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Il sommarone e altre memorie
"Una piccola raccolta di fatti e fatterelli attorno a un'antica famiglia e ai suoi diversi rami: la mia. Vi sono prozie centenarie e cugini non ortodossi, qualche giardiniere beone e qualche buon villico che briga e armeggia. Vi sono molti libri e una cappella di famiglia al cimitero. Che è poi il luogo dove tutti, presto o tardi, s'andrà a riposare con i fiori nel vaso.""""" -
Ci siamo incontrati dopo milioni di anni. Antologia della poesia azerbaigiana
«Una spaventosa grazia corre tra Azerbaigian e Italia. Le patrie di Nasimi e di Dante, di poeti che hanno vissuto la poesia come cammino, come viaggio e come avventura continuano a parlare la poesia come lingua viva e profonda dell'essere umano. Quando fui invitato a Baku a parlare di Imadaddin Nasimi mi si aprì un mondo. Non solo per i fiammeggianti e ironici grattacieli, in un oriente che quasi si diverte a travestirsi da occidente, e poi non solo per la lingua avvolgente, e le distese di color terra, o per le bellezze dei volti e delle opere stupefacenti d'arte e artigianato. Qualcosa in Azerbaigian chiama e innamora quasi con violenza. Qualcosa che sta più a fondo di ogni tesoro che vi si estrae. Più giù, vicino ai primi movimenti della creazione del mondo. Il viaggio a Baku, accompagnato dalla cortesia dell'Ambasciatore Augusto Massari, fu l'occasione per inventare questo scambio di poesia che prende luce ora, grazie al lavoro di tanti e, per quel che mi riguarda, grazie alla collaborazione preziosa della poetessa Isabella Serra...» (Dalla Prefazione di Davide Rondoni) -
Io sono già morto
Quanto è sottile la linea di confine tra vita e morte? Può essere così sottile tanto da trovare vita nella fine e morte nell'esistere? Nel pensiero un nome: Elena, la convinzione di un unico e continuo amore, la ragione d'essere che si allontana lasciando dietro di sé soltanto il Nulla. Da qui il nascere di versi dal vuoto e il vuoto a riempire i versi, l'appuntare tutto sul taccuino per riviverlo quando meglio si crede. Decidere di partire per scegliere di tornare, accorgersi che niente è cambiato e capire che fuggire dalle situazioni non aiuta a risolverle. L'abbandono accoglie e contrasta la paura di fare qualcosa senza averne la piena convinzione. Conoscere l'amore, esaurirsi per esso ed essere più vivi di quanto lo si era prima. Perché solo morendo si può nascere di nuovo. Il cercare se stessi mentre da sé stessi si scappa. È possibile? -
La tenuta dei gabbiani
Franco vive una vita semplice, fatta del suo lavoro e di vecchi amici con cui condivide il tempo libero passato tra fantacalcio al sabato sera e uscite estive. Soprattutto con Monica c'è un'amicizia da sempre. È attirato dal modo di vivere dei suoi coetanei, fatto di palestra, aperitivi e belle donne, anche se percepisce che in fondo in fondo tutto ciò non gli corrisponde. Nell'incontro con Giada intravede la possibilità di un cambio di vita e si illuderà che lei possa fargli da tramite per arrivare a essere come gli altri, ma si rivelerà però qualcosa di ben più profondo e inaspettato. Franco scopre, attraverso lei e il suo mondo, un'amicizia capace di sostenere in modo semplice i desideri, le difficoltà e gli imprevisti che la vita gli riserverà, donandogli un gusto nuovo per tutto. Nuovi incontri e nuovi rapporti che gli permetteranno di riscoprire la bellezza semplice della sua storia, della sua famiglia, dei vecchi amici e che lo renderanno capace di diventare protagonista della sua vita e compagno di cammino per tanti altri. -
La prese per mano e la rialzò
La pandemia da Covid-19 ci vede ormai impegnati da più di un anno a fronteggiare un nemico capace di colpire alla radice certezze, prospettive, abitudini di vita. Nel disorientamento collettivo, ma anche nella rabbia sotto-traccia che si esprime in diversi modi nell'ambito familiare, lavorativo, politico, relazionale ed ecclesiale, sono ormai diversi i tentativi di elaborare una riflessione che sia capace di raccogliere dubbi e interrogativi. Tutto questo con l'intento di orientare processi utili a vivere l'emergenza ma soprattutto a progettare il futuro. In questo senso, da più parti emerge il dubbio che la situazione di pandemia non ci chieda solo di attendere il suo superamento, al massimo sanando ferite mediche ed economiche, ma anche di cogliere urgenze di rinnovamento. La pandemia, infatti, potrebbe avere evidenziato alcune fragilità bisognose di attenzione nel rapporto tra gli esseri umani, con il creato e - in ambito ecclesiale - nelle prassi pastorali consuete. Risuona spesso e in diversi contesti - più o meno divulgativi - la frase di papa Francesco per cui «peggio di questa crisi c'è solo il dramma di sprecarla». -
Monolongues. Ediz. bilingue
«Non direi niente se non che/per la strada c'è tutto...» -
Il giuramento sulla città
«In questa raccolta d'esordio di Fabio Barone, si compone con energia stilistica un mosaico di figure, incontri, dialoghi, quasi strappati dall'anonimato, dalla tiepidezza che pare a volte avvolgere l'esistenza, in cerca invece della fiamma dell'unicità, della deviazione, della scoperta. In una parola del senso del destino. Barone intende la poesia come indagine febbrile nell'ombra, nella semioscurità del vivere catturato da luoghi comuni e distrazione. Una indagine che tra sfumature, frammenti di discorsi e occhiate cerca il cuore umano della città. Le letture della migliore poesia italiana sostengono e nutrono una voce che inizia a distinguersi per incisione e ritmo.» (Davide Rondoni) -
Binario 7
Gloria ha tredici anni, lunghi capelli rossi e la pelle bianca come il latte. Frequenta una scuola privata e vive in un attico nel centro di Milano. Guido, suo padre è un uomo di successo ed Elisa, sua madre, è giovane e gentile. Ma l'invidiabile facciata nasconde una realtà ben diversa fatta di violenze e tradimenti ai quali Elisa, incapace di trovare una strada autonoma, soccombe malgrado un lungo percorso psichiatrico. Celato da perbenismo, cinismo e violenza regna tra le mura domestiche un vuoto interiore che la ricchezza non può colmare E proprio la giovanissima Gloria sarà la vittima attorno alla quale, con l'assenso complice della madre, si abbatterà la violenza del padre e sulla quale l'egoismo di entrambi i genitori giocherà una partita perversa. Abusando del suo bisogno d'amore, tenteranno di spezzarne la volontà e la capacità di immaginare un futuro migliore. Ma se lividi e ferite sono duri a guarire, Gloria crescerà coltivando il proprio sogno, e seppure combattuta e spesso a un passo dal baratro, sarà capace di scegliere la strada da percorrere. Quella che comincia dal binario 7 della stazione di Milano. -
La perfezione della sera
«Una voce asciutta e visionaria tra crepe del tempo e del cuore, una riflessione in versi che tende a portare una materia incandescente di vita e di sentire a una misura di perfezione. Quella evocata dal titolo non è una perfezione delle forme, estetizzante, ma della sera, ovvero del tempo che si raccoglie, che passa di luce in luce al suo declinare o, appunto, forse al suo perfezionarsi. Erede di una ricca tradizione di poesia delle terre di Puglia e che annovera poeti di grande qualità, la voce di Nico Mauro, aperta a orizzonti letterari anche lontani, ci visita con l'inquietudine dei miti dal cuore in fiamme, con la vibrante sete di giustizia dei vigilanti, con la pazienza dei profondamente azzardati. Così che nella lingua limpida covano fuochi e notti, nei versi meditati si leggono slanci e sperdimenti, nei dubbi una fede profonda nel segreto del tempo.» (Davide Rondoni) -
La cosa delicata. L'arte della traduzione
La cosa delicata vuole essere una riflessione sul linguaggio come movimento e tensione, patrimonio ed energia. Un poeta e una studentessa fanno dialogare i loro semplici appunti di viaggio sull'arte del tradurre come esperienza di vita che porta il traduttore ad aumentare la propria coscienza del vivere scomparendo, sprofondando per ardore nella parola, custode di un'inquietudine insanabile dentro. Senza alcun manuale o elenco di norme fisse, costantemente esposti al rischio di una meravigliosa sconfitta, gli ossessionati dalla lingua si muovono con timore e reverenza nella pagina nera, piena, in una foresta di suoni e immagini, al fine di ri-enunciare, di imitare, una strada già battuta da altri, di creare un nuovo testo, trasformando inevitabilmente se stessi. -
Notte metropolitana
«Qualcosa di imperioso trascina nella lettura quasi martellante dei versi di Pedroni. Imperiosa è la sua febbrile visionarietà, una percezione vivissima di scorci di passaggi, di elementi, posture umane. Una fame spirituale immensa e quasi tesa a catalogare, incidendo versi, il perimetro del vivente, per testimoniarne l'esistenza, il valore, il rilievo. Pedroni ha il ritmo della lingua italiana battente, quella di Rebora o di Campana per intenderci, indicando due modelli altissimi. E la medesima inquietudine. Quella che imprime all'andamento dei versi la medesima fame di vita e di cielo - ""ovviamente"""" come il poeta conclude in controtempo antiretorico la sua raccolta. Che si incastra quasi come pietra barbara e nerosplendente in mezzo a tanta odierna poesia poco animata e leziosa. Qui lo sprint di fulminei ritratti in versi del mondo ci comunica invece l'ardore primario e naturale di uno spirito antichissimo e bambino.» (Davide Rondoni)"" -
Roma 1849, l'alba della nazione
Con la Repubblica Romana del 1849 lo spirito risorgimentale tocca il punto più alto. In pochi mesi prendono uomini e vicende a fondamento della nascita della nostra Nazione. L'elezione di Pio IX, nel 46, aveva suscitato grandi entusiasmi. Dopo la fuga del papa viene proclamata la Repubblica. La resistenza all'assalto francese sul Gianicolo appassionò tutta l'Europa. -
Rubeus et alii. Ediz. illustrata
Catalogo della mostra tenutasi alla Pinacoteca Museo Civico di Volterra dal 21 giugno al 31 agosto 2021. -
La magra paga
«Una voce che oscilla tra esagerazione e precipizio. La poesia di Gabriella Sartori appare subito come una necessaria messa in scena di una tormentosa gratitudine. Poesia di una scampata, ma anche poesia di una guerriera e di riconquista del doppio senso della maternità. Un libro visionario, violento, dolcissimo. Fraterno. Non lo regge solo la necessità di una dura cronaca, ma la cartografia di un desiderio, nutrito da memoria non priva di dolore, e gratitudine. Verso il prorompere - come si vede nei versi finali - di un amore smisurato, l'unico che può sopportare la voce della poesia, sorella paziente e smisurata del dolore e dell'amore. Un libro che porta a sintesi molti dei temi oggi più ardenti nella poesia e nella società contemporanea, per questo, anche senza volerlo, un libro di ricca testimonianza.» (Davide Rondoni) -
Il suo annuncio, il tuo tempo
«Una voce che ha imparato la sospensione. L'ha imparata nello spazio dell'amore e della morte, l'unico spazio che ci sia dato vivere pienamente, a meno che tutto non sia vissuto come annuncio. Pasquale D'Alessio, poeta di cui ho sempre ammirato la grazia e l'eleganza profonda, dal tratto partenopeo ed europeo, in questo libro tocca un vertice. In una situazione di apertura verso l'ignoto, tra memoria e decifrazione di segni, il poeta rivive il grande passaggio della sua vita, là dove amore e morte si sono toccati. E dove tutto diventa annuncio. Non a caso al limitare del libro, dopo molte e varie voci, sorge il confronto con una prodigiosa poesia di Emily Dickinson, la poetessa dell'assoluto. Cioè del grande annuncio in ogni particolare. Un libro dove struggenti sono infatti i particolari, visitati dall'annuncio, fermati in versi aerei e commoventi, procedendo di sospensione in sospensione. Dando così il senso non solo di una maturità stilistica rara nella poesia italiana contemporanea, ma anche di un atletismo dello spirito che chiama e provoca il lettore a una speciale partecipazione.» (Davide Rondoni) -
La grazia degli invisibili
«La voce di Maria Grazia Nappa si distingue per un nucleo di forza raccolta, irrefutabile. La poesia diviene per un'anima inquieta l'arte che offre voce all'esperienza della visione, della accettazione e della sopresa. In dialogo con la poesia stessa e con la presenza di un'altra poetessa, la estrema e verticale Claudia Ruggieri, la Nappa lascia accenni, graffi, indizi di una biografia nucleare, essenziale. Lontana da troppa fatua versificazione sentimentale oggi in voga, qui una poesia dolce e scheggiata evoca una vita immersa nelle penombre, ma protesa alla luce, chiamata e quasi rubata, alternativa alla possibile seduzione della morte o alla sua cieca lettura. Avete tra le mani un libro vibrante, attraversato da duri incanti. Un dono prezioso, speciale nella vita contemporanea della poesia italiana.» (Davide Rondoni) -
La conta del sale
«La mia voce non esplode mai»... «Ed è per questo che piango/ nel portico della meraviglia». La voce di questo autore che viene dalla città di Gozzano e Pavese sa che la poesia si muove in questo spazio. Forma, misura (ciò che all'esplosione si oppone e però la esprime) e lacrime e meraviglia. Un teatro della riflessione, alle soglie della maturità, una impudica e quasi mormorata dedica d'amore alla vita. Un libro che, lasciandosi qualcosa alle spalle, non smette di avvertire quella canzone infinita alla quale, quasi incredulo, il poeta vuole partecipare in qualche modo, anche col suo canto perplesso, ma commosso nelle sue corde più intime. -
Il milite ignoto e i militi ignari
L'ultimo caduto italiano nella Grande Guerra fu Augusto Piersanti, 21 anni, stroncato da una mitragliatrice quel 4 novembre alle 14.40, pochi minuti prima che scoccasse l'armistizio, mentre cercava di strappare agli austriaci la località Paradiso, un nome beffardamente tragico, ad est del Tagliamento. Ad Augusto Piersanti fu conferita postuma una medaglia d'argento al valore militare e persino D'Annunzio, alla vigilia dell'impresa di Fiume, lo ricordò in un discorso. La Prima Guerra mondiale è stata l'incubatrice di una condizione abissale in cui l'uomo, connotato dal proprio linguaggio, non ne avrebbe più avuto uno adeguato, efficace e verosimile per restituire le proprie esperienze più tragiche. A cent'anni dalla traslazione della salma del Milite Ignoto italiano al Vittoriano in Roma, serve una riflessione profonda sulle dinamiche attraverso le quali la politica, la letteratura, l'arte e la cinematografia hanno raccontato, nel corso degli anni, la descrizione e la sublimazione della morte nella Grande Guerra. -
Con la forza in qualcos'altro
«Un libro che sa muoversi tra barocco (pugliese e universale) e scabra luce, un'epica del minimo e abissale che percorre le attenzioni e le sospensioni di una vita vigile e sulla soglia di nuove maturità. La voce di Codazzo non cerca (quasi mai) l'effetto, ma una dura aderenza al vivente, ai suoi moti umbratili e vibranti. La formazione, l'attitudine, e una sorta di sfida continua a non cadere al di là ma nemmeno restare troppo al di qua della allusione. Come se la vita fosse lì per esser detta, presa in parole, ma con maglie non troppo strette. Ne viene un affresco vivido, per lampi, apparizioni, frammenti di conversazioni, consuetudini, incontri. Particolari che anelano a una luce assoluta, non per perdere le ombre, ma per non perdersi nell'oblio. Una luce che incendia, ma al tempo stesso, rispetta, custodisce. Si chiama poesia.» (Davide Rondoni) -
Giuda. Dal diario di una diciottenne in lotta per la vita
«Sentivo che ce l'avrei fatta. Del resto, mi dicevo, ce la faccio sempre. Eravamo una squadra e la mia preghiera era di vincere i mondiali. Volevo una vita piena fino alla fine e scongiurare tutti di vivere la mia malattia come ordinaria follia, con semplicità e senza segreti. Iniziò così il mio canto libero. La vita davanti agli occhi.»