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La terra. Lampi e altre voci. Ediz. bilingue
Eulalio Gómez impugna un delicato pennello di parole colorate e, immerso nel silenzio travolgente della contemplazione, a tratti e lampi compone la sua “lode alla Terra”. Sorella amata e amante, immobile e mutante, punto d’arrivo e di partenza, sempre decisa a produrre speranza. Assomigli a Dio. Senza di te non sono. Parole che nel vento attraversano oceani, pianure, boschi e vette rocciose, illuminando gli angoli più remoti del nostro cosmo interiore. -
Le tentazioni della Luce
«L’amore mistico che incarni»… e da lì, la tensione tra la mistica e la carne, il dualismo che l’amore, solo l’amore non separa… «Mi apro/a quel corpo ebbro d’amore», l’altro fianco, l’altra sponda, la carne. E così scorre questa raccolta di poesie, oscillando tra una riva e l’altra, nel mezzo, la tensione, la ferita o lo squarcio; nel mezzo la storia, la finitezza e le parole, la poesia… Poesia impossibile per una sutura impossibile, perché di tensione creiamo, di assenze scriviamo: «mi spoglio delle cose/ per incontrarti nel nulla», è il desiderio, la fede, ma espresso in parole, ancora aggrappato, ancora umano. È di questo che ci rallegriamo, che l’impossibile, cioè l’unione, generi poesie come queste, come quella che sa che «mai fu patria/ un certo tipo di amore», solo cammino, poesia dopo poesia, verso dove le parole fanno silenzio… (Hugo Mujica) -
La grande adunanza
Tutto è informatico e digitale, non esiste più la carta, non esiste più la poesia. rn«Un futuro non troppo lontano, parecchio riconoscibile (ahinoi). Per le parole e l'autenticità tra esseri umani non c'è spazio. La salvezza? I versi. La storia di Nicola Bultrini e Mauro Cicarè esalta immaginazione e canto. E lancia un genere: la graphic poetry» - La LetturarnrnrnI poeti però continuano a esistere e si incontrano e si confidano che hanno trovato poesie graffiate sui muri... Con la prefazione di Lillo e Greg. -
Dal fronte del porto a Portella della Ginestra. Storie di rapporti tra Stati e mafie
Era il 3 febbraio 1942, Franklin Delano Roosevelt aveva battuto il pugno sul tavolo e aveva usato per la prima volta un'espressione che sarebbe in seguito divenuta famosa: fronte del porto! Intendeva che non esisteva solo il fronte del pacifico contro i giapponesi, ma che si ne era aperto un secondo, un fronte interno, proprio nel porto di New York... Poco più di un anno dopo... Era il 2 settembre 1943, vicino a Palermo due carabinieri e due guardie forestali avevano dato l'altolà a un ragazzo a dorso di mulo che trasportava una bara con dentro due sacchi di frumento. Lo avevano obbligato sotto la minaccia dei fucili a mostrare il cadavere. Il ragazzo, ferito, era fuggito reagendo ed uccidendo il carabiniere Antonio Mancino. Ebbe così inizio il mito di Salvatore Giuliano. -
Dai Led Zeppelin allo Zen
"Mi sembrava che un'epidemia avesse colpito la gente, malattia che si manifestava come perdita di forza Conoscitiva, come automatismo che tendeva a livellare. Avevo il dubbio che fossi io a esagerare l'importanza e la portata di tali espressioni artistiche.""""" -
I giorni del Quirinale
È giusto che il presidente di una Repubblica parlamentare e non presidenziale gestisca la crisi di governo seguita alle elezioni giocandovi un ruolo politico, pretendendo di imporre un esecutivo a lui gradito senza tenere nel debito conto il risultato scaturito dalle urne? È legittimo che egli si rifiuti di nominare un ministro che oltre a godere della fiducia delle forze che costituiscono la maggioranza del Parlamento ne rappresenta il simbolo programmatico? È normale che gli organi d'informazione - pubblica come privata - continuino a difendere l'operato del capo dello Stato anche quando sbaglia? Ed è veramente libero quel Paese costretto a subire imposizioni dettate dall'estero? Interrogativi posti dall'interminabile e anomala crisi politica italiana seguita alle votazioni del 4 marzo 2018, il cui complesso sviluppo viene qui ricostruito dedicando una particolare attenzione al ruolo assuntovi dalla rete, con i continui aggiornamenti delle edizioni digitali dei quotidiani, le indiscrezioni dei ""retroscenisti"""", le fibrillazioni dei social network."" -
Sguardi. Il Novecento nel segno di Elio Pastore. Catalogo della mostra (Milano, 6-21 luglio 2019). Ediz. a colori
Di Elio Stefano Pastore molti critici hanno scritto, in più occasioni, ponendo l'accento su specifici aspetti della sua arte. Ma, soprattutto, di volta in volta evidenziandone il variegato percorso: fotografia, grafica, elaborazioni elettroniche e infine arte tradizionale. Soffermandosi, poi. a rimarcare il suo carattere di valente artista poliedrico, gli aspetti di singolarità della sua arte così come testimoniati da cambiamenti di medium e di approcci che, almeno all'apparenza, marcavano forti discontinuità e repentini cambi di percorso. L'occasione offerta dalle opere presenti in questa mostra milanese consente, invece, di proporre una chiave di lettura diversa, non certo l'unica e onnicomprensiva, ma che sembra preferibile seguire. Non solo perché dà conto dell'unitarietà e unità di Pastore sia come uomo che come artista, rendendo merito a un sofferto e lungo processo di crescita e maturazione interiore. Ma soprattutto perché si pone l'obiettivo di andare alle radici del motore creativo che l'ha spinto in tante direzioni, apparentemente diverse, per individuarne l'essenza ultima. -
Ars poetica
"Ars poetica"""" - nella prima parte - è una raccolta di frammenti di poesia che testimoniano il legame a un mondo ancestrale, ma vivo. Al centro della scrittura dei due poeti vi sono «le parole» che con il loro suono, tratteggiano l'esistenza dei singoli. La vita, nel suo manifestarsi, si affida alla parola che dapprima è gemito poi si dipana in immagini che catturano quei segni. Le parole racchiudono memoria e fantasia. Portano il segno del passato, sono intinte nella storia, nei suoi grandi avvenimenti, ma anche nei piccoli, nella piccola storia e la sua casualità. Il loro significato si lega spesso a usanze perdute, ad abitudini dismesse, a racconti sentiti, perduti e riscoperti. Questi versi accompagnano il lettore attraverso «i vicoli dell'esistenza», quelli che si animano nei volti di chi abbiamo incontrato. È questo il senso che Pino Rovitto e Filippo Gazzaneo assegnano alle parole che come pietre costruiscono la storia dei nostri luoghi, dei nostri padri, delle nostre madri." -
AgGREGazioni
Disarmante, simpatico, buono, in questo suo libro Claudio si nasconde e si mette a nudo allo stesso tempo; spesso, dove gli altri ridono a crepapelle, chi lo conosce si commuove, mentre lui entra ed esce in un nascondino continuo fra le righe; si diverte a fare Queneau, Eco, Chandler, più una pletora di scrittori moderni non meglio identificati, oltre che, naturalmente, sé stesso. È comico, mai noioso, sempre vario, è pieno di roba buona. Questo è il livello primario per godervelo. Il livello secondario, visionario, ci fa riflettere di più, pensare alla nostra vita. Contiene: le ""Lettere di San Drone da Tebe"""" e le indagini dell’Ispettore Mallory."" -
La voce aperta. Viaggio nell'universo della parola parlata
Infiniti manuali si consegnano ai cultori della lingua italiana o semplicemente a chi ha preso consapevolezza dell'utilità e della bellezza dell'esercizio della nostra lingua. Questo libro non procede solo didatticamente, il viaggio di Maria Letizia Gorga si svolge empaticamente con il lettore, ripassando assieme a lui le regole della dizione, recuperando soprattutto la straordinaria energia della comunicazione. In un momento storico in cui si delega all'immagine la nostra forza oratoria, è giusto recuperare attraverso l'arte dell'incontro quel potere che la parola ha di agire ogni volta che si riafferma. E parlando, aumentando il nostro vocabolario, fissando finalmente quegli accenti tonici che abbiamo avuto la leggerezza di non segnare sulle vocali designate, distinguendo le consonanti sorde da quelle sonore senza dubbi o prepotenze storico-regionalistiche, potremo davvero unire linguisticamente con orgoglio una nazione che fa, troppo spesso, dell'incertezza e dell'approssimazione il suo valore. -
Terre sospese. Testo originale a fronte
"La voce di una poetessa così mette in crisi il tempo. Estrae i suoi fiori elementari e intensi dalle esperienze profonde della vita (la maternità, l'amore, le perdite, il viaggio) e anche dalle realtà più sfumate (uno sguardo, un ricordo, un segreto). E lo fa con l'esattezza e con la fascinazione di un dettato semplice e misterioso, amplificato, per il lettore italiano, da una lingua prossima ma abitata da lontananze. La Grech compie un'opera di esattezza. Le sue parole sono piene dei silenzi necessari all'emersione e all'individuazione dei termini. Una poesia che trema a fianco della vita, dei volti, delle situazioni. Non le vuole coprire, non vuole esserne, neo-romanticamente, l'essenza, né l'enigmistica gnosi. Ne è la risonanza, la captazione. È un alfabeto scritto sulle foglie della sua anima. E da questa Pizia gentile, dalle sue poesie, noi impariamo i misteri sempre nuovi e sempre antichi della vita, della nostra."""" (Davide Rondoni)" -
Noi, neanche dannati. Ediz. illustrata
"Nelle sue composizioni. fortemente realistiche. si sente anche il peso dei corpi. con le anatomie che gli artisti prediligono. Ma allora, come in una celebre scultura (li Martini. la forma si agita nelle schiene, per i loro volumi e per quella corda naturale che è la spina dorsale. con i suoi nodi così espressivi.'"""" (Vittorio Sgarbi)" -
Il velo che cade
L'autore ripercorre l'arco della vita professionale attraverso la lente dei ricordi che passano come altrettante sequenze. Musicisti, letterati, pittori e scultori, direttori d'orchestra, registi e compositori, uomini di cultura sono ritratti nella semplicità della loro sostanza umana e artistica. Si forma così una galleria di nomi passati e presenti: Berenson, padre Balducci, Muti, Chailly, Mehta, Ughi, Pollini, Ciani, Palazzeschi, D'Amico, Henze, Gavazzeni, la famiglia Tommasi, Eco, Alberti, Cancogni, Cavani, Gui, Ronconi, Conti, Nardi, Bacci, Pinzauti, Bargellini, Saviane, Farulli e molti altri scorrono con il sapore nostalgico dell'amicizia. -
L'amore misurato
«C'è un movimento, un passaggio. Un affinarsi dell'idea e dell'esperienza dell'amore. In cosa consiste la sua smisurata misura? C'è in questo libro di poesia antica e nuova una urgenza. La giovane donna che lo scrive lo fa con la fierezza del senso di un'eredità e con l'eleganza di una speciale libertà. Il dettato è denso, ricco senza inutili orpelli. Versi - specie in alcuni inizi di potenza rara, memorabile. La lingua è impastata di tempo, di letture sedimentate, di tremante consapevolezza del compito. Un canzoniere d'amore che non indulge a sentimentalismi, dove l'emozione è trattenuta nei suoi nuclei esplosivi perché il lettore riceva le sue granate ancora inesplose in mano, e decida che rischio correre. Perché non c'è dubbio che a leggere queste pagine si corre un rischio. Come ogni volta che si parla d'amore fissandone gli occhi, di fuoco e di giada.» (Davide Rondoni) -
Lupa
«Da quale punto del mondo si accende il radar poetico di Federica Scaringello? Una quasi indecifrabile storia d'amore viene captata alla profondità dove vivere e morire si confondono? In quale pomeriggio di tempo infinito avviene la precisa, asciutta auscultazione del vivere? Una poesia che, per dirla con Luzi, ha «reciso il filo di elegia». Che non cerca facili vibrazioni emozionali ma la precisione di parole-intaglio, di parole e immagini come gesto sintetico, teatrale nel senso della essenzialità e non della messinscena. Come se lo spazio, e la vita che lo abita, fossero portati a un tribunale della visione, a una verifica estrema, alla prova del dicibile. E così su tale soglia di dicibile e no, di vita e di sua sparizione, di presenza e vuoto, la poesia si afferma come unica parola possibile. E come unica ripresa di fiato, di anima. Perché la vita, anche quella che ha attraversato le sue morti, sia - con il suo mite splendore.» (Davide Rondoni) -
Non ho colpa
"In una scuola della periferia fiorentina dove le ore di lezione scorrono quiete, due distinti e misteriosi individui si aggirano alla ricerca del professor Giovanni Donnino. Un uomo alle prese con la carriera, gli alunni e le interrogazioni, con la normalità insomma, ma soprattutto con l'amore: il piccolo Marco, Monica, passionale e bohémien, Virginia, l'unica che ne sa davvero leggere l'animo ed Elena, così instabile e preziosa. È il giorno in cui la normalità di Giovanni si spezza per sempre: un evento inquietante, un'accusa infamante, lo trascineranno dove ricordi invadenti gli faranno visita senza chiedere il permesso, dove voler scappare non basta, dove la verità è una chimera, nelle terre inesplorate di se stesso. Tornano fantasmi del passato e scandalose coincidenze lo costringono nel buco nero di una colpa nascosta...""""" -
Dentro il meraviglioso istante
Filippo Davoli viaggia in diverse direzioni della sua esistenza (le memorie, gli incontri nella sua casa di ospitalità, il terremoto, le visioni sulla storia e sul presente) sempre abitando la dimensione dove la voce della poesia si accende, e da dove parla alla vita di tutti. In quella unicità meravigliosa dell'istante, dimensione viva del tempo. Tempo che la poesia mostra dunque come avventura e rischio, come vicenda di un amore e attenzione vigilante. -
Dove inizia l'amore. Un viaggio nella «Vita Nova» di Dante
Parlare della Vita Nova settecento anni dopo svincolandosi dall'espediente accademico è possibile. La poesia - ci insegna Dante - non è mai una tregua o un luogo dove sentirsi protetti e in questo libro la vicenda dantesca si intreccia con quella dell'autrice, attraverso nove parole-chiave che danno al lettore linee guida per intraprendere un viaggio che non può lasciare illesi se alla base c'è la ricerca della luce del vero. -
L' Adrian. Storia e mito dell'elmetto della grande guerra
Nell'arco di pochi anni, in tutto il mondo, sono stati prodotti milioni di esemplari dell'elmetto Adrian, concepito dall'omonimo ufficiale francese che, in una corsa contro il tempo, riuscì a escogitare una delle protezioni belliche tra le più diffuse della storia moderna. Prima di quell'elmo in guerra si andava con copricapo cenciosi, spesso soltanto rappresentativi se non addirittura d'intralcio, o con ripari paradossalmente più pericolosi. Quell'invenzione rappresentò una rivoluzione nell'abbigliamento difensivo, presto mutuata dagli eserciti di altri Paesi e impiegata per molti anni anche dopo la Grande Guerra. Per foggia e materiali l'intuizione di Louis Auguste Adrian rappresenta il discrimine tra due modi completamente diversi di intendere la guerra e tenere in considerazione la sopravvivenza dei soldati. -
Linea gialla
Questa raccolta di brani poetici e illustrazioni ripercorre la circolarità della vita umana nelle sue fasi più significative.