'Arno fra i Canottieri e Ponte Vecchio, ospitando insieme ad alcune persone l'opera simbolo della mostra stessa. Alta 2 metri e 50 cm, la scultura è nata come San Cristoforo, celebre per aver portato Gesù sulle spalle attraverso il fiume, secondo la Legenda Aurea di Iacopo da Varazze. -
Maioliche «figurate» di Montelupo
A cent'anni dalla ""questione cafaggiolana"""" che aveva opposto studiosi faentini e toscani, largamente superata col progresso degli studi e delle conoscenze in merito, un'esperta faentina celebra in questo volume il """"figurato"""" di Montelupo, aspetto della maiolica toscana nel quale proprio alcuni faentini cinquecento anni fa ebbero parte attiva. L'ampiezza della documentazione raccolta ha indotto a suddividere l'opera in due parti: una di carattere saggistico, a inquadramento dell'argomento; l'altra di catalogo, con un'analisi di maioliche """"figurate canoniche"""". La prima parte si apre con un saggio di Fausto Berti che ci aggiorna sullo stato delle conoscenze sulla maiolica """"figurata"""" presente nelle raccolte del Museo di Montelupo, acquisita soprattutto a seguito dei fruttuosi recuperi da lui condotti in prima persona e col proprio gruppo archeologico. In un secondo saggio l'autrice affronta degli aspetti storiografici, considerando i frutti che si possono trarre da un'attenta lettura degli scritti del passato. Un terzo saggio delinea il percorso artistico che porta i maestri montelupini dal """"ritratto"""" rinascimentale al """"figurato canonico"""" a piena superficice."" -
Plinio Tammaro. Allievi, volti del pensiero, figure del mito nell'arte
La pubblicazione è stata realizzata in occasione della mostra che la città di Grosseto ha dedicato alla figura dell'artista Plinio Tammaro (Napoli, 1928-Siena, 2008), ospitando dal 9 al 30 giugno 2011 presso il Cassero Senese insieme alle sue quelle dei suoi allievi: Alberto Inglesi, Giuliano Vanni, Mauro Berrettini, Maurizio Masini, Pier Giorgio Balocchi, Rino Conforti, Graziano Bernini, Rita Bocci, Federico Fusi.La pubblicazione, introdotta da testi di David Tammaro e Cinzia Toccafondi, si avvale di un lungo saggio di Susanna Ragionieri sulla scultura di Tammaro, cui seguono schede e biografie dedicate a ciascuno di nove allievi. Tra sculture e dipinti sono riprodotte a colori 66 opere del maestro e 26 dei suoi epigoni. -
Scritti giornalistici. Vol. 6: Il taccuino di Epoca 1972-1976.
Il rapporto di Giovanni Spadolini con ""Epoca"""" è di lunga data e inizia con la vita stessa della rivista, nell'ottobre del 1950. Divenuto nel 1955 direttore del """"Resto del Carlino"""" egli continuerà a collaborare e a scrivere sul settimanale, tenendo dal 1972 fino al 1976 la rubrica """"Il taccuino"""" di Giovanni Spadolini. Tra la prima e la seconda stagione della sua collaborazione, la presenza di Spadolini nella vita italiana matura un percorso che lo vede dopo la direzione dello storico quotidiano bolognese, direttore del """"Corriere della Sera"""" (1968-1972) e, una volta lasciata via Solferino, eletto in Senato come indipendente nelle liste del Pri. Nei pezzi del suo Taccuino e in altre testimonianze della sua collaborazione al settimanale qui raccolte in appendice, Spadolini fissa con occhio critico la vicenda complessiva di un paese di cui avverte la complessità e le difficoltà. Giornalista nel Palazzo, egli mantiene il ruolo di """"storico del presente"""" che lo caratterizza fin dagli esordi: raccontando, polemizzando, sollevando questioni e sfidando il lettore. Ritroviamo anche le passioni più proprie dello Spadolini uomo di cultura, che sa cogliere negli incontri con i grandi del tempo le atmosfere, i silenzi parlanti, le tensioni e le sensibilità, regalando veri e propri esempi di un giornalismo non urlato, sobrio ma allo stesso tempo denso e pungente."" -
L' altra parte di noi
"L'altra parte"""" di noi racchiude dodici componimenti poetici di Paolo Manetti dedicati ad altrettanti animali. I disegni a tecnica mista su carta sono stati realizzati da Anna Maria Bartolini per dare forma visiva alla raccolta, secondo il progetto grafico di Antonella Ortolani." -
Pietro Gentili. Antologia 1961-2005. Ediz. illustrata
La pubblicazione è stata realizzata in occasione della mostra dedicata dall'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze all'opera di Pietro Gentili (San Vito Romano, 1932-2008) nel settembre 2011. Il catalogo, con presentazione di Lara Vinca Masini, scritti dello stesso Gentili, testi critici di Claudio Cerritelli e Italo Furlan, riproduce a colori decine di sue opere pittoriche, sculture, gioielli e installazioni. Completano il volume un'antologia critica e un ricco apparato bio-bibliografico. ""La valenza dei risultati artistici di Gentili - afferma Furlan - va considerata paritetica a quella dei linguaggi singolari e poliedrici di Boetti e Fontana, di Manzoni e Nigro. Accostamento peraltro riduttivo se si considera l'ampio ventaglio delle operazioni di Gentili. Fu proprio Fontana - che con i suoi fori e tagli ha creato varchi verso nuove dimensioni 'al di là' della superficie pittorica rimanendo tuttavia nell'ordine dello spazio reale - a notare nell'opera di Gentili l'insorgere di una 'visione di mistica spiritualità' che supera la realtà naturale e le formule compositive geometricamente circolari generate dal punto"""".""